La valle del tartufo
EMILIA ROMAGNA VALLE DEL SAMOGGIA
di Marta Ghelma
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Al confine tra le province di Modena e Bologna, la valle del Samoggia
dà il meglio di sé durante la stagione autunnale. Tra abbazie, borghi
e calanchi, scopriamo il fascino di un mondo antico, fatto di boschi
e colline ricche di castagne, funghi e tartufi pregiati.
IDILLIO EMILIANO Paesaggio collinare sulla strada
che da Savigno porta alla frazione Bortolani.
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A
l chiaro di luna, in silenzio, a Savigno inizia la “cerca” del tartufo. E
non di uno qualsiasi, bensì del re del bosco, quel
Tartufo Bianco Pregiato che, ogni week-end di
novembre, riempie di profumo le vie del paese
in occasione della sagra ad esso dedicata. Con
Gianluca Gentilini, presidente dell’Associazione
Tartufai, e la sua fidata Margot, un lagotto romagnolo dal fiuto infallibile, c’inoltriamo tra salici
selvatici, querce e pioppi lasciandoci alle spalle
i candidi calanchi di Tiola e Maiola. È qui, tra i
boschi spruzzati dalla rugiada autunnale, lungo i
rii, i fossi e i canali, dove l’ambiente è più umido
e chiuso, che si crea quella “magica” simbiosi tra
le ife del micelio e le radici degli
alberi. Grazie alla telepatia che,
dopo anni di scambio reciproco,
lega il cane all’uomo, Margot
si destreggia tra le “bollate” incalzata, di tanto in tanto, da un
affettuoso «Vai, Margottina!».
Solo a Savigno, uno dei comuni
più “tartufigeni” della valle del
Samoggia, insieme a Castello di
Serravalle e Monte San Pietro,
ci sono circa duecento tartufai,
un manipolo d’appassionati che,
da ottobre a dicembre, parte
con l’inseparabile zappetto alla ricerca di “piastrelle” (tartufo
EMILIA- Bologna
Samoggia
ROMAGNA
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piatto) e “balotte” (tartufo a sfera). «Per mezzo
dell’associazione», commenta Gianluca, «promuoviamo azioni di tutela dell’ambiente del tartufo, prendendo in affitto e gestione ettari di boschi. La “cerca” è una passione scritta nel DNA di
Savigno che vogliamo tramandare e conservare
libera». Nel frattempo, oltre le bancarelle che affollano la piazza, i clienti di “Amerigo” reclamano
l’ospite d’onore; al richiamo dello chef: «Alberto,
c’è da grattare!», il titolare della storica osteria di
via Marconi s’avvicina ai tavoli per servire la tanto
attesa spolverata. C’è chi aspetta con impazienza l’arrivo dell’autunno per bissare l’ebbrezza del
suo uovo al tartufo bianco, chi è in coda per acquistare una balotta e chi, estasiato dalla geometria della dispensa, si perde tra vasetti di cipolline
all’aceto balsamico di Modena e
porzioni di ragù bolognese. Alla
soglia dei settantasette anni, dal
giorno in cui Amerigo e Agnese
aprirono i battenti, quest’osteria
resta ancora un seducente “bosco delle meraviglie”, così come
l’ha immaginato lo scenografo
Gino Pellegrini dipingendo la sala da pranzo al primo piano.
