La valle del tartufo EMILIA ROMAGNA VALLE DEL SAMOGGIA di Marta Ghelma 24 Al confine tra le province di Modena e Bologna, la valle del Samoggia dà il meglio di sé durante la stagione autunnale. Tra abbazie, borghi e calanchi, scopriamo il fascino di un mondo antico, fatto di boschi e colline ricche di castagne, funghi e tartufi pregiati. IDILLIO EMILIANO Paesaggio collinare sulla strada che da Savigno porta alla frazione Bortolani. 25 A l chiaro di luna, in silenzio, a Savigno inizia la “cerca” del tartufo. E non di uno qualsiasi, bensì del re del bosco, quel Tartufo Bianco Pregiato che, ogni week-end di novembre, riempie di profumo le vie del paese in occasione della sagra ad esso dedicata. Con Gianluca Gentilini, presidente dell’Associazione Tartufai, e la sua fidata Margot, un lagotto romagnolo dal fiuto infallibile, c’inoltriamo tra salici selvatici, querce e pioppi lasciandoci alle spalle i candidi calanchi di Tiola e Maiola. È qui, tra i boschi spruzzati dalla rugiada autunnale, lungo i rii, i fossi e i canali, dove l’ambiente è più umido e chiuso, che si crea quella “magica” simbiosi tra le ife del micelio e le radici degli alberi. Grazie alla telepatia che, dopo anni di scambio reciproco, lega il cane all’uomo, Margot si destreggia tra le “bollate” incalzata, di tanto in tanto, da un affettuoso «Vai, Margottina!». Solo a Savigno, uno dei comuni più “tartufigeni” della valle del Samoggia, insieme a Castello di Serravalle e Monte San Pietro, ci sono circa duecento tartufai, un manipolo d’appassionati che, da ottobre a dicembre, parte con l’inseparabile zappetto alla ricerca di “piastrelle” (tartufo EMILIA- Bologna Samoggia ROMAGNA 26 piatto) e “balotte” (tartufo a sfera). «Per mezzo dell’associazione», commenta Gianluca, «promuoviamo azioni di tutela dell’ambiente del tartufo, prendendo in affitto e gestione ettari di boschi. La “cerca” è una passione scritta nel DNA di Savigno che vogliamo tramandare e conservare libera». Nel frattempo, oltre le bancarelle che affollano la piazza, i clienti di “Amerigo” reclamano l’ospite d’onore; al richiamo dello chef: «Alberto, c’è da grattare!», il titolare della storica osteria di via Marconi s’avvicina ai tavoli per servire la tanto attesa spolverata. C’è chi aspetta con impazienza l’arrivo dell’autunno per bissare l’ebbrezza del suo uovo al tartufo bianco, chi è in coda per acquistare una balotta e chi, estasiato dalla geometria della dispensa, si perde tra vasetti di cipolline all’aceto balsamico di Modena e porzioni di ragù bolognese. Alla soglia dei settantasette anni, dal giorno in cui Amerigo e Agnese aprirono i battenti, quest’osteria resta ancora un seducente “bosco delle meraviglie”, così come l’ha immaginato lo scenografo Gino Pellegrini dipingendo la sala da pranzo al primo piano. È il bosco, così come i vigneti, i cereseti e i terreni agricoli coltivati, a rendere questa valle di confine tra le provincie di Modena e Bologna, una vera e propria riserva di “cose buone”. Se al suo debutto, la Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Savigno e dei Colli Bolognesi contava un solo banchetto ricolmo di tartufi, caldarroste e tigelle, dopo ventisette anni il paese si è trasformato in un grande stand per accogliere decine d’ambulanti e punti di ristoro. Occasione unica per fare scorta di crescentine, marroni, funghi e tartufi o imparare la ricetta del borlengo, una sorta di grossa crêpe condita con un impasto di pancetta e lardo macinati con aglio, rosmarino e una spolverata di Parmigiano Reggiano. Siamo in