Impianto per la produzione di calcestruzzo preconfezionato con utilizzo di ceneri volanti
Comune di Sarroch, loc. Monte Arrubiu
0
PREMESSA ......................................................................................................... 3
1
PROGETTO ......................................................................................................... 4
1.1
DESCRIZIONE DELL’AZIENDA ............................................................................................ 4
1.1.1
SCHEDA ANAGRAFICA AZIENDALE ............................................................................... 5
1.2
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO ..................................................................................... 6
1.2.1
MOTIVAZIONE DELL’INTERVENTO................................................................................. 6
1.2.2
SCELTE PROGETTUALI .................................................................................................. 7
1.3
LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO .............................................................................. 7
1.3.1
INQUADRAMENTO DELL’AREA....................................................................................... 8
1.4
INQUADRAMENTO PROGETTUALE.................................................................................... 8
1.4.1
LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO..................................................... 9
1.4.2
DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ ........................................................................................ 9
1.4.3
DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO ........................................................... 10
1.4.4
ACQUE REFLUE ............................................................................................................ 11
1.4.5
VARIAZIONI DA APPORTARE AL PROCESSO.............................................................. 17
1.5
2
COSTI DEL PROGETTO ..................................................................................................... 19
UBICAZIONE ..................................................................................................... 19
2.1
SITO INTERESSATO DALL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA ........................................................ 19
2.2
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ..................................................................................... 19
2.2.1
IL P.P.R. (Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna) .............................................. 21
2.2.2
IL P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale del Comune di Sarroch) ..................................... 22
2.2.3
RAPPORTI DI COERENZA DEL PROGETTO CON GLI OBIETTIVI PERSEGUITI DAGLI
STRUMENTI PIANIFICATORI RISPETTO ALL'AREA DI LOCALIZZAZIONE ............................... 23
2.3
ELEMENTI DI VALORE PAESAGGISTICO, STORICO, CULTURALE ................................ 23
2.4
GEOLOGIA E LITOLOGIA .................................................................................................. 24
2.5
GEOMORFOLOGIA ............................................................................................................ 25
2.6
IDROLOGIA E ACQUE DI FALDA ...................................................................................... 25
2.7
AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ ....................................................... 26
3
POTENZIALI FONTI D’IMPATTO ..................................................................... 27
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
3.7
3.8
PRODUZIONE DI POLVERI ............................................................................................ 27
ACQUE DI FALDA .......................................................................................................... 33
RIFIUTI SOLIDI ............................................................................................................... 34
RUMORE ........................................................................................................................ 34
CARATTERISTICHE DI ACCESSO E TRAFFICO ........................................................... 35
PRESENZA DI SOSTANZE TOSSICHE .......................................................................... 36
EMISSIONE DI ODORI MOLESTI ................................................................................... 36
ALTERAZIONI VISUALI E PAESAGGISTICHE ............................................................... 36
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1
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4
MITIGAZIONE.................................................................................................... 36
4.1
4.2
4.3
5
POLVERI ........................................................................................................................ 37
RUMORE ........................................................................................................................ 37
REGOLAMENTI GESTIONALI ........................................................................................ 37
PIANO DI MONITORAGGIO ............................................................................. 37
5.1
5.2
5.3
5.3.1
QUALITÀ DELL’ARIA ...................................................................................................... 38
QUALITÀ DELL’ACQUA.................................................................................................. 38
RUMORE ........................................................................................................................ 39
AZIONI DI MONITORAGGIO RIGUARDANTI LA RUMOROSITÀ DELL’IMPIANTO ......... 39
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0 PREMESSA
La presente relazione è stata redatta in ossequio alla seguente Normativa di
Riferimento:
D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i.
D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4.
Delibera della Giunta Regionale n. 24/23 del 23.4.2008.
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1 PROGETTO
Nel presente capitolo si descrive il progetto e le soluzioni adottate a seguito degli
studi effettuati, nonché l’inquadramento del territorio, inteso come sito e come ambito
territoriale di riferimento. In esso sono esplicitate le motivazioni assunte dal
proponente nella definizione del progetto e sono descritte le motivazioni tecniche
delle scelte progettuali, nonché misure, provvedimenti ed interventi, anche non
strettamente riferibili al progetto, che il proponente ritiene opportuno adottare ai fini
del migliore inserimento nell’ambiente.
La ditta CALCESTRUZZI S.p.A., nell’impianto di betonaggio ubicato in località Monte
Arrubiu nel comune di Sarroch (Ca) svolge l’attività di produzione di calcestruzzo
preconfezionato utilizzando il recupero di rifiuti non pericolosi quali le ceneri derivanti
dalla combustione del carbone.
L’attività di recupero e trattamento rifiuti svolta dalla ditta è classificata come R5 –
Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche e R13 – Messa in riserva di rifiuti per
sottoporli ad una delle operazioni indicate ai punti da R1 a R12 di cui all’allegato C
alla parte IV del D. Lgs. 152/06.
L’autorizzazione è stata rilasciata dalla Provincia di Cagliari con Determinazione n°
22 del 01.03.2006 che ha rinnovato l’iscrizione n° 129 prot. 176UPG del 16.01.2001
nel Registro Provinciale per le Operazioni di Recupero di cui al D.lgs. 22/97 e D.M.
05.02.1998.
L’attività proposta e illustrata nella presente relazione è prevista al punto 7 w
dell’allegato B1 alla Delibera della Giunta Regionale n. 24/23 del 23.4.2008
(categorie di opere da sottoporre a procedura di verifica di assoggettabilità):
“Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva
superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.
1.1
DESCRIZIONE DELL’AZIENDA
CALCESTRUZZI S.p.A., Gruppo ITALCEMENTI, unitamente alle consociate
Cemencal, Eica, Speedybeton e Monviso, è il primo produttore italiano di
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calcestruzzo preconfezionato, opera anche nel settore degli inerti ed è presente su
tutto il territorio nazionale.
Grazie alla vasta capillarità della sua struttura produttiva, con 232 impianti di
betonaggio, 15 cave e 16 impianti di selezione inerti nonché al considerevole numero
dei mezzi di trasporto a disposizione, Calcestruzzi garantisce un’elevata copertura
del territorio e una rapidità nelle consegne fornendo al fattore tempo un valore
primario. La rete operativa di CALCESTRUZZI è suddivisa in sette Direzioni di Zona
e cinque uffici locali. Grazie alla forte presenza commerciale, Calcestruzzi è in grado
rispondere anche alla clientela più esigente, sia del mercato diffuso che delle Grandi
Opere. Calcestruzzi attraverso la sua rete di vendita offre un rapporto di consulenza
alla clientela per l’individuazione del mix design più adeguato all’opera da realizzare.
Gli impianti di betonaggio, certificati secondo quanto previsto dal Decreto Ministeriale
sulle Norme Tecniche per le Costruzioni e automatizzati, sono in grado di fornire un
prodotto a qualità costante e con elevate proprietà prestazionali che consentono di
realizzare strutture in calcestruzzo sicure e durevoli. Tradizione ed esperienza
pluriennale nel settore ed innovazione tecnologica e di prodotto consentono di fornire
anche alla clientela più esigente risposte e soluzioni concrete alle diverse
problematiche progettuali di cantiere.
