notiziario n. 135 l e c c e sette giugno 2012 in questo numero dall'europa • • • 7° pq - agro-alimentare, pesca e biotecnologie: info day su bando 2013 Vendola, fondi europei: raggiunti gli obiettivi di spesa Prossime tappe verso la stabilità, la crescita e l'occupazione c o m u n e d i dall'italia • • • • • • La motivazione del personale aiuta la performance Passi avanti per lo sblocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni Spese locali, limiti generali Anci: Comuni a rischio liquidità, Governo intervenga Grasso: "Introdurre reati falso in bilancio/autoriciclaggio" Casa al 50%, la detrazione si divide dalla puglia • • Fratoianni: arriva nuovo bando Principi Attivi Legge regionale n.31/2009 sul diritto allo studio: approvato regolamento di attuazione dal comune • IMU, il comune aiuta i contribuenti per il calcolo dell’imposta giurisprudenza • • • Tar Lombardia 787/2012 su flessibilità orari apertura farmacie Tar Toscana 1043/2012 su ordinanze contingibili e urgenti Cds 3063/2012 su arresto dirigente società in gara fuorisacco • Cortili Aperti il 9 e 10 giugno dall'europa Vendola, fondi europei: raggiunti gli obiettivi di spesa “La Regione Puglia ha raggiunto e superato brillantemente tutti i target di spesa comunitaria nell'esame intermedio, concordato con il Ministro Fabrizio Barca, del 31 di maggio”, ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. “In particolare per quanto concerne il FESR, la spesa certificata relativa ai primi 5 mesi è pari a 108 meuro, con un ammontare complessivo che ha raggiunto 1.298 milioni di euro. Il target previsto è stato superato di circa 55 meuro (in termini di quota comunitaria, pari ad un incremento del 64%). Per quanto riguarda invece il Fondo Sociale, il target di maggio risultava già superato al 31 dicembre 2011 e si è registrato un ulteriore incremento di spesa di 26 meuro. "Ancora una volta viene smentito quel luogo comune che attribuisce alle regioni, in testa quelle del sud, una colpevole incapacità di spesa - continua Vendola - Appare assai comodo giocare con i pregiudizi e gli stereotipi piuttosto che confrontarsi con la realtà. Si abbia il coraggio di prendere atto della insopportabile discrasia tra regolamenti comunitari e normativa nazionale, si abbia la forza di affrontare il nodo dei contenziosi tra imprese che paralizza per anni, e talvolta per decenni, una porzione rilevante di investimenti per cantieri che rischiano di non partire mai, si abbia l'onestà di radiografare la realtà". "La realtà è che siamo ancora oggi prigionieri del dogmatismo ideologico di chi con la corda del patto di stabilità interno sta soffocando qualunque prospettiva di crescita, rendendo anche gli obiettivi della spesa comunitaria una corsa a ostacoli - conclude il Presidente - L'Italia intera chiede di rivedere quei meccanismi demenziali, socialmente sadici ed economicamente disastrosi, che obbligano ad inserire nel calcolo del patto di stabilità non solo le spese correnti, ma anche le spese per investimenti. Le regioni sono taglieggiate dal patto anche quando devono attivare i cofinanziamenti necessari per inglobare le risorse europee, e spesso devono camminare sulla fune di un equilibrismo estenuante per evitare le sanzioni della violazione del patto e contemporaneamente per evitare di restituire a Bruxelles le risorse non spese proprio per non andare in violazione del patto. Ma ci si rende conto che l'ossessiva reiterazione delle politiche di austerità e i vincoli del fiscal compact stanno deprimendo l'economia e stanno schiantando qualunque prospettiva di ripresa della crescita?". europuglia 060612 7° pq - agro-alimentare, pesca e biotecnologie: info day su bando 2013 L'APRE per conto del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca organizza il 28 giugno 2012 una giornata nazionale dedicata al lancio del bando 2013 "Food, Agriculture and Fisheries, and Biotechnology" L'incontro dedicato al tema "Agro-alimentare, pesca e biotecnologie" del VII° Programma Quadro, ha l' obiettivo di informare attori della ricerca e dell'impresa sulle nuove strategie della Commissione Europea, sui contenuti del nuovo bando 2013 e le novità che lo caratterizzano. Dalle ore 14:30 sarà possibile incontrare i punti di contatto nazionale per discutere le idee progettuali. Per partecipare agli incontri è necessario inviare il form compilato entro le ore 12 del 21 giugno a Chiara Pocaterra [email protected] ; Giulio Cataldi [email protected] Sede dell'evento: MIUR sala B, Piazzale Kennedy pore 010612 Prossime tappe verso la stabilità, la crescita e l'occupazione La Commissione europea lo scorso 30 Maggio ha adottato un pacchetto di raccomandazioni riguardanti misure di bilancio e riforme economiche per rafforzare la stabilità finanziaria, rilanciare la crescita e creare occupazione in tutta l'UE. Le raccomandazioni specifiche per paese tengono conto della situazione di ciascuno Stato membro. La Commissione ha formulato anche raccomandazioni per la zona euro considerata nel suo insieme e ha illustrato l'azione politica a livello di UE che, a suo parere, deve integrare le misure nazionali per arrivare a un'ambiziosa iniziativa UE per la crescita a due livelli. La Commissione ha presentato inoltre le conclusioni di dodici esami approfonditi nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici e ha rivolto raccomandazioni al Consiglio riguardanti la procedura per i disavanzi eccessivi. Da questa seconda serie annuale di raccomandazioni specifiche per paese emergono diverse indicazioni fondamentali. Per quanto riguarda le finanze pubbliche, nel complesso gli Stati membri stanno adottando le misure necessarie al ripristino