Mansionario Podologico di Valentina D’Agnano
Mansionario Podologico
MANSIONARIO DELLE PRESTAZIONI PROFESSIONALI
Con il termine podologo si definisce, sul piano scientifico e culturale europeo, la figura
professionale che, direttamente o su prescrizione, collabora con il medico nella prevenzione e cura
della patologia dei piedi. In generale, il Podologo interviene per le richieste relative alla
prevenzione e cura di alterazioni e/o lesioni ipercheratosiche, ungueali, ecc.
Più in particolare il Podologo interviene anche, su richiesta del medico o di altro professionista
sanitario, nella cura dei pazienti a rischio.
In sintesi, il Podologo integra l’intervento medico per la cura delle diverse patologie del piede,
attuando prestazioni finalizzate a favorire la deambulazione, oltre che la prevenzione di
complicanze locali per i portatori di malattia diabetica, neurologica, vascolare, reumatologica, ecc. e
di alterazioni strutturali e funzionali del piede.
SOMMARIO
1) ESAME PODOLOGICO:
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2)
Anamnesi
Esame obiettivo
Esame biomeccanico
TRATTAMENTI LOCALI:
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Riduzione di ipercheratosi cutanee
Riduzione di ipertrofie e deformità ungueali, di lamine micotiche, ipercheratosi subungueali
e periungueali.
Riduzione di unghie incarnite
Medicazioni locali
Verruche
Feltraggi e taping adesivi
3) TRATTAMENTI ORTESICI
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
Ortesi plantari su impronta bidimensionale
Ortesi plantari su impronta tridimensionale
Ortesi in silicone e protesi
Ortesi ungueali
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1) Esame podologico
In linea di principio ogni paziente che presenti sintomi di interesse podologico deve essere
sottoposto ad un'adeguata anamnesi. Il limitarsi alla riduzione di una ipercheratosi, alla cura di
un'alterazione ungueale ecc. deve costituire un'eccezione anche per il podologo esperto, tenuto
conto che sintomi apparentemente circoscritti possono essere, nei piedi, l'espressione di un processo
a carico della struttura o della funzionalità del piede e costituire quindi la manifestazione parziale di
una più ampia patologia.
Anamnesi
L'anamnesi è la raccolta di dati di interesse clinico mediante l'interrogazione del paziente.
Deve sempre precedere l'esame obiettivo del soggetto.
Esame obiettivo locale
Si può schematicamente dividere in due fasi: la ricerca di alterazioni anatomiche e la ricerca di
alterazioni funzionali. Alla prima fase appartengono ispezione e palpazione, alla seconda l’esame
biomeccanico nel suo complesso e l’esame strumentale.
L'esame biomeccanico.
E' basato fondamentalmente sulla conoscenza dell'anatomia e della meccanica dell'apparato
locomotore e si suddivide in tre fasi:
a. Esame articolare
b. Esame strumentale (podoscopio, pressopodoscopia computerizzata, ecc..)
c. Analisi della deambulazione.
a.
Esame articolare:
Vengono esaminati i movimenti articolari del piede e la funzionalità podalica.
b. L'esame strumentale:
 Rxgrafia, Tac, Doppler, ecc..
Questi esami, anche se non di stretta pertinenza del podologo, sono indispensabili per la corretta
impostazione di un iter protocollare di valutazione podologica e di programmazione terapeutica. Per
la loro interpretazione si rimanda alla diagnosi che sempre accompagna questi esami e che deve
essere sempre fatta da specialisti in materia.
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 Podoscopia :
Il podoscopio permette una chiara visione dell'appoggio plantare in statica o in
dinamica, con il paziente in stazione eretta bipodalica si rileva, oltre
all'appoggio plantare, il rapporto in gradi del retropiede rispetto all'asse della
gamba.