1.1.1 SCHEDA ANAGRAFICA AZIENDALE
ragione sociale:
CALCESTRUZZI S.p.A.
attivita’ svolta:
Recupero rifiuti (R5) - Messa in riserva rifiuti (R13)
sede legale e amministrativa:
Via Camozzi 124 - Bergamo
legale rappresentante:
Rag. Alfonso di Bona (procuratore)
ubicazione impianto:
Sarroch (Ca) loc. Monte Arrubiu
responsabile tecnico impianto:
Ing. Claudio Marino
recapiti:
Telefono: 070900117
Fax: 070900117
E-mail: [email protected]
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1.2
DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
1.2.1 MOTIVAZIONE DELL’INTERVENTO
Nell’anno 2009 il quantitativo trattato di ceneri leggere di carbone (CER 10.01.02) è
stato di 1268 t.
La produzione di calcestruzzo è stata pari a 25.161 mc. Ne consegue il seguente
quadro riepilogativo:
•
produzione media giornaliera cls: 25.161/300 = 84 mc/giorno;
•
proporzione di ceneri: 1.268/25.161 = 50 Kg/mc;
•
quantità di ceneri trattata giornalmente: 1.268/300 = 4,22 t/giorno;
•
potenzialità impianto: 400 ÷ 450 mc/giorno;
•
ore funzionamento impianto: 84/400 x 8 = 1,7 h/giorno;
•
il fabbisogno per la produzione di calcestruzzo (rapporto acqua cemento A/C
= 0,45) è di 11.322 mc d’acqua.
La necessità di utilizzare quantitativi di ceneri superiori alle 10 t/giorno deriva dal
dover far fronte a richieste di fornitura di quantitativi di calcestruzzo che possono
arrivare anche a 450 mc/giorno che è la potenzialità massima dell’impianto.
Poiché la proporzione di ceneri volanti può arrivare a 150 ÷ 160 Kg/mc di
calcestruzzo, ne deriva la necessità di dover trattare fino ad un massimo di 80
t/giorno di ceneri, ma con il limite massimo di 6.000 tonnellate annue.
Dal punto di vista ambientale, l’esistenza di aziende come CALCESTRUZZI che
utilizzano nel processo produttivo tali rifiuti permette di :
•
ridurre i quantitativi di rifiuti da inviare in discarica;
•
ridurre di conseguenza i costi di smaltimento dei rifiuti per la collettività;
•
allungare il tempo di vita delle discariche esistenti evitando di aprirne di nuove;
•
ridurre l’utilizzo di risorse naturali e materie sostitutive per il conferimento di
quelle caratteristiche di lavorabilità, riduzione del “bleeding”, riduzione di vuoti,
riduzione del calore di idratazione e del ritiro fornite dalle ceneri volanti.
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L’aumento della capacità di trattamento e recupero rifiuti da parte della
CALCESTRUZZI S.p.A. contribuirà pertanto a proseguire nel percorso di
miglioramento di tali obiettivi, in linea sia con la normativa nazionale di settore sia
con quella delle amministrazioni locali.
1.2.2 SCELTE PROGETTUALI
Nell’ottica di quelle che sono le esigenze di sviluppo del settore, come richiesto dal
mercato, la CALCESTRUZZI S.p.A. intende sfruttare maggiormente la potenzialità
produttiva del proprio impianto passando, come già detto, da 1.268 a 6.000
tonnellate di rifiuti recuperati all’anno (da circa 4 fino ad 80 t/giorno ma solo su parte
dei giorni lavorativi annuali).
La scelta progettuale è quella di aumentare le quantità di ceneri utilizzate
nell’impianto di Sarroch mediante semplici modifiche di tipo gestionale, che non
richiederanno aumento di personale, volte ad aumentare la produttività dell’impianto
sfruttando la sua potenzialità attualmente molto limitata.
Tali modifiche, come verrà trattato nel successivi capitoli 3 e 4, non avranno
significativo
impatto
sull’ambiente,
ma
consentiranno
alla
ditta
di
essere
maggiormente presente sul mercato dei calcestruzzi potendo contemporaneamente
offrire una maggior disponibilità al recupero dei rifiuti.
1.3
LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO
L’intervento oggetto della presente relazione sarà realizzato, come detto, nella sede
operativa di Sarroch, ubicata in località Monte Arrubiu all’interno di un lotto edificato
di estensione di circa 2997 mq, di proprietà della ditta PIERO PORRU (Foto 1),
esercente dell’attività di cava confinante con l’impianto di betonaggio in argomento e
che ha dato in affitto alla CALCESTRUZZI S.p.A. il lotto medesimo.
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Foto 1
Nell’impianto vengono svolte le seguenti attività:
•
produzione di calcestruzzi preconfezionati;
•
stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali non pericolosi.
L’impianto venne costruito con autorizzazione edilizia n° A/03/71 del 26.02.2003.
1.3.1 INQUADRAMENTO DELL’AREA
L’impianto si trova in località Monte Arrubiu in comune di Sarroch e ricade nel Foglio
565 IV “Villa S. Pietro” della Carta d’Italia al 25.000 edita dall’I.G.M. (Tav. 1).
Il lotto di terreno su cui sorge l’impianto è distinto nel catasto del comune di Sarroch
al F. 28 mappale 456.
1.4
INQUADRAMENTO PROGETTUALE
L’inquadramento
progettuale
verrà
definito
per
mezzo
della
localizzazione
dell’impianto, la descrizione dell’attività e quella del processo produttivo. Verranno
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poi analizzati nei paragrafi successivi i principali aspetti ambientali di progetto, le
misure di mitigazione degli impatti e piani di monitoraggio.
1.4.1 LOCALIZZAZIONE E DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO
L’area, alla quale si accede da una strada di penetrazione sulla destra della SS 195
in direzione Villa S. Pietro – Cagliari a circa 200 m. dal bivio per Sarroch, è recintata
in muratura e con rete metallica e confina con una cava (di altra società) e con la
suddetta strada.
L’accesso al sito avviene attraverso un cancello in acciaio sulla strada di
penetrazione; proseguendo sulla stessa strada si accede all’area di stoccaggio inerti.
L’impianto, che occupa quattro unità lavorative, è così composto:
• Piazzale con fondo in calcestruzzo armato;
• Fabbricato uffici (mensa, servizi igienici, cabina di dosaggio);
• Area stoccaggio inerti e rampa d’accesso;
• Tramogge dosaggio inerti;
• Nastro trasportatore;
• Zona lavaggio betoniere con recupero acqua e scarti di lavorazione;
• Un silo per lo stoccaggio del cemento con filtro depolveratore;
• Un silo per lo stoccaggio delle ceneri con filtro depolveratore;
• Bilancia per dosaggio leganti e ceneri con filtro depolveratore;
• Contenitori additivi;
• Box carico autobetoniere con convogliamento aria al filtro depolveratore;
• Vasche raccolta e recupero delle acque meteoriche e di lavaggio.