Emilia Romagna e anche la valle del Samoggia non delude in quanto a tradizioni gastronomiche, come il vino dei Colli Bolognesi DOC, il rinfrescante Pignoletto, fino ai pani e ai dolci ricavati dalle farine e dai cereali macinati a pietra nei vecchi mulini ad acqua delle frazioni Bortolani, Vedegheto e Rodiano. Malgrado ciò, il frate francescano che ci accompagna nella visita dell’abbazia di Monteveglio riesce a evitare i vizi di gola con un semplice guizzo d’umorismo: «lo sa, noi mangiamo ciò che passa il convento». Questua sì, ma ripagata dall’essere in un luogo incantevole, una sorta di tempio del silenzio conficcato nel cuore di un parco regionale ricamato di sentieri e verdi praterie. «Nelle giornate di cielo limpido, dal loggiato dell’abbazia, si riescono a vedere il monte Baldo, i colli Euganei, fino alle città di Modena e Bologna.», commenta il frate: «senza dubbio, il panorama più bello che potesse capitarmi». Tesori di cultura Gente soddisfatta, orgogliosa, appagata di far parte di questo “piccolo mondo antico” legato alle tradizioni di sempre, senza rinunciare a un tocco di novità e impegno personale. È un caso emblematico del giovane Franco Calanca che, da restauratore di mobili antichi e appassionato di cornamusa scozzese, è rimasto uno dei pochi artigiani italiani a saper costruire e riparare strumenti musicali ad ancia. In particolare, grazie al maestro Leonardo Rosciglione, ha imparato a fabbricare le pive, una variante della cornamusa che ebbe il suo periodo di massima espansione nel XV-XVI secolo tra Emilia, Romagna e Veneto. Il suo suono, pressoché scomparso dagli anni Cinquanta, rivive durante il “Pivaraduno”, l’evento dedicato allo strumento, con le musiche tradizionali rivisitate da gruppi locali quali Le Pive nel Sacco, Lanterna Magica e Cisalpiper. Un patrimonio culturale profondo che, annualmente, riemerge per mostrare i propri tesori, proprio come quel Tuber magnatum pico che, all’arrivo dell’autunno, i samoggini attendono con fiducia. TEMPIO DEL SILENZIO Il chiostro dell’abbazia di Monteveglio. Sopra: tartufi neri della valle del Samoggia. Nella pagina a fianco, in alto: il mastio di Castello di Serravalle; in basso: il tartufaio Gianluca Gentilini con la sua Margot. 27 VOLTE MEDIEVALI La cripta dell’abbazia di Monteveglio (XI-XII sec.). In basso, in senso orario: funghi porcini; sagra del Tartufo Bianco Pregiato di Savigno; tigelle; marroni. Nella pagina a fianco, in alto in senso orario: prodotti tipici alla Bottega del Macellaio di Savigno; spazzolata di tartufi bianchi; si sfornano le “Streje” alla sagra; uovo “montato” cosparso di tartufo bianco; in basso, in senso orario: Alberto, conduttore della trattoria Da Amerigo; Franco Calanca mentre prova una sua Piva; la sala del “bosco delle meraviglie” della trattoria “Da Amerigo”. 28 Uovo “montato” al tartufo bianco Ingredienti (4 pers.): 4 uova, 75 g di burro, 40 g di farina “00”, ½ litro di latte, 120 g di Parmigiano Reggiano, 35 g di tartufo bianco, sale. Sciogliere 60 g di burro in un pentolino con la farina e incorporare lentamente il latte caldo evitando che si formino grumi; portare ad ebollizione, continuando a mescolare con un cucchiaio di legno. Dopo due minuti dall’ebollizione, togliere dal fuoco e incorporare il Parmigiano Reggiano. Separare gli albumi dai tuorli, mantenendo i rossi integri, quindi montare gli albumi con lo sbattitore, aggiungendo un pizzico di sale. Imburrare quattro stampi d’alluminio e riempirli con l’albume montato a neve, fino a raggiungere i bordi superiori. Pareggiata la superficie, creare un invaso centrale dove posare il tuorlo d’uovo intero, poi ricoprire con il rimanente albume e infornare a 150° per cinque minuti. Nel frattempo tritare 7 g di tartufo da aggiungere al parmigiano fuso. Servire l’uovo con due cucchiai di salsa calda sul fondo del piatto e distribuire equamente i 28 g di lamelle di tartufi. 