È il bosco, così come i vigneti,
i cereseti e i terreni agricoli coltivati, a rendere questa valle di
confine tra le provincie di Modena e Bologna, una vera e propria
riserva di “cose buone”. Se al
suo debutto, la Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato
di Savigno e dei Colli Bolognesi contava un solo banchetto
ricolmo di tartufi, caldarroste
e tigelle, dopo ventisette anni
il paese si è trasformato in un
grande stand per accogliere
decine d’ambulanti e punti di ristoro. Occasione
unica per fare scorta di crescentine, marroni, funghi e tartufi o imparare la ricetta del borlengo, una
sorta di grossa crêpe condita con un impasto di
pancetta e lardo macinati con aglio, rosmarino e
una spolverata di Parmigiano Reggiano. Siamo in
Emilia Romagna e anche la valle del Samoggia
non delude in quanto a tradizioni gastronomiche,
come il vino dei Colli Bolognesi DOC, il rinfrescante Pignoletto, fino ai pani e ai dolci ricavati
dalle farine e dai cereali macinati a pietra nei vecchi mulini ad acqua delle frazioni Bortolani, Vedegheto e Rodiano. Malgrado ciò, il frate francescano che ci accompagna nella visita dell’abbazia di
Monteveglio riesce a evitare i vizi di gola con un
semplice guizzo d’umorismo: «lo sa, noi mangiamo ciò che passa il convento». Questua sì, ma
ripagata dall’essere in un luogo incantevole, una
sorta di tempio del silenzio conficcato nel cuore
di un parco regionale ricamato di sentieri e verdi
praterie. «Nelle giornate di cielo limpido, dal loggiato dell’abbazia, si riescono a vedere il monte
Baldo, i colli Euganei, fino alle
città di Modena e Bologna.»,
commenta il frate: «senza dubbio, il panorama più bello che
potesse capitarmi».
Tesori di cultura
Gente soddisfatta, orgogliosa,
appagata di far parte di questo “piccolo mondo
antico” legato alle tradizioni di sempre, senza rinunciare a un tocco di novità e impegno personale. È un caso emblematico del giovane Franco
Calanca che, da restauratore di mobili antichi e
appassionato di cornamusa scozzese, è rimasto
uno dei pochi artigiani italiani a saper costruire
e riparare strumenti musicali ad ancia. In particolare, grazie al maestro Leonardo Rosciglione,
ha imparato a fabbricare le pive, una variante della cornamusa che ebbe il suo periodo di
massima espansione nel XV-XVI secolo tra Emilia, Romagna e Veneto. Il suo suono, pressoché
scomparso dagli anni Cinquanta, rivive durante il
“Pivaraduno”, l’evento dedicato allo strumento,
con le musiche tradizionali rivisitate da gruppi
locali quali Le Pive nel Sacco, Lanterna Magica
e Cisalpiper. Un patrimonio culturale profondo
che, annualmente, riemerge per mostrare i propri
tesori, proprio come quel Tuber magnatum pico
che, all’arrivo dell’autunno, i samoggini attendono con fiducia.
TEMPIO DEL SILENZIO Il chiostro dell’abbazia di Monteveglio. Sopra: tartufi neri della valle del Samoggia. Nella
pagina a fianco, in alto: il mastio di Castello di Serravalle; in basso: il tartufaio Gianluca Gentilini con la sua Margot.
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VOLTE MEDIEVALI La cripta dell’abbazia di Monteveglio (XI-XII sec.). In basso, in senso orario: funghi porcini;
sagra del Tartufo Bianco Pregiato di Savigno; tigelle; marroni. Nella pagina a fianco, in alto in senso orario: prodotti
tipici alla Bottega del Macellaio di Savigno; spazzolata di tartufi bianchi; si sfornano le “Streje” alla sagra; uovo
“montato” cosparso di tartufo bianco; in basso, in senso orario: Alberto, conduttore della trattoria Da Amerigo;
Franco Calanca mentre prova una sua Piva; la sala del “bosco delle meraviglie” della trattoria “Da Amerigo”.
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Uovo “montato” al tartufo bianco
Ingredienti (4 pers.): 4 uova, 75 g di burro, 40 g di farina “00”, ½ litro di latte, 120 g di Parmigiano Reggiano,
35 g di tartufo bianco, sale. Sciogliere 60 g di burro in un pentolino con la farina e incorporare lentamente il latte
caldo evitando che si formino grumi; portare ad ebollizione, continuando a mescolare con un cucchiaio di legno.
Dopo due minuti dall’ebollizione, togliere dal fuoco e incorporare il Parmigiano Reggiano. Separare gli albumi
dai tuorli, mantenendo i rossi integri, quindi montare gli albumi con lo sbattitore, aggiungendo un pizzico di
sale. Imburrare quattro stampi d’alluminio e riempirli con l’albume montato a neve, fino a raggiungere i bordi
superiori. Pareggiata la superficie, creare un invaso centrale dove posare il tuorlo d’uovo intero, poi ricoprire con
il rimanente albume e infornare a 150° per cinque minuti. Nel frattempo tritare 7 g di tartufo da aggiungere al
parmigiano fuso. Servire l’uovo con due cucchiai di salsa calda sul fondo del piatto e distribuire equamente i 28
g di lamelle di tartufi.