1.4.2 DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ
I rifiuti trattati dall’impianto sono quelli identificati dal codice CER 10.01.02 inserito
nella tipologia di cui all’allegato 1 sub. 1 al D.M. 05.02.1998 al punto 13.1: “ceneri
dalla combustione di carbone e lignite, anche additivati con calcare e da
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cocombustione con esclusione dei rifiuti urbani ed assimilati tal quali”.
L’attività ebbe inizio con la citata Iscrizione nel Registro Provinciale delle Operazioni
di Recupero della Provincia di Cagliari.
Caratteristiche del rifiuto: è generalmente composto dall’80% circa di ceneri volanti
e dal 20% circa di ceneri pesanti; costituito da silicati complessi di alluminio, calcio e
ferro, sostanza carboniosa incombusta (2÷10 %); PCDD in concentrazione non
superiore a 2,5 ppb; PCB, PCT < 25 ppm.
Le ceneri volanti, così chiamate in quanto parte più leggera dei residui di
combustione
trascinata
dai
fumi,
provengono
normalmente
dalla
centrale
termoelettrica di Fiumesanto (SS), oggi della Società EON. Si allega un bollettino
d’analisi delle ceneri utilizzate in impianto.
La Ditta è in possesso di autorizzazione all’attività (R5) di recupero rifiuti speciali non
pericolosi avendo ottenuto dalla Provincia di Cagliari con Determinazione n° 22 del
01.03.2006 il rinnovo dell’iscrizione n° 129 prot. 176UPG del 16.01.2001 nel Registro
Provinciale per le Operazioni di Recupero di cui al D.lgs. 22/97 e D.M. 05.02.1998.
Nell’impianto, la CALCESTRUZZI S.p.A. ha attivato un processo industriale che,
utilizzando i rifiuti da combustione di carbone, ha consentito in questi anni di attività
di produrre calcestruzzi preconfezionati di elevata qualità per impieghi nelle
costruzioni sia nel settore pubblico che privato. I rifiuti così recuperati pertanto non
sono più stati destinati alle discariche.
Il processo di lavorazione si avvale di un silo metallico chiuso nel quale è effettuato lo
stoccaggio delle ceneri in arrivo, la cui estrazione avviene mediante coclea a tenuta
stagna, passando quindi alla dosatura e alla miscelazione automatica e
programmata con materiali inerti quali sabbia, ghiaia, cementi, acqua e speciali
additivi.
1.4.3 DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO
L’approvvigionamento degli inerti delle varie pezzature per il confezionamento del
calcestruzzo avviene mediante automezzi ribaltabili che accedono alle aree di
stoccaggio inerti (Foto 2). E’ da sottolineare come gli inerti, provenendo dagli impianti
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di vagliatura a umido, hanno un elevato contenuto d’acqua e quindi nella fase di
scarico non viene prodotta polvere.
Da queste aree gli inerti sono ripresi con pala meccanica e scaricati nelle tramogge
dosatrici (Foto 3). Da qui mediante nastro trasportatore vengono caricate le betoniere
nell’apposito box di carico (Foto 4).
Un silo contiene una qualità di cemento (Classe 42,5R II/A-LL) e un silo le ceneri da
utilizzare nel processo produttivo (Foto 5). L’approvvigionamento di questi materiali
avviene tramite autocisterne e il caricamento dei silos, stagni, mediante un sistema
pneumatico anch’esso a tenuta stagna. L’estrazione dai silos avviene tramite coclee
a tenuta stagna.
Il cemento e le ceneri sono inviati a una bilancia, stagna, che permette il dosaggio
preciso delle quantità richieste e da questa inviate al carico in betoniera sempre
tramite coclea a tenuta stagna (Foto 6).
Contenitori stagni contengono gli additivi necessari al confezionamento delle varie
tipologie di calcestruzzo.
In conclusione, sintetizzando quando in precedenza descritto, una volta stabilita la
composizione del calcestruzzo in base alla richiesta del cliente, un sistema
automatico di pesatura e dosaggio comanda l’invio alla betoniera, posizionata nel
box di carico (Foto 7), dei quantitativi di inerti, cemento, ceneri, additivi e acqua nelle
proporzioni stabilite dal mix-design richiesto.
1.4.4 ACQUE REFLUE
Non esistono reti fognarie ne per acque meteoriche ne per acque nere.
Le acque meteoriche sono convogliate, in parte, mediante le opportune pendenze
ricavate sul piazzale, ad un sistema di vasche di raccolta, che fanno capo anche
all’attività di cava confinante, dalle quali sono re immesse nel circuito di
alimentazione dell’impianto (Foto 8). La parte rimanente dal piazzale dell’impianto
segue le pendenze che permettono il deflusso per vie naturali (Tav. 1).
E’ inoltre presente una vasca di raccolta delle acque di lavaggio delle betoniere e
l’acqua raccolta è interamente utilizzata nel ciclo produttivo (Foto 9).
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Una riserva idrica costituita da un serbatoio In calcestruzzo contiene l’acqua di
reintegro che è fornita da un pozzo regolarmente denunciato al Genio Civile fin dal
1995.
Non si dispone dei dati relativi alla quantità d’acqua di reintegro utilizzata nel 2009.
Si allegano i bollettini d’analisi che riguardano le acque di ricircolo e l’acqua di
reintegro.
Foto 2
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Foto 3
Foto 4
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Foto 5
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Foto 6
Foto 7
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Foto 8
Foto 9
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1.4.5 VARIAZIONI DA APPORTARE AL PROCESSO
Come già detto in precedenza il motivo della richiesta di variante è l’aumento fino a
80 t/giorno e 6.000 tonnellate annue di rifiuti da trattare. L’aumento della quantità non
comporterà variazioni nel ciclo produttivo sopra descritto.
Di seguito viene riportato e sintetizzato in un diagramma di flusso il ciclo produttivo.
DIAGRAMMA DI FLUSSO DEL CICLO PRODUTTIVO
SILO CENERI
(PUNTO EMISSIONE IN
ATMOSFERA)
SILO CEMENTO
ACQUA DAL
POZZO
BILANCIA
(PUNTO EMISSIONE IN
ATMOSFERA)
(PUNTO EMISSIONE
IN ATMOSFERA)
SERBATOIO
ACCUMULO
AREA LAVAGGIO
BETONIERE
ADDITIVI
INERTI
VASCHE RACCOLTA
ACQUA
ACQUE
METEORICHE
CARICO
BETONIERA
(PUNTO EMISSIONE IN
ATMOSFERA)
DEFLUSSO NATURALE
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DIAGRAMMA DI FLUSSO DELL’ACQUA INDUSTRIALE
ACQUA DAL
POZZO
SERBATOIO
ACCUMULO
AREA LAVAGGIO
BETONIERE
VASCHE RACCOLTA
ACQUA
ACQUE
METEORICHE
CARICO
BETONIERA
DEFLUSSO NATURALE
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1.5
COSTI DEL PROGETTO
Nessun investimento sarà effettuato dall’azienda in quanto, come già detto, il
trattamento di un maggiore quantitativo di ceneri sarà realizzato semplicemente
aumentando, quando richiesto, le ore di marcia attuale dell’impianto.
