Caratteristiche morfologiche e chimiche delle polveri fini in Umbria Caratteristiche morfologiche e chimiche delle polveri fini in Umbria Caratteristiche morfologiche e chimiche delle polveri fini in Umbria Arpa Umbria / Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università degli Studi di Perugia Università degli studi di Perugia Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale aria / Arpa Umbria / Università degli Studi di Perugia Arpa Umbria - Agenzia regionale per la protezione ambientale via Pievaiola (loc. San Sisto) - Perugia tel: 075 515961 - fax 075 51596235 www.arpa.umbria.it [email protected] Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale via G.Duranti 93 - Perugia tel: 075 5853262 - fax 075 5853864 www.ing.unipg.it [email protected] Autori David Cappelletti, Beatrice Moroni (Università degli Studi di Perugia) Contributi Monica Angelucci (Arpa Umbria) Collaborazione Caterina Austeri, Giancarlo Bellocchio, Emanuele Bubu, Giancarlo Caiello, Mara Galletti, Laura Mascelloni, Annarita Petrini, Andrea Pileri, Marco Pompei, Federica Rocchi (Arpa Umbria) Luca Barcherini, Stefano Ortu, Francesco Scardazza (Università degli Studi di Perugia) Ezio Bolzacchini, Luca Ferrero (Università degli Studi di Milano – Bicocca) Cura redazionale Markos Charavgis Progetto grafico Paolo Tramontana Impaginazione Emanuele Capponi Stampa GESP srl, Cerbara (PG) Stampato su carta Symbol Free Life satin 100 g/mq con inchiostro ecologico Toyo Eventuali duplicazioni, anche di parti della pubblicazione, sono autorizzate a condizione che venga citata la fonte ©Copyright 2012 Arpa Umbria Caratteristiche morfologiche e chimiche delle polveri fini in Umbria Indice Introduzione . ..................................................................................................... 7 1. Il contesto e gli obiettivi del progetto........................................................... 9 2. La metodologia sperimentale...................................................................... 11 2.1 Criteri di scelta e caratteristiche dei siti di campionamento.................... 11 2.2 Modalità di campionamento................................................................ 12 2.3 Trattamento e analisi dei campioni....................................................... 16 3. I risultati..................................................................................................... 19 3.1 Concentrazione delle polveri in atmosfera.............................................. 19 3.2 I contesti urbani: similitudini e differenze da analisi PCA..................... 24 3.3 Alcuni indicatori chimici rilevanti....................................................... 30 3.3 Morfologia e geochimica delle particelle................................................. 36 4. I risultati nella Conca Ternana................................................................... 41 4.1 Identificazione e quantificazione delle sorgenti...................................... 41 4.2. Misura della dispersione delle polveri in atmosfera mediante pallone aerostatico............................................................................... 49 5. Conclusioni ............................................................................................... 57 Bibliografia........................................................................................................ 59 Appendici – Dati sperimentali........................................................................... 60 Appendice A - Dati gravimetrici complessivi....................................................... 62 Appendice B - Concentrazione frazione ionica.................................................... 66 Appendice C - Concentrazione metalli .............................................................. 70 Appendice D - Concentrazione IPA .................................................................. 84 Introduzione Le polveri atmosferiche sono oggi considerate, in tutto il mondo, uno dei più seri problemi di impatto ambientale, i cui effetti coinvolgono non solo le aree localizzate nei pressi delle sorgenti ma si estendono a livello regionale e interregionale. Le principali sorgenti di polveri sono da rintracciare nel traffico veicolare, nella combustione di biomasse, nei grandi processi industriali di combustione, nell’agricoltura e nella zootecnia, oltre che negli impianti di riscaldamento concentrati nei centri urbani. Per la natura complessa di tale fenomeno, appare indispensabile effettuare una caratterizzazione completa sia a livello morfologico che composizionale delle particelle. Lo scopo è quello di associare alle diverse classi dimensionali la relativa composizione chimica per contribuire all’identificazione delle possibili sorgenti, in un’ottica di definizione e adozione delle misure più efficaci per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria fissati dalle direttive europee. Tali conoscenze rappresentano inoltre un presupposto importante per la comprensione degli effetti del particolato sulla salute umana. Recenti studi epidemiologici hanno infatti mostrato una correlazione tra la concentrazione in numero della frazione più fine delle polveri e problemi all’apparato respiratori. Proprio per questo motivo, l’Unione Europea ha previsto l’introduzione, a partire dal 2015, di un nuovo limite di legge sulla frazione fine delle polveri (identificata con il PM2.5). In questo quadro, conoscere preliminarmente le polveri fini e ultrafini appare di fondamentale importanza, sia in un’ottica di adeguamento della rete di monitoraggio sia per predisporre in tempo utile misure atte alla prevenzione degli eventuali superamenti. In questo quadro, tra il 2006 e il 2010 Arpa Umbria e Università degli Studi di Perugia, con il contributo della Regione, hanno dato vita allo studio presentato in questa pubblicazione e volto a caratterizzare da un punto di vista chimico e morfologico le polveri fini in diverse realtà urbane dell’Umbria. Dott. Giancarlo Marchetti Direttore Tecnico Arpa Umbria 7 1. Il contesto e gli obiettivi del progetto L’aerosol atmosferico (comunemente noto come polveri fini o materiale particolato, PM) è costituito, in generale, da una grande varietà di composti chimici e da particelle di forma e dimensioni che variano di quattro ordini di grandezza, dai pochi nanometri dei nuclei di condensazione fino alle decine di micron delle particelle di origine crostale. La natura e la composizione chimica delle particelle variano con le loro dimensioni; l’insieme di tutte queste proprietà dipende dalla loro origine e provenienza, e può subire delle modificazioni in funzione del tempo. Gli effetti degli aerosol atmosferici sulla salute umana e sui cambiamenti climatici sono correlati in maniera intrinseca e complessa a tale molteplicità di fattori ed esiste ormai un generale consenso scientifico sul fatto che composizione chimica, numero, dimensioni e morfologia delle particelle costituiscano i parametri rilevanti. In questo quadro, appare evidente la necessità di una caratterizzazione ad ampio spettro (morfologico, dimensionale, composizionale) del PM su scala regionale. La successiva valutazione dei risultati, sia in relazione ai luoghi di prelievo che in funzione del tempo, permette di associare, nelle diverse stagioni dell’anno e nei vari luoghi, le diverse classi dimensionali di particelle alla relativa composizione chimica. Tali informazioni sono indispensabili per correlare gli effetti sulla salute e sui cambiamenti climatici alle loro cause. Inoltre, e più nel dettaglio, esse contribuiscono all’identificazione delle possibili sorgenti consentendo di individuare le misure più efficaci per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria fissati dalle direttive europee. Le attuali disposizioni di legge non prevedono la messa a punto di strategie né tanto meno di procedure di monitoraggio da parte degli Enti preposti finalizzate al raggiungimento di tali obiettivi. D’altra parte le nuove direttive CE, recepite dall’Italia, prevedono l’integrazione delle misure di PM10 (di fatto l’insieme totale delle particelle grossolane e fini) con quelle di PM2.5 (ovvero la sola frazione fine del particolato). A tale scopo, sono stati fissati nuovi limiti di legge ed è stato allargato lo spettro dei composti chimici da monitorare. Tale normativa entrerà in vigore a partire dal 2015. Tutto ciò sottolinea la necessità di eseguire studi pilota di ricerca dettagliati sul territorio regionale in grado di consentire, da un lato, di definire correttamente il quadro emissivo rispetto al tipo e alla qualità degli apporti esogeni e, dall’altro, di prevedere quantomeno gli effetti derivanti dall’applicazione delle nuove normative. 9 In questo contesto, dalla collaborazione fra Arpa Umbria e l’Università degli Studi di Perugia è nato un progetto di ricerca per la caratterizzazione delle polveri fini nei principali contesti urbani della regione Umbria. Lo studio, realizzato nel biennio 2008-2009, è stato condotto attraverso campionamenti di aerosol dedicati e successive analisi chimiche e misure di microscopia elettronica. L’attenzione è stata rivolta ad un insieme di siti di campionamento in grado di rappresentare i diversi contesti urbani della regione: Perugia, Terni, Gubbio, Spoleto, Narni; accanto a questi, è stato considerato anche un sito di fondo regionale ubicato in località Monte Martano (1100 m s.l.m.). Lo studio è stato realizzato da un gruppo di lavoro costituito da personale di Arpa Umbria e da personale della Sezione di Tecnologie Chimiche e Materiali per l’Ingegneria del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICA) dell’Università degli Studi di Perugia e cofinanziato dalla Regione Umbria. 10 2. La metodologia sperimentale 2.1 Criteri di scelta e caratteristiche dei siti di campionamento Lo studio è stato realizzato in più fasi che hanno interessato diversi ambiti territoriali. Nella prima fase sono state esaminate le aree urbane di Perugia e Terni. I due capoluoghi di provincia rappresentano infatti i comuni più grandi per estensione e numero di abitanti e, inoltre, mostrano un archivio di dati di concentrazione in massa di polveri fini rilevante, essendo dotati di una rete di stazioni fisse di monitoraggio della qualità dell’aria attive da diversi anni. L’elemento di distinzione tra le due località è rappresentato dalla presenza, a Terni, di una componente antropica di origine industriale che si aggiunge a quella, comune a entrambe, da traffico veicolare. In una fase successiva, lo studio è stato esteso ai comuni di Spoleto, Gubbio e Narni. Tali comuni, che risultavano inseriti nelle zone di risanamento previste dal Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’aria (2005), sono stati scelti per la varietà degli apporti di origine antropica (traffico e/o diversi tipi di industrie) che essi rappresentano. Per ciascuna area sono stati poi individuati i siti specifici di campionamento selezionando, ove possibile, i punti in corrispondenza di stazioni fisse di monitoraggio, con vantaggi pratici come la disponibilità di corrente elettrica e l’alloggiamento in sicurezza delle strumentazioni di misura, uniti alla possibilità di fruire di misure di PM10 sia storiche che contestuali allo studio. Il sito in Zona Fiori a Terni, in particolare, non rientra nella rete fissa di monitoraggio ma è stato scelto per cercare di valutare il valore di fondo urbano nella città. In questo caso, si è provveduto a realizzare una postazione di misura per il periodo di durata dello studio. Per completare il progetto, è risultato indispensabile individuare e caratterizzare il contributo del fondo naturale delle polveri atmosferiche. Questo è stato fatto con il duplice ausilio di misure di fondo urbano (Perugia Cortonese e Terni Zona Fiori) e della stazione in quota di Monte Martano. Mentre i siti di fondo urbano si trovano in posizione defilata rispetto agli apporti antropici, quello di fondo regionale risulta esente da ogni tipo di pressione antropica. La stazione di fondo regionale, per le sue caratteristiche di quota media, è soprattutto indicata per lo studio dei contributi tipicamente dovuti a fenomeni di trasporto a distanza di medio e lungo raggio (Sahara e Nord-Est Europa). Tali contributi, che possono creare un impatto significativo sul territorio umbro, non sono immediatamente valutabili tramite misure nelle stazioni urbane, per la presenza di numerosi e non 11 trascurabili apporti da altre sorgenti che possono mascherare i fenomeni. Inoltre, e soprattutto, essi sono difficili da ridurre con politiche di risanamento locali e per questa ragione la loro entità deve essere quantificata. I siti di campionamento con le rispettive generalità sono riportati in Tabella 2.1. Tabella 2.1: Generalità dei siti dei campionamento. (*) Sito Descrizione Perugia Fontivegge (PGF) Tipo di stazione: da traffico, rappresentativa dell’esposizione più elevata della popolazione Tipo di zona: urbana Caratteristica della zona: residenziale / commerciale Perugia Parco Cortonese (PGC) Tipo di stazione: rappresentativa dell’esposizione generale della popolazione Tipo di zona: urbana Caratteristica della zona: parco cittadino (non esposta direttamente al traffico) Terni Via Verga (TRV) Tipo di stazione: da traffico, rappresentativa dell’esposizione più elevata della popolazione Tipo di zona: urbana Caratteristica della zona: residenziale Terni Zona Fiori (TRF) Tipo di stazione: rappresentativa dell’esposizione generale della popolazione Tipo di zona: urbana Caratteristica della zona: residenziale Spoleto Piazza Vittoria (SPO) Tipo di stazione: rappresentativa dell’esposizione generale della popolazione Tipo di zona: urbana Caratteristica della zona: residenziale / commerciale Gubbio (*) Piazza 40 Martiri (GUB) Tipo di stazione: rappresentativa dell’esposizione generale della popolazione Tipo di zona: urbana Caratteristica della zona: residenziale / commerciale Narni Loc. Narni Scalo (NAR) Tipo di stazione: industriale, da traffico, rappresentativa dell’esposizione più elevata della popolazione Tipo di zona: suburbana Caratteristica della zona: residenziale, commerciale, industriale Torgiano Loc. Brufa (BRU) Tipo di stazione: rappresentativa per l’esposizione ad ozono della popolazione, delle colture e degli ecosistemi naturali a scala subregionale Tipo di zona: rurale Caratteristica della zona: lontana da emissioni e da insediamenti Spoleto Loc. Monte Martano (MAR) Tipo di stazione: rappresentativa dell’esposizione generale della popolazione a scala regionale Tipo di zona: fondo regionale Caratteristica della zona: lontana da emissioni e da insediamenti nella zona di Gubbio sono stati effettuati anche alcuni campionamenti in zona industriale 2.2. Modalità di campionamento Per la realizzazione dello studio sono stati utilizzati diversi strumenti di campionamento, alcuni dei quali già in uso nella rete di monitoraggio dell’Arpa e altri acquistati e messi a punto per lo sviluppo del progetto. Quando possibile, le nuo12 ve strumentazioni sono state affiancate a quelle preesistenti della rete regionale, in modo da consentire l’interconfronto. Le stazioni fisse di monitoraggio della rete Arpa sono tutte fornite di sistemi automatici di campionamento delle polveri fini con testa di taglio per PM10 (Tabella 2.2). Solo alcune stazioni sono dotate di campionatori automatici con testa di taglio per il PM2.5. La strumentazione di nuova acquisizione comprende due campionatori semiautomatici (TE60TOD–TISCH ENVIRONMENTAL) ad alto volume (0,6-1,2 m3/min a seconda della modalità di uso) con testa da PM10 e successivo impattore multistadio. Gli impattori sono dotati di 7 differenti stadi di taglio, e relativi filtri, che consentono di campionare massivamente polveri fini in altrettanti intervalli dimensionali: Dp<0,39 µm; 0,39-0,69 µm; 0,69-1,3 µm; 1,3-2,1 µm; 2,1-4,2 µm; 4,2-10,2 µm; >10,2 µm, dove Dp. è il diametro aerodinamico delle particelle. Per una più facile