29 Gli itinerari e P anaro A1, Modena S.to Stefano A. Crespellani 569 Bazzano To r r. um Bologna, Crespellano Fi 78 Samoggia Savignano sul Panaro Parco Monteveglio Regionale Vignola, Maranello dell’Abbazia Il primo itinerario è un percorso in auto lungo la valle del Samoggia che, composta dai sei comuni di Crespellano, Bazzano, Monte San Pietro, Monteveglio, Savigno e Castello di Serravalle, fa parte del territorio appenninico della provincia di Bologna. Il secondo percorso propone una passeggiata all’abbazia di Monteveglio, un eremo di quiete immerso nell’omonimo Parco Regionale. Percorribili tutto l’anno, questi itinerari offrono il meglio in autunno, quando i boschi abbondano di funghi e castagne e sul terreno tartufigeno intorno a Savigno s’apre la “cerca” del “Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi”, re delle sagre valligiane. di Monteveglio Zappolino, Fognano Ecomuseo della Collina e del Vino Castelletto Bersagliera Sant’Apollinare Orto Medievale Castello di Serravalle Cuzzano Maiola Tiola C. Moretti Primo itinerario Proseguimento ai mulini Punto di partenza S am o gg ia Ponzano Tintoria Punto di arrivo T r or . Savigno Secondo itinerario Abbazia San Matteo Borgo fortificato Castello, rocca Chiesa 27 Giardino, parco S. Prospero Mercato Mulino ad acqua Museo Obelisco Panorama Bortolani il Notaro le Rovine Vedegheto Tartufo Villa, palazzo 0 1 chilometri 30 Tolè 2 il Dottore Rodiano Primo itinerario: la valle del Samoggia Punto di partenza: Bazzano Punto di arrivo: Savigno Lunghezza: 60 km circa Durata: due giorni L’itinerario inizia a Bazzano, raggiungibile da Bologna seguendo la SP 569, in direzione VignolaMaranello. Paese di confine tra le province di Bologna e Modena e tra la Pianura Padana e le colline, sorge lungo il torrente Samoggia, affluente del Reno. L’abitato di Bazzano è dominato dalla rocca, la cui prima menzione risale al 1019, anche se l’aspetto attuale risale all’epoca rinascimentale, quando la nobile famiglia dei Bentivoglio trasformò l’antico castrum in elegante residenza signorile. Influenzata dalla contesa che, per lungo tempo, vide opporsi Modena e Bologna, la rocca fu più volte distrutta, ricostruita e rafforzata. Trecentesche sono la torre a pianta quadrata che s’affaccia sul cortile interno, la Torre dell’Orologio (ex cassero), il cui meccanismo è ottocentesco, e alcuni tratti delle mura. L’arco, sapientemente ricostruito in stile antico, dà accesso al cortile del Rivellino, con la cappella dedicata alla Vergine Maria e la Via Crucis lignea. Gli affreschi al piano superiore della rocca sono d’epoca bentivolesca (1490), così come le decorazioni, i merli a coda di rondine e gli stemmi araldici che ornano le mura esterne. Passando all’interno, la più ampia è senz’altro la Sala dei Giganti che, con gli affreschi a tema militare e le sue colonne, servì dapprima come sala di giustizia e, successivamente, quale sede del teatro bazzanese. La rocca altresì ricoprì, nei secoli, varie funzioni: amministrative (sede del Capitanato della Montagna dal 1508), giudiziarie, militari, diventando perfino, nel 1630, un lazzaretto per gli appestati. Al piano terra, le sale degli Stemmi, del