2 UBICAZIONE
2.1
SITO INTERESSATO DALL’ATTIVITÀ PRODUTTIVA
Il lotto di terreno nel quale sorge l’impianto di betonaggio in esame è suddiviso in due
aree. La prima a quota più elevata, circa 100 m s.l.m. nella quale sono ubicate le
aree di stoccaggio degli inerti e l’alimentazione delle tramogge dosatrici. La seconda
a quota inferiore, circa 95 m s.l.m. dove sorge l’impianto di confezionamento del
calcestruzzo.
Il sito si trova a sud del centro abitato di Sarroch, da cui dista in linea d’aria circa 1
Km. E’ raggiungibile percorrendo una strada di penetrazione sulla destra della SS
195 in direzione Villa S. Pietro – Cagliari a circa 200 m dal bivio per Sarroch (Tav. 1).
L'area è collocata in un ambito funzionale caratterizzato dalla presenza di una cava
di materiali inerti confinante con l’area dell’impianto, altre attività estrattive nel raggio
di pochi chilometri e a meno di 2 Km a nord si trova la raffineria della SARAS.
2.2
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
Nel presente paragrafo si terrà conto dei seguenti atti di programmazione e di
pianificazione:
•
Piani di settore e di coordinamento;
•
Piani di area vasta;
•
Strumenti urbanistici locali.
Tra questi:
•
il P.P.R. (Piano Paesaggistico Regionale) della Sardegna;
•
il P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale) del Comune di Sarroch;
Inoltre si sono presi in esame:
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•
Decreti Assessoriali P.I 23.12.1985 (N°2997-3012) “Galassini” (Vincolo di non
trasformabilità);
•
Zone classificate “H” (di rispetto paesaggistico, ambientale, morfologico,…)
dagli strumenti urbanistici comunali;
•
Decreto Assessoriale n° 2266/U del 1983 (Decreto Floris);
•
L.R 45/89 (Legge Urbanistica Regionale);
•
Il Piano Straordinario di cui all’articolo 1 bis del D.L n°180/1998
(Perimetrazione e misure di salvaguardia delle aree a rischio idrogeologico) –
Decreto Interassessoriale Assessorato dei Lavori Pubblici/Assessorato della
Difesa dell’Ambiente 11.08.2000, n°548;
•
Piano regionale dei Traporti;
•
Piano sanitario regionale.
Interazioni dell’opera con le norme ambientali:
•
Parchi, riserve, monumenti naturali, aree di particolare rilevanza naturalistica e
ambientale di cui alla L.R 7/06/1989, n°3 e L.R. 31/1989;
•
Aree naturali protette, di cui alla L. 06/12/1991 n°394;
•
Siti di importanza comunitaria proposti ai sensi della Direttiva 92/43 CEE e del
D.P.R. 08/09/1997 n°357;
•
Zone di protezione speciale con presenza di specie di interesse prioritario ai
sensi della Direttiva 79/409/CE e D.P.R. 08/09/1997 n°357;
•
Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di
Ramsar di cui al D.P.R.13/03/1976 n°448.
• Beni culturali e paesaggistici sottoposti a tutela ai sensi del “Decreto
Legislativo 22 gennaio 2004, n°42 e s.m.i. “Codice dei beni culturali e del
paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 Luglio 2002, n°137”, noto
Codice Urbani.
L’attività non ricade in alcuna ZPS, SIC, Zona umida d’importanza internazionale.
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20
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Per l’attività produttiva in oggetto non si riscontrano interazioni con:
•
Zone di vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. n°3267/23 e del PAI (Piano
Assetto Idrogeologico), legge 18 maggio 1989, n. 183, art. 17, comma 6, ter
D.L. 180/98.
•
Fasce di rispetto di sorgenti o captazioni idriche, D.P.R. 236/88 e s.m.i.
•
Zone vincolate agli usi militari.
Zone di rispetto di infrastrutture:
•
Strade:
D.M. 140/68, L. 717/65
•
Ferrovie:
D.P.R. 753/80
•
Aeroporti:
R.D.L.327/42
•
aree cimiteriali:
R.D. 1265/34
•
Zone percorse da incendi: Legge 21 novembre 2000, n° 353 (Legge-quadro in
materia di incendi boschivi) e Deliberazione della Giunta 23 Ottobre 2001 n°
36/46 (Pubblicato nel BURAS n°37 del 15/12/01) - Atto di indirizzo
interpretativo e applicativo dei divieti, prescrizioni e sanzioni contenuti negli
articoli 3 e 10 della Legge 21 novembre 2000, n° 353 (Legge-quadro in
materia di incendi boschivi).
•
Zone con vincolo paesaggistico ai sensi del R.D. 1497/39 di cui al D.M.
30.11.1965, successivamente rettificato con D.M. 10.01.1968.
• Beni culturali e paesaggistici sottoposti a tutela ai sensi del “Decreto
Legislativo 22 gennaio 2004, n°42 e s.m.i. “Codice dei beni culturali e del
paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della Legge 6 Luglio 2002, n°137”, noto
Codice Urbani.
2.2.1 IL P.P.R. (Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna)
Nella tavola seguente è riportato uno stralcio della tavola del P.P.R. che si riferisce
all’ambito n° 2 costiero in cui ricade l’attività in oggetto.
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Impianto per la produzione di calcestruzzo preconfezionato con utilizzo di ceneri volanti
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Poiché l’insediamento produttivo ricade nell’area di pertinenza della cava di Monte
Arrubiu, che ha dato in affitto una parte dei terreni alla Calcestruzzi S.p.A., ricordiamo
che le norme specifiche che il PPR prevede relativamente all'attività estrattiva sono
stabilite di seguenti articoli:
- Art. 96 - Aree estrattive (cave e miniere). Definizione
- Art. 97 - Aree estrattive (cave e miniere). Prescrizioni
- Art. 98 - Aree estrattive (cave e miniere). Indirizzi
2.2.2 IL P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale del Comune di Sarroch)
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22
Impianto per la produzione di calcestruzzo preconfezionato con utilizzo di ceneri volanti
Comune di Sarroch, loc. Monte Arrubiu
Il Comune di Sarroch si è dotato di Piano Urbanistico Comunale in ossequio alla
Legge Urbanistaca Regionale n° 45/89.
Nel caso di nostro interesse l’attività ricade in zona D, sottozona D 5 “Cava ed
impianti di betonaggio”, come previsto dall’articolo 20 delle Norme d’Attuazione.
2.2.3 RAPPORTI DI COERENZA DEL PROGETTO CON GLI OBIETTIVI
PERSEGUITI DAGLI STRUMENTI PIANIFICATORI RISPETTO ALL'AREA
DI LOCALIZZAZIONE
Non sussistono sull'area interessata vincoli di carattere paesaggistico, idrogeologico,
archeologico o militare.