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Gli itinerari
e P
anaro
A1, Modena
S.to Stefano
A. Crespellani
569
Bazzano
To r r.
um
Bologna,
Crespellano
Fi
78
Samoggia
Savignano
sul Panaro
Parco
Monteveglio
Regionale
Vignola,
Maranello
dell’Abbazia
Il primo itinerario è un percorso in auto lungo la
valle del Samoggia che, composta dai sei comuni di Crespellano, Bazzano, Monte San Pietro,
Monteveglio, Savigno e Castello di Serravalle, fa
parte del territorio appenninico della provincia di
Bologna. Il secondo percorso propone una passeggiata all’abbazia di Monteveglio, un eremo di
quiete immerso nell’omonimo Parco Regionale.
Percorribili tutto l’anno, questi itinerari offrono il
meglio in autunno, quando i boschi abbondano
di funghi e castagne e sul terreno tartufigeno
intorno a Savigno s’apre la “cerca” del “Tartufo
Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi”, re delle sagre valligiane.
di Monteveglio
Zappolino,
Fognano
Ecomuseo della
Collina e del Vino
Castelletto
Bersagliera
Sant’Apollinare
Orto Medievale
Castello di
Serravalle
Cuzzano
Maiola
Tiola
C. Moretti
Primo
itinerario
Proseguimento
ai mulini
Punto di
partenza
S
am
o
gg
ia
Ponzano
Tintoria
Punto di
arrivo
T
r
or
.
Savigno
Secondo
itinerario
Abbazia
San Matteo
Borgo
fortificato
Castello,
rocca
Chiesa
27
Giardino,
parco
S. Prospero
Mercato
Mulino ad
acqua
Museo
Obelisco
Panorama
Bortolani
il Notaro
le Rovine
Vedegheto
Tartufo
Villa,
palazzo
0
1
chilometri
30
Tolè
2
il Dottore
Rodiano
Primo itinerario: la valle del Samoggia
Punto di partenza: Bazzano
Punto di arrivo: Savigno
Lunghezza: 60 km circa
Durata: due giorni
L’itinerario inizia a Bazzano, raggiungibile da Bologna seguendo la SP 569, in direzione VignolaMaranello. Paese di confine tra le province di Bologna e Modena e tra la Pianura Padana e le colline, sorge lungo il torrente Samoggia, affluente
del Reno. L’abitato di Bazzano è dominato dalla
rocca, la cui prima menzione risale al 1019, anche se l’aspetto attuale risale all’epoca rinascimentale, quando la nobile famiglia dei Bentivoglio
trasformò l’antico castrum in elegante residenza
signorile. Influenzata dalla contesa che, per lungo
tempo, vide opporsi Modena e Bologna, la rocca fu più volte distrutta, ricostruita e rafforzata.
Trecentesche sono la torre a pianta quadrata che
s’affaccia sul cortile interno, la Torre dell’Orologio
(ex cassero), il cui meccanismo è ottocentesco,
e alcuni tratti delle mura. L’arco, sapientemente
ricostruito in stile antico, dà accesso al cortile del
Rivellino, con la cappella dedicata alla Vergine
Maria e la Via Crucis lignea. Gli affreschi al piano
superiore della rocca sono d’epoca bentivolesca
(1490), così come le decorazioni, i merli a coda
di rondine e gli stemmi araldici che ornano le
mura esterne. Passando all’interno, la più ampia
è senz’altro la Sala dei Giganti che, con gli affreschi a tema militare e le sue colonne, servì dapprima come sala di giustizia e, successivamente,
quale sede del teatro bazzanese. La rocca altresì
ricoprì, nei secoli, varie funzioni: amministrative
(sede del Capitanato della Montagna dal 1508),
giudiziarie, militari, diventando perfino, nel 1630, un
lazzaretto per gli appestati.
