TESORI DELL’ANFITEATRO MORENICO: CASTELLO DI MASINO E MUSEO CIVICO P.A. GARDA DI IVREA Il Castello di Masino, sorto in cima a una collina per ragioni strategiche di controllo e difesa, domina il paesaggio intorno. Dal 1988 la famiglia Valperga di Masino ha affidato il compito di serbare la memoria storica della colta famiglia piemontese al FAI, che si occupa della conservazione di tutto il complesso, nonché degli oltre duemila oggetti d’arredo. Le sale Secentesche, caratterizzate da copiose decorazioni di soffitti e pareti, manifestano un gusto spiccato per stemmi, blasoni e per l'esaltazione delle imprese familiari. Ne sono esempi il Salone degli Stemmi e la Sala da Biliardo, affrescata nella metà del Seicento ed espressione della cultura manieristica che traspare dalle tonalità cromatiche e dalla complessa iconografia. Differenti sono gli affreschi della Sala da Ballo, situata all’interno del torrione rotondo cinquecentesco, caratterizzati da decorazioni a trompe d’oeil della prima metà del Settecento. Nella seconda metà del Settecento il Castello è stato rinnovato soprattutto nella decorazione e nell’arredo, assumendo un'impronta neoclassica che si evidenzia nell’appartamento di Madama Reale, Maria Giovanna Battista di Savoia, spesso ospite di Francesco I di Masino. Realizzato alla fine del Seicento, riarredato a metà Settecento, l’appartamento preserva ancora i preziosi papiers peints cinesi alle pareti, il pomposo letto a baldacchino, le poltrone e le tende nella preziosa e rara seta chiné del 1770. Un’importante testimonianza del gusto ottocentesco è offerta dall’atmosfera ovattata del Salotto Rosso, che raccoglie un’ampia collezione di damaschi, miniature e preziose porcellane. Il castello possiede anche splendide scuderie settecentesche ed un museo di carrozze ottocentesche di varia e rara tipologia. Ad ottobre il parco del Castello ospita l'ottava edizione della "Due giorni per l'Autunno", mostra e mercato di piante insolite e speciali in uno straordinario spettacolo di colori e di sapori autunnali. Spostandosi a Ivrea si incontra il museo civico P.A. Garda, che riaprirà al pubblico le sue collezioni nel nuovo allestimento progettato e realizzato nell'edificio storico dell’ex Monastero di Santa Chiara in piazza Ottinetti. Un edificio risalente al XIV secolo disposto su due piani, posizionato nella più bella e “dechirichiana” piazza porticata del centro storico. Nucleo centrale del museo sono due collezioni storiche: la collezione d’arte orientale e la collezione archeologica . La collezione d’arte orientale del Museo Garda, proviene da due fondi principali: la raccolta personale di Garda (circa il 79%) e la raccolta di "Palazzo Giusiana" (circa il 15%), la prima sede del Museo. Tra i due fondi, quello del Garda comprende, per la gran parte, oggetti giapponesi e infatti, nell’elenco della donazione nel 1876, l’istituendo museo venne denominato “Museo Giapponese P. A. Garda”. Invece il secondo fondo, quello di palazzo Giusiana, già di proprietà del conte Perrone, comprende diversi oggetti cinesi e di altri paesi asiatici. La collezione conserva una ricca varietà di oggetti realizzati con diversi materiali: metallo, porcellana, lacca, carta, seta, legno, bambù, avorio, guscio di tartaruga, vetro, paglia ed altri. La maggior parte delle opere consiste in produzioni del periodo contemporaneo alla vita del Garda. La collezione delle opere è stata conclusa da Garda tra il 1874 ed il 1876. Non risulta che il Garda sia mai stato in Giappone né in Cina ed ha quindi probabilmente formato la sua collezione in Europa, all’inizio della grande espansione del collezionismo di oggetti giapponesi che si ebbe verso la fine del XIX secolo con l’apertura del Giappone e con la conseguente disponibilità di opere sul mercato occidentale. Questa moda era d’altronde alimentata dal gusto delle