Il Comune di Sarroch si è dotato di un Piano Urbanistico Comunale: l’insediamento
produttivo ricade in Zona D, sottozona D5: Cava ed impianti di betonaggio. Per
l'intervento in progetto i parametri tecnico/urbanistici risultano quindi essere
ampiamente rispettati e conformi con le prescrizioni del P.U.C.
2.3
ELEMENTI
DI
CULTURALE
VALORE
PAESAGGISTICO,
STORICO,
La zona interessata dall’intervento non presenta un ambiente con naturalità specifica
a causa dell’inserimento in un’area ad elevato intervento antropico legato all’attività’
estrattiva. Nonostante la vicinanza con l’abitato di Sarroch e con l’area della raffineria
SARAS esistono comunque nel territorio aree con elevata naturalità.
Le aree oggetto di sfruttamento agricolo vedono gran parte delle superfici coltivate
occupate da colture arboree con netta prevalenza di oliveti, mandorleti e pescheti.
Per quanto concerne il territorio comunale a naturalità specifica, esso è in parte
interessato dalla foresta demaniale di Monte Nieddu, che si sviluppa lungo la valle
del Rio di Monte Nieddu, che scorre quasi totalmente in territorio di Sarroch ed in
misura minore nei territori di Capoterra e Villa S. Pietro. Si trova a contatto di un
vasto sistema forestale, che comprende le foreste di Pula, Pantaleo e Gutturu
Mannu, costituendone il settore più orientale. Si tratta di bei boschi di leccio (Quercus
ilex L.) puri o misti a sughera (Quercus suber L.), talvolta presenti entrambi con
esemplari maestosi o misti ad elementi più tipici della macchia-foresta come il
corbezzolo (Arbutus unedo L.), l’erica arborea (Erica arborea L.) e la fillirea (Phillyrea
sp. pl.). E’ ben sviluppata anche la macchia mediterranea, con elementi tipici quali i
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23
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cisti (Cistus sp. pl.), la calicotome (Calicotome sp. pl.), l’euforbia arborea (Euphorbia
dendropides L.) e molte altre ancora. Anche la vegetazione di tipo ripariale, lungo l
corsi d’acqua, è ben sviluppata e forma una boscaglia ripariale ad oleandri (Nerium
oleander L.); inoltre, sono presenti sempre lungo i corsi d’acqua i salici (Salix sp. pl.),
le tamerici (Tamarix sp. pl.) e molte specie erbacee importanti. Sotto l’aspetto
faunistico, è da segnalare nelle aree meno disturbate la presenza del cinghiale (Sus
scrofa Linnaeus, 1758), della volpe (Vulpes vulpes ichnusae Miller, 1907) e del cervo
sardo (Cervus elaphus corsicanus Erxleben, 1777) che, sporadicamente, fa la sua
comparsa. Inoltre, tra i rapaci, è segnalata la presenza dell’aquila reale (Aquila
chrysaetos Linnaeus, 1758), dell’aquila del Bonelli (Hieraetus fasciatus fasciatus
Vieillot, 1822) dello sparviero sardo (Accipiter nisus wolterstorffi Kleinschmidt, 1901)
e dell’astore sardo (Accipiter gentilis arrigonii Kleinschmidt, 1903), che qui nidificano.
Sotto l’aspetto storico – culturale siti presenti nel territorio sono la località San
Giorgio, in cui era ubicato l’antico insediamento, la Villa d’Orri, sito storico associato
ai Marchesi Manca di Villahermosa e numerose testimonianze archeologiche
presenti nel territorio, tra i quali il nuraghe Sa domu 'e s'Orcu e Tombe dei Giganti.
Sarroch dispone di alcuni monumenti e beni culturali di pregio come le Torri costiere,
la Villa d'Orri, la Villa Siotto. Il territorio comunale comprende anche due frazioni
d’interesse balneare, Perd’e Sali e Porto Columbu.
2.4
GEOLOGIA E LITOLOGIA
Nell’Eocene medio-superiore, nel settore in esame, i primi effetti della fase pirenaica
compressiva si evidenziano con la discordanza tra la Formazione del Cixerri e il
Basamento Paleozoico.
L’intensa attività tettonica di tipo distensivo che riguarda la Sardegna in questa fase
determina un sistema di fratture a prevalente orientazione N-S e NESW che
smembra il basamento paleozoico in un insieme di blocchi rialzati e ribassati fra loro;
fra queste la più importante dà luogo ad una grande fossa tettonica (Fossa Sarda)
orientata longitudinalmente rispetto all’Isola che andava dal Golfo dell’Asinara al
Golfo degli Angeli.
Un intenso vulcanismo subaereo di carattere calcoalcalino precede e accompagna la
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24
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formazione del “rift” e continua in ambiente marino fino al Miocene medio. È un
vulcanismo andesitico-basaltico e riolitico, con prodotti lavici e piroclastici. Tra
Sarroch e Pula si trova un importante distretto vulcanico relativo a questo ciclo nel
quale è riconoscibile una successione di tipi lavici variabili da andesitico-basaltici a
dacitici che giacciono sulla Formazione del Cixerri. Esso è originato dalla fase
tettonica distensiva plio-quaternaria, in concomitanza con la formazione del bacino
oceanico del Tirreno centromeridionale del “graben” del Campidano e la diffusa
attività vulcanica basica che però non interessa l’area in esame (CARMIGNANI et al.,
2001).
2.5
GEOMORFOLOGIA
Le rocce vulcanoclastiche del settore occidentale, che comprende i comuni allineati
lungo la faglia del Campidano di Sarroch, Pula e Villa S. Pietro, sono caratterizzate
da un grado di erodibilità maggiore rispetto ad altre litologie e quindi le forme cui
danno luogo sono tabulari o a sperone con fianchi scoscesi. Le lave invece mostrano
forme arrotondate con più scarso detrito. Si evidenziano rotture di pendio al contatto
tra le rocce vulcanoclastiche a bassa competenza e le lave a più alta competenza.
Tra i rilievi paleozoici, gli altopiani ignimbritici e le pianure recenti che li circondano,
sono presenti delle zone di raccordo morfologico che corrispondono a linee di faglia
riconducibili ai movimenti tettonici dell’Oligo-Miocene, spesso riattivate dalla
neotettonica del Plio-Pleistocene. Nelle fasce pedemontane si rinvengono più o
meno grandi conoidi alluvionali allo sbocco delle principali valli, con una potenza
variabile tra 1 e 15 m, costituite da ciottoli generalmente ben arrotondati eterometrici
ed eterogenei come fra Monte Arcosu e Capoterra (MOSSA et al., 1996; MOSSA et
BACCHETTA, 1998).
Tra Sarroch e Pula sono presenti più generazioni di glacis di accumulo: i glacis più
antichi si trovano a una quota maggiore e presentano clasti molto più alterati rispetto
ai glacis più recenti. Si trovano “pediments” a Santa Margherita di Pula, Capo
Spartivento, Teulada e Santadi. Tutte queste superfici risultano più o meno reincise e
terrazzate dall’idrografia recente (CHERCHI et MONTADERT, 1982).