Camino, del Ghepardo e delle Ghirlande custodiscono gli affreschi che celebrano l’unione di Giovanni Bentivoglio e Ginevra Sforza. La cosiddetta Sala del Foscolo conserva il ricordo di quando, nel 1799, gli austriaci v’incarcerarono il celebre poeta. Nella rocca è collocato il Museo Civico Archeologico Arsenio Crespellani, dedicato all’archeologo modenese che, nel 1873, fondò la società che inaugurò le campagne di scavi nel territorio bazzanese. Lo spazio espositivo comprende quattro sale, con reperti che spaziano dalle epoche protostorica, romana e medievale fino ai periodi rinascimentali, risorgimentali e moderni. Spazio culturale di primo piano, la rocca di Bazzano ospita anche la mediateca intercomunale, l’archivio storico comunale e l’associazione musicale Arte dei Suoni, diretta da Teresio Testa. Qui, ha sede la scuola di cornamuse e tamburi scozzesi, dov’è nata la Bazzano Castle Pipe Band, diretta dal maestro Alberto Massi. Proseguendo oltre la Torre dell’Orologio e la cappella della Vergine, ci s’imbatte nel busto del noto costruttore d’auto da corsa d’origine bazzanese Amedeo Gordini detto le Sorcier, il mago. Nei pressi delle superstiti mura trecentesche, poi, si trova la vecchia cisterna in pietra detta il “pozzo del castellaccio”. Compresa nel complesso della rocca, la chiesa di Santo Stefano risalirebbe, secondo alcune testimonianze, all’VIII secolo. All’interno della canonica, infatti, è custodito un frammento scultoreo erratico d’epoca longobarda. Verosimilmente, è stata più volte rimaneggiata e ha raggiunto l’assetto attuale durante i secoli XVI - XVII. Il campanile risale alla prima metà del XVIII secolo, mentre la ricostruzione della facciata è avvenuta dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il centro storico della città, pregevole anche per i suoi oratori, come Santa Maria del Suffragio in piazza Garibaldi, e le ville nobiliari, fra cui villa Tanari, (numerose anche nell’area comunale di Crespellano) il sabato mattina ospita il secondo mercato della provincia di Bologna, attivo dal 1576. Lasciata Bazzano, percorrere la SP78, che diventa SP70, per 11 km fino a raggiungere Castello di Serravalle. L’antico borgo fortificato sorge su un colle dominato dal castello e conserva la vecchia cerchia muraria (lunga mezzo chilometro), la porta ogivale con l’antico ponte levatoio e il cassero. Eretto tra l’XI e il XII secolo, poi ricostruito nel 1271 e successivamente rimaneg- ENTRO LE MURA La chiesa del castello di Bazzano. In alto: il museo archeologico Arsenio Crespellani. 31 giato, questo maniero ebbe diversi proprietari e subì le vicende belliche che videro fronteggiarsi Modena e Bologna, così come altri centri di potere e casate nobiliari. Le mura di cinta, alle quali s’accede oltrepassando l’arco d’ingresso, conservano la trecentesca torre trapezoidale e il palazzo della famiglia nobiliare Boccadiferro, più volte restaurato. Nelle vicinanze, l’antica casa del Capitano della Montagna (1235) ospita l’Ecomuseo della Collina e del Vino, uno spazio strutturato in nove aree che raccontano l’interazione locale tra uomo, ambiente e territorio. Per mezzo di pannelli esplicativi, oggetti - simbolo e degustazioni di prodotti tipici, s’attraversa l’evoluzione architettonica, paesaggistica e sociale dell’area di Castello di Serravalle e dintorni. Passeggiando per il borgo antico, con le sue case di pietra, gli antichi pozzi e le strade acciottolate, s’incontra l’Orto Medievale. Chi visita questo orto - giardino, ricostruito secondo i raccolti e le