della sostenibilità, ma in diversi casi il risanamento dovrebbe essere più favorevole alla crescita. La disoccupazione, in particolare fra i giovani, è un problema grave e, anche se non esiste una soluzione rapida, occorre intervenire immediatamente per aumentare la produttività e conciliare meglio le competenze e la formazione con le esigenze del mercato del lavoro. Molti Stati membri hanno intrapreso profonde riforme strutturali, tra cui quelle dei loro mercati occupazionali, che contribuiscono a migliorare la competitività e a correggere gli squilibri macroeconomici in Europa. Occorre tuttavia un'azione nettamente più estesa in tutta l'UE per liberare il nostro potenziale di crescita, creare opportunità di sviluppo dell'attività imprenditoriale e sfruttare il potenziale di occupazione dei servizi, dell'energia e dell'economia digitale. La Commissione ha indicato infine le principali tappe verso un'unione economica e monetaria a tutti gli effetti, comprendente un'unione bancaria: vigilanza finanziaria integrata e regime unico di garanzia dei depositi. Questo processo dovrà tener conto di questioni giuridiche quali le modifiche del trattato e le modifiche costituzionali, conferendo nel contempo legittimità democratica e responsabilità alle prossime tappe verso l'integrazione. Il pacchetto si articola in tre componenti distinte, ma strettamente connesse tra loro. In primo luogo, una serie di 27 raccomandazioni specifiche per paese, più una per l'intera zona euro, sulle politiche economiche e di bilancio. Le analisi su cui si basano le raccomandazioni sono contenute in 28 documenti di lavoro, mentre i messaggi politici generali sono riuniti in una comunicazione sull'azione per la stabilità, la crescita e l'occupazione. In secondo luogo, la Commissione pubblica i risultati degli esami approfonditi avviati all'inizio di quest'anno per 12 Stati membri considerati a rischio di squilibri macroeconomici. La conclusione della Commissione è che tutti e dodici presentano squilibri, anche se attualmente nessuno squilibrio è eccessivo. Le raccomandazioni specifiche per paese contengono anche orientamenti sull'azione preventiva. Infine, la Commissione raccomanda al Consiglio di abrogare la procedura per i disavanzi eccessivi per Bulgaria e Germania e propone una decisione del Consiglio che conclude che l'Ungheria ha adottato misure efficaci per correggere il suo disavanzo eccessivo e revoca la sospensione dei suoi impegni nell'ambito del Fondo di coesione per il 2013 (fonte Rapid). pore 310512 dall'italia La motivazione del personale aiuta la performance Per assicurare servizi di qualità a costi contenuti l'adozione di nuove procedure e strumenti di gestione è un passaggio necessario ma non sufficiente: le amministrazioni pubbliche devono poter contare sull'apporto dei dipendenti. La performance dei lavoratori è una risorsa critica per l'ente e la motivazione a continuare a fornire adeguati contributi deve essere sostenuta e riconosciuta. Si tratta di una prospettiva che richiede una forte assunzione di responsabilità da parte della dirigenza dell'ente locale, consapevole che la qualità dei risultati dell'ente è fortemente influenzata dalla qualità dell'impegno e delle competenze possedute dal personale. I responsabili delle unità organizzative devono saper guidare i propri collaboratori verso un obiettivo comune e partecipato, promuovere condizioni di lavoro favorevoli (il c.d. clima) e trasmettere i valori e le informazioni necessarie a orientare i comportamenti dei dipendenti. Se si è convinti che le persone siano determinanti per la performance dell'ente, allora è importante approfondire anche alcuni aspetti riguardanti il comportamento umano. Affidarsi alle applicazioni del contratto per guidare il personale oggi non basta. Al responsabile di un'unità organizzativa serve affinare quelle conoscenze e capacità su temi che lo aiutino a favorire lo sviluppo di comportamenti coordinati dei collaboratori e una cultura sensibile ai cambiamenti richiesti dal contesto e dagli utenti. Il tema della motivazione, la spinta ad agire, è uno di questi e merita di essere approfondito dai responsabili degli enti per le sue implicazioni sulla prestazione dei dipendenti. Il ruolo della motivazione nella performance La motivazione è un tema difficile per ogni azienda, a maggior ragione nelle amministrazioni pubbliche, dove il passaggio dall'amministrazione del personale alla gestione del personale non può dirsi appieno realizzato in ogni ente sul piano delle prassi quotidiane. Con i limiti propri di una ricognizione riferita a un campione ristretto di enti, vi è l'impressione che in diversi enti si fatichi a colmare il divario fra la volontà di dare centralità e valorizzazione alle risorse umane (richiamata nei vari Rpp, piano strategico, bilancio di mandato, rapporto sul personale) e le prassi quotidiane. Queste ultime, anche involontariamente, spesso smentiscono le alte affermazioni di principio con puntigliose applicazioni formali che finiscono per deprimere le motivazioni dei dipendenti. Il rischio è l'affermarsi di un modello 'neoburocraticò di amministrazione del personale. Dettato di solito da logiche difensive nei confronti degli organi giurisdizionali e di controllo, e alimentato dalla difficoltà interpretativa della normativa scritta per contenere la spesa del personale che si presta ad interpretazioni contrastanti anche da parte delle fonti più autorevoli. Per questo motivo, comprendere le determinanti della motivazione è anche un modo per ripensare la gestione quotidiana del personale, riflettendo sulle conseguenze di ogni iniziativa in termini di motivazione e, quindi, prestazione