Al piano terra, le sale degli
Stemmi, del Camino, del
Ghepardo e delle Ghirlande
custodiscono gli affreschi
che celebrano l’unione di
Giovanni Bentivoglio e Ginevra Sforza. La cosiddetta
Sala del Foscolo conserva il ricordo di quando,
nel 1799, gli austriaci v’incarcerarono il celebre
poeta. Nella rocca è collocato il Museo Civico
Archeologico Arsenio Crespellani, dedicato
all’archeologo modenese che, nel 1873, fondò la
società che inaugurò le campagne di scavi nel
territorio bazzanese. Lo spazio espositivo comprende quattro sale, con reperti che spaziano
dalle epoche protostorica, romana e medievale
fino ai periodi rinascimentali, risorgimentali e moderni. Spazio culturale di primo piano, la rocca di
Bazzano ospita anche la mediateca intercomunale, l’archivio storico comunale e l’associazione
musicale Arte dei Suoni, diretta da Teresio Testa.
Qui, ha sede la scuola di cornamuse e tamburi scozzesi, dov’è nata la Bazzano Castle Pipe
Band, diretta dal maestro Alberto Massi. Proseguendo oltre la Torre dell’Orologio e la cappella della Vergine, ci s’imbatte nel busto del noto
costruttore d’auto da corsa d’origine bazzanese
Amedeo Gordini detto le Sorcier, il mago. Nei
pressi delle superstiti mura
trecentesche, poi, si trova
la vecchia cisterna in pietra
detta il “pozzo del castellaccio”. Compresa nel complesso della rocca, la chiesa di
Santo Stefano risalirebbe,
secondo alcune testimonianze, all’VIII secolo. All’interno
della canonica, infatti, è custodito un frammento scultoreo erratico d’epoca
longobarda. Verosimilmente, è stata più volte rimaneggiata e ha raggiunto l’assetto attuale durante i secoli XVI - XVII. Il campanile risale alla
prima metà del XVIII secolo, mentre la ricostruzione della facciata è avvenuta dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il centro storico della città, pregevole anche per i suoi
oratori, come Santa Maria del Suffragio in piazza
Garibaldi, e le ville nobiliari, fra cui villa Tanari,
(numerose anche nell’area comunale di Crespellano) il sabato mattina ospita il secondo mercato
della provincia di Bologna, attivo dal 1576. Lasciata Bazzano, percorrere la SP78, che diventa
SP70, per 11 km fino a raggiungere Castello di
Serravalle. L’antico borgo fortificato sorge su
un colle dominato dal castello e conserva la vecchia cerchia muraria (lunga mezzo chilometro),
la porta ogivale con l’antico ponte levatoio e il
cassero. Eretto tra l’XI e il XII secolo, poi ricostruito nel 1271 e successivamente rimaneg-
ENTRO LE MURA La chiesa del castello di Bazzano. In alto: il museo archeologico Arsenio Crespellani.
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giato, questo maniero ebbe
diversi proprietari e subì le
vicende belliche che videro
fronteggiarsi Modena e Bologna, così come altri centri
di potere e casate nobiliari.
Le mura di cinta, alle quali
s’accede oltrepassando l’arco d’ingresso, conservano la
trecentesca torre trapezoidale e il palazzo della famiglia nobiliare Boccadiferro, più volte restaurato. Nelle vicinanze, l’antica
casa del Capitano della Montagna (1235) ospita
l’Ecomuseo della Collina e del Vino, uno spazio
strutturato in nove aree che raccontano l’interazione locale tra uomo, ambiente e territorio. Per
mezzo di pannelli esplicativi, oggetti - simbolo e
degustazioni di prodotti tipici, s’attraversa l’evoluzione architettonica, paesaggistica e sociale
dell’area di Castello di Serravalle e dintorni. Passeggiando per il borgo antico, con le sue case di
pietra, gli antichi pozzi e le strade acciottolate,
s’incontra l’Orto Medievale. Chi visita questo
orto - giardino, ricostruito secondo i raccolti e le
simbologie medievali, può farsi un’idea della varietà e delle tecniche con le quali erano coltivati
i prodotti intorno al 1300. Nel cosiddetto Hortus
conclusus, cioè circondato da mura, crescono
diverse qualità di fiori (“giardino delle delizie”),
piante medicinali e aromatiche (“orto dei sem-
plici”) e ortaggi (“verziere”).