simbologie medievali, può farsi un’idea della varietà e delle tecniche con le quali erano coltivati i prodotti intorno al 1300. Nel cosiddetto Hortus conclusus, cioè circondato da mura, crescono diverse qualità di fiori (“giardino delle delizie”), piante medicinali e aromatiche (“orto dei sem- plici”) e ortaggi (“verziere”). Dall’orto, così come dalla vicina chiesa di San Pietro, si gode uno splendido panorama sui vigneti, i ceraseti e le campagne coltivate. A Castelletto, il capoluogo del comune di Castello di Serravalle, raggiungibile in 3,5 km sulla SP70 (via Mercatello), s’erge la chiesa di Sant’Apollinare. D’origine bizantina (VI - VIII sec.), fu fondata su un terrazzo fluviale che domina la zona circostante; priorato dal XIV secolo, conserva poco dell’originario stile romanico poiché fu ampiamente ricostruita nel Cinquecento e Settecento. La chiesa attuale presenta l’abside ottagonale, il campanile a guglia e conserva, sulla cupola e sul catino dell’abside, dipinti settecenteschi e affreschi ottocenteschi. Castelletto, inoltre, è la base di partenza degli itinerari tematici verso l’anfiteatro calanchivo di Tiola, Maiola e Bersagliera, le case-torri di Zappolino (Case Rosse e Casa Bertù), Ponzano (Casa Moretti), Tintoria, Cuzzano, Gavazzano e le chiese di Maiola, Tiola e Fagnano. Lasciata Castelletto, seguire la SP70 per 13 km fino alla città di Savigno, capitale regionale del prezioso Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi. Il centro città, raccolto intorno alla piazza mercatale 15 Agosto, con la chiesa - oratorio di San CHIESA E CALANCHI Sant’Apollinare (VI-XVII sec.) a Castelletto. In alto: una sala dell’Ecomuseo della Collina e del Vino di Castello di Serravalle; Nella pagina a fianco: si sforna il pane nel Mulino del Dottore. 32 Matteo (1683) e l’obelisco in arenaria scolpito da Tullio Golfarelli, è un elegante “salotto” adagiato in una conca naturale attraversata dal Samoggia. La ricchezza di torrenti e rii giustifica la presenza, in alcune frazioni di Savigno, di vecchi mulini ad acqua, alcuni dei quali ancora funzionanti. Proseguendo per 10 km, in direzione di Tolè sulla SP27, si giunge in frazione Bortolani dove si conserva il Mulino del Notaro, mentre nella vicina Vedegheto (4 km) c’è il Molino delle Rovine. In frazione Rodiano, 4 km oltre Vedegheto, il Mulino del Dottore presenta, all’interno di un antico caseggiato con torre, quattro macine in pietra azionate dal torrente Venola. Qui, come un tempo, si macinano il grano, il farro e il mais, trasformandoli in pane e squisiti dolcetti (visite guidate e attività didattiche su prenotazione). Tornare, poi, sulla stessa strada fino a Savigno (14 km), dove termina l’itinerario. Secondo itinerario: all’abbazia Punto di partenza: centro parco San Teodoro Punto di arrivo: abbazia di Monteveglio Dislivello: 150 m Tempo di percorrenza: 30-40 min. Difficoltà: facile Segnavia: bianco e rosso La salita all’abbazia inizia dal centro del Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio, ricavato nell’antico nucleo rurale di San Teodoro, appena fuori dell’abitato di Monteveglio. Accanto alla sede amministrativa, sono sorti il Centro di Educazione Ambientale, con la biblioteca specializzata e il laboratorio didattico, e il Centro Visita, per ricevere informazioni sull’area e un piccolo punto vendita con i prodotti delle aziende agricole del parco. Dal centro seguire il sentiero di campagna che, tra i prati e con vista sui calanchi del fosso di San Teodoro, sale progressivamente verso il colle, fino ad