dei dipendenti. La performance di un ente è condizionata dalle prestazioni dei soggetti che vi lavorano, dal modo in cui accettano gli scopi dell'organizzazione e contribuiscono al loro raggiungimento. Le prestazioni sono il risultato delle conoscenze, delle capacità e abilità espresse dai lavoratori in un dato contesto (condizioni d'ambiente organizzativo, sociale, psicologico) e secondo una certa motivazione, vale a dire la spinta ad agire. La motivazione nel pubblico impiego è un tema cruciale e allo stesso tempo difficile. Blocco dei rinnovi contrattuali e a seguire degli stipendi e delle progressioni, vincoli alla formazione, tagli del personale, limiti al turnover e allungamento della vita lavorativa non facilitino il compito di chi è chiamato a guidare il personale. D'altra parte è vero, come vedremo, che la gestione della motivazione non può essere circoscritta agli strumenti di incentivazione monetaria, alle progressioni orizzontali e verticali, all'istituzione di PO o altri incarichi direttivi. E' anche il frutto di un lavoro dei responsabili degli uffici, supportati dal Servizio Personale, per cercare di tirare fuori il meglio dai propri dipendenti. Non è un lavoro facile perché i lavoratori sono uno diverso dall'altro. E' complicata perché non è un fenomeno semplice da spiegare. Non esiste una ricetta valida in assoluto per motivare il personale, così come non esiste una teoria valida in assoluto. Si possono utilizzare diverse teorie che spieghino i fatti fondamentali e applicando queste teorie alla gestione del personale si possono compiere progressi. Cosa motiva le persone Una buona base teorica può aiutare la pratica, evitando di inseguire mode o formule magiche che propongono nuovi strumenti o approcci dagli esiti incerti. Le teorie aiutano a riflettere su cosa motiva e come questo avviene. Per capire cosa motiva in questo paragrafo si richiameranno, in modo assolutamente esemplificativo e senza pretesa di esaustività, i contributi di due famosi studiosi per stimolare il successivo approfondimento della letteratura sul tema [1]. La motivazione esprime l'insieme dei motivi che ci spingono ad agire, che sono in relazione ai nostri diversi obiettivi e interessi e che a loro volta sono guidati da processi cognitivi ed emotivi. Sotto il profilo manageriale è l'attività volta a stimolare negli individui un comportamento tale da produrre risultati (Pilati-Tosi). In linea generale, le persone agiscono per soddisfare i propri bisogni, vale a dire che sono spinti ad agire per ottenere delle ricompense tali da soddisfare i bisogni. Maslow, ad esempio, ha provato a definire una scala gerarchica di cinque livelli di bisogno. Andando dalla base al vertice della gerarchia troviamo: bisogni fisiologici (fame, sete, sonno ecc.); bisogni di sicurezza fisica ed emotiva (protezione da pericoli, minacce, privazioni ecc.); bisogni di appartenenza (identificazione con il gruppo, rete di relazioni, approvazione degli altri ecc.); bisogni di stima (fiducia in se stessi, indipendenza, status, rispetto per se stesso); bisogni di autorealizzazione (raggiungimento di ciò che uno ritiene capace di diventare). Si tratta di una classificazione abbastanza intuitiva e anche traducibile in prassi manageriali. Ad esempio, i bisogni fisiologici e di sicurezza sono riconducibili alla tipologia del rapporto di lavoro (tempo determinato o indeterminato), alle modalità retributive, alle condizioni assicurative e previdenziali, alle condizioni di sicurezza nell'ambiente di lavoro. Così una progressione professionale consente di soddisfare contemporaneamente esigenze personali diverse, riferibili a bisogni di stima e autorealizzazione. Dal punto di vista motivazionale, il rapporto tra ente e dipendente nel medio periodo si gioca sulla necessità di sviluppo personale, quindi sui livelli più alti della scala di Maslow legati alla possibilità di crescita professionale secondo un percorso di apprendimento continuo. Un altro autore molto citato, perché aiuta a impostare la relazione di lavoro secondo la logica motivazionale, è Herzberg. Questo autore distingue tra fattori che prevengono l'insoddisfazione (Fattori igienici) e fattori correlati al livello di soddisfazione e prestazione (Fattori motivanti). I fattori igienici creano insoddisfazione se assenti, ma se presenti riducono l'insoddisfazione senza aumentare la soddisfazione. Sono riferiti, ad esempio, alle politiche direzione, regole (ferie, orari ecc.), supervisione, relazioni con i superiori e i colleghi, livello retributivo, condizioni di lavoro, sicurezza ecc. Questi fattori incoraggiano la permanenza nell'azienda, non incrementano la motivazione e, quindi, la prestazione (Pilati-Tosi). Tale distinzione è utile anche per chiarire la relazione tra aumento retributivo e motivazione dei dipendenti, aspetto di solito sopravalutato circa gli effetti sulla motivazione e la prestazione nel contesto pubblico. E' probabile che gli aumenti siano interpretati come un riconoscimento del lavoro fin qui svolto, con stimoli limitati all'ulteriore incremento della prestazione. Al contrario, i fattori motivanti che incrementano la motivazione sono: l'arricchimento dei contenuti del lavoro, il livello di responsabilità, la formazione, il riconoscimento dei risultati ottenuti, promozioni, cooptazioni in comitati, gruppi di lavoro. Da qui si potrebbe concludere, ad esempio, che l'effetto degli incentivi monetari è maggiore quando si accompagna con altri meccanismi di ricompensa non monetaria. La motivazione non è uguale per tutti Le teorie soprarichiamate aiutano a capire cosa motiva le persone, altre teorie provano a spiegare come