REGIONE PUGLIA
PIANO REGOLATORE PER
L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
(P.R.I.E.)
COMUNE DI CAMPI SALENTINA
(PROV. LECCE)
RELAZIONE TECNICA
Analisi Territoriali, Criteri di Individuazione
delle aree ineleggibili, Norme Tecniche di
Attuazione
ELABORATO
N. 00
Progettista
Ing. Andrea Grasso
Revisione
post-Conferenza dei Servizi
del 22 settembre 2008
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
0. PREMESSA
La Regione Puglia ha stabilito che, ai fini dell’attuazione di quanto previsto dall’art. 12 del
D.P.R. 29/12/2003 n. 387 e, tenendo presente anche quanto previsto dall’art. 7 della L.R. n.
11/2001, le Amministrazioni Comunali si dotino del Piano Regolatore per l’installazione di Impianti
Eolici (P.R.I.E.) e a tal fine ha emanato il Regolamento Regionale n. 16 del 04/10/2006.
Tale Regolamento, nel dettare direttive per la valutazione ambientale nell’ambito delle
procedure per il rilascio delle autorizzazioni per l’installazione di impianti eolici, stabilisce anche le
indicazioni per la redazione del PRIE. Dal punto di vista strettamente tecnico il PRIE è finalizzato
all’identificazione delle “aree non idonee ovvero quelle aree nelle quali non è consentito localizzare
gli aerogeneratori, in aggiunta a quelle di cui all’art. 6 comma 3” del Regolamento medesimo
per la realizzazione dei parchi eolici, con l’intento di perseguire anche i seguenti obiettivi:
• “…la tutela dei valori ambientali, storici e culturali espressi dal territorio, nonché della
sua riqualificazione,
finalizzati allo sviluppo sostenibile della comunità regionale…” (L.R.
20/2001);
• il governo di un’attività in forte espansione, al fine di renderla compatibile con i più ampi
obiettivi di programmazione e pianificazione territoriale;
• la razionalizzazione e la semplificazione delle procedure autorizzative di cui all’art. 12 del
DPR 387/2003.
In tal senso il PRIE risulta essere uno strumento programmatico e la sua adesione ai criteri
di identificazione delle aree non idonee all’installazione di aerogeneratori, ha valore di requisito di
prevalutazione delle progettazioni che interesseranno il territorio comunale. Di conseguenza, la
redazione dello stesso si ritiene non essere una sola operazione di sovrapposizione di aree
vincolate od impedite ma, anche, uno strumento che indaga, con grande attenzione, le reali
implicazioni e i rapporti complessi che possono intercorrere tra un’infrastruttura di produzione
energetica da fonte rinnovabile come l’eolica (attività ritenuta di pubblica utilità ma che comporta
rilevanti trasformazioni sia pure principalmente sull’impatto visivo) e il paesaggio che l’accoglie. In
in tal senso il termine paesaggio “va espresso nella più ampia accezione possibile, intendendo per
esso la stratificazione di segni, forme, strutture sociali e testimonianze di passati più o meno
prossimi che ne hanno determinato le trasformazioni; il rapporto con il paesaggio rappresenta il
più delicato tra i temi sollevati nei confronti della diffusione dell’eolico; in particolare si teme che
l’eccessiva visibilità degli impianti e la conseguente nuova immagine che si sovrappone alle attuali
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forme del paesaggio, possa determinare riflessi negativi soprattutto per i settori legati
all’agricoltura e al turismo rurale; in linea generale, rispetto ai valori del paesaggio è utile
ricordare che lo stesso è sintesi ed espressione dei valori storici, culturali, naturali, climatici,
morfologici ed estetici del territorio. Quella che viviamo è l’attuale immagine di una storia
continua. Il paesaggio è quindi un organismo in evoluzione che si trasforma continuamente…. Il
nostro è pertanto un paesaggio “denso” e trova nella rispettosa compresenza di antico e nuovo il
suo grande valore estetico; un paesaggio che, data la sua configurazione ed i favorevoli aspetti di
ventosità, può assorbire senza traumi l’inserimento dei nuovi segni introdotti dalle installazioni
eoliche, sempre che si adoperino tutti gli strumenti tecnici e culturali più avanzati in fase di
progetto paesaggistico e in termini di tutela delle componenti più sensibili…” (Architetti ModeriniSelano-Zampieri).
L’ Amministrazione Comunale del Comune di Campi Salentina, con Del. C.C. n. 14 del
03/04/2007 ha manifestato la volontà di realizzare sul territorio comunale impianti eolici per la
produzione di energia elettrica per autoconsumo e per la immissione nella rete E.N.E.L. .
La stessa Amministrazione con Deliberazione G.C. n. 248 del 27/11/2007, ha fornito atto di
indirizzo agli Uffici Tecnici Comunali per la redazione del PRIE e con Det. Dirigenziale n. 133 del
23/01/2008 ha affidato al sottoscritto, incarico tecnico per la redazione dello stesso, secondo
quanto previsto dal Reg. Reg. n. 16/2006.
Si è proceduto, quindi, previo esame della documentazione utile presente nel Comune di
Campi Salentina e di quella fornita da altri Enti alla redazione della proposta progettuale del PRIE.
Con Del. G.C. n. 134 del 21/05/2008, l’Amministrazione Comunale ha preso atto della
Proposta Progettuale del PRIE, redatta dal sottoscritto, in ottemperanza di quanto disposto dal R.
R. n. 16/2006.
Successivamente, ai sensi dell’art.5 del Regolamento Regionale 4 ottobre 2006 n. 16, si è
proceduto al deposito del P.R.I.E. e dei relativi atti presso la Segreteria Generale del Comune di
Campi Salentina per 15 giorni consecutivi. Di detto deposito si è dato avviso mediante
pubblicazione all’Albo Pretorio dell’Ente e su n.2 quotidiani ad edizione provinciale.
Entro il termine di 15 giorni dalla data di scadenza del periodo di deposito, non sono
pervenute osservazioni (L. 241/90 art.9), giusta attestazione del Segretario Generale del Comune
di Campi Salentina in data 04/07/2008 e presa d’atto Del. G.C. n. 195 del 08/07/2008.
Con atto del 28/07/2008 prot. n. 12136 il Sindaco del Comune di Campi Salentina, ha
convocato ai sensi della L. 241/90 e dall’art. 5 comma 4 del Reg. Reg. n. 16/2006, la Conferenza
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dei Servizi per il giorno 22/09/2008 per l’adozione del Piano Regolatore per l’installazione di
impianti eolici.
La Conferenza dei Servizi, cui partecipano gli Enti locali territorialmente competenti (anche
ai fini della verifica della compatibilità con la pianificazione di Area Vasta e di settore), e gli Enti
preposti alla tutela dei vincoli presenti sul territorio comunale per una valutazione complessiva del
PRIE nell’ambito delle rispettive competenze, si è regolarmente svolta in data 22/09/2008, giusto
verbale in pari data.
Solo 8, sui 49 Enti invitati a partecipare alla Conferenza dei Servizi, hanno preso parte alla
stessa, eprimendosi sul PRIE, 12 Enti hanno trasmesso, successivamente alla data di svolgimento
della stessa, il proprio parere di competenza, i restanti 29 Enti non hanno espesso alcuna
valutazione e/o prescrizione sul PRIE.
Indi si è proceduto, previo esame del Verbale della Conferenza dei Servizi e delle note
trasmesse al Comune di Campi Salentina dagli Enti non intervenuti alla Conferenza, alla revisione
della proposta progettuale del PRIE al fine di prendere atto delle prescrizioni ed indicazioni degli
Enti locali territorialmente competenti nell’ambito delle rispettive competenze.
Contestualmente il Comune di Campi Salentina ha attivato la procedura di VAS
(Valutazione Ambientale Strategica) per il PRIE, ai sensi del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Testo
Unico dell’Ambiente, così come modificato dal D. Lgs.vo 16 gennaio 2008 n. 4, al fine di
individuare preventivamente gli effetti che derivano dall’attuazione delle scelte del piano,
individuando le misure di pianificazione volte ad impedire, mitigare o compensare l’incremento
delle eventuali criticità ambientali già presenti sul territorio e i potenziali impatti negativi delle scelte
operate. Con atto prot. N. 13816 del 10/09/2008 si è attivata la 1° fase della procedura di VAS
“Fase di Scoping”,, fase in cui l’autorità procedente (Comune di Campi Salentina) entra in contatto
con l’autorità competente (Ufficio VAS, Settore Ecologia dell’Assessorato all’Ecologia della
Regione Puglia) e gli altri soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire la portata ed
il livello di dettaglio dell’informazioni da includere nel rapporto ambientale che costituisce a tutti gli
effetti un documento del piano. La consultazione si è conclusa in data 10/12/2008 ovvero entro 90
gg dalla data di accusata ricevuta da parte di tutti gli enti interpellati in questa fase.
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1. CRITERI DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INELEGGIBILI
L’individuazione delle aree inidonee è stata effettuata attraverso tre stadi relativi a diverse
fasi di approfondimento:
-
in una prima fase sono state individuate e perimetrate le aree da ritenersi comunque
ineleggibili ai sensi dell’ART. 6 comma 3 del Regolamento Regionale n. 16/2006 e di
quanto espessamente richiesto da Enti locali territorialmente competenti ed interpellati ad
esprimersi, nell’ambito delle rispettive competenze, sulla proposta progettuale del PRIE;
-
in una seconda fase, a valle di un’accurata ricognizione dei vincoli vigenti e delle
componenti ambientali, storiche e paesaggistiche del territorio, sono state individuate altre
aree ineleggibili seguendo il principio di salvaguardia di aree particolarmente sensibili,
riferendosi alle indicazioni all’ART. 6 comma 2 del regolamento regionale;
-
in una terza fase si è ritenuto di considerare come ineleggibili ulteriori aree seguendo il
principio di minimizzazione degli impatti che l’installazione di impianti eolici potrebbe
comportare rispetto ad alcuni aspetti del territorio.
Le varie fasi di individuazione sono visualizzate graficamente negli elaborati 35 (Tav. 9.1
bis), 36 (Tav. 9.2 bis) e 38 (Tav 9.4 bis) a cui fa seguito l’elaborato di sintesi 39 (Tav. 9.5 bis) che
perimetra le aree ineleggibili.
1.1 Prima fase di individuazione
All’articolo 6 comma 3 del Regolamento Regionale n. 16/2006, vengono indicate le
seguenti aree da ritenersi comunque non idonee e dalle quali non si può prescindere nella
stesura del PRIE Comunale, ovvero:
a) Aree Protette regionali istituite ex L.R. n. 19/97 e aree protette nazionali ex L.
394/91; Oasi di protezione ex L.R. 27/98; Aree pSIC e ZPS ex Direttiva 92/43/CEE
e Direttiva 79/409/CEE e ai sensi della DGR n. 1022 del 21/07/2005, zone umide
tutelate a livello internazionale dalla convenzione di Ramsar. Tali aree devono
essere considerate con un’area buffer di 200 m.
b) Crinali con pendenze superiori al 20% (così come individuati dallo strato informativo
relativo all’orografia del territorio regionale presente nella Banca Dati Tossicologica)
e relative aree buffer di 150 m.
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c) Grotte, doline ed altre emergenze geomorfologiche, con relativa area buffer di
almeno 100 m, desunte dal PUTT/P o da altri eventuali censimenti ed elenchi
realizzati da enti pubblici e/o enti di ricerca.
d) Area edificabile urbana, così come definita dallo strumento urbanistico vigente al
momento della presentazione del PRIE con relativa area buffer di 1000 m.
e) Aree buffer di 500 m dal confine amministrativo del comune che avvia la procedura
di approvazione del PRIE. In caso di PRIE intercomunali l’area buffer deve essere
considerata soltanto a partire dal limite amministrativo esterno della macroarea di
aggregazione dei Comuni.
f)
Ambiti Territoriali Estesi (ATE) A e B del PUTT/P.
g) Zone con segnalazione architettonica/archeologica e relativo buffer di 100 m e Zone
con vincolo architettonico/archeologico e relativo buffer di 200 m così come censiti
dalla disciplina del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni
culturali e del paesaggio, ai sensi dell’art. 10 della Legge 6 luglio 2002, n. 137”.
Le perimetrazioni relative alle aree da ritenersi comunque ineleggibili sono riportate nel
Elaborato N. 35 Tav. 9.1 bis, della documentazione grafica allegata.
Da esse si evince che il territorio di Campi Salentina è parzialmente interessato dai vincoli e
dalle emergenze paesaggistiche e ambientali riportate all’ART. 6 comma 3, infatti:
-
in riferimento al capo a) Aree Protette,
non sono presenti aree protette a vario livello, né si evidenzia la presenza di zone umide di
interesse internazionale (ved. Elaborato N. 05 Tav. 2) così come espressamente dichiarato dalla
“REGIONE PUGLIA Area Politiche per l'ambiente, le reti e la qualità urbana, Servizio Ecologia,
Ufficio Parchi e Riserve Naturali” con nota Prot. N. 17896 del 23/12/2008 acquisita al Prot. N. 743
del 19/01/2009; nota che contestualmente recita: «…si evidenzia che nel territorio comunale di Campi
Salentina non rientrano aree appartenenti alla rete Natura 2000, né aree naturali protette...». Il PUTT/P
individua nella serie N.9 “Vincoli faunistici” l’Oasi di Protezione n° 7 “IL FEUDO” (ha 675) riportata
sull’Elaborato N. 35 Tav. 9.1 bis con il relativo buffer di protezione.
-
in riferimento al capo b) Crinali di pendenza superiore al 20%,
il territorio comunale ha caratteri geomorfologici tali da presentare situazioni critiche relative a
versanti di grande pendenza (p: 20÷100%) in due piccole zone (ved. Elaborato N. 12 Tav. 4.4 ed
Elaborato N. 13 Tav. 4.5) ubicate lungo il costone delle Serre di Sant’Elia (pendenza media
10÷20%). Tale scarpata corrispondente ad una antica linea di costa (a testimonianza che l’area
corrispondente al territorio di Campi Salentina è stata interessata da almeno due ingressioni
marine, una in età plio-pleistocenica, l’altra tardo-pleistocenica) si allunga per alcuni Km con
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direzione NW-SE, rinvenendosi lungo tutta la fascia di confine nord-orientale del territorio
amministrativo di Campi Salentina. Questa zona, interessata da rilievi collinari caratterizzanti da
quote topografiche tra i 40 ed i 57 m s.l.m., quali propaggini delle serre salentine, costituisce una
protezione naturale del centro abitato che si adagia in un ampia conca nel cuore della depressione
carsica della Valle della Cupa. Per siffatti crinali, ubicati, come sopra specificato, lungo il confine
amministrativo nord-orientale del territorio comunale si è individuata un area buffer di 150 m
compresa in quella più ampia relativa al confine amministrativo (buffer 500 m). Nella seconda fase
di individuazione, a cui si rimanda, l’intera area identificata nel P.T.C.P. come "Versanti delle
Serre", che costituisce porzione dell'area più ampia residua, viene tipizzata dal P.R.I.E. come area
ineleggibile.
-
in riferimento al capo c) Emergenze Geomorfologiche,
si fa presente che il PUTT/P individua quali cigli di scarpata, oltre al costone delle serre di
Sant’Elia, molti crinali o dorsali di spartiacque che dalla ricognizione in situ e dall’analisi degli
elaborati del Progetto “Primi Adempimenti per l’attuazione dei PUTT/P Art. 5.05 N.T.A.” (Progetto
redatto per il Comune di Campi Salentina dall’Architetto Rizzo Giorgio, approvato con Del C.C. n.
19 del 23/04/2007 e trasmesso all’Assessorato Regionale all’Urbanistica ai fini dell’«attestazione di
coerenza del P.U.T.T.» di seguito denominato PA PUTT/P per distinguerlo dal PUTT/P, approvato
dalla Regione Puglia con deliberazione n. 1748 del 15/12/2000) corrispondono a semplici linee di
dipluvio o a pianori di leggera pendenza. Lo stesso PUTT/P (ved. Elaborato N. 18 tav. 5.2)
individua solo alcune delle vore ed una grotta (n° cat. 176) presenti negli elenchi nel territorio, per
le quali si è considerata un area buffer di 100 m. Inoltre negli elenchi delle acque dell’idrologia
superficiale sono presenti nella Tipologia B (acqua non pubblica ma presente sulla cartografia): il
“Canale della Lacrima” al n° prog. 1040, “Acqua c/o loc. Baldassarre” al n° prog. 1048, “Acqua c/o
Campi Sal.” al n° prog. 1056 ed “Acqua c/o loc. Tornatola” al n° prog. 1091. Con riferimento alle
tipologie geomorfologiche (indicazione errata nell’ubicazione di alcuni crinali, numero sottostimato
delle vore e inghiottitoi presenti nel territorio), va segnalato che non sempre si è registrata la
corrispondenza tra le segnalazioni e gli elementi riportati dal PUTT/P regionale sulle tavole in scala
1:25.000 e l’effettivo stato dei luoghi, pertanto si è provveduto ad adeguarli laddove possibile (nella
seconda fase di individuazione), alle situazioni di fatto accertate in situ altresì avvalendosi dello
studio attuato dall’Arch. Rizzo per la redazione dei PA PUTT/P.
-
in riferimento al capo d) Area Urbana,
in prima istanza è stato perimetrato il limite definito dal Programma di Fabbricazione vigente e
considerato come ineleggibile comprendendo un’area buffer di 1000 ml;
-
in riferimento al capo e) Confine Amministrativo,
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si è considerata l’area buffer prescritta e pari a 500 ml;
-
in riferimento al capo f) Ambiti Territoriali Estesi di tipo A e B,
il PUTT/P (così come i PA PUTT/P) del territorio di Campi Salentina non individua ambiti di tipo A,
mentre individua un ambito di tipo B (Fig. 1) dalla forma irregolare a tutela della masseria Timuerra
e del menhir Candido presenti nella zona (Elaborato N. 17 Tav. 5.1)
Fig. 1 Individuazione Ambiti Territoriali Estesi (ATE) per il Comune di Campi Salentina.
Occorre a tal proposito segnalare che il PUG per il Comune di Campi Salentina, adottato
con Del. C.C. n° 1 del 24/01/2009 prevede una nuova perimetrazione per quanto riguarda gli
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Ambiti Territoriali Estesi. Al riguardo occorre precisare che comunque tale strumento
urbanistico allo stato attuale non è ancora vigente.
-
in riferimento al capo g) Segnalazioni e vincoli archeologici e architettonici,
il PUTT/P (ved. Elaborato N. 23 Tav. 5.7) individua un solo vincolo architettonico Chiesa Madonna
Dell’Alto (Fig. 2) (già vincolata ai sensi della Legge 1089/1939 dal Ministero dei Beni Culturali), una
segnalazione architettonica la masseria Timuerra (Fig. 3), e due segnalazione archeologiche il
menhir Candido (Fig. 4) ed il menhir Sperti .
Fig. 2
Vincolo Architettonico
Chiesa Madonna Dell’Alto.
Fig. 3
Seg. Architettonica
Masseria Timuerra.
Fig. 4
Seg. Archeologica
menhir Candido.
Si fa inoltre presente, che in questa prima fase di identificazione (ved.Elaborato N. 35 Tav.
9.1 bis) si sono indicate quali aree ineleggibili, le aree perimetrale dal PAI (Piano di Assetto
idrogeologico approvato dal Comitato Istituzionale dell’ Autorità del Bacino di Puglia con Del. n. 39
del 30/11/2005 ed integrato e modificato per il Comune di Campi Salentina con Del. C.I. n. 186 del
28/04/2006) di “Alta pericolosità idraulica (AP)” e di “Media pericolosità idraulica (MP)”, come aree
di emergenza idrogeologica (ved. Elaborato N. 06 Tav. 3 bis, Elaborato N. 07 All. 1 Tav.3 bis e
Elaborato N. 08 All. 2 Tav.3 bis).
Il territorio del Comune di Campi Salentina è infatti, interessato, così come espressamente
dichiarato dal AdiB Puglia con nota Prot. AOO Protocollo Generale 19/09/2008 - 0009165 acquisita
al Prot. N. 14504 del 23/09/2008 per «…quanto riguarda l'assetto idraulico, in parte da aree
classificate dal PAI ad "alta pericolosità idraulica" (AP) ed in parte da aree classificate a "media
pericolosità idraulica" (MP) mentre per quanto riguarda l'assetto geomorfologico da alcun tipo di
pericolosità…». Con la stessa nota l’Ente ha espressamente richiesto che «…la cartografia delle
"Aree Non Idonee" indichi, in aggiunta a quelle di cui all'art. 6 comma 3 del R.R. n. 16, anche le aree
classificate dal PAI ad "alta pericolosità idraulica" (AP) ed a "media pericolosità idraulica" (MP) … »
così come riportato nell’ Elaborato N. 35 Tav. 9.1 bis.
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La seguente figura (Fig.5) riporta la perimetrazione PAI per l’abitato di Campi Salentina.
Fig. 5 Perimetrazione PAI Campi Salentina Del. C.I. n. 186 del 28/04/2006.
1.2 Seconda fase di individuazione
Al fine di garantire un corretto inserimento dei progetti di installazione di impianti eolici nel
territorio, compito del PRIE è dunque quello di preservare ulteriori aree e indicarle come
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ineleggibili, e la loro identificazione deve derivare da un’attenta ricognizione e analisi dello stato
delle risorse territoriali interessate.
Secondo l’Art. 6 comma 1 del citato regolamento regionale la definizione delle aree non
idonee dovrà discendere da:
• una ricognizione del sistema territoriale di area vasta e comunale e del relativo quadro
pianificatorio, programmatico e progettuale vigente e in itinere (regionale, provinciale, comunale, di
comunità montane, ecc.) (PUTT/P, PTCP in itinere, Parchi regionali e nazionali, Siti Rete Natura
2000, PIT, PIS, PRG, PUG, ecc.);
• una ricognizione del sistema territoriale del comune interessato dall’intervento, delle
risorse ambientali, paesaggistiche, insediative, infrastrutturali, del loro stato e dei rischi relativi,
approfondendo, in particolare, le risorse ambientali, le risorse paesaggistiche, le risorse
insediative, le risorse infrastrutturali, del loro stato e dei rischi relativi;
• una ricognizione degli aspetti socioeconomici da cui emergano le tendenze in atto sia in
termini di problematicità sia di potenzialità e prospettive di sviluppo locale.
Sempre secondo l’Art. 6, che, al comma 3, detta i criteri di individuazione delle aree non idonee, al
2° comma, ci ricorda che “ … particolare attenzione merita il territorio rurale, per le sue
potenzialità economico/produttive, paesaggistiche, ambientali e di presidio umano. Nella
individuazione delle aree non idonee è necessario tenere in considerazione l’obiettivo primario
della sua salvaguardia e valorizzazione, preservando, le zone di maggior pregio ambientale e
paesaggistico, il patrimonio edilizio esistente con particolare riguardo a quello a valore
storico/architettonico/ambientale, le funzioni economiche, ecologiche e sociali della silvicoltura,
non includendo quali aree non idonee quelle che mirano al recupero di aree sottoposte a
degrado…”.
A seguito dell’analisi della realtà territoriale interessata, grande attenzione è stata posta
nell’individuazione non solo delle aree inidonee ma anche per converso degli ambiti di intervento,
da ritenersi idonei sia sotto il profilo della ventosità sia sotto il profilo di adesione al regime
vincolistico e soprattutto rispondenti ai criteri di riduzione e minimizzazione degli impatti.
Il criterio assunto per individuazione complessiva delle aree ineleggibili è stato quello di
introdurre limitazioni ulteriori rispetto ai vincoli vigenti o indicati all’art. 6 comma 3 del regolamento,
laddove le potenzialità di impatto rischiano di essere molto alte e, viceversa, di non applicare
ulteriori criteri restrittivi in quei casi in cui il rischio di compromissione dello stato dei luoghi risulta
essere nullo o poco significativo.
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A seguito dell’analisi territoriale (di cui ai capitoli 4,5,6,7) si è proceduto pertanto a una
mappatura degli elementi di interesse che strutturano il territorio e per ciascuno di essi sono state
individuate fasce di rispetto o distanze minime all’interno delle quali non è possibile o non si è
ritenuto idoneo installare le turbine eoliche, attività consentita esclusivamente laddove l’impatto
atteso dalla realizzazione dell’impianto non sia tale da modificare in maniera significativa il
contesto ambientale e paesistico di riferimento.
In particolare si è ritenuto opportuno salvaguardare le seguenti aree:
tutto il sistema botanico e vegetazionale, con particolare riguardo agli ultimi residui
di bosco che punteggiano un ambito agricolo fortemente connotato dalla presenza
di colture olivicole e vinicole. Si è di fatto tenuto conto di una piccola area boschiva
presente nel territorio comunale (Località Madonna dell’Alto) (ved. Elaborato 16
Tav. 4.8);
le strade provinciali e statali, confermando in 300 ml la distanza di rispetto dagli
impianti, per ragioni di sicurezza, al fine di rendere prive di vincoli indiretti, le aree
limitrofe, spesso utilizzate per usi abitativi e produttivi, e garantire a chi le percorre
una libera visione verso i centri abitati;
la linea ferroviaria, con fascia di rispetto di 300 ml;
le aree comunali vincolate ex Lege 1497;
le emergenze geologiche quali vore, doline ed inghiottitoi non evidenziati dal
PUTT/P ma accertati in situ ed rilevate nei PA PUTT/P , per le quali si è individuata
un area buffer di 100 m (ved. Capitolo 5 par. 5.2.1);
gli elementi idrici canali rilevati nei PA PUTT/P, per i quali si è individuata un area
buffer di 150 m (ved. Elaborato 12 Tav. 4.4 bis);
i vincoli e le segnalazioni architettoniche-archeologiche non evidenziate dal
PUTT/P ma censite dal “1° Rapporto sullo Stato Dell’Ambiente “ Agenda 21 Locale
Terra d’Arneo ed rilevate nei PA PUTT/P. Per siffatte segnalazioni architettoniche
ed archeologiche si è individuata un area buffer di 100 m;
il vincolo faunistico individuato dal PUTT/P nella serie N.9 “Vincoli faunistici” quale
zona a gestione sociale al n° 1 “PIZZUTI”;
l’area identificata nel P.T.C.P. come "Versanti delle Serre", costituente porzione
dell'area più ampia residua (così come espressamente prescritto dalla Provincia di
Lecce Settore Territorio e Ambiente Servizio Rifiuti Scarichi Emissioni e Politiche
Energetiche con nota del 30/10/2008).
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Le perimetrazioni relative alle aree da ritenersi ineleggibili a seguito delle ricognizioni
territoriali di cui all’ART. 6 comma 2 del Regolamento regionale, sono riportate nel Elaborato N. 36
Tav. 9.2 bis ed Elaborato N. 37 Tav. 9.3, della documentazione grafica allegata.
1.3 Terza fase di individuazione
In questa fase sono state inserite ulteriori limitazioni, che hanno determinato la definizione
d’insieme delle aree inidonee all’installazione di aerogeneratori, perseguendo criteri di
minimizzazione degli impatti potenziali, preservando in questo modo, una maggior parte del
territorio comunale.
In tal senso, particolare attenzione è stata prestata all’opportunità di distanziare eventuali
installazioni da piccole zone intercluse da altre più estese ma ritenute ineleggibili nella prima e
seconda fase di individuazione.
La scelta di escludere le aree potenzialmente idonee alla installazione degli aerogeneratori
e collocate a sud del territorio comunale, per concentrare l’installazione degli stessi solo in una
zona del territorio così da ridurre gli impatti sia pur minimi che la creazione di un parco eolico
genera su di un territorio; è stata avvalorata in sede di Conferenza dei Servizi da quanto dichiarato
dal P.M. Greco Salvatore Giovanni, intervenuto alla Conferenza in qualità di rappresentante dell’
AERONATICA MILITARE 61° STORMO Aeroporto di Galatina e ribadito con nota Nota Prot. N.
RS61-430/0458/G23-8 del 22/09/2008 trasmessa in sede di Conferenza dei Servizi e di seguito
riportata in stralcio: «… per quanto riguarda la zona a nord di Campi Salentina, la stessa risulta esterna
all'area di nostra competenza. Per quanto riguarda, invece, un'eventuale area a sud, questa interferirebbe
con le nostre procedure di avvicinamento a vista e strutturale...»
Le perimetrazioni relative alle aree da ritenersi ineleggibili a seguito dell’applicazione dei
criteri assunti per la minimizzazione degli impatti potenziali degli impianti eolici, sono riportate nel
Elaborato N. 38 Tav. 9.4 bis della documentazione grafica allegata.
Ad avvalorare e accreditare la scelta delle aree ineleggibili, valgono tutte le analisi
territoriali di seguito analizzate, commentate per ciascun aspetto alla conclusione di ogni
paragrafo.
2. CRITERI ADOTTATI PER LA REDAZIONE DEL PRIE
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Prima di entrare nel merito dei criteri di redazione del Piano, occorre precisare, che per le
analisi territoriali, per gli aspetti paesaggistici e per le attenzioni progettuali richiamate nelle norme,
ci si è avvalsi dei seguenti contributi, documentazioni e studi:
♦ Per gli aspetti di analisi territoriale, cenni storici e socio-economici, si è fatto riferimento
al DPP – Documento Programmatico Preliminare alla redazione del P.U.G. redatto dal
Dipartimento di Architettura ed Urbanistica di Bari, a firma del
prof. Borri, quale
responsabile scientifico, ed approvato con Del. C.C. n. 12 del 28.02.2006. Difatti con
Del. n. 47 del 01.03.2005 il Comune di Campi Salentina, affidava al DAU, l’incarico per
il coordinamento e la supervisione scientifica dell’adeguamento, ai sensi della Legge
Regionale n. 20 del 27.07.2001, del Piano Urbanistico Generale P.U.G., consegnato
all’Amministrazione nel 1998 e mai adottato. Il P.U.G. per il Comune di Campi Salentina
è stato adottato con Del. C.C. n. 1 del 24/01/2009, ma fino alla data di definitiva
adozione dello stesso, resta in vigore per il Comune di Campi Faentina il Piano di
Fabbricazione del 1972.
♦ Per gli aspetti geologici ed idrogeologici si è fatto riferimento allo “ Studio Geologico Tecnico e Carte Tematiche del Territorio di Campi Salentina” redatto per il Comune di
Campi Salentina a corredo del P.R.G., a firma della dott.ssa geologa Lucia Anna Polito;
♦ Per gli aspetti ambientali si è fatto riferimento al Protocollo d'intesa per lo Sviluppo
Sostenibile del Territorio Provinciale tra Provincia di Lecce e Consorzio "Terra d’Arneo”,
Consorzio "Valle della Cupa", Comune di Cursi (in qualità di comune capofila del
progetto "Salento 21 - Agenda 21 Locale del Territorio della Pietra Leccese"),
Associazione intercomunale tra i Comuni di Tricase (capofila), Miggiano, Andrano, Diso
e Castro, Comune di Maglie, (in qualità, capofila del Progetto "Civitas"), al “1° Rapporto
sullo Stato dell’Ambiente “ facente parte del processo di Agenda 21 Locale Terra
d’Arneo coordinato da Ambiente Italia; nonché a studi ed approfondimenti redatti o
facenti parte della bozza del PTCP. Nell'ambito delle strategie di difesa della qualità
ambientale e protezione del territorio (nello specifico inquinamento dell’atmosfera e
dello spazio circumterrestre) si è fatto riferimento:
• per l’inquinamento e qualità dell’aria, ai rapporti redatti annualmente sull’analisi dei
dati delle stazioni per il monitoraggio della qualità dell’aria di Campi Salentina,
14
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Lecce e Maglie, dall’ Osservatorio Ambientale di Campi Salentina (Consorzio tra la
Provincia di Lecce ed il Comune di Campi Salentina);
• per
l’inquinamento elettromagnetico al Rapporto redatto nel luglio del 2007, per
l’associazione temporanea dei Comuni di Campi Salentina (capofila),Carmiano,
Guagnano, Novoli e Veglie, dallo stesso Osservatorio Ambientale di Campi
Salentina;
♦ Per gli aspetti paesaggistici, di tutela, salvaguardia e valorizzazione delle risorse del
territorio comunale ci si è avvalsi del progetto “Primi Adempimenti per l’attuazione dei
PUTT/P Art. 5.05 N.T.A.”, redatto per il Comune di Campi Salentina dall’Architetto
Rizzo Giorgio, approvato con Del C.C. n. 19 del 23/04/2007 e trasmesso
all’Assessorato Regionale all’Urbanistica ai fini dell’«attestazione di coerenza del
P.U.T.T.».
♦ Per gli aspetti legati all’uso del suolo e alle unità ecosistemiche, alle problematiche di
sviluppo, nonché ad un’analisi sulla flora e fauna ci si è avvalsi delle indicazioni del
Dott. Biologo Giacomo Marzano che ha messo a disposizione dati disponibili in
letteratura e i risultati di proprie esperienze di biologo, avendo molto spesso operato nel
territorio di Campi Salentina;
♦ Per gli aspetti paesaggistici, di inserimento e di attenzione progettuale, si è fatto
riferimento:
a) alle Linee Guida elaborate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali –
Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici – Servizio II –
Paesaggio, titolate: “Gli impianti Eolici: suggerimenti per la progettazione e la
valutazione paesaggistica” (dicembre 2006);
b) al testo “Paesaggi del Vento” a cura di Edoardo Zanchini, casa editrice Meltemi
2002;« I paesaggi del vento sono una realtà in rapida diffusione nel mondo. L’eolico
rappresenta infatti la fonte energetica rinnovabile che ha il più alto tasso di crescita. Si
è aperto un processo che obbliga a ripensare le politiche di intervento sul territorio in
chiave ambientale e spinge la fase progettuale ad assumere un ruolo decisivo: per il
corretto inserimento di impianti innovativi nei paesaggi; per valutare il loro impatto su
realtà estremamente complesse; per trovare il punto d’equilibrio fra prospettive di
15
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
valorizzazione delle aree, valori e identità locali ». Questo libro presenta i risultati
del concorso promosso da Legambiente e Enel GreenPower, il primo a livello
internazionale, sulla progettazione di impianti eolici. Con un duplice obiettivo:
contribuire a elevare la qualità del progetto e approfondire la ricerca di un nuovo
rapporto fra impianti innovativi e paesaggio italiano. Edoardo Zanchini,
architetto, è responsabile nazionale dei settori urbanistica e trasporti di
Legambiente, ha coordinato i concorsi Paesaggi del vento e Paesaggi costieri
ed ha curato, tra l’altro, i volumi Dall’Abusivismo al Parco (2000) e Rapporto
Ambiente Italia 2001 (con D. Bianchi, 2001).
c) All’articolo “Windscape” in Topos n.56 ottobre 2006 – D. Moderini, G.Selano;
d) agli studi ed approfondimenti locali di cui agli atti dei convegni sul rapporto tra
paesaggio ed energia redatti dal Prof. Arch. Daniela Moderini e Arch. Giovanni
Selano
e
presentati
nelle
seguenti
sedi:
“L’esperienza
italiana
nella
progettazione di parchi eolici” relazione tenuta per il convegno “Parcs eolics i
paisatge”, Centro Culturale di Reus, Reus, Spagna, aprile 2003; “Parcs eòlics a
Itàlia: una nova experiència de projectació del paisatge” relazione al convegno
“Parcs eolics, territori, paisatge i desenvolupament Els Torns”, Catalunya, Aprile
2004. “Luoghi del vento. Impianti eolici come nuovi segni dei paesaggi”
conferenza tenuta presso la sede della Camera di Commercio di Treviso
organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, Treviso, marzo 2005.
“Designed wind landscapes in Italy” conferenza tenuta al convegno “IBA–
Conference New Landscapes International Bauaustellung – Fuerst Pueckler
Land IBA-Terasse”, Grosseaschen (Germania), Settembre 2005. “Grands
équipements : l’opportunité de faire du paysage. Wind landscapes in Italy”
conferenza tenuta al convegno “2èmes Assises euroéennes du paysage ”, Lille,
Francia, maggio 2006.
Il PRIE del Comune di Campi Salentina è stato redatto in forma singola e non associata
con altre realtà territoriali confinanti, e i criteri di elaborazione e le modalità di redazione risultano
conformi a quanto previsto dal Regolamento regionale che:
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
• obbliga le Amministrazioni Comunali che intendono far realizzare impianti eolici nel
proprio territori a dotarsi di apposito PRIE al fine di identificare le aree non idonee per tali
installazioni;
• agli artt. 4, 5, 6, 7, definisce finalità, procedure di approvazione, criteri di redazione e
documentazione a supporto;
• ai sensi dell’art. 7 della L.R. 11/2001, detta direttive per la valutazione ambientale
nell’ambito della procedura per il rilascio delle autorizzazioni previste dalla normativa vigente per
l’istallazione di impianti eolici e delle opere accessorie nel territorio della Regione Puglia.
Nell’identificazione delle aree non idonee da aggiungere a quelle indicate direttamente dalla
Regione Puglia all’Art. 6 comma 3, il presente PRIE non è stato considerato come un semplice
adempimento finalizzato ad un operazione di mera perimetrazione di vincoli.
I criteri di lettura del territorio sono stati sempre e comunque riferiti non solo ad un contesto
locale ma anche ad un contesto generale e pertanto si è tenuto in debito conto quanto segue,
ovvero:
• che lo sviluppo economico di un paese è strettamente collegato ai consumi e alla
disponibilità di energia, la cui fonte primaria oggi è di tipo fossile;
• che i combustibili fossili però, oltre al fatto che vengono consumati con una velocità milioni
di volte superiore a quella con la quale si sono accumulati naturalmente e quindi destinati ad una
progressiva rarefazione, sono anche i principali responsabili del degrado dell’ambiente, con gravi
conseguenze sul clima, sulla salute dell’uomo, sulla flora, sulla fauna e sul patrimonio artistico;
• che le maggiori potenze mondiali, tra le quali l’Italia, si sono impegnate a diminuire le
emissioni dei gas-serra per prevenire i cambiamenti climatici;
• che la strada da percorrere nell’ottica di uno sviluppo sostenibile è dunque quella dello
sfruttamento delle fonti di energia non soggette ad un esaurimento nel tempo, attività incentivata e
sostenuta a livello nazionale e internazionale;
• che il limite delle fonti rinnovabili è legato alle specificità di ciascun luogo; sulle Alpi si
utilizzano le riserve idriche ad alta quota per produrre energia idroelettrica, la regione Toscana è
avviata decisamente sulla geotermia, così come il Salento dovrebbe mirare alla fonte eolica, quale
fonte rinnovabile di energia, atteso che rappresenta una caratteristica peculiare di questo territorio
e di pochi altri in Italia;
• che tra le varie tecnologie utilizzabili quella eolica è sviluppata e competitiva, con costi di
produzione confrontabili con quelli degli impianti turbogas;
17
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
• che il mercato eolico a livello di potenza installata, di produzione di energia elettrica e di
impianti insediati è in forte crescita a testimonianza dell’efficienza e del valore di questa fonte
energetica;
• che la tecnologia eolica nella realtà pugliese ha subito un notevole incremento negli ultimi
anni proprio grazie alle favorevoli condizioni anemologiche in specifiche aree regionali e per effetto
delle politiche nazionali e degli interventi comunitari;
• che il vento è senza dubbio un elemento che caratterizza e accomuna i territori
pianeggianti e costituisce una risorsa straordinaria soprattutto per quanto riguarda la produzione di
energia e le attività e azioni di sviluppo economico;
• che i Comuni, investendo nello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili possono trarre
diversi vantaggi e in particolare migliorare il tenore di vita e il reddito della comunità locale, favorire
l’utilizzo di risorse locali e lo sviluppo interno ed incentivare la creazione di aziende agroenergetiche;
• che è pensabile auspicare un rafforzamento dell’approvvigionamento energetico a livello
di comunità locali, nonché pensare concretamente alla certificazione ambientale delle aree
interessate, con innegabili benefici anche a livello di marketing del territorio (turismo verde e
territori 100% energia pulita);
• che su larga scala si potrà contribuire a sviluppare il potenziale regionale di ricerca
sviluppo e innovazione mediante la promozione di progetti specifici rispondenti alle esigenze locali;
• che l’Amministrazione comunale di Campi Salentina ha intrapreso un processo di Agenda
21 Locale in seno al quale ha redatto il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente che rappresenta un
quadro di diagnosi ambientale individuante le criticità e le risorse della realtà locale e proponente
obiettivi di miglioramento e adeguati strumenti per il loro raggiungimento.
• che il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, redatto in seno al processo di Agenda 21 Locale
del Comune di Campi Salentina, ha sancito l’opportunità di incrementare la produzione locale di
energia da fonte rinnovabile e che tale obiettivo venga raggiunto attraverso un’attenta ed adeguata
programmazione;
• che l’Amministrazione comunale di Campi Salentina ha l’opportunità di incrementare la
produzione locale di energia da fonte rinnovabile e che tale obiettivo potrà essere raggiunto
attraverso un’attenta ed adeguata programmazione.
Tutto quanto sopra, nella piena consapevolezza che comunque l’uso di una fonte
rinnovabile di energia non può essere sinonimo di assoluta compatibilità o anonimo inserimento
territoriale, ovvero che a fronte di un incontestabile beneficio ambientale e complessivo ,derivante
dal suo utilizzo in sostituzione delle fonti fossili, l’impatto locale degli impianti possa essere
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
comunque rilevante e dipendere fortemente dalle scelte programmatiche e progettuali adottate: nel
caso degli impianti eolici si farà in modo che l’impatto sia solamente visivo e che i necessari lavori
di collegamento in rete delle torri eoliche siano occultati alla fine degli stessi o al più utilizzati per
migliorare l’accesso nei terreni interessati favorendo gli agricoltori.
Alla luce di queste considerazioni di carattere generale, sono stati considerati tutti gli aspetti
territoriali senza pregiudizi al fine di perseguire il duplice obiettivo di favorire un’attività che produce
innegabili benefici in termini ambientali ed economici e di ricercare tutte le attenzioni possibili per
minimizzare i potenziali impatti di segno negativo che le opere connesse all’installazione degli
impianti possono comportare.
Si è cercato pertanto di considerare con la massima obiettività i fattori di impatto potenziale
derivanti dall’installazione di turbine eoliche. A questo proposito, il confronto fra un impianto eolico
e la situazione ambientale di un sito consente di individuare una serie di tipologie di interferenze
fra l’opera e l’ambiente.
In linea di principio occorre chiarire che qualsiasi attività umana dà origine ad una serie di
interferenze, ora più profondi ora meno, con l’ambiente in cui si opera. Il problema da affrontare,
quindi, non è tanto quello di “non interferire”, ma piuttosto di “interferire correttamente”, intendendo
con il termine “interferenza corretta” la possibilità che l’ambiente (e con esso tutte le sue
componenti) possa assorbire l’impatto dell’opera con il minimo danno.
Ciò significa che la realizzazione di un intervento deve contemplare la possibilità che le
varie componenti ambientali non ricevano, da questo, input negativi al punto da soccombergli. Il
fatto che un’opera possa o meno essere “correttamente inserita in un ambiente” spesso dipende
da accorgimenti nella fase di realizzazione che permettono di non compromettere equilibri e
strutture ambientali. Nel caso specifico di un impianto eolico, l’opera certamente interferisce con
l’ambiente, ma la quantificazione dell’interferenza dipende in gran parte dalle dimensioni dell’opera
e in secondo luogo dalle soluzioni tecniche adottate per la realizzazione.
Le tipologie di interferenza individuate sono costituite da:
•
occupazione di aree da parte dell’impianto e delle strutture di servizio;
•
rumori estranei all’ambiente in fase di cantiere ed in fase di esercizio;
•
inserimento di nuovi segni nel paesaggio che ne modificano l’assetto percettivo;
•
occupazione di spazi aerei con interferenza sull’avifauna nell’ambito dei corridoi
naturali di spostamento.
Appare evidente come alcune di queste interferenze non possano essere evitate, né si
possa prevedere una mitigazione di rilievo delle stesse. Per altre interferenze, da una parte si può
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
operare con un’azione di mitigazione, dall’altra le stesse scelte progettuali pongono
automaticamente un limite attraverso, ad esempio, l’individuazione dei siti idonei in aree agricole
poco abitate e già fortemente interessate da colture che non risentono della presenza di torri
eoliche. A questo proposito si è ritenuto ragionevole escludere la localizzazione degli impianti in
aree naturalistiche di interesse o nel loro stretto intorno, così come in aree ove la coltura
prevalente è specializzata e determina territori agricoli di pregio.
Per tutte le considerazioni sopra esposte, è stato redatto un Elenco delle azioni e
interferenze previste per la realizzazione di impianti eolici per le quali i progettisti di impianti eolici
dovranno indicare le azioni di mitigazione previste.
Azioni durante la fase di cantiere
Interferenze
a.
Movimento Terra
b.
Rumore
c.
Polveri
a.
Movimento di terra
b.
Occupazione del suolo
c.
Polveri
d.
Rumore
a.
Scavi
Realizzazione strutture di
b.
Messa in discarica di materiale inerte di risulta
fondazione
c.
Rumore
d.
Polveri
a.
Utilizzo di gru , mezzi pesanti
Elevazione delle torri e
b.
Rumore
posizionamento della turbina eolica
c.
Polveri
d.
Inserimento di strutture estranee all’ambiente
a.
Scavi
Posa in opera dei cavidotti di
b.
Ripristino dello stato dei luoghi
conferimento prodotta
c.
Rumore
d.
polveri
a.
movimento terra
b.
occupazione del suolo
c.
messa in discarica di materiale inerte di risulta
d.
utilizzo mezzi pesanti
e.
polveri
Adeguamento di tratti di strada
interpoderali
Realizzazione strade di servizio
Realizzazione di eventuale
sottostazione elettrica
20
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
f.
rumore
Azioni durante la fase di
Interferenze
esercizio
a. rumore
b. uso del suolo
Funzionamento dell’impianto
c.
presenza di strutture estranee all’ambiente
d. campi elettromagnetici
e. viabilità di servizio
Tab.1 Elenco delle azioni e interferenze previste per la realizzazione di impianti eolici.