Si procede infine all'eventuale ricerca della posizione neutra della testa
dell'astragalo (cioè non deve essere né supinato né pronato, rispetto al calcagno
appoggiato a terra). In dinamica possiamo osservare l'evoluzione dei punti di
appoggio durante lo svolgimento del passo.

Pressopodoscopia computerizzata:
Questa metodica, che possiamo chiamare un'evoluzione
informatizzata del podoscopio tradizionale, ci mette a conoscenza di
una massa enorme di dati. Grazie all'elaborazione informatica tutti
questi dati possono essere elaborati, confrontati, selezionati e
visualizzati in parametri numerici o colorimetrici. E' inoltre possibile
uno studio tridimensionale dei carichi o di quote barometriche dei
carichi. Possono inoltre essere archiviati per statistiche o studi
finalizzati. E' inoltre possibile valutare, attraverso analisi comparate, l'eventuale variazione indotta
nel passo da ortesi sia plantari sia digitali o da modifiche della calzatura.
c. Analisi della deambulazione
Deve essere sempre eseguita dopo aver presa visione degli esami
strumentali, è basata sulla rilevazione della posizione dei vari segmenti
del piede e dell'arto inferiore, durante le varie fasi di progressione della
marcia.
2) Trattamenti locali
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Riduzione di ipercheratosi cutanee.
Di ipertrofia e deformità ungueali, di lamine micotiche.
Di ipercheratosi sub e periungueali.
Trattamento delle onicocriptosi.
I trattamenti vengono effettuati in asepsi ed antisepsi sia strumentale che ambientale ed includono
medicazioni e/o feltraggi protettivi o di scarico delle zone trattate.
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
Verruche singole o multiple, piane o periungueali.
Vengono effettuati trattamenti di tipo non cruento per mezzo di agenti chimico-cheratolitici o fisici
ad azione controllata non radiante.

Feltraggi e taping adesivi.
o Applicazione di feltri adesivi compressi o semicompressi, a
scopo antalgico o di sostegno provvisorio.
o Applicazione di cerotti adesivi anallergici (taping) per la
parziale immobilizzazione del piede.
3) Trattamenti ortesici
1. Ortesi plantari su impronta bidimensionale (podografia).
Ortesi costruite "ad personam" con assoluta esclusione di impiego di plantari prefabbricati. Sono
costituite da una base in cuoio o simili ed elementi comunque posti o combinati in agglomerato di
sughero o mescole di gomma o schiuma.
2. Ortesi plantari eseguite con impronta tridimensionale (su calco gessato o schiume negativo e
positivo).
Queste ortesi assumono la reale conformazione dell'appoggio plantare, possono essere rigide,
semirigide, morbide o composite. Sono costituite da materiale termoplastico flessibile, in cuoio
supportato da agglomerato di sughero o simili, da materiale termoplastico a grande flessibilità,
gomme, schiume ecc., oppure da fibre nobili quali kevlar, carbonio.
3. Ortesi in silicone. e protesi
Trovano indicazione nei casi di alluce valgo, dita a martello, quinto dito varo,
dita recurvate addotte o sovrapposte accompagnate o meno da formazioni
ipercheratosiche. Hanno funzione sia protettiva sia di aiuto e compenso nello
svolgimento biomeccanico del passo. Sono costituite da materiali siliconici
bicomponenti al massimo grado di purezza per usi medicali ed idrorepellenti.
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4. Ortesi e protesi ungueali.
Le ortesi ungueali assumono il nome tecnico di "orto-onissia e/o ortonixia". Consistono nella
predisposizione di correzioni in filo metallico di tipo dentale o altro materiale con o senza calco
gessato. Agiscono per la correzione unilaterale o bilaterale della forma delle lamine ungueali a
curvatura non fisiologica.
Le protesi ungueali sono costruite in resina acrilica di tipo dentale e quindi monocomponente,
oppure in forma bicomponente. Sono applicate per la ricostruzione parziale o totale della lamina
ungueale o successivamente al trattamento palliativo di riduzione di lamine deformi o ipertrofiche.
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