Quando la ventenne Sara Bartmann salì sulla nave
che la portava da Cape Town a Londra, nel 1810,
non sapeva che non avrebbe più rivisto la propria
casa. Mentre guardava la sua terra scomparire
dietro di lei, non immaginava neanche che, nei
successivi cento anni, sarebbe diventata un'icona
dell'inferiorità razziale e della sessualità femminile
nera.
Quando ne fu messo in mostra il corpo, Sarah
Bartman venne ironicamente e perversamente
soprannominata “la Venere ottentotta”. Per cinque
anni il suo corpo nudo venne esibito in pubblico.
Quando morì, venne mutilato di alcune parti che
continuarono ad essere oggetto di studio.
Il pubblico che aveva pagato per vedere le sue
natiche e che, quando lei era ancora in vita, si era
fatto delle fantasie dei suoi genitali, poteva ora,
dopo la sua morte e dissezione, esaminarli
entrambi.
The Life and Time of
Sara Baartman "The
Hottentot Venus“, di
Zola Maseko (First Run
Icarus Films, 1998).
Il documentario narra la
storia di una donna
dell'etnia Khoi Khoi che
fu deportata dal
Sudafrica per essere
esibita come un
fenomeno da baraccone
in Gran Bretagna.
Nel 1814 Sarah
Bartmann fu deportata
in Francia.
Qui divenne oggetto
delle ricerche
scientifiche che
costituirono il
fondamento delle idee
europee sulla
sessualità nera.
Morì a Parigi l'anno
successivo.
Usando documenti
dell'epoca e interviste con
storici e antropologi, The
Life and Time of Sara
Baartman decostruisce gli
assunti teorici che hanno
trasformato una giovane
donna africana nel simbolo
dell'inferiorità razziale e di
una sessualità selvaggia.
Georges Cuvier, Estratti
dall’osservazione fatta sul
cadavere d’una donna
conosciuta a Parigi e a
Londra col nome di Venere
Ottentotta (1817)
Ma anche dopo la
sua morte, Sara
Bartmann rimase
un oggetto della
scienza
imperialista.
Il suo cervello e i
suoi organi
sessuali furono
esposti nel Musée
de l'Homme di
Parigi fino al
1985.
Solo in anni recenti il
governo sudafricano
ha ottenuto
l’autorizzazione del
senato francese per il
rimpatrio dei resti di
Sarah Bartmann.
Nell’agosto del 2002
è stata seppellita a
Eastern Cape, vicino
al fiume Gamtoos.
Questa storia ha suscitato l'interesse di
artisti/e di ogni parte del mondo, che ne
hanno dato una personale rappresentazione:
Ingrid Winterbach
1996
Susan
Lori
Parks
Venus
1998
Willy
Bester
Statua
di
Sarah
Bartmann
Tracey Rose
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