Nella tabella seguente sono valutati gli eventuali impatti che un impianto eolico può
produrre in un sito (considerandone tutte le componenti ambientali) nelle tre fasi rappresentative
della durata dello stesso, ovvero da quella di realizzazione (Fase di Cantiere), utilizzo (Fase di
esercizio) a quelle di dismissione (Fase di dismissione dell’impianto e ripristino dei luoghi).
Componenti Ambientali
Valutazione Impatto
- FASE DI CANTIERE-
Salute Pubblica
M
Aria e Fattori climatici
T
Occupazione del suolo aerogeneratore
T
Occupazione suolo strade di servizio
B
Acque superficiali e sotterranee
T
Flora
B
Fauna
M
Paesaggio – inquinamento visivo
M
Inquinamento acustico
B
Inquinamento eletromagnetico
N
Rifiuti
M
Componenti Ambientali
Valutazione Impatto
-FASE DI ESERCIZIO-
Salute Pubblica
T
Aria e Fattori climatici
P
21
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Occupazione del suolo aerogeneratore
T
Occupazione suolo strade di servizio
P
Acque superficiali e sotterranee
T
Flora
T
Fauna
T
Paesaggio – inquinamento visivo
M
Inquinamento acustico
B
Inquinamento eletromagnetico
B
Rifiuti
T
Componenti Ambientali
Valutazione Impatto
-FASE DI DISMISSIONE-
Salute Pubblica
M
Aria e Fattori climatici
T
Occupazione del suolo aerogeneratore
T
Occupazione suolo strade di servizio
B
Acque superficiali e sotterranee
T
Flora
B
Fauna
B
Paesaggio – inquinamento visivo
B
Inquinamento acustico
B
Inquinamento eletromagnetico
N
Rifiuti
M
LEGENDA
IMPATTO TRASCURABILE
IMPATTO BASSO
IMPATTO MEDIO
IMPATTO ALTO
IMPATTO POSITIVO
NON APPLICABILE
Tab.2 Valutazione degli impatti di un impianto eolico sui componenenti ambientali del sito di realizzazione,
nelle tre fasi di durata dello stesso impianto.
Nelle immagini seguenti, si evidenziano due esempi di realizzazione di fondazione per
l’istallazione di una torre eolica (fase di cantiere).
22
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Fig. 6 Esempi di fondazione – Fase di cantiere – Carpignano (LE)
3. RICOGNIZIONE DEL SISTEMA TERRITORIALE DI AREA VASTA: QUADRO
PROGRAMMATICO, PIANIFICATORIO E DI TUTELA ESISTENTE E IN
ITINERE
3.1 La valutazione dell’impatto ambientale in Puglia
La Direttiva 85/337, adottata all’unanimità dagli Stati membri della Comunità Economica
Europea nel 1985 ed entrata in vigore nel 1988, costituisce il primo strumento comunitario per
indirizzare specificatamente la natura e la portata della valutazione di impatto ambientale, il suo
uso e le ragioni della partecipazione al processo decisionale. Essa ha costituito il modello per lo
sviluppo dei successivi strumenti legali. Con la successiva Direttiva 97/11, approvata nel 1997 per
essere poi trasposta agli Stati membri prima del 19.03.1999, l’Unione Europea ha riformato la
Direttiva 85/337.
La nuova direttiva inserisce un nuovo allegato che contiene i criteri selezionati per i progetti
non sottoposti obbligatoriamente a VIA, (Valutazione Impatto Ambientale) denominando le
caratteristiche e la localizzazione del progetto e le caratteristiche del potenziale impatto.
A livello nazionale, la legge 349/1986 ha deputato il Ministero dell’Ambiente a valutare le
proposte sulla attuazione della Direttiva comunitaria sull’impatto ambientale. Questa disposizione è
stata regolamentata con la Legge 377/1988 e il 27.12.1988 è stato approvato il D.P.C.M
contenente disposizioni tecniche per condurre la valutazione di impatto ambientale con riferimento
a tutte le categorie di progetto elencate nella legge 377/1988. A ciò ha fatto seguito, a livello
nazionale, il D.P.R. 12.04.96 “Atto di indirizzo e coordinamento”, che ha disposto che le Regioni
adottino una legislazione armonica, in accordo con le linee guida nazionali e che regolamentino
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
anche le procedure relative ai progetti minori, essenzialmente quelli elencati nell’allegato II della
direttiva 85/377.
In tal senso la Regione Puglia, in attuazione della Direttiva 85/377, ha emanato la legge
regionale n. 11 del 12/04/2001 “Norme sulla valutazione d’impatto ambientale” che recepisce
anche le modifiche introdotte in materia dalla successiva Direttiva 97/11, le integrazioni e le
modifiche al D.P.R. 12/04/1996 del D.P.C.M. 03/09/1999, nonché le procedure di valutazione di
incidenza ambientale di cui al D.P.R. n. 357 del 08/09/1997, recentemente integrato e modificato
dal D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120. La legge regionale n. 11 del 12/04/2001 impone per gli impianti
eolici una procedura di verifica che ne definisca l’eventuale assoggettamento alla più approfondita
procedura di valutazione di impatto ambientale. Infatti, la legge inserisce gli impianti eolici
nell’allegato B (“Interventi soggetti a procedura di verifica di assoggettabilità a VIA”) nell’elenco dei
progetti di competenza della Provincia, al capo “Industria Energetica”, con identificativo B.2.g/3,
“Impianti industriali per la produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento”.
La suddetta legge, all’art. 7, prevede che la Giunta definisca con direttive vincolanti, per
tipologia di interventi od opere, le modalità e criteri di attuazione delle specifiche procedure di
valutazione ambientale, individuando, tra l’altro, i contenuti e le metodologie per la predisposizione
sia degli elaborati relativi alla procedura di verifica, sia dello studio di impatto ambientale. In tal
senso la Giunta Regionale della Puglia ha emanato il documento “Linee guida per la realizzazione
di impianti eolici nella regione Puglia” (approvato con deliberazione di Giunta regionale, n. 131 del
2 marzo 2004), che definisce e puntualizza gli elementi indispensabili e le modalità di inserimento
ambientale degli impianti eolici che devono essere alla base degli Studi di Impatto Ambientale
(SIA) per gli interventi soggetti a procedura VIA (art. 5 della L.R. 11/2001) e delle Relazioni
Ambientali per gli interventi soggetti a verifica di assoggettabilità a procedura VIA (art. 16 della L.R.
11/2001). Tali Linee Guida stabiliscono anche le modalità di elaborazione delle valutazioni di
incidenza ambientale per gli interventi ricadenti nei siti della Rete Natura 2000 (pSIC e ZPS). I
progetti di impianti eolici non sottoposti alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale di cui
al D.P.R. 12.04.96, sono comunque sottoposte a Valutazione di Incidenza, di cui all’art. 6, comma
3 della Direttiva 92/43/CEE, secondo la procedura definita dall’art. 5 del D.P.R. 08.09.97 n. 357,
integrato e modificato dal D.P.R. 12.03.03 n.120, qualora le medesime attività possono avere,
singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, incidenza significativa, a medio o a lungo
termine, su Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.), sulle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.)
definiti ai sensi delle Direttive 92/43/CEE “Habitat” e 79/409/CEE del Consiglio delle Comunità
Europee, individuati sul territorio regionale in attuazione del progetto Bioitaly.
24
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Nel giugno del 2006 la Regione Puglia ha emanato il regolamento per la realizzazione di
impianti eolici ai sensi dell’articolo 7 della legge regionale 11/2001 (Regolamento per la
realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia, n. 9/2006). Tale regolamento è stato sostituito
dal nuovo Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia, n.
16/2006, che riprende quasi in tutto le direttive per l’inserimento degli impianti eolici contenute
nelle precedenti linee guida e riporta alcune importanti novità.
La principale è rappresentata dalla necessità per i comuni di dotarsi di PRIE (Piani
regolatori per l’istallazione di impianti eolici), in assenza dei quali al termine di un periodo di
transizione fissato in un massimo di 180 giorni, non si potranno realizzare impianti eolici di taglia
superiore ad 1 MW e costituiti da più di 1 aerogeneratore. Fino all’approvazione del PRIE si
applicano le disposizioni transitorie di cui all’art. 14 del regolamento.
L’approvazione del PRIE darà la possibilità al Comune di applicare il “Parametro di controllo
P”, di cui all’art. 13 del Regolamento n.16/2006, nella misura di 0,75. Invece, per l’intera durata di
applicazione delle disposizioni transitorie il parametro di controllo comunale non potrà superare il
valore di 0,25.
Inoltre il PRIE, in quanto piano settoriale, in particolare nel settore “energetico”, rientra
nell’ambito di applicazione della norma sulla Valutazione Ambientale Strategica (Valutazione di
determinati piani e programmi sull’ambiente) di cui alla lettera a) comma 2 dell’art. 6 del D. Lgs. 3
aprile 2006, n. 152 così come modificato dal D. Lgs. Del 16 gennaio 2008, n. 4 e che pertanto è
assoggettato a procedura di VAS.
Nella seguente tabella, è riportato un elenco delle principali norme comunitarie, nazionali e
regionali in materia di V.I.A.
25
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Tab.3 Elenco delle principali norme comunitarie, nazionali e regionali in materia di V.I.A.
Tutto il territorio di Campi Salentina, come si evince nella fig. 7, è esterno e molto distante
da aree naturali protette o da siti rientranti nella Rete Natura 2000, pertanto i progetti eventuali che
lo interesseranno non saranno sottoposti a Valutazione di Incidenza, di cui all’art. 6, comma 3 della
Direttiva 92/43/CEE, secondo la procedura definita dall’art. 5 del D.P.R. 08.09.97 n. 357, integrato
e modificato dal D.P.R. 12.03.03 n.120.
In particolare la zona più a Nord del Comune di Campi Salentina dista circa 3 Km dal Bosco
di Curtipitrizzi, sito nel territorio Comunale di Cellino San Marco, provincia di Brindisi e codificato
IT9140007.
Indi le proposte progettuali saranno soggette a Valutazione Integrata secondo l’art. 8 del
Regolamento regionale 16/2006, espletamento delle procedure previste dalla L.R. 11/2001.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Fig. 7 Inquadramento del territorio Comunale rispetto ai SIC,ZPS e aree protette.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
3.2 La politica energetica della Regione Puglia
Le caratteristiche salienti delle recenti politiche ambientali in relazione all’uso delle risorse
energetiche sono ascrivibili a due processi.
Il primo è relativo al tentativo internazionale di giungere a comuni accordi per la riduzione, in
tempi e quantità definite, delle emissioni in atmosfera derivate dalla combustione delle fonti
energetiche. A questo proposito, al centro del dibattito mondiale sono le trattative per la ratifica del
Protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas serra. Di minore risonanza, ma non certo di importanza
secondaria, sono i progressi degli accordi internazionali per un’ulteriore e radicale diminuzione
delle emissioni acide in atmosfera (ossidi di azoto, anidride solforosa, particelle sospese) che
hanno trovato un momento significativo nel 1999 con la stesura del Protocollo di Göteborg. Il 16
febbraio 2005 è entrato in vigore il Protocollo di Kyoto. Il Protocollo, firmato nel dicembre 1997 a
conclusione della terza sessione plenaria della Conferenza delle parti (COP3), contiene obiettivi
legalmente vincolanti e decisioni sull’attuazione operativa di alcuni degli impegni della
Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (United Nation Framework Convention on
Climate). Il Protocollo impegna i paesi industrializzati e quelli a economia in transizione (i paesi
dell’Est europeo) a ridurre complessivamente del 5,2 per cento le principali emissioni
antropogeniche di gas serra entro il 2010 e, più precisamente, nel periodo compreso tra il 2008 e il
2012.
Il secondo processo riguarda la promozione delle fonti rinnovabili e l’uso razionale
dell’energia, nonché l’incentivo ad accelerare la transizione verso maggiori consumi di combustibili
a minor impatto ambientale. La possibilità di utilizzare una sempre maggiore quantità di energia
pulita e rinnovabile è considerata l’elemento chiave dello sviluppo sostenibile. Rientrano in questo
ambito i lavori del G8 con la task force ad hoc sulle energie rinnovabili, la direttiva europea per lo
sviluppo di queste ultime, l’inclusione nei piani energetici nazionali di pratiche per un impiego più
efficiente dell’energia negli usi finali e l’introduzione di misure fiscali per penalizzare le fonti
combustibili che rilasciano maggiori quantità di carbonio (Carbon Tax).
Per l’Unione Europea, già alla fine del 1997 il Libro bianco della Commissione sullo sviluppo
delle rinnovabili fissava il traguardo di 40 GW eolici installati nei paesi membri al 2010.
D’altra parte, la Direttiva europea 2001/77/EC del 27 settembre 2001 sulla promozione
dell’elettricità da fonti rinnovabili nel mercato interno dell’Unione ha fissato, come traguardo
almeno per ora indicativo, il passaggio del contributo globale delle rinnovabili alla produzione
elettrica dal 13,9% nel 1997 al 22% nel 2010. Per l’Italia, in particolare, l'indicazione è verso un
aumento del contributo delle rinnovabili dal 16% nel 1997 al 25% nel 2010.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Il gruppo di 33 membri che costituisce la task force sulle energie rinnovabili si è riunito più
volte tra il 2000 e il 2001, producendo un rapporto finale presentato al Summit di Genova del luglio
2001. Questo documento, che analizza il ruolo delle energie rinnovabili in un contesto di sviluppo
sostenibile, considerandone le implicazioni in termini di costi e benefici alla luce dei bisogni
energetici regionali, delle condizioni di mercato e dei principali fattori di incentivo, contiene anche
una serie di consigli e proposte specifiche per l’incremento delle fonti energetiche rinnovabili. In
particolare, si raccomandano:
• l’espansione dei mercati di fonti rinnovabili. Da attuarsi soprattutto nei paesi sviluppati in
modo da ridurre i costi legati alle tecnologie e indurne lo sviluppo anche nei paesi in via di
sviluppo;
• lo sviluppo di politiche ambientali forti;
• la predisposizione di adeguate capacità finanziarie. Ottenuta invitando l’OCSE a includere
le fonti rinnovabili negli International Development Targets;
• il sostegno ai meccanismi di mercato.
Per allinearsi alle direttive internazionali e nazionali in materia energetica, la Giunta
Regionale Pugliese ha preso atto dello studio per l’elaborazione del Piano Energetico Regionale
con deliberazione n. 1409 del 30/09/2002. In esso vengono posti come obiettivi prioritari
l’individuazione di bacini energetici territoriali, il risparmio energetico, lo sviluppo delle fonti
rinnovabili per la produzione di energia, la riduzione in atmosfera di CO2 e altri gas ad effetto serra
e la destinazione di risorse finanziarie per la realizzazione degli interventi.
Inoltre, nel dicembre 2002, è stato approvato lo schema di Convenzione tra l’Ente per le
nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (Enea) e la Regione Puglia. Il documento si inquadra
nell’ambito della collaborazione nel campo delle energie rinnovabili, in seno al Progetto “Optires”.
L’articolazione del progetto si basa su varie fasi che interessano in particolare la futura
elaborazione del Piano Energetico Regionale come:
•
la raccolta dei dati geografici, energetici, etc. relative alle regione;
•
le analisi della situazione e definizione degli scenari possibili;
•
la proposta di un piano di utilizzo FER e quindi disseminazione dei risultati in ambito
regionale a P.A., investitori, associazioni di categoria.
In tale ambito, Regione ed Enea sono impegnate, in relazione alle proprie competenze, in
varie azioni a promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, compresa l’individuazione
delle barriere allo sviluppo.
La Giunta Regionale pugliese ha emanato la Deliberazione 31 maggio 2005, n. 716
“Procedimento per il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione ed esercizio di impianti per la
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produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili” in recepimento del Decreto Legislativo 29
dicembre 2003, n. 387, per la disciplina del procedimento di autorizzazione unica. La delibera,
successivamente integrata e modificata con la Deliberazione di Giunta regionale 14 ottobre 2006
n. 1550, definisce direttive contenenti regole chiare e procedure certe per la costruzione e
realizzazione di impianti a fonti rinnovabili. Essa fissa anche dei paletti a garanzia delle ricadute
occupazionali nei territori interessati e approva, tra l’altro, le prescrizioni tecniche, gli adempimenti
degli enti locali, i requisiti soggettivi previsti per i proponenti, nonché la procedura di
autorizzazione. La direttiva individua la struttura responsabile dell’istruttoria, degli adempimenti
procedurali e dell’adozione del provvedimento finale, nel settore Industria ed Energia
dell’Assessorato allo Sviluppo Economico.
La Regione Puglia, a fine 2005, ha provveduto a dare incarico per la redazione del Piano
Energetico Ambientale Regionale (P.E.A.R.). L’incarico prevede una specifica fase di relazione di
Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che accompagnerà la redazione del Piano, ed un’attività
di supporto tecnico all’Amministrazione Regionale nella fase di consultazione con gli enti locali, le
realtà socioeconomiche e le associazioni.
La Giunta regionale, a marzo 2006, ha preso atto delle prime linee di indirizzo per la
predisposizione del PEAR. Il documento “Bilancio energetico regionale e documento preliminare
per la discussione” comprende tanto punti inderogabili, quali, ad esempio, il no al nucleare, quanto
un variegato ventaglio di ipotesi tra le quali un forte ricorso alle fonti rinnovabili, sebbene dopo una
attenta valutazione delle localizzazioni.
Riguardo agli impianti da fonte eolica, la Giunta regionale, nelle more del PEAR, ha
emanato una moratoria (legge regionale 11 agosto 2005, n. 9 “Moratoria per le procedure di
valutazione d’impatto ambientale e per le procedure autorizzative in materia di impianti di energia
eolica”) per le procedure di valutazione d’impatto ambientale e per le procedure autorizzative ex
D.lvo 387/2003, durata fino a giugno 2006.
Allo stato attuale, create le condizioni per una pianificazione attenta alle localizzazioni di
nuovi impianti, la Regione si è dotata oltre che dei regolamenti per la redazione dei PRIE, di un
regolamento attuativo del D.lvo 387/03 con la DGR 23 gennaio 2007, n. 35 che sostituisce tutte le
deliberazioni precedenti in materia.
Attualmente, create le condizioni per una pianificazione attenta alle localizzazioni di nuovi
impianti, la Regione Puglia si è dotata oltre che dei regolamenti per la redazione dei PRIE, di un
regolamento attuativo del D.lvo 387/03 con la D.G.R. 23 gennaio 2007, n. 35 che sostituisce tutte
le deliberazioni precedenti in materia.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Dal lato delle risorse energetiche, la Regione Puglia dispone di una produzione piuttosto
diversificata delle principali fonti energetiche tradizionali, che coprono, tuttavia, solo un 1/10
dell’energia primaria destinata al consumo interno, perciò la quasi totalità delle risorse energetiche
necessarie, provengono sostanzialmente da importazione. Queste sono costituite per la maggior
parte da greggio, da prodotti petroliferi e da combustibili solidi, a cui si aggiunge una quota
inferiore, ma sempre consistente, di importazione di gas naturale.
Il principale punto di distinzione della Regione rispetto quadro nazionale è riconducibile alla
maggiore quantità di energia assorbita dal settore industriale (50%), che ha assorbito una delle
quote più alte tra le regioni e notevolmente al di sopra della media nazionale (33,4%). Di
conseguenza, la Regione ha registrato delle quote di consumo di energia negli altri settori, che
sono al di sotto della media nazionale, il settore dei trasporti, infatti, ha assorbito il 27% a fronte del
32,4% nazionale, il settore residenziale il 12,7%, risultando di gran lunga inferiore a quello di molte
altre regioni e della media nazionale. Lo stesso dicasi per il settore terziario che assorbe una quota
del 4,2% a livello regionale e del 9,7% a livello nazionale. Nel settore dell’agricoltura e pesca si
rileva, invece, un consumo energetico pari al 4,8% in Puglia a fronte del 2,3% della media
nazionale.
In Puglia, le emissioni di inquinanti nell’aria, sono aumentate nel periodo 1990-2000 in
maniera generalizzata con tassi anche importanti. Nel 2000, le variazioni annue sono aumentate
per le emissioni di anidride carbonica, ossidi di azoto e per le particelle sospese totali, mentre
diminuzioni si sono avute per le emissioni di ossidi di zolfo, di composti organici volatili e di
monossido di carbonio. In relazione a quanto appena detto, si aggiunge che la produzione di
energia elettrica da FER, nel 2002, è diminuita rispetto al 2001, riducendo proporzionalmente le
emissioni di CO2. Infatti, nonostante un incremento dell’8% della produzione di energia elettrica da
impianti eolici, è diminuita quella da biomasse e si è ridotta a zero l’elettricità da fonte idrica.
La Regione ha commissionato uno Studio per l’elaborazione del Piano Energetico
Regionale. Nel citato Studio la potenzialità energetica regionale derivante dalle risorse energetiche
locali è stata studiata secondo:
- la producibilità di energia idroelettrica;
- l’utilizzazione dell’energia termica delle acque sotterranee;
- la quantità ed il contenuto energetico dei residui agricoli;
- la quantità ed il contenuto energetico dei residui zootecnici;
- la quantità ed il contenuto energetico delle biomasse forestali;
- la quantità, composizione ed il contenuto energetico dei rifiuti solidi urbani;
- la quantità, composizione ed il contenuto energetico del biogas da depurazione;
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
- i combustibili alternativi e biocombustibili;
- il contenuto energetico degli scarti della lavorazione industriale del legno.
Lo Studio ha valutato le potenzialità annue energetiche da fonti rinnovabili (energia eolica,
solare, idroelettrica, da residui agricoli e zootecnici, da rifiuti solidi urbani, da biogas, per
teleriscaldamento e da scarti di lavorazione industriale). Ognuna delle soluzione prospettate
include elementi di progettazione di massima, ipotesi di localizzazione sul territorio regionale ed
indicazioni economiche e normative.
La Regione Puglia è stata divisa in bacini energetici in relazione all’esigenza dell’utenza,
alla disponibilità delle fonti rinnovabili di energia e al risparmio energetico (tutto secondo le
prescrizioni della Legge 9 gennaio n.10/91). L’analisi energetica dei comuni pugliesi ha evidenziato
la rilevanza del consumo industriale, di cui il 50% è da fonti primarie.
In particolare il Piano incentiva le fonti di energia rinnovabili, le quali hanno la caratteristica di
essere distribuite nel territorio e di non necessitare di combustibili e quindi della relativa
problematica logistico e ambientale dei mezzi di trasporto. Per il settore eolico lo Studio suggerisce
la diffusione degli impianti nelle aree rurali o deindustrializzate. Ciò potrà portare benefici in termini
di crescita sociale ed economica, riducendo le spinte migratorie verso il nord Italia o Europa.
Per quanto riguarda le potenzialità eoliche della Regine Puglia nello studio si sono presi
come riferimento alcuni siti dei quali vengono riportate le caratteristiche anemologiche. Secondo lo
Studio il territorio pugliese può diventare un esempio nazionale nel settore dell’energia prodotta da
fonti rinnovabili. In questo quadro grande importanza riveste il settore eolico per la sua maturità
tecnologica e per le risorse necessarie presenti nel territorio regionale.
Sulla base delle considerazione fatte nello Studio appare evidente che la Puglia potrà
avviare una importante campagna di salvaguardia ambientale attraverso l’installazione di impianti
eolici di potenza complessiva tale da portare la regione agli stessi livelli di utilizzazione raggiunti a
livello europeo. Tutto ciò in virtù del buon livello di ventosità che configura il territorio pugliese,
dopo la Sardegna, come migliore potenzialità eolica. L’utilizzo di energia eolica quindi si concilia
con le peculiari caratteristiche territoriali pugliesi, clima mediterraneo ed orografia ottimale.
Per quanto riguarda la programmazione finanziaria si richiama in particolare il POR 20002006, la cui strategia nel settore delle attività produttive, dei trasporti e dei sistemi energetici, è
stata improntata ad una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse non rinnovabili, in particolare
attraverso lo sviluppo di sistemi di trasporto più sostenibili e allo sviluppo dell’utilizzo delle risorse
energetiche
rinnovabili.
La
misura
1.9
del
POR
persegue
l’obiettivo
della
riduzione
dell’inquinamento atmosferico con la produzione di energia da fonti rinnovabili, incentivando la
realizzazione di nuovi impianti alimentati dal sole, da biomasse e dal vento.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Con deliberazione di G.R. n. 827 dell’8 giugno 2007 è stato quindi adottato il P.E.A.R. e di
seguito si riporta stralcio relativo alle indicazioni finali sulle fonti eoliche:
“3.2.1 Obiettivi
Eolico on – shore
In Puglia la fonte eolica costituisce una realtà ormai consolidata da diversi anni. I primi
impianti eolici risalgono al 1994. La potenza che a tutto il 2005 è stata installata annualmente è
riportata nel grafico seguente, dove si indica anche la potenza autorizzata a fine 2005. A questi
numeri si aggiungono ulteriori 1.300 MW relativi a proposte attualmente in iter autorizzativi.
La distribuzione sul territorio degli impianti vede una iniziale concentrazione nel
subappennino Dauno (ved. Fig. 8) e una successiva dislocazione verso le zone più pianeggianti. La
potenza delle macchine già installate e di quelle relative alle iniziative già proposte si è evoluta nel
tempo secondo quanto riportato nel grafico seguente.
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Fig. 8 Impianto eolico sul sub-appenino Dauno
Vi è sicuramente una concomitanza tra la distribuzione territoriale e l’evoluzione
tecnologica e dimensionale degli aerogeneratori. Guardando le mappe della risorsa eolica
dell’Atlante eolico nazionale, si ha un’idea di come il passaggio da un’altezza di 25 m sul livello del
terreno a un’altezza di 70m sposti le aree di interesse a coprire potenzialmente buona parte del
territorio regionale.
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Ciò vuol dire che se con macchine di minor taglia era necessario installare gli impianti in
area subappenninica, dove l’altezza sul livello del mare compensava la relativamente bassa
dimensione degli aerogeneratori, con l’avvento delle macchine delle ultime generazioni, aventi
un’altezza al mozzo di oltre 80 metri, è possibile trovare condizioni anemologiche sfruttabili anche
a quote basse. E’ evidente che ciò moltiplica le potenziali applicazioni, passando da disposizioni in
linea come quelle tipiche di aree di crinale, a disposizioni di superficie ammissibili in aree
pianeggianti o collinari.
Lo sviluppo degli impianti eolici in aree pianeggianti presenta generalmente dei vantaggi da
un punto di vista di facilità di accesso e di installazione. D’altra parte, proprio queste caratteristiche
possono moltiplicare le situazioni di accumulo difficilmente controllabile, come già verificatosi in
alcune aree.
Dai numeri riportati, è evidente che la risorsa eolica in Puglia non costituisce un elemento
quantitativamente marginale. Nel contesto generale della produzione elettrica regionale si ritiene
che questa risorsa possa fornire una produzione di energia elettrica attorno agli 8000 GWh (circa
4000 MW), che corrisponde ad oltre il 15% della produzione complessiva regionale identificata
nello scenario obiettivo. Rispetto ai fabbisogni di energia elettrica regionali previsti nello scenario
obiettivo, il contributo eolico potrebbe superare il 40%.
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
E’ quindi obiettivo generale del Piano quello di incentivare lo sviluppo della risorsa eolica,
nella consapevolezza che ciò:
- può e deve contribuire in forma quantitativamente sostanziale alla produzione di energia
elettrica regionale;
- contribuisce a diminuire l’impatto complessivo sull’ambiente della produzione di energia
elettrica;
- determina una differenziazione nell’uso di fonti primarie;
- deve portare ad una concomitante riduzione dell’impiego delle fonti più inquinanti quali il
carbone.
Eolico off – shore (si omette)
Mini eolico
Secondo la L.R. 11 agosto 2005, n. 9, gli impianti eolici di piccola taglia (minieolico) sono
definiti come impianti di produzione energetica da fonte eolica, con potenza massima complessiva
di 60 kW, potenza massima unitaria di 30 kW, diametro del rotore non superiore a 10 metri, altezza
del palo di sostegno non superiore a 20 metri.
La tecnologia eolica di piccola taglia rappresenta un’opzione matura in termini economici,
commerciali, tecnici e finanziari e può, nel territorio della Puglia, integrare l’attuale modello di
sviluppo energetico di tipo centralizzato in un modello di tipo distribuito, con reti locali di bassa e
media tensione, sollevate da perdite di trasmissione, e quindi in grado di supportare una più
efficiente distribuzione dell’energia. Inoltre presenta ridotte necessità logistiche in termini di nuova
viabilità e nuove reti elettriche poiché gli impianti di minieolico vengono progettati e realizzati nelle
immediate adiacenze delle reti elettriche e della viabilità rurale esistente. Alcuni impianti di piccola
taglia possono già usufruire degli incentivi derivanti dalla vendita dei certificati verdi.
Inoltre, il 13 febbraio 2006, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha approvato un
provvedimento (Delibera 28/06) per la promozione dell’autoproduzione di energia elettrica da
piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili con potenza fino a 20 kW, ai sensi dell’articolo 6 del
decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. In esso si prevede la possibilità di cedere alla rete
elettrica locale la produzione da fonte rinnovabile di impianti di potenza non superiore a 20 kW e di
prelevare dalla stessa rete i quantitativi di elettricità nei periodi in cui gli impianti rinnovabili non
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
sono in grado di produrre. Tale provvedimento estende alle altre fonti rinnovabili ciò che era già in
vigore dal 2000 per gli impianti fotovoltaici. Con questo servizio di “scambio sul posto” la
remunerazione dell’investimento relativo all’impianto avviene attraverso l’acquisto evitato di
energia elettrica, per la quota connessa alla produzione dell’impianto, nell’ambito del normale
contratto di fornitura.
Sul territorio pugliese la tecnologia del mini eolico trova una interessante applicazione a
livello rurale, a servizio di aziende agricole. Una opportuna applicazione di questa tecnologia e di
quelle relative al solare e alla biomassa porterebbe alla realizzazione di filiere energetiche integrate
da fonte rinnovabile. Inoltre, il mini eolico può trovare un facile insediamento nelle aree adiacenti le
zone di produzione industriale, artigianale e trasformazione agro-alimentare.
E’ da valutare con attenzione e interesse la possibilità di inserire il mini eolico nelle aree a
parco in modo da ridurre o azzerare, opportunamente integrato con altre applicazioni che sfruttano
fonti energetiche rinnovabili, le immissioni in atmosfera delle produzioni energetiche equivalenti ai
consumi nel medesimo territorio, adottando adeguate politiche di diffusione nelle aree compatibili
(secondo i piani di zonizzazione approvati dall’ente competente).
Non da ultimo si ritiene interessante l’applicazione della tecnologia eolica a livello
residenziale.
In considerazione della peculiarità degli impianti eolici di piccola taglia di poter costituire
una fonte energetica molto diffusa sul territorio a livello di singole utenze, oltre che di poter
usufruire di particolari vantaggi introdotti dalla recente normativa nazionale, sono obiettivi del
piano:
- la realizzazione di opportunità di forte sviluppo delle applicazioni di scala medio – piccola nei
diversi settori economici della realtà regionale;
- il favorire l’applicazione degli impianti eolici assieme ad altre tecnologie di impiego di fonti
energetiche rinnovabili (come solare e biomasse) al fine di creare le condizioni di sviluppo di filiere
energetiche integrate;
- lo sviluppo degli impianti eolici di piccola taglia nelle aree a parco con il fine di ridurre le
emissioni in esse prodotte dall’impiego delle fonti energetiche tradizionali;
- la realizzazione di opportunità di forte sviluppo delle applicazioni di piccola scala applicate al
settore residenziale.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
3.2.2 Azioni e strumenti
L’obiettivo di sostanziale sviluppo della fonte eolica può trovare delle ragionevoli possibilità
realizzative se coniugato con opportuni strumenti di attuazione che non possono riguardare
esclusivamente i parametri tecnici. In mancanza di tali strumenti si ritiene che, di fatto, le dinamiche
locali possano comportare un significativo rallentamento della effettiva realizzazione degli impianti.
Infatti, dati i rischi di uno sviluppo incontrollato, come già in corso in alcune aree del territorio
regionale, è prioritario identificare dei criteri di indirizzo tali da evitare grosse ripercussioni anche
sull’accettabilità sociale degli impianti.
Il criterio di base prende in considerazione la possibilità di uno sviluppo diffuso su tutto il
territorio regionale, compatibilmente con la disponibilità della risorsa eolica e i vincoli di tipo
ambientale, in modo da “alleggerire” il carico su zone limitate.
Si ritiene, in linea generale, che sia opportuno definire dei criteri che permettano il governo
dello sviluppo di tale fonte rinnovabile.
I criteri si devono ispirare ai seguenti principi:
1) coinvolgimento ed armonizzazione delle scelte delle Amministrazioni Locali;
2) definizione di una procedura di verifica;
3) introduzione di un elemento di controllo quantitativo della potenza installata.
I criteri definiti sono stati interpretati dal “Regolamento per la realizzazione di impianti
eolici nella Regione Puglia” del 4 ottobre 2006. Il regolamento si applica agli impianti eolici di
potenza superiore a 60 kW, se costituiti da più di un aerogeneratore. Il regolamento, inoltre, non si
applica per impianti costituiti da un unico aerogeneratore di taglia inferiore o uguale a 1 MW.
1) Coinvolgimento ed armonizzazione delle scelte delle Amministrazioni Locali
La prima modalità di governo si basa sul coinvolgimento diretto delle Amministrazioni
Comunali che devono redigere dei piani regolatori relativi all’installazione di impianti eolici
(PRIE). Tali piani sono finalizzati all’identificazione delle aree non idonee all’installazione degli
impianti stessi.
Strumenti di pianificazione comunale per la gestione degli impianti eolici sono già stati
introdotti in paesi dove questa tecnologia ha avuto un forte sviluppo, come la Danimarca e la
Germania.
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
La definizione delle aree vuole essere un primo passo per gestire la realizzazione degli
impianti eolici, per evitare la loro proliferazione al di fuori di una qualsiasi logica ambientale,
urbanistica e infrastrutturale.
I Comuni devono attenersi, per la realizzazione dei PRIE, a criteri, definiti dalla Regione,
che escludono alcune aree (aree protette, aree urbane, aree di rilevanza paesaggistica, ecc.) o hanno
un carattere indicativo in relazione alla densità e alla distribuzione sul territorio degli impianti, alla
presenza di particolari criticità ambientali e all’esistenza delle infrastrutture necessarie, sia a livello
di strade che di reti elettriche di allacciamento.
La definizione di aree non idonee costituisce un filtro preliminare rispetto a quello
determinato dalla valutazione dei singoli impianti. In tal modo si ritiene che si crei, a priori, una
maggior consapevolezza riguardo alle trasformazioni del territorio derivanti dalla installazione degli
impianti eolici, senza aspettare che tale consapevolezza si crei a posteriori, mano a mano che gli
impianti vengono realizzati.
Con i PRIE la Regione può definire l’insieme delle aree non idonee all’installazione degli
impianti eolici, così come previsto dall’art. 12 del D. lgs n. 387/2003.
Per armonizzare la scelta delle aree non idonee, è incentivata la costituzione delle
Associazioni dei Comuni nella stesura di PRIE intercomunali sulla base del principio di
razionalizzazione delle scelte. Infatti, data la natura e le dimensioni degli impianti eolici attualmente
proposti nella realtà pugliese, la definizione di aree non idonee, considerando i singoli Comuni, può
risultare limitante e non del tutto rispondente alle necessità di razionalizzare gli interventi. I comuni
associati dovranno opportunamente concertare le possibilità di integrazione delle opere connesse
(interconnessioni elettriche e rete viaria). In particolare saranno sostenute le proposte di Unioni di
Piccoli Comuni in grado di esprimere funzioni di incentivo e sostegno di criteri locali di regolazione
delle scelte insediative. E’ auspicabile che la formazione di associazioni di comuni alla definizione
delle scelte strategiche dell’eolico nei propri territori si possa trasformare in un’occasione di
partecipazione diretta allo sviluppo ed alla successiva gestione di impianti eolici attraverso società
miste pubblico – private.
I comuni che già hanno impianti presenti sul proprio territorio devono tenerne conto nella
definizione delle aree non idonee. Nel caso di impianti presenti in aree non idonee è possibile, in
accordo con il proprietario, definire una delocalizzazione su altra area, oppure una riduzione del
numero di aerogeneratori.
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2) Definizione di una procedura di verifica
L’elevato numero di proposte presentabili non consente una idonea valutazione ambientale
se la stessa viene effettuata esclusivamente su progetti singoli e, pertanto, non in grado di
intercettare criticità legate ad effetti cumulativi derivanti dalla presenza di più impianti in siti
limitrofi. Per ovviare a tale limite, si definisce un percorso procedurale basato sulla presentazione
delle proposte all’interno di finestre temporali e di una loro valutazione preliminare ed integrata che
consenta di individuare, per quelle iniziative presentate all’interno delle stesse aree o in aree
contigue, elementi di incongruità o di sovrapposizione non rilevabili in condizioni di valutazione
per singolo progetto.
La valutazione integrata consente, pertanto, di individuare elementi di razionalizzazione
delle diverse iniziative progettuali da recepire, da parte dei proponenti, nella presentazione dei
progetti definitivi che seguiranno poi il procedimento unico ex Delib. di G.R. n. 716/2005.
3) Parametro di controllo
Il parametro di controllo rappresenta l’altro strumento di governo (che si aggiunge ai PRIE
ed alla Valutazione Integrata) degli impianti eolici in Puglia. Il parametro risponde all’esigenza di
regolare il numero di interventi in determinate aree territoriali (comunali e intercomunali),
scandendo le fasi di installazione degli impianti eolici. La scelta del parametro di controllo risponde
all’esigenza di evitare il proliferare di un numero elevato di proposte in limitate aree territoriali.
Il parametro si basa sulla percentuale di territorio che può essere occupata dalle installazioni
eoliche. In presenza di aggregazioni di comuni nella formulazione dei PRIE, il parametro di
controllo consente una maggiore percentuale di occupazione del territorio.
Agli impianti eolici di piccola taglia (fino a 60 kW), se costituiti da più di un aerogeneratore,
e agli impianti eolici costituiti da un solo aerogeneratore di potenza inferiore o uguale a 1 MW non
si applicano le regole precedentemente definite. Inoltre si prevede che gli impianti con un solo
aerogeneratore di potenza nominale non superiore ai 20 kW, per i quali vige lo scambio sul posto ai
sensi dell’art. 6 del D.Lgs. n. 287/2003, ovvero a servizio di utenze isolate, non siano assoggettati a
procedure di valutazione ambientale ex L.R. n.11/2001, purché la distanza dell’impianto dall’utenza
elettrica servita non sia superiore ai 200 metri.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Gli impianti di piccola taglia sono assoggettati a un regime autorizzativo semplificato
consistente nella Denuncia di Inizio Attività. Una ulteriore semplificazione potrà essere introdotta
per gli impianti di micro eolico, prevedendo un regime di attività libera, compatibilmente con il
contesto urbanistico di inserimento. Eventuali incentivi economici che la Regione potrà attivare per
promuovere lo sviluppo degli impianti di piccola taglia (in particolare di potenza non superiore ai
20kW ovvero a servizio di utenze isolate) avranno come condizione preferenziale di erogazione la
concomitante realizzazione di interventi di riduzione dei consumi elettrici presso le utenze da questi
direttamente servite.”
Di seguito si riporta l’elenco delle principali norme e indirizzi regionali in materia di sviluppo
delle fonti energetiche rinnovabili.
Tab.4 Elenco delle principali norme e indirizzi regionali in materia di sviluppo delle fonti energetiche
rinnovabili.
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3.3 Il Programma Energetico Provinciale
La Provincia di Lecce con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 36 del 23 aprile 2004
approva il “Programma di Intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio
energetico”. Nella prefazione al Programma, il prof. Domenico Laforgia precisa che “la lettura del
piano energetico della Provincia di Lecce permette di approfondire la conoscenza del territorio
leccese consentendo di scoprire, per esempio, che i salentini hanno da sempre perseguito una strada
di contenimento dei consumi energetici, ma, allo stesso tempo, che il territorio non è adeguatamente
sviluppato sul piano industriale e terziario.…
La posizione geografica e le caratteristiche climatiche del Salento offrono, infatti, potenziali
tra i più alti in Italia per lo sviluppo di impianti di generazione da fonti rinnovabili - solare,
biomassa ed eolico, - anche se questo ultimo in misura minore. Un certo numero di impianti di tipo
eolico attende di completare gli iter autorizzativi prima di avviare le fasi realizzative, ma appare
evidente come, per un significativo sfruttamento delle fonti rinnovabili, il loro sviluppo vada
inquadrato nel contesto di una pianificazione adeguata che crei il necessario supporto a chi decida
di investire nel settore, pur mantenendo una vigile attenzione a preservare e tutelare le
caratteristiche ambientali del territorio provinciale le cui vocazioni di crescita economica sembrano
abbastanza definite.
Il Piano energetico della Provincia di Lecce è uno strumento di supporto sia
all’Amministrazione Provinciale nelle scelte decisionali di sviluppo del territorio, sia ai cittadini ed
agli investitori fornendo loro il quadro energetico complessivo, le potenzialità ed i programmi di
supporto comunitari, nazionali e locali, individuando sinergie possibili tra tutti i soggetti
istituzionali e privati che operano o che intendano operare nella nostra realtà territoriale.
Il Piano formula, attraverso degli scenari dal 2004 al 2020, alcune previsioni in cui sono
considerate le possibili evoluzioni in materia di energia nella Provincia di Lecce. Lo scenario
definito “evoluzione naturale” parte dal presupposto che gli interventi di politica energetica
attualmente in atto proseguano nella stessa direzione fino al 2020. Tale scenario offre delle
previsioni sulle tendenze energetiche ritenute più probabili in assenza di interventi programmati. Lo
scenario definito “ammissibile” parte dal presupposto che solo parte del potenziale tecnico
raggiungibile con l’implementazione di tutte le tecnologie di massima efficienza può effettivamente
essere attuato. Lo scenario definito “tecnico”, infine, offre delle previsioni sui risultatiti
raggiungibili qualora fossero implementate tutte le tecnologie ad alta efficienza energetica
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disponibili oggi sul mercato. Tale scenario risulta compatibile con gli obiettivi del protocollo di
Kyoto ed identifica le tipologie di intervento che sono ritenute più adatte alla realtà della Provincia
Lecce, tenuto conto delle caratteristiche del territorio, dei piani e dei programmi di settore vigenti o
in via di adozione e dei principali temi dello sviluppo sostenibile”.
Relativamente agli impianti eolici il Piano al capitolo 6.5 prevede:
“La potenza massima che un generatore eolico può captare è pari al 59% di quella contenuta
nella massa d’aria interessata (Formula di Betz). L’energia effettivamente disponibile dipende, oltre
che da fattori climatici e morfologici, dall’efficienza della macchina; tale energia può essere
utilizzata tal quale (è il caso delle aeropompe per il sollevamento di acqua), o convertita in energia
elettrica, per l’immissione in rete o per l’alimentazione di utenze isolate. Talvolta i sistemi eolici
sono combinati con altre fonti energetiche (ad esempio generatori diesel, o sistemi fotovoltaici).
Le macchine eoliche sono classificabili secondo vari criteri:
a) in funzione dell’energia resa: aeromotori, se producono energia meccanica, o aerogeneratori, se
erogano energia elettrica;
b) in funzione della posizione dell’asse di rotazione: ad asse orizzontale (più comuni) o verticale (ad
esempio rotori Darrieus, Savonius);
c) in funzione della potenza: di piccola taglia (potenza fino a 100 kW), di media taglia (da 100 a
1.000 kW) di grande taglia (oltre 1 MW); nel presente Programma la media taglia è compresa
convenzionalmente nel campo 100-660 kW;
d) in funzione della velocità del rotore: lenti (ad esempio la macchina multipala di tipo americano,
collegata ad una pompa volumetrica) o veloci (con poche pale, di tipo europeo);
e) in funzione del tipo di regolazione: ad esempio con controllo del passo, con controllo per stallo,
con controllo di imbardata.
Gli aerogeneratori sono raggruppati spesso in parchi eolici (o wind-farm) secondo varie
disposizioni: su un’unica fila, su file parallele o incrociate secondo reticoli.
Un aerogeneratore veloce ad asse orizzontale – il tipo più diffuso sul mercato – comprende
un rotore, con pale fissate su un mozzo, collegato ad un albero lento; tramite un moltiplicatore di
giri, la potenza è trasmessa ad un albero veloce, che aziona il generatore elettrico. I meccanismi di
trasmissione della potenza sono racchiusi in una navicella orientabile. Il controllo della potenza resa
si ottiene con pale a passo variabile o regolando l’orientamento della navicella. La macchina si
avvia quando la velocità del vento raggiunge un valore minimo (cut in) e si ferma quando questa
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supera un valore critico (cut out). La torre di sostegno può essere di tipo tubolare o a struttura
reticolata.
Nelle applicazioni per utenze isolate, occorre dotare l’impianto eolico di un sistema di
accumulo dell’energia prodotta con batterie elettrochimiche. Gli impianti eolici possono contribuire
ai fabbisogni elettrici per un quota fino al 20-30%, senza compromettere i valori di frequenza e
tensione di rete, con l’inserimento dei generatori sulla rete ad alta o media tensione.