lettura dei risultati, oltre che per ottenere una migliore significatività statistica, i dati ottenuti nei diversi intervalli granulometrici sono stati successivamente aggregati in un minor numero di classi dimensionali opportunamente scelte. In particolare, per i dati gravimetrici sono stati utilizzati gli indici PM10, PM2.1 , PM1.3, PM0.39 (paragrafo 3.1), mentre per l’identificazione delle sorgenti nell’area della conca ternana tramite i dati chimici (paragrafo 4.1) si è preferito ricorrere alle classi dimensionali <0,39; 0,39-1,3; 1,3-4,2 e 4,2-10 µm. Tabella 2.2: Strumentazione per la misura delle polveri presente nelle stazioni della Rete di monitoraggio dell’Arpa Stazione Modello e marca Perugia Fontivegge (PGF) PM10 - SWAM – FAI Instrument PM 2.5 - PM101M –Evironnement Perugia Cortonese (PGC) PM10 - SWAM –FAI Instrument PM 2.5 - PM101M –Evironnement Terni Verga (TRV) PM10 – 1400AB - TEOM Spoleto P.za Vittoria (SPO) PM10 - PM101M.C - Evironnement PM 2.5 - PM101M.C - Evironnement Gubbio P.zza 40 Martiri (GUB) PM10 - SWAM – FAI Instrument Narni Scalo (NAR) PM10 – 1400AB - TEOM Torgiano Brufa (BRU) PM10 - PM101M - Evironnement Terni Zona Fiori (TRF) Solo impattore 13 Il sito di fondo regionale del Monte Martano, istituito ai fini del progetto, è stato attrezzato con un sistema di misura di PM10 e PM2.5 (campionatore bicanale HYDRA Dual Sampler, FAI Instruments) in grado di effettuare in modo automatico i campionamenti giornalieri, pesare il campione e comunicare in remoto i risultati; un operatore ha garantito ogni 15/20 giorni le operazioni di manutenzione ordinaria. Lo strumento, pur essendo testato e utilizzato in altre postazioni, ha presentato alcuni problemi di funzionamento, fornendo per alcuni periodi dati non continuativi, in particolar modo all’inizio della campagna di misura (inverno 2008/2009). Tali problemi – in parte legati alle condizioni meteo climatiche del sito (alta umidità dovuta a nuvole basse) – sono stati quasi totalmente risolti con una modifica delle teste di campionamento in grado di favorire l’eliminazione dell’umidità. In tutti i siti sono stati inoltre eseguiti campionamenti individuali della durata di poche ore, attraverso un campionatore a basso volume (ECHOPM, TECORA, a disposizione dell’Università di Perugia) e un contatore ottico di particelle (OPC, ENVIRONCHECK 1.107 – GRIMM, a disposizione di Arpa): Il primo ha fornito i campioni di polvere destinati all’esame in microscopia elettronica a scansione, l’altro è stato invece utilizzato per la conta diretta delle particelle nei vari siti. I campioni destinati alle determinazioni gravimetriche e alle analisi chimiche sono stati raccolti su filtri in fibra di quarzo. I campioni da destinare alle indagini microscopiche sono stati invece raccolti su filtri in policarbonato, sulla cui superficie liscia e uniforme le particelle risaltano in maniera eccellente. Per ogni stagione (inverno 2008-2009, primavera, estate e autunno 2009) ed in ogni sito sono stati eseguiti due cicli di misure, ciascuno della durata di circa 72 ore nell’arco di un periodo di 15 giorni. Inoltre, durante le campagne di campionamento invernale ed estiva, in ogni postazione sono stati eseguiti campionamenti individuali su filtri in policarbonato. Nella stagione autunnale sono stati eseguiti due campionamenti (sia con campionatore multistadio, che a singolo stadio su filtri in policarbonato) nelle centraline mobili in prossimità dei cementifici di Gubbio. Durante tali campagne di campionamento è stato installato l’OPC in parallelo ai campionatori multistadio, nei siti Narni Scalo, Spoleto, Fontivegge, Cortonese, Monte Martano. Per la maggior parte dei siti in cui sono presenti le centraline fisse dell’Arpa, è stato possibile confrontare le misure di queste ultime con i dati ottenuti dai campionatori multistadio ad alto volume. Il quadro completo della campagna di campionamento è riportato in Tabella 2.3. 14 Tabella 2.3: Intervelli di campionamento nei vari siti nel corso della campagna di misura Inverno Primavera Postazione Data inizio -fine Postazione Data inizio -fine Perugia Fontivegge (PGF) 15 ÷ 22 Dic - 08 Spoleto M.Martani (MAR) 10 ÷ 17 Mar - 09 Perugia Cortonese (PGC) 09 ÷ 22 Gen - 09 Terni Verga (TRV) 15 ÷ 22 Dic - 08 Gubbio P.zza 40 Martiri (GUB) 03 ÷ 17 Feb - 09 Terni Zona Fiori (TRF) 09 ÷ 22 Gen - 09 Torgiano Brufa (BRU) 26 Feb ÷ 12 Mar - 09 Narni Scalo (NAR) 03 ÷ 13 Feb - 09 Spoleto P.za Vittoria (SPO) 23 Feb ÷ 03 Mar - 09 Perugia Fontivegge (PGF) 03 ÷ 17 Apr - 09 Terni Verga (TRV) 03 ÷ 17 Apr - 09 Perugia Cortonese (PGC) 21 Apr ÷ 04 Mag - 09 Terni Zona Fiori (TRF) 20 Apr ÷ 04 Mag - 09 Gubbio P.zza 40 Martiri (GUB) 11 ÷ 25 Mag – 09 Narni Scalo (NAR) 09 ÷ 15 Mag - 09 Spoleto P.za Vittoria (SPO) 04 ÷ 12 Giu – 09 Perugia Fontivegge (PGF) 25 Giu ÷ 02 Lug - 09 Spoleto M.Martani (MAR) 21 ÷ 27 Lug – 09 Perugia Cortonese (PGC) 03 ÷ 10 Lug – 09 Terni Verga (TRV) 26 Giu ÷ 02 Lug - 09 Gubbio P.zza 40 Martiri (GUB) 14 ÷ 21 Lug – 09 Terni Zona Fiori (TRF) 06 ÷ 14 Lug – 09 Spoleto P.za Vittoria (SPO) 22 ÷ 27 Lug – 09 Narni Scalo (NAR) 18 ÷ 22 Lug – 09 Perugia Fontivegge (PGF) 29 Set ÷ 13 Ott - 09 Gubbio Stazioni industriali mobili 09 ÷ 13 Nov – 09 20 ÷ 23 Nov - 09 Perugia Cortonese (PGC) 13 Ott ÷ 02 Nov - 09 Terni Verga (TRV) 29 Set ÷ 13 Ott - 09 Gubbio P.zza 40 Martiri (GUB) 09 ÷ 23 Nov – 09 Terni Zona Fiori (TRF) 15 ÷ 22 Ott - 09 Spoleto P.za Vittoria (SPO) 24 Nov ÷ 09 Dic - 09 Narni Scalo (NAR) 27 Nov ÷ 11 Dic - 09 Estate Autunno 15 Tutti i campioni sono stati sottoposti ad analisi gravimetrica, mentre l’analisi chimica delle polveri e la caratterizzazione morfologica delle singole componenti granulometriche sono state effettuate su campioni opportunamente selezionati; le determinazioni in microscopia elettronica hanno riguardato i campioni appositamente prelevati. 2.3 Trattamento e analisi dei campioni Analisi chimiche Ciascun filtro di campionamento è stato tagliato in tre parti da destinare alle varie determinazioni analitiche. Una parte è stata sonicata in acqua ultrapura (milliQ, 18 MΩ) per estrarre la frazione ionica solubile e determinarla in Cromatografia Ionica (CI) e in spettrofotometria UV-VIS. Il contenuto in anioni è stato determinato con un cromatografo Dionex, colonna AS4SC (pre-colonna Dionex AG4). Il campione è stato eluito con Na2CO3 1,8mM/ NaHCO3 1,7mM e quantificato con rivelatore Dionex CD20. La concentrazione di ammonio è stata invece determinata utilizzando uno spettrofotometro VARIAN CARY-50. Un’altra porzione del filtro è stata digerita in soluzione acida (HNO3+H2O2) assistita in forno a micro-onde per la determinazione dei metalli in spettroscopia atomica (IPC-OES). Quest’ultima è stata effettuata utilizzando uno spettrometro JobynYvon Ultima 2000, dotato di nebulizzatore ultrasonico (CETAC Technologies, U-5000AT). La terza e ultima parte di ciascun filtro è stata destinata all’analisi degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). In questo caso, il campione è stato prima estratto dalla porzione di filtro utilizzando un soxhlet (esano: acetone=1:1) e, quindi, purificato in colonna di silice; infine, gli IPA sono stati quantificati in Gas Cromatografia di Massa (GC-MS) mediante singolo quadrupolo ad iniettore PTV, gas di flusso He e colonna di media polarità (VF-Xms 60mx0,25 ID; DF=0,25). I risultati sono stati ottenuti in modalità di acquisizione SIM. Soluzioni standard commerciali e bianchi dei reattivi sono stati utilizzati per controllare accuratezza e precisione e per validare le misure. Analisi in Microscopia Elettronica a Scansione (SEM-EDS) Le indagini in microscopia elettronica hanno riguardato 18 campioni di polveri su filtro in policarbonato (Tabella 2.4), appositamente prelevati in estate e/o in inverno in 9 diverse postazioni esterne permanenti. 16 Tabella 2.4: Campionamenti per le indagini in microscopia elettronica Postazione Date Campionamento Perugia Fontivegge (PGF) 13 Mar 09; 09 Lug 09 Perugia Cortonese (PGC) 10 e 18 Mar 09 Gubbio P.zza 40 Martiri (GUB) 09 Feb 09; 17 Lug 09 Torgiano Brufa (BRU) 13 Mar 09 Spoleto P.za Vittoria (SPO) 06 Mar 09; 24 Lug 09 Spoleto M. Martani (MAR) 17 Mar 09; 27 Lug 09 Terni Verga (TRV) 20 Mar 09; 30 Lug 09 Terni Zona Fiori (TRF) 19 Mar 09; 30 Lug 09 Narni Scalo (NAR) 13 e 18 Feb 09; 22 Lug 09 Per l’esecuzione delle analisi frammenti rappresentativi dei filtri sono stati incollati su portacampioni in alluminio e successivamente metallizzati mediante la deposizione in camera a vuoto di un sottile film di grafite. Le osservazioni e le analisi al SEM-EDS sono state eseguite presso il Centro Universitario di Microscopia Elettronica di Perugia, utilizzando un microscopio elettronico Philips XL30 (Philips Electron Optics) in linea con sistema EDAX DX-4I di microanalisi e software di acquisizione ed elaborazione dati GENESIS (EDAX). Il procedimento di lavoro è stato articolato in due fasi distinte, la prima di osservazione e raccolta delle immagini, la seconda di microanalisi della composizione delle singole particelle. La tensione di accelerazione applicata è stata di 15 kV per uno spot size pari a 4. I tempi di conteggio per ogni punto analisi variano da 20 a 40 secondi in funzione delle dimensioni dei granuli da analizzare. In entrambi i casi la distanza di lavoro è stata fissata a 10 mm. 17 3. I risultati 3.1 Concentrazione delle polveri in atmosfera Come primo dato, riportiamo l’andamento dei valori di PM10 registrati nelle stazioni fisse di monitoraggio nel periodo di riferimento (Figura 3.1). Come si può notare già a questo livello, la dispersione dei valori di PM risulta sempre abbastanza elevata ed è minima nel sito di fondo regionale (MAR), dove si registrano, come è naturale, valori mediamente inferiori di concentrazione. L’andamento dei valori di PM risulta mediamente superiore nel contesto urbano di Perugia (PGF), ed è del tutto simile in contesti urbani molto diversi tra loro come, ad esempio, quelli di Terni (TRV) e Gubbio (GUB). Ciò dimostra come la misura dei valori di PM10 non possa, di per sé, costituire un elemento discriminante per individuare le fonti e l’andamento degli inquinanti. L’utilizzo degli impattori multistadio permette di esaminare in maniera molto più dettagliata le caratteristiche e l’andamento dei valori di PM in atmosfera. Nel nostro caso, la concentrazione in massa delle polveri è stata determinata nell’ambito di 7 classi dimensionali (<0,39 µm; 0,39µm; 0,69-1,3 µm; 1,3-2,1 µm; 2,1-4,2 µm; 4,2-10,2 µm; >10,2 µm). Per una più facile lettura gli stessi valori sono stati aggregati in 4 classi dimensionali: PM10, PM2.1, PM1.3 e PM0.39. La Figura 3.1: Valori di PM10 registrati dalla rete di monitoraggio dell’Arpa per l’anno 2009 nelle centraline scelte per il progetto. I box rappresentano la dispersione (75%-25%) dei dati rispetto a media (quadrato) e mediana (linea orizzontale). In figura sono riportati anche i valori minini e massimi (croci) e gli outlyers (lineette). Il valore di 40 µg/m3 rappresenta la soglia media annua. 19 classe PM10 costituisce la somma delle particelle grossolane e delle fini, la classe PM2.1 è stata inserita per avere una stima del PM2.5, mentre la classe PM1.3 è stata utilizzata e discussa perché meglio rappresentativa (rispetto al PM2.1) della moda delle particelle fini. La classe PM0.39, infine, è la frazione più fine delle polveri raccolte in questo progetto. E’ stata messa in evidenza perché per le specifiche operative dei campionatori multistadio utilizzati è una frazione del materiale particolato campionata con ottima efficienza. Inoltre, e soprattutto, il PM0.39 rappresenta in buona approssimazione il particolato secondario e le particelle dovute al traffico ed è, quindi, di massimo interesse per gli obiettivi del progetto. I dati sono presentati in Tabella 3.1 come media annuale e come valore stagionale. I dati gravimetrici completi riferiti alle 7 classi dimensionali sono riportati in Appendice A. Confrontando i valori di PM10 e PM2.1 ottenibili aggregando i dati dei campionatori multistadio con quelli ottenuti dalla strumentazione residenziale della rete Arpa, si può notare (tabella 3.1) un accordo generale per la maggior parte delle stazioni Arpa, con un trend di sottostima da parte di alcuni strumenti (TEOM, MP101M) collocati nelle centaline di Terni, Narni e di Spoleto. I dati raccolti con gli impattori multistadio hanno anche consentito di stimare il rapporto tra polveri fini (generalmente rappresentate dai valori di PM1 e PM2.5) e polveri grossolane (PM10). Ciò è stato fatto servendosi dei rapporti PM1.3/PM10 e PM2.1/PM10. Come si può apprezzare (Figure 3.2 e 3.3), tutti i valori correlano molto bene (R2=0,9). Nel grafico in Figura 3.2 la retta di correlazione ha una pendenza di 0.66, ad indicare che le polveri fini sono in media il 66% del totale in Umbria a prescindere dalla stagione e dal sito. Fanno eccezione i valori invernali di Terni, dai quali risulta una concentrazione superiore al 70%. Il rapporto medio PM2.1/PM10 risulta essere di 0,75 (Figura 3.3), un dato in linea con la media europea, che oscilla fra 0,57 e 0,85. Poiché il nuovo limite di legge sul PM2.5 al 2020 sarà di 20 µg m-3 come media annua, con un rapido calcolo si può stimare, per il caso umbro, che tutte le centraline che supereranno i 27 µg m-3 (=20/0,75) di PM10 sono a rischio di superamento anche per la soglia annua di PM2.5. E’ interessante rilevare come la gran parte delle stazioni di monitoraggio abbiano registrato, nel 2009, valori ben al di sopra della soglia stimata ma, ovviamente, si tratta di previsioni che non tengono conto delle possibili oscillazioni annue dei valori in funzione delle condizioni meteorologiche generali. Il confronto tra i dati ottenuti nei diversi siti mostra concentrazioni maggiori, in tutte le stagioni, nei due capoluoghi di provincia rispetto ai siti minori. Per contro, c’è da notare come la distribuzione percentuale delle diverse frazioni 20 (vedi Figure 3.2 e 3.3) sia abbastanza simile in tutti i siti, ad indicare la sostanziale identità delle principali sorgenti di PM (traffico, riscaldamento, trasporto). Il sito di fondo regionale (Monti Martani - MAR) mostra valori molto bassi rispetto a quelli degli altri siti, ed in perfetto accordo con i dati giornalieri ottenuti con il campionatore bicanale. Figura 3.2: Correlazione PM1.3 vs PM10 per il 2009-2010. Le sigle identificano la stagione (i=inverno; p=primavera; e=estate; a=autunno) ed il sito. Oltre ai siti considerati nel progetto 2009, nel 2010 sono stati investigati anche Foligno (FOL), Orvieto (ORV) e Città di Castello Castello (CAST). Legenda: 1-iPGF, 2-iPGC, 3-iGUB, 4-iTRV, 5-iTRF, 6-iNR, 7-iSPO, 8-iMAR, 9-iBRU, 10-pPGF, 11-pPGC, 12-pGUB, 13-pTRV, 14-pTRF, 15-pNR, 16-pSPO, 17-ePGF, 18-ePGC, 19-eGUB, 20-eTRV, 21-eTRF, 22-eNR, 23-eSPO, 24-eMAR, 25-aPGF, 26-aPGC, 27-aGUB, 28-aTRV, 29-aTRF, 30-aNR, 31-aSPO,32-aGUB-COL, 33-aGUB-BAR, 34-iFON2010, 35-VER2010, 36-iFOL2010, 37-pFOL2010, 38-eFOL2010, 39-eORV2010, 40-aCAST2010, 41-aFOL2010, 42-aORV2010. Figura 3.3: Correlazione PM2.1 vs PM10 per l’anno 2009. Legenda vedi figura 3.2. 