Dall’orto, così come dalla
vicina chiesa di San Pietro,
si gode uno splendido panorama sui vigneti, i ceraseti
e le campagne coltivate. A
Castelletto, il capoluogo del
comune di Castello di Serravalle, raggiungibile in 3,5 km
sulla SP70 (via Mercatello),
s’erge la chiesa di Sant’Apollinare. D’origine bizantina (VI - VIII sec.), fu fondata su un terrazzo
fluviale che domina la zona circostante; priorato
dal XIV secolo, conserva poco dell’originario stile
romanico poiché fu ampiamente ricostruita nel
Cinquecento e Settecento. La chiesa attuale presenta l’abside ottagonale, il campanile a guglia
e conserva, sulla cupola e sul catino dell’abside,
dipinti settecenteschi e affreschi ottocenteschi.
Castelletto, inoltre, è la base di partenza degli
itinerari tematici verso l’anfiteatro calanchivo
di Tiola, Maiola e Bersagliera, le case-torri di
Zappolino (Case Rosse e Casa Bertù), Ponzano
(Casa Moretti), Tintoria, Cuzzano, Gavazzano e
le chiese di Maiola, Tiola e Fagnano. Lasciata
Castelletto, seguire la SP70 per 13 km fino alla
città di Savigno, capitale regionale del prezioso
Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi. Il
centro città, raccolto intorno alla piazza mercatale 15 Agosto, con la chiesa - oratorio di San
CHIESA E CALANCHI Sant’Apollinare (VI-XVII sec.) a Castelletto. In alto: una sala dell’Ecomuseo della Collina
e del Vino di Castello di Serravalle; Nella pagina a fianco: si sforna il pane nel Mulino del Dottore.
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Matteo (1683) e l’obelisco in arenaria scolpito
da Tullio Golfarelli, è un elegante “salotto” adagiato in una conca naturale attraversata dal Samoggia. La ricchezza di torrenti e rii giustifica la
presenza, in alcune frazioni di Savigno, di vecchi
mulini ad acqua, alcuni dei quali ancora funzionanti. Proseguendo per 10 km, in direzione di
Tolè sulla SP27, si giunge in frazione Bortolani
dove si conserva il Mulino del Notaro, mentre
nella vicina Vedegheto (4 km) c’è il Molino delle
Rovine. In frazione Rodiano, 4 km oltre Vedegheto, il Mulino del Dottore presenta, all’interno
di un antico caseggiato con torre, quattro macine
in pietra azionate dal torrente Venola. Qui, come
un tempo, si macinano il grano, il farro e il mais,
trasformandoli in pane e squisiti dolcetti (visite
guidate e attività didattiche su prenotazione).
Tornare, poi, sulla stessa strada fino a Savigno
(14 km), dove termina l’itinerario.
Secondo itinerario: all’abbazia
Punto di partenza: centro parco San Teodoro
Punto di arrivo: abbazia di Monteveglio
Dislivello: 150 m
Tempo di percorrenza: 30-40 min.