La tecnologia eolica si sta diffondendo a livello mondiale con tassi record, raggiungendo i
24.500 MW installati nel 2001. Nel solo 2001, sono stati installati 6.870 MW, con un aumento del
40% circa rispetto al 2000. La Danimarca, grazie a efficaci politiche di incentivazione e di
coinvolgimento degli utenti, ha la più alta densità di penetrazione dell’eolico (potenza installata per
unità di superficie) ed una quota di mercato superiore al 50%, con un volume d’affari di circa 3
miliardi di euro. Anche l’industria tedesca ha prodotto negli ultimi anni un numero di installazioni
record, portando al 2% il contributo eolico alla produzione nazionale di energia elettrica, con punte
superiori al 10% in alcune aree particolarmente ventose. La vigorosa espansione della tecnologia
eolica comporta spesso il superamento degli obiettivi prefissati negli strumenti di pianificazione. Il
Libro Bianco della Commissione europea prevede una potenza installata nell’UE al 2010 di 40.000
MW, obiettivo che molto probabilmente sarà raggiunto con qualche anno di anticipo. La Spagna ha
già superato l’obiettivo di 9.000 MW installati nel 2010 e prevede un raddoppio di tale potenza.
Lo Studio “Wind Force 12”, realizzato dall’EWEA (l’Associazione europea del settore
eolico) e da Greenpeace valuta che l’energia eolica possa coprire al 2020 il 12% del fabbisogno
mondiale di elettricità, con una produzione di 3.000 TWh/anno. Dallo studio emerge che anche i
problemi di integrazione delle centrali eoliche nella rete elettrica non presentino grandi ostacoli. In
Danimarca sono state gestite, in periodi molto ventosi, produzioni di picco del 50% da fonte eolica,
mentre quote fino al 20% si ritiene siano facilmente raggiungibili.
La taglia media dei generatori è oggi vicina ai 600 kW, con un costo di circa € 900.000 per
MW installato ed un giro d’affari di circa 100 milioni di euro nel 2002. Il Worldwactch Institute
stima che il settore eolico darà lavoro nel mondo a 1.700.000 persone nel 2020.
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Con oltre 1.346 aerogeneratori ed una potenza installata di 788 MW alla fine del 2002, che
hanno prodotto nell’ultimo anno circa 1.400 GWh, l’Italia risulta tra le maggiori potenze eoliche in
Europa e nel mondo, dopo Germania, Stati Uniti, Spagna, Danimarca, India. Sotto la spinta degli
incentivi legati al Provvedimento CIP 6/92 (che prevedeva un incentivo statale di 240 lire/kWh per i
primi otto anni) e dei Programmi Europei, e recentemente con l’introduzione dei Certificati Verdi
(Decreto “Bersani” 79/99), l’incremento di potenza installata ha assunto negli ultimi anni un
andamento esponenziale, con una taglia media dei generatori che ha superato i 0,5 MW ed una
taglia media dei campi eolici di 10-15 MW.
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La Puglia, che secondo gli studi di settore è una delle regioni italiane con le maggiori
potenzialità eoliche, dispone, insieme alla Campania, della maggiore potenza installata (213 MW).
Per stimare la potenzialità eolica nella Provincia di Lecce, si può assumere in prima
approssimazione, sulla base dei dati disponibili, una superficie avente caratteristiche idonee alla
localizzazione di impianti pari a 400 kmq; con una densità di captazione di 13 kWh/m2/anno, si
otterrebbero circa 5.000 GWh/anno (440 ktep), pari al triplo del fabbisogno provinciale di energia
elettrica (138 ktep).Quasi tutti gli impianti sono localizzati nell’Appennino Dauno. Dopo un’iniziale
diffusione di macchine di costruzione nazionale (Riva Calzoni, West), negli ultimi anni si sono
imposti per affidabilità ed efficienza gli aeromotori importati; le turbine danesi Vestas, prodotte
nella stabilimento di Taranto della Italian Wind Technology (IWT), coprono attualmente la gran
parte del mercato nazionale. Altri operatori del settore sono la Edison Energie Speciali (Edens) ed
Enel Green Power.
Il Libro Bianco sulle fonti rinnovabili prevede una potenza eolica installata in Italia di 1.500
MW al 2006 e di circa 2.500 MW entro il 2008-2012. La Commissione Europea stima un impatto
sull’occupazione del settore eolico di 15-19 addetti per Megawatt alle attuali condizioni di mercato,
ed un bacino occupazionale mondiale superiore alle 50.000 unità.
L’aspetto della tecnologia eolica che suscita maggiormente le maggiori perplessità riguarda
l’impatto ambientale, in particolare sul paesaggio. Le ultime generazioni di macchine hanno infatti
un’altezza superiore a 100 metri e sono visibili da grandi distanze. Per superare questi ostacoli, che
rischiano di tarpare sul nascere una risorsa locale pulita ed un nuovo modello pulito di produzione
dell’energia, sono disponibili varie opzioni e/o strumenti operativi:
• atti di indirizzo, regolamentazione e coordinamento, integrati ed organici, da parte degli enti
locali;
• coinvolgimento della popolazione nelle procedure autorizzative;
• localizzazione degli impianti in aree industriali o di scarso pregio paesaggistico (cosiddette
marginali);
• regolamentazione della taglia, della forma, della disposizione dei generatori;
• definizione delle procedure di valutazione dell’impatto, con riferimento a quello visivo ed
acustico, alle interferenze con l’avifauna.
Le centrali eoliche off-shore consentirebbero di superare almeno in parte i problemi di
impatto paesaggistico degli impianti su terraferma. A fronte di un costo superiore di almeno il 3046
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40%, queste installazioni potrebbero sfruttare venti mediamente più forti e costanti, aprendo la
strada a macchine sempre più grandi. Sono già disponibili sul mercato aerogeneratori da 2.5 MW,
con rotori di 80 metri di diametro. Da segnalare, nel campo dello sviluppo delle installazioni
eoliche, una nuova forma di cooperazione tra imprese ed enti locali, nata nelle province di Foggia e
Benevento col nome Fortore Energia S.p.A (QualEnergia – numero 2 maggio/Giugno 2003 –
Emanuele Scoppola ). La società, nata nel 2001 per iniziativa delle comunità montane dei monti
Dauni settentrionali e del Fortore, ha come soci aggiuntivi società produttrici di energia da fonti
rinnovabili. Gli obiettivi principali riguardano la produzione di energia da fonti rinnovabili,
integrata con lo sviluppo locale tradizionale, concentrato soprattutto su agricoltura, turismo,
allevamento e piccolo artigianato. Attualmente la società è impegnata nella realizzazione del primo
campo eolico da 11 MW in provincia di Foggia e nella progettazione di altri impianti eolici per
circa 300 MW e a biomasse per 20 MW. Interessante inoltre il progetto, avviato in collaborazione
con gli enti locali e le associazioni di agricoltori, sulle fattorie del vento, per lo sviluppo di aziende
agro-energetiche, in cui installare impianti di piccola taglia per la produzione di energia verde.”
3.4 Il Piano Strategico dell’Area Vasta di Lecce
Il Comune di Campi Salentina con deliberazione di G.C. n. 135 del 07/06/2006 ha aderito al
Piano strategico dell’Area Vasta di Lecce condividendo le linee programmatiche ivi previste anche
nel settore ambientale; infatti nell’atto integrativo al dossier di candidatura si precisa che:
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“L’anello di congiunzione tra coerenza e “sostenibilità” è fornito da quanto stabilito all’interno
delle Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo di Goeteborg, ovvero “Lo sviluppo
sostenibile - soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle
generazioni future - è un obiettivo fondamentale fissato dai trattati. A tal fine è necessario affrontare
le politiche economiche, sociali e ambientali in modo sinergico. Il Consiglio europeo invita
l’industria a partecipare allo sviluppo e a un più ampio ricorso a nuove tecnologie rispettose
dell’ambiente in settori quali l’energia e i trasporti”.
Il Piano strategico per l’area Leccese si inserisce all’interno di questa logica sotto un
duplice livello di fattori: uno progettuale e uno “normativo” dal momento che, pur essendo il Piano
strategico un atto volontario, può essere inteso e recepito come uno strumento di Governance del
territorio e pertanto porsi in sintonia con quanto previsto dal titolo V del D.P.R. 616/1977 in materia
di assetto e utilizzazione del territorio.
La protezione della natura, dell’ambiente e la tutela del paesaggio (D.Lgs. 29/10/1999, n.
490) sono da considerarsi leve strategiche per lo sviluppo locale e pertanto rivestiranno un ruolo
centrale nella definizione di scenari futuri e, in maniera operativa, saranno oggetto di una serie di
proposte progettuali orientate al recupero di siti, o alla creazione di spazi verdi di svago e di ritrovo
per sostenere e favorire politiche giovanili. Il Progetto pertanto tenderà a sviluppare azioni volte a
soddisfare criteri di sostenibilità sociale ed ambientale....
Le Agende di Lisbona e Goteborg, seguono i criteri della nuova politica di coesione emersi
dal Quarto Rapporto sulla coesione economica, sociale e territoriale nell'Unione Europea. Il
rapporto fotografa il panorama della coesione socio-economica nell'UE a 27, sintetizza il contributo
delle politiche 2000/2006 all'obiettivo della coesione economica e sociale e fornisce alcune
considerazioni preliminari sulle sfide e le strategie che emergono dall'esame dei documenti di
programmazione 2007/2013, presentati alla Commissione nei mesi scorsi. Si fa riferimento in
particolare alla necessità di far fronte a:
•
L’indispensabile ristrutturazione e modernizzazione di prodotti, processi,
management e capitale umano;
•
Il forte impatto dovuto al cambio climatico, che porrà seri problemi
all’agricoltura, alla pesca, all’industria del turismo e che richiederà forti
investimenti per combattere siccità, incendi, erosione delle coste e inondazioni;
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•
L’aumento del prezzo dell’energia, che inciderà in vario modo su tutte le
regioni europee ….”
Per ulteriori dettagli è sufficiente consultare tutta la documentazione del Piano strategico
sul sito istituzionale del Comune di Lecce.
3.5 Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce (PTCP)
La Provincia di Lecce con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 827 del 08/06/2007 ha
adottato la bozza del
Piano Territoriale di Coordinamento, poi adottato definitivamente con
deliberazione del Consiglio il 12/03/2008.
Tale Piano contiene, come si legge nella Relazione “Territori della nuova modernità” a cura
di Paola Viganò, una ricerca ed un progetto.
La ricerca riguarda il Salento, un territorio di 1800 kmq, dei quali 865 coperti da uliveti e
vigneti. “Uno dei tanti finis terrae del continente europeo; un territorio nel quale il processo di
modernizzazione è avvenuto e sta avvenendo seguendo modalità spesso distanti da quelle seguite
dalla linea maestra dello sviluppo occidentale”.
“Il progetto riguarda la modernità, la costruzione cioè di un processo di sviluppo che, non
ripercorrendo sentieri noti, esplori il territorio concettuale di una nuova modernità”, riflettendo in
maniera critica sulle conseguenze che il processo di modernizzazione ha sul territorio,
sull’economia e sulla società.
La ricerca ed il progetto sono articolati in quattro capitoli:
• il Salento come Parco
• Scenari della dispersione e della concentrazione
• Nuove infra-strutture
• Un nuovo modello di sviluppo.
Il capitolo “Nuove Infrastrutture” contiene le linee di pianificazione provinciale in tema di
infrastrutture energetiche. Partendo dalla considerazione che il modello energetico attuale mostra
ormai limiti e fragilità strutturali e che lo stesso contribuisce ad incrementare la dipendenza da
“fonti” esterne non rinnovabili, con la produzione concentrata in impianti di grossa taglia e grossi
impatti, il PTCP delinea alcuni scenari possibili per il Salento.
I valori medi di irraggiamento solare nel Salento sono tra i più alti d’Italia ed inoltre le
mappe eoliche individuano la Puglia come una delle aree con le migliori caratteristiche
anemologiche della Penisola.
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Lo scenario che può quindi ipotizzarsi per il Salento comprende:
•
decentramento della produzione e captazione di energia;
•
valorizzazione delle fonti rinnovabili (solare termico, solare fotovoltaico, eolico,
biomasse).
Si può ipotizzare che il 15-20% del fabbisogno totale di energia in provincia di Lecce possa
essere prodotto con campi di generatori eolici. Un’altra quota rilevante di energia, ad esempio
quella necessaria al riscaldamento delle abitazioni, può essere prodotta con la combustione delle
biomasse, in piccoli impianti allacciati alla rete pubblica o prodotta in centrali di teleriscaldamento.
Un ulteriore contributo alla produzione di energia elettrica può infine derivare dalla diffusione di
sistemi fotovoltaici.
Il modello di sviluppo energetico proposto è quindi caratterizzato da :
•
produzione di energia il più vicino possibile ai siti di consumo;
•
produzione di energia strettamente legata al fabbisogno provinciale;
•
produzione energetica mirata: la qualità dell’energia prodotta deve essere
appropriata all’uso finale.
Il PTCP contiene inoltre alcuni dati quantitativi circa la potenzialità di produzione energetica
in Provincia di Lecce, da fonti rinnovabili.
Energia solare termica: i valori di irraggiamento giornaliero medio della Provincia, su
superfici esposte a Sud ed inclinate di 40° sull’orizzontale, sono di circa 4,8 Kwh/giorno/mq di
pannello, che considerando le rese di trasformazione e l’impegno di territorio, portano a ipotizzare
una densità di circa 360 Kwh/mq di territorio all’anno.
Energia solare fotovoltaica: in siti idonei della Provincia di Lecce i sistemi fotovoltaici
potrebbero produrre circa 180 kWh/anno per metro quadrato di modulo che, tenendo conto
dell’occupazione di spazi, equivalgono a circa 70 kWh/anno per metro quadrato di suolo.
Energia eolica: il parametro di produzione che può adattarsi alla Provincia di Lecce, con
velocità media del vento di 7m/s e macchine di media taglia, è di 800-1000 Kwh/m2 di area
spazzata dal rotore. Tenendo conto anche qui del territorio occupato e delle distanze prescritte tra
generatori, si ottiene una “densità superficiale” di 13-18 Kwh/anno per metro quadrato di suolo.
Nell’immagini seguenti, estratte dalla tavola W.3.1. del PTCP, si evidenzia lo scenario energetico
eolico, eolico windfarm ed il nuovo modello energetico previsto dal piano.
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Fig. 9 Scenario energetico eolico ed eolico windfarm previsto dal PTCP.
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Fig. 10 Nuovo modello energetico (PTCP).
Energia da Biomasse: la produzione di biomasse della Provincia di Lecce (soprattutto scarti
di potatura di olivo e vite) è di 400.000 t/anno. Questa quantità di scarti (residui legnosi), se
utilizzata per fini energetici, potrebbe produrre circa 700 milioni di Kwh/anno, valore che
corrisponde ad una densità di 0,6 Kwh/m2/anno.
Il PTCP delinea due scenari per i futuri sviluppi energetici della provincia di Lecce, uno al
2010 ed uno al 2050.
Per il 2010 ipotizza la produzione di circa il 20-30% dell’energia elettrica in centrali di
piccola e media taglia, localizzate in prossimità dei centri urbani o dei maggiori distretti industriali,
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alimentate prevalentemente a biomassa, con eventuale integrazione a metano e contestuale
produzione di energia termica. Il tutto per una potenza complessiva di 100 MW. Un’ulteriore quota
di energia elettrica (max 20%) può essere prodotta in “fattorie del vento” con generatori di media
taglia fino a 300 kW e generatori di piccola taglia (fino a 100 kW) presso utenze isolate. L’impiego
dell’energia elettrica sarà limitato agli usi obbligati, mentre sarà favorito il ricorso a fonti alternative
come l’energia solare per tutti gli usi termici a bassa temperatura.
Per il 2050 si ipotizza una produzione di energia elettrica coperta al 100% da fonti
rinnovabili. I sistemi solari attivi, disposti sulle coperture degli edifici potranno soddisfare almeno la
metà del fabbisogno per riscaldamento ambientale, i tre quarti della produzione di acqua calda
sanitaria e per intero la richiesta di energia elettrica.
Le grandi aree produttive, dove sono ubicate le centrali fotovoltaiche, diventano luoghi di
produzione e esportazione di energia elettrica. A queste si aggiungono le fattorie del vento, ubicate
nei luoghi più adatti dal punto di vista anemometrico.
Con l’approvazione del documento programmatico preliminare (Dpp) la Giunta provinciale
ha stabilito gli obbiettivi per la redazione del primo Piano Territoriale di Coordinamento della
Provincia di Lecce (PTCP).
Tale occasione acquista per Lecce una particolare rilevanza, dato che la pianificazione
territoriale di scala provinciale costituisce una assoluta novità. Al piano provinciale spetta il compito
inedito di delineare uno scenario di assetto territoriale che costituisca il riferimento per le politiche
di sviluppo locale sulla base del quale effettuare la selezione delle iniziative da promuovere.
Dalla Bozza emergono due questioni di particolare rilevanza per il PTCP di Lecce: la tutela
dell’integrità fisica e dell’identità culturale come precondizioni delle decisioni di trasformazione e la
scelta di un progetto di assetto territoriale “soft” incentrato su qualità, identità, equità e bellezza.
Si deve qui evidenziare come il PTCP sia uno strumento sostanzialmente nuovo rispetto
alla pianificazione di livello comunale, e le tre funzioni che esso assolve sono:
•
una funzione strategica: si tratta di delineare le grandi scelte sul territorio, il
disegno del futuro cui si vuole tendere, le grandi opzioni (in materia di
organizzazione dello spazio e del rapporto tra spazio e società) sulle quali si
vogliono indirizzare le energie della società. E’ una funzione che richiama i
concetti di “futuro”, di “comunicazione”, di “consenso”;
•
una funzione di auto-coordinamento: si tratta di rendere esplicite a priori, e di
rappresentare sul territorio, le scelte proprie delle competenze provinciali: in
modo che ciascuno possa misurarne la coerenza e valutarne l’efficacia;
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•
una funzione di indirizzo: la coerenza tra le scelte dei diversi enti, e la loro
riconduzione a finalità d’interesse generale, non deve avvenire soltanto con i
tradizionali sistemi di controllo a posteriori sulle decisioni degli enti
manifatturieri ma indirizzando a priori, mediante opportune norme, la loro
attività sul territorio.
Le competenze della Provincia si esplicano in tre grandi aree:
a) la tutela delle risorse territoriali (il suolo, l’acqua, la vegetazione e la fauna, il paesaggio,
la storia, i beni culturali e quelli artistici), la prevenzione dei rischi derivanti da un loro uso improprio
o eccessivo rispetto alla sua capacità di sopportazione (carrying capacity), la valorizzazione delle
loro qualità suscettibili di fruizione collettiva;
b) la corretta localizzazione degli elementi del sistema insediativo (residenze, produzione di
beni e di servizi, infrastrutture per la comunicazione di persone, merci, informazioni ed energia)
che hanno rilevanza sovra-comunale;
c) le scelte d’uso del territorio le quali, pur non essendo di per sé di livello provinciale,
richiedono ugualmente un inquadramento per evitare che la sommatoria delle scelte comunali
contraddica la strategia complessiva delineata per l’intero territorio provinciale.
Si analizzano, di seguito, alcuni aspetti contenuti nel PTCP Lecce e rilevanti al fine della
redazione del presente piano.
Gli aspetti idro-geo-morfologici
Le analisi relative alla situazione idro-geo-morfologica indagano le caratteristiche fisiche del
territorio, con particolare riferimento al suolo, al sottosuolo e alle acque. Esse sono finalizzate a
definire, innanzitutto, per il territorio provinciale:
a) le classi di pericolosità
b) le classi di pericolosità idraulica
c) le classi di vulnerabilità idrogeologica
Data la rilevanza del tema, è necessario dedicare specifica attenzione al tema delle
utilizzazioni ad usi irrigui e civili dell’acqua per le sue implicazioni con il tema dello sviluppo
dell’agricoltura. In relazione alle articolazioni del territorio sopra indicate nel PTCP sono proposte:
•
differenziate limitazioni e condizioni alle trasformazioni e alle utilizzazioni del
territorio;
•
le possibili azioni e politiche di gestione del suolo volte ad annullare o
contenere o mitigare i livelli di rischio.
Il territorio agroforestale e il paesaggio
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La definizione delle corrette politiche di gestione dell’uso del territorio agro-forestale
discende da una attenta lettura degli esiti dell’interazione fra gli elementi naturali e il lavoro
dell’uomo. Si rende necessario perciò garantire uno stretto coordinamento e una comune
finalizzazione ad alcuni campi di indagine che tradizionalmente vengono svolti in modo separato:
le analisi sulle componenti naturali (vegetazione e fauna), sul paesaggio, sull’economia agraria.In
relazione alle componenti naturali valgono le considerazioni del punto precedente. Le analisi sul
paesaggio sono volte, principalmente, ad individuare i “segni” sul territorio impressi dal secolare
lavoro dell’uomo. Quelle sull’economia agraria sono invece volte a definire quali politiche relative
alle attività del settore primario (e ai canali di finanziamento ai quali queste ultime accedono) sono
in grado di coniugare le finalità economiche e ambientali necessarie per mantenere, sviluppare e/o
ripristinare un corretto assetto territoriale.
L’esito atteso è l’articolazione del territorio extra-urbano in ambiti (la pianura costiera, i
versanti montuosi, le colline a prevalente uso agricolo) e/o in elementi (i boschi, le spiagge) per i
quali è possibile definire specifici tipologie di politiche di gestione dell’uso del suolo.
In particolare dovranno essere definiti, per i diversi ambiti ed elementi territoriali gli
obbiettivi di tutela e valorizzazione dell’identità dei luoghi perseguiti dal piano e gli esiti attesi (con
indicatori di risposta delle politiche); le possibili azioni e politiche da promuovere per conservare e
per valorizzare il patrimonio storico-architettonico e i diversi paesaggi che caratterizzano l’identità
dei luoghi.
Il patrimonio storico e l’identità dei luoghi
Le analisi relative agli aspetti storici sono volte a individuare il complesso delle risorse
presenti sul territorio provinciale e a definire gli elementi che ne caratterizzano l’identità culturale.
Esse consistono:
a. un censimento dei beni archeologici che hanno una rilevanza territoriale in rapporto
all’entità/estensione ed alla rarità;
b. un censimento dei beni di interesse storico-urbanistico ed architettonico,
considerando in particolare gli insediamenti storici, gli edifici e complessi isolati
(quali: castelli, fortificazioni, torri, edifici religiosi, palazzi e ville, edifici rurali,
masserie) e paleo-industriali di particolare interesse storico. Saranno individuati
anche in questo censimento gli elementi dell’infrastrutturazione storica del territorio,
quali ponti, acquedotti, altri manufatti idraulici e di bonifiche storiche, antichi itinerari
di cui restano tracce materiali o testimonianze di altro tipo.
In relazione ai fenomeni indagati sono resi espliciti:
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gli obbiettivi di tutela e valorizzazione dell’identità dei luoghi perseguiti dal
piano e gli esiti attesi;
le limitazioni e condizioni da porre alle trasformazioni e utilizzazioni degli
elementi individuati;
le possibili azioni e politiche che la provincia può promuovere per
conservare e per valorizzare il patrimonio storico, con l’indicazione degli
indirizzi, dei soggetti da coinvolgere, degli strumenti e delle risorse
utilizzabili.
Gli insediamenti urbani
Le analisi relative agli insediamenti urbani sono finalizzate:
a)
alla descrizione della struttura fisica e dell’organizzazione funzionale degli
insediamenti urbani, individuando le risorse e le potenzialità presenti, nonché
esigenze di tutela e riqualificazione;
b)
all’interpretazione di alcuni fenomeni particolarmente rilevanti per l’assetto del
territorio provinciale.
Già in questa prima fase di avvio si possono delineare tre specifici filoni di indagine che
costituiscono i temi principali sui quali il piano sarà chiamato a fornire risposta:
1) l’equità nella distribuzione dell’offerta di servizi alle famiglie;
2) la dotazione di spazi, di infrastrutture e l’accessibilità dell’offerta di aree
specialistiche per le attività produttive (con particolare riferimento alla messa in rete
degli elementi di eccellenza disponibili sul territorio e allo sviluppo di sistemi locali di
lavoro fondati sulle vocazioni specifiche del territorio);
3) la dotazione e le caratteristiche qualitative dell’offerta di spazi e infrastrutture per il
turismo.
La mobilità
Il particolare rilievo assunto dal tema della mobilità, per il suo stretto legame con le
organizzazioni spaziale e il tema dell’impatto ambientale delle trasformazioni indotte dal piano, ha
reso necessario l’uso di modelli di simulazione della distribuzione dei flussi di traffico per la verifica
dell’assetto ipotizzato dal piano territoriale. Le indagini del PTCP sul sistema della mobilità
riguardano gli scenari della domanda e dell’offerta di mobilità a scala di area vasta, anche in
relazione alle politiche di uso del suolo.
56
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
In relazione ai fenomeni indagati sono resi espliciti gli obbiettivi di ripartizione modale e di
gestione della mobilità e le possibili azioni e politiche con l’indicazioni degli indirizzi, dei soggetti da
coinvolgere, degli strumenti e delle risorse utilizzabili.
Il quadro conoscitivo economico e sociale
Le analisi relative all’assetto socio-economico sono finalizzate:
a)
all’identificazione dell’articolazione territoriale da utilizzare come riferimento per le
elaborazioni, sulla base di un criterio di tipo funzionale, basato sul grado di
autocontenimento delle diverse aree, tendente ad individuare ambiti entro i quali la
popolazione che vi risiede svolge la maggior parte delle attività sia di tipo produttivo
che legate alla residenza, sulla base dell’intera matrice dei flussi di mobilità
giornaliera per Comune di origine e per comune di destinazione, per mezzo di
trasporto utilizzato e per motivazione (studio o lavoro) degli spostamenti;
b)
alla ricostruzione, sulla base di fonte censuaria, dei profili dei diversi sistemi
economici territoriali attraverso un’indagine delle caratteristiche strutturali dei settori
produttivi e delle opportunità di sviluppo esistenti;
c) alla ricostruzione del quadro delle dinamiche strutturali e congiunturali che
caratterizzano lo sviluppo dell’apparato produttivo della Provincia, e alla definizioni
di scenari tendenziali e di tipo “programmatico” relativi alla struttura demografica e
produttiva.
Il sistema dell’ambiente e dell’energia
Il PTC svolge un ruolo cruciale nella valorizzazione dell’ambiente come paradigma
fondamentale dello sviluppo. Si tratta, da un lato, di individuare modi e forme per uno sviluppo
economico compatibile con la necessità di salvaguardia e tutela ambientale; dall’altro di disegnare
per l’ambiente ed il paesaggio modelli in grado di sostenere la realizzazione ed il consolidamento
dei “sistemi” delineati.
Particolare attenzione nel PTC è posta, in questa prospettiva, per quanto riguarda la
definizione degli schemi idrici, irrigui ed energetici, a partire da un’attenta rivalutazione degli
interventi in atto (invasi e centrali energetiche, energia alternativa, ecc.).
57
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
3.6 Lo stato giuridico del Comune di Campi Salentina: P.di.F .vigente, Piani
Attuativi di Sviluppo, il P.U.G.
Da circa trenta anni Campi è governata urbanisticamente nella sua trasformazione
generale, da un Programma di Fabbricazione e da un Regolamento Edilizio approvati con Decreti
Regionali n. 427 in data 14/12/1972, n.1292 in data 11/05/1974 e n. 3288 in data 29/12/1977.
Campi ha anche allestito, nell’ultimo ventennio, strumenti urbanistici settoriali:
il Piano degli Insediamenti Produttivi ai sensi della legge 865/1971, relativo a un’area
in fregio sulla statale 7 Ter per Lecce alle porte dell’abitato, attualmente oggetto di
ampliamento. L’ampliamento, della zona Piano Insediamenti Produttivi (comparto B)
di cui sopra, è stato approvato definitivamente con Del. G.R. n. 262 del 04/03/2008;
il Piano dell’Edilizia Popolare – o Piano di Zona – ai sensi della legge 167/1962,
articolato nei due nuclei di levante (in fregio alla statale 7 Ter in direzione CampiLecce) e ponente (in fregio alla statale 7 Ter in direzione Campi-Taranto);
il Piano di Recupero (PR) ai sensi della legge 457/1978 in alcuni isolati del nucleo
antico (non ancora approvato dalla Regione Puglia);
il Piano di Recupero di Zona Sognazzi.
Ad oggi il PdF di Campi appare per alcuni tratti inattuato. Si tratta per altro, di uno
strumento urbanistico impostato in termini nettamente espansivi, ormai inadeguato per le effettive
potenzialità di crescita e di realizzazione di Campi.
Con deliberazione n. 47 del 01/03/2005 il Comune di Campi Salentina affidava al
Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari l’incarico per il coordinamento e la
supervisione scientifica dell’adeguamento, ai sensi della L.G. n. 20 del 27/07/2001, del Piano
Urbanistico Generale (PUG) consegnato all’ Amministrazione Comunale nel 1998 e mai adottato.
Con deliberazione C.C. n. 12 del del 28/02/2006 è stato approvato il Documento
Programmatico Preliminare, redatto dal DAU secondo principi e criteri di cui alla Deliberazione di
Giunta Regionale n. 6320 del 13/11/1989 e alla circolare 1/2005 del 18/10/2005 oltre che in
riferimento alle prescrizioni rivenenti dal PUTT e dal bozza del PTCP della Provincia di Lecce.
Questo documento fissa gli obiettivi generali del piano nel modo seguente:
“B.1 LA DIMENSIONE SOCIO AMBIENTALE
Verso unità paesaggistico-ambientali
….In termini di tutela dell’ambiente urbano e paesaggistico, si evidenzia da un lato la
necessità di ripensare l’area di “centro storico” e adiacenze, conservatasi di grande interesse a
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Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Campi, nel contempo ridefinendone norme ed indirizzi di intervento in termini di tutela attiva e non
già di vincolo passivo, e dall’altro della salvaguardia e valorizzazione del territorio agricolo
extraurbano, nelle sue principali componenti paesaggistiche e nei suoi beni culturali, attraverso
interventi integrativi di recupero e il riordini delle masserie e in genere delle preesistenze, in
integrazione con quanto resta dell’assetto storico delle culture agricole, specie a olivi, attraverso il
riordino e la specializzazione della rete della viabilità comunale rurale, la definizione di percorsi
turistici e agrituristici….Obbiettivi specifici del PUG su questo terreno sono anche la difesa e la
valorizzazione ambientale dei principali assetti geologici del territorio di Campi, sia di tipo
morfologico (area pedecollinare della “serra”, bacini d’impluvio ecc.) e sia di tipo idrogeologico
(“vore”, canali, ecc). Tutti i beni architettonici e le testimonianze culturali di rilievo del territorio di
Campi, a partire dai resti archeologici saranno oggetto di censimento e considerazione e diverranno
elementi di richiamo della detta strategia di salvaguardia e valorizzazione ambientale….
Gli spazi pubblici
Il tessuto insediativi di Campi si presenta ricco di aree più o meno ampie che rappresentano
una risorsa rilevante in termini di spazi pubblici. Basti pensare al sistema delle corti quasi tutte
concentrate in prossimità del centro storico o alle piazze e agli slarghi del centro storicoo, ancora
alle grandi aree per i mercati. Si tratta di un sistema di spazi ricco ed articolato per diversità
dimensionale e di forma ma assai sconnesso, in alcune parti poco sfruttato come risorsa e/o come
opportunità sociale e/o economica……In risposta a questa frammentazione il PUG studierà una
possibile ricucitura di questi spazi attraverso la definizioni di un reticolo organizzativo in
riferimento a due differenti funzioni:il movimento ovvero la connessione reciproca; l’uso stabile o
temporaneo delle aree.
B.2 LE DIMENSIONI ABITATIVE E DELLE ATTIVITÀ
….il PUG cercherà di predisporre gli elementi di supporto a:
a) una politica di intervento al centro storico e ai valori ambientali-insediativi esistenti
e/o da potenziare – tramite una attenta riperimetrazione della zona di interesse
storico-artistico e delle sue adiacenza di interesse complementare…la ricognizione e
il censimento del patrimonio edilizio storico finalizzato alla predisposizione di un
“abaco” dei tipi edilizi…..
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Città di Campi Salentina
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b) un trattamento specifico delle zone di «Capanne», «Misurelle», «La Cupa», le zone
167, le zone C e le parti del settore occidentale dell’abitato. Per queste zone da
riqualificare, e per tutti gli ambiti peri-urbani esistenti e di ampliamento, il PUG si
farà carico di restituire qualità ambientali ed insediative…..
La forma della città (si omette)
Il territorio agrario ed il territorio primario
La salvaguardia delle unità spaziali caratterizzate da maggiore potenzialità agricola da altre
destinazioni d’uso urbanistiche, l’incentivazione della creazione di piccole attività di trasformazione
–anche
in
loco–
del
prodotto
agricolo,
l’incentivazione
della
creazione
di
attività
agrituristiche…sono gli elementi costituenti l’attenzione al territorio agricolo del PUG. Per il settore
primario occorre valutare lo sviluppo socio-economico e le condizioni produttive che consentono
una diversificazione e in generale un ammodernamento colturale nelle campagne, mirando a
sinergie e affermazioni di riconoscibilità e qualità dei “marchi” locali……
La specializzazione funzionale
….Per il settore infrastrutturale degli impianti tecnologici, il PUG darà indicazioni di merito
alla costruzione e/o integrazione delle principali consistenze urbanizzative primarie (a rete o polari),
a partire dalla rete fognaria e dalla sua adduzione; particolare attenzione verrà dedicata al
reperimento di idonei siti per la discarica dei materiali inerti, nel rispetto sia delle caratteristiche
ambientali e del paesaggio che di un’agevole accessibilità; sempre per il settore infrastrutturale
primario, attenzione verrà posta dal PUG alle caratteristiche di protezione idrogeologica del bacino
urbano rispetto ai possibili ricorrenti afflussi pluviali, sia attraverso idonea protezione delle
infrastrutture esistenti che attraversano l’individuazione di ulteriori soluzioni di difesa…”
Il presente PRIE risulta coerente rispetto alle succitate indicazioni programmatiche e di
indirizzo del PTCP, del Piano Energetico Regionale e Provinciale, e dell’atto di indirizzo del PUG in
iter, soprattutto in relazione alle più volte citate necessità di utilizzo delle fonti rinnovabili,
valorizzazione del settore agricolo e di salvaguardia del paesaggio; il PRIE rappresenta anche uno
strumento che, per le modalità con cui è stato redatto e per i criteri di individuazione delle aree
ineleggibili e per le norme e prescrizioni indicate per le realizzazioni di impianti eolici, dà una
risposta concreta per superare l’apparente dicotomia tra produzione di energia da fonti rinnovabili
e salvaguardia delle componenti paesaggistiche di pregio; fa un passo avanti soprattutto perché
stabilisce delle regole precise e individua criteri di intervento tali da non compromettere l’attività
agricola.
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Si rammenta che la legge italiana considera la produzione di energia da fonte eolica
assolutamente compatibile con le aree a vocazione agricola (L. 10/1991, Dlvo 387/2003), in più, la
presenza di nuove infrastrutture di trasferimento dell’energia, può rappresentare un’opzione
concreta anche per quelle aziende agricole che intendono implementare la propria attività con la
produzione energetica da fonti rinnovabili.
3.7 Il sistema dei vincoli e delle tutele
In questo paragrafo viene definito il rapporto del territorio con la normativa ambientale,
paesistica e territoriale vigente e vengono individuati gli eventuali vincoli presenti.
Gli strumenti presi in considerazione per l’individuazione dei vincoli sono le leggi nazionali e
regionali in materia di tutela dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, in particolare il PUTT/P e
il PAI Piano di assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Puglia; inoltre per l’individuazione
delle aree sensibili dal punto di vista naturalistico si è fatto riferimento ai proposti Siti di importanza
comunitaria individuati dal progetto Natura 2000 della Comunità Europea e ai parchi e riserve
naturali presenti sul territorio regionale. Si sono inoltre presi in analisi, come già più volte indicato, i
“Primi Adempimenti per l’attuazione dei PUTT/P Art. 5.05 N.T.A.” (PA PUTT/P).
3.7.1
Patrimonio faunistico e aree protette
I principali riferimenti normativi sono:
- la legge n. 394 del 6 dicembre 1991 “Legge quadro sulle aree protette”;
- il D.P.R. n. 357 dell’8 settembre 1997 “Regolamento recante attuazione della direttiva
92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché
della flora e della fauna selvatiche”;
- il D.M. 3 aprile 2000 “Elenco dei siti di importanza comunitaria e delle zone di
protezione speciali”, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, e
successivi aggiornamenti;
- L.R. n. 19 del 24 luglio 1997 “Norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali
protette nella Regione Puglia”.
In particolare il D.M. 3 aprile 2000 è periodicamente aggiornato con deliberazione della
Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e
Bolzano. L’ultima deliberazione risale al 24/07/2003 e costituisce la “Approvazione del 5°
aggiornamento dell’Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette”, pubblicato nel Supplemento
ordinario n. 144 alla Gazzetta Ufficiale n. 205 del 04/09/2003. L’Elenco raccoglie tutte le aree
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naturali protette, marine e terrestri, che rispondono ad alcuni criteri ed è periodicamente aggiornato
a cura del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.
La legge regionale 24/07/1997 n. 19 ha individuato trentadue aree di particolare interesse
naturalistico destinate a divenire aree naturali protette della Regione Puglia.
Di queste, sette ricadono nel territorio della provincia di Lecce:
Cl - Paludi e Bosco di Rauccio - Sorgenti Idume
C2 - Laghi Alimini
C3 - Isola di Sant'Andrea - Litorale di Punta Pizzo
C4 - Bosco di Tricase
C5 - Costa Otranto - S. Maria di Leuca;
C6 - Palude del Capitano;
C7 - Palude del Conte e duna costiera.
Né dall’Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette, né ai sensi della L.R. n.19/1997
risultano aree protette, o destinate a divenirlo, che interessino direttamente il territorio di Campi
Salentina e quelle indicate sono tutte ad una distanza superiore ai trenta chilometri.
Con la Direttiva 92/43/CEE si è istituito il progetto Natura 2000 che l’Unione Europea sta
portando avanti per “contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione di
habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati
membri” al quale si applica il trattato U.E.. La rete ecologica Natura 2000 è la rete europea di aree
contenenti habitat naturali e seminaturali, habitat di specie, specie di particolare valore biologico e
a rischio di estinzione. La Direttiva Comunitaria 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli
habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (cosiddetta “Direttiva Habitat”),
disciplina le procedure per la costituzione di tale rete.
Entro il 2004, l’Italia, come gli altri Stati membri, dovrà designare le Zone Speciali di
Conservazione (ZSC) che costituiranno la Rete Natura 2000, individuandole tra i proposti Siti
d’Importanza Comunitaria (pSIC) la cui importanza sia stata riconosciuta e dalla Commissione e
dagli stessi Stati membri mediante l’inserimento in un elenco definitivo. Fanno già parte della rete
ecologica Natura 2000 le Zone di Protezione Speciale (ZPS), designate dagli Stati membri ai sensi
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della Direttiva Comunitaria 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici
(cosiddetta “Direttiva Uccelli”).
In attesa della designazione delle ZSC, gli Stati membri (e quindi in Italia anche le Regioni)
hanno l’obbligo di “mantenere in un soddisfacente grado di conservazione” gli habitat e le specie
presenti in tutti i pSIC. A tal fine, pur non essendoci specifiche norme di salvaguardia, la Direttiva
prevede che “piani, programmi e progetti”, non connessi e necessari alla tutela del sito ma che
incidono sulla tutela di habitat e specie del pSIC, siano sottoposti a specifica valutazione di tale
incidenza. In Italia la procedura di valutazione di incidenza è sancita dall’articolo 5 del D.P.R. n.
357/97, recentemente integrato e modificato dal D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120. L’obbligo degli
Stati membri a non vanificare il lavoro per il raggiungimento degli obiettivi della Direttiva è stato
sancito più volte dalle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
In Puglia sono stati censiti dal 1995, con il programma scientifico Bioitaly, 77 proposti Siti
d’importanza Comunitaria e sono state designate, al dicembre 1998, 16 Zone di Protezione
Speciale.
Riguardo al territorio di Campi Salentina, i SIC individuati in provincia di Lecce sono tutti
sulla costa e quindi molto esterni al perimetro comunale. Anche l’unica zona ZPS della provincia
(Le Cesine codice identificativo IT9150014 riferimento legislativo D.M. n.168 del 21/07/2005)
trovasi sulla costa come mostrato dalla figura n. 11
Fig. 11 Zona ZPS “Le Cesine”.
3.7.2
PUTT/P e patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico
63
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I principali riferimenti, a livello nazionale e regionale, sono:
- il D. Lgs. N. 490 del 29 ottobre 1999 “Testo unico delle disposizioni legislative in
materia di beni culturali e ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge 8 ottobre, n.
352”;
- il D. Lgs. 42/2004 recante il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio;
- il Piano Urbanistico Territoriale Tematico: il paesaggio ed i beni ambientali della
regione puglia PUTT/PBA, in adempimento di quanto disposto dall’art. 149 del Lgs.vo
n. 490 del 29.10.99 e dalla legge regionale 31 maggio 1980 n. 56, approvato dalla
Regione Puglia con deliberazione n. 1748 del 15.12.2000 e pubblicato sul B.U.R.
Puglia n. 6 del 11.01.2001.
Inoltre si è fatto riferimento a livello Comunale, come indicato nella premessa del corrente
capitolo, ai “Primi Adempimenti per l’attuazione dei PUTT/P Art. 5.05 N.T.A.” (PA PUTT/P).
Il Piano urbanistico Territoriale Tematico “Paesaggio” (PUTT/P), disciplina i processi di
trasformazione fisica e l’uso del territorio allo scopo di tutelarne l’identità storica e culturale,
renderli compatibili con la qualità del paesaggio, delle sue componenti strutturanti, con il suo uso
sociale, promuovendo la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse territoriali.
Il campo di applicazione del PUTT sono le categorie dei beni paesistici di cui al titolo II del
D. Lgs.vo n. 490 29.10.99, al comma 5 dell’art. 82 del D.P.R. n. 616 del 24.07.77 (così come
integrato dalla legge n. 431/85) con le ulteriori articolazioni e specificazioni (relazionate alle
caratteristiche del territorio regionale) individuate nel PUTT stesso. Esso sotto l’aspetto normativo
si configura come un piano urbanistico territoriale con specifiche considerazioni dei valori paesistici
ed ambientali, interessa l’intero territorio Regionale e le norme in esso presenti ne regolano
l’attuazione e la disciplina.
Per l’individuazione delle peculiarità paesaggistiche e dei vincoli gravanti sull’area oggetto
dello studio si è tenuto conto degli elaborati C.1 e C.3 del piano, rappresentanti rispettivamente gli
ATE, ambiti territoriali estesi, e gli ATD, ambiti territoriali distinti.
Il Piano prevede e perimetra gli ATE, con riferimento al livello dei valori paesaggistici,
indicando per ognuno di essi specifici indirizzi di tutela e di valorizzazione paesistica e storico
culturale (ved. Tab. 5).
Negli ambiti territoriali distinti si fa riferimento agli elementi strutturanti il territorio che si
articolano nei sottosistemi
• assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
64
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• copertura botanico vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
• stratificazione storica dell’organizzazione.
Tab.5
ATE: tipologia, descrizione ed indirizzi di tutela così come previsti dal PUTT/P.
Il PUTT, per quanto riguarda il territorio di Campi Salentina, identifica gli aspetti di interesse
e ne disciplina il regime delle tutele.
Il PRIE prende in esame tutti gli aspetti richiesti dal PUTT, aspetti che vengono di seguito
riassunti.
3.7.2.1.
Il sistema dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico
Le carte tematiche del PUTT (Serie N. 2 “Decreti Galasso”, Serie N. 3 “Vincoli
idrogeologici”, Serie N. 4bis “Catasto Delle Grotte” , Serie N. 6 “Idrologia superficiale”, Serie N. 10
“Geomorfologia”) individuano le emergenze da salvaguardare e valorizzare.
Nel Comune di Campi Salentina, non risultano essere zone soggette a Decreti Galasso
così come si evince dal Elaborato N. 20 Tav. 5.4, né aree con vincoli idrogeologici.
Nell’ Elaborato N. 22 Tav. 5.6 bis (riproducente, gli atlanti della documentazione
cartografica Serie N. 6 “Idrologia superficiale” del PUTT/P ed quanto riportato nei PA PUTT/P)
sono evidenziati i corsi d’acqua – canali e canali circondariali che costituiscono l’idrologia
superficiale del Comune di Campi Salentina. Negli elenchi delle acque dell’idrologia superficiale
del PUTT/P sono presenti nella Tipologia B (acqua non pubblica ma presente sulla cartografia): il
“Canale della Lacrima” al n° prog. 1040, “Acqua c/o loc. Baldassarre” al n° prog. 1048, “Acqua c/o
Campi Sal.” al n° prog. 1056 ed “Acqua c/o loc. Tornatola” al n° prog. 1091. Una individuazione
planimetrica dettagliata dei corsi d’acqua – canali, situati nel territorio comunale, si evince, invece,
65
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dagli elaborati grafici dei PA PUTT/P . Si riporta di seguito un elenco dei corsi d’acqua-canali, così
come censiti nei PA PUTT/P (Tab. 6)
ELENCO ACQUE
Comune di Campi Salentina
N.
PROG.
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
NOME
Marangio
Occhineri
Li Presti
Ronzicelli
Cuglia
Il Foggione
Solemi
Canale della Lacrima
Lo Zoppo
La Macchia
M. del Franco
Tornatola
Romani
Ciccio Prete
Pitanti
FOGLI
CATASTALI
TIPO
1-3
11 – 12 - 13
14
1 – 6 -7
5
13 – 14 – 15 - 21
19 – 20
9 - 12-17
38
19-23
47
45-48-49
37 – 43
47 – 49 - 46
38
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
B
Tab.6 Elenco corsi d’acqua - canali individuati nei PA PUTT/P Campi Salentina.
