Modulazione 1 Modulazione AM Per trasmettere informazione è necessaria qualche forma di modulazione. Il processo della modulazione consiste nel variare un parametro di un segnale periodico di base, di solito chiamato portante. Normalmente come portante si usa un segnale a radiofrequenza, perché l'informazione originale è in una forma che non è adatta alla trasmissione diretta a distanza ed è perciò necessario convertirla ad una frequenza più elevata attraverso il processo della modulazione. Con gli anni sono stati inventati vari metodi per modulare, allo scopo di trasmettere l'informazione richiesta nel modo più efficiente possibile con la minima quantità di distorsione. 2 Modulazione AM I fattori primari da considerare nella trasmissione a distanza dell’informazione sono • la potenza del segnale; • la larghezza di banda; • la distorsione; • la potenza del rumore. Infine, molto importante è il rapporto tra potenza del segnale e potenza del rumore o rapporto segnale-disturbo (S/N) in uscita del sistema, poiché ne determina le prestazioni. Di conseguenza, non deve sorprendere il fatto che vengano usate molte tecniche di modulazione che sembrano competere l’una con l’altra in certe condizioni pratiche. 3 Modulazione AM Il particolare processo di elaborazione di un segnale elettrico, chiamato modulazione, è necessario per almeno due motivifondamentali: • per adattare le caratteristiche del segnale da trasmettere a quelle del mezzo trasmissione; • per consentire la trasmissione simultanea di più comunicazioni utilizzanti lo stesso mezzo di trasmissione (mediante il processo di traslazione di frequenza). Diamo quindi una possibile definizione: la modulazione è quel processo che trasforma una data informazione in un segnale adatto ad essere applicato ad un determinato canale di trasmissione. 4 Modulazione AM Il segnale portante (carrier) ha la funzione di trasportare o di traslare (a seconda dello scopo per cui si modula) il segnale elettrico contenente l’informazione (voci, suoni, immagini, dati). Il segnale modulante (modulating signal) contiene l’informazione vera e propria, ma non ha le caratteristiche necessarie per essere applicato direttamente al mezzo di trasmissione. Il risultato del processo di modulazione è il segnale modulato (modulated signal) che contiene l’informazione associata al segnale portante. Modulante Modulatore Portante Segnale Modulato 5 Modulazione AM Il processo di modulazione può essere ottenuto in modi diversi, ed una possibile classificazione può avvenire: • in base al tipo di portante utilizzata • in base al tipo di segnale modulante. La PORTANTE può essere di tipo: • CONTINUO, ad esempio sinusoide • IMPULSIVO, ad esempio segnale impulsivo o DIGITALE La MODULANTE può essere di tipo: • ANALOGICO: è un segnale che modifica in modo continuo un parametro della portante (per esempio l’ampiezza o la frequenza) • NUMERICO: è un segnale discreto, che modifica in modo discreto un parametro della portante (per esempio ampiezza o frequenza). 6 Modulazione AM Una possibile classificazione delle modulazioni analogiche principali è riportata qui di seguito. 7 Modulazione AM Ancora una classificazione …. 8 Modulazione AM Il più semplice tipo di modulazione AM si realizza con una portante ed una modulante entrambe sinusoidali. La portante è generata normalmente da un oscillatore a radiofrequenza, cioè alle frequenze usate nelle trasmissioni radio (che vanno da alcune centinaia di kHz in su). La modulante è il segnale informativo (analogico) che si vuole trasmettere ( anche se in questo esempio non vi è trasporto di informazione). 9 Modulazione AM Matematicamente, questi segnali possono essere espressi dalle seguenti funzioni del tempo: La portante: La modulante: Ricordiamo che pulsazione, frequenza e periodo sono legate fra loro dalle relazioni seguenti: Nota: per motivi che al momento non vengono precisati, la frequenza della portante e quella della modulante devono essere tali che sia 10 Modulazione AM La modulazione AM si realizza utilizzando due circuiti elettrici, un moltiplicatore ed un sommatore, connessi come mostrato nella figura seguente. Vm (t) X Vp (t) + V AM (t) L’espressine analitica del segnale modulato è pertanto: v AM( t) V mcos mt Vp cos p t Vp cos p t che può essere anche scritta così 11 Modulazione AM Per un segnale AM con portante e modulante sinusoidali viene efinito l'indice di modulazione, o profondità di modulazione, come il rapporto fra l'ampiezza del segnale modulante e l'ampiezza del segnale portante: da cui L‘ espressione del segnale modulato si potrà scrivere pertanto: Ricordando una delle formule di Werner: 12 Modulazione AM la precedente espressione del segnale modulato diventa la cui rappresentazione nel dominio della frequenza è riportata nella figura sotto 13 Modulazione AM Larghezza di banda Dall’esame della figura precedente si può osservare che: • l'operazione di modulazione ha dato luogo ad una traslazione in frequenza del segnale modulante fm della quantità fp • la larghezza di banda del segnale modulato risulta essere il doppio della frequenza fm modulante, infatti: fp + fm – (fp – fm) = 2 fm 14 Modulazione AM Larghezza di banda – segnali non sinusoidali Nel caso (più realistico) di un generico segnale modulante non sinusoidale, quindi con spettro esteso da fmin a fmax, la banda B occupata dal segnale modulato è data dalla differenza tra la frequenza massima superiore e quella inferiore relative allo spettro del segnale modulato: B = fp+ fmax – (f p- f max ) = 2 fmax f fmin fmax f fp - fmax fp fp + fmax B = 2 fmax 15 Modulazione AM Esempio. 16 Modulazione AM Ricordando la definizione di indice di modulazione va detto che deve essere minore di 1 affinché l’inviluppo (per inviluppo si intende il luogo dei punti di picco relativi al segnale modulato) del segnale modulato abbia lo stesso andamento dell’informazione da trasmettere. In pratica sarà , mentre se è m > 1 si ha la cosiddetta sovramodulazione ed in tal caso si introducono notevoli distorsioni nell’inviluppo del segnale modulato che non consentono, in ricezione, una ricostruzione fedele dell’informazione. Nella radiodiffusione l’indice m è tenuto intorno al 40 ÷ 50 %. 17 Modulazione AM 18 Modulazione AM L’indice di modulazione può essere ottenuto anche dall’esame del grafico relativo al segnale modulato ( ad esempio, oscillogramma) mediante la formula Da facili calcoli si ricavano i valori massimo e minimo dell’inviluppo positivo: Vmax = A/2 = Vp + Vm = Vp (1 + m) e Vmin = B/2 = Vp - Vm = Vp (1 - m) 19 Modulazione AM Potenza di un segnale modulato in AM In precedenza si è visto che, nel caso più semplice di modulante e portante sinusoidali, il segnale modulato è composto da tre armoniche: portante e due onde laterali. La potenza del segnale AM sarà quindi pari alla somma delle potenze dei tre segnali: dove, con Pp si è indicata la potenza della portante, con Pright la potenza della riga destra ( o Banda Laterale Superiore) e con Pleft , la potenza della riga sinistra (o Banda Laterale Inferiore). 20 Modulazione AM Se con R0 si indica la resistenza di carico, è immediato il calcolo di PAM che, dopo qualche semplice passaggio, porge la seguente formula 21 Modulazione AM Rendimento di modulazione Il rendimento di modulazione è definito come il rapporto fra la potenza del segnale informativo trasmesso contenuto in una sola delle due righe laterali, e la potenza totale: 22 Modulazione AM Valutiamo il rendimento in due casi particolari: per m=0 e m=1. Per m = 0 si ha: Per m = 1 si ha: Come si vede, nel caso di modulazione ottimale, con m = 1, il rendimento è molto modesto: circa il 17%. 23 Modulazione AM Osservazioni: • il segnale modulato è formato da tre righe spettrali di cui due, uguali, rappresentano il segnale modulato, cioè l'informazione, e la terza, la più intensa, rappresenta la portante che, a dispetto del nome, non porta alcuna informazione. • la potenza del segnale modulato in AM cresce con il quadrato dell'indice di modulazione m. • nel caso ottimale di modulazione al 100%, è m = 1 e risulta P AM m2 P P 1 2 P P 1 1 2 3 2 P P da cui Pp 2 3 P AM e cioè: i 2 / 3 della potenza totale sono (perduti) nella portante ed il rimanente 1 / 3 è posto nelle bande laterali. 24 Modulazione AM Per aumentare il rendimento di modulazione si impiegano due tecniche denominate DSB-SC (Double Side Band Suppressed Carrier) e SSB (Single Side Band). La DSB-SC consiste nel sopprimere la portante e trasmettere solo le bande laterali. Il segnale trasmesso è, in questo caso, costituito dal solo prodotto di modulazione e il rendimento di modulazione teorico è del 50%. Nella SSB, invece si trasmette una sola banda laterale o la superiore (USB) o l'inferiore (LSB). Oltre ad un miglioramento in termini di potenza trasmessa (rendimento teorico del 100% ), si ottiene anche una riduzione della larghezza del canale di trasmissione, cosa abbastanza utile nei sistemi di trasmissione a banda stretta come quelli telefonici. 