21 Tabella 3.1: Concentrazioni stagionali e media annuale relativi alla campagna 2008-2009, ottenute mediante gli impattori ad alto volume. I dati di PM10 e PM2.5 della rete regionale, mediati sui giorni della campagna, sono riportati per confronto. Stazione Terni Verga (TRV) Terni Zona Fiori (TRF) Narni Scalo (NAR) Spoleto P.zza Vittoria (SPO) Spoleto M. Martani (MAR) Perugia Fontivegge (PGF) Perugia Cortonese (PGC) Gubbio P.zza 40 Martiri (GUB) 22 Media Annuale [µg/m3] Inverno Primavera Estate Autunno Rete Regionale (PM10 e PM2.5) PM10 40,2 68,3 30,1 25,0 37,6 31,9 PM2.1 27,9 54,1 19,4 14,6 23,6 PM1.3 25,1 49,4 17,2 12,9 21,0 PM0.39 12,1 25,4 8,5 6,5 7,9 PM10 38,4 70,3 22,7 33,5 27,1 PM2.1 24,2 49,5 15,9 14,9 16,5 PM1.3 21,4 43,7 14,2 13,0 14,8 PM0.39 11,4 22,4 7,5 7,2 8,6 PM10 27,8 33,0 26,3 19,2 32,7 PM2.1 15,4 18,3 15,3 8,4 19,5 PM1.3 13,0 16,4 13,2 7,0 15,6 PM0.39 7,5 9,9 6,8 4,4 8,8 PM10 32,3 40,8 24,7 29,7 34,3 23,0 PM2.1 22,8 27,6 17,1 23,7 12,8 PM1.3 17,8 24,4 10,0 15,5 21,3 PM0.39 9,8 13,3 6,0 9,2 10,7 PM10 15,5 12,8 18,1 PM2.1 9,5 8,9 PM1.3 8,2 7,4 9,0 PM0.39 4,1 2,7 5,6 PM10 50,3 74,5 51,2 31,2 44,2 45,3 PM2.1 31,0 45,5 32,2 18,4 27,7 26,8 PM1.3 26,5 37,1 27,7 16,2 24,9 PM0.39 14,9 22,7 13,9 10,2 12,8 PM10 23,6 33,0 19,5 21,0 21,1 24,0 PM2.1 14,7 20,5 14,3 11,3 12,6 9,8 PM1.3 13,1 18,4 13,2 9,8 11,0 PM0.39 6,9 8,5 8,4 5,0 5,5 PM10 38,7 37,1 42,7 26,1 48,8 PM2.1 21,9 24,7 17,9 12,3 32,6 PM1.3 18,8 21,1 14,7 10,2 29,0 PM0.39 10,6 13,5 9,4 5,9 13,4 Classe 23,5 15,1 10 38,4 L’andamento stagionale è quello tipico per tutti i siti, con valori massimi in inverno e minimi durante la stagione estiva. Nello specifico, appare evidente che le caratteristiche orografiche della città di Terni tendono a sfavorire la circolazione delle masse d’aria: il sito Zona Fiori, identificato come fondo urbano, presenta infatti concentrazioni molto simili a quelle del sito Verga, per tutte le varie frazioni dimensionali e in tutte le stagioni. Più netta è la differenza tra il sito urbano e quello di fondo nella città di Perugia: le concentrazioni a Fontivegge tendono infatti a superare quelle di Parco Cortonese, in particolare in corrispondenza della frazione grossolana delle polveri e in quella ultrafine, sia nella stagione invernale che in quella primaverile. Il sito di fondo regionale (MAR) si differenzia nettamente da tutti gli altri siti per avere un trend stagionale sostanzialmente invertito. In questo caso, l’ubicazione in quota (1100 m s.l.m.) fa sì che esso si trovi in libera troposfera in inverno, quando lo strato di rimescolamento (cioè la porzione della troposfera dove si concentrano gli inquinanti) tende a schiacciarsi al suolo, e all’interno dello stesso strato in estate a causa del suo sollevamento. Per effetto di questo fenomeno, le concentrazioni delle polveri nel sito MAR sono più basse in inverno piuttosto che in estate, quando tendono a coincidere con i valori dei siti di fondo urbani (Figura 3.4). Figura 3.4: Andamento stagionale del PM10 nei siti MAR e PGC. Le frecce nere indicano le intrusioni di polveri sahariane, le frecce rosse le intrusioni dall’Europa dell’Est. 23 Nel 2009 presso il sito MAR sono stati registrati 9 chiari eventi (pari a 16 giornate) di intrusione di polveri da trasporto a lungo raggio. Tali eventi sono segnalati dalla presenza di picchi di concentrazione di polveri molto al di fuori della media (Figura 3.4). La comprensione dell’origine di tali picchi si è basata su un’analisi dei valori di PM10 e PM2.5 giornalieri e da calcoli di retro-traiettorie delle masse d‘aria nei giorni specifici degli eventi. In particolare, e in accordo con i dati di retro-traiettoria (back trajectory), le intrusioni primaverili ed estive mostrano un valore di PM10 (40,0±14,4 µgm-3) molto più elevato rispetto a quello di MAR (14,6±9,1 µgm-3), ed un rapporto PM2.5/PM10 relativamente basso (in media 0,49). Ciò suggerisce l’intrusione di polveri sahariane, polveri cioè provenienti dai deserti africani e costituite da particelle relativamente grossolane. Le intrusioni autunnali mostrano invece un valore medio di PM10 più basso delle sahariane (34,3±2,3 µgm-3) ed un rapporto PM2.5/PM10 nettamente superiore (in media 0,80) a indicare un’alta frazione di particelle fini. Questo aspetto, supportato dai risultati dei calcoli di retro-traiettoria delle masse d’aria, suggerisce intrusione di polveri industriali dall’Europa dell’Est. L’occorrenza di tali intrusioni (in particolare quelle sahariane) in Italia Centrale e Meridionale è ben documentata (e.g., Gobbi et al., 2007; Amodio et al., 2008); oggi è documentata anche in Umbria e potrà fornire un contributo agli studi sulla circolazione delle masse d’aria nel bacino del Mediterraneo. 3.2 I contesti urbani: similitudini e differenze da analisi PCA L’analisi delle componenti principali (PCA) è una classica tecnica statistica multivariata utilizzata per descrivere qualitativamente ampi database sperimentali. Nel nostro caso, tale tecnica è stata utilizzata per ricercare eventuali correlazioni fra le concentrazioni di polveri atmosferiche misurate nei vari siti in quattro intervalli dimensionali (0,39; 0,39-1,3; 1,3-4,2 e >4,2-10 µm) e la loro composizione chimica. Nello specifico, sono state considerate come variabili le concentrazioni delle specie chimiche e come casi le classi dimensionali di particolato atmosferico misurate nei vari siti nel corso delle quattro stagioni. Il vantaggio della PCA è che i risultati di tale analisi si possono visualizzare con dei grafici nei quali i casi o le variabili vengono rappresentati rispetto a delle nuove coordinate, le componenti principali, che hanno la funzione di massimizzare le differenze. I cluster di casi che si addensano nel grafico sono, pertanto, quelli simili. La stessa rappresentazione viene fatta nello spazio delle variabili: una ispezione in parallelo (di casi e variabili) consente quindi di correlare similitudini (o differenze) dei casi con sottoinsiemi 24 di variabili specifiche. E’ importante ricordare che si tratta di una tecnica qualitativa che, come tale, nulla può dire sul peso quantitativo dei vari fattori. Ad ogni modo, la prima componente (o primo fattore) descrive le migliori relazioni fra i casi e le variabili, poi viene la seconda e cosi via. Ad un primo livello di indagine, che si ottiene prendendo in considerazione l’intero database (Fig. 3.5a), emerge chiaramente la distinzione dei contesti urbani dei capoluoghi provinciali rispetto agli altri siti. Inoltre, nell’ambito dei due siti dei due capoluoghi, si evidenzia la netta distinzione tra la frazione grossolana (ifo45, ifo67, ifi67, iv45..) e quella fine (iv1, ifo1, ifi1, ic1). La maggior parte dei casi appare invece schiacciata verso l’origine degli assi, con i dati del sito di fondo regionale (in verde) che tendono a concentrarsi all’estremità destra del grafico. (a) (b) Figura 3.5: Analisi PCA sul database totale del 2009. Fattore 1 vs Fattore 2. Andamento dei casi (a) e variabili (b) in funzione delle prime due componenti principali. Le sigle identificano la stagione (i=inverno; p=primavera; e=estate; a=autunno), il sito (v=Verga, fo=Fontivegge, fi=Fiori, g=Gubbio, c=Cortonese, n=Narni, s=Spoleto; m=Martani) e la classe o l’intervallo granulometrico (1 <0,39; 23 0,39-1,3; 45 1,3-4,2; 67 > 4,2 µm) del campione cui il dato si riferisce. La località di provenienza del campione è indicata anche con un codice di colore (Perugia=blu, Terni e Narni=rosso, Monti Martani=verde, Spoleto e Brufa=nero, Gubbio=arancio). 25 Si può razionalizzare questo comportamento esaminando il grafico delle variabili associate (Fig. 3.5b), dove è possibile notare che il Fattore 1 distingue nettamente, nel ramo positivo, ione solfato (SO4=) e ione ammonio (NH4+) (aerosol secondario di trasporto lungo raggio) da tutte le altre variabili (contributi locali). Il Fattore 2 distingue invece i prodotti di combustione IPA (idrocarburi policiclici aromatici), NO3- (ione nitrato) e Pb (cerchio nero di Figura 3.5b) dai principali metalli crostali Al, Mn, Fe, Mg e Ca (cerchio rosso di Figura 3.5b). La distinzione è in questo caso meno netta di quella data dal Fattore 1, ed una serie di altri elementi chimici di varia origine (K, V, Zn, Cr, Na, Cu, Figura 3.5b) sono distribuiti fra i due estremi. Ciò indica un parziale mescolamento delle fonti. L’interpretazione di questo risultato è che il fattore che più differenzia chimicamente le polveri è la sorgente traffico (locale), la quale caratterizza in inverno sia la frazione fine (emissioni dirette NO3- Pb, ecc.) che quella grossolana (risollevamento di materiale crostale, Ca, Mg, Al, ecc.). Ciò accade soprattutto nei due centri urbani maggiori, ma è osservabile anche in tutti i centri minori ad esclusione dei Monti Martani, dove invece domina il contributo di trasporto a lungo raggio di aerosol secondario. Esplorando l’andamento delle successive componenti principali emergono altre caratteristiche interessanti. La Figura 3.6 illustra l’andamento del Fattore 3, caratterizzato nei valori positivi da aerosol secondario (solfato di ammonio – cerchio blu in Figura 3.6 a e b), e del Fattore 4, contraddistinto nei valori positivi da metalli di chiara provenienza industriale (Cr, Ni, Zn – cerchio rosso Figura 3.6 a e b). La componente di aerosol secondario è diffusa in maniera eterogenea sui vari siti e nelle diverse stagioni ma risulta in maniera particolare nelle piccole classi dimensionali, mentre il Fattore 4 caratterizza chiaramente tutti i siti della Conca Ternana (in rosso in alto) nelle classi dimensionali intorno ad 1 µm (prevalenza di 23). 26 (a) (b) Figura 3.6: Analisi PCA sul database totale del 2009. Fattore 3 vs. Fattore 4. Andamento dei casi (a) e variabili (b) in funzione delle prime due componenti principali. Le sigle identificano la stagione (i=inverno; p=primavera; e=estate; a=autunno), il sito (v=Verga, fo=Fontivegge, fi=Fiori, g=Gubbio, c=Cortonese, n=Narni, s=Spoleto; m=Martani) e la classe o l’intervallo granulometrico (1 <0,39; 23 0,391,3; 45 1,3-4,2; 67 > 4,2 µm) del campione cui il dato si riferisce. La località di provenienza del campione è indicata anche con un codice di colore (Perugia=blu, Terni e Narni=rosso, Monti Martani=verde, Spoleto e Brufa=nero, Gubbio= arancio). 27 La stessa analisi, limitata ai centri minori (ovvero escludendo dal database Perugia e Terni), produce risultati simili. In Figura 3.7 si nota che la componente da traffico caratterizza sia la frazione fine (ellisse blu, Figura 3.7 a e b) che quella crostale (ellisse rossa, Figura 3.7 a e b) delle polveri a Gubbio, Narni, Brufa e Spoleto. Il sito di fondo dei Monti Martani (in verde, Figura 3.7 a) risulta invece il meno correlato (a) (b) 28 Figura 3.7: Analisi PCA limitata ai centri minori umbri (Brufa, Gubbio, Narni e Spoleto). Fattore 1 vs. Fattore 2. Andamento dei casi (a) e variabili (b) in funzione delle prime due componenti principali. Le sigle identificano la stagione (i=inverno; p=primavera; e=estate; a=autunno), il sito (b=Brufa, g=Gubbio, n=Narni, s=Spoleto; m=Martani) e la classe o l’intervallo granulometrico (1 <0,39; 23 0,39-1,3; 45 1,3-4,2; 67 > 4,2 µm) del campione cui il dato si riferisce. La località di provenienza del campione è indicata anche con un codice di colore (Narni=rosso, Monti Martani=verde, Spoleto e Brufa=nero, Gubbio=arancio). con la sorgente traffico. Molti dei siti minori nelle stagioni estiva ed autunnale mostrano similitudini con i valori di fondo (cerchio verde, Figura 3.7 a e b). La Figura 3.8 evidenzia la peculiarità di Narni rispetto a Gubbio e Spoleto, essenzialmente dovuta alla presenza di metalli di origine siderurgica/industriale (ellisse in rosso, Figura 3.8 a e b). (a) (b) Figura 3.8: Analisi PCA limitata ai centri minori umbri (Brufa, Gubbio, Narni e Spoleto). Fattore 3 vs. fattore 4. Andamento dei casi (a) e variabili (b) in funzione delle prime due componenti principali. Le sigle identificano la stagione (i=inverno; p=primavera; e=estate; a=autunno), il sito (b=Brufa, g=Gubbio, n=Narni, s=Spoleto; m=Martani) e la classe o l’intervallo granulometrico (1 <0,39; 23 0,39-1,3; 45 1,3-4,2; 67 > 4,2 µm) del campione cui il dato si riferisce. La località di provenienza del campione è indicata anche con un codice di colore (Narni=rosso, Monti=Martani verde, Spoleto e Brufa=nero, Gubbio= arancio). 29 Dalla Figura 3.8 emerge anche una certa correlazione del sito di Brufa con le sorgenti da traffico (area tratteggiata in nero). Questo fatto, piuttosto inconsueto considerando la tipologia del sito, può essere spiegato con la vicinanza (circa 3 km in linea d’aria) della stazione di misura ad una strada ad alta percorrenza (lo svincolo di Collestrada della superstrada E45). 3.3 Alcuni indicatori chimici rilevanti L’analisi PCA si può sostanziare esaminando l’andamento quantitativo di alcuni marker chimici rilevanti ottenuti nel corso dello studio (i dati completi sono riportati in Appendice). Carico ionico Il carico ionico inorganico solubile (essenzialmente solfati, nitrati ed ammonio, ma anche e in minor misura ioni calcio, potassio, cloruro, fluoruro e magnesio) è un indice del particolato secondario, tipicamente di origine antropica e a granulometria fine. La formazione di questi sali avviene in atmosfera per conversione di gas più o meno ossidati. Le fonti comuni sono il riscaldamento domestico in inverno, la zootecnia, l’agricoltura e le emissioni da traffico veicolare. Un contributo apprezzabile deriva anche dal trasporto a medio e lungo raggio da altre regioni. Il particolato secondario costituisce una sostanziale frazione in massa del particolato atmosferico. I dati ottenuti in questo studio indicano valori sostanzialmente uniformi di tale contributo sia a livello regionale che stagionale. La Figura 3.9 riporta la media annuale del carico ionico totale nei vari siti e il corrispondente valore percentuale sulla massa del PM10. L’impatto medio a livello regionale del particolato secondario risulta essere di circa 9 µg m-3, con una incidenza media del 25% circa in tutti i siti urbani. Nei due siti di fondo (Parco Cortonese e Monti Martani) il particolato secondario mostra una incidenza superiore (40% contro 25%), il che indica la natura diffusa di tale tipologia di materiale particellare e anche la minore varietà di fonti emissive, caratteristica di questi siti. Piombo (Pb) Il piombo viene generalmente associato al traffico veicolare e ad alcuni processi industriali. La sua abbondanza (misurata nella frazione di PM10) è maggiore nei due capoluoghi, a causa di un livello di traffico più elevato rispetto a quello dei centri minori, ma le concentrazioni si mantengono comunque notevolmente al di sotto dei limiti di legge (Figura 3.10). 30 Figura 3.9: Andamento medio annuale del carico ionico nei siti di studio. In alto, il dato di concentrazione e, in basso, il valore percentuale sul totale delle polveri. Figura 3.10: Distribuzione del Piombo nei siti di studio (rispetto al PM10). Medie annue 2009. La linea tratteggiata riporta il valore registrato presso il sito dei Monti Martani (MAR). 31 Cromo (Cr) Il cromo è una metallo presente in tracce nei suoli terrestri e tipicamente arricchito nelle emissioni industriali della siderurgia. Ciò spiega perché, come risulta dal grafico, la sua abbondanza (misurata nella frazione di PM10) è notevolmente superiore nell’area della conca ternana (in particolare Terni) rispetto al resto della regione (Figura 3.11). Figura 3.11: Distribuzione del Cromo nei siti di studio (rispetto al PM10). Medie annue 2009. La linea tratteggiata riporta il valore registrato presso il sito dei Monti Martani (MAR). Nickel (Ni) Anche il nickel, come il cromo, è un metallo presente in tracce nei suoli terrestri e tipicamente arricchito nelle emissioni industriali della siderurgia. La sua abbondanza (misurata nella frazione di PM10), sia assoluta che percentuale, è notevolmente superiore nell’area della conca ternana (in particolare Terni) rispetto al resto della regione (Figura 3.12). Esso è presente sia nella frazione fine che in quella grossolana, ma risulta arricchito nella prima (Fig. 3.13). Questo aspetto, che accomuna il nikel al cromo, verrà approfondito nella sezione successiva, dedicata alla identificazione delle sorgenti a Terni. Nel sito di fondo perugino (PGC) si nota una abbondanza percentuale di Ni maggiore nella frazione più fine (Dp<0,39 micron) rispetto al PM10. Questo fatto, in controtendenza con tutte le altre stazioni, sembra indicare una fonte di Ni locale nei pressi del sito di Perugia Cortonese. 