entrare in un bosco misto che s’apre nei pressi della strada asfaltata. Attraversata la strada, il sentiero riprende in salita fino all’oratorio della Beata Vergine di San Luca, opera dei primi del Novecento. Poco oltre il cimitero di Monteveglio, si arriva davanti al portale ad arco che dà accesso al castello e all’abbazia. Alla destra dell’ingresso, nel torrione trecentesco, è ospitato il Centro Visita del Castello di Monteveglio, con documenti e testimonianze storiche sull’abbazia e il suo territorio. D’origine bizantina (VI sec.), il castello di Monteveglio giocò un ruolo importante soprattutto durante il travagliato periodo medievale, quando fu teatro di numerosi scontri ed eroiche resistenze militari. La sua decadenza iniziò alla fine del XVII secolo, in seguito alle distruzioni e alle epidemie di peste, per evitare le quali i montevegliesi eressero l’oratorio dei santi Rocco e Sebastiano. Nota nei documenti dal 973, dalla metà del XII secolo, l’abbazia di Santa Maria di Monteveglio vide insediarsi una comunità di monaci provenienti da San Frediano di Lucca, seguiti, nel XV secolo, dai canonici regolari lateranensi. Dopo la Rivoluzione Francese e la fase di decadenza, Monteveglio oggi ospita una piccola comunità di frati francescani che, su richiesta, accompagnano nella visita dell’abbazia e dei due chiostri, raccontando la vita monastica. La chiesa superiore in cotto ha tre navate ed è in stile romanico; di grande interesse sono il crocifisso ligneo policromo sull’altare, la sagrestia, con l’armadio, il leggio in legno intarsiato d’epoca quattrocentesca e la cripta. Risalente al X secolo, conserva tre file di colonne con arcate, la mensa dell’altare, ricavata da una lapide di marmo romana, e la fonte battesimale in pietra d’età longobarda. Da non perdere, il chiostro quattrocentesco e quello romanico, con gli splendidi loggiati, i pozzi in mattoni, i soffitti lignei e le celle dei canonici. 33 Come arrivare In auto: da Bologna imboccare la SP 569 (Bazzanese) in direzione Vignola-Maranello, fino a Bazzano; da Modena seguire la SS 623 (Vignolese) in direzione Spilamberto, quindi proseguire sulla SP 569 fino a Bazzano; da Milano: dall’autostrada A1 - uscita Modena Sud -, imboccare la SS 623 per Spilamberto, poi SP 569 per Bazzano; da Firenze, sull’autostrada A1 - uscita Bologna-Casalecchio -, imboccare la SP 569 fino a Bazzano. In autobus: dall’autostazione di Bologna, linea 671 o 94 (per fermate, orari e tariffe, www.atc.bo.it). In treno: dalla stazione centrale di Bologna, linea suburbana Bologna-Vignola, fermata Bazzano. Dove dormire Castello di Serravalle: Azienda Agrituristica La Tintoria, via Valle del Samoggia 5908, tel. 051.6708743, www.agriturismolatintoria.it, in un’ex fienile posto in località Tintoria, quattro camere e una suite con caminetto, travi di legno e pavimenti di cotto creano un ambiente accogliente, doppia da 80 e. Savigno: Da Amerigo, via Marconi 14/16, tel. 051.6708326, www. amerigo1934.it, cinque camere in affitto in una casa in pietra di via Roncadella, arredate in un equilibrato mix tra antico e moderno, doppia da 70 a 110 e; Agriturismo La Marina, via Coste 1532, tel. 339.3829023, agriturismolamarina@ libero.it, agriturismo che produce vino, miele, ortaggi, frutta e confetture, e con mountain bike, ping pong, doppia da 60 e. Monteveglio: B&B Abbazia (nella foto), via San Rocco 12, tel. 051.6701024, www.trattoriadelborgomonteve glio.it, nel borgo antico, due camere e un appartamento arredati con cura, terrazza con vista sulla pianura, doppia