questo avviene. La teoria delle aspettative, ad esempio, si basa sulla valutazione della soddisfazione ottenibile da un determinato impegno. Secondo questa teoria le persone sono disposte a impegnarsi in un'attività sfidante o gravosa nella misura in cui ritengono che i risultati delle loro azioni porteranno ad ottenere gli obiettivi desiderati. In altri termini, la persona compie una valutazione sul fatto che l'impegno produca una prestazione migliore che consenta di ottenere una ricompensa che ripaghi degli sforzi fatti (Pilati-Tosi). Si tratta di una valutazione soggettiva, perché esistono opinioni differenti tra le persone circa l'attrattiva di certe ricompense. Una promozione che porti più soldi e status ma anche più responsabilità e carichi di lavoro molto più gravosi può non essere apprezzata da tutti. Questa teoria serve anche a richiamare una realtà nota nel settore pubblico: importi limitati e appiattiti dei premi incentivanti producono un effetto contenuto o nullo sulla motivazione e prestazione dei dipendenti. La teoria della giustizia organizzativa tocca un tema molto avvertito nel settore pubblico perché riguarda la percezione di quanto si venga trattati in modo equo in ambito lavorativo rispetto a quello che si fa e agli altri (Pilati-Tosi). Di conseguenza, la motivazione è spiegata attraverso confronti intrapersonali (in rapporto a se stessi) e interpersonali (in rapporto agli altri). La teoria distingue tra giustizia distributiva e giustizia procedurale. Giustizia distributiva: quanto le persone credono di essere trattate in modo equo in relazione ai risultati del lavoro, al loro impegno e ai loro sforzi e a quanto ottengono da ciò (riconoscimenti monetari e non). Giustizia procedurale: quanto le persone credono di essere trattate equamente in relazione a come sono prese le decisioni circa le materie e i temi che influenzano la loro vita lavorativa. Ad esempio quali regole per l'assegnazione dei premi individuali o compiti gratificanti, per l'accesso ai percorsi di alta formazione. Si tratta di un tema che nel pubblico impiego è riconducibile in modo diretto al sistema di valutazione, ma riguarda molti aspetti della gestione del personale e del rapporto capocollaboratore quotidiano che rendono alle volte problematico ricondurre certe scelte al merito. Le teorie sono state richiamate, senza nessuna pretesa di esaustività, per invitare a riflettere sull'importanza del tema e valutare le modalità alternative di applicazione dei provvedimenti e degli strumenti di gestione del personale in termini di effetti delle possibili azioni sulla motivazione dei dipendenti e, per questa via, sulle loro prestazioni. Non c'è mai garanzia di successo nella gestione del personale, ma ascoltare e parlare con i dipendenti, chiarire gli obiettivi di lavoro, dare riscontri sul lavoro svolto, riconoscere il lavoro ben fatto, scegliere i "premi" più adatti per ciascuno, trattare con equità, favorire il gioco di squadra, aiuta a costruire un buon clima di lavoro e risultati duraturi. Andrea Margheri, Ilsole24ore 040612 Passi avanti per lo sblocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni La XI Commissione Lavoro ha concluso in sede referente l’esame del testo unificato recante Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi, conferendo al relatore il mandato a riferire in Assemblea Nell’ultima seduta, tenuta lo scorso 22 maggio, il relatore Vincenzo Fontana (PdL) ha segnalato “l'esigenza di assicurare la sostenibilità finanziaria e organizzativa dell'utilizzo delle graduatorie, mettendo altresì gli enti territoriali nelle condizioni di attingere alle graduatorie dei concorsi nel rispetto dei vincoli finanziari in materia di assunzioni”. Massimiliano Fedriga (LNP), a sua volta, ha dichiarato “di non poter votare a favore del provvedimento in esame, dal momento che esso contiene ancora numerosi elementi di criticità, sottolineati a più riprese dal suo gruppo nel corso dell’iter”. Ritiene “che i gruppi favorevoli al provvedimento abbiano preferito cavalcare il malcontento – spesso manifestato in forme pressanti e convincenti – dei vincitori di concorso e degli idonei, ignorando, al contrario, le legittime ragioni di quei giovani che, pur non protestando formalmente e non facendo sentire la propria voce in manifestazioni ufficiali, desiderano partecipare a nuovi concorsi in vista dell'accesso alla Pubblica Amministrazione”. Fa notare, peraltro, “che il testo in esame offre tutele eccessive soprattutto nei confronti degli idonei, i quali, a suo avviso, non vanterebbero alcuna fondata pretesa giuridica”. Secondo Cesare Damiano (PD), viceversa, “il testo in esame, seppur non esente da alcune critiche, è la migliore risposta che il Parlamento può fornire in questo momento di crisi ad un problema urgente, riguardante un numero elevato di soggetti vincitori di concorso ed idonei, in attesa da tempo di un'assunzione presso la Pubblica Amministrazione”. Fa notare, infatti, “che il provvedimento in esame è volto a fronteggiare una situazione abnorme che si è venuta a creare nel settore pubblico, a causa del blocco del turn-over, offrendo una via di uscita a coloro che sono rimasti a lungo intrappolati in graduatorie che si è preferito ignorare, nella prospettiva di bandire nuovi concorsi. Si dichiara consapevole dell'efficacia transitoria e parziale del testo unificato, evidenziando la necessità di assumere quanto prima – eventualmente anche nell'ambito dell'esame del provvedimento di riforma del mercato del lavoro – misure strutturali che, attraverso lo sblocco del turn-over, consentano un ritorno a più fisiologici meccanismi di reclutamento del personale all'interno