Parco dei Nebrodi I Monti Nebrodi, con i Peloritani ad est e le Madonie ad ovest, costituiscono l’Appennino siculo. Essi si affacciano, a nord, direttamente sul Mar Tirreno, mentre il loro limite meridionale è segnato dall’Etna, in particolare dal fiume Alcantara e dall’alto corso del Simeto. Gli elementi principali che più fortemente caratterizzano il paesaggio naturale sono la dissimmetria dei vari versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima vegetazione ed i numerosi ambienti umidi. L’andamento orografico, lungo circa 70 km., è caratterizzato dalla dolcezza dei rilievi, dovuta alla presenza di estesi banchi di rocce argilloso-arenacee: le cime, che raggiungono con Monte Soro la quota massima di 1847 metri s.l.m., presentano fianchi arrotondati con estese terrazze sommitali e si aprono in ampie vallate solcate da innumerevoli fiumare che sfociano nel Mar Tirreno. Laddove, però, predominano gli affioramenti calcari, il paesaggio assume aspetti dolomitici, con profili irregolari e forme aspre e fessurate. E’ questo il caso di Monte San Fratello (716 metri s.l.m.) e, soprattutto, delle Rocche del Crasto (1315 metri s.l.m.). Sono 23 i Comuni il cui territorio ricade all’interno dell’area protetta: - 18 in provincia di Messina (Acquedolci, Alcara Li Fusi, Capizzi, Caronia, Cesarò, Floresta, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mistretta, Sant’Agata Militello, Santa Domenica Vittoria, San Fratello, San Marco d'Alunzio, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Tortorici, Ucria), - 3 in provincia di Catania (Bronte, Maniace, Randazzo), - 2 in provincia di Enna (Cerami, Troina). Sulla base del censimento del 2001, in questi Comuni risiede una popolazione complessiva di 96.532 abitanti con una densità media di 56,5 abitanti per Km2. I centri più popolosi sono Bronte (18.512 abitanti), Sant’Agata Militello (12.876) e Randazzo (11.223); quelli più piccoli Longi (1.653), San Teodoro (1.578), Santa Domenica Vittoria (1.173) e Floresta (637). Il Comune più basso è Sant’Agata Militello (m. 25 s.l.m.), quello più alto Floresta (m. 1.275 s.l.m.), che è anche il più alto della Sicilia. Con Decreto dell'Assessore Regionale del Territorio e dell'Ambiente n.67/GAB del 08.03.05 sono entrati a far parte del territorio del Parco i Comuni di Troina (in provincia di Enna) ed Acquedolci (in provincia di Messina). Con il medesimo Decreto è stato altresì ampliato il territorio del Comune di Cerami ricadente all'interno dell'area protetta. Manifestazioni folkloristiche I paesi dei Nebrodi conservano, sorprendentemente, vere e proprie “reliquie” di comportamenti e di rituali antichi, che rivestono notevole interesse etnoantropologico. Spicca, innanzitutto, per originalità la Festa del Muzzuni di Alcara Li Fusi (24 giugno). Il muzzuni consiste in una brocca di terracotta col capo mozzato, all’interno della quale viene collocato del grano fatto germogliare al buio. Ricoperto con un fazzoletto di seta ed arricchito con gli ori di famiglia, esso viene esposto nei quartieri su una sorta di altare, addobbato con le caratteristiche pizzare. Attorno a questo arcaico simbolo della fertilità, vengono intonati canti polifonici (chianote), si beve vino, s’intrecciano rapporti di comparatico, ci si scambia promesse d’amore sino a notte fonda. La festa si svolge la notte di San Giovanni e reca evidenti i segni di rituali propiziatori (solstizio d’estate), connessi alla fertilità e all’amore, ove elementi di antichi culti in onore di Demetra e Dioniso si fondono con quelli cristiani, sino a trasformare lo stesso muzzuni in simbolo della