32 Per avere un’idea dell’impatto dei metalli di derivazione siderurgica a livello ambientale è stato valutato il fattore di arricchimento del Ni dal rapporto V/ Ni (Appendice). Nella crosta terrestre il valore di questo rapporto è tipicamente compreso tra 1 e 2, in molti siti umbri esso è intorno a 0,8-1, mentre nell’area della conca ternana è intorno a 0,1. Figura 3.12: Abbondanza del nickel nei siti di studio (rispetto al PM10). Medie annue 2009. La linea tratteggiata riporta il valore registrato presso il sito dei Monti Martani (MAR). PM 10 PM 0.39 Figura 3.13: Distribuzione percentuale del nickel nelle diverse frazioni granulometriche nei siti di studio. Medie annue 2009. La linea tratteggiata riporta il valore registrato presso il sito dei Monti Martani (MAR). 33 Potassio, K Il potassio è una componente significativa dei suoli e, come tale, risulta arricchito nella frazione grossolana delle polveri. La sua distribuzione misurata nella frazione di PM10 nei siti di studio è riportata in Figura 3.14. Il potassio è anche un indicatore indiretto della combustione delle biomasse, nel qual caso lo si trova arricchito nella frazione fine. A questo riguardo possiamo infatti notare come, in quasi tutti i centri urbani, esso risulti più abbondante in inverno nella frazione più fine delle polveri campionate (PM0.39), suggerendo un impatto notevole della fonte combustione biomasse sul particolato invernale (Figura 3.15). Figura 3.14: Abbondanza del potassio nei siti di studio (rispetto al PM10). Medie annue 2009. La linea tratteggiata riporta il valore registrato presso il sito dei Monti Martani (MAR). Figura 3.15: Distribuzione del potassio nei siti di studio. Andamento stagionale 2009, riferito alla frazione granulometrica con Dp<0.39 µm. Le linee tratteggiate riportano i valori medi annuale (nero) ed estivo (blu) registrati presso il sito dei Monti Martani (MAR). 34 IPA Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono tipici prodotti di combustione, in particolare da traffico e industriale. Come si può notare in Figura 3.16, che riporta l’andamento degli IPA totali, essi risultano in tutti i casi molto più abbondanti nella frazione più fine delle polveri (PM0.39). Inoltre, i carichi maggiori di IPA risultano nell’area della Conca Ternana e a Gubbio, dove trovano spiegazione nella presenza di industrie (oltre che di traffico), e a Perugia, nel sito di Fontivegge, dove invece sembra pesare notevolmente il solo contributo dovuto al traffico. PM 10 PM 0.39 Figura 3.16: Distribuzione degli IPA totali nei siti di studio. Andamento stagionale 2009, riferito alla frazione granulometrica PM0.39 ed al PM10. Le linee tratteggiate rossa e nera riportano i valori nelle due frazioni granulometriche registrati presso il sito dei Monti Martani (MAR). Il confronto tra i dati invernali dei singoli IPA misurati a Perugia Fontivegge e a Terni Verga, limitatamente alla frazione delle polveri con granulometria Dp<0,39 µm, evidenzia pattern notevolmente diversi nonostante la somma totale degli IPA non sia molto diversa nei due siti (Figura 3.17). Figura 3.17: Abbondanza dei singoli IPA misurati a TRV e PGF nell’inverno 2009. Il dato è riferito alle frazioni granulometriche PM0.39. La linee nera tratteggiata riporta i valori registrati presso il sito dei Monti Martani (MAR). 35 In particolare, gli IPA a più basso peso molecolare (Fluorene, Pyrene, Crysene e Benzo(A)Antracene) sono più abbondanti a Terni, mentre quelli a più alto peso molecolare (IndenoPyrene, Dibenzo(a,h)Antracene e Benzo(g,h,i)Perylene) prevalgono a Perugia. Tale distinzione è sicuramente dovuta ad un apporto differente delle fonti degli IPA. Un’analisi basata su un numero maggiore di campioni ed estesa ad un arco temporale più lungo contribuirebbe a distinguere meglio le fonti. 3.4 Morfologia e geochimica delle particelle Come previsto nel protocollo analitico (cfr. §2), campioni rappresentativi di diverse situazioni locali e stagionali sono stati sottoposti ad osservazioni e analisi di dettaglio al SEM-EDS. L’obiettivo era quello di correlare i dati chimici delle polveri campionate con l’effettiva natura delle particelle costituenti. Nel complesso, le indagini hanno evidenziato la presenza di otto diverse tipologie di particelle (Fig. 3.18): Carbonati – Sono rappresentati da frammenti di calcare e da cristalli di calcite e, raramente, dolomite. La forma dei granuli è generalmente arrotondata e le dimensioni sono superiori ad 1µm con un massimo di frequenza intorno ai 2-5 µm. Sono di origine naturale (suoli calcarei), oppure derivano dalla trasformazione di materiali calcarei negli impianti di produzione di calci e malte, o, ancora, dall’impiego di tali prodotti in edilizia; Silicati – Comprendono quarzo, feldspati e minerali delle argille (essenzialmente illiti e smectiti). La forma dei granuli è variamente arrotondata nel quarzo e nei feldspati e tipicamente irregolare o lamellare nei minerali delle argille. Le dimensioni sono generalmente superiori ai 2 µm. Sono tutti di origine naturale, poiché derivano dal disfacimento delle locali formazioni geologiche (depositi lacustri e fluvio-lacustri, arenarie e marne locali), oppure di unità geologiche anche molto distanti dall’area di effettivo rinvenimento delle polveri (ad es., sabbie sahariane); Sfere e aggregati carboniosi –Si tratta di particelle di origine antropica derivanti dalla combustione di carboni fossili (sfere porose) e idrocarburi (sfere lisce). Le dimensioni delle particelle sono molto variabili, ma di norma non superano i 2 µm. Le particelle più piccole (dimensioni inferiori a 200 nm), riunite a catene e/o a grappoli, costituiscono grossi aggregati denominati carbon soot; Sfere a Si-Al – Questa particolare tipologia di particelle è contraddistinta dalla peculiare composizione chimica e dal loro diametro che, come nel caso delle sfere carboniose, risulta generalmente inferiore ai 2 µm. Anch’esse derivano da proces36 si di combustione e, pertanto, si trovano frequentemente associate alle precedenti nella frazione fine del particolato ambientale; Gesso – Questa importante categoria di solfati compare, a volte con tenori elevatissimi, in gran parte dei siti indagati. La dimensione delle particelle è nella maggior parte dei casi inferiore al µm ma si hanno anche cristalli di dimensioni pari o superiori a 2 µm. L’origine del gesso può essere naturale o antropica. Quella naturale è legata al disfacimento di formazioni geologiche a gesso e/o anidrite, mentre quella antropica è legata alla trasformazione di inquinanti primari (composti acidi solforati) introdotti in atmosfera dai processi di combustione. Poiché le formazioni gessoso-anidritiche sono, di fatto, assenti dal contesto umbro, gran parte del gesso presente nel particolato atmosferico è di origine secondaria ed è legato alle emissioni industriali; Solfati di Ca-Zn(K) – Molto meno abbondanti del gesso e presenti in un numero assai limitato di campioni, queste particelle hanno generalmente dimensioni superiori ai 2 µm. L’origine di queste particelle è, ancora una volta, antropica ma più che altro riconducibile ai gas di scarico dei veicoli a motore; Particelle metalliche – Si tratta di particelle sferiche o ad elevata simmetria di dimensioni generalmente inferiori al µm. La composizione è essenzialmente ferrosa (con eventuali tracce di Cu) nell’area perugina, e molto più varia e complessa (Fe±Cr±Ni±Zn±Mn±Ti) nella Conca Ternana. Tutte queste particelle sono di origine antropica. Le prime costituiscono le emissioni degli autoveicoli, le altre sono invece tipicamente di origine industriale; Particelle biogeniche – La componente biogenica, che caratterizza gran parte dei campioni provenienti dalla Conca Ternana, consiste di granuli pollinici e, in misura assai minore, di spore fungine. La dimensione è di norma superiore ai 2 µm, tuttavia alcuni granuli pollinici hanno un diametro di circa 600 nm. L’esame comparato dei valori di abbondanza relativa delle diverse classi di particelle nei vari siti ha evidenziato differenze significative tra il contesto perugino e quello ternano. A Perugia, infatti, risulta una cospicua presenza di carbonati e, specialmente al di fuori dell’area strettamente urbana, di silicati, insieme a modesti tenori di particelle carboniose. A Terni la situazione è perfettamente invertita: elevati tenori di particolato carbonioso (sfere e, soprattutto, carbon soot) insieme a tenori assai più modesti, laddove presenti, di carbonati e silicati. Poiché la componente carboniosa è tipicamente legata alle emissioni degli autoveicoli, questi dati evidenziano la maggiore pressione della componente antropica da traffico nell’area ternana. D’altra parte, la presenza pressoché ubiquitaria di par37 ticolato carbonatico e silicatico nell’area perugina denota la marcata influenza di processi naturali (disfacimento di suoli) piuttosto che di quelli di derivazione antropica (deterioramento di materiali da costruzione e/o attività di cantieri edili) nella formazione di questo tipo di particelle. Altre interessanti differenze tra Perugia e Terni riguardano i tenori e la qualità delle particelle metalliche che, infatti, consistono essenzialmente di Ferro a Perugia mentre mostrano una composizione molto più varia a Terni (Via Verga). Questa differenza consente di distinguere, nell’ambito della pressione antropica, quella più direttamente legata al traffico da quella legata invece alle emissioni della locale industria siderurgica. A Perugia e Terni le particelle solfatiche sono state identificate solo nei contesti strettamente urbani, confermandone quindi la provenienza da processi di combustione di origine chiaramente antropica. L’origine dei solfati compositi, che sono stati rinvenuti esclusivamente a Fontivegge, sembra da porre in relazione con particolari emissioni da traffico veicolare. Il fatto che, malgrado le emissioni di SO2 siano più basse in estate che in inverno, i tenori di solfati risultino generalmente superiori nel periodo estivo può essere spiegato considerando che la conversione in solfati è più efficiente in estate, a causa dei valori di temperatura e umidità relativa generalmente più elevati proprio in questo periodo. Le caratteristiche degli altri siti campionati, così come evidenziate dall’esame al SEM, risultano assai eterogenee e/o variabili nel tempo. Brufa, località vicina a Perugia, mostra una assoluta prevalenza di particolato di origine naturale, confermando quindi il proprio carattere di sito rurale lontano da fonti emissive e da insediamenti. La presenza, peraltro assai modesta, di particelle carboniose e carbon soot può essere attribuita alle emissioni da traffico locale (autoveicoli e mezzi agricoli) e, in parte, alle emissioni da traffico dell’importante arteria stradale presente a circa 3 km di distanza (raccordo autostradale Perugia – Bettolle). Spoleto rivela tutto l’anno la forte influenza delle sorgenti da traffico veicolare. Narni, al contrario, mostra una forte variabilità stagionale delle caratteristiche morfochimiche delle polveri atmosferiche. In questa località, infatti, mentre in inverno tende a prevalere il contributo delle fonti naturali, in estate si assiste ad una preponderanza delle sorgenti antropiche. L’occorrenza, in questa stagione, di una cospicua frazione di particelle metalliche accanto alla frazione carboniosa evidenzia, inoltre, la presenza a Narni di apporti legati sia al traffico che alle attività industriali. 38 Carbonati Silicati Sfere carboniose lisce Sfere porose Aggregato carbonioso Sfere a Si-A1 Gesso Solfati Particelle metalliche Particelle biogeniche Figura 3.18 – Alcune immagini SEM rappresentative delle particelle osservate. 39 Anche i campioni provenienti dal sito di fondo dei Monti Martani hanno evidenziato interessanti caratteristiche di eterogeneità stagionale. Infatti, mentre nel periodo invernale il contributo naturale (disgregazione dei locali suoli carbonatici) e quello antropico (emissioni da traffico) tendono ad equivalersi, in estate si rileva la netta prevalenza della componente solfatica. Questo fatto trova spiegazione nella presenza, alla quota del sito di campionamento, di cospicui apporti di specie solfatiche provenienti da località (come l’Est europeo) anche molto distanti da quella di campionamento. A Gubbio, la porzione prevalente del particolato è data da carbon soot in inverno e da silicati in estate. Questo fatto evidenzia la variabile influenza, sull’origine del particolato ambientale in questo sito, delle fonti combustive legate al traffico e al riscaldamento domestico rispetto a quelle naturali. Un buon numero delle località campionate ha rivelato la presenza, in inverno o in estate, di particelle biogeniche. Tra queste, le specie polliniche mostrano una diffusione a partire dalla fine del mese di marzo fino a tutto il mese di luglio. 40 4. I risultati nella Conca Ternana 4.1 Identificazione e quantificazione delle sorgenti La Conca Ternana ospita numerose attività antropiche, con notevoli contributi dei rispettivi apporti. Allo stesso tempo, è anche caratterizzata da variabili ma significativi apporti di origine naturale. Tra questi, un ruolo interessante è rivestito dagli apporti di provenienza africana (polveri sahariane). Queste polveri tendono infatti a modificare notevolmente la composizione del particolato, non solo grazie alla loro composizione chimica (consistono essenzialmente di silicati e carbonati con variabili tenori di ossidi metallici), o alla loro dimensione (che rimane sempre superiore al µm), ma in virtù della capacità di richiamare e, quindi, trasportare su di sé particelle micro e nanometriche di natura molto variabile incontrate lungo il cammino. Per queste ragioni, dopo la fase preliminare di osservazione e confronto tra le diverse località dell’Umbria, l’interesse del progetto è stato rivolto proprio allo studio dettagliato della Conca Ternana. Figura 4.1 – Retro-traiettorie delle masse d’aria insistenti su Terni, calcolate con HYSPLIT 4.9, per l’anno solare 2009. Il grafico mostra una analisi di cluster condotta su 1340 traiettorie (retro-traiettorie di 96 ore, 4 ogni giorno, per tutti i giorni dell’anno). 