chinoiserie e degli oggetti dell’esotismo giapponese, già coltivato dalle classi dominanti nell’Europa dei secoli precedenti. La collezione archeologica raccoglie le testimonianze della città e del suo territorio dall’età neolitica fino ai documenti materiali del periodo basso medievale e rinascimentale. E' tuttavia caratterizzata principalmente da opere e manufatti del periodo della colonia di Eporedia e del successivo periodo della centuriazione del territorio. La colonia di Eporedia viene dedotta nel 101/100 a.C. come avamposto militare e strategico sulla riva sinistra della Dora Baltea, nel luogo in cui il fiume conclude il percorso alpino e si apre verso la pianura, per proseguire poi il suo corso fino alla confluenza nel Po. Importante reperto della collezione archeologica che testimonia questo periodo è la stele del gromatico, oltre ad un miliario, una stele a timpano. Altro materiale e reperti presenti nella collezione riguardano la vita quotidiana così come i riti legati ai morti. Infine alcuni reperti testimoniano la tarda antichità. L'alto medioevo ed in particolare al periodo longobardo risale un bellissimo bacile ad orlo perlato. Le collezioni del museo annoverano inoltre un importante nucleo di formelle in terracotta con funzione di decoro architettonico esterno risalenti al XIV secolo, alcune statue lignee tra cui spiccano per bellezza e conservazione un insieme costituente un Adorazione dei Magi, alcuni affreschi staccati e depositati al museo per garantire la loro conservazione, e una cospicua collezione di stampe per la quasi totalità donate al museo. La collezione Croff: i quadri della collezione Croff sono pervenuti al Comune di Ivrea grazie alle volontà testamentarie della signora Lucia Guelpa, che, alla sua morte, lasciò in eredità al Comune di Ivrea l'intero suo patrimonio, di cui faceva parte l'importantissima raccolta di opere collezionate dal cognato Abdone Croff. L'incidente stradale occorso alla famiglia Croff nell'ottobre del 1946 in cui perirono Abdone, la moglie Adele Guelpa e il loro giovane figlio Livio, rese Lucia Guelpa erede delle proprietà della sorella. Tutte le opere facenti parte della collezione Croff sono state restaurate fra la fine del 2006 e la prima metà del 2007. Contemporaneamente è stato effettuato lo studio delle opere stesse, a cura di esperti storici dell'arte, che si sono avvalsi anche della corposa documentazione rinvenuta fra le carte di Lucia Guelpa. Tale documentazione, costituita da attestazione di critici d'arte e da una fitta corrispondenza con antiquari e artisti, è stata di supporto al lavoro degli esperti e costituisce un importantissimo punto di osservazione sulla storia del collezionismo privato della prima metà del Novecento. L'Anfiteatro Morenico di Ivrea. Paesaggio e cultura Comune di Ivrea Piazza Vittorio Emanuele I - Ivrea Tel. 0125 4101 - Fax 0125 410330 www.comune.ivrea.to.it L’Anfiteatro Morenico di Ivrea è caratterizzato da numerosi elementi di specificità di natura storica, paesaggistica e culturale. Le peculiarità di questo territorio ricoprono un arco storico plurimillenario, dalla Preistoria ai giorni nostri: dai reperti fittili e di culto disseminati nell’intera zona, all’anfiteatro e acquedotto romani a Ivrea, dalle Pievi romaniche alla Via Francigena percorsa dai pellegrini medievali, arrivando infine al XX secolo segnato dalla presenza industriale e culturale di Olivetti. Numerosi i castelli e le chiese. Sul piano ambientale sono rilevanti i 5 laghi morenici e i molti sentieri percorribili anche dai disabili. Il piano di valorizzazione L'Anfiteatro Morenico di Ivrea. Paesaggio e cultura intende organizzare i vari e già numerosi progetti in atto sul territorio ma ancora frammentati, per creare una programmazione pubblica al passo con le esigenze turistiche e di tutela del patrimonio culturale e ambientale.