Nell’Elaborato N.21 Tav. 5.5 “Ambiti territoriali distinti PUTT/P grotte e doline”, si segnalano
le grotte/voragini ricadenti nel territorio di Campi Salentina. Anche per queste elementi topografici,
dicasi quanto in precedenza detto per i corsi d’acqua/canali presenti nel territorio comunale.
Il PUTT/P individua dieci delle sedici vore/grotte presenti nel territorio, riportante in elenco
nella seguente tabella.
66
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Tab.7 Elenco delle Grotte e Voragini Comune di Campi Salentina
Nell’individuazione dell’area buffer di protezione delle vore si è considerata l’individuazione
planimetrica delle stesse riportata dei PA PUTT/P e rilevata in sito (ved. Elaborato N. 32 Tav. 8.2
“Putt/p – Del. C.C. N. 19 del 23/04/2007 grotte e voragini” e l’Elaborato N. 36 Tav. 9.2
“Individuazione delle aree in eleggibili ai sensi della delib. C.C. N. 19 del 23/04/2007”).
Inoltre il territorio comunale è interessato dalla presenza di cave estrattive, ubicate ad E e
NE del centro abitato, in contrada “Li Falchi”. Di queste, due risultano essere ancora attive ed
utilizzate per l’estrazione dei materiali lapidei e confenzionamento conglomerari cementiti e
bituminosi (cava di calcare sita in loc. “Mass. Stabili”, Prov.le Campi Sal.-Squinzano km 2), una
esaurita e di proprietà comunale (ad oggi conferita alla società mista “Servizi Pubblici Ambientali
S.p.A.”), viene utilizzata come discarica di inerti. Questa zona del territorio comunale, ricadente in
ATE tipo “D” e destinata ad attività estrattive, è censita nel P.R.A.E. (Piano Regionale delle Attività
Estrattive della regione Puglia approvato con Del. G.R. n. 580 del 15.05.2007, in applicazione alla
L.R. n. 37/85 e s.m.i.) quale Bacino BC (Bacino di estrazione con presenza di cave in attività
“Bacino di Completamento”) n. 142. Dalla figura seguente, riproducente la TAV. 1.37 Foglio 496
“Carta dei Bacini Estrattivi su base IGM/50” Serie 1-IGM del PRAE, si evince la perimetrazione del
bacino estrattivo ubicato nel territorio comunale.
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Fig. 12 TAV. 1.37 Foglio 496 “Carta dei Bacini Estrattivi su base IGM/50” Serie 1-IGM del PRAE.
3.7.2.2.
Il sistema della copertura vegetazionale, colturale e della potenzialità
faunistica. Boschi e macchie
La cartografia di Piano (Serie N. 4 “Boschi – Macchia – Biotopi – Parchi”, Serie N. 9 “Vincoli
faunistici” ) ha indicato la presenza di due zone vincolate dal punto di vista faunistico:
1) un “Oasi di protezione” (Denominazione: “Il Feudo” , Codice: 59, Estensione e Data
di Costituzione: 675 ha – D.P.G.R. n. 791 del 26-04-1983),
2) ed una zona classificata a “Gestione sociale” ( decaduta con Legge Nazionale n.
157/92).
Le oasi di protezione (ved. Fig. 13 e Tab.8 ), così come riportato nel “1° Rapporto sullo
Stato dell’Ambiente “di Agenda 21 Locale Terra d’Arneo “sono destinate alla sosta, al rifugio, alla
riproduzione naturale della fauna selvatica attraverso la difesa e il ripristino degli habitat per le
specie selvatiche dei mammiferi e uccelli di cui esistano o siano esistiti in tempi storici popolazioni
in stato di naturale libertà nel territorio regionale. Le oasi di protezione in particolare assicurano la
sopravvivenza delle specie faunistiche in diminuzione o particolarmente meritevoli di
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conservazione e consentono la sosta e la produzione della fauna selvatica, con particolare
riferimento alla fauna migratoria lungo le principali rotte di migrazione. Nelle oasi di protezione è
vietata ogni forma di esercizio venatorio e ogni altro atto che rechi grave turbamento alla fauna
selvatica. Le oasi sono possibilmente delimitate da confini naturali e sono segnalate con tabelle
recanti la scritta nera su fondo bianco "Oasi di protezione - Divieto di caccia", con onere a carico di
ciascuna Provincia. Le oasi di protezione hanno durata decennale, salvo revoca.
La costituzione delle oasi di protezione è deliberata dalla Regione, in attuazione del piano
faunistico - venatorio regionale. Con le stesse modalità l'istituzione di oasi può essere revocata
qualora non sussistano, per modificazioni oggettive, le condizioni idonee al conseguimento delle
finalità specificate”.
Fig. 13 Le aree faunistiche nella Terra d’Arneo (Fonte: 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente “di Agenda 21)
69
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Tab.8 Oasi di protezione nella Terra d’Arneo (Fonte: 1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente “di Agenda 21)
In riferimento a boschi e macchie, la cartografia dei PUTT/P non individua nel territorio
comunale la presenza di tali elementi faunistici. Di fatto, in agro di Campi Salentina, località
Madonna dell’Alto, è ubicato un piccolo bosco. L’area da esso coperta, considerata ineleggibile, è
individuata nell’Elaborato N. 36 Tav. 9.2 bis.
3.7.2.3.
Il sistema della stratificazione storica dell’organizzazione
Il P.U.T.T. individua negli elenchi allegati alle N.T.A., gli immobili e le aree caratterizzate da
particolare interesse ai fini della tutela e della valorizzazione. Tali individuazioni derivano dai vincoli
ex Lege 1497, dai vincoli e segnalazioni architettoniche e archeologiche.
In riferimento ai vincoli ex Lege 1497 si rileva l’esistenza, in agro del Comune di Campi
Salentina, di un area dichiarata “zona di notevole interesse pubblico” con decreto del Ministero per
i Beni Culturali e Ambientali in data 23/12/1997 ai sensi della Legge 22 giugno 1939, n. 1497, ed in
applicazione dell’art. 82 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 (G.U. –
S.G. anno 139°- Numero 52 del 04/03/1998).
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Quest’area denominata “Serre di Sant’Elia”, compresa fra le strade provinciali CampiSquinzano, Campi-Cellino S.Marco e Cellino S. Marco-Trepuzzi è stata considerata ineleggibile ed
indentificata nell’ Elaborato N. 36 Tav. 9.2 bis.
In riferimento a quest’ area si fa presente che di qui a breve,
il Comune di Campi
Salentina, insieme ai Comuni di Squinzano e Trepuzzi, intende proporre alla Regione Puglia
l’istituzione lungo il “costone” delle Serre di Sant’Elia di un’area naturale protetta, ai sensi della
Legge Regionale n. 253/99. L’obbiettivo è quello di istituire, in un area che si estende dalla
Madonna dell’Alto (Campi Salentina) sino al margine sud-ovest del costone collinare (contrada
Manzo-L’Aparo in territorio di Trepuzzi) comprendendo a nord tutta l’area di Bagnara (Squinzano),
un un’oasi verde che funga anche da itinerario turistico e culturale nel paesaggio agrario del Nord
Salento. Il primo passo nel segno della tutela e della valorizzazione di quest’area si è avuto con
l’acquisto al patrimonio pubblico, da parte dei tre Comuni, dell’ex convento dei Frati Cappuccini di
Sant’ Elia e la relativa area di pertinenza, compreso il bosco secolare che circonda l’edificio sul lato
orientale, oltre alla sottoscrizione il 06/09/2002 di una convenzione per la gestione associata
dell’area delle Serre e per la promozione d’iniziative e progetti finalizzati al recupero e al riuso
pubblico della stessa.
Nella seguente figura si riportata la perimetrazione di quest’area, come individuata nella
Tav. C allegata al D.M. del 23/12/1997.
71
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Fig. 14 Perimetrazione “Serre di Sant’Elia”, riproduzione TAV C “Quadro di unione dei fogli catastali zona
vincolo Fg.6/7/8/14/15/20/21/22/24” allegata al D.M. del 23/12/19997 di imposizione del vincolo.
Tra i “vincoli e segnalazioni ” individuate dal PUTT/P si hanno, come indicato nel Cap. 1
par. 1.1:
vincolo architettonico per la Chiesa Madonna Dell’Alto;
72
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
segnalazione architettonica per la masseria Timuerri;
segnalazione archeologica per il menhir Sperti e per il menhir Candido.
In merito all’elemento lapideo “menhir Sperti” si fa presente che, intorno agli anni cinquanta,
è stato rimosso dal suo originario sito e posto all’interno del centro abitato di Campi Salentina
(giardino antistante l’edificio “Istituto Mamma Bella”).
Come, sopra indicato (ved. Cap. 2), numerose sono le segnalazioni architettonichearcheologiche non evidenziate dal PUTT/P ma censite dal “1° Rapporto sullo Stato Dell’Ambiente “
Agenda 21 Locale Terra d’Arneo ed rilevate nei PA PUTT/P.
Nella tabella seguente si riporta un elenco dei vincoli e delle segnalazioni archeologiche ed
architettoniche così come censite nei PA PUTT/P, riportando per ogni bene una breve descrizione
ed una foto.
ELENCO VINCOLI E SEGNALAZIONI ARCHEOLOGICHE E ARCHITETTONICHE
N.
PROG.
01
TIPO
BENE
V.+ M.
DENOMINAZION
E
LOCALITA’
Morgana
TIPOLOGIA
Segn.
Archit.
02
c.
Montecoco 1
Segn.
Archit.
03
c.
Montecoco 2
Segn.
Archit.
03.a
c.
Montecoco 3
Segn.
Archit.
DESCRIZIONE
FOTO
Complesso
architettonico
molto
articolato, costituito da due fabbricati,
uno legato alla produzione e lavorazione
agropastorale, risalente al XVII – XVIII
sec.; l’altro a piano terra e primo piano
comprende la residenza. Nonostante la
tipologia edilizia molto diffusa nella zona,
risulta molto interessante l’aspetto
architettonico del complesso.
Fabbricato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla produzione
agricola, di impostazione settecentesca
con successive integrazioni ottocentesche.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili. Ubicato in ottima
posizione di altura in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
N.D.
N.D.
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla produzione
agricola, di impostazione settecentesca
con successive integrazioni ottocentesche.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili. Ubicato in ottima
posizione di altura in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
73
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
04
M.
Pezzuti
Segn.
Archit.
05
Ch. - r.
Madonna
dell’Alto
Vinc.
Archit.
06
V.
Madonna
dell’Alto
Segn.
Archit
07
c.
Donna
Concetta
Segn.
Archit
08
c.
Giovannella
1
Segn.
Archit
Complesso
produttivo
di
vaste
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed in particolare al pascolo, parte
destinato
alla
residenza.
Molto
interessante e ben conservata la tipologia
edilizia, anche se rispecchia le tipologie
tipiche della zona per questa destinazione.
Risale molto probabilmente alla seconda
metà ‘700. Ubicata in una area di
notevole
interesse
paesaggistico
sottoposta a vincolo.
Complesso rurale costituito da Chiesa
romanica risalente al XIII sec. e da vani
di pertinenza attigui all’edificio sacro.
L’edificio è sottoposto a vincolo
architettonico. Ubicata tra i centri di
Campi Salentina, Squinzano, Cellino S.
Marco, su un area di altitudine di m. 58
s.l.m., sulla dorsale del territorio
denominato Serre di S.Elia, quest’ultima
area dichiarata di notevole interesse
paesaggistico con D.M. BB.CC.AA. del
23.12.1997.
Edificio risalente alla seconda metà del
1800, destinato a residenza estiva rurale,
realizzato secondo un gusto classico,
presenta uno sviluppo planimetrico e
volumetrico al di fuori dei canoni e delle
tipologie locali coeve, risulta molto
evidente il riferimento alle architetture
delle ville Palladiane. Ubicata in ottima
posizione di altura in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze a destinazione legate alla
lavorazione e produzione agricola, di
impostazione
settecentesca
con
successive integrazioni ottocentesche.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili. Ubicato in ottima
posizione di altura in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
Fabbricati destinati a residenze di
campagna, risalenti ai primi anni del
1900, fa parte di un borgo abitato da
famiglie di contadini, attivo sino agli anni
50’, il nucleo rurale era dotato di scuola e
chiesa.
74
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09
10
11
12
13
14
c.
c.
c.
c.
E.
V.+ M.
Giovannella
2
Giovannella
3
Giovannella
4
Malaschi
S. Oronzo
Magi
Segn.
Archit
Segn.
Archit
Segn.
Archit
Segn.
Archit
Segn.
Archit
Segn.
Archit
Fabbricati destinati a residenze di
campagna, risalenti ai primi anni del
1900, fa parte di un borgo abitato da
famiglie di contadini, attivo sino agli anni
50’, il nucleo rurale era dotato di scuola e
chiesa.
Fabbricati destinati a residenze di
campagna, risalenti ai primi anni del
1900, fa parte di un borgo abitato da
famiglie di contadini, attivo sino agli anni
50’, il nucleo rurale era dotato di scuola e
chiesa.
Fabbricati destinati a residenze di
campagna, risalenti ai primi anni del
1900, fa parte di un borgo abitato da
famiglie di contadini, attivo sino agli anni
50’, il nucleo rurale era dotato di scuola e
chiesa.
Fabbricato di notevole importanza
architettonica e paesaggistica, è costituito
da un piano terra destinato alla
produzione e conservazione dei prodotti
agricoli e da un primo piano destinato a
residenza. Molto interessante ed originale
la tipologia edilizia, unica nella zona.
Risale molto probabilmente alla metà del
‘700. Ubicato in posizione gradevole;
negli anni ’90, nella struttura muraria del
fabbricato, è stata rinvenuta una lapide
Messapica.
Edicola votiva dedicata al S. Oronzo
protettore di Campi Salentina. Risalente
probabilmente al XVIII sec., elemento
molto importante nella toponomastica
rurale. Molto interessanti il carattere
architettonico, perfetta nell’integrazione
paesaggistica.
Fabbricato nato, come nucleo principale
destinato a alla lavorazione e produzione
agricola risalente al XVIII sec. ampliato
successivamente con residenza di
campagna estiva, risalente probabilmente
ai primi anni del 1900.
75
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15
c.
Ospedale
Segn.
Archit
15.a
Pz.
Pozzo
Ospedale
Segn.
Archit
16
M.- r.
Arco
Segn.
Archit
17
M.
Carritelli
Segn.
Archit
18
c.
San Giovanni
Segn.
Archit
Nucleo costituito da fabbricati contigui,
destinati a residenze di campagna,
risalenti probabilmente, al XVIII sec.,
rispecchia una tipologia edilizia tipica
molto diffusa nella zona.
Realizzato con blocchi monolitici in
pietra locale, in discrete condizioni di
conservazione. Serviva le abitazioni rurali
della zona.
Complesso
produttivo
di
vaste
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed in particolare al pascolo, parte
destinato
alla
residenza.
Molto
interessante la tipologia edilizia, anche se
rispecchia le tipologie tipiche della zona
per questa destinazione. Risale molto
probabilmente alla fine del ‘600.
Complesso
produttivo
di
vaste
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed in particolare al pascolo, parte
destinato
alla
residenza.
Molto
interessante e ben conservata la tipologia
edilizia, anche se rispecchia le tipologie
edilizie tipiche della zona per questa
destinazione. Risale molto probabilmente
alla seconda metà ‘700.
Il fabbricato, attualmente visibile,
presenta delle caratteristiche tipologiche
e architettoniche poco comprensibili, non
rientra negli schemi tipologici della zona.
Il complesso, anche se la sua ultima
destinazione
lo vede legato alla
produzione
agricola,
nella
sua
configurazione originale, nasce con
destinazione molto diversa. Il nucleo
molto antico è probabilmente parte di un
edificio religioso di monaci Basiliani,
ricade in una zona a forte connotazione
simbolica, storica e culturale. Le origini
del complesso originario dovrebbero
risalire probabilmente al X° – XI°.
76
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
19
20
21
22
23
24
M. + c.
c.
c.
c.
c.
c.
Antoglietta
Segn.
Archit
Giovannelli
Segn.
Archit
Padula
Ronzina
Occhineri
Perrone
Segn.
Archit
Segn.
Archit
Complesso
produttivo
di
vaste
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed in particolare al pascolo, parte
destinato
alla
residenza.
Molto
interessante la tipologia edilizia, anche se
rispecchia le tipologie edilizie tipiche
della zona per questa destinazione. Risale
molto probabilmente alla prima metà del
‘800. Successivamente a subito ulteriori
ampliamenti.
Fabbricato costituito da residenza, rurale,
di impostazione ottocentesca con
successive integrazioni. Rispecchia le
tipologie edilizie del luogo per
destinazioni simili.
Caseggiato costituito da residenza rurale,
e pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza rurale,
e pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie del luogo per
destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca
con
successive
integrazioni.Rispecchia
le
tipologie
edilizie del luogo per destinazioni simili.
77
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
25
26
c.
c.
Antoglietta/1
Maddalo
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza rurale,
e pertinenze legate al ricovero di attrezzi
per
la
produzione
agricola,
di
impostazione ottocentesca con successive
integrazioni. Rispecchia le tipologie del
luogo per destinazioni simili. Ubicato in
posizione gradevole.
Segn.
Archit
Caseggiato, costituito da ambienti
destinati alla lavorazione e conservazione
di prodotti agricoli, ed in parte alla
residenza, di impostazione settecentesca
con successive integrazioni ottocentesche.
Rispecchia le tipologie del luogo per
destinazioni simili. Ubicato in ottima
posizione di altura in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
27
Tr.
Patera
Segn.
Archit
28
V.
Chimienti
Segn.
Archit
29
c.
Spasa 1
Segn.
Archit
Complesso produttivo di discrete
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed in particolare alla lavorazione
dell’olio, parte destinato alla residenza.
Molto interessante la tipologia edilizia,
anche se rispecchia le tipologie edilizie
tipiche della zona per questa destinazione.
Risale molto probabilmente alla prima
metà del ‘700. Ubicato in posizione
gradevole ricade in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
Villa destinata alla residenza rurale
stagionale,
con
pertinenze,
di
impostazione ottocentesca con successive
integrazioni, molto bello l’aspetto
architettonica
e
l’integrazione
paesaggistica. Rispecchia le tipologie del
luogo per destinazioni simili. Ubicato in
ottima posizione di altura in area
sottoposta a vincolo paesaggistico.
N.D.
Complesso produttivo di discrete
dimensioni, legato alla produzione ed al
ricovero
di
prodotti
derivanti
d’agricoltura,
parte destinato alla
residenza. Molto interessante la tipologia
edilizia, anche se rispecchia le tipologie
tipiche della zona per questa destinazione.
Risale molto probabilmente ai primi dell’
800. Ubicato in posizione gradevole
ricade in area sottoposta a vincolo
paesaggistico.
78
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
30
c.
Spasa 2
Segn.
Archit
31
M.
Chimienti
Segn.
Archit
31.a
32
33
Pz.
c.
c.
Pozzo
Chimienti
Scancanisa/1
Scancanisa/2
Segn.
Archit
Complesso produttivo di discrete
dimensioni, legato alla produzione
agricola, parte destinato alla residenza.
Molto interessante la tipologia edilizia,
anche se rispecchia le tipologie edilizie
tipiche della zona per questa destinazione.
Risale molto probabilmente alla prima
metà dell’800. Ubicato in posizione
gradevole ricade in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
Complesso rurale di discrete dimensioni,
legato alla lavorazione agricola, parte
destinato
alla
residenza.
Molto
interessante la tipologia edilizia, anche se
rispecchia le tipologie edilizie tipiche
della zona per questa destinazione. Risale
molto probabilmente alla prima metà del
‘700. Ubicato in posizione di altura
ricade in area sottoposta a vincolo
paesaggistico.
Realizzato in blocchi di pietra locale, è
una struttura architettonica, ben visibile
nel contesto, con vasche di raccolta e
caditoie. Risale probabilmente alla metà
del ‘700.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili. Ubicato in buona
posizione, ai piedi delle Serre di S. Elia,
in area sottoposta a
vincolo
paesaggistico.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca
con
successive
integrazioni.Rispecchia
le
tipologie
edilizie del luogo per destinazioni simili.
Ubicato in buona posizione, ai piedi delle
Serre di S. Elia, in area sottoposta a
vincolo paesaggistico.
79
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
33.a
33.b
c.
c.
Scancanisa/3
Scancanisa/4
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza rurale,
e pertinenze legate alla
produzione
agricola, di impostazione ottocentesca
con successive integrazioni. Rispecchia le
tipologie edilizie del luogo per
destinazioni simili. Ubicato in buona
posizione, ai piedi delle Serre di S. Elia,
in area sottoposta a
vincolo
paesaggistico.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla
produzione
agricola, di impostazione ottocentesca
con successive integrazioni. Rispecchia le
tipologie edilizie del luogo per
destinazioni simili. Ubicato in buona
posizione, ai piedi delle Serre di S. Elia,
in area sottoposta a
vincolo
paesaggistico.
34
M.
Timuerra
Vinc.
Archit.
35
m.
Candido
Vinc.
Archeol.
36
V.
Miglietta
Segn.
Archit
Masseria fortificata, complesso produttivo
di grandi
dimensioni, legato alla
produzione agricola ed al pascolo, parte
destinato alla residenza. Di grande
importanza la tipologia edilizia, unica nel
nostro territorio comunale, anche se
rispecchia le tipologie edilizie tipiche
delle masserie fortificate del Salento.
Risale molto probabilmente alla prima
metà del ‘700. Ubicato in posizione
gradevole ricade in area sottoposta a
vincolo paesaggistico ed essa stessa è
sottoposta a vincolo architettonico.
Elemento lapideo, ubicato a nord del
centro abitato, a circa km. 1 dal centro
abitato, sulla strada comunale per S.
Pietro Vernotico, in prossimità della
masseria omonima. Di altezza ml. 2,30
ca. La pietra fittile insiste su area
sottoposta a vincolo paesaggistico.
Villa destinata alla residenza rurale
stagionale, con pertinenze legate alla
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni,
molto bella l’impostazione architettonica
e l’integrazione paesaggistica. Rispecchia
le tipologie edilizie del luogo per
destinazioni simili.
80
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
37
c.
La Specchia
Segn.
Archit
38
M.
Bellisario
Segn.
Archit
39
c.
Cupa
Segn.
Archit
40
M.
Polita
Segn.
Archit
41
M.
Sirsi Grande
Segn.
Archit
42
M.
Sirsi piccola
Segn.
Archit
Fabbricato destinata alla residenza rurale
stagionale, con pertinenze legate alla
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni,
gradevole l’impostazione architettonica e
l’integrazione paesaggistica. Rispecchia
le tipologie edilizie del luogo per
destinazioni simili.
Complesso produttivo di notevoli
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed al pascolo, parte destinato alla
residenza. Molto interessante la tipologia
edilizia, anche se rispecchia le tipologie
edilizie tipiche della zona per questa
destinazione. Risale molto probabilmente
alla prima metà del ‘700. Ubicato in
posizione gradevole.
Fabbricato costituito da residenza rurale,
con pertinenze legate alla produzione e
lavorazione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni,
buona
l’integrazione
paesaggistica.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Complesso produttivo di discrete
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed al pascolo, parte destinato alla
residenza. La tipologia edilizia è tipica
della zona per questa destinazione, è
integra e ben visibile. Risale molto
probabilmente alla metà del ‘700. Ubicato
in posizione gradevole.
Complesso produttivo di notevoli
dimensioni, legato al pascolo, parte
destinato
alla
residenza.
Molto
interessante la tipologia edilizia, anche se
rispecchia le tipologie edilizie tipiche
della zona per questa destinazione. Risale
molto
probabilmente,
nel
nucleo
principale, alla seconda metà del ‘700.
Ubicato in posizione gradevole.
Fabbricato di piccole dimensioni per la
sua tipologia, legato al pascolo, parte
destinato alla residenza. La tipologia,
rispecchia le tipologie edilizie tipiche
della zona per questa destinazione. Risale
molto probabilmente alla fine del ‘800.
Ubicato in posizione gradevole.
81
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
43
M.
Bellaromana
Segn.
Archit
44
M.
Occhio di
Chiara
Segn.
Archit
45
M. - r.
Caperrone
Segn.
Archit
46
c.
Calabrese
Segn.
Archit
47
M.
La Macchia
Segn.
Archit
Complesso produttivo di notevoli
dimensioni, legato alla produzione
agropastorale, parte destinato alla
residenza. Molto interessante la tipologia
edilizia, integra e ben visibile, anche se
rispecchia le tipologie tipiche della zona
per questa destinazione. Risale molto
probabilmente alla prima metà del ‘700.
Ubicato in posizione gradevole.
Complesso produttivo di notevoli
dimensioni, legato alla produzione
agricola ed al pascolo, parte destinato alla
residenza. Molto interessante la tipologia
edilizia, tuttora ben conservata, rispecchia
le tipologie edilizie tipiche della zona per
questa destinazione. Risale molto
probabilmente alla prima metà del ‘700.
Ubicato in posizione gradevole.
Complesso produttivo di notevoli
dimensioni, legato alla produzione agropastorale, parte destinato alla residenza.
Molto interessante la tipologia edilizia,
attualmente allo stato di rudere, rispecchia
le tipologie edilizie tipiche della zona per
questa destinazione. Risale molto
probabilmente alla prima metà del ‘700.
Ha subito ampliamenti e rifacimenti sul
finire dell’800.
Fabbricato costituito da residenza rurale
stagionale, al piano primo, con pertinenze
legate alla lavorazione e produzione
agricola, al piano terra, realizzata nella
seconda
metà
dell’ottocento,
con
successive integrazioni, molto bella
l’impostazione
architettonica
e
l’integrazione paesaggistica. Originale la
tipologie edilizia, rispetto a destinazioni
simili.
Complesso produttivo di notevoli
dimensioni, legato all’allevamento e
pascolo, parte destinato alla residenza.
Risale molto probabilmente, nel nucleo
principale, alla prima metà del ‘800.. Ha
subito notevoli ampliamenti e modifiche
negli anni ’50, che hanno modificato
l’aspetto
architettonico
originale.
Struttura abitata e funzionante.
82
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
48
Ch.
Madonna del
Bosco
Vinc.
Archit.
49
Tc.
Strada
Messapico/R
omana
Segn.
Archit
50
c.
I Solemi
Segn.
Archit
51
M.
Santa Croce
Segn.
Archit
52
Ch.- r.
Madonna del
Franco
Segn.
Archit
Edificio religioso, ubicato a ovest, del
centro abitato risale probabilmente al
XVI° sec. La chiesa ad una navata con
attigua sacrestia, è dotata di altare
arricchito da un paliotto di marmi
policromi, sacra immagine affrescata.
Nel corso del tempo ha mutato la sua
onomastica prima intitolata alla Madonna
di Costantinopoli sino al 1667 e
successivamente Madonna del Bosco dal
sito che un tempo accoglieva la chiesa
omonima.
I resti del tracciato della strada, sono
visibili, in prossimità della Masseria Sirsi
Grande, ad una distanza di km. 2,5 ca. dal
centro abitato. Le testimonianze sono
costituite da tratti di antiche carraie
scavate nella roccia e da fossato laterale
per la raccolta delle acque. Dalle
dimensioni e numero di carraie dovrebbe
trattarsi probabilmente della strada
“Sallentina” di epoca Messapica.
Fabbricato costituito da residenza rurale,
con pertinenze legate alla produzione
agricola, di impostazione ottocentesca
con successive integrazioni. Rispecchia le
tipologie edilizie del luogo per
destinazioni simili.
Complesso produttivo di notevoli
dimensioni,
legato
all’agricoltura,
allevamento e pascolo, parte destinato alla
residenza. Ha subito notevoli ampliamenti
e modifiche, negli anni ’70, che hanno
modificato
l’aspetto
architettonico
originale. Risale molto probabilmente, nel
nucleo principale, alla seconda metà del
‘700. Struttura abitata.
In origine edificio religioso, ora
sconsacrato, ubicato a sud, del centro
abitato risale probabilmente al XVII°XVIII° sec. La chiesa costituita da unico
ambiente, con locali attigui, è ancora
dotata di altare. Nel corso del tempo ha
mutato la sua destinazione religiosa
assumendo la destinazione di ricovero di
masserizie e prodotti agricoli. Era
intitolata alla Madonna del Franco?, di
cui resta il toponimo.
83
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
53
54
55
56
57
58
59
c.
c.
c.
c.
c.
c.
c.
Ciccio Prete
Ciccio
prete/2
Misia
Binghiaturo
Pagliara
Lombardi
Mercanti
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
84
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
60
61
62
c.
V.
V.
Arco Rosso
Santa Croce
1
Villa Romani
Segn.
Archit
Caseggiato costituito da residenza, e
pertinenze legate alla lavorazione e
produzione agricola, di impostazione
ottocentesca con successive integrazioni.
Rispecchia le tipologie edilizie del luogo
per destinazioni simili.
Segn.
Archit
Edificio risalente alla prima metà del
1900, destinato a residenza estiva rurale,
realizzato secondo un gusto del periodo,
presenta uno sviluppo planimetrico e
volumetrico molto schematico, rispecchia
le tipologie edilizie del tempo per la sua
destinazione. Ubicata in buona posizione.
Segn.
Archit
Edificio risalente alla prima metà del
1900, destinato a residenza estiva rurale,
realizzato secondo un gusto ispirato al
neogotico. Attualmente è in stato di
abbandono,
buona
la
posizione
paesaggistica.
63
Va
Muro in
Pietrame
S.Lorenzo
Segn.
Archit
64
c.
S. Lorenzo
Segn.
Archit
Il muro realizzato in pietra calcarea
informe di altezza ml. 2,00 – 2,20,
delimita l’area di pertinenza della vecchia
chiesetta di San. Lorenzo, quest’ultima
demolita negli anni 50-60. La chiesa è
stata successivamente ricostruita. Il muro
coevo della vecchia chiesa risale
presumibilmente al sec. XVII.
Fabbricato rurale destinato a alla
residenza e produzione agricola risalente
al XVII sec. ampliato successivamente
con residenza di campagna estiva,
risalente probabilmente ai primi anni del
1800.
N.D.
N.D.
LEGENDA BENI CULTURALI
c.
= casino, caselle, casole, casale, casalino, casa, posta, riparo, casone, stazionamento
ch.
= chiesa, cattedrale, cripta, basilica, chiostro
cp.
= cappella
ch. r.
= Chiesa rupestre o rurale
m.
= menhir
M.
= Masseria, masseriola, trullo, fattoria, iazzo, taverna, fortino
Pz.
= Pozzo
r.
= resti, residui, ruderi, rovine, cippo, colonna, pietre militari, stele
Tc.
= Tracciato
V.
= Villa, villino
VA.
= Molo, colombaia, cala, epitaffio, titolo, cinta muraria, mura, buca, tettoie, braccio, piazza, parco, complesso, fontana,
monte, bonifici, pedali, portale, giardino, rione, arco, acquedotto, zona, serra, vigna, podere, terme, sciale, porto, bifora, lavatoio,
miniera, punta, viadotto, scogli, fornace, stazioni, impianti produttivi, muraglie, murgia
Tab.9 Elenco vincoli e segnalazione architettoniche-archeologiche per il Comune di Campi Salentina (fonte
PA PUTT/P).
85
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
3.7.2.4.
Ambiti Territoriali Estesi
Il territorio del Comune non è interessato da ambiti territoriali estesi di valore eccezionale
“A” ma è contraddistinto da ambiti territoriali estesi di valore rilevante “B” attorno alla segnalazione
archeologica menhir Candido ed architettonica masseria Timuerra, interessando una porzione
delle Serre di “Sant’Elia”.
Gli ambiti territoriali estesi di valore distinguibile “C” identificano le seguenti aree comunali:
•
•
•
•
località Madonna dell’Alto;
località Serre di Sant’Elia;
in prossimità della segnalazione archeologica menhir Sperti;
in prossimità della strada vicinale Santa Croce.
Si ritiene opportuno precisare che all’interno della stratificazione storica si è constatato nel
caso della segnalazione archeologica e architettonica, menhir Sperti, la scomparsa di qualsiasi
elemento emergente di testimonianza tale da giustificare l’ATE definito C. A puro titolo di cronaca
si fa presente che l’elemento lapideo menhir Sperti, intorno agli anni cinquanta, è stato rimosso dal
suo originario sito e posto all’interno del centro abitato di Campi Salentina (Giardino antistante
l’edificio “Istituto Mamma Bella”).
Gli ATE hanno individuato come zone di valore relativo “D”, le seguenti aree:
• contrada “Li Falchi”;
• area compresa tra la strada statale 7 Ter e la strada provinciale Campi-Novoli ;
• area compresa tra la strada vicinale “Binghiaturo” e la strada vicinale “Li Fai”;
• lungo la linea ferroviaria in prossimità del casino “Candido”.
Per l’identificazione grafica degli ATE si rimanda all’ Elaborato N. 17 Tav. 5.1.
3.7.2.5.
Individuazione dei territori costruiti
Al fine di tale individuazione si riporta integralmente quanto esposto nella relazione, parte
integrante del progetto primi adempimenti per l’attuazione del P.U.T.T., relativi alle perimetrazioni
degli ATE, ATD e Territori Costruiti, predisposto dall’architetto Rizzo, approvato con Del C.C. n. 19
del 23/04/2007 e trasmesso all’Assessorato Regionale all’Urbanistica ai fini dell’«attestazione di
coerenza del P.U.T.T.»(ad oggi non ancora riconosciuta).
“3^ FASE: INDIVIDUAZIONE DEI TERRITORI COSTRUITI
86
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
…Il lavoro è stato effettuato sulla cartografia dello strumento urbanistico generale, riportata su base
aerofotogrammetria dell’anno ’97 e contenente l’individuazione degli stessi alle situazioni di fatto
documentate.
I territori Costruiti hanno interessato esclusivamente il Centro Urbano sono stati individuati
nella Tav. 1/bis in scala 1:5000. (Fig. 15 )
Fig. 15 Immagine riproducente la
Tav. 1/bis “Territori costruiti su base aerofotogrammetria”
I criteri e le modalità operative adottate vengono di seguito esplicitati:
Dagli ambiti estesi, sono state stralciate tutte le “Zone Omogenee A e B” di completamento,
secondo la classificazione operata dallo strumento urbanistico generale.
Relativamente ai comparti di espansione riguardanti le aree tipizzate dallo strumento
urbanistico generale vigente come “zone omogenee C”, sono stati esclusi dagli ambiti territoriali
estesi le aree ricomprese entro il perimetro di Piani che attualmente hanno già completato l’iter
procedurale di approvazione definitiva, per la maggior parte dei quali si è già in avanzata fase di
realizzazione….
Allo stesso modo è stata individuata ed esclusa dagli AMBITI TERRITORIALI ESTESI la
lottizzazione “Carlotta – proprietà Sicos s.r.l. tra via CELLINO S. M., via VECCCHIA S. PIETRO
V. e via SQUINZANO”, regolarmente presentata prima della data del 6 giugno 1990 (Art. 1.03
delle NTA).Rif. n.2 Tav. 1 bis. …
87
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
E’ stato stralciato, dalla perimetrazione degli Ambiti Territoriali Estesi, il territorio
disciplinato dal Piano Insediamenti Produttivi di via Lecce, attualmente operante, secondo le
indicazioni di cui all’art.1.03 delle N.T.A. del P.U.T.T./P.
Sempre ai fini della individuazione dei territori costruiti è stata perimetrata la zona
“Sognazzi” avendo le caratteristiche di cui al punto 1.03, comma 5, punto 5.3 delle N.T.A., in
quanto interclusa all’interno del perimetro definito dalla presenza di maglie edificate, gia delimitata
ai sensi della legge 47/85 e L.R. 26/85, 40/86, approvata con delibera di G.M. . 262 del 29.04.87. …
….PROGRAMMA DI FABBRICAZIONE
Essendo il Programma di Fabbricazione riportato su vecchia cartografia si è provveduto a
trasporre lo stesso su cartografia aggiornata (aerofotogrammetria anno 1997) in scala 1.5000
(Elaborato N.1). (Fig. 16)
Fig. 16 Immagine riproducente la
3.7.3
Tav. 1 “P.d.F. su base aerofotogrammetria” .
Il P.A.I. Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Puglia
Il Piano di Bacino della Puglia, approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino
con deliberazione n. 39 del 30 novembre 2005, è uno strumento di governo del territorio e di
difesa del suolo: strumento “dedicato”, per la prevenzione dai rischi di calamità naturale e per la
valorizzazione e il recupero di risorse naturali. È finalizzato a garantire il mantenimento ed il
ripristino di condizioni di equilibrio “naturali” e conseguentemente a definire le “condizioni di
88
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
sicurezza” per la collettività che sul Bacino insiste. Rappresenta uno strumento attraverso il quale
rendere controllabili gli effetti di trasformazione indotti sui cicli naturali da cause antropiche e
naturali e quindi rendere possibile l’individuazione di azioni e strumenti di prevenzione e
mitigazione degli effetti negativi.
Di fatto il Piano di Bacino definisce le condizioni ed i criteri per garantire la “sostenibilità”
territoriale in termini di disponibilità di risorse e di prevenzione dei rischi naturali. Esso definisce le
azioni necessarie al loro raggiungimento e al loro mantenimento sia in termini di interventi
strutturali – opere necessarie per il superamento delle criticità esistenti e per garantire efficacia al
sistema strutturale esistente – che di interventi non strutturali – “regole” d’uso del territorio
finalizzate al ripristino e mantenimento spazio/ temporale di condizioni di equilibrio.
Il PAI della Regione Puglia ha le seguenti finalità:
-
la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici, con
interventi idrogeologici, idraulici, idraulico-forestali, idraulico-agrari compatibili con i
criteri di recupero naturalistico;
-
la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa
degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi e gli altri fenomeni di
dissesto;
-
il riordino del vincolo idrogeologico;
-
la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d’acqua;
-
lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di piena e di pronto
intervento idraulico, nonché della gestione degli impianti.
Le finalità richiamate sono perseguite mediante:
-
la definizione del quadro del rischio idraulico ed idrogeologico in relazione ai fenomeni
di dissesto evidenziati;
-
l’adeguamento degli strumenti urbanistico-territoriali;
-
l’apposizione di vincoli, l’indicazione di prescrizioni, l’erogazione di incentivi e
l’individuazione delle destinazioni d’uso del suolo più idonee in relazione al diverso
grado di rischio;
-
l’individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché
alla tutela ed al recupero dei valori monumentali ed ambientali presenti;
-
l’individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che
determinino rischi idrogeologici, anche con finalità di ri-localizzazione;
89
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
-
la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle
infrastrutture con modalità di intervento che privilegino la conservazione ed il recupero
delle caratteristiche naturali del terreno;
-
la difesa e la regolazione dei corsi d’acqua, con specifica attenzione alla
valorizzazione della naturalità dei bacini idrografici;
-
il monitoraggio dello stato dei dissesti.
I criteri adottati riguardano l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio
idrogeologico, idraulico e da frana, delimitando così le aree ove esiste un rischio “molto elevato”
per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle principali infrastrutture con
conseguente inagibilità degli stessi, la interruzione di funzionalità delle attività socio-economiche e
danni al patrimonio ambientale. L’attività conoscitiva è quindi, mirata a delineare un quadro delle
situazioni sottoposte a rischio idrogeologico riconoscibili al momento. I siti a rischio idrogeologico
molto elevato così individuati, presenti sull’intero territorio regionale, sono stati successivamente
suddivisi in varie classi di priorità e, sulla base di tali indicazioni, sono stati individuati gli interventi
urgenti da finanziare.
Nel Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) sono individuate le aree dei territori comunali che
nei tempi trascorsi sono state oggetto di inondazioni e/o allagamenti; per il territorio di Campi
Salentina, il PAI con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 186 del 28/04/2006, individua e
perimetra quattro aree come si evince dagli Elaborati N°6 Tav. 3 bis, Elaborato N° 7 All. 1 Tav. 3
bis, Elaborato N° 8 All. 2 Tav. 3 bis ed Elaborati N°40 Tav. 9.6. Tre di queste aree a rischio di
inondazione medio-alto sono localizzate a Nord-Ovest del centro abitato, mentre l’ultima, ad
elevato rischio, è localizzata a Sud-Ovest dello stesso. In queste zone, le aree caratterizzate da
alta pericolosità idraulica, sono localizzate in corrispondenza di alcuni tratti dei canali naturali ed
artificiali ubicati nel territorio comunale, che costituendone il reticolo idrografico, confluiscono in
strutture assorbenti naturali o arficiali (vore, inghiottitoi). Negli anni 2006 – 2007, alcuni di questi
canali, vore ed inghiottitoi sono stati oggetto di intervento di manutenzione straordinaria, ripristino,
sistemazione o realizzazione ex-novo al fine di ristabilire l’originario assetto idrogeologico locale e
perseguire le finalità del PAI. Per ulteriori approfondimenti sulla idrologia superficiali del Comune di
Campi Salentina si rimanda al capitolo 6. La seguente figura (Fig. 17) riporta la perimetrazione PAI
per l’abitato di Campi Salentina.
90
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Fig. 17 Inquadramento su ortofoto aree perimetrate dal PAI per il territorio di Campi Salentina.
4. RICOGNIZIONE DEL SISTEMA TERRITORIALE
4.1 Le Risorse Ambientali
Ai fini di una ricognizione delle risorse ambientali, verranno analizzate le varie componenti
costitutive dell’integrità fisica del territorio e che assicurano il rispetto della biodiversità,
evidenziando i rischi connessi alla realizzazione dei potenziali impianti eolici.
Sono state analizzate le seguenti componenti ambientali:
• Aria (atmosfera e clima)
• Acqua
• Suolo
• Ecosistemi di flora e fauna
91
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Nell’ambito della trattazione di ciascuna delle componenti ambientali appena elencate
saranno richiamati i criteri adottati dal PRIE per salvaguardare particolari aspetti e per minimizzare
gli impatti potenziali degli impianti eolici.
4.1.1
Aria, aspetti climatici, ventosità
A livello di atmosfera, l’area territoriale non è interessata da insediamenti antropici
significativi o da infrastrutture di carattere tecnologico che possano compromettere la qualità
dell’aria, essendo adibita quasi esclusivamente ad attività agricole.
Sebbene l’inesistenza sul territorio comunale di insediamenti industriali di rilievo, il Comune
di Campi Salentina, come tutta la zona del Nord e Nord-Ovest del Salento è ad elevato rischio
ambientale, per causa dei venti predominanti che soffiano da nord-est, ai nocivi effetti delle ceneri
e delle polveri provenienti dal polo chimico ed energetico di Brindisi e dal polo industriale di
Taranto.
Al fine di valutare la qualità dell’aria del territorio salentino, dal 2002 è operativa sul
territorio della Provincia di Lecce una rete di monitoraggio di proprietà dell’Amministrazione
Provinciale. La rete è costituita da tre stazioni per la misura degli inquinanti aerodispersi situate a
Campi Salentina (centralina, ubicata presso l’istituto commerciale ed operativa fino a dicembre
2005), Lecce e Maglie. Una configurazione che può essere considerata una “rete di attenzione e di
allarme” in base alla normativa vigente. Gli analizzatori principali sono NOx, O3, CO, SO2, PM10
(articolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm), polveri totali sospese (PTS),
Benzene, temperatura ed umidità.
Nella tabella 10, si riportano per i principali inquinanti, i livelli di attenzione1 e di allarme 2
fissati dal D.M. 25/11/94. Lo stesso decreto fissa per altri inquinanti quali la frazione respirabile
delle polveri sospese (cioè quella parte di polveri che per la sua dimensione entra nel sistema
respiratorio PM10), e due microinquinanti di origine organica (Benzene e Benzo(a)pirene), degli
obiettivi di qualità, riportati in tabella 11.
1
I livelli di attenzione sono definiti come le concentrazioni di inquinanti atmosferici che determinano lo stato di attenzione, cioè una
situazione di inquinamento atmosferico che, se persistente, determina il rischio di raggiungere lo stato d’allarme.
2
Lo stato di allarme è definito come uno stato suscettibile di determinare una condizione di rischio ambientale e sanitario. Gli stati di
attenzione o di allarme si raggiungono quando, al termine di un ciclo di monitoraggio, si rileva il superamento, per uno o più inquinanti,
del livello di attenzione o di allarme. Quando questi livelli vengono raggiunti scatta una serie di provvedimenti finalizzata alla difesa della
popolazione da eventuali esposizioni a rischio.
92
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Tab.10 Livelli di attenzione e di allarme previsti dal D.M. 25/11/1994.
Tab.11 Obbiettivi di qualità previsti dal D.M. 25/11/1994.
Tab.12 Soglie per la concentrazione di ozono nell’aria prevista dal D.M. 16/05/96.
La centralina di monitoraggio del Comune di Campi Salentina è stata gestita per il periodo
dal 2002-2005 dall’Osservatorio Ambientale diretto dal professore Mario Calamia.
Dall’analisi dei dati delle stazioni per il monitoraggio della qualità dell’aria per l’anno 2005 si
rileva che:
93
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
• I picchi di ossidi di azoto si sono registrati nel trimestre ottobre-dicembre; l’andamento di
questi è strettamente legato a quello del traffico veicolare, infatti nello stesso periodo a
Lecce si registra un picco di CO intorno ai 7 mg/m3 (valori al di sotto del livello di
attenzione fissato a 15 mg/m3) come si evince dai seguenti grafici. Durante gli altri mesi
dell’anno i valori degli ossidi di azoto e del monossido di carbonio si mantengono su valori
medi di 60 µg/m3 e 2 mg/m3, rispettivamente, per tutte le tre stazioni di monitoraggio;
Fig. 18 Andamento degli NOx misurato a Lecce nel trimestre ottobre-dicembre 2005.
• Per quanto riguarda l’ozono
O3, i valori più elevati si sono osservati durante il periodo
estivo presso la stazione di monitoraggio del comune di Campi, come si evince dal
seguente grafico. Nel periodo autunnale la media dei valori misurati di ozono varia intorno
ai 60 µg/m3, per tutte e tre le stazioni.