41 La Conca Ternana è un bacino chiuso di piccole dimensioni caratterizzato, per sua stessa natura, da condizioni meteoclimatiche abbastanza uniformi. Tali condizioni si riflettono sulle caratteristiche generali del particolato atmosferico al suolo che infatti risultano anch’esse omogenee. In particolare, i due siti di campionamento urbani, Verga e Zona Fiori, forniscono informazioni fortemente correlate fra di loro a livello sia di concentrazione che di caratteristiche chimiche delle polveri. Il sito di Narni, che si trova ai margini della Conca Ternana, pur mostrando valori di concentrazione mediamente più bassi ed una chimica leggermente diversa da quella dei siti urbani di Terni, risulta comunque correlato ad essi (paragrafo 3.2) e può, quindi, essere utilizzato per descrivere la situazione complessiva registrata nella conca. Ulteriori informazioni sulla situazione della Conca Ternana possono essere raccolte dal sito di fondo regionale, che in linea d’aria si trova molto vicino alla conca – ma a quota molto superiore – e, quindi, può ben descrivere l’intera componente di trasporto che insiste su di essa. Perciò, se consideriamo la Conca Ternana come un macrosettore omogeneo, abbiamo un elevato numero di casi (tutti quelli derivanti da quattro stazioni) a parità di variabili esaminate (le componenti chimiche). Ovvero, siamo nelle condizioni di poter identificare e quantificare le sorgenti delle polveri utilizzando un metodo statistico di source apportionment. Per l’identificazione e la quantificazione delle sorgenti si è ricorsi ad un tipo di analisi fattoriale basata sulle Componenti Principali Assolute (PCA/APCS), come descritto in letteratura (Thurston e Spengler, 1985). Questo approccio – che rappresenta il più classico dei metodi statistici riportati in letteratura – è ancora molto utilizzato perché unisce ai vantaggi della semplicità di impiego (Harrison et al., 1996; Viana et al., 2008), quello di risultare confrontabile con altre metodiche recentemente riportate in letteratura (ad esempio PMF, Unimix). In sintesi, i dati osservabili sono trasformati in valori standardizzati e adimensionali e, quindi, le varie sorgenti sono identificate per mezzo di un’analisi dei fattori effettuata sulle componenti principali, soggette ad una rotazione in grado di massimizzare la varianza (varimax). Il risultato di questa operazione produce, per ogni campione, una matrice di loadings e una di scores. I primi (loadings) caratterizzano il profilo della sorgente, ovvero ne identificano gli elementi caratteristici, gli altri (scores) sono proporzionali al peso di ciascun fattore. Quindi, le componenti principali assolute (APCS) sono valutate sottraendo agli scores di ogni campione quelli di un campione artificiale che abbia concentrazioni pari a zero per tutte le variabili considerate. Infine, il contributo quantitativo di ogni 42 sorgente è ottenuto effettuando una regressione lineare multipla usando le concentrazioni in massa dei vari campioni come variabili dipendenti e le APCS come variabili indipendenti. In questo studio, i valori sperimentali al di sotto del limite di rivelabilità strumentale sono stati sostituiti da un valore pari alla metà del limite di rivelabilità, e solo le variabili con più dell’80% di dati significativi sono state incluse nell’analisi. Ad esempio, le concentrazioni estive di As e di alcuni IPA (antracene,...), che in estate risultano sempre al di sotto del limite, non sono state incluse nell’analisi. Il numero di fattori (sorgenti) considerati significativi nell’analisi rispetta i criteri classici (autovalore maggiore di 1 e Scree Test) e, nel complesso, descrivono più dell’80% della varianza. L’analisi statistica è stata effettuata con il pacchetto di calcolo STATISTICA 8 (Statsoft, 2007). L’analisi PCA/APCS è stata applicata al dataset completo dei risultati sperimentali, compattato in 4 classi dimensionali (Dp <0,39 µm; 0,39-1,3 µm; 1,3-4,2 µm; 4,2-10 µm) e considerando quattro stagioni, per un numero totale di campioni di PM pari a 112 (n=32 per TRV, TRF, NAR; n=16 per MAR). L’esclusione casuale di alcuni campioni o variabili dall’analisi ha avuto un effetto scarso sulla determinazione del numero di fattori e sul profilo delle sorgenti, dimostrando la bontà del modello. Alla fine del processo sono state selezionate 18 variabili significative e definiti due dataset di impiego: fine (Dp<1,3 µm) e coarse (Dp >1,3 µm). L’analisi statistica ha permesso di estrarre un numero complessivo di cinque fattori rappresentativi di altrettante sorgenti (Tabella 4.1 e 4.2) (Moroni et al., 2012). Fattore 1 (Traffico): Caratterizzato dalla presenza di IPA e Pb quali marker tipici delle emissioni dirette da traffico veicolare. L’associazione è più evidente nella frazione fine, dove gli IPA raggiungono i loro massimi valori. La presenza di K nel fattore 1 suggerisce il parziale mescolamento con il fattore 5, correlato nella frazione fine ai processi di combustione delle biomasse e dei rifiuti. Nella frazione grossolana, IPA e Pb sono associati ad altri elementi (Fe, Cu, Mn, Ni, V) principalmente correlabili a fenomeni meccanici di abrasione ed alla risospensione locale di polvere dal manto stradale (Manoli et al., 2002; Canepari et al., 2008). In particolare, i valori del rapporto Cu/Zn (vedi tabelle in Appendice) sono consistenti con dati di letteratura attribuiti a risollevamento di materiale stradale (Pey et al. 2010). D’altro canto i valori bassi (<1) del rapporto V/Ni (vedi Appendice) rispetto a quelli tipici riportati in letteratura (>2) misurati a Terni e Narni sono da attribuire agli alti tenori di Ni di origine industriale. L’associazione del Ni di ori43 Tabella 4.1: Loadings dei fattori (sorgenti) identificati per la frazione fine del particolato (DP<1,3m). I marker geochimici per ciascun fattore sono evidenziati in neretto (Figura 4.2). F1 F2 F3 F4 F5 Pb 0,38 0,06 -0,15 0,72 0,35 Al -0,03 -0,02 0,91 0,26 -0,02 Fe 0,09 -0,13 0,42 0,83 -0,10 Ca 0,12 0,23 0,82 0,10 0,29 K 0,52 -0,27 0,19 0,15 0,73 Cu 0,15 0,69 0,24 0,22 -0,05 V 0,08 -0,03 0,09 0,14 0,91 Cr -0,07 0,12 0,05 0,91 0,17 Mn 0,05 -0,19 0,22 0,91 -0,13 Ni 0,26 -0,12 -0,05 0,82 0,34 Zn -0,24 0,04 0,17 0,84 0,11 NH4+ -0,35 0,69 0,06 -0,23 -0,32 NO3- 0,16 0,76 0,03 -0,30 0,01 SO4= -0,57 0,47 -0,03 0,36 -0,29 Flu 0,82 -0,17 -0,11 0,10 0,28 B(a)P 0,93 0,09 0,21 0,04 -0,09 B(ghi)P 0,85 -0,04 -0,04 0,08 0,42 Eigenvalue 5,99 2,21 1,47 4,22 1,20 % variance 33 12 8,1 23 6,7 sorgente traffico secondario crostale metallurgico inceneritori/biomasse gine industriale con il contributo di risollevamento stradale (frazione grossolana delle polveri) suggerisce che i metalli di origine siderurgica (Ni e, probabilmente, anche Cr), frutto di un secolo di attività industriale, siano ormai entrati a far parte della composizione dei suoli dell’area ternana. 44 Tabella 4.2: Loadings dei fattori (sorgenti) identificati per la frazione grossolana del particolato (DP>1,3m). I marker geochimici per ciascun fattore sono evidenziati in neretto (Figura 4.3). F1 F2 F3 F4 Pb 0,69 0,14 0,24 0,58 Al -0,09 0,10 0,84 0,14 Fe 0,61 -0,09 0,63 0,41 Na -0,04 0,76 0,61 -0,05 Ca 0,17 0,09 0,89 0,21 K 0,43 0,00 0,85 0,20 Cu 0,64 0,02 0,54 0,32 V 0,35 0,02 0,68 0,16 Cr 0,16 0,04 0,22 0,88 Mn 0,60 0,02 0,45 0,62 Ni 0,56 0,07 0,28 0,72 Zn 0,21 0,25 0,14 0,83 NH4+ 0,04 0,81 -0,04 0,40 Cl- -0,14 0,46 0,51 -0,49 NO3- -0,00 0,93 -0,00 -0,16 SO4= -0,11 0,81 -0,02 0,41 Flu 0,85 -0,18 0,31 0,12 B(a)P 0,92 -0,01 0,10 0,12 B(ghi)P 0,93 -0,04 0,09 0,20 Eigenvalue 9,28 2,86 2,17 1,32 % variance 51 16 12 7,3 sorgente traffico secondario/trasporto a lungo raggio crostale metallurgico/chimico 45 Fattore 2 (Particolato secondario): gli elevati valori dei loadings di NH4+, SO42- ed NO3- indicano chiaramente un aerosol di origine secondaria (Harrison et al., 1996). Questo fattore spiega anche, in parte, la varianza di Cu, presente anche nel fattore 1, suggerendo una associazione con la combustione di carburante. Nella frazione grossolana questo fattore spiega la maggior parte della varianza di Na e Cl, entrambi marker di sale marino e come tali associati a fenomeni trasporto a lungo raggio. Fattore 3 (Crostale): caratterizzato da elementi crostali (Al, Fe, Ca) nella frazione fine, documenta gli effetti del trasporto a lungo raggio (Na and Cl) e della risospensione di particolato stradale (elementi tipici K, Cu, V, Mn) nella frazione grossolana. Fattore 4 (Industriale/metallurgico): i loadings elevati di Pb, Fe, Cr, Mn, Ni, e Zn suggeriscono una associazione di questo fattore con le emissioni dalle attività metallurgiche locali (Mazzei et al., 2006). Un esame approfondito del dataset completo delle concentrazioni in massa mette in evidenza picchi di concentrazione di questi elementi nell’intervallo dimensionale centrato intorno a 1,3 µm. Parte della varianza di NH4+ ed SO42- presente in questo fattore nella frazione coarse potrebbe essere indicativo di altri processi industriali locali. Fattore 5 (Industriale/biomasse): questo fattore emerge chiaramente solo nella frazione fine e mostra K e V come marker tipici. Le concentrazioni in massa di K sono massime in inverno per la frazione dimensionale più fine (Dp<0,39 µm). Questo dato è in sostanziale accordo con misure preliminari di levoglucosano che mostrano valori relativamente alti (300 ng m-3) nella stessa frazione dimensionale in inverno. La correlazione fra K e levoglucosano suggerisce una connessione con i processi di combustione di biomasse (e.g., Zhang et al., 2010), mentre il V e alcuni specifici IPA come il fluorantene sono marker di processi di incenerimento dei rifiuti. Le due sorgenti risultano quindi mescolate in questo fattore, come si può dedurre anche osservando i valori dei loadings di Pb e Ni. Come prima conclusione generale, si può notare che i fattori 1, 2, 3 ottenuti in questo lavoro, sia nella frazione fine che in quella coarse, sono perfettamente consistenti con le caratteristiche di sorgente usualmente identificate in molti studi simili realizzati in Europa (e.g., Viana et al., 2008). I fattori 4 e 5 hanno invece una valenza locale e differiscono sostanzialmente passando dalla frazione fine a quella coarse. 46 Figura 4.2: Andamento dei 5 fattori e dei loadings per la frazione fine Figura 4.3: Andamento dei 5 fattori e dei loadings per la frazione coarse 47 Infine, un’analisi di regressione multipla lineare (MLRA) è stata applicata agli scores dei fattori ottenuti, in modo da ottenere una stima quantitativa del contributo di ogni sorgente alle frazioni fine e coarse. Per motivi di omogeneità, quest’ultima fase dell’analisi è stata effettuata solo sui campioni della città di Terni (Figure 4.4 e 4.5). I risultati indicano come le emissioni dirette che incidono maggiormente sulla frazione fine del PM siano dovute al traffico veicolare e alle attività industriali, mentre le polveri risospese dal traffico e dal suolo incidono maggiormente sulla frazione coarse. Figura 4.4: Contributo medio annuo delle varie sorgenti al PM fine (barre grigie) e coarse (barre bianche) nell’area della Conca Ternana per il 2009. Figura 4.5: Contributo percentuale medio annuo delle varie sorgenti al PM fine (barre grigie) e coarse (barre bianche) nell’area della Conca Ternana per il 2009. 48 L’impatto della fonte industriale/metallurgica ammonta al 30% delle polveri fini e al 10% di quelle grossolane. Il fattore 5 (incenerimento/biomasse) incide solo sulla frazione fine. L’incidenza di questo fattore nel periodo invernale è sicuramente molto più alta della media annua (5%) stimata dalla presente analisi, come si può intuire dall’andamento stagionale delle concentrazioni di potassio (Figura 3.15). 4.2. Misura della dispersione delle polveri in atmosfera mediante pallone aerostatico Di particolare interesse, una volta individuate le sorgenti, è la valutazione delle modalità di dispersione in atmosfera delle particelle. A questo scopo, nel periodo dal 12 al 25 gennaio 2009, è stata condotta a Terni una campagna di misura e caratterizzazione delle polveri in atmosfera attraverso un pallone aerostatico frenato riempito di elio (Ferrero et al., 2012 – Figura 4.6). Il movimento del pallone era controllato da un verricello elettrico in grado di determinare la velocità di ascesa e discesa (30,0 ± 0,1m/min) e, quindi, la risoluzione spaziale dell’esperimento (~3 m). Il pallone era equipaggiato con un contatore ottico di particelle (1.108 “Dustcheck” GRIMM, 15 classi dimensionali Figura 4.6: Il sito di lancio del pallone aerostatico nell’inverno 2009. La campagna è stata realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. 49 tra 0,3 µm e 20 µm, risoluzione temporale 6 sec) ed una stazione meteo portatile (BABUC-ABC LSI-Lastem). Inoltre, sul pallone è stato installato un campionatore miniaturizzato (Sioutas, SKC) destinato ai prelievi su filtro di polveri le polveri per la successiva analisi chimica e al SEM (Figura 4.7). La quota massima raggiunta nei lanci è stata di 600 metri dal suolo. La misura della distribuzione di numero delle particelle è stata registrata in continuo lungo la verticale, mentre i campionamenti di polveri sono stati effettuati al suolo, a 120 e a 600 metri di quota. Il pallone è stato lanciato da Piazza Tacito, nel centro storico della città. Ogni giorno utile sono stati effettuati dai sei agli otto lanci dalla prima mattina al tardo pomeriggio. Le condizioni meteorologiche sinottiche del periodo hanno fatto registrare una fase iniziale di stabilità atmosferica (dal 15 al 17 gennaio), una fase intermedia a carattere piovoso (dal 18 al 21) e un successivo ritorno a condizioni di stabilità atmosferica (dal 22 al 23 gennaio – Figura 4.8). Nelle giornate caratterizzate da marcata stabilità atmosferica (16 e 17 gennaio) sono state misurate elevate concentrazioni di PM al suolo (Figura 4.9), un effetto dovuto alla stratificazione al suolo delle particelle fini indotta proprio dalla stabilità atmosferica. Durante il periodo piovoso (18-21 gennaio) il bacino di Terni è stato interessato da un’intrusione di polveri sahariane (deposizione umida). Come si può notare (Figura 4.9), questo ha provocato il notevole aumento della frazione coarse registrato nei giorni 20 e 21 Gennaio. Il dato di PM10 al suolo ha rag- Figura 4.7: Gondola con la strumentazione portatile di misura. 50 Figura 4.8: Condizioni meteorologiche registrate a Piazza Tacito durante la campagna di misura, che mostrano l’alta pressione nei giorni di stabilità ed il successivo calo dovuto al passaggio della perturbazione. (a) (b) fine coarse Figura 4.9: (a) – Andamento della concentrazione oraria di PM10 registrate dalla stazione di Le Grazie (TEOM). Si nota l’effetto della stabilità atmosferica nei giorni del 16 e 17 gennaio e quello dell’intrusione sahariana tra il 20 ed il 21 gennaio. In entrambe le situazioni si supera o si sfiora il limite di legge. (b) – Andamento della concentrazione numerica al suolo delle particelle fine (Dp<1.7 µm) e coarse (Dp>1.7 µm) registrate con un OPC (Grimm 1.107) posizionato al suolo a Terni. Si nota l’effetto della stabilità nei giorni dal 15 al 17 gennaio molto efficace sulle particelle fine, e l’intrusione sahariana (umida) tra il 20 ed il 21 Gennaio, che si manifesta principalmente sulle particelle coarse. 51 giunto, anche in questo caso e nonostante la pioggia, valori elevati (figura 4.10) proprio a causa della intrusione sahariana. Al termine dell’evento di trasporto, il dato di PM è tornato ad abbassarsi notevolmente. Successivamente, si sono instaurate nuove condizioni di stabilità, con valori al suolo comunque inferiori a quelli registrati prima della perturbazione. La Figura 4.10 mostra tipici profili verticali di concentrazione numerica delle particelle, registrati in condizioni di stabilità atmosferica (17 gennaio), e in regime convettivo (23 gennaio). Come è possibile notare, il 17 gennaio le particelle inquinanti sono concentrate nei primi 200 m di troposfera, con un elevato Figura 4.10: (a) Profilo di concentrazione numerica delle polveri (linea continua) nel giorno 17 gennaio 2009, ore 13 UTC. I simboli indicano le percentuali di alcune specie chimiche nelle fasi solide. (b) come (a) il 23 gennaio. Lo strato di rimescolamento si estende ad una quota simile (circa 200 m) in entrambe le giornate ma i valori di concentrazione al suolo sono molto differenti. 