25 Modulazione AM Circuiti per la modulazione AM I metodi per ottenere la modulazione di ampiezza sono diversi, ma possono essere divisi essenzialmente in due categorie: • modulatori ad alto livello • modulatori a basso livello. Premettiamo intanto che, per ottenere una buona stabilità in frequenza dei segnali trasmessi, non si modula mai direttamente l'oscillatore a radiofrequenza, ma si interviene su uno stadio facente parte della catena di amplificatori di potenza che segue l'oscillatore. Nota: la modulazione ad alto livello è una tecnica utilizzata solo in modulazione di ampiezza, perchè in gli altri tipi di modulazione (SSB, FM) viene prima generato un segnale modulato di basso livello e poi lo si ad amplifica mediante amplificatori a RF. 26 Modulazione AM La modulazione ad alto livello, è la configurazione più comunemente adottata nei trasmettitori AM perchè permette di impiegare amplificatori di potenza in RF in classe C con rendimenti elevati, intorno al 70%. Un elevato rendimento si rende necessario poiché i trasmettitori per radiodiffusione in onde medie hanno potenze di uscita che raggiungono facilmente le centinaia di KW. Lo schema di un sistema di modulazione ad alto livello comprende un oscillatore, la cui stabilità di funzionamento è assicurata, per quanto riguarda le variazioni di carico, da un amplificatore separatore. Segue una serie di stadi amplificatori di potenza ad alto rendimento in classe C, sull'ultimo dei quali avviene la modulazione per mezzo di un amplificatore di potenza di bassa frequenza. 27 Modulazione AM Ripasso: l’immagine seguente sintetizza le principali classi di funzionamento di un amplificatore. 28 Modulazione AM Schema a blocchi di un trasmettitore AM con modulazione ad alto livello Questa modulazione viene effettuata sull'ultimo stadio di amplificazionea RF (che impiega in genere un tubo a vuoto di potenza), inserendo il segnale modulante tramite un trasformatore in serie al circuito di collettore (o anodico nel caso di tubi a vuoto). Con questa tecnica si modifica la tensione di alimentazione del transistore (o del tubo a vuoto) e quindi l'ampiezza delle oscillazioni della portante. Anche se in genere si lavora con una profondità di modualzione del 30~40% (piuttosto bassa per evitare distorsioni), la modulazione ad alto livello richiede una elevata potenza del segnale modulante di BF, potenza che viene fornita in genere da un amplificatore che lavora in classe B. 29 Modulazione AM La figura seguente mostra lo schema elettrico di principio un modulatore AM ad alto livello , che utilizza un BJT modulato di collettore. Nello schema di figura il transistore è prepolarizzato dai resistori R1-R2. Il funzionamento avviene quindi partendo dalla classe A ed arrivando a regime alla classe C per mezzo del gruppo di emettitore R3-C3. Il condensatore C2 è un bypass per la radiofrequenza, affinché essa non interessi il trasformatore 30 di modulazione. Modulazione AM La modulazione a basso livello viene effettuata prima di amplificare la portante a radiofrequenza; in tal modo è sufficiente una modesta ampiezza del segnale modulante. Dopo avere effettuato la modulazione però gli stadi di amplificazione a RF che seguono devono essere lineari, e quindi devono lavorare in classe B, con un basso rendimento ( intorno al 50% ). Schema a blocchi di un trasmettitore AM con modulazione a basso livello 31 Modulazione AM La figura seguente mostra lo schema elettrico di principio di un modulatore AM a basso livello , che utilizza un BJT modulato in base. In presenza della portante a RF il gruppo R1-C2 polarizza il transistore in classe C. Attraverso il trasformatore di modulazione, il segnale di BF si sovrappone alla VBE, a riposo, per cui la corrente di uscita varia in ampiezza proporzionalmente alle variazioni di VBE. Il circuito di carico, accordato sulla frequenza portante, riproduce l'onda modulata in ampiezza. 32 Modulazione AM Modulatore quadratico Per realizzare una modulazione a basso livello si possono sommare, in un dispositivo non lineare, ad esempio un modulatore quadratico, i due segnali, portante e modulante, e filtrare in uscita, tra tutte le componenti armoniche che si ottengono, solo quelle che interessano ai fini della modulazione di ampiezza, e cioè la portante e le due bande laterali. ll modulatore quadratico è dunque un circuito non lineare in grado di fornire in uscita numerose componenti sinusoidali (armoniche). Se ai suoi morsetti d'ingresso vengono applicati il segnale modulante e quello portante (figura), in uscita, tra le tante componenti, si hanno quelle relative ad una modulazione di tipo AM. 33 Modulazione