sui 70 e; Agriturismo La Stadira, via Acqua Fredda 17, tel. 051.831429, www.agriturismolastadira.it, camere ampie e luminose, con arredi in stile Anni Trenta, in un agriturismo ai piedi delle colline, fattoria, possibilità di passeggiate a cavallo, agri-bike e trekking nel Parco Regionale dell’Abbazia di Monteveglio, doppia da 65 a 80 e. Cosa comprare Strumenti musicali ad ancia vengono costruiti e riparati da Franco Calanca, via Valle del Samoggia 5832/b, Castello di Serravalle, tel. 051.6708265. Vini D.O.C. Colli Bolognesi e I.G.T. Emilia, specialmente Pignoletto (nella foto), il vigneto autoctono, nelle varianti frizzante (un classico con i tortellini in brodo) e superiore fermo (ottimo con la mortadella), nonché la grappa ottenuta dalle sue vinacce sono prodotti all’Azienda Agricola Isola, via G. Bernardi 3, frazione Mongiorgio, Monte San Pietro, tel. 051.6768428. Parmigiano Reggiano stravecchio (36 e 24 mesi), stagionato e fresco oppure nella seconda scelta, il “rigato”, stagionato e fresco, il gran fresco (12 mesi), ot- Cosa vedere Bazzano: Fondazione Rocca dei Bentivoglio, via Contessa Matilde 10, Bazzano, tel. 051.836405 (rocca), tel. 051.836442 (museo), tel. 051.836430 (mediateca), tel. 339.7612628 (per visite guidate), www.roccadeibentivo glio.it; Bazzano Castle Pipe Band, all’interno della rocca, via Contessa Matilde 10, tel. 051.836445, www.bazzanopipeband.it, www. artedeisuoni.org, stage, corsi e workshop di cornamusa scozzese. Castello di Serravalle: Ecomuseo della Collina e del Vino, Casa del Capitano, via della Rocca, tel. 051.6710708, www.comune.castellodiserravalle.bo.it; Orto Medievale, tel. 333.4124915, www.ortomedievale.it. Savigno: Mostra Tematica del Tartufo, via Marconi 24, tel. 051.6700811, aperta solo in occasione della Sagra del Tartufo e su prenotazione; Il Mulino del Dottore, via Rodiano 843, Ca’ Bortolani, tel. 051.6706014, www. ilmulinodeldottore.it. Monteveglio: Parco Regionale Abbazia di Monteveglio, via Abbazia 28, tel. 051.6701044, www.parcoabbazia.it. Appuntamenti Ottobre: nell’ambito della manifestazione Le Stagioni del Tartufo, venerdì 8, a Castello di Serravalle, visite culturali e lezioni sul tartufo bianco pregiato della valle Samoggia, cene tipiche; domenica 10, a Castello di Serravalle, Sagra dello Gnocco Fritto, Tartufesta a Vergato, con mercato prodotti, canti e danze, cene a base di tartufo e Aspettando le 27, Sagra del Tartufo Bianco di Savigno, a Savigno, con rappresentanza degli espositori del mercato del tartufo, e Mostra mercato del vecchio e dell’antico, Mercato delle cose buone, aperitivi e degustazioni al profumo di tartufo. Novembre: XXVII Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Savigno e dei Colli Bolognesi, a Savigno, sabati e domeniche 7 - 13 - 14 - 20 - 21, con Mostra mercato del Tartufo, Mostra mercato del vecchio e dell’antico, Mercato delle Cose Buone, Raduno Nazionale Club Italiano Lagotto Romagnolo, Campionato Italiano Ricerca del Tartufo, Raduno Nazionale di Camperisti e A caccia di tartufi, passeggiate con tartufaio (tel. 333.3728356), per informazioni www.comune.savigno.bo.it. Indirizzi utili Provincia di Bologna, via Zamboni 13, Bologna, tel. 051.6598111, www.provincia.bologna. it. Unione di Comuni Valle del Samoggia, via Marconi 70, Castello di Serravalle, www.cm-sa moggia.bo.it, www.comune.castellodiserraval le.bo.it, www.comune.bazzano.bo.it, www.co mune.crespellano.bo.it, www.comune.monte veglio.bo.it, www.comune.savigno.bo.it. Promappennino, via Mauro Tesi 1209, Zocca (MO), tel. 