94
Città di Campi Salentina
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Fig. 19 Andamento O3 misurato a Campi nel trimestre luglio - settembre 2005.
• I valori misurati di BTX più significativi si osservano a Lecce nell’ultimo trimestre dell’anno.
Infatti in questo periodo si registrano picchi intorno ai 50 µg/m3 , mentre nella stazione di
Campi si osservano in genere valori inferiori ai 20 µg/m3(Fig. 20).
Fig. 20 Andamento BTX misurato a Campi nel trimestre aprile – giugno 2005.
Per i valori del particolato atmosferico (PM10) nel Comune di Campi Salentina si riportano in
sintesi, i risultati della campagna di misure effettuata dal 30 luglio al 5 novembre 2007
dall’Osservatorio di Campi Salentina :
95
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
-
“Risultano esserci superamenti dei limiti di legge relativi al PM10 in giorni
caratterizzati da forte vento. L’analisi chimica evidenzia in tali campioni una
maggiore concentrazione di elementi crostali quali Fe e Mn, indice di sollevamento
di terra in atmosfera.
-
È stata effettuata un analisi chimica per la determinazione dei metalli pesanti dalla
quasi si osserva non esserci alcun superamento di legge dei metalli normati”.…
L’istallazione di aerogeneratori eolici, non avrà alcun impatto sulla qualità dell’aria, l’eolico
si configura infatti come una fonte di energia pulita, ad immissione zero.
Il clima, per il territorio di Campi Salentina, da un punto di vista molto generale, è quello
prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide, per effetto della morfologia
generalmente pianeggiante e della posizione geografica compresa tra il mare Adriatico e il mare
Ionio. Il mare assume infatti un ruolo fondamentale nella definizione del clima nel Salento,
fornendo una incisiva azione mitigatrice. Le temperature medie invernali si attestano attorno ai
9°C, mentre quelle estive attorno ai 25°C - 27°C. Solitamente durante la stagione primaverile o
autunnale non si riscontrano forti incrementi o decrementi di temperatura, cioè escursioni termiche
che possono danneggiare le colture, ma i valori evolvono in maniera abbastanza regolare tra
quella minima e quella massima. Le precipitazioni presentano valori elevati rispetto alla media
regionale, soprattutto durante la stagione autunnale, ma la piovosità, in tutta la penisola, è
relativamente scarsa ed non uniforme. I venti predominanti sono: la Tramontana (N-NW), lo
Scirocco (da SE), carico di umidità perché proveniente dal Bacino di Levante del Mediterraneo, ed
il Libeccio (da SW), più asciutto perché cede l'umidità ai rilievi della Sicilia e della Calabria prima di
giungere sulle coste occidentali del Salento. Nei grafici seguenti si riportano, per il Comune di
Campi Salentina, i valori dei principali campi meteorologici (temperatura, irraggiamento solare ed
umidità relativa) misurati dalla stazione di monitoraggio per la qualità dell’aria di Campi, nel
trimestre giugno-agosto 2003.
96
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Fig. 21 Andamento della T(°C), I(W/mq) ed U(%) misurate a Campi nel trimestre giugno-agosto 2003.
97
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Il vento è, logicamente il fattore meteo-climatico più importante per un parco eolico; le
analisi anemometriche costituiscono, infatti, una fase fondamentale nell’individuazione di un sito
per l’installazione di un parco eolico (ved. Cap. Analisi della Ventosità).
A partire dai dati a disposizione vengono sinteticamente riportate la distribuzione statistica
della velocità media del vento e l’analisi delle direzioni di provenienza del vento riferite al territorio
dell’aeroporto di Galatina distante circa km 20 da Campi Salentina.
Fig. 22 Direzioni di provenienza e distribuzione in frequenza della velocità dei venti (dati rilevati a 30 m).
La distribuzione in frequenza della velocità e l’analisi delle direzioni di provenienza dei venti
sono relative ai dati rilevati a 30 m. Si nota dall’analisi delle direzioni di provenienza del vento
(grafico a torta) che, in frequenza, il vento spira maggiormente dal settore nord/nord-ovest. Ciò non
significa che solamente a questo settore corrisponda il maggiore contenuto energetico del vento. I
dati evidenziano come anche il settore meridionale e occidentale siano molto produttivi anche se il
vento da questo settore spiri “meno frequentemente” che dal settore nord.
L’analisi di questi dati è di fondamentale importanza per la corretta progettazione
dell’impianto eolico in quanto questi dati influiscono direttamente su parametri quali, ad esempio, la
disposizione degli aerogeneratori sul terreno, la mutua distanza da tenere tra le macchine per
98
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
evitare interferenze e perdita di produzione di energia o fenomeni di stress sulle componenti
meccaniche degli aerogeneratori causati dall’effetto “scia”.
Dai dati disponibili (ved. Cap. 6 “Analisi della Ventosità nel territorio di Campi Salentina”)
risulta che gran parte del territorio di Campi Salentina presenta aree interessanti sotto il profilo
della risorsa vento.
I moderni modelli di aerogeneratori hanno velocità di inserimento (velocità di cut-in) molto
più basse rispetto ai vecchi modelli il che comporta la possibilità di realizzare parchi eolici che
lavorino praticamente tutti i giorni dell’anno anche con velocità medie annue del vento di poco
inferiori ai 6 m/s.
Tuttavia, come è logico, ciò non è sufficiente per dire che su tutte le aree “ventose” è
possibile istallare impianti eolici di grande taglia e costituiti da più turbine. Allora si rende
necessario valutare altri aspetti che non siano solo relativi alla potenzialità energetica dei siti ma
che tengano conto delle loro caratteristiche paesaggistiche, naturalistiche e vincolistiche. In tali
aree, in stretto riferimento al sistema ambientale analizzato, gli impatti connessi alle installazioni
non saranno di segno negativo. In considerazione del fatto che un impianto eolico è assolutamente
privo di emissioni aeriformi, non sono previste interferenze con il comparto atmosfera che, anzi,
considerando una scala più ampia, non potrà che beneficiare delle mancate emissioni riconducibili
alla generazione di energia tramite questa fonte rinnovabile. A titolo di esempio un impianto eolico
da 100 MW (50 aerogeneratori da 2 MW di potenza nominale), stimando un funzionamento pari a
2000 ore/anno equivalenti e al netto di perdite, produce e immette in rete 200.000.000 di
KWh/anno di energia elettrica. Una tale quantità di energia, prodotta con un processo pulito, andrà
a sostituire un’equivalente quantità di energia altrimenti prodotta attraverso centrali elettriche
tradizionali, con conseguente emissione in atmosfera di sensibili quantità di inquinanti. In
particolare, facendo riferimento al parco impianti Enel ed alle emissioni specifiche nette medie
associate alla produzione termoelettrica nell’anno 2000, pari a 702 g/kWh di CO2, a 2.5 g/kWh di
SO2, a 0.9 g/kWh di NO2, ed a 0.1 g/kWh di polveri, le mancate emissioni ammontano, su base
annua, a:
140.400 t di anidride carbonica, il più diffuso gas ad effetto serra; 20 t di polveri, sostanze coinvolte
nella comparsa di sintomatologie allergiche nella popolazione; 500 t di anidride solforosa;180 t di
ossidi di azoto, composti direttamente coinvolti nella formazione delle piogge acide.
Risulta quindi evidente il contributo che l’energia eolica è in grado di offrire al contenimento
delle emissioni di gas serra in atmosfera, in particolare nella zona del Nord e Nord-Ovest del
Salento, che così come evidenziato dallo studio dell’Istituto I.S.I.At.A. – CNR di Lecce è ad elevato
rischio ambientale, per causa dei venti predominanti che soffiano da nord-est, ai nocivi effetti delle
99
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
ceneri e delle polveri provenienti dal polo chimico ed energetico di Brindisi e dal polo industriale di
Taranto. Spesso, infatti, accade che le aree a maggiore rischio di ricaduta di inquinanti al suolo
non sono solo quelle intorno alle aree dove sono presenti le maggiori fonti emissive, ma anche
aree distanti centinaia di chilometri, per l’effetto dei processi di trasporto da parte del vento (Report
No.18/b – RI1/2000, CNR ISAC – sezione di Lecce).
4.1.2
Acqua
Le caratteristiche idrogeologiche di quest’area sono strettamente legate a quelle
geologiche-strutturali indicate nell’Elaborato n. 12 Tavola n. 4.4 bis “Elementi del sistema geomorfo-idrogeologico”. Di fatto le caratteristiche morfologiche e topografiche di superficie,
unitamente all’assetto strutturale del basamento carbonatico, hanno determinato, nell’area in
oggetto, la creazione di un ampio bacino endoreico che accoglie le acque pluviali incidenti su un
comprensorio molto vasto (ved. Fig. 23).Detto bacino, ha una superficie di circa 460 Kmq e si
estende con forma allungata nella direzione Nord-Ovest e Sud-Est per una lunghezza di circa 32
Km. L’orografia mostra l’assenza di rilievi di una qualche importanza e le quote sono comprese tra
i 90 m e i 25 m s.l.m. con pendenze quasi ovunque dolci fino alla zona più depressa. All’interno del
suddetto ampio bacino endoreico, è stato individuato un sottobacino disposto ad anfiteatro intorno
alla zona più depressa, di superficie pari a circa 143 kmq, che investe la parte a Nord-Ovest e a
Sud-Est, dell’abitato di Campi Salentina, e rappresenta proprio l’area più depressa dell’intero
bacino.
100
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Fig. 23 Limite del Bacino Endoreico.
4.1.2.1.
Idrologia superficiale
L’idrologia superficiale, nell’ambito territoriale indagato, è appena accennata o, in talune
zone del tutto assente, esiste invece un notevole sviluppo di fenomeni carsici testimoniato dalla
presenza di una cospicua rete di condotte e cavità carsiche ipogee, cui fanno riscontro in
superficie numerose strutture doliformi, voragini ed inghiottitoi. Tali strutture, caratterizzate da
un’elevata capacità di assorbimento idrico, risultano per lo più concentrate in una fascia molto
ristretta orientata secondo la direzione NW-SE, caratterizzata dall’affioramento di calcari mesozoici
molto permeabili per fessurazione e carsismo. Contrariamente, nei settori NW e SW del territorio
amministrativo di Campi Salentina, la presenza nel sottosuolo di terreni limoso-argillosi
calambriani, praticamente impermeabili, ha determinato l’esistenza di una falda superficiale e la
formazione di un reticolo idrografico costituito prevalentemente da canali, naturali e/o arficiali, che
101
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
svolgono per lo più funzione di drenaggio e bonifica di aree soggette ad allagamenti ed a
prolungati fenomeni di ristagno (loc. “la padula”).
Come detto in premessa, a cura dell’assetto morfologico e topografico, il territorio di Campi
Salentina si configura come la zona più depressa presente nell’abitato di un vasto bacino
endoreico: ciò genera un reticolo idrografico costituito da una serie di rivoli naturali e artificiali
paralleli tra loro, che scendono rapidamente in direzione N-S per convogliare nei numerosi piccoli
inghiottitoi o vore, allo stato parzialmente interriti. Solo in presenza di precipitazioni di una certa
intensità, quando si supera la capacità di assorbimento di questi elementi topografici, le acque
ruscellano e sono convogliate in un compluvio, con direzione N-S. I frequenti allagamenti che
hanno colpito in passato ampi e numerosi settori del territorio di Campi Salentina sono stati
determinati essenzialmente alla scarsa efficienza dei canali di drenaggio (canali di deflusso
artificiali di andamento discontinuo e parzialmente ostruiti) ed all’intasamento delle strutture di
smaltimento sia naturali che artificiali. Nella seguente tabella si riportano informazioni generali sugli
eventi di piena che anno casato negli ultimi 50 anni allagamenti nel territorio di Campi Salentina
(dati ottenuti dall’archivio piene, del Sistema Informatico sulle Catastrofi idrogeologiche, Progetto
AVI).
Tab.13 Evento di allagamento Comune di Campi Salentina.
Negli anni 2005-2007, al fine di risolvere il problema relativo ai fenomeni di allagamento e
ristagno, sono stati avviati nel territorio comunale due programmi di sistemazione idraulica. Con i
102
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
due progetti, "Interventi di prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico del bacino costituito
dai Comuni di Campi Salentina,Salice Salentino, Veglie, Leveranno. Interventi nel Comune di
Campi Salentina zona Nord Ovest” ed "Prevenzione del rischio idraulico/ idrogeologico zona sudovest 1° e 2° stralcio funzionale", finanziati con fondi POR 2000-2006, si è voluto ristabilire,
almeno parzialmente, l’originale assetto idrogeologico locale, attraverso il ripristino del reticolo
idrografico (canali) e delle naturali strutture assorbenti (vore, inghiottitoi). La sistemazione
idraulica, esterna al centro abitato, ha interessato la località compresa tra via S. Donaci e Via
Cellino S. Marco per la zona Nord-Ovest del territorio, e la zona
compresa tra la Via Prov.
Novoli/Salice Salentino - Campi Salentina e la zona Mamma Bella per la zona Sud-Ovest.
Con i due interventi sono state eseguite opere di sistemazione, rifacimento e realizzazione
ex novo di canali di scolo delle acque pluviali, ubicati nelle zone anzidette, oltre alla sistemazione,
pulizia e messa in sicurezza di tutte le strutture di recapito finale (vore, inghiottitoi) degli stessi. Un
ultima zona a richiedere un intervento di sistemazione idraulica è quella del centro urbano,
quest’ultima priva di reticolo.
4.1.2.2.
Falda profonda e falda superficiale: vulnerabilità degli acquiferi
Lo “Studio Geologico-Tecnico e Carte tematichedel Territorio di Campi Salentina a corredo
del P.R.G.” redatto per il Comune di Campi Salentina dalla Dr. Geol. Lucia Anna Polito mette in
risalto nel capitolo Caratteristiche Idrogeologiche e Vulnerabilità degli Acquiferi quanto di seguito
riportato in sunto.
“Nell’area in esame esistono due differenti falde acquifere:
- una falda profonda, di imponenti dimensioni ed estensioni, circolante nelle
formazioni calcare del basamento mesozoico;
- una falda superficiale, di limitato spessore ed estensione areale, ospitata nei terreni
sabbiosi quaternari.
La falda acquifera profonda è presente con continuità in tutto il territorio salentino ed è
ospitata all’interno delle formazioni calcareo-dolomitiche del basamento mesozoico: tali formazioni
presentano infatti una elevato grado di permeabilità legato ad un esteso ed intenso stato di
fratturazione e ad un considerevole sviluppo di fenomeni carsici. Le acque dolci di falda sono
sostenute alla base dalle acque marine di invasione continentale: la differenza di densità esistente tra
i due tipi di acque determina un netto fenomeno di stratificazione salina. Lo spessore di acqua dolce
(h) può essere stimato mediante la legge di Ghyben-Herzberg, esprimibile nella forma:
103
Città di Campi Salentina
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h ≈ 30t
ove t è l’altezza della superficie piezometrica della falda rispetto al l.m..
L’area coincidente con il territorio di Campi Salentina è situata in corrispondenza della linea
spartiacque della falda profonda per cui le direttrici di deflusso hanno sostanzialmente un
andamento radiale divergente. I carichi idraulici sono, il questa zona, dell’ordine di circa 2,5 - 2,8
metri sul l.m.: in base alla legge di Ghyben-Herzberg lo spessore di acqua dolce corrispondente può
essere valutato in circa 80 metri. La falda profonda rappresenta, nel territorio di Campi Salentina
come del resto in tutto il Salento, una preziosa riserva idrica dalla quale si emerge per uso potabile,
industriale ed agricolo. In contrada Olmo, è infatti ubicato un pozzo E.A.A.P., e del resto quasi tutti
gli epifici industriali ed artigianali sono dotati di pozzi in esercizio. Numerosi sono anche i pozzi
profondi utilizzati nei fondi agricoli per uso irriguo. Dall’anali (effettuate nel 1996 a corredo dello
Studio “Geologico-Tecnico e Carte Tematiche del territorio di Campi Salentina a corredo del
P.R.G.”) su campioni di acqua prelevati dai pozzi ubicati in prossimità del centro abitato, le acque
di falda hanno dimostrato di possedere bassi contenuti salini (compresi tra 0,3 e 0,5 g/l) con valori
di pH oscillanti tra 6,1 e 6,6, oltre a buone percentuali di ossigeno disciolto (10÷11%).
La falda idrica superficiale circola a pelo libero all’interno dei terreni sabbiosi e sabbiosolimosi pleistocenici, sostenuta alla base da un substrato impermeabile costituito da livelli limoargillosi calambriani. L’estensione e la morfologia del substrato argilloso condizionano sia
l’andamento che lo spessore di tale falda; le falde acquifere superficiali presentano infatti frequenti
e notevoli oscillazioni del livello freatico, con relative variazioni di spessore e morfologia.
Nell’ambito del territorio indagato la falda superficiale è presente esclusivamente nei settori NW e
SW: tali zone sono infatti caratterizzate dalla presenza, nel sottosuolo dei livelli limoso-argillosi
calambriani. Il deflusso avviene, con cadenti piezometriche di 0,6 – 0,8 % in direzione della
struttura anticlinale di Campi Salentina. Rilievi freatici eseguiti nel 1995 all’interno dei pozzi
superficiali presenti nel territorio comunale hanno messo in evidenza l’esistenza di numerosi pozzi
anidri (su 124 pozzi analizzati 34 sono risultati anidri). Si tratta di vecchi pozzi scavati a mano: essi
risultano meno profondi di quelli di età più recente situati nelle immediate vicinanze e testimoniano
come il livello freatico della falda fosse un tempo decisamente più elevato di quello attuale.
Molteplici possono essere le cause di tale fenomeno ma, tra le principali vi è sicuramente la
perforazione di pozzi profondi non eseguiti con i giusti criteri, tali pozzi se privi di adeguato
rivestimento nel tratto che attraversa le sabbie, finiscono per drenare l’acquifero superficiale
104
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
direttamente nella falda profonda. Ciò a determinato un progressivo depauperamento della falda
superficiale, provocando una riduzione di spessore dell’acquifero e l’essiccamento di tutti i pozzi
meno profondi. Dall’analisi effettuate sui campioni prelevati dagli stessi pozzi, al fine di valutare
alcuni principali parametri chimico-fisici si è rilevato che in corrispondenza del settore SW le acque
della falda superficiale, sono risultate possedere un contenuto salino piuttosto costante e molto
basso (0,2÷0,3 g/l), con valori simili a quelli dell’acqua piovana in località San Lorenzo (<0,1 g/l). I
valori di pH oscillano tra 6,6 e 6,9, oltre a buone percentuali di ossigeno disciolto (10,8÷12,2%).
Nelle acque di falda del settore NW si riscontra invece, una maggiore variabilità nel contenuto
salino (0,2÷0,85%) e valori di ossigeno disciolto lievemente più bassi (8,5÷11,2%). Il pH risulta
compreso tra 6,5 e 7,2.
Le falde acquifere rappresentano, nel contesto salentino, delle risorse idriche di importanza
vitale e di enorme valore. In particolare la falda profonda, per il buon livello qualitativo che
mediamente caratterizza le sue acque, è una preziosa fonte di approvvigionamento idrico ad uso
potabile, irriguo ed industriale. Gran parte del fabbisogno idrico della provincia di Lecce è garantito
da pozzi dell’AQP che, attestanti alla falda profonda, riforniscono ampi settori di utenza della rete
acquedottistica: uno dei pozzi, come detto in precedenza, è situato sul territorio di Campi Sal. in loc.
“Olmo”. Numerosi sono infatti i fattori che espongono continuamente le falde idriche salentine a
gravi rischi di inquinamento e contaminazione. Tra i principali fattori, che provocano immissione
in falda di cariche inquinanti (di natura biologica e chimica) si annoverano:
•
attività di smaltimento abusivo e selvaggio di reflui fognari, acque di vegetazione,
residui di lavorazione industriale, ecc..;
•
proliferazione dei pozzi neri a dispersione;
•
proliferazione di zone a discarica abusiva;
•
uso eccessivo e scriteriato, in agricoltura, di sostanze anticrittogamiche, di pesticidi,
diserbanti e fertilizzanti.
Nell’Elaborato N.10 Tav. 4.2 “Carta delle vulnerabilità della falda” riproducente l’omonima tavola
allegata allo studio condotto dalla Dott.ssa Polito, si sono individuate nel territorio comunale le
zone più esposte a tali generi di rischi, considerando quale parametro da quantificare, il tempo di
transito dell’inquinante tra la superficie del suolo ed il tetto della falda acquifera (zona anidra). Si
individuano sei classi di vulnerabilità, quattro per la falda profonda e due per quella superficiale.
Per quanto riguarda la falda profonda, l’intera superficie circostante l’abitato presenta data l’assenza
105
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
nel sottosuolo di depositi limoso argillosi calambriani, un elevato grado di vulnerabilità sebbene si
possono distinguere tre zone caratterizzate da tempi di permanenza degli inquinanti in zona anidra
lievemente differenti. Le zone di affioramento dei calcari mesozoici,molto permeabili per
fessurazione e carsismo, sono quelle di gran lunga più vulnerabili (Classe V4) essendo
caratterizzate da tempi di permanenza bassissimi (tv < di 1 settimana). Le aree dove i calcari sono
coperti da depositi calcarenitici e sabbiosi, sono ugualmente molto vulnerabili, ma con tempi di
permanenza compresi tra 1 e 10 settimane (Classe V3). In seno alle aree di classe V4 e V3, si
individuano due fasce territoriali che, per il loro elevato grado di debolezza strutturale e per il loro
notevole sviluppo di fenomeni carsici, espongono la falda profonda ad un livello di rischio di
contaminazione elevatissimo. I settori NW e SW. Per quanto riguarda la falda superficiale,
premesso che già per la sua posizione essa risulta particolarmente esposta ai fenomeni di
inquinamento e contaminazione, si individuano due zone a diversa vulnerabilità. La zona situata
lungo il confine nord-orientale, caratterizzata dalla presenza di depositi sabbiosi post-calambriani,
può essere considerata a medi vulnerabilità (Classe V2), con tempi di permanenza superiori ad un
anno. Le rimanenti aree caratterizzate dalla presenza della falda superficiale sono invece ascrivibili
alla categoria V3, cioè ad elevata vulnerabilità con tempi di permanenza corti, dell’ordine di alcune
settimane (settori che in seconda fase di individuazione ai sensi dell’art. 14 comma 3 del R.R.
16/2006, potrebbero essere considerati in parte eleggibile all’insediamento di aerogeneratori eolici)
del territorio comunale, per la presenza nel sottosuolo di terreni limoso-argillosi calambriani,
praticamente impermeabili, garantiscono invece alla falda profonda un elevato grado di protezione,
essendo caratterizzati da tempi di permanenza superiori a 20 anni.”
Nelle zone potenzialmente idonee all’installazione degli aerogeneratori, applicando tutte le
prescrizioni di cui alle norme, si può ritenere che la realizzazione degli impianti e delle opere
associate non comporterà modificazioni significative alla morfologia dei siti e quindi è da ritenersi
trascurabile l’interferenza con il ruscellamento superficiale delle acque.
Qualora i terreni idonei all’installazione delle turbine eoliche, risultassero attraversati da
opere idrauliche (canali) si considererà per ques’ultimi in fase di approvazione del progetto una
ricognizione tale da evitare l’interazione con la struttura di fondazione delle turbine eoliche.
Parimenti, data la modesta profondità ed il modesto sviluppo delle opere di fondazione e
date le caratteristiche idrogeologiche delle formazioni del substrato, si ritiene che non ci sarà
un’interferenza particolare con la circolazione idrica sotterranea. La qualità delle acque non sarà
inoltre influenzata dalla presenza degli impianti in quanto la produzione di energia tramite
106
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
aerogeneratori si caratterizza anche per l’assenza di qualsiasi tipo di rilascio nei corpi idrici o nel
suolo. Secondo le norme del PRIE verrà predisposto comunque un sistema di regimentazione
delle acque meteoriche sull’area di cantiere che eviti il dilavamento della superficie delle aree del
cantiere stesso. Conseguentemente è da escludere qualunque tipo di interferenza con l’ambiente
idrico superficiale e sotterraneo.
4.1.3
Suolo
Il territorio amministrativo del Comune di Campi Salentina si estende, con una superficie di
circa 45,11 Km2, in un contesto su-pianeggiante, con avvallamenti che raggiungono la massima
depressione (-27 m s.l.m.) in prossimità della masseria Timuerra mentre la massima elevazione
(+57 m s.l.m.) si registra alla Serra di Sant’Elia.
Nei paragrafi seguenti si analizzano le principali caratteristiche geologiche, geomeccaniche
oltre alle potenzialità estrattive, caratterizzanti il territorio del comune di Campi Salentina.
4.1.3.1.
Analisi geologica e litologia generale del territorio
Lo studio geologico-tecnico redatto dalla dott.ssa Lucia Anna Polito nell’ambito dei lavori
per la definizione e l’approvazione del nuovo P.R.G. (ora PUG) evidenzia per il Comune di Campi
Salentina che “ sia la morfologia, che le caratteristiche della successione lito-stratigrafica presente
in quest’area sono fortemente legate all’assetto strutturale del basamento carbonatico mesozoico.
Quest’ultimo, costituito da uno spessore di oltre 6.00 metri di rocce sedimentarie carbonatiche a
composizione calcareo dolomitica, è presente con continuità in tutto il territorio pugliese del quale
rappresenta “l’ossatura” profonda. Il basamento mesozoico ha subito, negli ultimi 70 milioni di
anni, una serie di vicissitudini tettoniche che lo hanno in varia misura deformato e dislocato….Il
territorio comunale di Campi Sal. si colloca prevalentemente in corrispondenza della zona di
affioramento di un alto strutturale assimilabile ad una blanda piega anticlinale (Elaborato N. 09 Tav.
4.1 “Carta geologica generale” riproducente la Tav. 1 dello studio geologico-tecnico in questione).
La piega, che presenta un asse orientato in direzione NW-SE, immerge lateralmente con pendenze
inferiori a 10° ed è quasi sicuramente delimitata da faglie dirette la cui posizione è difficilmente
definibile essendo sepolte sotto coltri più o meno spesse di depositi quaternari. L’area
corrispondente al territorio di Campi Salentina è stata infatti interessata da almeno due ingressioni
marine, una di età plio-pleistocenica (Ciclo Calambriano), l’altra tardo-pleistocenica. La
successione dei due eventi è testimoniata, oltre che dall’esistenza dei relativi depositi calcarenitici,
107
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
limoso-argillosi e sabbiosi, anche dalla presenza di una scarpata corrispondente corrispondente ad
un’antica linea di costa. Tale elemento morfologico, che si allunga per alcuni km con direzione
NW-SE, si rinviene lungo tutta la fascia di confine nord.orientale del territorio amministrativo di
Campi Salentina …
…Da un punto di vista stratigrafico l’area in esame è essenzialmente caratterizzata dalla
presenza di litotipi calcarei mesozoici, riferibili alla formazione dei “Calcari di Melissano”, e di
depositi quaternari a composizione calcarenitica, limo-argillosa e sabbiosa. Questi ultimi terreni si
sono depositati, in trasgressione sui calcarei mesozoici, nelle zone ove il basamento carbonatico era
più ribassato. Tali depositi, come si è già detto, appartengono a due cicli trasgressivi, uno pliopleistocenico (Ciclo Calambriano) e l’altro tardo-pleistocenico”...
Nella tabella seguente, si riporta una classificazione e breve descrizione dei vari livelli
stratigrafici che caratterizzano la geomorfologia del territorio comunale, riportando in sunto quanto
in merito esposto, nello studio geologico-tecnico a corredo del P.R.G..
Classificazione
CALCARI DI MELISSANO
CALCARENITI
DETRITICHE
(Pliocene sup. – Pleistocene
inf.)
Descrizione
Inquadramento Stratigrafico
Questa
formazione,
cronologicamente riferibile al
Cretaceo sup., è costituita
prevalentemente da calcari
microcristallini, a grana molto
fine, di solito molto compatti e
tenaci, di colore biancastro o,
talvolta, grigio chiaro, con
intercalati
rari
orizzonti
dolomitizzati di aspetto subcristallino o saccaroide e di
colore nocciola. I calcari
mesozoici risultano interessati
da un esteso e diffuso sistema
di fatturazione nonché da
fenomeni carsici.
Si
tratta
di
calcareniti
detritico-organogene di colore
biancastro, a granulometria
medio-grossolana,
generalmente teneri, molto
porose (n≈40%) e con
intercalati frequenti livelli
fossiliferi.
Nella
parte
superiore esse si presentano
talvolta con colore rossastro
I “Calcari di Melissano” sono di
norma ben stratificati, con strati di
spessore variabile tra 10 e 60 cm. In
alcune zone vicino all’abitato di
Campi Sal. (loc. “Chino la Chiara”
e “La Cupa”), affiora un livello
laminato e sottilmente stratificato
(calcare a “Chiatterelle”), con strati
di pochi cm di spessore e facilmente
suddivisibili in lastre sottili. Altrove
i “Calcari di Melissano” si
rinvengono
a
profondità
estremamente variabile, coperti da
depositi calcarenitici, limo argillosi
e sabbiosi di età quaternaria.
Queste calcareniti (“Tufi”), si sono
depositate, nell’are in oggetto, in
trasgressione sui calcari mesozoici:
esse sono presenti in affioramento,
con uno spessore di alcuni metri, in
prossimità dell’abitato di Campi
Sal., ove hanno colmato una lieve
depressione presente nei “Calcari di
Melissano”. Altrove, dove il
substrato calcareo mesozoico risulta
108
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
ARGILLE E LIMI
ARGILLOSI
(Pleistocene inf.)
SABBIE LIMOSE
(Pleistocene inf.)
SABBIE CALCAREOQUARZOSE E
CALCARENITI TIPO
“CARPARO”
(Pleistocene medio-sup.)
dovuto ad un incipiente stato più ribassato, esse si rinvengono,
di alterazione.
rispetto al p.c., a profondità
estremamente variabili, essendo
coperte da coltri più o meno
cospicue di sedimenti limosoargillosi e sabbiosi.
Quest’unità è costituita in I
sedimenti
limoso-argillosi,
prevalenza da limi sabbiosi ed depositati nelle zone ove il substrato
argillosi giallo-grigiastri e da calcareo mesozoico
era più
argille limose, più o meno ribassato, non affiorano, nell’abitato
marnose, di colre grigio- del territorio comunale, perché
azzurro: nella parte inferiore coperti da depositi a composizione
prevale
la
componente prevalentemente sabbiosa. La loro
argillosa (≈ 40%), mentre presenza è tuttavia accertata nel
verso l’alto i sedimenti sottosuolo delle aree poste a NW e
divengono progressivamente e SW dell’abitato di Campi Sal.: in
prevalentemente
limoso- queste zone i terreni limo-argillosi
sabbiosi.
rinvengono a profondità oscillanti
tra 8 e 15 m dal p.c., con spessori di
rado superiori ai 10 m.
Si tratta prevalentemente di Depositati
a
prevalente
sabbie fini e sabbie limose, di composizione sabbioso-limosa si
colore
giallastro,
con rinvengono nei settori NW e SW
intercalati livelletti e noduli del territorio amministrativo del
calcarenitici ed orizzonti comune di Campi Sal.. Queste
limose
generalmente
limoso-argillosi. Lo spessore sabbie
varia da 5 a 15 m. La ricoprono i livelli limoso-argillosi,
composizione dei granuli nelle zone ove questi sono presenti,
sabbiosi e della frazione ma possono essere rinvenute anche
limosa è quasi esclusivamente direttamente sulle calcareniti pliocalcarea,
mentre
la pleistoceniche (loc. “Olmo” e “il
o su “Calcari di
composizione
granulare Feudo”)
quarzoso-felspatica
risulta Melissano”.
mediamente molto scarsa.
Queste sabbie di colore Queste sabbie si rinvengono in
bianco-giallastro, a grana corrispondenza della parte mediomedia, con inclusi livelli superiore della scarpata presente
concrezionati
e
noduli lungo la fascia di confine nordcalcarei, sormontate da un orientale
del
territorio
bancone
calcarenitico amministrativo del Comune di
giallastro, hanno uno sperrore Campi Salentina.
medio di circa 1,5 m. Sono
caratterizzati dalla presenza di
una elevata frazione di granuli
a composizione quarzosafelspatica (talora > del 20%).
Il
bancone
calcarenitico
sommitante è invece costituito
da calcareniti di colore gialloavana, a grana medio-fine,
109
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
fortemente cementate e tenaci,
con elevate percentuali di
cemento spartico (> 20%)
Tab.14 Classificazione e breve descrizione dei vari livelli stratigrafici che caratterizzano la geomorfologia del
territorio comunale di Campi Salentina.
4.1.3.2.
Caratteristiche e problematiche geotecniche
Da quanto in precedenza esposto, si evince, come nel territorio di Campi Salentina,
affiorano terreni dalla composizione e dalla litologia assai varia: le loro caratteristiche tecniche ed il
loro comportamento geomeccanico (ved. Elaborato N. 11 Tav. 4.3 “Carta ad orientamento
geotecnico” riproducente la Tav. 7 dello studio geologico-tecnico a corredo del P.R.G.) sono
fortemente variabili in conseguenza di tutta una serie di fattori. Nella figura seguente si riportano
per le varie formazioni litologiche presenti nell’agro del comune una sintesi delle principali
caratteristiche geologico-tecniche.
Fig. 24 Sintesi delle principali caratteristiche geologico-tecniche, delle formazioni litologiche presenti
nell’agro del comune di Campi Salentina.
Nell’esecuzione delle strutture fondazionali, nello specifico relative alle opere per
l’istallazione di torri eoliche, le problematiche che si possono presentare variano a seconda della
110
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
zona, del tipo di terreno affiorante, della successione stratigrafica e della presenza o meno della
falda superficiale. Molto spesso il comportamento geomeccanico dei terreni di fondazione è
regolato e condizionato, oltre che dalle caratteristiche intrinseche dei materiali, anche da numerosi
altri fattori, tra i quali si annoverano, a titolo di esempio: lo stato di fatturazione, il grado di
alterazione, i fenomeni carsici, i livelli sepolti di terra rossa, la presenza nel sottosuolo di orizzonti
marnosi o limo argillosi a bassa consistenza, ecc….La mancata individuazione preventiva di
questo tipo di situazioni porta generalmente ad errori nella progettazione delle strutture
fondazionali. Opportune indagini geognostiche ed prove geotecniche (in situ ed in laboratorio),
antecedenti la fase di progettazione vera e propria, offrono tuttavia la possibilità di conoscere
abbastanza in dettaglio, la successione e le caratteristiche dei terreni presenti nel sottosuolo,
consentendo la caratterizzazione geotecnica degli stessi, con l’acquisizione di dati che consentono
un migliore, più adeguato e più sicuro calcolo progettuale delle strutture di fondazione.
Le
zone
potenzialmente
idonee
all’installazione
degli
aerogeneratori,
ricadono
principalmente nei settori NW e SE del territorio comunale caratterizzati dalla presenza di
formazioni sabbiose e sabbie limose con caratteristiche geotecniche variabili e nel complesso
scadenti. Tuttavia per la loro posizione superficiale, questi terreni possono essere interessati da
operazioni di vario tipo come scavi di condotte e tubazioni, strutture di fondazione, tracciati e
rilevati stradali, ecc.
Allo scopo di evitare probabili inconvenienti è opportuno prima della realizzazione delle
strutture di fondazione delle torri eoliche, accertare con indagini geognostiche e geotecniche in situ
(riportartate in dettaglio in una relazione geotecnica a corredo dell’istanza di istallazione di
aerogeneratori eolici da presentarsi al Comune), lo spessore e le caratteristiche dei terreni
sabbiosi interessati dall’opera, con particolare attenzione alla presenza della falda freatica e di
interstrati limoso-argillosi a bassa consistenza.
Di seguito si riporta per la situazione stratigrafica di cui sopra, in riferimento alle
problematiche geologico-tecniche della stessa, quanto riportato nello studio geologico-tecnico a
corredo del P.R.G..
“ 9.4 – Sabbie su argille
Questo tipo di situazione stratigrafica si rinviene nei settori NW e SW del territorio
amministrativo di Campi Salentina. Tali zone sono abbastanza distanti dall’attuale centro
abitato e, difficilmente verranno interessati da futuri piani di sviluppo urbanistico: tuttavia
potrebbero essere scelte come sede di strutture extraurbane (pubbliche e private) a carattere
111
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rurale, industriale, residenziale o di pubblica utilità. Proprio per la possibilità che possano
essere utilizzate per la realizzazione di strutture di una certa rilevanza è necessario esporre
quelli che sono i potenziali inconvenienti legati a questo tipo di situazione stratigrafica. I
problemi in questione sono di notevole entità e legati sia alle cattive caratteristiche
geotecniche dei terreni che alla contemporanea presenza della falda acquifera
superficiale…..Le sabbie limose che i sottostanti limi argillosi sono terreni a bassa
resistenza, compressibili ed un oculato dimensionamento di eventuali strutture fondazionali,
rende necessaria già di per se la conoscenza, di volta in volta, delle caratteristiche e del
comportamento geotecnica di questi terreni.
La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza della falda superficiale che,
con le frequenti oscillazioni del suo livello freatico, sottopone i terreni sabbioso-limosi a
continue variazioni del contenuto d’acqua:…La presenza della falda acquifera comporta
inoltre notevoli problemi di stabilità delle pareti di scavo e rende necessario approntare
efficaci dispositivi di drenaggio per evitare l’allagamento.
Il concorrere di tutti questi fattori rende necessario conoscere:
a)
la stratigrafia di dettaglio dei terreni di fondazione per una profondità pari
ad almeno 1,5÷2 volte la lunghezza del lato minore della fondazione;
b)
le caratteristiche geotecniche dei terreni più direttamente interessati
dall’incremento di carico applicato alle strutture fondazionali;
c)
l’eventuale presenza e profondità della falda acquifera.
La tipologia di indagine più opportuna è sicuramente l’esecuzione di perforazioni di
sondaggio a carotaggio continuo: esse permettono di ricostruire dettagliatamente la
successione stratigrafica dei terreni, di verificare la profondità della falda, di eseguire prove
geotecniche in situ e di procedere al prelievo(mediante l’uso di appositi campionatori) di
campioni indisturbati di terreno da sottoporre a successive prove ed analisi di laboratorio.
Le prove geotecniche in situ possono permettere la valutazione dei vari parametri dei terreni
di fondazione: particolarmente utili possono risultare le prove penetrometriche (densità
relativa, angolo di attrito interno, ecc…), quelle scissometriche (coesione non drenata) e
quelle di carico su piastra (compressibilità, cedimenti)”…
112
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4.1.3.3.
L’attività
Potenzialità estrattive del territorio
estrattiva
nell’abitato
del
territorio
di
Campi
Salentina
ha
riguardato
essenzialmente le rocce calcaree mesozoiche. Il materiale estratto viene attualmente destinato alla
produzione di inerti. Le aree estrattive sono prevalentemente ubicate ad E e NE del centro abitato,
in contrada “li Falchi” e censite nel P.R.A.E. al n. 142 come Bacino BC (Bacino di estrazione con
presenza di cave in attività “Bacino di Completamento”).
La formazione dei calcari di Melissano, affiora nel territorio comunale con livelli quasi
esclusivamente calcarei e due facies differenti: una ben stratificata, con spessori di strato di circa
10-60 cm ed un’altra sottilmente stratificata (calcari a “chiatterelle”), facilmente suddivisibile in
lastre dello spessore di 2-3 cm. La prima facies affiora estesamente ad est dell’abitato di Campi
Salentina ed è, come in precedenza detto, tuttora oggetto di attività estrattive, contrada “li Falchi”.
Gli elevati valori di tenacità e resistenza caratteristici di questi calcari, li rendono infatti
particolarmente adatti ad essere impiegati nella produzione di pietrisco per massicciate stradali ed
inerti per conglomerati bituminosi e cementiti. Il livello sottilmente stratificato affiora invece nella
fascia situata subito ad W (loc. “Chino la Chiara”) e SE (loc. “la Cupa”) dell’abitato di Campi: i
calcari presenti in questa zona possiedono caratteristiche del tutto analoghe a quelli estratti nella
zona di Surbo. La facilità con cui possono essere sfaldati, rende possibile l’impiego di tali liotipi
nella produzione di lastre grezze, di varia pezzatura, per pavimenti e rivestimenti murali. Le
calcareniti dendritiche “Tufi”, affioranti nel territorio comunale in una stretta fascia, che passante
per il centro abitato, si estende poi in direzione NW-SE. Le calcareniti in oggetto si presentano in
quest’area in un diffuso stato di alterazione, rendendole di fatto inutilizzabili sotto ogni profilo. Le
sabbie limose presenti su vaste aree a NW e SW di Campi Sal., possiedono caratteristiche
geotecniche così scadenti da rendere praticamente impossibile qualsiasi tipo di utilizzazione. I
calcareniti tipo “Carparo”, materiale di notevole pregio,
affiora in un’area molto ristretta del
territorio comunale, situata lungo il confine amministrativo con il Comune di Squinzano. L’esiguità
dello spessore di tale livello (in media 1≈1,5 m) unita alla sua sfavorevole posizione, ne rendono
del tutto improbabili qualsiasi ipotesi di sfruttamento.
4.1.3.4.
Caratteri sismici
La mappa del rischio sismico sul territorio pugliese è contenuta nella delibera della Regione
Puglia n.153 del 2 marzo 2004 (modificata il 27 aprile), che consente l’applicazione in Puglia
dell’ordinanza n. 3274/03 del Presidente del Consiglio dei Ministri..
113
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Per ogni zona sono previste norme tecniche di costruzione la cui severità è proporzionale al
grado di rischio di ciascun area.
La mappa divide il territorio in quattro zone denominate
rispettivamente 1,2,3, e 4 in ordine decrescente di rischio.
Il territorio del Comune di Campi Salentina ricade in un distretto geografico che si può
ritenere tranquillo dal punto di vista sismico, infatti nella nuova mappatura, è stato classificato di
tipo 4.
4.1.3.5.
Uso del suolo
Gli aspetti di uso del suolo sono stati trattati nel seguenti paragrafi relativi alle risorse
paesaggistiche e alle attività produttive.
Poiché le attività connesse alla realizzazione di impianti eolici (vedi sintesi degli impatti
attesi richiamati in premessa) possono generare impatti sul suolo estremamente più significativi e
negativi della modifica percettiva dei luoghi, il presente PRIE non indica in forma generica delle
forme di mitigazione da osservare, ma ha provveduto a esplicitare nell’apparato normativo tutte le
direttive e prescrizioni a cui i progetti e le relative realizzazioni si dovranno attenere.
In particolare sono state esplicitate nelle norme tutte le precauzioni da osservare per non
compromettere la conduzione regolare del fondo agricolo, non alterare in maniera significativa la
morfologia dei siti interessati, non ostacolare il regolare deflusso delle acque meteoriche e per non
inquinare i suoli, ipotizzando anche precise modalità ripristino. Tali norme si aggiungono a tutte le
norme legislative vigenti e alle direttive degli enti competenti che regolamentano l’eolico in
generale e in particolare le singole attività legate alla realizzazione (linee guida, regolamenti, leggi
sull’inquinamento acustico, elettromagnetico, sulla sicurezza, sullo smaltimento di oli esausti etc.).
cantiere stesso. Conseguentemente è da escludere qualunque tipo di interferenza con
l’ambiente idrico superficiale e sotterraneo.
4.1.4
Ecosistemi di flora e fauna e biodiversità
Per la ricognizione degli ecosistemi di flora e fauna del sistema territoriale del comune di
Campi Salentina, si riporta lo studio del dott. Giacomo Marzano, incaricato in qualità di Biologo,
iscritto all'Albo dell'Ordine Nazionale con il numero 046795 ed esperto in fauna selvatica. In siffatto
studio, finalizzato alla valutazione d’incidenza ambientale per l’installazione di torri eoliche in
alcune zone del territorio comunale di Campi Salentina (LE), risultate potenzialmente eleggibili al
termine della prima fase di individuazione, si è esaminata l’area in base alle caratteristiche
114
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ambientali, alla localizzazione geografica, e alla presenza e distribuzione della fauna, valutata
l’importanza naturalistica del sito.
Di seguito si riporta più o meno integralmente, la relazione tecnica “Analisi flogistica,
vegetazionale e faunistica” redatta dal dott. Gacomo Marzano per l’elaborazione del P.R.I.E.
4.1.4.1.
Apetti metodologici
“Il sito è stato analizzato sotto il profilo floristico, vegetazionale e faunistico utilizzando
come base di riferimento dati bibliografici reperiti in letteratura, integrati con dati originali ottenuti
con ricognizioni in campo.
Lo studio ha puntato a definire le presenze floristiche nell’area e ad inquadrare le fitocenosi
riscontrate sotto il profilo fitosociologico per un inquadramento generale dell’area. A tal fine è stata
utilizzata la metodologia della Scuola Sigmatista di Montpelier. Viene considerata “un’area di
dettaglio”, su cui è previsto l’intervento e “un’area vasta” che si sviluppa attorno alla precedente.
La caratterizzazione condotta sull’area vasta ha lo scopo di inquadrare l’unità ecologica di
appartenenza dell’area di dettaglio e quindi la funzionalità che essa assume nell’ecologia della
fauna presente. Ciò per un inquadramento completo del sito sotto il profilo faunistico, soprattutto in
considerazione della motilità propria della maggior parte degli animali presenti.
L’unità ecologica è rappresentata dal mosaico di ambienti, in parte inclusi nell’area
interessata dal progetto ed in parte ad essa esterni, che nel loro insieme costituiscono lo spazio
vitale per gruppi tassonomici di animali presi in considerazione.
L’analisi faunistica prodotta ha mirato a determinare il ruolo che l’area in esame riveste
nella biologia dei Vertebrati terrestri. Maggiore attenzione è stata prestata alla classe sistematica
degli Uccelli in quanto annovera il più alto numero di specie, alcune “stazionarie” nell’area, altre
“migratrici”. Non di meno sono stati esaminati i Mammiferi, i Rettili e gli Anfibi.