2.6
IDROLOGIA E ACQUE DI FALDA
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25
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Per quanto concerne l’aspetto idrogeologico l’area dove sorge l’impianto, inserita in
un’area estrattiva in attività, in base ai dati conoscitivi del più vasto territorio SudOccidentale del Cagliaritano e dei rilevamenti stratigrafici e dei punti d’acqua si può
asserire che essa è caratterizzata da condizioni di permeabilità rappresentata dal
Complesso Vulcanico con permeabilità bassa e possibilità idrologiche limitate. E’
quindi da escludere la presenza di un acquifero importante se non ad alcune
centinaia di metri di profondità.
Per quanto riguarda lo scorrimento superficiale, essendo pressoché assenti compluvi
che possono definire un reticolo idrografico, l’area permette il rapido ruscellamento
delle precipitazioni che scarsa influenza possono quindi avere sulla falda. Ciò è
inoltre suffragato dalla presenza delle vasche di recupero dell’acqua che fanno capo
alla cava che presentano una scarsa permeabilità.
2.7
AUTORIZZAZIONE ALL’ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ
Nella tabella seguente sono riportati gli atti autorizzativi rilasciati per l’esercizio
dell’attività in oggetto.
Tabella 2-7-1 Documenti e atti autorizzativi intercorsi tra la società e le Istituzioni interessate.
Documento
Finalità
Ente
Data
Concessione/
Autorizzazione
Costruzione impianto
Comune di Sarroch
30.06.1997 n° 97/38
15.12.1998 n° 084
26.01.1999 n°871
Dichiarazione
Conformità alle norme in SUAP
materia di emissioni in
Comune di Sarroch
atmosfera
13.10.2009
Recupero rifiuti
Provincia di Cagliari
Assessorato
all’Ambiente e Difesa
del Territorio
01.03.2006
Rinnovo iscrizione
prot. n° 10813
n° 22
Domanda
concessione acque
sotterranee
RAS Genio Civile
29.12.2005
Autorizzazione
Scarico acque reflue
Comune di Sarroch
15.12.2009
n°13508
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26
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3 POTENZIALI FONTI D’IMPATTO
L'esame delle varie fasi in cui si articola il processo produttivo ha permesso di
individuare quelle azioni capaci di generare impatti diretti nei confronti
delle
componenti ambientali, e di conseguenza sulle persone, nella fase di esercizio
dell’impianto.
In particolare per quanto riguarda gli aspetti legati alla conformazione e all'integrità
fisica del luogo si devono esaminare le attività che possono provocare fenomeni di
inquinamento localizzato come l'emissione di polveri e rumori, l'inquinamento dovuto
a traffico veicolare, ecc. Tali fenomeni indubbiamente concorrono, nella maggioranza
dei casi, a generare un quadro di degrado paesaggistico soprattutto in territori già
compromessi dall'antropizzazione forzata.
Nel nostro caso, trattandosi di una modifica gestionale (un maggior numero di ore di
esercizio dell’impianto con un maggiore quantitativo di ceneri utilizzate) ragioneremo
su come l’attività non produrrà impatti significativi sulle componenti ambientali.
3.1 PRODUZIONE DI POLVERI
La produzione di polveri è di due tipi:
•
diffusa
•
puntuale
Quella diffusa è dovuta essenzialmente al traffico veicolare pesante all’interno del
piazzale dello stabilimento.
Il piazzale è realizzato in calcestruzzo armato ed è in ottimo stato di conservazione,
quindi la possibilità di produzione di polveri è molto bassa. Nel periodo estivo si ha
l’accortezza di mettere in atto una costante bagnatura delle piste rendendo quindi
praticamente assente il sollevamento di polveri. Nel periodo invernale nel piazzale, a
causa delle piogge, è normale la formazione di una fanghiglia che renderà
praticamente assente il sollevamento di polveri diffuse (Foto 10).
Nel piazzale alto dove vengono stoccati gli inerti, essendo il piazzale in terra battuta
la produzione di polveri è impedita dalla bagnatura che soprattutto nelle giornate
ventose viene effettuata ogni qualvolta si procede all’approvvigionamento dei
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27
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materiali (Foto 11). Si avrà, anche in condizioni di ventosità, un impatto trascurabile
sulle persone e sulle aree vicine.
Foto 10
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28
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Foto 11
La produzione puntuale di polveri avviene nei seguenti punti:
•
nel silo del cemento
•
nel silo delle ceneri
•
nella bilancia
•
nel punto di carico delle betoniere
Per l’abbattimento delle polveri prodotte nel silo delle ceneri (Punto Emissione
Autorizzato E1) è stato installato in sommità un filtro a maniche CAMS FCSI
36/24 (Foto 12). Questi filtri sono costituiti da una struttura cilindrica in acciaio
AISI 304 BA. Il sistema filtrante è del tipo a calze verticali ed è costituito da 36
calze di dimensione Ø 120x1750 mm per una superficie filtrante di 24 m² in
agugliato poliestere. Per la pulizia degli elementi si utilizza un forte getto in
controcorrente di aria compressa. Un sistema di regolazione e taratura
automatico mantiene efficiente il filtro provvedendo a pulire gli elementi filtranti e
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29
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al recupero delle particelle di cenere che durante la fase di filtrazione intasano gli
stessi elementi.
La fase di filtrazione descritta avviene durante il carico del silo.
Foto 12
Per la depolverazione del “doccione” (zona di carico delle autobetoniere) durante il
caricamento delle autobetoniere (Punto Emissione Autorizzato E2) (Foto 13 - 14) è
stato installato un filtro depolveratore RM 6600.
Il principio di funzionamento del filtro consiste nell’aspirare aria inquinata per mezzo
del collettore di ingresso posto nella parte inferiore del filtro. L’aria da depolverare
attraversa i setti filtranti i quali trattengono la polvere lasciando passare l’aria
depurata che fuoriesce dalla parte superiore del filtro. I setti filtranti vengono puliti
immettendo aria compressa in controcorrente secondo una sequenza gestita dal
quadro elettrico.
-
Tessuto filtrante: agugliato poliestere
Grammatura: 500 g/m²
-
Nr. Maniche: 66
Diametro 123 mm
Altezza: 2.500 mm
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-
Superficie totale filtrante 63 m²
-
Velocità di filtrazione 1,6 m/min
Foto 13
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31
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Foto 14
Sulla bilancia che provvede al dosaggio del cemento e delle ceneri (Punto
Emissione Autorizzato E3) è installato un filtro CAMS FCSI 3/1 (Foto 15). Questi
filtri sono costituiti da una struttura cilindrica in acciaio AISI 304 BA. Il sistema
filtrante è del tipo a calze verticali ed è costituito da 3 calze di dimensione Ø
120x830 mm per una superficie filtrante di 1 m² in agugliato poliestere. Per la
pulizia degli elementi si utilizza un forte getto in controcorrente di aria compressa.
Un sistema di regolazione e taratura automatico mantiene efficiente il filtro
provvedendo a pulire gli elementi filtranti e al recupero delle particelle che durante
la fase di filtrazione intasano gli stessi elementi.