52 gradiente di concentrazione al di sopra di tale quota. Il volume di aria corrispondente, che costituisce lo strato di rimescolamento, fornisce un’indicazione del volume di aria disponibile per la diffusione e la dispersione degli inquinanti. Da notare come nello stesso giorno si sia registrato il più elevato valore di PM10 al suolo. Nella giornata del 23 gennaio, che segue ad un periodo di maltempo, il valore di PM10 è più basso. L’aerosol risulta comunque stratificato in atmosfera (anche se concentrazioni e gradienti sono meno marcati rispetto al 17 Gennaio). Questa fase segna l’inizio di un nuovo periodo di stabilità atmosferica. Perché gli effetti di stabilità si traducano in elevate concentrazioni al suolo, occorre solo che l’accumulo di materiale particellare si protragga per più giorni consecutivi. Tale fenomeno, molto frequente nella Conca Ternana, costituisce la principale ragione della criticità ambientale registrata in questa area. La situazione descritta si può infatti considerare come rappresentativa di quanto accade nella Conca Ternana durante l’inverno: la stabilità persistente, interrotta da brevi periodi piovosi di rimescolamento degli inquinanti, con intermittenti intrusioni di polveri sahariane, fa sì che le polveri presenti in atmosfera permangano più a lungo, con conseguenti fenomeni di accumulo tali da determinare concentrazioni elevate molto persistenti. L’analisi al SEM di campioni di aerosol prelevati lungo i profili ha evidenziato classi mineralogiche di particelle simili a quelle trovate al suolo, e cioè silicati, carbonati, solfati (gesso e solfati misti), particelle metalliche e carboniose. E’ stata inoltre identificata una ulteriore classe di particelle, rappresentata da fosfati di calcio. L’abbondanza relativa delle fasi alle varie altezze è stata stimata su una popolazione statistica di 240 particelle, ottenuta dai campioni di aerosol. I risultati (Figura 4.10 e Tabella 4.3) mostrano come i silicati siano più abbondanti al di sotto dello strato di rimescolamento della bassa troposfera e calino notevolmente al di sopra di esso; ciò indica una provenienza dai suoli locali. D’altra parte, i minerali argillosi sono gli unici silicati trovati a 600 m il 23 gennaio, probabilmente un effetto residuo della intrusione sahariana del 21 gennaio descritta in precedenza. L’abbondanza relativa delle fasi carbonatiche, già notevole al suolo e nello strato di rimescolamento a causa della natura calcarea dei suoli locali, risulta addirittura superiore a 600 m di quota, indicando, anche in questo caso, la presenza di apporti supplementari di provenienza non locale. La dolomite, di fonte non locale, è ubiquitaria nei campioni mentre i frammenti di calcare locale risultano concentrati a 120 m di quota. Le particelle carboniose sono riscontrate quasi esclusivamente in prossimità del suolo e sono assenti al di 53 Tabella 4.3: Percentuale del numero di particelle nella frazione fine (f) e coarse (c) a differenti altezze della troposfera nei giorni 17 e 23 gennaio. Il numero totale di particelle analizzate in ogni campione è riportato in parentesi 17 Gennaio Classe di particelle 23 Gennaio suolo (63) 120 m (50) 600 m (40) suolo (36) 120 m (20) 600 m (13) f f f f f f c c c c c 1. Silicati 17,5 18,0 5,6 20,0 quarzo 9,5 6,0 2,8 5,0 feldspato 4,0 minerali argillosi 7,9 2. Carbonati 6,3 28,6 14,0 20,0 35,0 40,0 calcite 6,3 20,6 14,0 14,0 35,0 40,0 5,6 7,9 3. Particelle carboniose 1,6 fini (forma irregolare) 1,6 2,8 5,0 36,1 15,0 5,6 2,0 calcare 4,0 5,6 27,8 15,0 25,0 2,8 10,0 25,0 11,1 porose 4,8 lisce 1,6 4. Solfati 1,6 10,0 1,6 17,5 Fe 7,9 Fe + altri metalli 6,3 6,3 6,3 5,0 11,1 6. Ca-fosfati 1,6 23,1 15,4 5,0 14,0 22,0 6,0 6,0 8,0 14,0 7,5 5,0 5,0 11,1 12,5 13,9 45,0 38,5 11,1 15,0 15,4 2,8 30,0 15,4 12,5 2,5 3,2 15,4 5,0 4,0 Ti Cu 38,5 10,0 6,0 5. Particelle metalliche 15,4 2,8 Gesso K-Zn-Casolfati 7,7 2,8 17,5 aggregati (soot) 7,7 10,0 8,0 dolomite c 7,7 2,0 1,6 2,0 5,0 sopra dello strato di rimescolamento. Ciò indica chiaramente una provenienza locale da fonti antropiche (traffico ed emissioni industriali). Per i solfati misti si osservano differenti comportamenti in funzione delle condizioni ambientali: nei giorni di stabilità atmosferica (17 gennaio) essi aumentano all’interno dello strato di rimescolamento, per poi ridursi drasticamen54 te al di sopra di esso; nei giorni instabili (23 gennaio) i tenori si abbattono già all’interno dello strato di rimescolamento. In accordo con la caraterizzazione delle sorgenti riportata nel capitolo 3, ciò indica una provenienza locale da fonti antropiche. Il gesso, invece, è stato trovato unicamente al di sopra dei 120 m, mostrando tenori simili in condizioni ambientali assai diverse. In linea con i calcoli di retro-traiettorie, ciò potrebbe indicare la presenza di apporti legati a meccanismi di trasporto a lungo raggio. Le particelle metalliche sono presenti a tutte le quote lungo i profili; tuttavia, i massimi di concentrazione riscontrati all’interno dello strato di rimescolamento riflettono probabilmente le emissioni dai camini degli impianti industriali. I fosfati di calcio sono presenti al suolo e a 120 m, riflettendo probabilmente le attività di fertilizzazione del suolo. In conclusione, l’esame comparato della concentrazione in numero delle particelle e dell’abbondanza relativa delle fasi mineralogiche lungo i profili verticali fornisce un contributo importante per comprendere l’influenza dei fattori meteorologici sulle dinamiche di dispersione degli inquinanti particellari all’interno della Conca Ternana. In pratica, in regimi sia stabili che convettivi gli inquinanti locali come le specie carboniose tendono a rimanere confinati nei primi cento metri di spessore al di sopra del suolo, mentre le particelle legate alle locali emissioni industriali tendono a permeare e a crescere nei livelli superiori della troposfera. Le particelle di origine naturale (carbonati e silicati) e quelle da fonti antropiche (gesso) legate al trasporto a lunga distanza tendono ad aumentare con la quota in condizioni di stabilità atmosferica, e a diminuire per effetto del lavaggio conseguente alle precipitazioni Un ulteriore aspetto da considerare ai fini della dispersione delle sostanze inquinanti è l’influenza della topografia. A tale riguardo, occorre notare come sia Terni che Narni mostrino sorgenti urbane e industriali simili ma opposti andamenti della concentrazione delle specie mineralogiche associate in funzione delle stagioni. In particolare, e malgrado la quota simile dei siti, in inverno le particelle di polvere crostali e di trasporto a lunga distanza mostrano tenori superiori a Narni, mentre particelle dovute a processi locali di combustione rivelano i loro massimi di concentrazione a Terni. Tali differenze non possono semplicemente dipendere dal tipo e/o dall’entità del contributo delle fonti inquinanti nei distinti contesti urbani. Piuttosto, essi riflettono una certa differenza nelle modalità di dispersione delle sostanze inquinanti nel bacino di Terni nelle differenti stagioni. 55 È probabile, infatti, che i rilievi montuosi intorno al bacino di Terni fungano da barriera orografica soltanto per il capoluogo, lasciando Narni maggiormente esposta ai venti locali e ai movimenti regionali delle masse d’aria. La conseguenza è una diluzione maggiore delle emissioni locali e un generale rimescolamento delle sostanze inquinanti e delle particelle su Narni. 56 5. Conclusioni Lo studio, realizzato da Arpa Umbria e Università degli Studi di Perugia, ha avuto l’obiettivo di provvedere ad una caratterizzazione del particolato fine su alcune aree del territorio regionale umbro, opportunamente selezionate per le loro caratteristiche di esposizione all’inquinamento. L’indagine ha avuto in particolare ad oggetto alcune aree fortemente antropizzate del territorio dei comuni di Gubbio, Narni, Perugia, Spoleto e Terni, alle quali è stata aggiunta un’area meno antropizzata del territorio comunale di Torgiano e un’area remota sui Monti Martani, nel comune di Spoleto. Per la realizzazione dello studio è stata impiegata strumentazione ad hoc, in particolare sistemi a multistadio in grado di consentire il campionamento delle polveri in più frazioni con diametri inferiori a 10 µm (PM10), cui sono seguite analisi chimiche e morfologiche dei campioni. La prima fase ha riguardato la messa a punto dello studio dal punto di vista metodologico per ciò che attiene i campionamenti e le analisi. Confrontando i valori di PM10 e PM2.1 ottenibili aggregando i dati dei campionatori multistadio con quelli ottenuti dalla strumentazione delle stazioni della Rete regionale di monitoraggio, si è osservato un accordo generale per la maggior parte delle stazioni, con un trend di sottostima da parte di alcuni strumenti (TEOM, MP101M) collocati nelle centraline di Terni, Narni e di Spoleto. I dati ottenuti nei diversi siti mostrano, come era presumibile, concentrazioni maggiori nei due capoluoghi di provincia rispetto ai siti minori. Per contro, la distribuzione percentuale delle diverse frazioni è simile in tutti i siti, il che indica la sostanziale identità delle principali sorgenti di polveri: traffico, riscaldamento, trasporto. I dati chimici analizzati statisticamente hanno messo in evidenza alcune peculiarità locali, consentendo una valutazione qualitativa sul contributo delle differenti sorgenti, in particolare del traffico, dell’industria e dell’utilizzo di biomasse. Un risultato di considerevole importanza è emerso dallo studio del sito di fondo dei Monti Martani, che ha mostrato, come era da aspettarsi, valori di concentrazione di polveri molto bassi rispetto a quelli degli altri siti e caratteristiche chimiche differenti. In particolare, a differenza degli gli altri siti, quello dei Monti Martani ha rivelato un trend stagionale invertito, con concentrazioni di 57 polveri più basse in inverno che in estate. Per la sua ubicazione, il sito si è inoltrato mostrato ideale per lo studio del trasporto a lungo raggio (come ad esempio le polveri sahariane), necessario per individuare le fonti di inquinamento naturali e antropiche sia extraregionali che transfrontaliere. La valutazione quantitativa del contributo delle singole sorgenti alla formazione delle polveri fini è stata effettuata sul solo comune di Terni, dove il numero di campioni ha consentito un’analisi statistica più cogente. In questo caso lo studio ha messo in evidenza, tra le altre cose, come la fonte industriale/metallurgica contribuisca del 30% alla formazione della porzione più fine delle polveri e per il 10% di quella più grossolana, mentre il traffico contribuisce del 30% alla formazione della porzione più fine delle polveri e per il 5% di quella più grossolana. Uno studio effettuato con un pallone aerostatico frenato che ha inoltre dimostrato come le caratteristiche morfologica e climatica della città di Terni portano, particolarmente in inverno, ad una scarsa diluzione e rimescolamento delle sostanze inquinanti. In particolare, nel capoluogo ternano gli inquinanti tendono a rimanere confinati nei primi cento metri di spessore al di sopra del suolo, mentre le particelle legate alle locali emissioni industriali tendono a permeare e a crescere nei livelli superiori della troposfera. A fianco a tali interessati risultati, lo studio ha anche messo in evidenza come, per una approfondita analisi quantitativa delle sorgenti di emissioni che contribuiscono alla formazione di particolato in aria, sia necessario un numero elevato di campioni (oltre cento) per ogni singola area, rappresentativo inoltre delle diverse situazioni stagionali. Per un quadro più complessivo delle sorgenti emissive, oltre alla caratterizzazione di marker chimici specifici del traffico veicolare e dell’industria (come gli idrocarburi policiclici aromatici e alcuni metalli pesanti) si ha la necessità di identificare altre sostanze marker, tipiche della combustione da incenerimento e biomasse (come ad esempio diossine, levoglucosano, black carbon). In quest’ottica, Arpa Umbria e Università degli Studi di Perugia hanno programmato l’estensione dello studio ad altre aree della regione. 58 Bibliografia Amodio M., Bruno, P., Caselli M., De Gennaro G., Dambruoso P.R., Daresta B.E. et al., 2008, Chemical characterization of fine particulate matter during peak PM10 episodes in Apulia (South Italy) – Atmospheric Research 90, 313-325. Canepari S., Perrino C., Oliviero F., Astolfi M.L., 2008, Characterization of the traffic sources of PM through sizesegregated sampling, sequential leaching and ICP analysis – Atmospheric Environment 42, 8161-8175. Ferrero L., Cappelletti D., Moroni B., Sangiorgi G., Perrone M.G., Crocchianti S., Bolzacchini E., Wintertime aerosol dynamics and chemical composition across the mixing layer over basin valleys – Atmospheric Environment in press (2012) Gobbi G.P., Barnaba F., Ammannato L., 2007, Estimating the impact of Saharan dust on the year 2001 PM10 record in Rome – Atmospheric Environment 41, 261-275. Harrison R.M., Smith D.J.T., Luhana L., 1996, Source apportionment of atmospheric polycyclic aromatic hydrocarbons collected from an urban location in Birmingham, U.K. – Environmental Science and Technology 30, 825-832. Manoli E., Voutsa D., Samara C., 2002, Chemical characterization and source identification/apportionment of fine and coarse air particles in Thessaloniki, Greece – Atmospheric Environment 36, 949-961. Mazzei F., D’Alessandro A., Lucarelli F., Marenco F., Nava S., Prati P., Valli G., Vecchi R., 2006, Elemental composition and source apportionment of parti culate matter near a steel plant in Genoa (Italy) – Nuclear Instruments and Methods in Physics Research B 249, 548-551. Moroni B., Cappelletti D., Marmottini F., Scardazza F., Ferrero L., Bolzacchini E., 2012, Integrated single particle-bulk chemical approach in the characterization of local and long range sources of particulate pollutants – Atmospheric Environment 50, 267-277. Pey J., Querol X., Alastuey A., 2010, Discriminating the regional and urban contributions in the North-Western Mediterranean: PM levels and composition – Atmospheric Environment 44, 1587-1596. Perrino C., Canepari S., Cardarelli E., Catrambone M., Sargolini T. et al., 2007, Inorganic constituents of urban air pollution in the Lazio region (central Italy) - Environmental Monitoring and Assessment 128, 133-151. Thurston G.D., Spengler J.D., 1985a, A quantitative assessment of source contributions to inhalable particulate matter pollution in metropolitan Boston – Atmospheric Environment 19, 9-25. Viana M., Kuhlbusch T.A.J., Querol X., Alastuey A., Harrison R.M., Hopke P.K. et al., 2008, Source apportionment of particulate matter in Europe: a review of methods and results – Journal of Aerosol Science 39, 827–849. Zhang X., Hecobian A., Zheng M., Frank N.H., Weber R.J., 2010, Biomass burning impact on PM2.5 over the southeastern US during 2007: integrating chemically speciated FRM filter measurements, MODIS fire counts and PMF analysis – Atmospheric Chemistry and Physics Discussions 10, 7037-7077. 59 APPENDICI Appendice APPENDICE A Dati gravimetrici complessivi Campagna di campionamento invernale PGF PGC GUB BRU TRV TRF NAR SPO MAR 8166 9073 10008 10032 9810 8664 9492 11412 9864 Flusso [m /min] 0,570 0,600 0,570 0,570 0,570 0,610 0,610 0,598 0,850 V [m ] 5547 5943 5419 5592 5317 5856 6822 8960 Durata [min] 3 3 4620 C [μg/m ] 3 C (back up) 22,7 8,5 13,5 12,6 25,4 22,4 9,9 13,3 2,7 C (0.39 - 0.69) 7,7 4,4 4,2 6,0 14,0 11,1 3,5 6,4 2,5 C (0.69 - 1.3) 6,7 5,4 3,3 5,1 10,0 10,2 2,9 4,7 2,2 C (1.3 - 2.1) 8,4 2,2 3,7 3,1 4,9 5,8 4,0 3,2 1,5 C (2.1 - 4.2) 6,8 5,4 5,4 3,3 4,7 5,4 5,5 3,4 1,5 C (4.2 - 10,2) 17,4 5,7 5,9 5,6 7,5 11,6 6,0 7,5 1,9 C (10,2 - ∞) 4,8 1,3 1,1 1,3 1,7 3,7 1,2 2,2 0,4 C rel [%] C (back up) 30,5 27,0 36,4 34,0 36,9 31,3 34,3 32,8 21,1 C (0.39 - 0.69) 10,2 14,0 11,2 16,3 20,2 15,2 10,4 15,6 19,2 C (0.69 - 1.3) 8,9 16,1 9,0 13,8 14,5 13,9 8,2 11,6 17,5 C (1.3 - 2.1) 10,9 6,7 9,8 8,5 7,5 8,3 10,6 7,8 11,6 C (2.1 - 4.2) 9,3 15,0 14,6 9,0 7,0 8,2 14,7 8,5 12,0 C (4.2 - 10,2) 23,4 17,3 15,9 15,0 11,4 17,7 18,1 18,4 15,2 C (10,2 - ∞) 6,6 4,0 2,9 3,5 2,5 5,5 3,8 5,4 3,4 CTOT [μg/m ] 3 C (PM10,2) 69,7 31,6 36,0 35,8 66,6 66,5 31,8 38,6 13,3 C (PM2.1) 45,5 20,5 24,7 26,8 54,3 49,5 18,3 27,6 8,9 C (PM0.39) 22,7 8,5 13,5 12,6 25,4 22,4 9,9 13,3 2,7 C (PM10) 74,5 33,0 37,1 37,1 68,3 70,3 33,0 40,7 12,8 C (PM10) ARPA 60,7 SWAM 21,6 SWAM 36,7 SWAM 21,6 50,6 MP101M TEOM 33,0 TEOM 32,2 15,1 BIC MP101M C (PM2.5) ARPA 47,5 9,5 MP101M MP101M 11,9 BIC Parametri meteo 62 Tm [°C] 6,4 4,9 8,4 8,5 9,2 7,9 S p [mm] 0,03 - - 0 - 0,04 P [hPa] 994 949 971 998 1002 998 % UR 85 77 72 75 74 73 Dir. Ven. 326 257 151 209 136 264 Vel. Ven.