Gli animali selvatici mostrano un legame con l’habitat che pur variando nelle stagioni
dell’anno resta comunque persistente. La biodiversità e la “vocazione faunistica” di un territorio
può essere considerata mediante lo studio di determinati gruppi tassonomici, impiegando
metodologie di indagine che prevedono l’analisi di tali legami di natura ecologica.
Le aree di maggiore importanza naturalistica, tanto quelle comprese “nell’area vasta”,
quanto quelle esterne limitrofe, sono oggetto di numerosi studi, alcuni dei quali in corso con
continuità da un decennio. Tra i progetti di studio nell’area ricordiamo:
115
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-
gli studi sull’avifauna migratrice e nidificante confluiti nella checklists dell’avifauna nidificante
nel Salento e nella checklists dell’avifauna del Salento (in stampa);
-
gli studi sui rettili e gli anfibi confluiti nella checklists dell’erpetofauna del Salento e
nell’Atlante erpetologico Nazionale;
-
gli studi sulla migrazione dell’avifauna nel Salento.
Tra i Vertebrati terrestri, la classe sistematica degli Uccelli è la più idonea ad essere
utilizzata per effettuare il monitoraggio ambientale, in virtù della loro diffusione, diversità e della
possibilità di individuazione su campo. Possono fungere da indicatori ambientali tanto singole
specie quanto comunità intere.
Successivamente i dati floristici, vegetazionali e faunistici sono stati esaminati criticamente
oltre che dal punto di vista del loro intrinseco valore fitogeografico, anche alla luce della loro
eventuale inclusione in direttive e convenzioni internazionali, comunitarie e nazionali, al fine di
evidenziarne il valore sotto il profilo conservazionistico. In particolare
si è fatto costante
riferimento alla Direttiva 92/43/CEE (nota anche come Direttiva Habitat) e relativi allegati inerenti
la flora, gli habitat e la fauna (Appendice A, B e C).
La direttiva 92/43 rappresenta un importante punto di riferimento riguardo agli obiettivi
della conservazione della natura in Europa. (RETE NATURA 2000). Infatti tale Direttiva ribadisce
esplicitamente il concetto fondamentale della necessità di salvaguardare la biodiversità attraverso
un approccio di tipo “ecosistemico”, in maniera da tutelare l’habitat nella sua interezza per poter
garantire al suo interno la conservazione delle singole componenti biotiche. Tale Direttiva indica
negli allegati sia le specie vegetali che gli habitat che devono essere oggetto di specifica
salvaguardia da parte della U.E. Il criterio di individuazione del tipo di habitat è principalmente di
tipo fitosociologico, mentre il valore conservazionistico è definito su base biogeografica (tutela di
tipi di vegetazione rari, esclusivi del territorio comunitario). Essi vengono suddivisi in due
categorie:
a) habitat prioritari, che in estensione occupano meno del 5% del territorio comunitario e che
risultano ad elevato rischio di alterazione, per loro fragilità intrinseca e per la collocazione
territoriale in aree soggette ad elevato rischio di alterazione antropica;
b) habitat di interesse comunitario, meno rari e a minor rischio dei precedenti, ma comunque
molto rappresentativi della regione biogeografica di appartenenza e la cui conservazione
risulta di elevata importanza per il mantenimento della biodiversità.
116
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Data l’elevata importanza rappresentata dagli habitat definiti prioritari, essi furono oggetto
di uno specifico censimento affidato dalla Comunità Europea al Servizio Conservazione della
Natura del Ministero dell’Ambiente e alla Società Botanica Italiana che è stato attuato nel triennio
1994-1997.
Per quanto riguarda lo studio della flora presente nell’area è stato utilizzato il criterio di
esaminare gli eventuali elementi floristici rilevanti sotto l’aspetto della conservazione in base alla
loro inclusione nella Direttiva 92/43, nella Lista Rossa Nazionale o Regionale, oppure ricercare
specie notevoli dal punto di vista fitogeografico (specie transadriatiche, transioniche, endemiche
ecc.).
Pertanto gli elementi (habitat e specie) che hanno particolare significato in uno studio di
incidenza ambientale e che sono stati espressamente ricercati sono compresi nelle seguenti
categorie:
•
HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE
Sono, come già accennato, quegli habitat significativi della realtà biogeografica del territorio
comunitario, che risultano fortemente a rischio sia per loro intrinseca fragilità e scarsa diffusione
che per il fatto di essere ubicati in aree fortemente a rischio per valorizzazione impropria.
•
HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE
Si tratta di quegli habitat che, pur fortemente rappresentativi della realtà biogeografica del
territorio comunitario, e quindi meritevoli comunque di tutela, risultano a minor rischio per loro
intrinseca natura e per il fatto di essere più ampiamente diffusi.
•
SPECIE VEGETALI DELL’ALLEGATO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE
Questo allegato contiene specie poco rappresentative della realtà ambientale dell’Italia
meridionale e risulta di scarso aiuto nell’individuazione di specie di valore conservazionistico. Solo
due specie pugliesi sono attualmente incluse nell’allegato: Marsilea quadrifolia e Stipa austroitalica.
•
SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE
Recentemente la Società Botanica Italiana e il WWF-Italia hanno pubblicato il “Libro Rosso
delle Piante d’Italia” (Conti, Manzi e Pedrotti, 1992). Tale testo rappresenta la più aggiornata e
autorevole “Lista Rossa Nazionale” delle specie a rischio di estinzione su scala nazionale.
•
SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA REGIONALE
117
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Questo testo rappresenta l’equivalente del precedente ma su scala regionale, riportando un
elenco di specie magari ampiamente diffuse nel resto della Penisola Italiana, ma rare e meritevoli di
tutela nell’ambito della Puglia. La lista pugliese è stata redatta da Marchiori e Medagli in Conti et
al., 1997.
•
SPECIE VEGETALI RARE O DI IMPORTANZA FITOGEOGRAFICA
L’importanza di queste specie viene stabilità dalla loro corologia in conformità a quanto
riportato nelle flore più aggiornate, valutando la loro rarità e il loro significato fitogeografico.
Per quanto riguarda lo studio della fauna si è fatto riferimento a:
•
DIRETTIVA 79/409/CEE
Tale Direttiva si prefigge la protezione, la gestione e la regolamentazione di tutte le specie di
uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico. In particolare, per quelle incluse nell’all. I della
stessa, sono previste misure speciali di conservazione degli habitat che ne garantiscano la
sopravvivenza e la riproduzione. Tali habitat sono definiti Zone di Protezione Speciale (ZPS).
•
DIRETTIVA 92/43/CEE
ha lo scopo di designare le Zone Speciali di Conservazione, ossia i siti in cui si trovano gli
habitat delle specie faunistiche di cui all’all. II della stessa e di costituire una rete ecologica
europea, detta Natura 2000, che includa anche le ZPS (già individuate e istituite ai sensi della Dir.
79/409/CEE).
•
LISTA ROSSA INTERNAZIONALE
Secondo le categorie IUCN-1994.
•
LISTA ROSSA NAZIONALE
Vertebrati –1998.
•
SPECs (Species of European Conservation Concern), revisione sullo stato di conservazione
delle specie selvatiche nidificanti in Europa.”
faunistica” redatta dal dott. Gacomo Marzano per l’elaborazione del P.R.I.E.
4.1.4.2.
Localizzazione e caratterizzazione dell’area
L’area del territorio comunale di Campi Salentina è caratterizzata da una nettissima
prevalenza di superfici agricole come riportato negli Elaborati N. 27 Tav. 6.1 ed Elaborato N. 28
Tav. 6.3 “Carta uso del suolo”.
118
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Le colture agricole del suddetto territorio sono rappresentate quasi esclusivamente da oliveti,
vigneti e seminativi che in alcuni casi si compenetrano coesistendo sulla stessa particella e nella
cartografia vengono riportate come colture complesse. Le tre tipologie sopra riportate formano un
complesso mosaico sul territorio, distribuendosi in maniera omogenea. Inoltre queste tre tipologie si
equivalgono in estensione. Solo i seminativi sono leggermente più diffusi. Mancano le aree incolte,
a testimonianza della intensa attività agricola nel territorio considerato.
I seminativi sono generalmente non irrigui (in asciutto) e in tal caso destinati alla produzione
di grano duro. Più limitate sono le colture orticole, presenti solo laddove è possibile l’irrigazione. In
una delle aree esaminate è presente una grossa cava di calcarenite.
Nell’ambito del territorio esaminato la vegetazione spontanea è pressoché scomparsa causa
il capillare utilizzo agricolo del territorio. Sono presenti soltanto due piccoli nuclei di vegetazione di
macchia mediterranea relitta sopravvissuta su superfici a substrato roccioso superficiale e pertanto
più difficilmente utilizzabile a scopi agricoli.
In generale si assiste ad una elevata parcellizzazione delle proprietà e, pertanto, scarse sono
le aziende agricole con ampia superficie di terreno. Ciò denota un prevalente conduzione di tipo
familiare delle piccole proprietà.
4.1.4.3.
Flora e vegetazione
a)
Aspetti fitoclimatici
Le caratteristiche della vegetazione spontanea di un dato territorio sono in diretta relazione
con il clima esistente.
Nell’impossibilità di conoscere le specifiche connessioni che legano la relazione climadistribuzione-crescita delle piante, è più attendibile, ai fini dell’interpretazione dei tipi di
vegetazione, riferirsi ai bilanci idrici sulla base dei fenomeni di perdita di acqua per evaporazione
dal livello del suolo e per traspirazione dalle piante.
Per evapotraspirazione potenziale (PE) si intende la perdita di acqua che avrebbe luogo
sotto forma di vapore da una superficie di suolo coperta da una bassa vegetazione e continuamente
sovvenzionata di acqua.
L’evapotraspirazione reale (AE) è la perdita di acqua, sotto forma di vapore, da una
superficie di suolo coperta da bassa vegetazione, sotto condizioni climatiche naturali.
119
Città di Campi Salentina
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L’evapotraspirazione reale nel Salento è dunque inferiore all’evapotraspirazione potenziale in
quanto la scarsità di piogge durante l’estate è insufficiente a soddisfare la crescita delle piante.
Se si considera che il clima può essere visto in termini di disponibilità idrica e calore, questo
può essere espresso dall’evapotraspirazione in quanto la quantità di calore utilizzata dagli
ecosistemi può essere calcolata in equivalente di acqua perduta dal suolo per evaporazione e dalle
piante per traspirazione. L’evapotraspirazione reale è altrettanto significativa anche se non permette
di correlare la perdita effettiva di acqua dal suolo al reale tasso di traspirazione ed al tipo di
apparato radicale delle specie presenti nell’area. L’evapotraspirazione reale può essere utilizzata
quale misura della produttività delle piante se si tiene conto che il tasso di traspirazione fogliare è
direttamente legato al tasso di fotosintesi netta e quindi può rappresentare uno dei metodi indiretti di
stima delle capacità produttive di una data regione. Per il calcolo dell’evapotraspirazione potenziale
ci si avvale del metodo di Thornthwaite (1948) perché stabilisce una correlazione tra la temperatura
media del mese e l’evapotraspirazione potenziale, fornendo valori esatti di quest’ultima sulla base
di poche misure degli elementi del clima.
I valori di evapotraspirazione potenziale secondo Thornthwaite rispondono ad un giusto
ordine di grandezza in quelle aree in cui si ha una grave e lunga “crisi idrica” in estate come accade
per il Salento e per le aree mediterranee in genere. Lo schema di Thornthwaite presuppone che
l’acqua del suolo sia più o meno disponibile al di sopra del punto di avvizzimento permanente e che
la quantità di acqua prelevata dalle piante sia proporzionale alla quantità presente al suolo.
La determinazione dell’evapotraspirazione in una regione soggetta a lunghi periodi di aridità
è importante perché ci consente di calcolare il bilancio idrico una volta nota l’evapotraspirazione
potenziale e le precipitazioni medie mensili per l’intero anno idrologico.
Il settore settentrionale del Tavoliere di Lecce compreso tra il limite della provincia di
Brindisi fino a sud di Lecce è caratterizzato da residui di boscaglie di leccio (Quercus ilex) che si
rinvengono in aree in cui i valori della PE sono compresi tra 820 mm e 860 mm e le precipitazioni
superiori a 600 mm annui. In questo contesto territoriale la ricarica delle riserve è precoce (tra
settembre e novembre) con un avvio dell’utilizzazione dell’acqua intorno all’ultima decade di
marzo.
Questo precoce e brusco innalzamento termico e l’attenuazione dei valori della PE in
giugno, luglio ed agosto sono forse i fattori del clima più significativi nella determinazione dei
caratteri salienti della vegetazione adriatica del Salento.
120
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Tali fattori determinano condizioni idonee all’instaurarsi della lecceta, in contrapposizione
ad altre aree salentine, come ad esempio a sud di Otranto, dove per contro l’utilizzo delle riserve ha
luogo in maggio ed i valori di PE dall’aprile al settembre sono sempre più elevati rispetto all’area
del Tavoliere di Lecce. Le fitocenosi riscontrabili nei dintorni di Otranto e fra Otranto e S. Maria di
Leuca sono rappresentate in gran parte da formazioni a quercia spinosa (Quercus calliprinos). Il
leccio, infatti, in questo contesto territoriale tende a rifugiarsi in stazioni con falda freatica
superficiale o in depressioni del terreno con substrato profondo.
La dipendenza del leccio dal sovvenzionamento idrico da parte del suolo sta ad indicare
l’esigenza di questa specie a disporre di acqua edafica nel periodo in cui è massima l’attività
vegetativa coincidente all’incirca con le prime due decadi di maggio, periodo in cui il tasso di
evapotraspirazione reale è molto elevato. La utilizzazione delle riserve, che di norma va da aprile a
maggio, è molto drastica nel territorio di Otranto rispetto a quello intorno a Lecce.
Quercus calliprinos sopporta molto bene brusche variazioni delle riserve idriche del suolo,
mente Quercus ilex ha bisogno di un più lungo sovvenzionamento idrico. Il leccio è specie che
richiede per l’avvio dell’attività vegetativa una temperatura media dell’area sufficientemente alta
(intorno ai 15° C) e questo spiega la sua rarefazione in quelle aree in cui l’innalzamento termico è
tardivo e repentino. Il leccio infatti non può disporre di quantità di acqua sufficienti a soddisfare il
tasso di traspirazione imposto dalle giovani foglie ancora indifferenziate.
Pertanto nel territorio di Campi Salentina siamo in corrispondenza di un’area in cui ricade
l’optimum per l’affermarsi del leccio, anche se attualmente non risultano presenti tali formazioni
boschive che sono già state eliminate in un lontano passato.
b)
Vegetazione potenziale
Il concetto di "vegetazione naturale potenziale attuale" formulato dal Comitato per la
Conservazione della Natura e delle Riserve Naturali del Consiglio d'Europa è così enunciato: “per
vegetazione naturale potenziale si intende la vegetazione che si verrebbe a costituire in un
determinato territorio, a partire da condizioni attuali di flora e di fauna, se l'azione esercitata
dall'uomo sul manto vegetale venisse a cessare e fino a quando il clima attuale non si modifichi di
molto”. Più precisamente c'è da fare una sottile distinzione fra la vegetazione che si ritiene essere
stata presente nei tempi passati, e quindi potenzialmente presente anche oggi, se non fossero
intervenute influenze e modificazioni antropiche, e la vegetazione che pensiamo potrebbe formarsi
121
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
da oggi in seguito alla cessazione delle cause di disturbo. In entrambi i casi si è portati a pensare,
sotto il profilo teorico, a due situazioni similari, ma probabilmente non fra loro del tutto identiche.
L’analisi dei pochi resti di vegetazione spontanea presenti rappresentati da due piccoli nuclei
di macchia, in accordo con i dati fitoclimatici precedentemente illustrati, ci indica che tali residui
fanno parte di una fase iniziale di vegetazione che appartiene potenzialmente alla serie del leccio il
cui stadio maturo è rappresentato dall’associazione Ciclamino-Quercetum ilicis subassociazione
mirtetosum Biondi, Casavecchia, Medagli, Beccarisi & Zuccarello 2005.
Pertanto si può concludere che l'area oggetto di indagine rientra in un ambito territoriale
fitoclimatico in cui ricade l’optimum per l’affermarsi della serie vegetazionale della macchiaboscaglia sempreverde del leccio.
4.1.4.4.
Flora e vegetazione reale dell’area
b)
Macchia mediterranea
Occupa due piccolissime aree del territorio cartografato. Si tratta di due aree residue su
suolo superficiale. Le specie presenti sono: Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Cistus creticus,
Cistus monspeliensis, Daphne gnidiun,
Thymus capitatus, Rubus ulmifolius, Quercus ilex,
Calicotome infesta.
c)
Seminativi
Nel territorio considerato l’attività agricola risulta indubbiamente prevalente. I seminativi
sono caratterizzati da colture in asciutto con prevalenza di grano duro (Triticum durum). Le aree
con possibilità di irrigazione vengono coltivate ad ortaggi. In inverno prevalgono le verdure a foglia
(finocchi, cicorie, rape) ed i legumi (fave e piselli). In estate prevalgono gli ortaggi da frutto
(zucchine, peperoni, melanzane). Talvolta alcune aree a seminativo vengono tenute a riposo per
periodi più o meno lunghi tra una coltura e l’altra. Pertanto nel lasso di tempo in cui i seminativi
sono a riposo risultano caratterizzati da una vegetazione erbacea di tipo infestante e ruderale con
specie annuali e biennali, mentre le specie erbacee perenni si riscontrano esclusivamente su
superfici a riposo da più lungo tempo.
La vegetazione infestante dei seminativi si inquadra nella classe Papaveretea rhoeadis (=
Secalinetea Br.-Bl. 1936) e nella associazione Dauco aurei-Ridolfietum segeti Brullo, Scelsi e
Spampinato 2001.
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Di seguito si riporta la check-list delle specie della vegetazione infestante dei seminativi
Check-list delle specie della vegetazione infestante dei seminativi
1 Adonis cupaniana (Poaceae)
20 Lolium temulentum (Poaceae)
2 Aira cupaniana (Poaceae)
21 Medicago ciliaris (Fabaceae)
3 Ammi majus (Apiaceae)
22 Medicago polimorpha (Fabaceae)
4 Anagallis arvensis (Primulaceae)
23 Nigella damascena (Ranunculaceae)
5 Anthemis mixta (Asteraceae)
24 Papaver hybridum (Papaveraceae)
6 Avena sterilis (Poaceae)
25 Papaver rhoeas (Papaveraceae)
7 Bupleurum lancifolium (Apiaceae)
26 Phalaris paradoxa (Poaceae)
8 Centaurea nicaeensis (Asteraceae)
27 Phalaris brachystachys (Poaceae)
9 Chamaemelum segetum (Asteraceae)
28 Plantago afra (Plantaginaceae)
10 Convolvulus arvensis (Convolvulaceae)
29 Ranunculus arvensis (Ranunculaceae)
11 Daucus aureus (Apiaceae)
30 Rhagadiolus edulis (Asteraceae)
12 Galium tricornutum (Rubiaceae)
31 Scandix pecten-veneris (Apiaceae)
13 Geropogon glaber (Asteraceae)
32 Scolymus maculatus (Asteraceae)
14 Gladiolus italicus (Iridaceae)
33 Sinapis arvensis (Brassicaceae)
15 Hedypnois rhagadioloides (Asteraceae)
34 Sonchus oleraceus (Asteraceae)
16 Hedysarum coronarium (Asteraceae)
35 Stachys ocymastrum (Lamiaceae)
17 Helminthoteca echioides (Asteraceae)
36 Triticum durum (Poaceae)
18 Kickxia spuria (Scrophulariaceae)
37 Vicia sativa (Fabaceae)
19 Leopoldia comosa (Liliaceae)
d)
Oliveti
Gli oliveti ricoprono ampi appezzamenti su terreni tufacei e calcarei generalmente su suoli
poco profondi ed appaiono sistemati a sesto regolare. Si tratta di impianti generalmente non
superiori ai 35-40 anni, mentre in casi più limitati sono presenti esemplari più vecchi.
e)
Vigneti
I vigneti sono presenti su suoli limoso-argillosi profondi. Rappresentano una tipologia molto
diffusa nel territorio esaminato.
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La vegetazione infestante degli oliveti e vigneti si inquadra nella classe Stellarietea mediae
R. Tx., Lohmeyer & Preising che riunisce le comunità nitrofile annuali caratterizzate
dalla
dominanza di terofite. E’ una vegetazione strettamente collegata con i processi di nitrificazione
dovuti alle pratiche colturali o alla ruderalizzazione. In molti oliveti si osserva una dominanza delle
composite Conyza canadensis, Conyza albida, Aster squamatus, si tratta di una vegetazione tipica di
substrato a tessitura sciolta, frequentemente rimosso. Si tratta di popolamenti pionieri eliofili a
fenologia autunnale. Tale associazione si inquadra nella associazione Conyzetum albido-canadensis
Baldoni e Biondi 1993 della classe Classe Stellarietea mediae R. Tx, Lohm. & Preising 1950.
Di seguito si riporta Check-list delle specie della vegetazione infestante degli oliveti e
vigneti .
Check-list delle specie della vegetazione infestante degli oliveti e vigneti
1 Ammi majus (Apiaceae)
20 Oxalis pes-caprae (Oxalidaceae)
2 Aster squamatus (Asteraceae)
21 Picris echioides (Asteraceae)
3 Borago officinalis (Borraginaceae)
22 Raphanus raphanistrum (Brassicaceae)
4 Bromus sterilis (Poaceae)
23 Senecio vulgaris (Asteraceae)
5 Capsella rubella (Brassicaceae)
24 Sisymbrium erysimoides (Brassicaceae)
6 Chenopodium album (Chenopodiaceae)
25 Solanum nigrum (Solanaceae)
7 Convolvulus arvensis (Convolvulaceae)
26 Sonchus asper (Asteraceae)
8 Conyza canadensis (Asteraceae)
27 Sonchus oleraceus (Asteraceae)
9 Conyza bonariensis (Asteraceae)
28 Stellaria media (Caryophyllaceae)
10 Crisanthemum segetum (Asteraceae)
29 Urtica membranacea (Urticaceae)
11 Erodium cicutarium (Geraniaceae)
30 Xantium spinosum (Asteraceae)
12 Euphorbia helioscopia (Euphorbiaceae)
13 Euphorbia peplus (Euphorbiaceae)
14 Fumaria flabellata (Papaveraceae)
15 Galium verrucosum (Rubiaceae)
16 Geranium molle (Geraniaceae)
17 Lupinus albus (Fabaceae)
18 Malva sylvestris (Malvaceae)
19 Mercurialis annua (Euphorbiaceae)
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f)
Vegetazione a bordo strada
La vegetazione ruderale e sinantropica rinvenibile nel territorio e tipica dei bordo strada è
inquadrabile nella Classe Lygeo-Stipetea Riv. Mart. 1977 e comprende vegetazioni costituite da
cespugli perenni di Inula viscosa ed Oryzopsis miliacea inquadrabili nella associazione Inulo
viscosae-Oryzopsietum miliaceae O. De bolos 1957.
Lungo i muri a secco sono frequenti siepi dominate da Rubus ulmifolius che forma
caratteristici popolamenti. Tale vegetazione si inquadra nella classe Rhamno-Prunetea spinosae
Riv.-Goday & Borja Carbonell ex Tuxen 1962.
In aree di bordo strada caratterizzate dall’affioramento di litosuolo o con terreno piuttosto
compatto sono presenti aspetti molto localizzati con presenza di Euphorbia maculata, una neofita
originaria del Nordamerica che si è diffusa recentemente in Italia, inserendosi stabilmente nella
flora.
Si tratta di una vegetazione terofitica a fenologia estivo-autunnale denominata
Euphorbietum maculatae Poldini 1988 della classe Polygono-Poetea annuae Riv.-Mart. 1975.
Le specie Reseda alba e Chrysanthemum coronarium, molto comuni e tipiche di bordo
strada, sono caratteristiche della associazione Resedo albii-Chrysanthemetum coronarii O. De Bolos
& Molinier 1958. Si tratta di una associazione di tipo eliofilo e nitrofilo che si sviluppa, come
detto, lungo il margine delle strade e dei campi. Appartiene alla classe Stellarietea mediae R. Tx,
Lohm. & Preising 1950, una classe che comprende la vegetazione terofitica su suoli nitrificati per
attività antropozoogena propria dei terreni sottoposti a calpestio e delle aree incolte.
I popolamenti dominati da Daucus carota e Picris hieracioides
costituiscono aspetti
subxerofili si inquadrano nella associazione Dauco carotae-picridietum hieracioidis Gors 1966
della classe Artemisietea vulgaris Lohm, Preisg. & Tx ex Roch. 1951, classe che comprende la
vegetazione nitrofila perenne con optimum eurosiberiano e che si rinviene anche nella regione
mediterranea su suoli freschi e profondi. Si riporta l’elenco delle specie riscontrate nel bordo strada.
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Elenco delle specie riscontrate nel bordo strada
1 Agropyron repens L. (Fam. Gramineae)
39 Inula graveolens Ait. (Fam. Compositae)
2 Ajuga chamaepytis Screber (Fam. Labiatae)
40 Inula viscosa Ait. (Fam. Compositae)
3 Amaranthus retroflexus L. (Fam. Amarantheceae)
41 Lagurus ovatus L. (Fam. Gramineae)
4 Amaranthus albus L. (Fam. Amaranthaceae)
42 Lamium amplexicaule L. (Fam. Labiatae)
5 Anthemis arvensis L. (Fam. Compositae)
43 Lathyrus ochrus L. (Fam. Leguminosae)
6 Arisarum vulgare Targ. E Tozz. (Fam. Araceae)
44 Leopoldia comosa L. (Fam. Liliaceae)
7 Aster squamatus Hieron (Fam. Compositae)
45 Lupsia galactites L. (Fam. Compositae)
8 Ballota nigra L. (Labiatae)
46 Malva sylvestris L. (Fam. Malvaceae)
9 Borago officinalis L. (Fam. Borraginaceae)
47 Marrubium vulgare L. (Fam. Labiatae)
10 Calamintha nepeta (L.) Bentham (Fam. Labiatae)
48 Mentha pulegium L. (Fam. Labiatae)
11 Calendula arvensis L. (Fam. Compositae)
49 Mercurialis annua L. (Fam. Euphorbiaceae)
12 Carlina corymbosa L. (Fam. Compositae)
50 Nigella arvensis L. (Fam. Ranunculaceae)
13 Carthamus lanatus L. (Fam. Compositae)
51 Orobanche crenata L. (Fam. Orobanchaceae)
14 Cerastium glomeratum Thuill. (Fam. Caryophyllaceae)
52 Picris echioides L. (Fam. Compositae)
15 Cerinthe major L. (Fam. Scrophulariaceae)
53 Picris hieracioides L. (Fam. Compositae)
16 Chenopodium album L. (Fam. Chenopodiaceae)
54 Plantago serraria L. (Fam. Plantaginaceae)
17 Chondrilla juncea L. (Fam. Compositae)
55 Plantago psyllium L. (Fam. Plantaginaceae)
18 Cirsium arvense L. (Fam. Compositae)
56 Poa bulbosa L. (Fam. Gramineae)
19 Convolvulus arvensis L. (Fam. Convolvulaceae)
57 Polygonum aviculare L. (Fam. Polygonaceae)
20 Conyza canadensis Cronq. (Fam. Compositae)
58 Portulaca oleracea L. (Fam. Portulacaceae)
21 Conyza bonariensis Cronq. (Fam. Compositae)
59 Reichardia picroides Roth. (Fam. Compositae)
22 Chysanthemum segetum L. (Fam. Compositae)
60 Raphanus raphanistrum L. (Fam. Cruciferae)
23 Cychorium intybus L. (Fam. Compositae)
61 Rubus ulmifolius Schott (Fam. Rosaceae)
24 Cynodon dactylon Pers. (Fam. Gramineae)
62 Rumex crispus L. (Fam. Polygonaceae)
25 Dactylis hispanica Roth. (Fam. Gramineae)
63 Scabiosa marittima L. (Fam. Dipsacaceae)
26 Cyperus rotundus L. (Fam. Cyperaceae)
64 Setaria verticillata L. (Fam. Gramineae)
27 Delphinium halteratum L. (Fam. Ranunculaceae)
65 Sideritis romana L. (Fam. Labiatae)
28 Diplotaxis muralis DC. (Fam. Labiatae)
66 Silene vulgaris (L.) Garke subsp. angustifolia
28 Diplotaxis erucoides DC. (Fam. Labiatae)
67 Solanum nigrum L. (Fam. Solanaceae)
30 Echinochloa crus-galli L. (Fam. Gramineae)
68 Sonchus oleraceus L. (Fam. Compositae)
31 Echium plantagineum L. (Fam. Plantaginaceae)
69 Sorghum halepense L. (Fam. Gramineae)
32 Eragrostis megastachya L. (Fam. Gramineae)
70 Stellaria media L. (Fam. Caryophyllaceae)
33 Eryngium campestre L. (Fam. Umbelliferae)
71 Tragopogon porrifolius L. (Fam. Compositae)
34 Euphorbia prostrata L. (Fam. Euphorbiaceae)
72 Trifolium nigrescens L. (Fam. Leguminose)
35 Euphorbia helioscopia L. (Fam. Euphorbiaceae)
73 Verbascum blattaria L. (Fam. Scrophulariaceae)
36 Foeniculum vulgare L. subsp. piperitum (Fam.
74 Verbascum sinuatum L. (Fam. Scrophulariaceae)
37 Heliotropium europaeum L. (Fam. Borraginaceae)
75 Verbena officinalis L. (Fam. Verbenaceae)
38 Hypericum triquetrifolium Turra (Fam. Hypericaceae)
76 Vicia sativa L. (Fam. Leguminosae)
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4.1.4.5.
Cartografia della vegetazione
Vedere Elaborato N. 26 Tav. 6.1 ed Elaborato N. 27 Tav. 6.2 “Carta uso del suolo”.
4.1.4.6.
Specie della fauna presenti nel sito
Le specie presenti nell’area individuata per l’intervento sono quelle indicate nell’allegata
tabella 15. Per ognuna è indicato lo status biologico e quello legale.
Si tratta di specie tipiche di habitat agricoli, di tipo prevalentemente erbaceo ed erborato. La
composizione della fauna nell’area è limitata quali-quantitativamente dalla presenza di attività
umane, in prevalenza di tipo agricolo e dal conseguente processo di banalizzazione del paesaggio.
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Tab.15 Specie animali presenti nell’area individuata per l’intervento.
4.1.4.7.
Specie della fauna presenti nel sito e comprese nella “Direttiva 92/43/CEE
(all.II)” e “Direttiva 79/409/CEE”
Delle sopraccitate specie fa parte della Dir. 92/43/CEE all. II: il colubro leopardino Elaphe
situla.
Fanno parte della Dir 79/409/CEE: Il falco pecchiaiolo Pernis apivorus, il biancone
Circaetus gallicus, Falco di palude Circus aeruginosus, Albanella reale Circus cyaneus, Albanella
pallida Circus macrourus,Albanella minore Circus pygargus il grillaio Falco naumanni, il
succiacapre Caprimulgus europaeus, la ghiandaia marina Coracias garrulus, la calandrella
Calandrella brachydactyla, la tottavilla Lullula arborea, il calandro Anthus campestris, la balia dal
collare Ficedula albicollis l’averla piccola Lanius collirio e l’averla cenerina Lanius minor.
Di tali specie l’unica a nidificare nell’area è Lanius minor; le altre specie transitano in
periodo migratorio.
131
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4.1.4.8.
Componenti biotiche e connessioni ecologiche
La fauna caratteristica dell’area è quella tipica di habitat ad uso agricolo e, per questo,
limitata qualitativamente. Tra le specie riportate in tabella 15 quelle di maggior rilevanza
naturalistica sono migratrici e transitano occasionalmente nel sito. La conduzione delle pratiche
agricole ha determinato la trasformazione della natura del luogo, con la sostituzione della
vegetazione spontanea con colture arboree ed erbacee. Tali modificazioni, banalizzando il
paesaggio, hanno causato una riduzione soprattutto del numero delle specie stanziali, mentre resta
discreto il numero di quelle migratrici che transitano in primavera ed in autunno. Solo parte di tali
contingenti resta a svernare e meno ancora sono le specie che si riproducono nel sito.
I flussi migratori sono maggiori in prossimità della costa o in presenza di habitat naturali
rilevanti per pregio naturalistico o per estenzione. L’area oggetto della presente relazione è posta
nell’entroterra della provincia e quindi è tendenzialmente interessata marginalmente da tali flussi. Il
basso numero di specie nidificanti riscontrato nel sito riflette una caratteristica già tipica del
territorio provinciale, ancor più accentuata nelle aree agricole…..
4.1.4.9.
Conclusioni
Il territorio cartografato mostra una spiccata vocazione agricola con la presenza di
seminativi, oliveti e vigneti. L’assenza di aree incolte in maniera permanente indica uno
sfruttamento agricolo capillare del territorio. La naturalità del territorio esaminato è inversamente
proporzionale alla sua naturalità. Da questo punto di vista, infatti, si nota una quasi totale assenza di
aree a valenza naturalistica, se si esclude la presenza di due piccolissimi nuclei di macchia
mediterranea di dimensioni esigue. Tali lembi sono talmente esigui che non raggiungono le
dimensioni minime per essere considerati macchia dalle norme del PUTT che stabilisce una
dimensione minima di 2000 mq. Essi comunque rappresentano dei piccoli serbatoi di biodiversità e
meritano certamente di essere tutelati. Pertanto, a parte i due casi indicati, non è stata rilevata la
presenza di habitat meritevoli di tutela né la presenza di specie vegetali di valore
conservazionistico.
Per la fauna rappresenta un sito di modesto interesse poiché destinato da tempo ad un uso
agricolo. L’area è popolata da specie tipiche di habitat agricoli, la maggior parte delle quali transita
in migrazione e solo una parte è stazionaria o resta a nidificare.
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Nell’area d’intervento è presente n°1 specie di rettile inclusa nell’all. A della Dir.
92/43/CEE. Le specie di uccelli facenti parte della Dir. 79/409/CEE, presenti nel sito, sono n°15;
tra queste una è individuata come specie prioritaria ed una nidifica nel sito.”
4.1.4.10.
Stima e valutazione degli impatti sull’ecosistema di flora e fauna
Dalla relazione precedentemente esposta attinente all’analisi floristica, vegetazionale e
faunistica del territorio di Campi Salentina, redatta dal dott. biologo Giacomo Marzano, si deduce
che il territorio comunale è caratterizzato da una quasi totale assenza di aree a valenza
naturalistica, se si esclude la presenza di due piccolissimi nuclei di macchia mediterranea.
Al fine di tutelare tali ambienti relittuali sarà sufficiente evitare l’installazione delle pale
eoliche in prossimità di essi.
L’istallazione di eventuali aerogeneratori eolici interesserà eventualmente aree coltivate a
seminativo ed olivo, oltre ad aree destinate a seminativo ma effettivamente incolte. Pertanto in
fase di montaggio delle torri eoliche, l’impatto, peraltro minimo, causato dalle attività di cantiere
interesserà solo superfici agricole.
Per ciò che riguarda gli impatti sulla fauna si ritiene che, in fase di cantiere, tutelando gli
habitat naturali presenti, non si arrecherà danno alle specie di mammiferi, rettili ed anfibi poiché la
loro presenza è circoscritta a tali habitat.
Considerato, che ogni piazzola di montaggio di una torre eolica necessita di una superficie
di circa 60 x 40 m, ma che solo una superficie di 12 x 12 m costituirà la base di una singola torre e
verrà interrata e ricoperta di 1 m di terreno, la superficie realmente sottratta all’attività agricola sarà
veramente minima. Ciò consente, quindi, di reimpiegare le superfici recuperate a scopi agricoli.
Si dovranno limitare il più possibile , in fase di cantiere, le aree interessate dalle attività di
scavo ed al termine delle operazioni di costruzione, si dovrà ripristinare l'ambiente circostante
l’impianto riportandolo alla situazione preesistente.
Inoltre in relazione agli impatti sulla vegetazione, in fase di esercizio degli aerogeneratori
eolici, si può ritenere, esaminando le esperienze maturate in questo campo da alri paesi
caratterizzati da una elevata diffusione dell'eolico, che non risulta alcun effetto misurabile su di
essa. Ciò e dovuto principalmente al fatto che, in fase di esercizio si ha minima occupazione di
suolo da parte dell’impianto eolico e la cessazione di ogni causa di disturbo diretto sulla
vegetazione.
Maggiori potranno essere i rischi di impatto sull’avifauna che durante gli spostamenti in volo
potrebbe accusare collisioni con le pale degli impianti. Ma in relazione alle direttrici migratorie note
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per il Salento le aree potenzialmente idonee all’istallazione degli aerogeneratori nel territorio di
Campi Salentina, rivestono una posizione marginale e non includono habitat di rilevanza
naturalistica.
Infine, la presenza nel territorioin esame, di una fitta rete di strade poderali, eviterà modifiche
sostanziali dello stesso, finalizzate alla realizzazione della viabilità di servizio. Nel complesso,
quindi, si può concludere che la realizzazione e l’esercizio di un parco eolico, a valle degli
accorgimenti che saranno adottati, produrrà impatti minimi nelle aree potenzialmente eleggibili.
4.2 Le Risorse Paesaggistiche
Per la caratterizzazione paesaggistica del territorio comunale, nel paragrafo 5.3 dedicato al
sistema dei vincoli e delle tutele paesaggistiche ci si è riferiti agli elaborati del PUTT/P, che
rappresentano gli Ambiti Territoriali Estesi (ATE) e gli Ambiti Territoriali Distinti (ATD)
precedentemente ampliamente trattati, oltre ad analizzare e riscontrare in sito eventuali differenze
tra quanto esposto nel PUTT/P e quanto riportato negli elaborati dei “Primi adempimenti per
l’attuazione del Piano” redatti a norma dell’art.5.05 delle Norme Tecniche di Attuazione del PUTT/P
al fine del recepimento e l’attuazione dello stesso Piano da parte del comune di Campi Salentina.
Il PUTT/P sotto l’aspetto normativo si configura come un piano urbanistico territoriale con
specifiche considerazioni dei valori paesistici ed ambientali, e le norme in esso presenti ne
regolano l’attuazione e la disciplina. Gli ATE qualificano l’intero territorio regionale sotto l’aspetto
paesaggistico con riferimento al livello di valori paesaggistici.
A conclusione dell’analisi di cui sopra, si desume che di fatto, avendo assegnato come
ineleggibili gli ambiti estesi di tipo A, B tutte le aree residue potenzialmente idonee all’installazione
di aerogeneratori ricadono in ambito territoriale esteso di valore normale “E”, cioè in un’area dove
non è direttamente dichiarabile un significativo valore paesaggistico. Ciò nonostante, anche per le
aree di ambito E il PRIE, nelle norme prescritte per la realizzazione degli interventi, individua
particolari forme di attenzione per le emergenze morfologiche, per i boschi e pascoli, per le colture
arboree, per le masserie e case rurali e per l’enorme patrimonio archeologico diffuso. La bassa
qualificazione paesaggistica dell’area residua data dal PUTT/P è essenzialmente dovuta
all’assenza di particolari emergenze di interesse botanico-vegetazionale.
Il PUTT/P, dal punto di vista culturale rispetto ai temi paesaggistici si configura come uno
strumento di programmazione e tutela alquanto superato, poiché si basa esclusivamente sulla
lettura dei sistemi costitutivi senza mai entrare nel merito delle relazioni d’insieme che si
stabiliscono a livello territoriale.
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Ed a questo proposito sembra opportuno richiamare l’attenzione dei progettisti che
elaboreranno proposte di installazione di aerogeneratori, sui principi fondamentali su cui si basano
le recentissime Linee Guida elaborate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione
Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici – Servizio II – Paesaggio, titolate:
“Gli impianti Eolici: suggerimenti per la progettazione e la valutazione paesaggistica”. (dicembre
2006).”
“…..Impianti eolici e paesaggio
Le Linee-guida per l’inserimento paesaggistico degli impianti eolici sviluppano e
dettagliano le indicazioni per l’elaborazione e la verifica della Relazione Paesaggistica, contenute
nell’Allegato Tecnico del DPCM 12/12/2005. Esso pone alcuni principi, presenti implicitamente
anche nel Codice dei Beni culturali e del Paesaggio (2004) e nella Convenzione Europea per il
Paesaggio (2000). In particolare, “ogni intervento deve essere finalizzato ad un miglioramento della
qualità paesaggistica dei luoghi, o, quanto meno, deve garantire che non vi sia una diminuzione
delle sue qualità, pur nelle trasformazioni”.
Ciò significa che la conoscenza dei caratteri e dei significati paesaggistici dei luoghi è il
fondamento di ogni progetto che intenda raggiungere una qualità paesaggistica.
Si tratta di un assunto che può sembrare ovvio, ma che, nella realtà della progettazione
contemporanea degli interventi di trasformazione territoriale, non solo relativi all’eolico, è assai
poco presente: le scelte di localizzazione e strutturazione di un impianto eolico sono motivate, in
prevalenza, da ragioni tecniche, economiche, di risparmio energetico; vengono considerati i
possibili effetti ambientali e naturalistici (qualità dell’aria/acqua/suolo/rumore, tutela della fauna,
della flora, della biodiversità), per i quali vi sono una sensibilità diffusa, una strumentazione tecnica
abbastanza consolidata, delle richieste normative; vi è un impegno per il miglioramento del disegno
delle macchine, con notevoli risultati.
Ma vi sono indubbie difficoltà, come ben emerge dagli indirizzi e dalle linee-guida esistenti,
sia estere che italiane, a studiare con la necessaria specificità di criteri, metodi e strumenti – e a
utilizzare nelle scelte progettuali- i caratteri paesaggistici dei luoghi, intesi come grande
“architettura” e come sedimentazione di significati attribuiti dalle popolazioni.
Ogni nuova realizzazione entrerà inevitabilmente in rapporto con i caratteri paesaggistici ereditati e
su di essi avrà in ogni caso delle conseguenze.
Il concetto di paesaggio
135
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“Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle
popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro
interrelazioni” (art.1, Convenzione Europea per il Paesaggio).
Paesaggio è un concetto a cui si attribuisce oggi un’accezione vasta e innovativa, che ha
trovato espressione e codifica nella Convenzione Europea del Paesaggio, del Consiglio d’Europa
(Firenze 2000), ratificata dall’Italia (maggio 2006), nel Codice dei beni culturali e del paesaggio
(2004 e successive modifiche), nelle iniziative per la qualità dell’architettura (Direttive Architettura
della Comunità Europea, leggi e attività in singoli Paesi, fra cui l’Italia), in regolamentazioni di
Regioni e Enti locali, in azioni di partecipazione delle popolazioni alle scelte. La questione del
paesaggio è oggi ben di più e di diverso dal perseguire uno sviluppo “sostenibile”, inteso solo come
capace di assicurare la salute e la sopravvivenza fisica degli uomini e della natura: è affermazione
del diritto delle popolazioni alla qualità di tutti i luoghi di vita, sia straordinari sia ordinari,
attraverso la tutela/costruzione della loro identità storica e culturale. È percezione sociale dei
significati dei luoghi, sedimentatisi storicamente e/o attribuiti di recente, per opera delle
popolazioni, locali e sovralocali: non semplice percezione visiva e riconoscimento tecnico,
misurabile, di qualità e carenze dei luoghi nella loro fisicità. È coinvolgimento sociale nella
definizione degli obiettivi di qualità e nell’attuazione delle scelte operative. Per il concetto attuale di
paesaggio ogni luogo è unico, sia quando è carico di storia e ampiamente celebrato e noto, sia
quando è caratterizzato dalla “quotidianità” ma ugualmente significativo per i suoi abitanti e
conoscitori/fruitori, sia quando è abbandonato e degradato, ha perduto ruoli e significati, è caricato
di valenze negative.
Dal punto di vista paesaggistico, i caratteri essenziali e costitutivi dei luoghi non sono
comprensibili attraverso l’individuazione di singoli elementi ma, piuttosto, attraverso la
comprensione dalle relazioni molteplici e specifiche che legano le parti: relazioni funzionali,
storiche, visive, culturali, simboliche, ecologiche, sia storiche che recenti, e che hanno dato luogo e
danno luogo a dei sistemi culturali e fisici di organizzazione e/o costruzione dello spazio (sistemi di
paesaggio).
Essi hanno origine dalle diverse logiche progettuali che hanno guidato la formazione e
trasformazione dei luoghi, che si sono intrecciate e sovrapposte nei secoli.
Essi sono presenti (e leggibili) in tutto o in parte, nei caratteri attuali dei luoghi, nel
palinsesto attuale: trame del passato intrecciate con l’ordito del presente e che sono in costante
136
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trasformazione per l’azione degli uomini e della natura nel corso del tempo, opera aperta anche se
entro gli auspicabili limiti del rispetto per il patrimonio ereditato dal passato…”
Quest’ultima parte delle Linee Guida è particolarmente calzante anche per quelle aree del
territorio di Campi Salentina a cui il PUTT/P assegna una bassa qualificazione paesaggistica.
La configurazione paesaggistica complessiva di tali zone potenzialmente idonee
all’installazione di aerogeneratori, è quella di un’area in cui si sono stratificate nel tempo tutte le
attività in gran parte legate all’utilizzo agricolo e produttivo del suolo come vite, uliveto, seminativo
e pascolo. L’agro di Campi Salentina risulta pertanto fortemente antropizzato anche nella semplice
conduzione dei fondi agricoli e reca impresse sulla sua superficie tutte le tracce relative ad un uso
estensivo e indiscriminato che si protrae fin dalle prime forme di occupazione umana, come è
evidenziato dalla densissima presenza di nuclei rurali (masserie e “paiare”) e produttivi di epoca
antica, una fitta rete stradale di varia classificazione lo attraversa; a questa trama, si sovrappone la
rete delle linee elettriche che alimentano i tantissimi pozzi artesiani e le case agricole, delle linee
telefoniche e delle condotte metanifere.