Per l’abbattimento delle polveri prodotte nel silo del cemento (Punto Emissione
Autorizzato E4) è stato installato in sommità un filtro a maniche CAMS FCSI
36/12. Questi filtri sono costituiti da una struttura cilindrica in acciaio AISI 304 BA.
Il sistema filtrante è del tipo a calze verticali ed è costituito da 36 calze di
dimensione Ø 120x830 mm per una superficie filtrante di 12 m² in agugliato
poliestere. Le altre caratteristiche sono simili a quelle del filtro 36/24.
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Foto 15
Dei filtri citati si allega la scheda tecnica e i risultati dei campionamenti effettuati nel
mese di Ottobre 2009.
In conseguenza del maggiore quantitativo di ceneri trattate saranno più frequenti gli
interventi di manutenzione sui sistemi filtranti, secondo quanto previsto nelle schede
tecniche delle singole apparecchiature.
3.2 ACQUE DI FALDA
L’attività in oggetto, presente e futura, non costituisce una potenziale fonte di
inquinanti in quanto non vengono prodotti reflui di alcun genere dall’attività produttiva
che possano generare un qualsivoglia problema di inquinamento idrico. Inoltre i rifiuti
trattati (ceneri volanti) vengono movimentati e stoccati in contenitori stagni e non
sono mai a contatto col terreno ne col piazzale realizzato in calcestruzzo armato.
Come già detto in precedenza, dalle ricerche ed indagini effettuate, sia bibliografiche
che in situ, è comunque prevedibile che nel sottosuolo si trovi una falda di tipo
freatico il cui livello ordinario si trova a profondità elevata e non influenzata dal
regime delle precipitazioni, rimanendo quindi largamente al di sotto della quota del
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33
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piano del piazzale.
Inoltre ricordiamo come le acque meteoriche sono convogliate dalle pendenze del
piazzale in calcestruzzo in vasche dì accumulo e da qui riutilizzate secondo il flowsheet di pagg. 17/18 e i percorsi riportati nella Tavola 1.
Per quanto precedentemente illustrato sul sistema di stoccaggio delle ceneri e sul
sistema di raccolta delle acque meteoriche, nessun pericolo di inquinamento della
falda può esservi se sono mantenuti in perfetta efficienza i silos, il piazzale in
calcestruzzo e le vasche di raccolta delle acque.
Si allega un bollettino d’analisi dell’acqua utilizzata nel ciclo produttivo.
3.3 RIFIUTI SOLIDI
Dall’attività in esame non vengono prodotti materiali che possano definirsi rifiuti o
scarti di lavorazione. Solo dalle operazioni di lavaggio delle betoniere e di pulizia
delle vasche d’accumulo dell’acqua provengono materiali di risulta che sono
regolarmente smaltiti. Nell’anno 2008 i materiali, con relativi codici CER, e le quantità
smaltite sono stati:
•
Fanghi fosse settiche (CER 200304): 2,6 t
3.4 RUMORE
L'inquinamento acustico è dovuto essenzialmente al funzionamento delle macchine
dell’impianto. In stabilimento non sono previste lavorazioni notturne, le attività si
svolgono nelle normali ore lavorative dei giorni feriali.
Altre fonti di rumore sono il traffico dei mezzi lungo l'arteria di collegamento, il
trasporto, lo scarico ed il carico dei materiali. Negli ultimi anni, sono stati elaborati, in
vari paesi diversi indici che in base a fattori diversi tentano di prevedere il livello di
"annoyance", (risentimento mostrato per il disturbo della privacy) manifestato dalla
popolazione all'esposizione a incrementi di rumore. La distanza dell’impianto dai
primi nuclei dell’abitato è di circa un chilometro, con alcuni insediamenti a circa
300m, ma la conformazione planoaltimetrica dei luoghi è tale da prevenire qualsiasi
azione di disturbo. Com’è noto, ogni qualvolta la distanza dalla fonte sonora
raddoppia, il livello di pressione sonora residua viene ridotto di 6 dB(A), in quanto la
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pressione residua è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla
fonte.
L'impatto delle emissioni sonore: disturbo della quiete, impatti sulla salute e sugli
ecosistemi, è funzione del numero delle fonti e del livello sonoro emesso, della
periodicità delle emissioni, della presenza di fattori attenuanti, della distanza dai
ricettori sensibili e dei livelli sonori di fondo.
In data 9 Agosto 2010 è stato redatto da professionista competente in acustica
ambientale il “rapporto di valutazione delle immissioni sonore”. Le prove strumentali
sono state effettuate il giorno 2 Agosto 2010. Il rapporto conclude affermando che
“L’impianto di betonaggio di proprietà dell’azienda “Calcestruzzi S.p.A.” situata in
località Monte Arrubiu nel comune di Sarroch, rispetta i vincoli ambientali acustici
nell’intera area interessata”.
Nella tabella seguente si riportano i risultati delle suddette rilevazioni
3.5 CARATTERISTICHE DI ACCESSO E TRAFFICO
Gli effetti sulla viabilità sono causati dal movimento degli automezzi pesanti in arrivo
e in partenza dall’impianto (principalmente betoniere, autocisterne, autocarri).
Il traffico in generale comporta per i luoghi in cui si manifesta, aumento di rumore,
inquinamento e polveri, ma in questo caso la situazione trae vantaggio dal fatto che
l'area presenta una buona accessibilità sulla SS 195.
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Se poniamo in relazione diretta il traffico pesante che interessa lo stabilimento con la
produzione, che potrebbe aumentare nell’anno a seconda delle richieste del mercato
e quindi ipotizzando un aumento del volume di traffico di circa due volte, si può
tranquillamente sostenere che l’aumento può essere smaltito senza problemi sia
dalla strada di penetrazione sia dalla SS 195. Infatti, viste le caratteristiche e i volumi
di traffico dal quale sono interessate, possono continuare a smaltire agevolmente il
volume di traffico pesante generato dall’attività produttiva.
Infine si sottolinea come il traffico dei mezzi pesanti non ha alcuna interferenza con il
tessuto urbano.
3.6 PRESENZA DI SOSTANZE TOSSICHE
Non è previsto l’impiego di sostanze tossiche nelle fasi del processo produttivo.
Il calcestruzzo preconfezionato non è classificato pericoloso ai sensi della Direttiva
1999/45/CE del Parlamento europeo e del consiglio del 31 maggio 1999, relativa alla
classificazione, all’imballaggio e all’etichettatura dei preparati pericolosi, modificata
dalla Direttiva 2001/60/CE della Commissione del 7/8/2001, ma risulta essere
irritante a causa del pH elevato (presenza di alcali). L’eventuale presenza di sali di
cromo (VI) nel cemento, potrebbe dare origine a sensibilizzazione cutanea.
Gli additivi utilizzati: fluidificanti, superfluidificanti, acceleranti, ritardanti di presa non
sono classificati come pericolosi secondo la Direttiva 1999/45/CE. In ogni caso per
informazioni e consigli sulle norme di sicurezza e per l’utilizzo e conservazione di
questi prodotti chimici, l’utilizzatore deve far riferimento alla più recente Scheda di
Sicurezza, contenente i dati fisici, tossicologici ed altri dati relativi in tema di
sicurezza.