della PA. Fatto notare che il suo gruppo, condividendo il presente intervento normativo, non intende dar seguito a sollecitazioni o pressioni dell'opinione pubblica, ma esclusivamente risolvere una problematica reale e importante, si dichiara convinto che la questione dell'accesso alla Pubblica Amministrazione delle generazioni future, da ricollocare nell'ambito di problematiche più complessive riguardanti la riforma del mercato del lavoro, non possa essere utilizzata demagogicamente per ostacolare provvedimenti di questo tipo. Manifesta poi qualche dubbio circa l'opportunità di far salve le misure di recente adottate dall'Esecutivo in materia di procedure concorsuali da espletare nell'ambito delle agenzie fiscali, peraltro imposta, di fatto, dal parere reso dalla VI Commissione, chiedendosi se ciò possa favorire la creazione di una «zona franca» di un particolare settore pubblico, in deroga a quanto previsto per gli altri comparti”. Giuliano Cazzola (PdL), in conclusione, ritiene “che il testo in esame sia il frutto positivo di un lungo e costruttivo lavoro svolto in Commissione tra i gruppi, che, pur in presenza di molteplici ripensamenti, ha condotto all'individuazione di efficaci soluzioni di compromesso su tematiche di assoluto rilievo, quali l'utilizzazione delle graduatorie da parte degli enti locali, la salvaguardia delle aspettative degli idonei, la durata temporale delle tutele offerte ai vincitori di concorso. Fa notare, quindi, che proprio quest'ultima è stata ridefinita in termini più ragionevoli e rispettosi delle contrapposte esigenze di tutti i soggetti coinvolti, in coerenza con i principi di sostenibilità finanziaria e con l'operato dei precedenti Governi. Rilevato che anche l'ultima modifica suggerita dal relatore, in ordine alla questione delle procedure concorsuali da espletare nell'ambito dell'amministrazione fiscale, appare rispettosa delle novità legislative intervenute in materia, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo nella deliberazione sul conferimento del mandato al relatore a riferire in Assemblea sul provvedimento”. Salvatore Dettori ancitel 050612 Spese locali, limiti generali La Corte Costituzionale, con la sentenza 139 del 23,aggio-4giugno 2012, chiarisce che le norme sui limiti puntuali di spesa relativi alle amministrazioni statali vanno considerate per le Regioni e gli enti territoriali solo come norme di principio. Tali norme prevedono vincoli stringenti alle spese delle amministrazioni centrali per incarichi di consulenza, relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, rappresentanza, missioni, corsi di formazione. Alcune Regioni, però, hanno lamentato che tali disposizioni costituiscono delle limitazioni alla lor potestà legislativa in materia di coordinamento della finanza pubblica. La Corte Costituzionale, però, ritiene che la legislazione statale può, con una disciplina di principio, imporre agli enti autonomi vincoli alle politiche di bilancio, anche se ciò comporta inevitabilmente delle limitazioni indirette all'autonomia di spesa di detti enti. Secondo la Consulta i vincoli rispettano l'autonomia delle Regioni quando stabiliscono limiti complessivi, lasciando alle Regioni ampia libertà di scelta su quali spese operare per rispettare tali limiti. E così, Regioni ed enti locali saranno chiamati a rispettare l'obbligo di riduzione della spesa complessiva determinato dall'articolo 6 del decreto Sviluppo, ma potranno scegliere liberamente le tipologia di spesa su cui operare i tagli necessari a perseguire i risparmi di spesa. Alberto Barbiero, ilsole24ore 050612 Anci: Comuni a rischio liquidità, Governo intervenga «Sono molti i Comuni che stanno segnalando all'Anci gravi problemi di liquidità e la necessità di ricorrere a costose anticipazioni di cassa. Questa situazione è dovuta in gran parte alla riduzione di circa il 10% delle risorse per effetto dei tagli e delle compensazioni derivanti dal gettito atteso dell'Imu»: l'allarme è di Angelo Rughetti, segretario generale dell'Anci. «Inoltre - aggiunge - il Governo sta erogando in questi giorni metà di quanto dovuto entro il mese di maggio, mettendo in serio pericolo i pagamenti anche degli stipendi e delle rate dei mutui, in quanto il ricorso alla liquidità attraverso il sistema bancario è limitato al 25% delle entrate correnti e quindi rischia di non essere sufficiente per i pagamenti dovuti». «Invitiamo quindi il Ministero dell'Economia continua - ad accelerare gli adempimenti necessari per garantire la liquidità utile ai pagamenti e il Ministero dell'Interno a procedere subito ai trasferimenti, altrimenti i Comuni saranno costretti ad assumere iniziative clamorose. L'Anci ritiene che sia giusta la massima attenzione da parte di tutti i livelli di governo all'emergenza finanziaria del Paese, e il grande impegno per superare la crisi, ma le difficoltà della finanza pubblica - conclude Rughetti - non possono essere scaricate nuovamente sui Comuni». Nel frattempo, per far fronte alla grave carenza di liquidità per i pagamenti necessari a garantire i servizi alla Città, la Giunta capitolina ha preso qualche provvedimento. Ieri ha deliberato ieri un'anticipazione di cassa di 300 milioni di euro. È quanto rende noto l'ufficio stampa del Campidoglio. Si tratta, informa una nota, di una misura transitoria, prevista dal T.U.E.L., adottata dalla Giunta in attesa del pagamento dei crediti vantati nei confronti della Regione Lazio e del Commissario di Governo. A seguito di tali richieste e in attesa di formalizzare un Piano di rientro complessivo dei crediti vantati da Roma Capitale, la Regione ha già dato una prima risposta versando 42 milioni