Pertanto anche negli ambiti di tipo “E” e quindi nelle zone potenzialmente eolizzabili, resta a
nostro avviso di un alto valore la struttura agricola organizzata nei secoli e la morfologia che ben
rappresenta per altro il caratteristico andamento del territorio agricolo circostante, inciso da impluvi
che ancora sono fiancheggiati dalla caratteristica vegetazione ripariale.
I campi coltivati presentano differenze cromatiche dovute alle periodiche rotazioni
quadriennali dei campi, a “maggese” o a riposo; sono tutti elementi con cui il progetto si deve
confrontare per contrappunto ricercando un rapporto dialogico tra sinuosità dei profili e emergenze
verticali puntiformi. Tale contrappunto fa risaltare ancora di più la caratteristica orografia del sito,
rimandando alle sistemazioni a terra (strade e piazzole) il compito di determinare un inserimento il
più possibile morbido e, per astrazione, “naturale”.
Oggi il paesaggio, solo apparentemente monotono, mantiene un elemento di dinamicità
cromatica stagionale, esclusivamente legato alla conduzione della particolare attività agricola dei
luoghi; infatti, il paesaggio risulta totalmente diverso a seconda delle stagioni e del momento del
ciclo colturale: brullo, di colore marrone, durante il periodo autunnale, dal verde scuro al verde
chiaro in inverno e in primavera, giallo e infine nero d’estate dopo la combustione tradizionale delle
stoppie di grano.
I caratteri dell’organizzazione rurale stratificata e i segni dell’utilizzo agricolo sono tutti
elementi con cui i progetti si devono confrontare per poi individuare delle logiche insediative chiare
e riconoscibili così come quelle già esistenti con le quali si relazionano.
137
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
In questo contesto fortemente stratificato, gli impianti eolici, nelle aree potenzialmente
idonee devono costituire un ulteriore livello di utilizzo fortemente riconoscibile e caratterizzante
l’area.
Le Linee Guida ministeriali propongono con forza il concetto che l’eolico deve
necessariamente essere progettato e valutato come progetto di nuovo paesaggio.
“…Va, dunque, letta ed interpretata la specificità di ciascun luogo affinché il progetto eolico diventi
caratteristica stessa del paesaggio e le sue forme contribuiscano al riconoscimento delle sue
specificità instaurando un rapporto coerente con il contesto esistente. Il progetto eolico deve
diventare, cioè, progetto di nuovo paesaggio…”.
Partendo da questo presupposto, ovvero che gli impianti vanno progettati come elementi
non estranei ma relazionati al contesto, assume un significato diverso anche il tema dell’impatto
visivo. Le strutture visivamente non devono compromettere gli elementi di riconoscibilità dei luoghi
ma semmai introdurre nuovi valori percettivi attraverso progetti non casuali, dettati esclusivamente
dai diritti sui terreni o da semplici considerazioni di resa produttiva, ma capaci con precisi
allineamenti e dispositivi compositivi di introdurre nuove forme di relazione con l’esistente.
Pertanto le analisi di intervisibilità a cui i progetti sono obbligati non vanno approfondite e
valutate solo per l’aspetto quantitativo ma prevalentemente per quello qualitativo; che si vedano 10
o 50 aerogeneratori non ha nessun rilievo; ciò che conta è la qualità dei rapporti percettivi che si
determinano con l’introduzione degli aerogeneratori. Sono questioni che attengono alle tecniche
proprie dell’architettura del paesaggio, disciplina che deve entrare assolutamente in fase di
elaborazione delle proposte progettuali.
Pertanto, come esplicitato nelle norme, In fase di attuazione del PRIE e nell’ambito delle
Valutazioni Ambientali Integrate, l’intento paesaggistico dei progetti diventerà discriminante al fine
della loro valutazione e accettazione.
Per concludere ancora una volta merita richiamare le Linee Guida ministeriali:
“… Il campo degli effetti paesaggistici delle strutture per l’energia eolica è molto ampio e non
riducibile al solo aspetto ambientale (qualità di acqua, aria, fauna e flora). Molti Paesi esteri
(Danimarca, Francia, Inghilterra, Irlanda, Scozia, Australia, Canada, Germania) hanno già preso in
considerazione nella valutazione degli impatti dei parchi eolici gli aspetti più propriamente
paesaggistici con una particolare attenzione per l’impatto visivo. Esso è considerato, in letteratura
estera, come il più rilevante fra quelli prodotti dalla realizzazione di una fattoria eolica, poiché gli
aerogeneratori, per la loro configurazione, sono visibili pressoché in ogni contesto territoriale,
138
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
anche se in modo diverso: ciò varia in relazione alle caratteristiche costruttive degli impianti, alla
topografia, alla densità abitativa e alle condizioni meteorologiche. L’accentuazione della lettura
visiva è dovuta, in parte, al carattere degli oggetti eolici, in parte alla prevalenza dell’ uso di metodi
di lettura percettivo-visivi in gran parte di quei Paesi. Anche alcune Regioni italiane hanno
prodotto, negli ultimi anni, normative, atti di indirizzo e talvolta vere e proprie linee-guida: esse
prendono prevalentemente in considerazione gli aspetti ambientali, accennando, in qualche caso,
agli aspetti visivi e di lettura storica del paesaggio. L’effetto visivo è da considerare un fattore che
incide non solo sulla percezione sensoriale, ma anche sul complesso di valori associati ai luoghi,
derivanti dall’interrelazione fra fattori naturali e antropici nella costruzione del paesaggio:
morfologia del territorio, valenze simboliche, caratteri della vegetazione, struttura del costruito,
ecc.. Così, ad esempio, la costruzione di un impianto eolico in prossimità di un’area archeologica, di
un complesso storico o comunque di un luogo riconosciuto come ambito unitario paesaggistico può
modificarne sensibilmente la considerazione sociale…”
4.3 Le Risorse Insediative
Le notizie e i dati relativi a questo capitolo di analisi, sono estrapolate dal Documento
Programmatico Preliminare al P.U.G. del 2006.
4.3.1
Il territorio comunale
Superficie totale: 45,11 kmq;
Superficie agraria: 2667 ha (Dato Censimento Agricoltura 2000)
Superficie improduttiva: 75 ha (Dato Cens. Agr. 2000)
Comuni confinanti: ad ovest Comuni di Guagnano e Salice Salentino, a est Comuni di
Trepuzzi e Squinzano, a nord Comuni di Cellino San Marco e San Donaci e a sud Comuni
di Vegli e Novoli.
4.3.2
Relazioni intercomunali
-gravitazione principale: verso la città di Lecce;
-gravitazione secondaria: in maniera uniforme verso i Comuni limitrofi.
139
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
4.3.3
Sintesi storica dell’insediamento
Non si hanno notizie precise per il popolamento dell’attuale abitato di Campi Salentina
prima del secolo XIII. Alla fine del secolo XIII (1272) Campi Salentina è citata come casale, ossia
come abitato prevalentemente rurale, al pari dei vicini centri di Squinzano e Novoli.
I due secoli successivi, fino alla fine del XV, non pare segnino una promozione di rilievo nel
ruolo di Campi nella gerarchia insediativa territoriale dell’area: ancora nel 1476 re Ferrante
d’Aragona conferisce l’autorità feudale sul casale a Campi Filippo ed a Antonio Maremonti. Non
passarono tuttavia molti anni perché, proprio sotto la breve signoria dei Maremonti, Campi inizia a
giocare un ruolo più significativo nel complesso scacchere delle feudalità Salentina. Si verifica
probabilmente a favore di Campi, un processo di attrazzione e di concentrazione della popolazione
legate alla decadenza dei casali limitrofi come quello di Bagnara, posto a settentrione dell’abitato,
a cavaliere delle Serre di Sant’Elia. Nell’area di quello che fu il casale di Bagnara è ancora oggi
sita una chiesetta romanica databile tra il XII ed il XIII secolo, Santa Maria dell’Alto. Questa chiesa
sorge sul sito probabile di una villa rustica romana (secondo lo storico Vetrugno). Altre
testimonianze dell’età antica del territorio di Campi sono contenute nelle notizie riportate dal Serio
circa la stele infranta (Sperti) della vicinale intersecante la ferrovia Campi – Salice, stimata dallo
studioso come alta circa tre metri (Serio, 1993, p. 394 e pp. 405-406), nonché circa l’atra stele
(Candido), alta poco più di due metri della comunale per la Madonna dell’Alto, al bivio per la
masseria omonima della famiglia Maci. (Serio, 1993, pp. 407-408).
Nel 1510 Belisario Maremonti è citato come barone di Campi. Ma già nel 1519 la
baronessa di Campi Giovanna Maremonte, signora di Campi, muore senza eredi e nel 1520 la
baronia di Campi viene acquistata da Paolo de Mattheis e Vittorio de Priolis.
Negli anni che seguono, lungo il XVI secolo, il feudo di Campi conosce ancora altri
trasferimenti di proprietà. Nel 1946 Campi passa da Luigi Maria de Paladini a Vincenzo Scaler.
Disponiamo, per lo stato del territorio di Campi di questo periodo, di alcuni significativi tratti
descrittivi: alla metà del secolo XVI, sotto Ferrante (Ferdinando) de Paladini, barone di Campi,
Salice, Squinzano e dei relativi suffeudi, il territorio annovera una padula dove si curano lini, una
taverna, produzioni assistite da mulino e trappeti, il cotone, grano, orzo, avena, vino, olio, fave, e
ancora carni di pecora e porco, embrici (tegole in laterizio); Afra, Bagnara e Agliulo sono disabitati.
Con l’avvio del XVI secolo e l’assurgere alla signoria della famiglia Erriquez, Campi
riprende l’ascesa di rango: nel 1630 è marchesato con Giovanni Erriquez, la cui moglie è Maria
Paladini (signora di Campi fino alla morte nel 1675); peraltro il fatto che nella terra di Campi si
trovino ormai vari nuclei disabitati (Afra, Bagnara, Capriglia) segnala la crisi attraversata dal feudo.
140
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Del resto nell’immediato intorno, Squinzano sembra aver conquistato una posizione di supremazia:
Gabriele Agostino Enriquez si fregia nel 1700 dei titoli di principe di Squinzano e marchese di
Campi.
Nel XVIII secolo Campi è infeudata a un ‘altra famiglia delle più rilevanti del Regno di
Napoli, quella dei Filomarino. Nel 1751 Squinzano, Campi, Salice, Guagnano e le località
disabitate di Afra e Bagnara, sono sotto la potestà feudale del duca di Cutrufiano Alfonso
Filomarino. Nel 1792, alle soglie della fine del regime feudale, decretata dai francesi di Giuseppe
Bonaparte e Gioacchino Murat appena insediatisi sul trono di Napoli (1806-1815), Campi è ancora
di un Nicola Filomarino.
In conclusione l’evolvere della vicenda feudale segnala un progressivo consolidamento del
ruolo di Campi nell’area Salentina, in connessione a quello giocato in essa e nel regno da alcune
grandi famiglie: Maremoti, De Paladini, Enriquez, Filomarino. Queste dinamiche istituzionali e
feudali, si riflettono nello strutturarsi della forma urbana: infatti la creazione della piazza in forma di
elle contrappuntata dalla Chiesa Matrice (parte del più antico impianto urbanistico mediovale) e del
grande palazzo baronale-marchesale, creerà una grande polarità centrale destinata negli anni
successivi a determinare consistenti gravitazioni e ristrutturazioni di annucleamento degli originari
tessuti edilizi radi, allineati sui percorsi-matrice delle strade per Taranto-Guagnano e per Lecce,
per Cellino San Marco, per Squinzano, per Novoli, per Veglie.
Il secolo XVII registra a Campi il grande episodio della nascita delle Scuole Pie (1628),
volute dal marchese Giovanni Enriquez, una fondazione destinata a segnare in profondo il futuro di
Campi. Nel 1642 la scuola è pronta. L’istituto Calasanzio, con il rettorato di padre Simone (16801687), viene fortemente potenziato. Nel 1700 la biblioteca dell’istituto annovera più di 1000 volumi.
Informazione più articolata si ha per il XVIII secolo. Lo stato delle anime di Campi riporta
2.765 abitanti al 1747 e 3.116 al 1779, rilevando una sensibile crescita demografica di 351 anime
in soli 32 anni. In quel periodo la Campagna di Campi a soli 15 Km da Lecce, si presenta ancora
coltivata a foraggio, vigneto, oliveto, alcuni giardini, ed è citata come di produzione
sovrabbondante; per questo i Campioti si dedicano ancora prevalentemente all’agricoltura, alla
pastorizia e al commercio dei relativi prodotti.
Tra il 1774 ed il 1776 si è risolta in sede giudiziaria un’annosa questione che
contrapponeva le università di Campi, Squinzano, S. Pietro Vernotico per i confini dei rispettivi
feudi: viene stabilita l’appartenenza a Campi dei suffeudi di Afra, Bagnara, Aglioli, Firmigliano:
cosicché i territori di questi suffeudi, fino allora pressoché abbandonati, vengono rimessi a coltura.
L’onciario riporta per Campi nel 1778, 38 masserie, prevalentemente di proprietà
ecclesiastica, 22 delle quali sono ancora rilevabili nelle tavolette, in rapporto 1:25.000 del rilievo
141
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
del 1948 dell’Istituto Geografico Militare; queste masserie erano tuttavia solo parzialmente, in
numero di appena 11, abitate stabilmente. Si trattava per altro, di masserie di modesta dimensione
e significatività rispetto alle medie Salentine. Le masserie di Campi, consistono dice l’onciario, di
case, capanne, curti, aia e altri membri, e hanno poco bestiame, non più di 40 pecore a masseria.
L’unica masseria fortificata è la Timuerri, databile alla seconda metà del secolo XVII.
Si può dire che per ampie parti del territorio rurale di Campi gli assetti attuali non
differiscono drasticamente da quelli definiti dalle messe a coltura dell’età moderna, in altre zone
dell’agro le cose sono cambiate sensibilmente: la Cupa, ad esempio, tra masseria S.Croce,
cappella della Madonna del Franco e San. Lorenzo, dove nel XVIII secolo dominava l’oliveto, è
oggi largamente coperta da vigneto.
In questi anni, nel XVIII secolo, l’abitato di Campi aveva ormai una sua definita fisionomia,
delineata da palazzi, chiese e edilizia abitativa minuta; quest’ultima era organizzata nei grandi
isolati con fabbricazione marginale chiusa costituita da unità familiari a schiera involucranti giardini
privati.
Al 1779 l’abitato era innervato sostanzialmente da 11 vie (del Foggiano, dei Maci e della
Conza, dei Toti, dietro le scuole Pie, dei Pirelli e Castaldi, della Giudea), da tre-quattro vichi e cioè
vie a fondo cieco (degli Stefanelli, delle Grazie, due vichi di S. Antonio), e punteggiato da una
piazza (di S. Pietro) e da due corti (del Tosco, dello Speziale). In realtà, Costantini, rifacendosi al
catasto conciario del 1778, riporta per l’abitato di Campi una struttura di piazze, curti, cortili e altri
slarghi, vie, strade, strittole e vichi assai più articolata.
Nel XVIII secolo le informazioni su Campi sono più ricche. Nell’agro molte masserie erano
già dirute, secondo l’onciario e si diffondevano i casini (piccole case per villeggiature estiva, in
numero di una ventina secondo il catasto conciario), spesso proprietà di famiglie benestanti di
Lecce.
Nel XIX secolo un ulteriore infittimento dell’informazione ci consente di seguire ormai
abbastanza da vicino la Campi che è diretta premessa all’attuale struttura insediativa.
Si dispone di documenti riguardanti: nel periodo tra il 1828-1822 la costruzione di due tratti
della strada Lecce-Campi (a sud-est di Campi) per un totale di sette miglia; nel periodo 1822-1829
la costruzione della nuova strada Campi-Guagnano (a nord-ovest di Campi), nel 1842 l’
inaugurazione del cimitero, ancora nel 1852 la pubblica illuminazione; nel 1856 una grande
inondazione riveniente dalle paludi di S. Donaci, con acque alte fino a tre metri e gravi danni
all’abitato; nel 1860 l’illuminazione notturna e il monte dei pegni; nel 1876 il progetto di restauro
della chiesa delle Scuole Pie; i sismi del 1883 e 1886 che danneggiano ulteriormente la chiesa
degli Scolopi (la cui facciata crolla nel 1895 e già ricostruita nel 1898), ecc…
142
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
I cospicui lavori stradali del XIX secolo, conferiscono a Campi una posizione rilevante nei
collegamenti di Lecce verso il nord della Puglia, sia verso Taranto che verso Brindisi; Campi vede
quindi esaltato in questo secolo il proprio ruolo storico di tappa nell’itinerario settentrionale, da
Lecce verso Napoli, attraverso l’Appia.
Quanto al XX secolo, solo brevi cenni su alcuni eventi assunti come rilevanti dalla
storiografia locale. Anzitutto l’inondazione del 1920, quando le acque di Martina Franca giunsero a
Francavilla Fontana e di qui dopo aver riempito le paludi di San Donaci tracimarono nella
depressione di Campi. Nel periodo fascista si realizzarono la grande scuola pubblica, un ramo
dell’Acquedotto Pugliese, la grande fontana di Piazza Salandra. Altre gravi inondazioni si ebbero
nel 1960 e 1961, con invasione della Corea, il quartiere popolare sorto negli ultimi decenni a nord
dell’abitato, tra la Campi-Squinzano e la Campi Lecce, con necessità di organizzare soccorsi
addirittura con barche.
Il resto è storia del tutto recente: la
costruzione dell’ospedale a ovest dell’abitato, la
costruzione dei due quartieri popolari della 167 a ovest e a est dell’abitato, l’ulteriore ampliamento
disordinato della Corea, la nascita di un quartiere a bassa densità insediativa e in pratica del tutto
abusivo al rione Sognazzi, là dove doveva invece sorgere secondo il P.di F. degli anni 1970 una
zona artigianale. L’insieme di queste realizzazioni si è andata accumulando, sulla struttura preesistente della città secondo modalità di semplice accrescimento. Le diverse parti si sono andate
via via componeste senza tuttavia che la crescita, lo sviluppo e la maggiore estensione della
compagine urbana dessero luogo ad una entità diversa da quella originaria ancora osservabile
nelle mappe in scala 1:50000 dell’I.G.M. degli anni 1874-1952 di seguito riportate.
Fig. 25 Estratto dalla mappa 1:50000 dell’I.G.M. del 1874, 1913 ed 1952 dell’abitato di Campi Salentina.
143
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PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Il PRIE ha gia richiamato nelle premesse, nei criteri di redazione del piano e nel capitolo
dedicato alle risorse paesaggistiche, quanto sia fondamentale la comprensione e la relazione dei
progetti con la stratificazione storica e con la complessità delle motivazioni che sono alla base
dell’attuale configurazione territoriale.
Anche nelle aree potenzialmente idonee tali criteri di approccio progettuale sono ritenuti di
massimo peso per la valutazione delle proposte, al fine di garantire progetti ineccepibili sia dal
punto di vista tecnologico e produttivo e sia per ciò che riguarda l’inserimento paesaggistico inteso
nell’accezione più ampia del termine.
4.4 Le Risorse Infrastrutturali
Le notizie e i dati relativi a questo capitolo di analisi, sono estrapolate dal Documento
Programmatico Preliminare al P.U.G. e dal PTGU per il Comune di Campi Salentina
La rete infrastrutturale è costituita da un ampia rete stradale statale, provinciale e
intercomunale, che fa da supporto ai vari spostamenti da e per Campi Salentina. Campi e parte del
sistema salentino costituito da comuni piccoli ma molto ravvicinati connessi entro una
organizzazione viaria locale autonoma per effetto dell’assenza o della insufficienza di collegamenti
veloci interprovinciali e dall’altro della densità della trama intercomunale. Il sistema in cui è inserito
Campi comprende Squinzano, Novoli, Trepuzzi, Cariano, Salice Salentino, Guagnano. Esso è
cerniera tra il sistema della piana di Brindisi (provincia con la quale il comune di Campi confina a
nord-ovest) e il sistema insediativi del Basso Salento; da quest’ultimo si differenzia per una
struttura organizzativa di pianura che si dispone a doppio arco di cerchi sulla direttrice nord-ovest
della Città di Lecce.
Alla scala sovralocale, la grande viabilità è costituita dalla strada statale 7 ter ( strada che
crea svincolo con la strada statale n. 7 a Taranto - San Giogo Ionico, ed innesto con la S.S. n. 16
presso la stazione di Surbo per 78,100 Km) e dalla Superstrada n. 613 Lecce-Brindisi: questa
tuttavia non interessa direttamente il territorio comunale di Campi, ricadendo invece in quello di
Squinzano nel quale ricade anche la linea ferroviaria delle FS sulla direttrice N-S della regione. La
presenza della linea ferroviaria del “Sud-Est” Linea 2E-A/R ed Linea 2I-A/R Martina Franca-Lecce,
di collegamento tra i centri a sud di Campi (Novoli, Cariano, Copertino, ecc..) per la sua scarsa
funzionalità finisce per costituire più un limite di separazione tra alcune zone della città, come la
zona “Sognazzi”- che una risorsa.
144
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Indi la viabilità statale è costituita (ved. Elaborato N. 30 Tav.7 bis“reti infrastrutturali, tecnologiche e
di trasporto”) dalla:
-
s.s. n. 7 ter salentina di collegamento tra Taranto e Lecce.
Questa arteria stradale primaria congiunge il comune di Campi Salentina ad Ovest con la città
di Guagnano e a Est con il capoluogo di provincia. La stessa Statale è connessa ad altra viabilità
primaria garantendo anche l’accessibilità alle città di Gallipoli , Otranto oltre alle altre città del
Basso Salento attraverso:
• L’itinerario della SS 476 - SS 475 (Campi Sal. – Lecce – Galatina –Presicce);
• L’itinerario della SS 101 ( Campi Sal. – Lecce – Galatone – Gallipoli);
• L’itinerario della SS 16 (Campi Sal. – Lecce – Maglie – Otranto );
• Il tracciato della strada istmica settentrionale (Gallipoli – Galatone – Galatina – Martano –
Otranto).
Il Comune di Campi Salentina è collegato ai comuni limitrofi attraverso un sistema di viabilità
locale rappresentata da un reticolo di strade provinciali:
• la SP 004 collega a Nord la città di Squinzano;
• la SP 230 collega a Nord – Est la città di Trepuzzi;
• la SP 004 collega a sud – Est la città di Novoli ;
• la SP 103 collega a Sud la città di Veglie;
• la SP 309 collega a Ovest la città di Salice Salentino ;
• la SP 102 collega a Nord – Ovest la città di San Donaci;
• la SP 101 collega a Nord – Ovest la città di Cellino San Marco;
inoltre il territorio di Campi è attraversato dalle seguenti strade provinciali
-
s.p. n. 120 Carmiano - Salice Salentino;
-
s.p. n. 98 collega le s.p. n. 101 ed 102;
-
s.p. n. 272 collega le s.p. n. 101 ed 102;
Una rete di strade vicinali che si estende sul territorio, collega fra loro le strade prima citate.
Ad oggi la città di Campi Salentina non possiede un servizio proprio di trasporto pubblico
urbano; la città tuttavia è servita da una rete di trasporto pubblico extraurbano che la collega al
capolougo. Tale servizio è svolto dalla società STP attraverso due linee su gomma: la 11 e la 153.
Campi Salentina è attraversa dalla linea ferroviaria delle FSE Lecce – Martina Franca, come sopra
segnalato.
Si osserva che :
145
Città di Campi Salentina
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•
l’itinerario più breve è il tracciato Campi Salentina – Guagnano con 6 Km che vengono
percorsi in ca. 5 minuti , la linea che collega la città di Campi con il capolougo, linea
Lecce – Campi Salentina , è lunga circa 14 Km e impiega 20 minuti per percorrerla;
•
il percorso più lungo che viene effettuato su questa linea è quello verso la città di
Martina Franca , i quasi 90 Km di distanza tra le due città vengono percorsi in circa 115
minuti.
Le OO.SS Cgil, Cisl, Uil territoriali, unitamente alle segreterie provinciali dei trasporti in
riferimento al Piano dei Servizi Minimi (P.S.M) e al redigendo Piano Regionale Trasporti della
Regione Puglia , indicano alcune priorità che a loro parere sono necessarie per garantire il rilancio
del trasporto aia a livello locale che nazionale e internazionale , sia per le persone che per le merci
nell’area ionico – Salentina con particolare riguardo alla provincia di Lecce.
Il Piano Regionale Trasporti della Regione Puglia ritiene strategico, in via preferenziale,
l’utilizzo del vettore ferroviario come peraltro previsto dalle indicazioni della Unione Europea e dalla
legislazione nazionale, al fine di diminuire il congestionamento delle aree urbane, delle arterie di
collegamento provinciali e regionali, al fine di diminuire inoltre l’utilizzo del mezzo privato
notoriamente causa di inquinamento ambientale e che , come è ormai ampiamente dimostrato,
comporta seri danni alla salute, senza contare l’alto numero di incidenti sulle stade extraurbane
che sovente interessano un gran numero di veicoli.
Il PGTU approvato dal Comune di Campi Salentina ha come obiettivi fondamentali:
•
l’aumento dell’accessibilità alle funzioni urbane;
•
la riduzione della congestione da traffico;
•
la riqualificazione della città;
•
la diminuzione dell’inquinamento;
dallo studio condotto per la redazione del PGTU è emerso che alcune strade della città di Campi
Salentina sono particolarmente sollecitate dal traffico giornaliero; dai rilievi del traffico effettuati
sulle principali arterie di penetrazione del centro urbano, infatti, si sono riscontrati volumi di traffico
elevati sugli ingressi della SS7 Ter (provenienti sia da Lecce che da Guagnano ) e sulla SP 04
proveniente da Squinzano.
Dal punto di vista infrastrutturale, negli ultimi anni sono state completate le infrastrutture a
rete (fognature bianca e nera ed aqp ) e le infrastrutture per la protezione idrogeologica; anche la
metanizzazione di è conclusa di recente; la rete elettrica, alimentata da una stazione di
trasformazione posta un chilometro a nord dell’abitato, in fregio alla via per Squinzano, per il
tramite di alcune cabine urbane posizionate in vari punti, appare di funzionalità media.
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Considerato quanto prescritto dall’ ATO Puglia (Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale per
la gestione del servizio idrico integrato) con nota Prot. N. 2756/08 del 18/09/2008 acquisita al Prot.
N. 14342 del 19/09/2008 e quanto verbalizzato durante la Conferenza dei Servizi per l’Ente AQP, il
PRIE è stato integrato con la ricognizione delle infrastrutture idrico-fognarie presenti sul territorio,
come si evince nell’elaborato N. 30 Tav.7 bis e nell’ elaborato N. 41 Tav. 9.7.
In particolare in quest ultimo elaborato si evince che le strutture idrico-fognarie presenti sul
territorio comunale non ricado nelle aree potenzialmente idonne alla installazione degli
aerogeneratori rispettattando le previste fasce di protezione.
Il comune di Campi Salentina ha adottato, come previsto dal Piano Regionale di
Risanamneto delle Acque (PRRA), una soluzione impiantistica di depurazione consortile (con i
comuni di Guagnano e Salice Salentino ). L’impianto, di proprietà regionale è ubicato nel Comune
di Salice Salentino, ha una potenzialità pari a 34.183 ab./equivalenti e lo scarico delle acue in
uscita dall’impianto è nel sottosuolo, in falda salata mediante 5 pozzi assorbenti. La condotta
principale segue il percorso della strada comunale che passa davanti al cimitero.
I collegamenti nazionali e internazionali sono assicurati per il Comune di Campi Salentina:
- per il trasporto ferroviario, dallo scalo di Lecce,
- per il trasporto aereo dagli aeroporti di Brindisi e di Bari Palese.
5. RICOGNIZIONE DEGLI ASPETTI SOCIOECONOMICI
In questo capitolo si analizzeranno in maniera sintetica gli aspetti demografici e relativi alle
attività produttive ed ai servizi, tralasciando le attività terziarie e gli aspetti abitativi e residenziali,
aspetti che hanno poca attinenza con il PRIE, che si attuerà in un contesto essenzialmente rurale.
Anche per questo capitolo si attingerà al D.P.P. del P.U.G..
5.1 Popolazione
La popolazione residente in Campi Salentina, in base ai dati definitivi forniti dall’ISTAT
relativi al 14° Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001, è pari a 11.242 persone
(rispetto al censimento del 1991, il comune di Campi registra un decremento della popolazione di
147
Città di Campi Salentina
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358 unità), articolata in 3.851 famiglie. L’ultimo dato dell’anagrafe comunale al 31.12.2007 pari a
10.921 abitanti (5.147 maschi e 5.774 femmine)rivela, un ulteriore decremento pari a 321 unità, del
tutto analogo a quello avutasi nel decennio 1991/2001.
Come “rango” demografico, si tratta di uno dei 24 comuni della provincia di Lecce (su 97)
che superano i 10 mila residenti (solo 6 superano i 20 mila, 2 i 30 mila).
Nell’analisi della composizione delle famiglie, il numero di quelle di minore dimensione non
differenzia Campi rispetto alla provincia (mono-componente:20% sul totale delle famiglie sia per
Campi che per la provincia), mentre i valori delle famiglie bi-componenti mostrano una minore
incidenza (23% contro 25%) e i valori di quelle di maggiore dimensione rilevano una maggiore
incidenza (penta-componenente 13% contro 11%).
Il profilo di Campi differisce da quello della provincia per un minor grado di attività in
agricoltura e in genere nel primario (2% contro 3%), nelle costruzioni (2% contro 3%), nell’industria
finanziaria (0,5% contro 1%); valori pressoché identici si riscontrano nel commerciale (4%),
nell’industria-artigianato (“manifatture”)(5%), nella pubblica amministrazione-difesa-assicurazioni
sociali (3%), negli affari immobiliari-noleggi-informatica-ricerca (1%), nell’istruzione (3%), nella
sanità-servizi sociali e personali (1%), nei trasporti-magazzinaggi-comunicazioni (1%), negli
alberghi e ristoranti (1%), e n el trascurabile tasso di addetti all’estrazione dei minerali come nella
produzione e distribuzione di energia, con valori prossimi allo zero.
La lettura dei dati Istat evidenzia una struttura demografica non dissimile da quella generale
di tutta la provincia salentina con un invecchiamento della popolazione che, a Campi, si distingue
per una maggior prevalenza (sul totale dei residenti) dell’ultima classe di anzianità (75 anni e più),
che incide per l’8% contro il 7% della media provinciale. Le 5 classi fino ai 24 anni, a Campi e nella
provincia, incidono nella stessa misura (29%), la classe tra i 25 e i 64 anni incide per il 52%,
pressoché in linea con la media provinciale (53%); la classe d’età 65-74 anni incide, per il 10%,
assumendo anche in questo caso valori identici a quelli medi provinciali. Nel complesso Campi
registra un indice di vecchiaia di 124,12 contro una media provinciale di 113,31.
Quanto al grado di attività della popolazione, si osserva una situazione di Campi in linea
con quella della provincia: la popolazione attiva rappresenta a Campi il 42% della popolazione
totale contro il 43% della provincia, la popolazione in condizione professionale è pur essa
pressoché in linea con quella della provincia (36%) ma in essa gli occupati incidono a Campi per il
27% sulla popolazione totale (29% nella provincia) e i disoccupati per il 9% (8% della provincia);
peraltro a Campi cerca una prima occupazione circa il 7% della popolazione totale, evidenziando
almeno su questo versante un modesto beneficio dell’accesso al lavoro.
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È interessante notare, anche, che l’attività femminile è più ristretta a Campi che nella
provincia (le donne attive sono a Campi il 30% della popolazione attiva totale, contro il 32% della
provincia; le donne in condizioni professionale occupate sono il 20% del totale della popolazione
attiva contro il 23% nella provincia).
Quanto al grado di istruzione, si osservano alcune variazioni trascurabili rispetto alla
situazione media provinciale; il numero di analfabeti pari al 3% del totale residente di età superiore
ai 6 anni, sia per Campi che per la provincia; una forbice appena più sensibile si osserva per un
minor numero di alfabeti privi di titolo di studio (12% contro 14%), un numero appena superiore
rispetto alla provincia di persone fornite di titolo di studio (84% contro 83% del totale) ma nei
termini di una sensibilmente maggiore presenza di laureati e diplomati (rispettivamente 8% contro il
6%, 25% contro 23%).
A campi, dunque, rispetto alla provincia, si ha una situazione dell’istruzione personale
analogo nell’estremo inferiore e sensibilmente migliore nell’estremo superiore (laureati e diplomati).
Nelle posizioni di responsabilità degli attivi per settori economici, i valori relativi alle figure
come imprenditori e liberi professionisti a Campi e nella provincia assumono valori analoghi (2%),
così come una analoga presenza di lavoratori in proprio e soci di cooperative (5%) mentre sono
minori i coadiuvanti (0,2% contro 0,4%), soprattutto per una loro pressoché totale assenza in
agricoltura, e gli altri lavori dipendenti (20% contro 21%).
Nel complesso può affermarsi un carattere delle attività di Campi molto simile rispetto alla
situazione della provincia, per effetto di scarti ridotti o addirittura inesistenti dei differenziali.
5.2 Il sistema economico-produttivo
Il sistema economico-produttivo campiotaè articolato prevalentemente attorno al terziario,
sanità e istruzione, e al primario. Meno vivace appare il secondario anche se recentemente si
assiste all’emergere del del secondario agro-alimentere di una qualche rilevanza (basta pensare
alla produzione vinicola) dotato di una apparente forza di orientamento per l’economia comunale
mnel suo complesso.
In riferimento al settore primario, il 5° Censimento dell’Agricoltura del 2000 evidenzia un
assetto di conduzione delle campagne a Campi abbastanza differente da quello della provincia: la
conduzione diretta in particolare, incide a Campi poco meno che in provincia (96% delle aziende
contro il 97%, rispettivamente), mentre all’opposto incide di più a Campi che in provincia la
conduzione con salariati (rispettivamente, 4% contro 3%).
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Quanto alla superficie, le aziende a conduzione diretta interessano a Campi il 64% della
superficie complessiva (85% in provincia); le aziende a conduzione con salariati interessano a
Campi una superficie pari al 36% del totale contro il 25% della provincia.
Si noti che a Campi le aziende a conduzione diretta sono 1.067 e si estendono per
complessivi 1.700 ha circa ( in media 1,6 ha per azienda), mentre le aziende condotte con salari
sono 49 e si estendono per complessivi 962 ha (in mesdia poco meno che 20 ettari per azienda).
In particolare il dato dell’ampiezza delle aziende a conduzione indiretta differisce sensibilmente per
eccesso per Campi, dall’analoga medoa provinciale (18 ettari a Campi; 10 ettari in provincia di
Lecce), laddove il dato di ampiezza delle aziende a conduzione diretta, è di poco inferiore alla
medi provinciale (circa 1,6 ha/azienda contro 1,8%).
È notevole la polverizzazione aziendale nel territorio agricolo di Campi, ma con valori
analoghi a quello della provincia: il 58% delle aziende ha ampiezza inferiore ad un ettaro. Nel
complesso le aziende fino a due ettari di ampiezza sono a Campi il 78% del totale, contro il 79%
della provincia. Le differenze più marcate, tgra Campi e la provincia di Lecce, si notano per difetto
per Campi nelle classi 1-2 ha (21%come numero di aziende sul totale contro 23%), 30-50 ha(0,5%
contro poco meno dell’1%); valori pressoché identici si riscontrano nella classe 2-5 ha (14%);
all’estremo opposto, nella classe 5-20 ha Campi registra valori prossimi al 6%, contro quelli della
provincia prossimi al 5%. Relativamente alla SAU (Superficie Agricola Utilizzata), aCampi le
coltivazioni più diffuse, uliveto e vigneto, con forte prevalenza di vigneti, si distribuiscono
spalzialmente in modo da occupare la cintura esterna più prossima all’edificato (uliveto) e la gran
parte del restante territorio agricolo (vigneto), in continuità con lo spazio agricolo del sistema
insediativi nord-occidentale di Lecce di cui fa parte Campi.
Nel territorio di Campi dominano le coltivazioni permanenti (67% del totale della SAU),
seguite dai seminativi (32%) e dai prati permanenti e pascoli (15); irrilevante è l’incidenza del
bosco (circa 0,5%).
Nelle aziende con seminativi, a Campi, i cereali, coltivazione più diffusa, incidono per il 22%
della SAU (nella provincia incidono per il 18%), mentre gli orti incidono per meno dell’1% (poco
meno del 3%) nella provincia; pressoché assenti sono a Campi le coltivazioni foraggere
avvicendate, che invece in provincia costituiscono l’ 1,3% della SAU.
Nelle aziende con coltivazioni legnose agrarie è la vite a dominare a Campi (39% della
SAU, contro valori di poco inferiori al 7% della provincia), seguita a distanza dall’olivo, che invece
primeggia nella provincia (28% della SAU a Campi, 55% nella provincia); irrilevanti a Campi e nella
provincia le coltivazioni agrumicole, l’incidenza dei frutteti a Campi è pari al 0,5% della SAU.
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L’uva che si coltiva a Campi è prevalentemente uva per vino (39%, contro 7% nella
provincia), così come è da sottolineare il fortissimo incremento a Campi, registrato dall’agricoltura
irrigua rispetto al precedente censimento: se al 1190 poteva considerarsi irriguo solo il 7% delle
aziende, al successivo censimento (2000) il dato raggiunge e supera il 55%, mentre nella provincia
si attesta sugli stessi valori del precedente censimento (35%); le superfici irrigate sono il 19% della
Sau a Campi e nella provincia.
Migliore che nella provincia è il grado di meccanizzazione a Campi. Le aziende che
utilizzano mezzi di proprietà sono l’83%, contro l’81% della provincia. Il dato assume valori ancora
più rilevanti qualora nel grado di meccanizzazione si facciano rientrare anche quelle aziende che
non possiedono in forma esclusiva mezzi meccanici ( con mezzi forniti da terzi o in comproprietà).
In tal caso a Campi il grado di meccanizzazione raggiunge il 96% contro il 91% della provincia.
In base all’8° censimento generale Istat dell’industria e dei servizi (2001), il settore
secondario mostra una struttura delle specializzazioni di imprese e Unità di lavoro articolata come
nella seguente tabella.
Tab.16 Specializzazione di imprese e U.L. per il Comune di Campi Sal. e la provincia di Lecce.
I grafici dei dati relativi a imprese e UL per settore di attività economica (Fig.) , riferiti a
Campi e alla provincia di Lecce, risultano perfettamente sovrapponibili; i dati comunali sono in
media poco meno del’ 1,2% di quelli provinciali, con l’unica eccezione del dato relativo a “energiagas-acqua” per il quale il dato comunale rappresenta il 10% di quello provinciale; tuttavia ciò non
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deve indurre in errore dal momento che a Campi esiste un ‘unica impresa nel settore, mentre il
dato è vistoso perché a livello provinciale si contano solo 11 UL.
Fig. 26 Dati relativi a imprese e UL per settore di attività economica, riferiti a Campi e alla provincia di
Lecce.
La rilevanza dello scarto si giustifica se si osservano i dati relativi agli addetti ai settori
economici. La media comunale rappresenta circa l’1% di quella provinciale con l’eccezione del tato
relativo all’industria estrattiva (6%) e a quella di energia-gas-acqua (poco meno del 5%), che
risultano fuorvianti in quanto è a livello provinciale che quei settori occupano molti meno addetti.
Guardando i dati relativi agli addetti alle istituzioni pubbliche, gli addetti al settore “ministero o
organi costituzionali” a Campi occupano lo 0,85% di quelli dell’intera provincia. Gli addetti agli enti
locali rappresentano l’1,6% di quelli provinciali e valori di poco superiori si ritrovano per gli addetti
negli enti di previdenza rispetto alla media provinciale (1,8%). Unico dato che si distacca alquanto
dai precedenti, per una maggior presenza a Campi, è quello relativo agli enti sanitari pubblici con
una presenza di quasi il 5% rispetto alla provincia.
Considerando le sezioni storiche dei settori di attività a Campi (Fig. 27), la
rappresentazione di valori percentuali (asse delle ordinate) degli addetti ai settori considerati
(industria, commercio, servizi) rispetto alle sezioni censuarie, evidenzia una struttura economica
con particolarmente dinamica, tuttavia con valori significativi circa gli spostamenti di attività. Nel
quarantennio considerato, i settori industria e commercio subiscono un ridimensionamento: il
commercio presenta un andamento lineare copn valori che scendono dal 35,8% del 1971 al
27,6% del 2001; l’industria, dopol’impennata del 1981 con valori del 51%, subisce un decremento
costante con valori che raggiungono il 48,5% del 2001. Una tendenza assolutamente inversa a
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quella dell’industria è quella del terziario che, dopo il minimo toccato nel 1981 con valori prossimi
al 16,5%, produce un incremento degli addetti con punte che al 2001 toccano il 24%.
Fig. 27 Addetti alle UL delle imprese e istituzioni per macrosettore di attività economica (1971-2001).
Per quanto detto circa il trend del settore agricolo e il progressivo sviluppo delle attività
produttive, la tendenza è che il territorio rurale sarà sempre più interessato da fenomeni di
localizzazione di insediamenti produttivi anche al di fuori dell’area ASI individuata.
Questo dato ovviamente si riflette sulle indicazioni del PRIE: il territorio agricolo si trasforma
o si specializza e in questo contesto l’attività produttiva legata all’eolico non risulta incompatibile
con tale tendenza.
5.3 I servizi
L’offerta attuale dei servizi dell’abitato di Campi appare per alcuni settori funzionali ancora
modesta: se le scuole primarie appaiono abbastanza adeguate alla domanda, almeno in termini
quantitativi, le scuole secondarie appaiono sottodimensionate per quantità e qualità; le aree verdi
pubbliche appaiono modeste per quantità e qualità (in pratica vi sono solo due piccoli giardini
interstiziali nella struttura urbana) con assenza di veri e propri impianti attrezzati e per lo sport,
l’offerta dei servizi sanitari è valutata inadeguata dalla comunità locale e l’offerta di servizi
commerciali e per il tempo libero è modestissima.
Quanto alle reti tecnologiche e all’infrastrutture: le infrastrutture a rete (fognatura bianca e
nere, e aqp) e le infrastrutture per la protezione idrologica sono quasi dsel tutto completate; anche
la metanizzazione si è conclusa di recente; la rete elettrica, alimentata da una stazione di
trasformazione posta un chilometro a nord dell’abitato, in fregio alla via Squinzano, per il tramite di
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alcune cabine urbane posizionate in vari punti, appare di funzionalità media; la rete telefonica va
potenziata con attenzioni alle più recenti necessità di connessioni alle reti dati e con particolare
attenzione a possibili allocazione delle strutture antennistiche compatibilmente con questioni di
inquinamento elettromagnetico e di localizzazioni preferibilmente su proprietà privata pubblica.
6. ANALISI DELLA VENTOSITÀ NEL TERRITORIO DI CAMPI SALENTINA
6.1 Che cos’è il vento
Chiamiamo vento il movimento di masse d’aria rispetto alla superficie terrestre all’iterno
dell’atmosfera ; questo movimento comporta un trasporto di energia cinetica ed è dovuto a due
cause primarie: la differenza di temperatura fra una zona e l’altra e la rotazione delle terra.
Le differenze di temperatura sono prodotte da diverso riscaldamento di zone contigue a
causa di indifferente insolazione e/o natura del suolo. Dove la temperatura del suolo è maggiore si
verifica uno scambio termico con le masse d’aria sovrastanti , che si riscaldano e si sollevano per
effetto convettivo ; ciò provoca una riduzione della pressione locale con un effetto di trascinamento
delle masse d’aria dalle zone contigue che si trovano a temperatura inferiore . Si verifica quindi un
vento caldo verso l’alto (vento verticale ), assieme ad un movimento laterale di aria fredda lungo la
superficie terrestre(vento orizzontale).
Tale fenomeno si verifica su scale diverse.
A Livello locale è frequente che zone contigue si presentino a differente temperatura , a
causa della differente capacità di assorbimento termico del suolo; questi venti locali sono detti
brezze .
Si possono avere brezze fra mare (o laghi) e terra , fra prati e boschi , fra città e campagna,
fra montagna e pianura; e si formano anche deboli brezze fra la superficie insolata e quella in
ombra di un edificio.
Questi venti termici si verificano anche su scala planetaria fra masse continentali ed oceani
a differenti latitudini e stagioni. In tal caso la differenza di temperatura al suolo no è dovuta a
diversa remissività ma a diversa insolazione.
Il caso più importante è quello dei Monsoni, che si generano fra il continente asiatico e
l’oceano Indiano: durante l’estate boreale il continente si riscalda più dell’oceano ed un ampio
flusso di mare d’aria viene convogliato dall’oceano verso il continente , mentre durante l’inverno
boreale il continente è molto più freddo dell’oceano e si verifica il flusso inverso.
È chiaro perciò che i venti termici hanno carattere periodico: le brezze hanno periodo
giornaliero ed i monsoni periodo annuale. Durante il periodo, l’intensità del vento cresce
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progressivamente per poi decrescere e raggiungere una fase di calma prima di invertire la propria
direzione.
Per quanto riguarda l’effetto della rotazione terrestre , si verifica uno slittamento di masse
d’aria rispetto alla Terra , nella direzione opposta alla rotazione terrestre: la Terra ruota verso est
mentre l’atmosfera segue tale movimento a velocità minore , sicché rispetto alla superficie essa si
muove verso ovest.