3.7 EMISSIONE DI ODORI MOLESTI
L’attività di produzione di calcestruzzo non produce alcun odore molesto.
3.8 ALTERAZIONI VISUALI E PAESAGGISTICHE
In relazione al fatto che nessuna modifica viene apportata all’impianto, non sono da
rilevare alterazioni delle attuali relazioni visuali.
4 MITIGAZIONE
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Elenchiamo di seguito le principali misure precauzionali idonee a mitigare i disturbi.
4.1 POLVERI
Come già illustrato in precedenza, la polvere stradale sollevata dalla movimentazione
dei mezzi di trasporto, in particolare betoniere, autocisterne e autocarri, può essere
ridotta al minimo grazie alla buona manutenzione delle strade e mettendo in atto gli
accorgimenti idonei ad evitare la dispersione di pulviscolo come la bagnatura dei
piazzali soprattutto in periodo estivo.
Per le emissioni convogliate saranno necessari più frequenti interventi di controllo e
manutenzione.
4.2 RUMORE
La presenza di rumori e vibrazioni sarà contenuta a livelli previsti dalla vigente
normativa dalla presenza di strutture di carenatura ed insonorizzazione sulle
macchine che generano rumore.
4.3 REGOLAMENTI GESTIONALI
Si adotteranno tutti gli accorgimenti e i dispositivi antinquinamento per mezzi di
trasporto e macchinari (marmitte, sistemi insonorizzanti, ecc.).
Per la rete di canalizzazione acqua dal piazzale non vi è necessità di ulteriori
particolari accorgimenti, salvo la pulizia periodica delle vasche d’accumulo e delle vie
di scolo.
Si applicheranno infine gli opportuni regolamenti di sicurezza volti a prevenire i rischi
di incidenti sia per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori sia per quanto riguarda
l’ambiente.
5 PIANO DI MONITORAGGIO
Sulla base dell’attività condotta nell’ambito dell’analisi ambientale, l’Azienda ha già in
atto un sistema di valutazione e registrazione degli effetti ambientali connessi con
l’attività.
Nel corso di questa operazione sono registrati gli effetti ambientali connessi ai fattori
di impatto più significativi del sito:
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•
parametri chimici e fisici dell’aria dell’acqua;
•
valutazione del rumore.
5.1 QUALITÀ DELL’ARIA
L’analisi della qualità dell’aria è condotta in corrispondenza dei punti di emissione
(silos del cemento e delle ceneri, bilancia e punto di carico delle betoniere), tutti
provvisti di filtri, ma anche per le emissioni diffuse, in modo da valutarne la reale
efficienza e provvedere, oltre alle manutenzioni ordinarie come previsto dalle relative
schede tecniche, a quegli interventi straordinari nel caso le analisi rivelassero un
malfunzionamento
o
un
danno
agli
elementi
filtranti
o
ad
altre
parti
dell’apparecchiatura.
L’efficienza sarà tale da garantire, in tutte le condizioni di funzionamento, un valore di
emissione di polveri totali non superore a 10 mg/mc a 0 °C e 0,101 MPa.
La Ditta dovrà adottare un apposito registro di marcia dell’impianto, con pagine
numerate e firmate dal Responsabile dell’impianto, per l’annotazione di quanto sotto
specificato:
•
giornalmente l’inizio e la fine dell’attività;
•
interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria;
•
guasti accidentali nonché le interruzioni dell’impianto produttivo;
•
la data, l’orario e i risultati dei controlli alle emissioni nonché le caratteristiche
di marcia dell’impianto nel corso dei prelievi.
Si effettua il controllo analitico delle emissioni determinando annualmente la quantità
di polveri totali.
Il tutto in conformità all’allegato C1, p. 9, della Determinazione n° 1180 / II del 23
maggio 2002 della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato della Difesa
dell’Ambiente, Servizio Antinquinamento Atmosferico e Acustico.
5.2 QUALITÀ DELL’ACQUA
L’analisi della qualità dell’acqua verrà condotta verificando il rispetto dei parametri
indicati dalle normative di legge vigenti.
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E’ previsto il monitoraggio annuale delle acque sia di approvvigionamento esterno
(dal pozzo) che di ricircolo.
5.3 RUMORE
5.3.1 AZIONI DI MONITORAGGIO
DELL’IMPIANTO
•
RIGUARDANTI
LA
RUMOROSITÀ
Esposizione a rumore (D. Lgs. n. 195/2006).
Il datore di lavoro deve valutare l’inquinamento ambientale da rumore prodotto
durante l’attività lavorativa in modo da definire, per ciascun lavoratore, il livello di
esposizione personale giornaliero o settimanale e le conseguenti misure di
prevenzione che, per legge, è necessario adottare (informazione e formazione dei
lavoratori, sorveglianza sanitaria, utilizzo dei dispositivi di protezione per l’udito).
Obbligo del datore di lavoro è quello di ridurre al minimo possibile i rischi derivanti
dall’esposizione al rumore mediante misure tecniche, organizzative, procedurali,
privilegiando gli interventi alla fonte.
Una nuova valutazione è necessaria quando variano le situazioni di rischio o quando
si modifichino i cicli produttivi, in ogni caso con cadenza almeno quadriennale.
L’Azienda procede regolarmente all’effettuazione delle valutazioni del rumore.
•
Rumore verso l’esterno (L. 447/1995).
La “legge quadro” sull’inquinamento acustico 26 ottobre 1995 n. 447 definisce gli
obblighi per le imprese e le autorità di controllo. In particolare per ogni classe di
destinazione d’uso del territorio e per zone sono definiti i limiti massimi di rumorosità,
diurni e notturni e il differenziale massimo in dB tra il livello equivalente di rumore
ambientale e quello del rumore residuo. In caso di non rispetto dei limiti imposti, il sito
deve presentare e concordare con il comune il piano di risanamento acustico. La
legge 477 del 1995 non è immediatamente operativa; questo significa che in attesa
della suddivisione del territorio comunale nelle zone acustiche vale quanto previsto
dal DPCM 1° Marzo 1991. L’indice atto a caratterizzare la rumorosità è il Livello
continuo equivalente ponderato secondo la curva A (sinteticamente LAeq), rilevato
utilizzando un microfono, dotato di cuffia antivento, posizionato ad una altezza pari a
1.50 metri di altezza dal terreno, orientato verso la sorgente specifica e ad una
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distanza tale da non risentire dell’influenza di qualsiasi superficie riflettente.
Nel territorio comunale di Sarroch è stata effettuata la suddivisione in zone acustiche
e l’area in esame appartiene alla classe IV.
Nel dettaglio i valori massimi di rumorosità ammessa in funzione della destinazione
d’uso del territorio sono:
Una nuova valutazione è necessaria quando si modificano i cicli produttivi o le attività
in modo da pregiudicare l’impatto acustico verso l’esterno.
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Studio preliminare ambientale [file ]