di euro e altri 30 milioni saranno versati nei prossimi giorni. In aggiunta alle iniziative già intraprese per affrontare il problema della liquidità, Alemanno ha scritto al viceministro Vittorio Grilli sollecitando interventi per consentire un'importante accelerazione dei pagamenti all'Amministrazione capitolina da parte del Commissario straordinario per il rientro del debito. (Roberta Scammacca) ancitel 010612 Grasso: "Introdurre reati falso in bilancio/autoriciclaggio" “Il partenariato con soggetti privati è una politica della sicurezza che stiamo praticando negli ultimi anni e il protocollo firmato è coerente con questa ‘ricetta’”, ha sottolineato Antonio Manganelli intervenendo nella tavola rotonda dedicata al nesso sicurezza/sviluppo. Per il capo della Polizia, la politica di sicurezza nel nostro Paese non può essere la risultante di una mera “somma di attività, ma coinvolgimento intelligente di tutti coloro che possano dare un contributo e il partenariato con i privati dà la possibilità di metter insieme risorse e integrare energie. Gli ha fatto eco Paolo Colombo, presidente dell’Enel, che ha riferito come la criminalità economica abbia “un costo stimato di 60 miliardi di euro e renda l’economia legale vulnerabile, per cui la tutela della legalità significa rendere più attraente gli investimenti nel nostro Paese”. Insistendo sullo stesso tema, il vice presidente della Commissione Antimafia, Luigi De Sena, ha ricordato come nel contrasto alla criminalità organizzata occorra agire con un’azione generalizzata, in cui si colloca il partenariato pubblico-privato, ma è soprattutto la politica che deve concertare una serie di interventi e rivedere alcune norme, come quella relativa al massimo ribasso negli appalti pubblici, che attualmente quasi si traduce in una “istigazione a delinquere”. Per il procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso, si può rispondere all’esigenza di sicurezza con una prevenzione integrata nell’ambito sociale ed economico. Grasso ha auspicato che, partendo dalla “consapevolezza dell’importanza che riveste la figura delll’imprenditore anche nell’ambito del sistema degli appalti pubblici”, ci si possa aprire ad un sistema di legalità che, indipendentemente dalle vigenti modalità da seguire per ottenere la certificazione antimafia, consenta una fase di controlli successivi . “Negli anni 90 – ha ricordato Grasso - fu abolito il registro dei fornitori, mentre oggi è essenziale che le fasi avvengano tutte in un’ottica di tracciabilità, dal pagamento dei salari fino allo smaltimento dei rifiuti. Si potrebbe partire – è la proposta di Grasso - da un’autocertificazione iniziale resa dall’impresa per passare poi ai successivi controlli effettuati dalle amministrazioni pubbliche”. E in questo senso il procuratore ha ricordato lo strumento a disposizione dei prefetti consistente nella possibilità di accessi in corso d’opera nei cantieri. Grasso auspica, infine, la reintroduzione del reato di falso in bilancio e prevedere quello di autoriclicaggio. (alm) ancitel 010612 Casa al 50%, la detrazione si divide La legislazione sull'Imu definisce abitazione principale quella in cui il contribuente ha la residenza e la dimora abituale e dove ce l'ha anche il suo nucleo familiare. Il caso più semplice è quando un dei genitori è unico proprietario della casa in cui vive con la famiglia: in questo caso paga l'Imu con le agevolazioni prima casa (aliquota ridotta, detrazione di 200 euro più 50 per ogni figlio a carico). Nel caso che i due coniugi abbiamo a metà la proprietà della casa, pagano al 50% l'Imu e godono, sempre metà per ciascuno, delle detrazioni previste. Le cose diventano più complicate quando i due coniugi non hanno la stessa residenza e dimora. Se la famiglia vive in una casa in comproprietà dei coniugi, ma uno dei due è proprietario anche di un'altra casa nello stesso Comune e nella quale ha la residenza, allora il primo coniuge paga il 50% della casa con le agevolazioni, il secondo paga per intero l'Imu sull'abitazione in comune (perché ha la residenza nell'altra casa) e paga l'Imu intera anche sulla seconda (perché lì non vi dimora). Se questo coniuge nella seconda casa avesse anche la dimora, comunque pagherebbe l'Imu per intero perché comunque in questa seconda casa non risiede e dimora il suo nucleo familiare. Se invece uno dei due coniugi ha anche una casa in un altro Comune, dove risiede e dimora, allora paga l'Imu agevolata su questa casa, mentre su quella in comune con l'altro coniuge paga metà Imu intera (mentre l'altro paga metà Imu agevolata). La questione si complica ancora di più nei casi di coppie di fatto senza figli: qui il concetto di nucleo familiare è più difficile da dimostrare e perciò diventa fondamentale la coincidenza tra residenza e dimora abituale. Il nucleo familiare è più facile identificarlo nel gruppo formato da genitori e figli non economicamente indipendenti. In caso di separazione o divorzio, invece, le cose si semplificano perché è la legge che stabilisce che al coniuge assegnatario dell'appartamento, anche se non proprietario, che vi abiti e vi risieda stabilmente spetta il dovere di pagare l'Imu (e in questo caso con tutte le agevolazioni prima casa). Angelo Busani, ilsole24ore 010612 dalla puglia Fratoianni: arriva nuovo bando Principi Attivi Riparte Principi Attivi, l’iniziativa di Bollenti Spiriti per favorire la partecipazione giovanile alla vita attiva e allo sviluppo del territorio attraverso il finanziamento di progetti ideati e realizzati dai giovani stessi. Il bando è stato presentato a Lecce nella giornata conclusiva del BS Camp da Marco Costantino e Giulio Calvani, dello staff