decapitazione di San Giovanni Battista. Molto suggestivi sono i riti pasquali che si svolgono in tutte le comunità dei Nebrodi. Aprono la rassegna i Babbaluti (33 penitenti incappucciati) a S. Marco d’Alunzio (ultimo venerdì di marzo) e si concludono con U scontru (incontro festoso tra Cristo risorto e la Madonna) a Longi (domenica di Pasqua). A San Fratello, invece, (dal mercoledì al venerdì santo) impazzano i Giudei, vestiti con militaresche giubbe rosse, arricchite con vistosi ricami multicolori. Strombazzano per le vie del paese e disturbano con fare trasgressivo persino i riti liturgici. Si tratta di una drammatizzazione della Passione, deviata dall’antico copione e vissuta in modo collettivo, in cui i Giudei impersonano le forze del male che si oppongono allo svolgimento del sacro evento, fonte di salvezza per l’umanità. Le feste in onore dei Santi Patroni sono legate intimamente al territorio, svolgendosi, in gran parte, nel periodo di riposo della natura (luglio-agosto). Esse coinvolgono emotivamente tutta la comunità, mettendo in rilievo elementi teatrali d’indubbio fascino. I simulacri dei Patroni vengono portati a spalla su pesantissime vare, di corsa (S. Biagio a Militello Rosmarino, S. Sebastiano a Mistretta e Tortorici) o a passi lentissimi (S. Basilio a S. Marco d’Alunzio, S. Calogero a Cesarò, il Signore della Pietà ad Ucria, i Tre Santi a Galati Mamertino, S. Leone a Longi), addobbati con spighe intrecciate, piante aromatiche, colorati cordoni votivi o addirittura con dolci e provole (S. Biagio a Caronia, S. Nicolò ad Alcara Li Fusi, S. Sebastiano a Cerami). A Capizzi (26 luglio) la pesante vara di San Giacomo, portata a spalla, corre per gli stretti vicoli del paese, finché si scaglia ripetutamente, a mo’ di ariete, contro il muro di una casa e lo abbatte: segnale di grazie ricevute e di buon auspicio per il raccolto del prossimo anno. A Mistretta, la Madonna della Luce (8 settembre) viene accompagnata in processione dai danzanti mitici giganti fondatori Mitia e Cronos; a Randazzo (15 agosto), la Festa dell’Assunta è solennizzata da una enorme macchina, alta 20 metri, animata con personaggi viventi. Interessanti, inoltre, perché denotano un profondo ed ancestrale rapporto con la natura, i riti processionali con l’alloro (addarata), come a S. Marco d’Alunzio e, specialmente, a Tortorici, ove i fedeli, in onore di S. Silvestro, si recano (ultima domenica di maggio) nei boschi di S. Fratello e ritornano con addobbati rami di alloro, intonando canti polivocali. Affascinanti, infine, le “cavalcate”, affollati cortei votivi che si svolgono a Cerami, a S. Fratello ed a Capizzi. In quest’ultimo centro (2 settembre), una lunga di teoria di fedeli, con cavalli e muli riccamente bardati, si dirige verso il lontano bosco della Cannella per la celebrazione della festa di S. Antonio, per poi rientrare in paese, con una spettacolare sfilata di cavalieri che danno prova di destrezza e di equilibrio. Punti d'interesse Castello dell'Impallaccionata (837 m.sl.m.) Meglio conosciuto con il nome di Casina di pietratagliata, è un elegante edificio nobiliare a corpo unico, realizzato con blocchi di pietrame squadrato da maestri scalpellini. Esso costituisce un valido esempio della tipologia costruttiva dell'inizio del secolo. L'edificio è immerso in una cerreta. Leccete di Zerbetto, Malo Passo, Fossa del Lupo (1025 m., 1063 m., 1209 m.s l.m.) La presenza del leccio in questo areale del territorio del comune di San Fratello è doppiamente eccezionale: in primo luogo, perchè la specie sui Nebrodi non costituisce mai soprassuoli di così vasta estensione (circa 250 ettari), pur essendo frequente allo stato sporadico; in secondo luogo, perchè si verifica, nella successione altitudinale, un singolare fenomeno che i botanici chiamano "inversione vegetazionale"; la lecceta, infatti, si rinviene ad una quota insolitamente elevata, superiore a quella della cerreta. Lago Maulazzo (1400 m.s.1.m.) Sito alle pendici nord-orientali di Monte Soro, è un invaso artificiale di circa 5 ettari, realizzato negli anni '80 dall'Amministrazione Forestale della Regione. Incastonato nella superba faggeta di Sollazzo Verde, ha acquistato notevole importanza sul piano naturalistico e paesaggistico. Monte Soro (1847 m.s.1.m.) E' la cima più alta dei Nebrodi. Si raggiunge tramite una strada asfaltata dal bivio di Portella Femmina Morta (1524 m.s.l.m.), posto sulla s.s. 289 San Fratello-Cesarò. Dalla vetta del verdissimo Monte Soro si offre un panorama vasto ed indimenticabile: a settentrione la costa tirrenica e le isole Eolie; ad est la Serra del Re che occlude la vista verso i Peloritani; a sud-est l'imponente sagoma dell'Etna che degrada verso la valle del Simeto; a sud la catena montuosa di Monti Erei e ad ovest quella delle Madonie. In una escursione a Monte Soro, è da non mancare la visita al monumentale Acero montano (Acer pseudoplatanus), uno dei più grandi d'Italia (22 metri di altezza e circa 6 metri di circonferenza). Lago Biviere (1278 m.s.l m ) Ricadente nel territorio del comune di Cesarò, il lago ha una superficie di circa 18 ettari e costituisce la zona umida d'alta quota di maggior valore naturalistico della Sicilia, anche per la particolarità del suo popolamento vegetale ed animale. La ricchissima flora è condizionata dalle variazioni periodiche del livello dell'acqua, che determinano una zonizzazione orizzontale della vegetazione in sei fasce, distinte in base alle varie specie dominanti. La presenza di acqua in una zona montana coperta da foreste di faggio rappresenta, inoltre, un punto di riferimento privilegiato per la vita di numerose specie di uccelli acquatici e per la sosta degli uccelli di passo durante le grandi trasvolate migratorie. Da segnalare un fenomeno naturale che si verifica nei mesi estivi, quando le acque del lago si colorano di rosso per la fioritura di una microalga chiamata scientificamente Euglena sanguinea. All'interesse naturalistico, il Biviere unisce indubbi pregi panoramici, circondato com'è da impenetrabili popolamenti di piante idrofile, dominato da maestosi faggi ed aperto a nord verso grandiosi paesaggi. Bosco di Mangalaviti (1518 m.s.l.m) Serra del Re (1754 m.s.l.m.) Luoghi di straordinaria bellezza e di grandissima suggestione, ricadenti nel territorio del comune di Longi (in gran parte) e del comune di Bronte. Alle quote inferiori, vetuste cerrete con ragguardevoli esemplari, ed a quelle più alte, senza soluzione, fittissime ed imponenti faggete, frammiste ad Aceri, Frassini, Agrifogli, Perastri, Meli selvatici e Tassi. Ricca la vegetazione ripariale lungo i numerosi corsi d'acqua. Il bosco, raggiungibile da Longi e da Galati Mamertino, attraverso Portella Gazzana (979 m.s.l.m.), riserva, inoltre, magnifici punti panoramici ed offre la possibilità per affascinanti escursioni. Rocche del Crasto (1315 m.s.l.m.) Formazioni rocciose di natura calcarea, ardite e profondamente fessurate, ricadenti nel territorio dei comuni di Alcara Li Fusi, Longi e S. Marco d'Alunzio. Aspre ed inaccessibili architetture, sono siti di nidificazione di varie specie di rapaci e superpredatori. Grandiosi i panorami che si aprono sulla vetta. Fonte: www.parcodeinebrodi.it