Difficoltà: facile
Segnavia: bianco e rosso
La salita all’abbazia inizia dal centro del Parco
Regionale dell’Abbazia di Monteveglio, ricavato nell’antico nucleo rurale di San Teodoro,
appena fuori dell’abitato di Monteveglio. Accanto alla sede amministrativa, sono sorti il Centro
di Educazione Ambientale, con la biblioteca
specializzata e il laboratorio didattico, e il Centro Visita, per ricevere informazioni sull’area e un
piccolo punto vendita con i prodotti delle aziende
agricole del parco. Dal centro seguire il sentiero di
campagna che, tra i prati e con vista sui calanchi
del fosso di San Teodoro, sale progressivamente
verso il colle, fino ad entrare in un bosco misto
che s’apre nei pressi della strada asfaltata. Attraversata la strada, il sentiero riprende in salita fino
all’oratorio della Beata Vergine di San Luca,
opera dei primi del Novecento. Poco oltre il cimitero di Monteveglio, si arriva davanti al portale ad
arco che dà accesso al castello e all’abbazia. Alla
destra dell’ingresso, nel torrione trecentesco, è
ospitato il Centro Visita del Castello di Monteveglio, con documenti e testimonianze storiche
sull’abbazia e il suo territorio. D’origine bizantina (VI sec.), il castello di Monteveglio giocò un
ruolo importante soprattutto durante il travagliato
periodo medievale, quando fu teatro di numerosi
scontri ed eroiche resistenze militari. La sua decadenza iniziò alla fine del XVII secolo, in seguito
alle distruzioni e alle epidemie di peste, per evitare le quali i montevegliesi eressero l’oratorio dei
santi Rocco e Sebastiano. Nota nei documenti
dal 973, dalla metà del XII secolo, l’abbazia di
Santa Maria di Monteveglio vide insediarsi una
comunità di monaci provenienti da San Frediano
di Lucca, seguiti, nel XV secolo, dai canonici regolari lateranensi. Dopo la Rivoluzione Francese
e la fase di decadenza, Monteveglio oggi ospita
una piccola comunità di frati francescani che,
su richiesta, accompagnano nella visita dell’abbazia e dei due chiostri, raccontando la vita monastica. La chiesa superiore in cotto ha tre navate ed è in stile romanico; di grande interesse
sono il crocifisso ligneo policromo sull’altare,
la sagrestia, con l’armadio, il leggio in legno intarsiato d’epoca quattrocentesca e la cripta. Risalente al X secolo, conserva tre file di colonne
con arcate, la mensa dell’altare, ricavata da una
lapide di marmo romana, e la fonte battesimale in
pietra d’età longobarda. Da non perdere, il chiostro quattrocentesco e quello romanico, con
gli splendidi loggiati, i pozzi in mattoni, i soffitti
lignei e le celle dei canonici.
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Come arrivare
In auto: da Bologna imboccare la SP 569
(Bazzanese) in direzione Vignola-Maranello,
fino a Bazzano; da Modena seguire la SS 623
(Vignolese) in direzione Spilamberto, quindi
proseguire sulla SP 569 fino a Bazzano; da
Milano: dall’autostrada A1 - uscita Modena
Sud -, imboccare la SS 623 per Spilamberto,
poi SP 569 per Bazzano; da Firenze, sull’autostrada A1 - uscita Bologna-Casalecchio -, imboccare la SP 569 fino a Bazzano. In autobus:
dall’autostazione di Bologna, linea 671 o 94
(per fermate, orari e tariffe, www.atc.bo.it). In
treno: dalla stazione centrale di Bologna, linea
suburbana Bologna-Vignola, fermata Bazzano.
Dove dormire
Castello di Serravalle: Azienda Agrituristica
La Tintoria, via Valle del Samoggia 5908, tel.
051.6708743, www.agriturismolatintoria.it, in
un’ex fienile posto in località Tintoria, quattro
camere e una suite con caminetto, travi di legno
e pavimenti di cotto creano un ambiente accogliente, doppia da 80 e. Savigno: Da Amerigo,
via Marconi 14/16, tel. 051.6708326, www.
amerigo1934.it, cinque camere in affitto in una
casa in pietra di via Roncadella, arredate in un
equilibrato mix tra antico e moderno, doppia da
70 a 110 e; Agriturismo La Marina, via Coste
1532, tel. 339.3829023, agriturismolamarina@
libero.it, agriturismo che produce vino, miele, ortaggi, frutta e confetture, e con mountain
bike, ping pong, doppia da 60 e. Monteveglio:
B&B Abbazia (nella foto), via San Rocco 12, tel.
051.6701024, www.trattoriadelborgomonteve
glio.it, nel borgo antico, due camere e un appartamento arredati con cura, terrazza con vista
sulla pianura, doppia sui 70 e; Agriturismo La
Stadira, via Acqua Fredda 17, tel. 051.831429,
www.agriturismolastadira.it, camere ampie e
luminose, con arredi in stile Anni Trenta, in un
agriturismo ai piedi delle colline, fattoria, possibilità di passeggiate
a cavallo, agri-bike e
trekking nel Parco Regionale dell’Abbazia di
Monteveglio, doppia da
65 a 80 e.