di Bollenti Spiriti. Altri ragazzi e ragazze potranno così aggiungersi alle migliaia che stanno realizzando progetti e attività nel campo della creatività, dell'innovazione, della solidarietà e dello sviluppo locale. Gli stessi che hanno avuto modo d'incontrarsi alle manifatture Knos nella tre giorni del BS Camp, il più importante evento giovanile in Italia. “Abbiamo fatto dell'investimento sui giovani e sulle politiche che li riguardano – ha spiegato l’assessore alle Politiche giovanili della Regione Puglia, Nicola Fratoianni – una strategia della Regione. Questa terza edizione, che può contare su importanti risorse, nasce soprattutto per produrre elementi di partecipazione e di attivazione sociale. Mi aspetto che porti tante idee innovative che aiutino la Puglia a crescere. Misurarsi con le esperienze precedenti, guardare alle idee che hanno funzionato ed a quelle che lo hanno fatto meno, correggere gli errori ed aggiustare il tiro, come hanno fatto i tanti giovani che hanno partecipato al Bs Camp in questi giorni credo sarà di aiuto”. Il bando di Bollenti Spiriti 2012 ha una dotazione di 4,1 milioni e consentirà di finanziare circa 165 progetti con 25mila euro a fondo perduto. Possono partecipare i maggiorenni e nati dal 1/1/1979 residenti in Puglia. I proponenti, che non devono aver beneficiato delle precedenti edizioni, devono costituire gruppi informali di almeno 2 persone, impegnandosi a costituire un nuovo soggetto giuridico se finanziati. Le idee dovranno riguardare tre ambiti: tutela e valorizzazione del territorio (sviluppo sostenibile, turismo, sviluppo urbano o rurale, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico, ecc.); economia della conoscenza ed innovazione (nuove tecnologie, media comunicazione, innovazione di prodotto o di processo); inclusione sociale e cittadinanza attiva (qualità della vita, disabilità, antirazzismo, migranti, sport, pari opportunità, apprendimento, accesso al lavoro, impegno civile, legalità, ecc.). Dal 18 giugno sarà possibile accedere al sistema per inoltrare le domande. Il 12 ottobre scade il termine per il loro completamento. Nelle due precedenti edizioni del bando sono stati investiti 15 milioni di euro, coinvolti 10mila giovani, finanziati 610 progetti (l’80% dei quali sono ancora operanti, secondo un’indagine dell’Università di Bari). Le informazioni su bando e procedure sono disponibili su http://bollentispiriti.regione.puglia.it regionepuglia 020612 Legge regionale n.31/2009 sul diritto allo studio: approvato regolamento di attuazione Pubblicato nel Bollettino ufficiale regionale n. 80 del 4 giugno 2012 il regolamento regionale 31 maggio 2012, n. 10, strumento di attuazione normativa della Legge Regionale 4 dicembre 2009 n. 31, recante “Norme regionali per l’esercizio del diritto all’istruzione e alla formazione”. Il Regolamento, in coerenza con le finalità della citata legge regionale, disciplina le azioni che la Regione promuove e sostiene per rendere effettivo il diritto allo studio e alla formazione, con riferimento alle tipologie di interventi in favore degli allievi del sistema dell’istruzione, attuate dagli Enti locali e dalle Istituzioni Scolastiche autonome. regionepuglia 050612 dal comune IMU, il comune aiuta i contribuenti per il calcolo dell’imposta Su sito comunale a questo link http://www.comune.lecce.it/news/2012/06/05/calcola-l'importodell'imposta-municipale-unica è possibile utilizzare il calcolatore per conoscere l’importo della prima rata IMU da versare in acconto– entro il 18 giugno - per tutti proprietari di fabbricati. Inoltre l’Amministrazione mette a disposizione un servizio di assistenza per effettuare il pagamento dell'imposta municipale unica riservato a tutti i cittadini di almeno 70 anni di età, residenti a Lecce e possessori dell’abitazione principale; tutti loro, entro il 15 giugno, possono presentarsi dal lunedì al venerdì, dalle ore 09.00 alle ore 12.00 presso l’Ufficio Tributi in via Michele Palumbo 4 muniti di documento d’identità e di visura catastale per soggetto. Il servizio comunale è gratuito e aggiuntivo rispetto a quanto previsto dalla normativa (D.lgs. 14 marzo 2011 convertito in L. 22 dicembre 2011 n.214) ed è garantito nel limite delle risorse umane disponibili. giurisprudenza Tar Lombardia 787/2012 su flessibilità orari apertura farmacie I giudici del Tribunale amministrativo di Brescia, su questo tema, ricordano che da alcuni anni l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) evidenzia che nella regolamentazione dell'attività delle farmacie occorre introdurre un maggiore livello di concorrenza (compresa la possibilità di differenziare le strategie commerciali, a partire dagli orari di apertura). La finalità del nuovo approccio è di favorire in primo luogo i consumatori, sotto forma di competizione sui prezzi e sulla varietà dei servizi accessori, ma anche di rafforzare la struttura imprenditoriale delle farmaci: queste ultime infatti in seguito all'ingresso sul mercato delle parafarmacie di cui all'art. 5 del DL 4 luglio 2006 n. 223 devono potersi difendere ad armi pari disponendo di maggiore flessibilità nel posizionamento della propria offerta per intercettare ogni segmento di clientela potenziale. In sintesi l'AGCM afferma, con il plauso dei giudici lombardi, che la tutela della salute dei cittadini non è incompatibile con più elevati livelli di concorrenza nella vendita al dettaglio dei farmaci, il che dovrebbe condurre a considerare gli orari di apertura non come un limite invalicabile ma piuttosto come il servizio minimo da garantire ai cittadini Gli auspici dell'AGCM sulla piena liberalizzazione degli orari e dello svolgimento del