059.986524, www.promappennino.it, wwww.vacanzeemiliaromagna.com, www.escur sioniemiliaromagna.com. Associazione Tartufai Savigno Valsamoggia, Savigno, tel. 320.4640744 (Presidente Gianluca Gentilini). BLOCKNOTES 2-3 giorni tutto l’anno time ricotte di latte vaccino, burro e yogurt si trovano al Caseificio Cooperativo Case Bortolani, via San Prospero, Savigno, tel. 051.6706002. Ottime carni e salumi, specialità al tartufo bianco di Savigno sono prodotti e venduti presso La Bottega del Macellaio, via Marconi 2, tel. 051.6708152, Savigno. Si trovano ottimi tortellini, oltre che salumi, alla Salumeria Mazzini, via della Libertà 4, Savigno, tel. 051.6708065. Funghi e tartufi freschi e surgelati da Appenino Funghi e Tartufi, via Barozzi 2/l, Monteveglio, tel. 051.960984/5, www.appenninofunghietartufi.it. EMILIA ROMAGNA VALLE DEL SAMOGGIA BLOCKNOTES EMILIA ROMAGNA VALLE DEL SAMOGGIA 34 Durata Quando Dove mangiare Castello di Serravalle: Trattoria del Borlengo, Castello di Serravalle, tel. 051.6704873, www. trattoriadelborlengo.it, trattoria famigliare, specializzata in tigelle (caratteristico pane) e borlenghi (tipiche crêpe), tagliatelle al prosciutto e tortelloni alla contadina, tutto fatto in casa, menù da 15 e; Agriturismo Ca’ Isotta, via Provvidenza 557, località Zappolino, Castello di Serravalle, tel. 051.6703113, www.caisotta.it, la cuoca Ileana prepara i piatti tradizionali delle colline bolognesi utilizzando le materie prime e i vini prodotti dall’azienda agricola, splendida vista sulla vallata di Serravalle e di Fagnano, menù da 25 a 30 e. Savigno: Da Amerigo, via Marconi 14/16, Savigno, tel. 051.6708326, www.amerigo1934. it, trattoria, dispensa e locanda di design, dal 1934 Amerigo è sinonimo di stile, buona tavola con prodotti di stagione e tartufi, menù da 39 e 50 e carta a parte per il tartufo, es. uova “Amerigo” al tartufo bianco 33 e; Trattoria Lina, frazione Samoggia 2109/a, Savigno, tel. 051.6708025, www.trattorialina.it, trattoria tipica montanara, specialità funghi e tartufi, piatti per celiaci, menù da 25 e (escluso il tartufo). Monteveglio: Trattoria del Borgo, via San Rocco 12, tel. 051.6707982, www. trattoriadelborgomonte veglio.it, a pochi passi dall’abbazia, ristorante e b&b ospitati in una casa in sasso, cucina modenese e bolognese accompagnata da vini locali, menù 25 e, menù degustazione funghi e tartufi 33 e. Crespellano terra di Ville La campagna di Crespellano (comune della valle del Samoggia raggiungibile da Bazzano in 10 minuti sulla SP 569) è costellata da pregevoli ville e dimore storiche, le più antiche delle quali risalgono al XV secolo. Palazzo Marescotti (ora Righini), con la suggestiva colombaia del Confortino, la villa-fortezza di Torre Cattanei (ora Stagni) e palazzo Garagnani (gia’ Bentivogli Grassi), nel centro di Crespellano, sono i primi esempi della ricchezza nobiliare che caratterizzava il territorio comunale. Al Cinquecento, poi, risalgono i nuclei originari di villa Aldrovandi Rinaldi Ceroni, immersa in uno splendido parco, l’armonico portico a tre archi di villa Banzi Beccadelli (ora Banzi Beccadelli Grimaldi) e il ben conservato palazzo Stella (trasformato nel XVIII sec.). Le settecentesche Villa Turrini Rossi Nicolaj, Villa Muratori Meriggiani e Villa Bianconi, precedono lo stile moderno ed elegante dalla fase otto e novecentesca che caratterizza le ville Cavallini, Pedrazzi, Sapori, Lazzari e Spada. Info: per visitare le ville contattare il Comune di Crespellano, piazza Berozzi 3, tel. 051.6723011, [email protected]. 35