Cosa comprare
Strumenti musicali ad ancia vengono costruiti e riparati da Franco Calanca, via Valle
del Samoggia 5832/b, Castello di Serravalle,
tel. 051.6708265. Vini D.O.C. Colli Bolognesi e I.G.T. Emilia, specialmente Pignoletto
(nella foto), il vigneto autoctono, nelle varianti
frizzante (un classico con i tortellini in brodo)
e superiore fermo (ottimo con la mortadella),
nonché la grappa ottenuta dalle sue vinacce
sono prodotti all’Azienda Agricola Isola, via G.
Bernardi 3, frazione Mongiorgio, Monte San
Pietro, tel. 051.6768428. Parmigiano Reggiano stravecchio (36 e 24 mesi), stagionato e
fresco oppure nella seconda scelta, il “rigato”,
stagionato e fresco, il gran fresco (12 mesi), ot-
Cosa vedere
Bazzano: Fondazione Rocca dei Bentivoglio, via Contessa Matilde 10, Bazzano, tel.
051.836405 (rocca), tel. 051.836442 (museo),
tel. 051.836430 (mediateca), tel. 339.7612628
(per visite guidate), www.roccadeibentivo
glio.it; Bazzano Castle Pipe Band, all’interno della rocca, via Contessa Matilde 10, tel.
051.836445, www.bazzanopipeband.it, www.
artedeisuoni.org, stage, corsi e workshop di
cornamusa scozzese. Castello di Serravalle:
Ecomuseo della Collina e del Vino, Casa del
Capitano, via della Rocca, tel. 051.6710708,
www.comune.castellodiserravalle.bo.it; Orto
Medievale, tel. 333.4124915, www.ortomedievale.it. Savigno: Mostra Tematica del Tartufo,
via Marconi 24, tel. 051.6700811, aperta solo
in occasione della Sagra del Tartufo e su prenotazione; Il Mulino del Dottore, via Rodiano
843, Ca’ Bortolani, tel. 051.6706014, www.
ilmulinodeldottore.it. Monteveglio: Parco Regionale Abbazia di Monteveglio, via Abbazia
28, tel. 051.6701044, www.parcoabbazia.it.
Appuntamenti
Ottobre: nell’ambito della manifestazione Le
Stagioni del Tartufo, venerdì 8, a Castello di
Serravalle, visite culturali e lezioni sul tartufo
bianco pregiato della valle Samoggia, cene tipiche; domenica 10, a Castello di Serravalle,
Sagra dello Gnocco Fritto, Tartufesta a Vergato, con mercato prodotti, canti e danze, cene
a base di tartufo e Aspettando le 27, Sagra
del Tartufo Bianco di Savigno, a Savigno, con
rappresentanza degli espositori del mercato
del tartufo, e Mostra mercato del vecchio e
dell’antico, Mercato delle cose buone, aperitivi
e degustazioni al profumo di tartufo. Novembre: XXVII Sagra Nazionale del Tartufo Bianco
Pregiato di Savigno e dei Colli Bolognesi, a
Savigno, sabati e domeniche 7 - 13 - 14 - 20
- 21, con Mostra mercato del Tartufo, Mostra
mercato del vecchio e dell’antico, Mercato
delle Cose Buone, Raduno Nazionale Club Italiano Lagotto Romagnolo, Campionato Italiano
Ricerca del Tartufo, Raduno Nazionale di Camperisti e A caccia di tartufi, passeggiate con
tartufaio (tel. 333.3728356), per informazioni
www.comune.savigno.bo.it.
Indirizzi utili
Provincia di Bologna, via Zamboni 13, Bologna, tel. 051.6598111, www.provincia.bologna.
it. Unione di Comuni Valle del Samoggia, via
Marconi 70, Castello di Serravalle, www.cm-sa
moggia.bo.it, www.comune.castellodiserraval
le.bo.it, www.comune.bazzano.bo.it, www.co
mune.crespellano.bo.it, www.comune.monte
veglio.bo.it, www.comune.savigno.bo.it. Promappennino, via Mauro Tesi 1209, Zocca
(MO), tel. 059.986524, www.promappennino.it,
wwww.vacanzeemiliaromagna.com, www.escur
sioniemiliaromagna.com. Associazione Tartufai Savigno Valsamoggia, Savigno, tel.