servizio in ogni settore commerciale hanno trovato concretizzazione in alcuni recenti interventi legislativi (v. art. 3 commi 7 e 8 del DL 13 agosto 2011 n. 138; art. 3 c.1 lett. d-bis del DL 223/2006, come modificato dall'art. 31 del DL 6 dicembre 2011 n. 201; art. 1 commi 1 e 2 del DL 24 gennaio 2012 n. 1). Sono ora ammissibili soltanto limitazioni proporzionate a specifiche finalità pubbliche, il che evidentemente non consente di ritenere esclusa dal nuovo regime l'intera attività di vendita al dettaglio dei farmaci per il solo fatto che sussiste un collegamento con la tutela della salute (le deroghe alla liberalizzazione devono essere direttamente funzionali a garantire ciascuna un aspetto dell'interesse pubblico). Salvatore Dettori ancitel 050612 Tar Toscana 1043/2012 su ordinanze contingibili e urgenti Il potere contemplato dall'art. 54, D.Lgs. n. 267 del 2000, può essere esercitato solo quando si tratti di affrontare situazioni eccezionali ed imprevedibili che costituiscono una concreta minaccia per la pubblica incolumità, per le quali sia impossibile utilizzare i mezzi ordinariamente previsti dall'ordinamento giuridico. L'esercizio del potere sindacale d'urgenza è, quindi, subordinato ad un duplice ordine di presupposti, e dunque, da un lato, alla presenza di una situazione imprevedibile ed eccezionale che costituisca minaccia per l'incolumità pubblica (od anche per la sicurezza urbana) e, dall'altro, alla impossibilità di utilizzare i mezzi normalmente previsti dall'ordinamento giuridico per fronteggiarla. L'ordinanza sindacale si rivela, pertanto, illegittima nell'ipotesi in cui non rappresenti le situazioni di pericolo per l'incolumità pubblica che ne hanno motivato l'adozione. ilsole24ore, Mass. Repertorio Lex24 300512 Cds 3063/2012 su arresto dirigente società in gara Non può costituire causa di esclusione da una gara d'appalto l'arresto di proprietari o di dirigenti di una società o anche la sola pendenza di procedimenti penali. ancitel 250512 fuorisacco Cortili Aperti il 9 e 10 giugno Giunge alla diciottesima edizione "Lecce Cortili Aperti", manifestazione organizzata dalla Sezione Puglia dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. Come al solito sono numerosi gli eventi ospitati nei cortili degli splendidi palazzi leccesi L'appuntamento, che si inserisce nell’ambito delle Giornate Nazionali dell’ADSI, offre a turisti e cittadini la possibilità di effettuare tour guidati nei giardini delle dimore storiche di Lecce e di assistere a concerti, mostre, letture. Per l'edizione 2012, trentadue tra dimore storiche e Chiese del Seicento e Settecento si apriranno per farsi scoprire e colpire i visitatori con un'atmosfera magica e carica di fascino. Sarà possibile visitare atri e giardini abitualmente chiusi al pubblico e, in ognuno, il visitatore troverà momenti musicali, culturali e di intrattenimento. Programma Sabato 9 giugno, alle ore 18.00, nella biblioteca provinciale, ci sarà la presentazione del libro "L’arte di vivere a Bruxelles" di Fiammetta d’Aremberg Frescobaldi con l’intervento di Margherita Dallai, editor di Ville e Giardini. L’inaugurazione sarà alle ore 19.00 nella suggestiva cornice della chiesa di San Francesco della Scarpa, con l’apertura della mostra “Sotto il Vesuvio di Andy Warhol”, nature morte del seisettecento provenienti dal Museo di Capodimonte e “Facce di Partenope” , 86 foto acquerellate di Vittorio Pescatori, che ha ripreso gli aspetti più affascinanti e meno consueti di Napoli. Una mostra che rende omaggio a Napoli come ispiratore della cultura barocca, diffusa in tutto il regno delle Due Sicilie. Le ”cose inanimate”, come i letterati del Settecento chiamavano le nature morte, ben rappresentavano quella svolta artistica che si determina a Napoli dopo Caravaggio e i pittori viaggiatori fiamminghi. Le nature morte fanno da contrappunto allo strepitoso Vesuvio, dipinto con cui Andy Warhol rende omaggio a Napoli e che oggi è conservato nel Museo di Capodimonte. La mostra è curata da Maria Lucia Seracca Guerrieri, Fabrizio Vona (Sovrintendente del Polo Museale di Napoli) e Antonio Cassiano (Direttore del Museo Provinciale di Lecce). Ouverture musicale a cura del Maestro Marcello Panni. Domenica 10 giugno, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle 15.00 alle 22.00, le antiche dimore si apriranno per accogliere i visitatori. La manifestazione comprende spettacoli teatrali di compagnie locali, esposizioni di pittura, mostre di fotografia con soggetti desunti dai cortili, una dimostrazione di Badmington, corsi di ceramica e sulla manutenzione del mobile antico, concerti curati dal Conservatorio di Musica di Lecce Tito Schipa con musiche di tutti i secoli e generi, tra cui un coro gregoriano e arie per pianoforte, spettacoli musicali di jazz e musica napoletana, esposizioni di artigianato locale con dimostrazioni di alcune tecniche e visite guidate, anche con lettore LIS per non udenti, negli angoli più inconsueti della città. programma ∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞ Per vivere al di fuori della legge, devi essere onesto Robert Allen Zimmerman, meglio conosciuto come Bob Dylan (1941-) cantautore, musicista e poeta statunitense. accadde oggi nel 1494 Spagna e Portogallo firmano il Trattato di Tordesillas che divide il Nuovo Mondo tra le due nazioni; nel 1862 gli Stati Uniti e il Regno Unito concordano per la soppressione della tratta degli schiavi; nel 1905 la Norvegia dichiara dissolta l'unione con la Svezia. ∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞ a cura del Settore programmazione e gestione delle risorse comunitarie contatti / info 0832.682975-74 [email protected]