[m/s] 1,47 0,84 2,81 0,96 0,91 0,61 Appendice Campagna di campionamento primaverile PGF PGC GUB TRV TRF NAR SPO 9823 10414 10352 11691 11255 8505 11355 Flusso [m /min] 0,570 0,604 0,570 0,559 0,580 0,598 0,615 V [m ] 6294 5661 6536 6525 5086 6975 Durata [min] 3 3 5599 C [μg/m ] 3 C (back up) 13,9 8,4 9,4 8,5 7,5 6,8 6,0 C (0.39 - 0.69) 7,1 2,7 2,9 5,1 3,6 3,6 2,1 C (0.69 - 1.3) 6,6 2,2 2,5 3,7 3,1 2,8 1,9 C (1.3 - 2.1) 4,5 1,1 3,2 2,2 1,7 2,1 2,2 C (2.1 - 4.2) 5,6 1,7 6,4 3,0 2,3 2,9 3,5 C (4.2 - 10,2) 10,5 2,9 14,1 6,1 3,6 5,9 7,3 C (10,2 - ∞) 2,9 0,5 4,3 1,5 0,9 2,2 1,8 C rel [%] C (back up) 27,2 42,7 22,0 28,1 32,9 26,0 24,8 C (0.39 - 0.69) 13,9 13,7 6,8 16,8 15,9 13,6 8,2 C (0.69 - 1.3) 13,0 11,1 5,7 12,2 13,6 10,6 7,4 C (1.3 - 2.1) 8,8 5,7 7,4 7,6 7,4 8,1 8,8 C (2.1 - 4.2) 10,9 8,5 14,9 10,1 10,1 10,9 14,1 C (4.2 - 10,2) 20,5 15,7 33,0 20,3 15,8 22,4 29,4 C (10,2 - ∞) 5,7 2,6 10,1 5,0 4,2 8,4 7,3 CTOT [μg/m ] 3 C (PM10,2) 48,3 18,9 38,3 28,6 21,8 24,1 22,9 C (PM2.1) 32,2 14,3 17,9 19,4 15,9 15,3 12,1 C (PM0.39) 13,9 8,4 9,4 8,5 7,5 6,8 6,0 C (PM10) 51,2 19,5 42,7 30,0 22,7 26,3 24,7 41,7 SWAM 21,7 SWAM 37,5 SWAM 28,5 TEOM 20,0 TEOM 13,9 MP101M C (PM10) ARPA 63 Appendice Campagna di campionamento estiva PGF PGC GUB TRV TRF NAR SPO MAR 10014 10394 9834 8948 11429 5144 5277 8476 Flusso [m /min] 0,570 0,570 0,580 0,570 0,570 0,570 0,622 0,82 V [m ] 5925 5691 5100 6515 2932 3284 6967 Durata [min] 3 3 5708 C [μg/m ] 3 C (back up) 10,2 5,0 5,9 6,5 7,2 4,4 9,2 5,2 C (0.39 - 0.69) 3,2 2,7 2,5 3,6 3,3 1,5 4,0 2,1 C (0.69 - 1.3) 2,8 2,0 1,8 2,7 2,5 1,1 2,3 1,3 C (1.3 - 2.1) 2,2 1,5 2,1 1,7 2,0 1,4 1,6 1,4 C (2.1 - 4.2) 3,4 2,7 3,9 2,7 3,8 3,2 3,5 1,8 C (4.2 - 10,2) 7,2 5,7 8,0 6,3 9,5 6,0 8,0 4,3 C (10,2 - ∞) 2,2 1,3 2,0 1,4 5,3 1,5 1,0 1,7 C rel [%] C (back up) 32,6 24,3 22,3 26,2 21,4 22,9 31,5 28,9 C (0.39 - 0.69) 10,3 13,1 9,1 14,5 9,9 7,8 13,3 11,8 C (0.69 - 1.3) 9,0 10,0 6,8 10,8 7,3 5,5 7,4 7,3 C (1.3 - 2.1) 7,1 7,3 8,1 6,9 5,9 7,5 5,5 8,0 C (2.1 - 4.2) 10,9 12,6 15,5 10,8 11,4 16,9 12,0 10,3 C (4.2 - 10,2) 23,1 26,6 30,5 25,2 28,4 31,4 27,0 23,8 C (10,2 - ∞) 7,0 6,0 7,6 5,5 15,7 8,0 3,3 9,8 CTOT [μg/m ] 3 C (PM10,2) 30 19,7 24,1 23,6 28,3 17,7 28,7 16,1 C (PM2.1) 18,4 11,3 12,3 14,6 14,9 8,4 17,1 10,0 C (PM0.39) 10,5 9,8 10,2 6,5 7,2 4,4 9,2 8,6 C (PM10) 31,2 21,0 26,1 24,9 33,5 19,20 29,7 17,9 29,3 SWAM 18,0 SWAM 29,5 SWAM 23,0 TEOM TEOM 17,3 MP101M 17,9 BIC C (PM10) ARPA C (PM2.5) ARPA 64 13,1 BIC Appendice Campagna di campionamento autunnale PGF PGC GUB TRV TRF NAR SPO GUB GUB Colacem Barbetti 10.065 8.584 10.328 11.095 10.214 10.069 10.830 4276 5.929 Flusso [m3/min] 0,586 0,668 0,715 0,615 0,581 0,63 0,609 0,598 0,77 V [m ] 5.735 7.312 6.823 5.938 6.343 6.597 2.557 4.542 Durata [min] 3 5.898 C [μg/m ] 3 C (back up) 12,8 5,5 13,4 7,9 8,6 8,8 10,7 12,6 12,6 C (0.39 - 0.69) 5,4 3,3 8,8 6,9 4,1 4,3 6,1 2,9 9,3 C (0.69 - 1.3) 6,7 2,3 6,8 6,3 2,1 2,5 4,5 6,8 7,4 C (1.3 - 2.1) 2,8 1,2 3,6 2,6 1,7 3,9 2,4 2,0 3,1 C (2.1 - 4.2) 4,0 2,1 4,2 3,4 2,8 2,8 2,7 3,7 2,5 C (4.2 - 10,2) 9,7 5,6 9,4 7,9 5,8 4,6 6,1 8,3 5,0 C (10,2 - ∞) 2,8 1,2 2,6 2,6 2,1 5,8 1,7 2,9 1,9 C rel [%] C (back up) 30,1 30,5 27,5 21,5 32,2 26,5 31,4 32,2 30,1 C (0.39 - 0.69) 10,6 12,5 18,1 16,5 15,4 12,9 17,7 7,4 22,3 C (0.69 - 1.3) 15,9 6,4 13,8 15,9 8,0 7,6 13,2 17,4 17,7 C (1.3 - 2.1) 5,9 5,8 7,2 6,9 6,0 12,3 7,0 5,1 7,4 C (2.1 - 4.2) 9,2 10,5 8,5 9,9 9,9 8,4 7,8 9,4 6,1 C (4.2 - 10,2) 21,6 30,0 19,3 22,4 20,7 13,6 17,7 21,1 11,9 C (10,2 - ∞) 6,6 4,3 5,7 6,9 7,9 18,7 5,1 7,3 4,5 CTOT [μg/m3] C (PM10,2) 41,5 19,9 46,2 35,0 25,1 26,9 32,5 36,2 40,0 C (PM2.1) 27,7 12,6 32,6 23,6 16,5 19,5 23,7 24,3 32,4 C (PM0.39) 24,9 11,0 29,0 7,9 8,6 8,8 21,3 22,3 29,3 C (PM10) 44,2 21,1 48,8 37,6 27,1 32,7 34,3 39,1 41,9 39,2 SWAM 19,6 SWAM 50,4 SWAM 31,2 TEOM 24,6 TEOM 28,6 MP101M C (PM10) ARPA C (PM2.5) ARPA 65 Appendice APPENDICE B Concentrazione frazione ionica Di seguito sono riportate le concentrazioni della frazione ionica solubile misurate in cromatografia ionica ed aggregate in 3 classi dimensionali per la media annua ed i valori stagionali. Concentrazioni di ione ammonio [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento NH4+ TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 66 Classe Media annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 590,6 91,6 550,1 640,4 1080,4 PM1.3 535,9 32,0 498,8 601,5 1011,3 PM0.39 354,5 0,0 435,7 282,5 699,7 PM10 431,0 45,1 819,4 459,6 399,9 PM1.3 392,6 28,0 708,6 444,9 388,9 PM0.39 265,5 12,8 522,8 269,9 256,5 PM10 405,6 251,2 457,9 405,9 507,6 PM1.3 381,9 239,1 430,3 376,6 481,7 PM0.39 253,2 146,8 329,3 243,8 293,0 PM10 648,3 426,3 384,8 1245,0 537,3 PM1.3 610,7 382,7 359,1 1194,6 506,4 PM0.39 393,4 305,1 245,1 725,1 298,1 PM10 430,1 232,9 627,3 PM1.3 368,6 150,2 587,0 PM0.39 235,4 107,2 363,5 PM10 727,8 1,3 743,6 972,2 1194,0 PM1.3 675,7 1,3 624,6 946,8 1129,9 PM0.39 440,8 0,0 407,0 665,9 690,4 PM10 593,2 492,3 697,3 770,6 412,5 PM1.3 505,4 293,8 592,0 738,8 397,2 PM0.39 332,6 230,7 440,0 442,2 217,5 PM10 567,4 330,3 783,8 593,8 561,9 PM1.3 532,0 310,7 755,7 576,4 485,3 PM0.39 379,4 219,7 532,4 443,9 321,4 PM10 436,0 PM1.3 287,0 PM0.39 227,5 Appendice Concentrazioni di ione cloro [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Cl- TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 328,0 589,5 371,7 197,1 153,8 PM1.3 184,8 446,0 149,3 116,4 27,7 PM0.39 113,7 242,5 106,2 97,2 8,8 PM10 563,2 725,6 428,3 620,8 478,3 PM1.3 186,2 329,5 175,9 110,2 129,0 PM0.39 127,3 165,1 158,2 82,8 103,0 PM10 588,1 1142,0 54,7 572,4 583,3 PM1.3 124,4 278,0 19,5 101,5 98,6 PM0.39 90,4 223,3 14,7 83,8 39,7 PM10 407,9 481,2 476,5 171,2 502,7 PM1.3 93,6 102,5 84,3 106,4 81,4 PM0.39 61,2 58,5 78,8 58,4 49,1 PM10 203,8 316,2 91,3 PM1.3 50,4 43,8 56,9 PM0.39 29,9 17,0 42,8 PM10 319,3 403,8 474,8 179,2 219,3 PM1.3 128,8 260,9 103,5 98,1 52,6 PM0.39 85,8 175,6 58,1 72,8 36,6 PM10 661,0 908,9 295,6 604,9 834,7 PM1.3 235,1 186,9 122,9 83,7 546,8 PM0.39 191,8 108,0 77,8 64,8 516,5 PM10 442,8 798,3 177,4 557,1 238,4 PM1.3 119,6 168,1 109,7 95,6 104,8 PM0.39 81,8 114,2 95,3 80,1 37,7 PM10 1316,9 PM1.3 242,7 PM0.39 116,1 67 Appendice Concentrazioni di ione nitrato [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento NO3TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 68 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 4691,6 7252,8 4567,5 3979,9 2966,2 PM1.3 3200,2 5923,3 2878,4 2462,9 1536,2 PM0.39 2006,4 3049,0 1961,2 1859,1 1156,5 PM10 4216,2 6187,3 3372,1 3854,6 3450,7 PM1.3 2552,3 4461,5 2201,5 1411,0 2135,1 PM0.39 1653,6 2237,0 1647,1 1064,0 1666,3 PM10 3352,3 3503,7 1594,8 3671,2 4639,5 PM1.3 1916,2 2263,1 894,8 1647,5 2859,3 PM0.39 1331,8 1566,6 684,8 1249,5 1826,2 PM10 4390,5 4841,2 3379,2 4896,5 4445,2 PM1.3 2491,7 3224,6 1435,1 2826,1 2481,2 PM0.39 1630,4 1846,7 1176,1 2052,0 1446,9 PM10 2978,2 3310,9 2645,4 PM1.3 1372,6 1376,2 1369,0 PM0.39 798,2 564,8 1031,6 PM10 5167,3 6952,6 6211,2 3884,9 3620,4 PM1.3 3578,3 5635,8 4007,1 2478,4 2192,1 PM0.39 2300,2 3417,6 2204,8 1972,1 1606,2 PM10 3794,5 4903,7 3214,5 3461,5 3598,5 PM1.3 2255,4 2947,4 2014,2 1702,8 2357,1 PM0.39 1538,4 1713,5 1530,6 1299,4 1610,1 PM10 4229,0 4477,2 3139,5 3743,4 5555,8 PM1.3 2563,8 3116,1 1757,2 1832,5 3549,4 PM0.39 1677,7 2061,3 1394,6 1469,0 1785,9 PM10 8095,7 PM1.3 5014,5 PM0.39 2660,4 Appendice Concentrazioni di ione solfato [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento SO42TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 4188,5 1783,0 5969,7 3394,6 5606,7 PM1.3 3503,4 1296,9 5032,7 2779,7 4904,3 PM0.39 1448,4 594,2 2067,4 1304,2 1828,0 PM10 3034,9 2209,0 4638,0 3101,9 2190,6 PM1.3 2406,6 1519,7 3888,1 2452,0 1766,7 PM0.39 1156,5 604,4 1907,6 1086,1 1028,0 PM10 2553,0 2363,2 3013,8 2452,9 2382,3 PM1.3 1984,6 1373,8 2804,6 1937,6 1822,3 PM0.39 990,8 830,2 1026,7 1229,0 877,2 PM10 2462,5 1619,0 2023,3 3972,2 2235,4 PM1.3 1991,0 1226,9 1666,4 3296,2 1774,7 PM0.39 1007,9 734,6 684,8 1756,2 856,2 PM10 2022,2 1640,1 2404,4 PM1.3 1542,1 1122,1 1962,1 PM0.39 733,4 298,5 1168,4 PM10 4105,0 1691,6 6441,9 3584,8 4701,6 PM1.3 3425,4 1234,4 5397,2 3059,8 4010,4 PM0.39 1500,2 768,4 1867,1 1818,0 1547,2 PM10 2897,8 2862,9 3777,7 3484,5 1466,3 PM1.3 2291,8 1997,8 3159,6 2911,3 1098,7 PM0.39 1198,6 851,4 1758,1 1649,6 535,3 PM10 2914,8 2149,7 4078,3 3203,7 2227,5 PM1.3 2396,5 1291,1 3913,7 2642,6 1738,4 PM0.39 1396,8 734,1 2646,2 1534,3 672,4 PM10 2511,8 PM1.3 1784,8 PM0.39 832,8 69 Appendice APPENDICE C Concentrazione metalli [ng/m3] Di seguito sono riportate le concentrazioni dei metalli misurate in ICP-AES ed aggregate in 3 classi dimensionali per la media annua ed i valori stagionali. Le concentrazioni di Arsenico sono risultate sempre al di sotto del LOD e quindi non vengono riportate. Concentrazioni di sodio [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Na TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 70 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 706,2 994,6 1256,8 419,0 154,2 PM1.3 425,4 634,1 774,2 225,1 68,2 PM0.39 291,5 439,2 552,8 136,5 37,5 PM10 1009,1 2164,9 929,9 604,0 337,5 PM1.3 548,3 1251,9 553,7 289,0 98,6 PM0.39 374,3 895,1 376,1 186,3 39,7 PM10 925,9 2037,2 795,5 475,1 395,7 PM1.3 495,0 1039,0 471,7 251,2 218,1 PM0.39 318,6 690,2 326,1 129,9 128,3 PM10 830,7 1373,7 1272,4 485,8 190,8 PM1.3 450,9 776,7 688,4 231,9 106,7 PM0.39 315,5 632,8 520,1 109,0 0,0 PM10 636,3 1003,9 268,7 PM1.3 267,6 382,0 153,2 PM0.39 154,5 229,0 80,0 PM10 1432,8 3596,9 1264,9 515,6 353,7 PM1.3 656,8 1548,8 778,4 229,8 70,2 PM0.39 456,0 1060,5 582,5 146,3 34,7 PM10 1007,6 1791,6 1238,7 540,3 459,9 PM1.3 613,7 1118,1 879,2 236,8 220,6 PM0.39 459,6 898,6 701,0 123,3 115,7 PM10 1084,8 1905,9 1746,7 314,2 372,3 PM1.3 641,9 1087,1 1160,0 135,1 185,4 PM0.39 433,6 635,3 941,4 97,1 60,5 PM10 1739,1 PM1.3 794,1 PM0.39 446,9 Appendice Concentrazioni di magnesio[ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Mg TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 80,4 138,5 118,2 36,0 28,8 PM1.3 23,6 43,3 35,9 10,0 5,3 PM0.39 15,5 31,4 22,6 5,9 1,9 PM10 96,4 197,1 77,6 72,5 38,6 PM1.3 21,3 39,7 22,8 14,9 7,9 PM0.39 11,9 24,1 13,4 7,1 3,2 PM10 110,0 280,4 71,2 47,5 41,0 PM1.3 28,1 52,6 33,4 14,2 12,1 PM0.39 16,8 28,6 27,6 4,2 6,9 PM10 61,7 103,5 80,3 33,6 29,3 PM1.3 17,2 30,6 19,3 11,4 7,6 PM0.39 10,4 22,7 12,5 4,6 1,7 PM10 59,4 88,5 30,3 PM1.3 15,8 17,4 14,1 PM0.39 10,3 11,0 9,6 PM10 156,3 327,3 165,8 50,5 81,9 PM1.3 28,8 48,2 49,7 12,2 5,1 PM0.39 19,4 32,1 35,8 7,1 2,8 PM10 94,3 172,9 109,4 57,7 37,2 PM1.3 32,2 43,7 60,0 12,0 13,2 PM0.39 22,7 28,1 51,9 4,9 5,9 PM10 122,7 240,1 169,8 43,4 37,5 PM1.3 41,0 65,1 84,9 6,1 7,7 PM0.39 27,0 28,8 72,9 3,2 3,0 PM10 153,3 PM1.3 37,0 PM0.39 24,1 71 Appendice Concentrazioni di calcio [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Ca TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 72 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 1102,7 2389,0 1085,8 430,6 505,4 PM1.3 222,0 470,9 248,0 89,4 79,7 PM0.39 136,7 317,2 144,6 44,8 40,2 PM10 1327,4 3230,1 882,8 665,4 531,4 PM1.3 241,8 515,4 211,8 155,1 84,9 PM0.39 138,2 309,5 129,9 70,5 42,9 PM10 968,1 1981,2 1174,3 373,6 343,2 PM1.3 289,4 642,4 312,7 103,2 99,3 PM0.39 194,4 471,9 212,8 37,5 55,6 PM10 855,3 1713,5 887,4 455,9 364,6 PM1.3 244,7 516,4 232,0 139,9 90,4 PM0.39 136,3 331,2 143,8 56,7 13,6 PM10 457,2 632,8 281,5 PM1.3 160,8 191,7 129,8 PM0.39 94,0 111,0 76,9 PM10 2026,3 4437,3 1800,1 660,1 1207,7 PM1.3 251,2 430,5 424,3 86,8 63,2 PM0.39 166,1 267,2 295,7 50,0 51,5 PM10 868,0 1875,5 709,4 382,2 504,9 PM1.3 306,2 755,3 279,2 122,2 68,2 PM0.39 235,2 607,6 221,2 84,8 27,2 PM10 1576,1 2182,0 2723,9 384,5 1014,1 PM1.3 401,1 682,3 772,2 70,9 79,1 PM0.39 265,4 409,3 564,6 46,0 41,9 PM10 1513,9 PM1.3 615,4 PM0.39 359,7 Appendice Concentrazioni di potassio [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento K TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 112,8 378,4 52,0 11,0 9,8 PM1.3 81,1 285,7 30,6 2,4 5,9 PM0.39 53,8 195,1 17,2 0,0 2,9 PM10 112,9 385,9 34,4 12,7 18,6 PM1.3 74,7 268,8 16,8 3,6 9,7 PM0.39 50,1 189,4 7,9 0,0 2,9 PM10 52,0 138,0 50,2 11,7 8,3 PM1.3 26,1 67,4 23,5 5,3 8,3 PM0.39 13,5 40,4 11,2 2,3 0,0 PM10 39,1 100,5 42,1 9,4 4,4 PM1.3 23,8 71,3 15,9 3,5 4,4 PM0.39 13,0 43,9 8,2 0,0 0,0 PM10 24,8 40,1 9,4 PM1.3 14,8 25,1 4,6 PM0.39 5,9 10,2 1,6 PM10 152,8 517,6 57,7 11,4 24,7 PM1.3 83,6 302,6 28,6 1,8 1,5 PM0.39 53,9 199,4 15,8 0,0 0,4 PM10 97,0 319,2 33,5 11,8 23,6 PM1.3 68,4 230,9 20,0 3,5 19,3 PM0.39 49,3 168,9 12,7 1,8 13,7 PM10 100,5 225,5 84,6 24,9 67,0 PM1.3 59,4 158,0 30,7 2,7 46,1 PM0.39 33,8 102,4 20,3 0,7 11,8 PM10 142,9 PM1.3 101,2 PM0.39 51,5 73 Appendice Concentrazioni di alluminio [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Al TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 74 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 174,6 50,6 366,8 134,9 146,2 PM1.3 39,6 25,3 76,2 32,1 24,9 PM0.39 12,2 12,7 23,2 10,2 2,6 PM10 110,9 273,8 78,3 60,5 30,9 PM1.3 13,3 26,2 16,7 5,9 4,4 PM0.39 6,0 10,3 7,5 4,5 1,5 PM10 155,3 366,9 186,3 41,8 26,1 PM1.3 22,3 46,1 30,4 9,4 3,3 PM0.39 8,5 15,0 15,5 3,0 0,7 PM10 69,0 92,2 107,7 59,4 17,0 PM1.3 16,1 28,5 20,7 8,0 7,1 PM0.39 10,0 19,6 12,9 4,4 3,1 PM10 53,2 57,6 48,7 PM1.3 12,4 12,4 12,5 PM0.39 8,3 8,4 8,3 PM10 191,8 436,9 198,4 42,1 89,7 PM1.3 22,3 43,8 36,1 6,3 3,0 PM0.39 13,5 30,7 18,5 3,3 1,6 PM10 74,9 158,3 84,9 27,5 29,0 PM1.3 18,1 26,1 32,0 5,9 8,4 PM0.39 10,7 12,6 24,5 2,3 3,5 PM10 231,6 371,8 447,7 37,1 69,7 PM1.3 50,6 76,4 112,0 4,4 9,7 PM0.39 24,9 21,2 74,0 2,3 2,2 PM10 61,8 PM1.3 16,4 PM0.39 8,6 Appendice Concentrazioni di ferro [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Fe TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 447,7 1143 366,8 134,9 146,2 PM1.3 81,9 194,3 76,2 32,1 24,9 PM0.39 29,4 81,6 23,2 10,2 2,6 PM10 412,8 1073,1 291,1 167,4 119,6 PM1.3 66,0 144,5 62,5 32,1 24,9 PM0.39 19,7 47,3 16,8 12,2 2,6 PM10 303,2 632,3 301,2 112,1 167,3 PM1.3 50,9 96,9 45,5 40,0 21,3 PM0.39 12,9 29,4 12,8 4,8 4,5 PM10 152,5 332,7 134,5 73,6 69,3 PM1.3 33,3 48,6 18,2 29,9 36,6 PM0.39 10,3 19,9 5,8 4,6 10,9 PM10 61,9 78,0 45,8 PM1.3 15,6 13,8 17,3 PM0.39 7,5 5,3 9,7 PM10 1405,4 3745,0 757,3 354,3 765,0 PM1.3 50,6 99,1 68,7 23,5 11,1 PM0.39 12,5 25,6 17,9 4,1 2,4 PM10 200,4 417,1 169,4 83,8 131,2 PM1.3 29,4 65,3 25,0 13,7 13,8 PM0.39 10,3 25,5 7,8 3,1 4,5 PM10 196,2 404,2 240,9 52,4 87,3 PM1.3 32,1 71,6 37,5 5,9 13,5 PM0.39 9,8 20,5 13,2 3,1 2,3 PM10 167,3 PM1.3 34,7 PM0.39 14,8 75 Appendice Concentrazioni di piombo [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Pb TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 76 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 15,7 48,6 6,9 7,0 0,5 PM1.3 11,3 35,5 4,7 4,6 0,4 PM0.39 6,8 24,1 1,0 2,1 0,0 PM10 10,9 24,5 8,6 7,9 2,6 PM1.3 7,8 17,8 6,1 5,4 1,8 PM0.39 4,0 11,0 1,8 2,3 0,7 PM10 6,5 8,4 7,2 4,4 5,9 PM1.3 4,6 6,4 4,4 3,2 4,4 PM0.39 2,5 4,5 1,0 1,9 2,7 PM10 5,1 7,3 2,8 8,4 2,0 PM1.3 3,6 5,4 1,7 6,1 1,2 PM0.39 2,3 3,7 0,4 5,0 0,4 PM10 2,4 3,0 1,9 PM1.3 1,5 1,7 1,4 PM0.39 0,4 0,5 0,4 PM10 10,5 34,2 3,6 1,9 2,4 PM1.3 7,1 23,9 2,4 1,2 0,9 PM0.39 5,6 19,6 1,0 0,8 0,9 PM10 7,9 23,4 2,1 5,1 1,1 PM1.3 5,6 16,9 1,3 3,8 0,6 PM0.39 3,2 9,2 0,6 2,8 0,2 PM10 3,4 6,5 2,6 3,6 0,7 PM1.3 2,3 5,1 1,7 2,0 0,5 PM0.39 1,5 3,8 1,0 1,4 0,0 PM10 7,6 PM1.3 6,0 PM0.39 3,9 Appendice Concentrazioni di rame [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Cu Classe TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 27,3 58,5 17,4 24,3 9,2 PM1.3 14,5 23,3 11,8 16,1 6,8 PM0.39 8,2 13,4 7,6 8,8 2,8 PM10 21,1 42,2 13,7 16,2 12,5 PM1.3 13,4 22,2 9,2 13,3 9,2 PM0.39 8,4 14,6 5,9 7,5 5,6 PM10 26,0 34,7 30,5 11,7 27,1 PM1.3 17,7 18,4 20,8 9,3 22,2 PM0.39 11,9 12,0 15,3 4,8 15,3 PM10 12,1 17,1 13,5 7,9 10,0 PM1.3 7,8 9,0 9,4 5,9 7,0 PM0.39 4,9 6,2 7,0 3,6 2,9 PM10 6,4 7,6 5,3 PM1.3 3,7 3,2 4,3 PM0.39 1,5 1,2 1,9 PM10 58,1 122,6 40,7 49,4 19,6 PM1.3 21,9 23,4 21,5 32,2 10,5 PM0.39 12,1 8,7 13,3 19,0 7,5 PM10 19,5 33,4 15,9 14,2 14,6 PM1.3 12,2 17,6 10,8 10,1 10,4 PM0.39 8,6 13,7 7,9 5,7 7,1 PM10 16,1 25,7 20,5 5,3 12,9 PM1.3 11,2 17,2 13,9 3,9 10,0 PM0.39 7,7 12,4 10,9 2,4 5,0 PM10 16,1 PM1.3 10,3 PM0.39 8,0 77 Appendice Concentrazioni di vanadio [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento V TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 78 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 1,2 3,0 1,0 0,4 0,4 PM1.3 0,8 2,0 0,7 0,3 0,2 PM0.39 0,5 1,5 0,3 0,1 0,1 PM10 3,2 11,5 0,4 0,8 0,2 PM1.3 2,3 8,4 0,3 0,6 0,1 PM0.39 1,7 6,5 0,1 0,2 0,0 PM10 1,1 1,7 1,2 0,5 0,7 PM1.3 0,7 1,0 0,8 0,4 0,5 PM0.39 0,4 0,6 0,4 0,2 0,2 PM10 0,9 1,2 1,5 0,4 0,3 PM1.3 0,6 0,9 1,2 0,3 0,2 PM0.39 0,3 0,5 0,5 0,2 0,0 PM10 0,6 1,0 0,3 PM1.3 0,4 0,7 0,2 PM0.39 0,1 0,2 0,1 PM10 1,4 3,4 1,2 0,5 0,5 PM1.3 0,7 1,4 0,8 0,3 0,2 PM0.39 0,4 0,8 0,4 0,2 0,1 PM10 2,8 9,7 0,5 0,6 0,2 PM1.3 2,2 7,9 0,3 0,5 0,1 PM0.39 1,8 7,0 0,2 0,2 0,0 PM10 1,0 1,7 1,5 0,3 0,5 PM1.3 0,6 1,0 0,8 0,2 0,3 PM0.39 0,3 0,6 0,5 0,1 0,0 PM10 1,4 PM1.3 1,1 PM0.39 0,6 Appendice Concentrazioni di