Si determina sul pianeta uno spostamento generale di masse d’aria verso ovest; tuttavia,
dato che la velocità di rotazione è proporzionale al raggio, essendo nulla ai poli e massima
all’equatore, tali venti sono più intensi intorno all’equatore, cioè nella fascia tropicale, dove formano
gli alisei.
Fig. 28 Venti planetari – fonte WWW.spaere.it
A causa dell’effetto combinato delle differenze di velocità di rotazione e di temperatura , la
direzione di questi venti ha anche una componente nella direzione Nord – Sud. La direzione degli
alisei non è periodica ma stabile; tuttavia le variazioni stagionali di temperatura nelle aree extra –
tropicali modificano periodicamente la loro intensità .
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Infine l’effetto combinato dell’insolazione e della rotazione terrestre causa la formazione
locale di vortici di vento, che sono orari nell’emisfero Nord (anticicloni) ed antiorari in quello
sud\(cicloni) .
6.2 La misura del vento
La misura della intensità e della direzione del vento viene fatta con una grande varietà di
strumenti meccanici, elettrici ed elettronici, che prendono il nome di anemometri.
Nell’anemometro si può distinguere il sensore, che è l’elemento direttamente influenzato
dalla grandezza eolica da misurare, e il sistema si misura, che traduce il segnale del sensore in
dati numerici.
I sensori pur essendo di tipo meccanico hanno inerzia molto bassa e sono in grado di
rispondere rapidamente ad ogni variazione di velocità e direzione.
6.3 Raccolta e prima elaborazione dei dati
Tutti gli anemometri forniscono una velocità media in un intervallo, piccolo o grande che
sia, mai cioè la velocità istantanea. Ai fini della caratterizzazione della risorsa eolica in un dato sito,
salvo casi eccezionali l’intervallo di tempo minimo adoperato per la raccolta sistematica dei dati è
di 5 minuti, meno frequentemente 10 minuti. Viene definita media elementare, Ve, la relativa
velocità. I dati di Ve sono in numero elevatissimo ed utilizzabili solo da calcolatore. In genere
vengono perciò elaborate le velocità medie orarie,Vh. Una volta note le velocità medie Ve e Vh, si
calcolano le velocità medie giornaliere, Vd, e quelle mensili Vm.
Infine con le medie mensili si può calcolare la velocità media annua, Va, e su periodi di
molti anni, si calcola la velocità media storica, V che è una grandezza globale caratteristica del
sito.
Le medie orarie, quelle giornaliere e quelle annuali vengono utilizzate per ottenere le
distribuzioni medie giornaliere mensili o storiche, rappresentate mediante degli istogrammi.
L’utilità di questi istogrammi sta nel fatto che essi forniscono l’andamento medio del vento
nella località nel corso del giorno o dell’anno. Si può avere così una valutazione visiva immediata
delle ore del giorno o dei mesi dell’ano in ci la velocità è più o meno grande.
Per esempio, è utile ai fini dell’installazione delle turbine eoliche sapere quando la velocità
del vento è maggiore o minore di quella di Vc di avviamento della macchina.
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Per quanto riguarda la direzione del vento, si calcolano anche in questo caso i valori medi:
nel corso dell’intervallo di misura 810 min., 1 ora o più, si conteggiano e si raccolgono le
percentuali di tempo in cui la direzione del vento resta contenuta all’interno di un certo settore dei
360°. Come per l’intensità si possono fare le medie giornaliere, mensili, annuali ecc. Il risultato di
queste medie viene in genere rappresentato graficamente mediante una rosa dei venti, nella quale
vengono raffigurati in ogni direzione di misura un segmento la cui lunghezza è proporzionale alla
frequenza di permanenza del vento nel settore dato. Si hanno rose dei venti medie giornaliere,
mensili, annuali e storiche.
La conoscenza della rosa dei venti locale consente di valutare visivamente da quali
direzioni e in quali periodi la macchina eolica viene investita dal vento.
Fig. 29 Rosa dei venti località Lecce .
Lo studio della distribuzione territoriale del vento viene spesso tradotto graficamente in
mappe eoliche. Queste mappe hanno una utilità puramente orientativa, specialmente quando il
territorio è orograficamente irregolare e sono tanto meno significative quanto più vasto è il territorio
a cui si riferiscono.
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6.4 Analisi della ventosità del territorio di Campi Salentina
Nel merito della valutazione dell’indice di ventosità e delle conseguenti determinazioni sulla
producibilità specifica ci si è avvalsi della Ricerca di Sistema svolta dal C.E.S.I. – Università degli
Studi di Genova (Dipartimento di Fisica) nell’ambito del Progetto ENERIN del 2002 .
Si è preso in esame tutte le mappe relative al territorio e cioè :
•
Mappa della velocità media annua del vento a 25 m s.l.t. Tavola 18 a;
•
Mappa della velocità media annua del vento a 50 m s.l.t. Tavola 18 b;
•
Mappa della velocità media annua del vento a 70 m s.l.t. Tavola 18 c;
disponendo delle suddette mappe il C.E.S.I. ha potuto elaborare , sia pure in termini generali , una
mappa di producibilità di energia elettrica.
•
Mappa della producibilità specifica a 50 m s.l.t Tavola 18 d ;
La trasposizione da dati di velocità del vento in dati di energia producibile da un
aerogeneratore non è lineare. Si fa presente a tal riguardo che il vento è sfruttabile per la
produzione di elettricità quando la sua velocità (mediata ad esempio su periodi di 10 minuti) è
compresa tra un minimo di circa 4-5 m/s ed un massimo di circa 20-25 m/s, valore al di sopra del
quale la macchina eolica viene posta fuori servizio, per tutelarne l'integrità. Anche all’interno del
suddetto intervallo, la produzione a potenza nominale Pnom avviene soltanto a velocità del vento
superiori alla velocità del vento nominale (attorno a 10-12 m/s). Queste caratteristiche sono
contenute nella curva di potenza dello specifico aerogeneratore considerato.
Il calcolo della producibilità pertanto è stato effettuato mediante due curve :
- curva di distribuzione della velocità del vento all’altezza di mozzo;
- curva di potenza dell’aerogeneratore di interesse, pure espressa normalmente in
funzione della velocità del vento all’altezza di mozzo.
Una valutazione accurata richiede ovviamente una conoscenza altrettanto accurata delle
due curve. Nell’ Atlante del C.E.S.I. ci si limita a riportare una valutazione di massima delle
producibilità, che possa essere utile per apprezzare l’ordine di grandezza di questa quantità nelle
varie aree del territorio italiano.
Nel seguito si è riportato alcuni passaggi stralciati dalla relazione allegata allo studio (Appendice
D) per far capire come si è giunti alla tavola della producibilità.
“si indica con P=P(V) la curva di potenza dell’aerogeneratore, in cui V è la velocità del
vento al mozzo (intesa normalmente come media su un intervallo dell’ordine di10 minuti).
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Si indica invece con φ(V) la distribuzione statistica della velocità del vento V e con Ф(V) la
sua cumulata:
La producibilità annua teorica di un aerogeneratore è data allora formalmente da
quantità che spesso viene calcolata con sommatorie su curve ottenute sperimentalmente .
E’ utile considerare una quantità, qui denominata producibilità specifica H, data dal rapporto
tra E e la potenza nominale dell’aerogeneratore Pnom :
H = E / Pnom
Esprimendo la producibilità in kWh e la potenza in kW la producibilità H risulta essere un tempo,
espresso in ore. In effetti, H è anche nota come numero di ore annue di funzionamento equivalente a
potenza nominale.
Se si fa riferimento alla gamma di aerogeneratori commerciali oggi disponibili si trova che a
parità di altre condizioni questa quantità non varia in misura molto consistente da macchina a
macchina.
Ai fini del lavoro sviluppato dal C.E.S.I. si è scelto di esprimere la producibilità nelle
diverse aree del Paese sulla base di questo parametro, H , facendo riferimento alla media dei valori
che si ottengono su un gruppo di quindici macchine eoliche rappresentativo della gamma
commercialmente disponibile per altezze di mozzo attorno a 50 m.” Questa era infatti nel 2002 la
taglia più diffusa negli impianti eolici, anche se tendenzialmente oggi è stata superata da taglie
maggiori.
“Il valore di H, dopo moltiplicazione per il valore della potenza nominale
dell’aerogeneratore di interesse, porta ad una stima della producibilità annua dello stesso.”
La mappa di ventosità a 70 m s.l.t. e la mappa di producibilità specifica a 50 m s.l.t.
attestano per il comune di Campi Salentina :
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1. velocità media del vento a 70 m s.l.t. = 6 – 7 m/s
2. producibilità specifica stimata a 50 m = 1500-2000 MWh/MW
In base ai dati del C.E.S.I., dunque, tutto il territorio comunale di Campi Salentina ricade
all’interno di un’area caratterizzata da produzione energetica annua da fonte eolica uguale o
superiore, in termini specifici, a 1600 ore/equivalenti all’anno.
Le ore equivalenti corrispondono al rapporto, su scala annuale, tra energia producibile e
potenza nominale complessiva dell’impianto generante. Si deve in tale valutazione tener conto del
fatto che le macchine attualmente sul mercato hanno un’altezza del mozzo che ben supera i 70
metri di altezza e per le quali non sono state riportate esplicitamente mappe di producibilità
specifica .
Al di la di quanto riportato precedentemente c’è da osservare che le mappe territoriali sono
puramente orientative, e la stima della producibilità specifica del sito sarà affidata piuttosto ad una
investigazione meticolosa che i proponenti dei parchi eolici dovranno condurre zona per zona.
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7. PARAMETRO DI CONTROLLO
Il regolamento della Regione Puglia stabilisce, ai fini di stabilire un criterio per limitare il
numero massimo di aerogeneratori installabili in ogni territorio comunale, introduce un parametro
di controllo P che deve essere rispettato.
Il parametro P è definito come il rapporto tra la somma dei diametri di tutti i rotori degli
aerogeneratori già installati, autorizzati o da costruire nel territorio comunale ed il lato del quadrato
equivalente alla superficie comunale. Tale parametro deve essere inferiore a 0,75.
Parametro di Controllo (0,75 max ) = Somma delle lunghezze dei diametri di tutti gli
aerogeneratori/lato del quadrato di superficie pari a quella del comune.
Sul territorio comunale di Campi Salentina al momento non esistono impianti eolici.
Per il comune di Campi Salentina, che ha una superficie di 45.110.000 m2 , il lato del
quadrato equivalente è pari a 6.789,59 m.
Definizione dell’intervento complessivo possibile in base al parametro di controllo massimo
pari a 0,75 e al parametro di controllo pari a 0,25.
Parametro di
Lato del quadrato
controllo
equivalente (m)
0,75
6.789,59
Numero max di
Numero max di
aerogeneratori
aerogeneratori
con P = 0,75
con P = 0,25
70
72,74
24,24
80
63,64
21,21
90
56,57
18,85
100
50,92
16,97
Diametro (m)
8. COMPATIBILITÀ DELLE AREE POTENZIALMENTE
INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
IDONEE
ALL’
Nella Elaborato N. 39 Tav. 9.5 bissono riportati i perimetri complessivi desunti dalla
sovrapposizione delle aree individuate nelle tre fasi di approfondimento, e si ha il quadro completo
delle aree da ritenersi ineleggibili per l’installazione degli aerogeneratori.
Le aree potenzialmente eleggibili risultano essere idonee anche per quanto riguarda
l’adesione ai criteri tecnici indicati nell’Art. 6 comma 3 del Regolamento che cita:
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I criteri tecnici, di seguito elencati per la individuazione di aree non idonee possono
assumere rilevanza diversa a seconda dei diversi contesti territoriali in cui si articola la definizione
dei PRIE e suggeriscono elementi di attenzione alla progettazione dei singoli impianti eolici.
A)
Aree con indice di ventosità tale da non garantire almeno 1600 ore/equivalenti
all’anno.Tale
dato
deve
essere
desunto
da
banche
dati
ufficiali
o
dall’implementazione di modelli matematici accreditati da enti pubblici e/o di
ricerca o da adeguate campagne anemometriche della durata di almeno un anno.
B)
Aree che non consentano di massimizzare le economie di scala per l’individuazione
del punto di connessione alla rete elettrica, tendenti sia al possibile sfruttamento in
unico sito di potenziali energetici rinnovabili di fonte diversa sia all’utilizzo di
corridoi energetici preesistenti.
C)
Aree che non consentano di massimizzare le economie di scala per le opere di
accesso ai diversi siti durante la fase di cantiere e di esercizio.
Nessuna delle condizioni di criticità tecnica ostativa alla realizzazione degli impianti eolici è
riscontrabile nelle aree ritenute potenzialmente idonee all’installazione di parchi eolici; come si
evince dalle mappe eoliche disponibili, tutto il territorio comunale consente il superamento delle
1600 ore di funzionamento annuo degli impianti; allo stesso tempo, la capillare diffusione di strade
di varia classificazione su tutto il territorio rurale non implica problemi connessi al raggiungimento
dei siti di impianto, né la necessità di potenziare in maniera significativa la rete stradale esistente.
Per quanto riguarda i collegamenti alla rete nazionale elettrica di distribuzione, il territorio è
attraversato da diverse linee elettriche di media e alta tensione e in ogni caso il punto di
connessione alla rete elettrica degli impianti eolici non è definibile preventivamente in quanto viene
indicato dal GRTN sulla base di strategie di connessione e calcoli di carico e regolazione di sua
stretta competenza, il che rende difficile stimare in fase di programmazione e pianificazione quali
siano le attuali e reali capacità delle linee esistenti o se siano in previsione delle attività di
potenziamento delle reti.
In definitiva, con l’applicazione dei criteri di salvaguardia e tutela suddetti e l’adesione alle
norme di Piano, partendo dalla situazione ambientale del territorio e prefigurando l’esito delle
installazioni future nelle aree potenzialmente idonee, si può concludere che:
•
dal punto di vista paesaggistico, le interferenze fra l’opera e l’ambiente sono
riconducibili essenzialmente all’impatto visivo, peraltro in parte attenuato dalla poca
altitudine dei siti di impianto e per le particolari condizioni di percezione che si
165
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
hanno dalle strade e dai punti di vista più significativi; per quanto riguarda le
alterazioni morfologiche, le caratteristiche pressoché pianeggianti dei siti, la limitata
lunghezza delle strade di nuova costruzione (data la capillare infrastrutturazione
dell’ambito rurale) e l’interramento dei cavidotti per tutto il loro tracciato,
contribuiranno a limitare l’impatto sul paesaggio.
•
dal punto di vista ambientale, la costruzione di eventuali impianti non modificherà in
modo radicale la situazione antecedente in quanto, fisicamente, le opere
insisteranno su terreni che già da tempo sono stati sottratti alla naturalità attraverso
la riconversione in terreni produttivi e fortemente compromessi sotto il profilo
naturalistico
dall’intensità
dell’attività
agricola.
L’impatto
dell’opera
sulla
componente animale e vegetale, soprattutto in relazione alla antropizzazione
dell’ambiente circostante, si presume poco significativo.
La realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonte eolica, facendo
salva la modificazione a livello percettivo dell’attuale configurazione paesaggistica, non influirà in
modo sensibile sulle altre componenti del territorio.
Lo spazio sottratto all’agricoltura risulterà minimo e le pratiche agricole tradizionali potranno
essere ancora svolte senza sostanziali modificazioni.
Inoltre la distanza tra le strutture (per ottimizzare la produttività dell’impianto si hanno
distanze tra aerogeneratori contigui sempre superiori ai 3-5 diametri) attenuerà in maniera
significativa il rischio di barriera ecologica, con minimo impatto negativo specialmente per gli
spostamenti dell’avifauna.
Infine, va considerato che, a differenza della maggior parte degli impianti per la produzione
di energia, i generatori eolici possono essere smantellati facilmente e rapidamente a fine ciclo
produttivo.
Per quanto riguarda la modificazione degli aspetti visivi del paesaggio, per determinare e
verificare l'effettiva percezione dei potenziali impianti all’interno delle aree compatibili, lo studio di
carattere generale è stato approfondito e verificato attraverso una puntuale ricognizione in situ che
ha interessato particolari punti di osservazione (centri abitati e punti panoramici) e i principali
percorsi stradali.
La reale percezione visiva degli impianti dipende non solo dall'orografia del territorio, ma
anche dall'andamento delle strade, dalla copertura boschiva e dagli ostacoli che di volta in volta si
frappongono tra l'osservatore e l'oggetto della verifica percettiva.
166
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
9. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DA RISPETTARE NELLE AREE
POTENZIALMENTE IDONEE ALL’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
9.1 L’ impostazione paesaggistica ed i criteri progettuali da adottare
La valutazione delle aree in cui non è possibile installare impianti eolici si è tradotta in
un’operazione di tutela delle componenti territoriali più delicate e più sensibili rispetto ai processi di
trasformazione, ma il vero obiettivo di sviluppo sostenibile si ottiene soprattutto con una
progettazione attenta e responsabile.
Si richiama di seguito un testo perfettamente in linea con le indicazioni delle Linee Guida
Ministeriali (trattate nel capitolo 5.2 Risorse Paesaggistiche) circa l’approccio culturale e
intellettuale che può favorire il raggiungimento di tale obiettivo:
“…In definitiva, avendo salvaguardato già con la scelta di ubicazione dei siti potenzialmente
eolizzabili i principali elementi di interesse paesaggistico, si può ritenere che tutte le accortezze
adottate in merito alle alla sfera percettiva, possano contribuire a superare il concetto superficiale
che considera gli aerogeneratori come elementi estranei al paesaggio; una nuova attività
assolutamente legata alla contemporaneità, può portare, se ben fatta, alla definizione di una nuova
identità del paesaggio stesso, che di per sé è universalmente inteso come sintesi e stratificazione di
elementi naturali e interventi dell’uomo.
La questione risiede allora principalmente nelle modalità realizzative e negli accorgimenti
progettuali che ad esse sottendono.
Chi interviene da progettista anche nelle aree considerate potenzialmente idonee deve essere
consapevole che la qualità del paesaggio e la definizione di un modello di sviluppo sostenibile sono
obiettivi fondamentali per ogni trasformazione che riguardi il territorio, pertanto assumono un ruolo
prioritario anche nell’ambito della progettazione degli impianti eolici.
Trovare le soluzioni più idonee che possano diventare occasione per dialogare ed interagire
con realtà territoriali, diventa una concreta opportunità perché lo sviluppo di impianti eolici si faccia
tramite di nuovi coinvolgimenti delle comunità locali, mediante l’introduzione di nuovi servizi e la
possibilità di fare sopravvivere strutture sociali ed usi del territorio.
Questo infatti è il punto di partenza per una progettazione di tali infrastrutture nel territorio,
capaci di inserirsi all’interno del significato specifico dei luoghi.
La ricerca dei giusti rapporti ed equilibri tra approcci apparentemente antitetici, quali lo
sfruttamento di una forma di energia pulita ed inesauribile ed una relazione con il territorio che sia
167
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
intelligente ed attenta all’innovazione e ai valori storici, culturali e paesaggistici, diventa tema
prioritario all’interno della questione fondamentale costituita dallo sviluppo delle energie
rinnovabili.
Tutto questo richiede una corretta comprensione di cosa significa progettare e realizzare
impianti eolici nel territorio, a partire dalla scelta dei luoghi, luoghi mai indifferenti, connotati ed
accomunati dalla forte presenza del vento che ne traccia le superfici e ne definisce i caratteri, dalle
presenze antropiche, dalle trame d’uso dei suoli, dalla presenza di infrastrutture di trasporto. Gli
impianti stessi sono infrastrutture di trasporto: le richiedono per essere realizzati, lo sono perché
catturano, convertono e trasmettono energia, che cedono ad altre infrastrutture perché venga
distribuita sul territorio nazionale.
Tracciare una nuova strada per accedere ad un impianto è sicuramente un’operazione più
incisiva ed impattante, rispetto ad un luogo, della presenza stessa degli aerogeneratori, perché
comporta ridefinizioni di assetti proprietari, ridisegni di strutture e forme del paesaggio, perché
aggrega nuove trasformazioni ed usi ed incide o sovrappone permanentemente nuovi segni a quelli
già presenti.
Ogni azione sul territorio interviene all’interno di un sistema di segni, reticoli sovrapposti di
tracce intelligibili o criptate nel significato, rispetto alle quali noi possiamo decidere di aggiungere o
togliere, comunque selezionare e rispetto ad esse intervenire.
Da un punto di vista strettamente progettuale bisogna saper comprendere e al tempo stesso
precisare il campo di interazione tra queste infrastrutture ed il paesaggio. Innanzitutto va compresa
la questione di rapporti dimensionali che travalicano in certi casi la possibilità di essere messi in
relazione. Difficile stabilire percettivamente l’effettiva grandezza di queste torri se non in un
rapporto di prossimità, così come le operazioni di scavo e rinterro, anche di sezione molto limitata,
possono diventare segni, ombre percepibili a grandissima distanza. Piccoli segni sul territorio
possono amplificarsi, grandi dimensioni superare la scala della misurabilità. I rapporti non possono
essere scontati né preordinati, mutano in relazione alle condizioni spaziali…” .
Testo estratto dagli atti del convegno “Impianti eolici, nuovi segni nel paesaggio del vento
della Daunia” Fondazione Benetton – Moderini, Selano, Zampieri
Per quanto riguarda le modalità di intervento all’interno delle aree potenzialmente idonee,
ferma restando l’adesione alle norme vigenti in materia di tutela paesaggistica e ambientale, le
proposte progettuali devono indagare e approfondire i seguenti aspetti:
168
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
a) le caratteristiche orografiche e geomorfologiche del sito di intervento, con particolare
riguardo ai sistemi che compongono il paesaggio (acqua, vegetazione, uso del suolo,
viabilità carrabile e percorsi pedonali, conformazione del terreno, colori);
b) le emergenze architettoniche e i siti di interesse archeologico;
c) a disposizione degli aerogeneratori sul territorio, lo studio della loro percezione e
dell’impatto visivo rispetto a punti di vista prioritari (insediamenti concentrati o isolati),
a visioni in movimento (strade);
d) i caratteri delle strutture, le torri, con indicazioni riguardanti materiali, colori, forma,
ecc. e con particolare attenzione alla manutenzione e durabilità. In particolare si
prescrive la certificazione di compatibilità ambientale dei prodotti chimici necessari
alla veniciatura degli elementi costituenti il parco eolico al fine di evitare
nella
smaltatura e nella verniciatura delle torrette e del rotore, incluse le pale, l’uso di
prodotti chimici con un lento ma costante rilascio di molecole tossiche.
e) la qualità del paesaggio, i caratteri del territorio e le trasformazioni proposte (interventi
di rimodellazione dei terreni, di ingegneria naturalistica, di inserimento delle nuove
strade e strutture secondarie, ecc.), la gestione delle aree e degli impianti, i
collegamenti tra le strutture;
f)
le forme e i sistemi di valorizzazione e fruizione pubblica delle aree e dei beni
paesaggistici (accessibilità, percorsi e aree di fruizione, servizi, ecc.);
g) le indicazioni per l’uso di materiali nella realizzazione dei diversi interventi previsti dal
progetto (percorsi e aree fruibili, strutture), degli impianti arborei e vegetazionali (con
indicazione delle specie autoctone previste), eventuali illuminazioni delle aree e delle
strutture per la loro valorizzazione nel paesaggio.
Con riferimento agli obiettivi e ai criteri di valutazione suddetti si richiamano alcuni criteri di
base da adottare al fine di migliorare l’inserimento dell’infrastruttura nel territorio senza tuttavia
trascurare i criteri di rendimento energetico determinati dalle migliori condizioni anemometriche:
1) rispetto dell’orografia del terreno (limitazione delle opere di scavo/riporto);
2) massimo riutilizzo della viabilità esistente; realizzazione della nuova viabilità
rispettando l’orografia del terreno e secondo la tipologia esistente in zona o
attraverso modalità di realizzazione che tengono conto delle caratteristiche
percettive generali del sito;
169
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
3) impiego di materiali che favoriscano l’integrazione con il paesaggio dell’area per
tutti gli interventi che riguardino manufatti (strade, cabine, muri di contenimento,
ecc.);
4) attenzione alle condizioni determinate dai cantieri e ripristino della situazione “ante
operam” con particolare riguardo alla reversibilità e rinaturalizzazione o
rimboschimento delle aree occupate temporaneamente da camion e autogrù nella
fase di montaggio degli aerogeneratori.
9.2 Norme specifiche e prescrizioni
All’interno delle aree ritenute inidonee e in particolare nelle fasce di rispetto stradali, sono
comunque da ritenersi ammissibili (in effettiva assenza di alternative possibili) gli impianti a rete
interrati (cavidotti) ferma restando l’adesione in fase progettuale e di realizzazione a tutte le
prescrizioni dettate dagli enti competenti al rilascio di pareri e autorizzazioni specifiche, e il rispetto
dei criteri progettuali individuati dal presente PRIE.
I progetti di impianti eolici che ricadono nell’ambito di applicazione del PRIE
secondo il Regolamento Regionale 16/2006, dovranno seguire durante l’iter del
procedimento unico, ai sensi del D.Lgs. 387/2003 e dalla D.G.R. 35/2007 le uleriori seguenti
prescrizioni indicate dagli Enti durante la prima conferenza dei servizi del 22 settembre
2008:
1)
considerato che tali aree ricadono in un territorio che riveste, nell'ambito del
popolamento antico, peculiare interesse di ordine storico-archeologico con notevole
densità di testimonianze legate alla presenza umana estesa sino al basso
Medioevo, si prescrive che le proposte progettuali debbano essere accompagnate
dal parere di competenza della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia.
I progetti di interventi da realizzarsi nelle suddette aree devono essere trasmessi
alla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia -Taranto, per l'acquisizione
del parere di competenza, corredati di apposita Carta del Rischio Archeologico,
indispensabile strumento di lettura della compatibilità progettuale con le
preesistenze antiche. Il parere della Soprintendenza sulla singola proposta
progettuale potrà essere espesso, così come esposto dall’Ente con nota Prot. N.
10724 del 22/09/2008 acquisita al Prot. N. 14444 del 22/09/2008, « ….soltanto sulla
base di esiti di attività di ricognizione documentale e sul terreno e di successiva
elaborazione della menzionata carta del Rischio, nonchè di eventuali, puntuali
170
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
approfondimenti delle aree di presistenze attraverso indagini archeologiche di scavo. Le
suddette attività dovranno essere effettuate da archeologi qualificati e dotati della
necessaria esperienza….» .Inoltre, così come prescritto dall’Ente, i nominativi degli
archeologi eventualmente incaricati dovranno essere scelti da specifico Elenco che
potrà essere fornito, a richiesta dalla stessa Soprintendenza, o dovranno essere
preventivamente approvati dallo stesso Ente; gli stessi archeologi, ove dovessero
risultare necessari interventi di scavo archeologico, dovranno operare in stretto
contatto con la Soprintendenza, in particolare per quanto attiene le esigenze della
tutela archeologica, e provvederanno comunque a redigere la documentazione di
rito, che dovrà essere consegnato al termine dei lavori all’ Ente preposto;
2) per tutto quanto detto riguardo alla necessità di operare in stretta relazione al
contesto paesaggistico, è obbligatorio predisporre uno studio specifico che dia
conto dei criteri insediativi, progettuali e di inserimento su cui si basa la proposta.
L’intento paesaggistico dei progetti costituirà un aspetto fondamentale per l’esito
della loro valutazione;
3) ai sensi della L.R. 11/2001 e s.m.i. , i progetti dovranno essere accompagnati dal
parere di competenza espresso dalla Provincia di Lecce - Settore Territorio e
Ambiente Servizio Rifiuti Scarichi Emissioni e Politiche Energetiche che attesti la
compatibilità dello stesso al C.D.S. in materia di distanze dei manufatti e degli
accessi e la compatibilità per quanto attiene il trasporto dell'energia prodotta (campi
elettromagnetici) e regimentazione delle acque meteoriche;
4) i progetti dovranno essere accompagnati dal parere di competenza espresso dai
seguenti Enti:
•
ENAV S.p.A. Area Operativa Progettazione Spazi Aerei;
•
ENAC Direzione Operatività e Certificazioni Aeroporti
•
C.I.G.A.
Le richieste di valutazione di competenza per realizzazione di nuovi impianti che
possono essere potenzialmente ostacoli alla navigazione aerea devono pervenire
agli enti sopra indicati corredate della seguente documentazione:
1) cordinate geografiche sessaggesimali, espresse nel sistema WGS 84,
identificanti la posizione del singolo aerogeneratore;
2) altezza massima dell'aerogeneratore comprensiva di rotore rispetto al
terreno;
171
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
3) quota del terreno (AMSL) alla base dello stesso;
4) corografie, prospetti e rappresentazioni grafiche in scala.
5) Con riferimento alla su indicata Conferenza dei Servizi l’”ARES – Agenzia
Regionale Sanitaria” esprimeva parere favorevole a condizione che vengano
rispettate le seguenti raccomandazioni finalizzate alla tutela della salute umana
intesa nella sua accezione di complessivo benessere fisico , psichico e sociale:
Controllo della compatibilità ambientale nell’uso di prodotti chimici necessari alla
verniciatura degli elementi costituenti il parco eolico ;
Controllo del mantenimento della biodiversità presente oggi nel sito interessato alla
realizzazione dell’opera;”l’istituzione di un parco eolico come “impianto” non richiede
l’occupazione di ampie metrature del terreno ospitante . tuttavia durante la fase di
realizzazione dell’opera parte della flora e di conseguenza della fauna esistente viene
irreversibilmente persa. La piantumazione , ossia il “reimpianto” , delle specie arboree ,
erbacce ed arbustive , successiva alla realizzazione dell’opera nel sito , consentirà alla
fauna la ripresa del territorio , nonché un equilibrio che da sempre interagisce nei rapporti
naturali tra preda e predatore. E il ripristino di un’area verde assicurerà il continuo apporto
di ossigeno nell’ambiente e il continuo prelievo , da quest’ultimo , dei gas serra , ad
esempio , la CO2.
Monitoraggio dei campi elettromagnetici generati dal parco eolico a pieno regime : in modo
particolare , si raccomanda il rispetto della normativa regionale di 3 v/m e ministeriale di
6v/m quali valori entro i quali è stata accertata l’incolumità dell’umo.
Monitoraggio nel tempo del possibile rilascio nell’aria e sul suolo di particelle chimiche ,
contaminanti e dannose per la salute dell’uomo , formatesi per il processo erosivo a cui il
parco eolico è sottoposto quotidianamente.
Ripristino della flora esistente tuttora nel territorio oggetto di interesse.
Monitoraggio durante i lavori di realizzazione dell’opera dell’inquinamento acustico;
Monitoraggio delle emissioni acustiche dell’impianto a pieno regime , più precisamente dei
macchinari alloggiati nella navicella (moltiplicatore , generatore , macchine ausiliare ) e al
movimento delle pale nell’aria: tuttavia il rumore con un’intensità sufficientemente elevata
può creare disfunzioni o danni temporanei , con l’effetto di semisordità. Con il ripetersi delle
esposizioni a rumore intenso i danni temporanei si tramutano in permanenti. Si ricorda
inoltre che la fascia di sicurezza per la preservazione dell’udito è di 70 dB (decibel ) ,
172
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
mentre la zona di rischio e dagli 80 ai 110 dB ed in prossimità dei 120 dB si è nella “zona
soglia del dolore”;
Monitoraggio e controlli sul rilascio di inquinanti da parte dei materiali usati durante i lavori
di realizzazione dell’opera : polveri sottili , metalli pesanti;
Monitoraggio e controllo sulle metodologie adottate per l’abbattimento delle polveri
sprigionatesi durante l’esecuzione dei lavori : scavi , versamento di calcestruzzi , uso di
liquidi impermeabilizzanti la piattaforma atta ad ospitare ogni singola torretta e rotore
annesso.
Per quanto riguarda altri aspetti specifici vale quanto segue:
I) le opere (relative a strade, piazzole, scavi, rinterri, plinti, cavidotti) non devono
interessare versanti con pendenza superiori al 15%;
II) le opere (relative a strade, piazzole, scavi, rinterri, plinti, cavidotti) non devono
interessare aree ubicate a meno di 50 ml dai cigli di scarpata;
III) i cavidotti di collegamento con i punti di connessione alle linee elettriche MT
esistenti, devono essere interrati a una profondità dal piano di campagna non
inferiore a 1,20 ml e devono seguire preferibilmente
strade e tracciati viari già
esistenti;
IV)vanno osservate le seguenti distanze (da misurarsi dall’asse dell’aerogeneratore):
i) distanza da strade provinciali, minimo 300 ml;
ii) nel caso di fabbricati rurali adibiti a residenza o con accertata presenza umana
superiore alle 4 ore quotidiane, la distanza minima deve essere pari a 200 m;
iii) distanza da linee elettriche non inferiore a 100 ml.
In fase di realizzazione vanno osservate le seguenti prescrizioni:
1. in fase di costruzione di strade e piazzole devono essere limitate il più possibile le opere
di scavo e rinterro e le alterazioni morfologiche dei siti, e comunque mantenere in
pareggio le quantità di terreno scavato e riportato;
2. eventuali scarpate e rilevati, devono essere inerbite e consolidate con tecniche di
ingegneria naturalistica;
3. è fatto divieto di abbattere alberature e specie vegetali arbustive di particolare pregio ,in
particolare gli uliveti considerati monumentali ai sensi della L.R. n. 14 del 4 giugno 2007,
173
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
sia in fase di esecuzione delle piazzole e delle strade di servizio, sia durante il
montaggio degli aerogeneratori, e sia in fase di realizzazione dei cavidotti interrati di
collegamento alle linee elettriche; qualora fosse assolutamente inevitabile e in assenza
di alternative possibili, qualsiasi intervento su alberature e arbusti dovrà essere
denunciato preventivamente al Corpo Forestale dello stato per ottenere specifica
approvazione;
4. i materiali provenienti dagli scavi, devono essere vagliati, al fine di separare il terreno
vegetale, che può essere riutilizzato in situ per il ripristino delle aree di cantiere, dal
materiale arido che, se non utilizzato per massicciate stradali o per la realizzazione di
rilevati, deve essere obbligatoriamente conferito alle discariche autorizzate;
5. i terreni di riporto e i rilevati di scarpate realizzati lungo i tracciati delle strade di servizio
devono essere sistemati in modo tale da consentire il regolare deflusso delle acque
meteoriche; all’uopo devono essere previsti fossi di guardia, cunette e drenaggi tali da
non consentire tracimazioni di acqua e smottamento di inerti nei terreni limitrofi; in caso
di realizzazione di nuovi tracciati viari, essi dovranno essere realizzati con manto
permeabile in stabilizzato e non asfaltati, e, nei punti di intersezione con strade già
esistenti, devono essere predisposte griglie di raccolta delle acque che dovranno essere
canalizzate e convogliate in punti di sicuro smaltimento (impluvi naturali, pozzetti di
raccolta, condotte etc);
6. a opere ultimate tutti i terreni interessati dovranno essere ripristinati e ricoperti di terreno
vegetale, con esclusione della sola strada e di una minima piazzola di servizio
dell’impianto.
174
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
10. ELENCO DEGLI ELABORATI GRAFICI ALLEGATI AL PRIE
ELABORATO N. 01 Tav. 1.1
INQUADRAMENTO TERRITORIALE SU BASE IGM fogli 1:50.000
Scala 1:50.000
ELABORATO N. 02 Tav. 1.2
INQUADRAMENTO TERRITORIALE SU BASE IGM fogli 1:25.000
Scala 1:25.000
ELABORATO N. 03 Tav. 1.3
INQUADRAMENTO TERRITORIALE SU BASE ORTOFOTO
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 04 Tav. 1.4
INQUADRAMENTO TERRITORIALE SU BASE AEROFOTOGRAMMETRIA
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 05 Tav. 2
AREE PROTETTE, IBA, BOSCHI, MACCHIE, BIOTOPI
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 06 Tav. 3 bis
RISORSE PAESAGGISTICHE PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.)
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 07 All. 1 Tav. 3 bis
INQUADRAMENTO SU ORTOFOTO ZONA A, B, D PAI
Scala 1:5.000
ELABORATO N. 08 All. 2 Tav. 3 bis
INQUADRAMENTO SU ORTOFOTO ZONA C PAI
175
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Scala 1:5.000
ELABORATO N. 09 Tav. 4.1
CARTA GEOLOGICA GENERALE
Scala 1:25.000
ELABORATO N. 10 Tav. 4.2
CARTA DELLE VULNERABILITA’ DELLA FALDA
Scala 1:25.000
ELABORATO N. 11 Tav. 4.3
CARTA AD ORIENTAMENTO GEOTECNICO
Scala 1:25.000
ELABORATO N. 12 Tav. 4.4 bis
RISORSE PAESAGGISTICHE ELEMENTI DEL SISTEMA GEO-MORFO-IDROGEOLOGICO
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 13 Tav. 4.5
CARTA LITOLOGICA DAL PTCP-LECCE
Scala 1:25.000
ELABORATO N. 14 Tav. 4.6
DEFLUSSO NATURALE DELLE ACQUE PTCP-LECCE
Scala 1:25.000
ELABORATO N. 15 Tav. 4.7
RISCHIO DI INCENDIO NELLO SPAZIO RURALE PTCP
Scala 1:25.000
ELABORATO N. 16 Tav. 4.8
COMPONENTI DEL SISTEMA BOTANICO-VEGETAZIONALE E COLTURALE E DEL SISTEMA
FAUNISTICO
Scala 1:15.000
176
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
ELABORATO N. 17 Tav. 5.1
AMBITI TERRITORIALI ESTESI PUTT/P
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 18 Tav. 5.2
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P GEOMORFOLOGIA
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 19 Tav. 5.3
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P BOSCHI, MACCHIE E BIOTOPI
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 20 Tav. 5.4
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P VINCOLI DECRETO GALASSO
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 21 Tav. 5.5
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P GROTTE E DOLINE
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 22 Tav. 5.6 bis
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P IDROLOGIA SUPERFICIALE
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 23 Tav. 5.7
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P VINCOLI E SEGNALAZIONI
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 24 Tav. 5.8
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P VINCOLI FAUNISTICI
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 25 Tav. 5.9
177
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
AMBITI TERRITORIALI DISTINTI PUTT/P VINCOLI EX LEGGE 1497
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 26 Tav. 6.1
CARTA USO DEL SUOLO
Scala 1:5.000
ELABORATO N. 27 Tav. 6.2
CARTA USO DEL SUOLO
Scala 1:5.000
ELABORATO N. 28 Tav. 6.3
CARTA DELLE UNITA’ ECOSISTEMICHE
Scala 1:5.000
ELABORATO N. 29 Tav. 6.4
CARTA DELLE UNITA’ ECOSISTEMICHE
Scala 1:5.000
ELABORATO N. 30 Tav. 7 bis
RETI INFRASTRUTTURALI, TECNOLOGICHE E DI TRASPORTO
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 31 Tav. 8.1
PUTT/P – DEL. C.C. N. 19 23/04/2007 BOSCHI MACCHIE E BIOTIPI
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 32 Tav. 8.2
PUTT/P – DEL. C.C. N. 19 23/04/2007 GROTTE E VORAGINI
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 33 Tav. 8.3
PUTT/P – DEL. C.C. N. 19 23/04/2007 VINCOLI E SEGNALAZIONI ARCHITETTONICHE E
ARCHEOLOGICHE
178
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 34 Tav. 8.4
PUTT/P – DEL. C.C. N. 19 23/04/2007 VINCOLI EX LEGGE 1497
Scala 1:10.000
ELABORATO N. 35 Tav. 9.1 bis
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INELEGGIBILI AI SENSI DELL’ART. 6 COMMA 3 DEL R.R
DEL 04/10/2006
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 36 Tav. 9.2 bis
SEDONDA FASE DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INELEGGIBILI
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 37 Tav. 9.3
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INELEGGIBILI AI SENSI DELL’ART. 14 COMMA 3 DEL R.R.
16/2006 E EX LEGGE 1497
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 38 Tav. 9.4 bis
TERZA FASE DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INELEGGIBILI PER MINIMIZZARE GLI
IMPATTI
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 39 Tav. 9.5 bis
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INELEGGIBILI DERIVANTI DALLA SOVRAPPOSIZIONE
DELLE VARIE FASI
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 40 Tav. 9.6
SOVRAPPOSIZIONE
DELLE
AREE
INELEGGIBILI
CON
PAI
(PIANO
ASSETTO
IDROGEOLOGICO)
179
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
Scala 1:15.000
ELABORATO N. 41 Tav. 9.7
SOVRAPPOSIZIONE DELLE INFRASTRUTTURE IDRICHE CON LE AREE INELEGGIBILI
Scala 1:15.000
INDICE
180
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
0.
PREMESSA.................................................................................................................. 2
1.
CRITERI DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INELEGGIBILI .................................... 5
2.
1.1
Prima fase di individuazione .............................................................................. 5
1.2
Seconda fase di individuazione ....................................................................... 10
1.3
Terza fase di individuazione............................................................................. 13
CRITERI ADOTTATI PER LA REDAZIONE DEL PRIE ............................................. 13
3. RICOGNIZIONE DEL SISTEMA TERRITORIALE DI AREA VASTA: QUADRO
PROGRAMMATICO, PIANIFICATORIO E DI TUTELA ESISTENTE E IN ITINERE........ 23
3.1
La valutazione dell’impatto ambientale in Puglia ........................................... 23
3.2
La politica energetica della Regione Puglia.................................................... 28
3.3
Il Programma Energetico Provinciale.............................................................. 42
3.4
Il Piano Strategico dell’Area Vasta di Lecce ................................................... 47
3.5
Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lecce (PTCP)......... 49
3.6
Lo stato giuridico del Comune di Campi Salentina: P.di.F .vigente, Piani
Attuativi di Sviluppo, il P.U.G. ..................................................................................... 58
Il sistema dei vincoli e delle tutele................................................................... 61
3.7
3.7.1
Patrimonio faunistico e aree protette .....................................................................61
3.7.2
PUTT/P e patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico ................................63
3.7.2.1.
Il sistema dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico ..........................65
3.7.2.2.
Il sistema della copertura vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica.
Boschi e macchie ...............................................................................................................................68
3.7.2.3.
Il sistema della stratificazione storica dell’organizzazione .........................................70
3.7.2.4.
Ambiti Territoriali Estesi..................................................................................................86
3.7.2.5.
Individuazione dei territori costruiti...............................................................................86
3.7.3
4.
Il P.A.I. Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino della Puglia .......88
RICOGNIZIONE DEL SISTEMA TERRITORIALE ..................................................... 91
4.1
Le Risorse Ambientali....................................................................................... 91
181
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
4.1.1
Aria, aspetti climatici, ventosità..............................................................................92
4.1.2
Acqua......................................................................................................................100
4.1.2.1.
Idrologia superficiale .....................................................................................................101
4.1.2.2.
Falda profonda e falda superficiale: vulnerabilità degli acquiferi ............................103
4.1.3
Suolo.......................................................................................................................107
4.1.3.1.
Analisi geologica e litologia generale del territorio ...................................................107
4.1.3.2.
Caratteristiche e problematiche geotecniche .............................................................110
4.1.3.3.
Potenzialità estrattive del territorio..............................................................................113
4.1.3.4.
Caratteri sismici .............................................................................................................113
4.1.3.5.
Uso del suolo..................................................................................................................114
4.1.4
Ecosistemi di flora e fauna e biodiversità ............................................................114
4.1.4.1.
Apetti metodologici........................................................................................................115
4.1.4.2.
Localizzazione e caratterizzazione dell’area ...............................................................118
4.1.4.3.
Flora e vegetazione........................................................................................................119
4.1.4.4.
Flora e vegetazione reale dell’area...............................................................................122
4.1.4.5.
Cartografia della vegetazione .......................................................................................127
4.1.4.6.
Specie della fauna presenti nel sito .............................................................................127
4.1.4.7.
Specie della fauna presenti nel sito e comprese nella “Direttiva 92/43/CEE (all.II)” e
“Direttiva 79/409/CEE” .....................................................................................................................131
4.1.4.8.
Componenti biotiche e connessioni ecologiche ........................................................132
4.1.4.9.
Conclusioni.....................................................................................................................132
4.1.4.10.
Stima e valutazione degli impatti sull’ecosistema di flora e fauna...........................133
4.2
Le Risorse Paesaggistiche ............................................................................. 134
4.3
Le Risorse Insediative .................................................................................... 139
4.3.1
Il territorio comunale .............................................................................................139
4.3.2
Relazioni intercomunali .........................................................................................139
4.3.3
Sintesi storica dell’insediamento..........................................................................140
182
Città di Campi Salentina
PIANO REGOLATORE PER L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI
4.4
5.
6.
7.
Le Risorse Infrastrutturali .............................................................................. 144
RICOGNIZIONE DEGLI ASPETTI SOCIOECONOMICI........................................... 147
5.1
Popolazione ..................................................................................................... 147
5.2
Il sistema economico-produttivo ................................................................... 149
5.3
I servizi ............................................................................................................. 153
ANALISI DELLA VENTOSITÀ NEL TERRITORIO DI CAMPI SALENTINA............ 154
6.1
Che cos’è il vento............................................................................................ 154
6.2
La misura del vento......................................................................................... 156
6.3
Raccolta e prima elaborazione dei dati ......................................................... 156
6.4
Analisi della ventosità del territorio di Campi Salentina.............................. 158
PARAMETRO DI CONTROLLO............................................................................... 164
8. COMPATIBILITÀ DELLE AREE POTENZIALMENTE IDONEE ALL’
INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI........................................................................ 164
9. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DA RISPETTARE NELLE AREE
POTENZIALMENTE IDONEE ALL’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI EOLICI ................. 167
9.1
L’ impostazione paesaggistica ed i criteri progettuali da adottare............. 167
9.2
Norme specifiche e prescrizioni .................................................................... 170
10. ELENCO DEGLI ELABORATI GRAFICI ALLEGATI AL PRIE................................ 175
INDICE ............................................................................................................................ 180
183
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COMUNE DI CAMPI SALENTINA N. 00