320.4640744 (Presidente Gianluca Gentilini).
BLOCKNOTES
2-3 giorni
tutto l’anno
time ricotte di latte vaccino,
burro e yogurt si trovano al
Caseificio Cooperativo Case
Bortolani, via San Prospero,
Savigno, tel. 051.6706002.
Ottime carni e salumi, specialità al tartufo bianco
di Savigno sono prodotti e
venduti presso La Bottega
del Macellaio, via Marconi 2,
tel. 051.6708152, Savigno.
Si trovano ottimi tortellini, oltre che salumi,
alla Salumeria Mazzini, via della Libertà 4, Savigno, tel. 051.6708065. Funghi e tartufi freschi e surgelati da Appenino Funghi e Tartufi,
via Barozzi 2/l, Monteveglio, tel. 051.960984/5,
www.appenninofunghietartufi.it.
EMILIA ROMAGNA VALLE DEL SAMOGGIA
BLOCKNOTES
EMILIA ROMAGNA VALLE DEL SAMOGGIA
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Durata
Quando
Dove mangiare
Castello di Serravalle: Trattoria del Borlengo,
Castello di Serravalle, tel. 051.6704873, www.
trattoriadelborlengo.it, trattoria famigliare, specializzata in tigelle (caratteristico pane) e borlenghi (tipiche crêpe), tagliatelle al prosciutto e tortelloni alla contadina, tutto fatto in casa, menù
da 15 e; Agriturismo Ca’ Isotta, via Provvidenza
557, località Zappolino, Castello di Serravalle,
tel. 051.6703113, www.caisotta.it, la cuoca Ileana prepara i piatti tradizionali delle colline bolognesi utilizzando le materie prime e i vini prodotti dall’azienda agricola, splendida vista sulla
vallata di Serravalle e di Fagnano, menù da 25 a
30 e. Savigno: Da Amerigo, via Marconi 14/16,
Savigno, tel. 051.6708326, www.amerigo1934.
it, trattoria, dispensa e locanda di design, dal
1934 Amerigo è sinonimo di stile, buona tavola con prodotti di stagione e tartufi, menù
da 39 e 50 e carta a parte per il tartufo, es.
uova “Amerigo” al tartufo bianco 33 e; Trattoria
Lina, frazione Samoggia 2109/a, Savigno, tel.
051.6708025, www.trattorialina.it, trattoria tipica montanara, specialità funghi e tartufi, piatti
per celiaci, menù da 25 e (escluso il tartufo).
Monteveglio: Trattoria del
Borgo, via San Rocco 12,
tel. 051.6707982, www.
trattoriadelborgomonte
veglio.it, a pochi passi
dall’abbazia, ristorante e
b&b ospitati in una casa in
sasso, cucina modenese e
bolognese accompagnata
da vini locali, menù 25 e,
menù degustazione funghi
e tartufi 33 e.
Crespellano terra di Ville
La campagna di Crespellano (comune della valle del Samoggia raggiungibile da Bazzano in 10 minuti sulla SP
569) è costellata da pregevoli ville e dimore storiche, le più antiche delle quali risalgono al XV secolo. Palazzo Marescotti (ora Righini), con la suggestiva colombaia del Confortino, la villa-fortezza di Torre Cattanei (ora Stagni) e
palazzo Garagnani (gia’ Bentivogli Grassi), nel centro di Crespellano, sono i primi esempi della ricchezza nobiliare
che caratterizzava il territorio comunale. Al Cinquecento, poi, risalgono i nuclei originari di villa Aldrovandi Rinaldi Ceroni, immersa in uno splendido parco, l’armonico portico a tre archi di villa Banzi Beccadelli (ora Banzi
Beccadelli Grimaldi) e il ben conservato palazzo Stella (trasformato nel XVIII sec.). Le settecentesche Villa Turrini
Rossi Nicolaj, Villa Muratori Meriggiani e Villa Bianconi, precedono lo stile moderno ed elegante dalla fase otto
e novecentesca che caratterizza le ville Cavallini, Pedrazzi, Sapori, Lazzari e Spada. Info: per visitare le ville contattare il Comune di Crespellano, piazza Berozzi 3, tel. 051.6723011, [email protected].
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