cromo [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Cr TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 20,0 32,9 24,1 11,4 11,6 PM1.3 10,0 20,0 9,9 5,2 4,8 PM0.39 3,6 7,3 4,4 2,1 0,7 PM10 18,8 42,0 17,8 10,3 4,9 PM1.3 9,7 22,7 8,3 5,5 2,2 PM0.39 4,7 12,7 3,1 2,3 0,6 PM10 10,0 12,0 15,2 6,2 6,8 PM1.3 4,8 6,0 5,9 3,6 3,6 PM0.39 2,1 3,3 2,2 1,1 1,7 PM10 3,1 3,9 4,4 2,4 1,7 PM1.3 1,8 2,3 2,6 1,3 1,0 PM0.39 1,0 1,8 1,5 0,5 0,3 PM10 1,3 1,6 1,0 PM1.3 0,8 0,9 0,6 PM0.39 0,4 0,5 0,3 PM10 11,6 21,0 10,6 6,8 8,0 PM1.3 4,1 8,6 5,2 2,1 0,6 PM0.39 3,2 7,5 3,3 1,4 0,4 PM10 6,7 14,5 6,3 4,3 1,7 PM1.3 4,6 10,7 4,4 2,3 0,8 PM0.39 3,8 10,0 3,4 1,2 0,5 PM10 4,1 8,2 4,9 1,7 1,7 PM1.3 2,5 5,2 3,1 0,7 0,9 PM0.39 1,7 3,6 2,4 0,4 0,4 PM10 4,2 PM1.3 2,6 PM0.39 1,9 79 Appendice Concentrazioni manganese[ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Mn TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 80 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 12,8 32,9 10,3 5,2 2,7 PM1.3 5,0 13,2 3,9 2,1 1,0 PM0.39 1,3 3,8 1,0 0,3 0,1 PM10 9,0 17,6 9,3 5,0 4,2 PM1.3 3,5 5,8 4,0 2,1 2,0 PM0.39 1,0 2,5 0,9 0,5 0,2 PM10 7,1 12,4 9,4 3,0 3,5 PM1.3 2,7 4,7 2,8 1,5 1,7 PM0.39 0,7 1,6 0,6 0,2 0,4 PM10 3,2 6,0 4,0 0,9 1,9 PM1.3 1,0 1,6 1,1 0,4 0,9 PM0.39 0,3 0,6 0,3 0,1 0,1 PM10 1,2 1,9 0,4 PM1.3 0,3 0,5 0,1 PM0.39 0,1 0,1 0,0 PM10 13,9 34,4 9,3 4,0 7,9 PM1.3 1,2 2,7 1,3 0,4 0,2 PM0.39 0,5 1,2 0,5 0,1 0,0 PM10 3,5 7,9 2,9 1,3 1,7 PM1.3 0,9 2,7 0,6 0,3 0,2 PM0.39 0,5 1,7 0,3 0,1 0,0 PM10 4,6 7,6 8,1 1,0 1,6 PM1.3 0,8 1,6 1,3 0,1 0,4 PM0.39 0,3 0,6 0,5 0,0 0,0 PM10 3,6 PM1.3 1,2 PM0.39 0,5 Appendice Concentrazioni di nichel [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Ni TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 13,0 32,8 10,3 5,6 3,0 PM1.3 7,0 20,0 4,6 2,3 1,0 PM0.39 3,6 11,8 1,8 0,7 0,1 PM10 8,3 19,8 7,2 3,6 2,8 PM1.3 4,5 11,4 3,1 2,1 1,5 PM0.39 2,2 6,7 1,0 0,8 0,4 PM10 4,2 4,4 7,3 1,9 3,1 PM1.3 2,2 2,6 3,5 1,1 1,7 PM0.39 0,9 1,4 1,3 0,3 0,6 PM10 1,5 2,6 2,6 0,2 0,6 PM1.3 0,9 1,6 1,5 0,1 0,4 PM0.39 0,4 0,9 0,7 0,0 0,1 PM10 1,0 1,8 0,2 PM1.3 0,5 0,8 0,1 PM0.39 0,2 0,4 0,1 PM10 3,1 7,4 2,7 1,5 1,0 PM1.3 1,5 3,7 1,4 0,6 0,2 PM0.39 0,9 2,2 0,9 0,3 0,1 PM10 2,4 7,3 1,0 0,6 0,6 PM1.3 1,8 5,7 0,6 0,4 0,4 PM0.39 1,4 4,9 0,4 0,1 0,2 PM10 1,3 2,3 2,0 0,3 0,7 PM1.3 0,8 1,5 1,2 0,1 0,3 PM0.39 0,5 1,0 0,9 0,1 0,0 PM10 3,0 PM1.3 2,2 PM0.39 1,7 81 Appendice Concentrazioni di zinco [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Zn TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 82 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 53,2 107,4 47,9 42,7 14,7 PM1.3 25,8 51,4 26,2 18,7 7,1 PM0.39 7,5 20,6 6,2 2,6 0,5 PM10 54,6 86,5 56,5 58,0 17,6 PM1.3 29,2 47,9 28,1 31,4 9,5 PM0.39 8,9 21,5 5,7 5,2 3,3 PM10 38,1 47,5 71,3 20,9 12,7 PM1.3 20,4 33,0 28,3 13,8 6,6 PM0.39 8,8 26,0 5,3 1,5 2,4 PM10 15,5 29,2 20,8 5,5 6,4 PM1.3 8,5 17,4 10,3 3,0 3,6 PM0.39 3,9 10,5 3,4 1,1 0,7 PM10 13,9 20,3 7,4 PM1.3 7,5 10,0 5,1 PM0.39 3,1 3,6 2,6 PM10 37,4 88,7 34,7 13,8 12,5 PM1.3 11,8 25,9 16,1 4,0 1,1 PM0.39 6,3 12,3 11,1 1,6 0,3 PM10 20,2 55,3 9,6 9,8 6,3 PM1.3 12,8 37,4 5,5 5,3 3,0 PM0.39 9,5 30,5 3,0 2,9 1,7 PM10 18,9 47,1 14,8 4,1 9,5 PM1.3 10,9 26,7 8,9 2,0 5,9 PM0.39 6,4 15,0 6,4 1,1 2,9 PM10 70,7 PM1.3 38,4 PM0.39 17,1 Appendice Concentrazioni di cadmio [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Cd TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,9 3,7 0,0 0,0 0,0 PM1.3 0,7 2,8 0,0 0,0 0,0 PM0.39 0,5 2,2 0,0 0,0 0,0 PM10 0,6 2,3 0,0 0,1 0,1 PM1.3 0,5 1,7 0,0 0,1 0,1 PM0.39 0,3 1,3 0,0 0,0 0,0 PM10 0,1 0,2 0,2 0,0 0,1 PM1.3 0,1 0,2 0,1 0,0 0,0 PM0.39 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 PM10 0,1 0,3 0,0 0,2 0,0 PM1.3 0,1 0,2 0,0 0,1 0,0 PM0.39 0,1 0,1 0,0 0,1 0,0 PM10 0,0 0,0 0,0 PM1.3 0,0 0,0 0,0 PM0.39 0,0 0,0 0,0 PM10 1,0 3,7 0,1 0,0 0,1 PM1.3 0,7 2,6 0,1 0,0 0,0 PM0.39 0,6 2,2 0,1 0,0 0,0 PM10 0,7 2,7 0,0 0,0 0,1 PM1.3 0,5 2,0 0,0 0,0 0,1 PM0.39 0,4 1,4 0,0 0,0 0,1 PM10 0,1 0,1 0,0 0,1 0,1 PM1.3 0,1 0,1 0,0 0,0 0,1 PM0.39 0,0 0,1 0,0 0,0 0,1 PM10 0,2 PM1.3 0,1 PM0.39 0,1 83 Appendice APPENDICE D Concentrazione IPA [ng/m3] Di seguito sono riportate le concentrazioni degli IPA totali e dei singoli IPA metalli misurate in GC-MS ed aggregate in 3 classi dimensionali per la media annua ed i valori stagionali. Concentrazioni di IPA [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento IPA TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 84 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 6,0 20,3 1,4 0,9 1,6 PM1.3 5,7 19,1 1,3 0,8 1,5 PM0.39 4,4 15,1 0,9 0,5 1,0 PM10 3,8 11,1 0,9 0,4 2,8 PM1.3 3,6 10,4 0,9 0,4 2,7 PM0.39 2,4 7,0 0,6 0,3 1,8 PM10 3,9 8,8 0,3 0,4 5,9 PM1.3 3,5 7,8 0,3 0,4 5,5 PM0.39 2,4 5,4 0,2 0,3 3,5 PM10 2,6 7,6 0,4 0,8 1,5 PM1.3 2,3 6,6 0,4 0,8 1,4 PM0.39 1,7 4,9 0,3 0,5 1,2 PM10 1,0 2,0 0,0 PM1.3 0,5 1,0 0,0 PM0.39 0,3 0,5 0,0 PM10 8,2 27,0 2,3 1,3 2,0 PM1.3 7,9 26,5 2,2 1,2 1,8 PM0.39 5,6 18,2 1,9 1,1 1,2 PM10 2,6 2,9 0,4 0,2 6,7 PM1.3 2,3 2,4 0,4 0,1 6,3 PM0.39 1,5 1,7 0,3 0,1 3,9 PM10 4,4 12,8 0,4 0,3 4,3 PM1.3 4,1 11,8 0,3 0,3 4,0 PM0.39 2,9 8,6 0,3 0,2 2,7 PM10 5,7 PM1.3 4,7 PM0.39 3,4 Appendice Concentrazioni di fenantrene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Fenantrene TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,12 0,41 0,02 0,02 0,04 PM1.3 0,11 0,37 0,02 0,02 0,03 PM0.39 0,09 0,29 0,01 0,01 0,02 PM10 0,12 0,39 0,03 0,03 0,03 PM1.3 0,11 0,35 0,02 0,03 0,03 PM0.39 0,07 0,22 0,02 0,02 0,02 PM10 0,06 0,13 0,02 0,03 0,06 PM1.3 0,04 0,09 0,02 0,03 0,04 PM0.39 0,03 0,07 0,01 0,02 0,03 PM10 0,13 0,38 0,02 0,05 0,07 PM1.3 0,11 0,34 0,02 0,04 0,06 PM0.39 0,09 0,28 0,01 0,03 0,05 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,24 0,38 0,19 0,17 0,20 PM1.3 0,22 0,33 0,19 0,16 0,18 PM0.39 0,18 0,23 0,17 0,15 0,16 PM10 0,07 0,18 0,02 0,03 0,07 PM1.3 0,06 0,15 0,02 0,02 0,05 PM0.39 0,04 0,10 0,01 0,01 0,04 PM10 0,06 0,13 0,02 0,02 0,08 PM1.3 0,05 0,09 0,01 0,02 0,07 PM0.39 0,04 0,07 0,01 0,02 0,04 PM10 0,09 PM1.3 0,05 PM0.39 0,03 85 Appendice Concentrazioni di antracene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Antracene TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 86 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,04 0,13 0,00 0,01 0,01 PM1.3 0,04 0,13 0,00 0,00 0,00 PM0.39 0,02 0,05 0,00 0,00 0,00 PM10 0,03 0,08 0,00 0,01 0,01 PM1.3 0,02 0,08 0,00 0,01 0,01 PM0.39 0,02 0,06 0,00 0,01 0,00 PM10 0,03 0,08 0,00 0,02 0,01 PM1.3 0,02 0,04 0,00 0,02 0,01 PM0.39 0,01 0,02 0,00 0,02 0,00 PM10 0,03 0,10 0,00 0,02 0,01 PM1.3 0,02 0,06 0,00 0,01 0,01 PM0.39 0,02 0,04 0,00 0,01 0,01 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,04 0,07 0,02 0,03 0,03 PM1.3 0,04 0,06 0,02 0,03 0,03 PM0.39 0,03 0,05 0,02 0,03 0,03 PM10 0,02 0,04 0,00 0,00 0,01 PM1.3 0,01 0,04 0,00 0,00 0,01 PM0.39 0,01 0,03 0,00 0,00 0,01 PM10 0,03 0,08 0,00 0,01 0,01 PM1.3 0,02 0,04 0,00 0,01 0,01 PM0.39 0,01 0,02 0,00 0,01 0,01 PM10 0,08 PM1.3 0,04 PM0.39 0,02 Appendice Concentrazioni di fluorantene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Fluorantene TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,64 2,37 0,05 0,05 0,07 PM1.3 0,61 2,28 0,05 0,04 0,06 PM0.39 0,48 1,78 0,04 0,02 0,06 PM10 0,22 0,68 0,05 0,11 0,06 PM1.3 0,20 0,60 0,04 0,10 0,05 PM0.39 0,14 0,41 0,03 0,08 0,04 PM10 0,16 0,41 0,03 0,11 0,11 PM1.3 0,15 0,37 0,03 0,10 0,09 PM0.39 0,10 0,27 0,02 0,03 0,07 PM10 0,31 0,92 0,04 0,19 0,09 PM1.3 0,29 0,87 0,03 0,17 0,08 PM0.39 0,22 0,67 0,03 0,14 0,06 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,39 0,59 0,42 0,30 0,26 PM1.3 0,36 0,51 0,41 0,29 0,24 PM0.39 0,31 0,35 0,39 0,27 0,23 PM10 0,10 0,27 0,03 0,02 0,08 PM1.3 0,09 0,24 0,03 0,02 0,06 PM0.39 0,05 0,15 0,02 0,01 0,04 PM10 0,46 1,51 0,02 0,08 0,21 PM1.3 0,43 1,46 0,02 0,07 0,18 PM0.39 0,31 1,08 0,02 0,06 0,10 PM10 0,48 PM1.3 0,42 PM0.39 0,28 87 Appendice Concentrazioni di pirene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Pirene TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 88 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,77 2,89 0,06 0,04 0,09 PM1.3 0,74 2,79 0,06 0,03 0,09 PM0.39 0,58 2,18 0,05 0,03 0,08 PM10 0,22 0,71 0,05 0,04 0,06 PM1.3 0,19 0,63 0,05 0,03 0,06 PM0.39 0,14 0,44 0,04 0,03 0,05 PM10 0,17 0,49 0,03 0,04 0,11 PM1.3 0,15 0,45 0,03 0,03 0,09 PM0.39 0,11 0,33 0,02 0,03 0,07 PM10 0,26 0,78 0,06 0,08 0,11 PM1.3 0,24 0,74 0,05 0,08 0,09 PM0.39 0,18 0,56 0,04 0,07 0,07 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,57 0,79 0,60 0,45 0,43 PM1.3 0,53 0,69 0,59 0,43 0,41 PM0.39 0,46 0,48 0,56 0,41 0,39 PM10 0,10 0,27 0,03 0,02 0,08 PM1.3 0,09 0,23 0,03 0,02 0,07 PM0.39 0,06 0,15 0,02 0,02 0,04 PM10 0,35 1,08 0,03 0,03 0,25 PM1.3 0,33 1,04 0,03 0,03 0,21 PM0.39 0,23 0,76 0,03 0,03 0,12 PM10 0,37 PM1.3 0,33 PM0.39 0,22 Appendice Concentrazioni di crisene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Crisene TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,43 1,47 0,10 0,05 0,11 PM1.3 0,42 1,42 0,09 0,05 0,11 PM0.39 0,31 1,07 0,07 0,04 0,08 PM10 0,22 0,45 0,07 0,02 0,34 PM1.3 0,20 0,41 0,06 0,02 0,32 PM0.39 0,13 0,29 0,05 0,02 0,18 PM10 0,34 0,63 0,05 0,03 0,66 PM1.3 0,32 0,59 0,04 0,03 0,62 PM0.39 0,20 0,41 0,03 0,02 0,35 PM10 0,29 0,50 0,06 0,07 0,55 PM1.3 0,28 0,46 0,05 0,07 0,52 PM0.39 0,20 0,34 0,05 0,05 0,35 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,25 0,39 0,35 0,10 0,17 PM1.3 0,24 0,37 0,34 0,10 0,16 PM0.39 0,19 0,25 0,30 0,08 0,14 PM10 0,10 0,11 0,05 0,02 0,24 PM1.3 0,10 0,10 0,05 0,02 0,22 PM0.39 0,07 0,07 0,04 0,01 0,16 PM10 0,45 0,84 0,04 0,02 0,90 PM1.3 0,43 0,80 0,04 0,02 0,85 PM0.39 0,27 0,50 0,03 0,02 0,52 PM10 0,24 PM10 0,24 PM1.3 0,20 PM1.3 0,20 PM0.39 0,13 PM0.39 0,13 89 Appendice Concentrazioni di benzo(a)antaracene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Benzo(a) Antracene TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 90 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,43 1,56 0,05 0,03 0,08 PM1.3 0,41 1,48 0,05 0,03 0,07 PM0.39 0,30 1,11 0,04 0,02 0,05 PM10 0,23 0,62 0,03 0,01 0,25 PM1.3 0,21 0,57 0,03 0,01 0,24 PM0.39 0,14 0,41 0,02 0,01 0,12 PM10 0,26 0,60 0,01 0,02 0,42 PM1.3 0,24 0,52 0,01 0,01 0,40 PM0.39 0,15 0,37 0,01 0,01 0,21 PM10 0,27 0,64 0,02 0,04 0,38 PM1.3 0,26 0,60 0,02 0,04 0,37 PM0.39 0,18 0,44 0,02 0,03 0,24 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,21 0,52 0,15 0,06 0,12 PM1.3 0,20 0,49 0,14 0,05 0,12 PM0.39 0,15 0,33 0,13 0,04 0,10 PM10 0,10 0,20 0,02 0,01 0,17 PM1.3 0,09 0,18 0,02 0,01 0,16 PM0.39 0,06 0,13 0,01 0,01 0,11 PM10 0,49 1,18 0,01 0,01 0,74 PM1.3 0,46 1,11 0,01 0,01 0,70 PM0.39 0,31 0,80 0,01 0,01 0,41 PM10 0,59 PM1.3 0,54 PM0.39 0,37 Appendice Concentrazioni di benzo(k)fluorantene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Benzo(k) TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Flourantene Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,32 0,68 0,24 0,14 0,22 PM1.3 0,30 0,63 0,23 0,13 0,21 PM0.39 0,23 0,51 0,16 0,10 0,14 PM10 0,23 0,35 0,14 0,03 0,39 PM1.3 0,22 0,33 0,14 0,03 0,37 PM0.39 0,15 0,24 0,09 0,02 0,26 PM10 0,34 0,45 0,04 0,04 0,83 PM1.3 0,32 0,41 0,04 0,03 0,78 PM0.39 0,22 0,29 0,02 0,02 0,52 PM10 0,26 0,42 0,04 0,06 0,51 PM1.3 0,24 0,38 0,04 0,05 0,48 PM0.39 0,17 0,28 0,03 0,03 0,32 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,23 0,69 0,12 0,03 0,06 PM1.3 0,21 0,64 0,11 0,03 0,06 PM0.39 0,15 0,49 0,07 0,02 0,04 PM10 0,11 0,15 0,06 0,01 0,21 PM1.3 0,09 0,11 0,05 0,01 0,20 PM0.39 0,06 0,08 0,04 0,01 0,13 PM10 0,38 0,62 0,04 0,02 0,83 PM1.3 0,35 0,58 0,03 0,02 0,78 PM0.39 0,24 0,43 0,03 0,01 0,49 PM10 0,53 PM1.3 0,49 PM0.39 0,35 91 Appendice Concentrazioni di benzo(b)fluorantene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Benzo(b) TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 92 Flourantene Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,91 2,88 0,27 0,16 0,32 PM1.3 0,85 2,69 0,26 0,15 0,30 PM0.39 0,66 2,16 0,19 0,12 0,19 PM10 0,63 1,43 0,16 0,05 0,87 PM1.3 0,60 1,34 0,15 0,05 0,84 PM0.39 0,43 0,97 0,11 0,04 0,59 PM10 0,97 2,27 0,06 0,06 1,48 PM1.3 0,92 2,18 0,05 0,05 1,39 PM0.39 0,63 1,55 0,03 0,04 0,91 PM10 0,65 1,48 0,06 0,08 0,98 PM1.3 0,62 1,42 0,05 0,07 0,94 PM0.39 0,45 1,04 0,04 0,05 0,66 PM10 0,07 0,13 0,00 PM1.3 0,05 0,09 0,00 PM0.39 0,02 0,04 0,00 PM10 0,75 2,70 0,14 0,05 0,11 PM1.3 0,73 2,65 0,12 0,05 0,10 PM0.39 0,55 2,01 0,09 0,03 0,07 PM10 0,25 0,49 0,07 0,02 0,40 PM1.3 0,23 0,44 0,06 0,02 0,38 PM0.39 0,16 0,32 0,05 0,02 0,26 PM10 0,92 2,49 0,05 0,03 1,13 PM1.3 0,89 2,42 0,05 0,03 1,07 PM0.39 0,63 1,76 0,04 0,02 0,71 PM10 1,35 PM1.3 1,26 PM0.39 1,21 Appendice Concentrazioni di benzo(a)pirene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Benzo(a) Pirene TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,44 1,41 0,13 0,06 0,16 PM1.3 0,41 1,31 0,12 0,06 0,15 PM0.39 0,31 1,03 0,08 0,03 0,08 PM10 0,23 0,60 0,08 0,01 0,20 PM1.3 0,21 0,56 0,08 0,01 0,19 PM0.39 0,14 0,38 0,05 0,01 0,11 PM10 0,35 0,84 0,02 0,02 0,53 PM1.3 0,33 0,80 0,02 0,02 0,50 PM0.39 0,19 0,50 0,01 0,02 0,25 PM10 0,21 0,40 0,02 0,05 0,36 PM1.3 0,19 0,36 0,02 0,04 0,34 PM0.39 0,11 0,22 0,01 0,02 0,17 PM10 0,04 0,08 0,00 PM1.3 0,02 0,04 0,00 PM0.39 0,01 0,02 0,00 PM10 0,47 1,74 0,07 0,02 0,04 PM1.3 0,46 1,72 0,07 0,02 0,04 PM0.39 0,35 1,32 0,04 0,01 0,03 PM10 0,11 0,23 0,03 0,01 0,18 PM1.3 0,10 0,21 0,03 0,01 0,17 PM0.39 0,07 0,16 0,02 0,00 0,10 PM10 0,44 1,04 0,02 0,01 0,69 PM1.3 0,42 1,00 0,01 0,01 0,64 PM0.39 0,26 0,68 0,01 0,01 0,32 PM10 0,37 PM1.3 0,33 PM0.39 0,19 93 Appendice Concentrazioni di in(1,2,3) pirene+dib (a,h)ant [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento In(1,2,3) Pirene + Dib (a,h) Ant TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU 94 Classe Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 1,12 4,14 0,22 0,13 0,00 PM1.3 1,04 3,84 0,21 0,12 0,00 PM0.39 0,84 3,15 0,15 0,06 0,00 PM10 1,22 4,69 0,14 0,04 0,00 PM1.3 1,16 4,49 0,13 0,03 0,00 PM0.39 0,74 2,85 0,09 0,02 0,00 PM10 0,48 1,84 0,04 0,03 0,00 PM1.3 0,37 1,44 0,03 0,03 0,00 PM0.39 0,26 1,00 0,02 0,02 0,00 PM10 0,31 1,13 0,04 0,07 0,00 PM1.3 0,21 0,73 0,03 0,06 0,00 PM0.39 0,14 0,53 0,02 0,03 0,00 PM10 0,40 0,80 0,00 PM1.3 0,20 0,40 0,00 PM0.39 0,10 0,20 0,00 PM10 2,74 10,85 0,09 0,02 0,00 PM1.3 2,72 10,78 0,08 0,02 0,00 PM0.39 1,74 6,89 0,04 0,01 0,00 PM10 0,18 0,64 0,06 0,01 0,00 PM1.3 0,14 0,49 0,06 0,01 0,00 PM0.39 0,10 0,35 0,04 0,01 0,00 PM10 0,60 2,32 0,04 0,02 0,00 PM1.3 0,50 1,92 0,04 0,02 0,00 PM0.39 0,37 1,45 0,03 0,02 0,00 PM10 0,85 PM1.3 0,45 PM0.39 0,20 Appendice Concentrazioni di benzo(ghi)pirilene [ng/m3] nelle frazioni PM10, PM1.3, PM0.39 relativa al periodo di campionamento Benzo(ghi) Perilene Media Annuale [ng/m3] Inverno Primavera Estate Autunno PM10 0,75 2,33 0,24 0,17 0,25 PM1.3 0,70 2,18 0,23 0,16 0,23 PM0.39 0,55 1,81 0,17 0,09 0,14 PM10 0,41 1,12 0,15 0,06 0,30 PM1.3 0,39 1,07 0,15 0,05 0,29 PM0.39 0,26 0,71 0,10 0,03 0,20 PM10 0,51 1,09 0,04 0,05 0,85 PM1.3 0,45 0,89 0,04 0,05 0,81 PM0.39 0,31 0,63 0,02 0,03 0,55 PM10 0,42 0,82 0,07 0,16 0,62 PM1.3 0,35 0,62 0,06 0,15 0,59 PM0.39 0,25 0,47 0,04 0,07 0,41 PM10 0,20 0,40 0,00 PM1.3 0,10 0,20 0,00 PM0.39 0,05 0,10 0,00 PM10 2,15 8,30 0,15 0,06 0,09 PM1.3 2,12 8,24 0,13 0,05 0,07 PM0.39 1,50 5,84 0,08 0,03 0,04 Classe TRV TRF NAR SPO MAR PGF PGC GUB BRU PM10 0,18 0,33 0,07 0,02 0,29 PM1.3 0,15 0,25 0,06 0,02 0,28 PM0.39 0,11 0,17 0,05 0,01 0,19 PM10 0,66 1,51 0,08 0,07 0,99 PM1.3 0,60 1,31 0,08 0,06 0,94 PM0.39 0,43 1,01 0,07 0,05 0,61 PM10 0,76 PM1.3 0,56 PM0.39 0,39 95 Finito di stampare nel maggio 2012 a Cerbara (PG) da GESP srl per conto di Arpa Umbria Caratteristiche morfologiche e chimiche delle polveri fini in Umbria Caratteristiche morfologiche e chimiche delle polveri fini in Umbria Caratteristiche morfologiche e chimiche delle polveri fini in Umbria Arpa Umbria / Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale Università degli Studi di Perugia Università degli studi di Perugia Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale