Il Sole 24 Ore
IMPRESA E TERRITORI
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Il Sole 24 Ore
17 OTTOBRE 2015
Alimentare. Avanzano i negoziati con Pechino per superare le barriere e appianare gli ostacoli che
frenano le esportazioni
Le carni suine puntano sulla Cina
Lisa Ferrarini: le imprese italiane sono tra le più moderne sui protocolli di
sicurezza
pechino
Il terzo forum del Dialogo sino-italiano sulla sicurezza alimentare che si è svolto ieri a
Pechino nell'ambasciata italiana in concomitanza con la Giornata mondiale
dell'Alimentazione, ha toccato temi che stanno molto a cuore alle imprese italiane
attive nella produzione e trasformazione delle carni suine.
Si tratta di prodotti che da tempo faticano a entrare stabilmente nel mercato cinese ma
per i quali l'Italia è famosa nel mondo. Ma l'AQSIQ, la potente amministrazione
generale per la supervisione della qualità, l’ispezione e la quarantena di recente ha
dato parere favorevole sul questionario che rileva il rischio fitosanitario della carne
suina italiana, in pratica l'ostacolo per proseguire l'iter che deve portare all'avvio delle
esportazioni italiane in Cina.
Sarà una missione mista di una dozzina di giorni a stabilimenti suinicoli della
macroregione italiana del Nord, perché ci saranno anche funzionari del ministero
dell'Agricoltura.
Si tratta anche di un segnale positivo e di un concreto risultato delle decisioni prese
durante la visita a Pechino del viceministro, Carlo Calenda, lo scorso mese di marzo e
anche quelle del ministro degli Affari esteri Paolo Gentiloni.
L'Italia punta alla stesura e alla firma del protocollo bilaterale per avviare le
esportazioni italiane.
Ma anche il Forum di ieri è destinato a giocare un ruolo importante nel negoziato con
le autorità cinesi, la presenza delle massime autorità di Pechino, dei dirigenti del
ministero della Salute e dei rappresentanti di Federalimentare e Assica, già depone a
favore di questi sviluppi.
«La presenza della parte cinese è un'ulteriore prova della forte volontà italiana di
portare a compimento in tempi rapidi l'iter di questo importante dossier – dice al Sole
24 Ore Nicola Levoni, presidente di Assica -, ringrazio le nostre autorità qui a Pechino
per aver organizzato questo importante evento. Fondamentale la partecipazione del
nostro ministero della Salute e la collaborazione di Ice Pechino, questo è un momento
significativo per consolidare il dialogo e la collaborazione su tematiche di sicurezza
alimentare con le autorità di Pechino e per far sentire l'interesse da parte italiana verso
questo importante mercato. Le trattative per l'apertura del mercato cinese alle carni
suine e ai prodotti a breve stagionatura sono infatti in fase avanzata. Le 15 aziende
associate ad Assica presenti in delegazione a Pechino, hanno quindi potuto toccare con
mano l'interesse degli operatori economici cinesi per i nostri prodotti».
Per Luisa Ferrarini, vicepresidente di Confindustria, «si tratta di un mercato, quello
cinese, con grandi potenzialità da sviluppare, che ha finora compiuto solo lievi
aperture nei nostri confronti in oltre un decennio. È una situazione che non possiamo
accettare ancora a lungo: le imprese delle carni suine e della salumeria nazionale sono
tra le più moderne e all'avanguardia sui protocolli di sicurezza sia nella produzione sia
nel confezionamento e stoccaggio, un'eccellenza che è comprovata anche dagli
innumerevoli certificati di abilitazione all'export che le aziende guadagnano
costantemente per accedere agli altri mercati esteri. Un'eccellenza - spiega Luisa
Ferrarini - che viene quotidianamente monitorata dai controlli ufficiali a cui le aziende
sono sottoposte da parte degli organi ispettivi pubblici: un'organizzazione di verifica
in campo agroalimentare che la stessa Commissione europea riconosce come non
avere uguali tra i 28 Stati membri».
«Siamo lieti che i servizi cinesi abbiano manifestato disponibilità a una nuova
IL FORUM SINOITALIANO Levoni
(presidente Assica):
abbiamo potuto toccare
con mano l’interesse
degli operatori cinesi
per i prodotti made in
Italy
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missione di autorizzazione entro l'anno. I dialoghi in corso – continua Luisa Ferrarini rivelano la possibilità di poter aprire il mercato locale alle carni fresche suine della
macroregione del Nord: sarebbe un primo importante passo verso il riconoscimento da
parte della Cina del principio OIE di regionalizzazione delle malattie veterinarie.
Speriamo che la Cina possa prendere atto del generalizzato elevato livello di standard
di sicurezza che tutte le imprese del settore carni suine e salumi rispettano e si possa
così dare un impulso forte di apertura del mercato al made in Italy».
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Rita Fatiguso
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Le carni suine puntano sulla Cina