AM Il funzionamento del modulatore quadratico può essere compreso osservando la figura seguente Se la portante e la modulante sono rappresentate dalle seguenti equazioni il segnale di ingresso sarà uguale alla loro somma: 34 Modulazione AM Se la relazione tra la corrente di uscita i u(t) e la tensione d'ingresso vi (t) e di tipo non lineare, la corrente di uscita si può esprimere mediante la seguente relazione derivante dallo sviluppo in serie di potenze della relazione uscita-ingresso del modulatore, fermato al termine di 2o grado: dove è Sostituendo l'espressione di vi(t) vista prima, si ottiene un segnale di uscita che contiene numerosi termini sinusoidali, tra cui: che sono le componenti del segnale modulato AM richiesto. 35 Modulazione AM Per estrarre le tre componenti utili dallo spettro del segnale di uscita occorre utilizzare un filtro, ad esempio un carico selettivo che abbia impedenza Z = R per le componenti utili e Z = 0 [ohm] per le componenti che hanno frequenza minore e maggiore di quelle della banda utile. Con Z = R si ottiene: Nota: Essendo k2 < k1, per ottenere un alto indice di modulazione è necessaria un'elevata ampiezza Am del segnale modulante. Se però tale ampiezza aumenta troppo, nell’espressione del segnale di uscita dal modulatore nasce un termine di terzo grado e di conseguenza nella banda utile dello spettro del segnale di uscita si hanno delle componenti indesiderate dette prodotti spuri di intermodulazione, che producono distorsione nell'inviluppo del segnale modulato. Tale forma di distorsione, detta per intermodulazione, può essere evitata limitando 36 l’ampiezza del segnale modulante . Modulazione AM La figura seguente mostra lo schema di un semplice modulatore AM che può essere utilizzato per una verifica sperimentale o per la simulazione con Pspice. VCC 20V R3 1.0kohm R1 C3 75kohm Q1 2N3904 C2 100nF V1 2.0pF R2 20mV 1MHz 0Deg 10kohm R5 R4 C1 220ohm 33nF 100kohm V2 1000mV 10kHz 0Deg 37 Modulazione Qui di seguito è riportato lo schema di un altro semplice modulatore AM “ ad alto livello”. Cioè la modulazione è ottenuta direttamente agendo sulla tensione di alimentazione (collettore) dell’oscillatore quarzato. Nella pagina seguente è spiegato il funzionamento del circuito. 38 Modulazione Output level can be raised by biasing the audio amplifier's output stage to a higher voltage. This can be accomplished by placing a resistor from the base of the grounded-emitter transistor to ground. As voltage to the oscillator is increased, the voltage swing to achieve a given level of modulation will have to be increased as well. The gain of the audio amplifier is determined by the ratio of the 1 K ohm input resistor to the 56 kOhm feedback resistor, and is limited by the open loop gain of the grounded-emitter stage. The open loop gain can be estimated by looking at the voltage drop across the 1 K ohm collector resistor. The voltage gain will be (in theory) about 38 X the voltage across the 1 K collector load. Thus, a 2 volt drop would give you an open loop gain of about 76:1 at audio frequencies, so the closed loop gain will be dominated by the feedback as described above. The low frequency roll-off of the input signal will be approximately 1/(2Pi*3.3 uf * 1,000 Ohms ), which comes out to about 50 Hz. The input impedance of the amplifier at the summing node is sufficeintly low enough to allow as assumption of zero ohms to be sufficient for a design using 5% resistors . Be aware that the antenna has DC on it and shorting the antenna to ground might destroy some of the parts. You can use a small (.001 uf for example) capacitor in series with the oscillator output if you want. If you use an antenna with this device, make is a really short one as RF emissions are regulated in most if not all countries. Besides, the waveform is pretty rich in harmonics. 39 Modulazione Ancora un esempio reale di modulatore AM ad alto livello (e’ un trasmettitore per la Banda Cittadina (Citizen Band o CB). 40 Modulazione I parametri delle emissioni AM standard (A3) sono: • Gamma delle ONDE MEDIE: kHz 525 1620 KHz (Europa) e 525 1715 (Nord America) • Banda segnale modulante: 50 4500 Hz (adatto per la voce umana, non per la musica) • Dunque un canale occupa 2 x 4500 = 9 KHz (2 bande laterali) • Banda di separazione fra i canali: 1 KHz • Dunque i canali distano 9 + 1 = 10 KHz quindi un centinaio) (nell’intera banda ce ne stanno • Indice di modulazione 40% • Frequenza intermedia: 455 470 KHz (in seguito vedremo cos’è) 41 Demodulazione di Ampiezza DEMODULAZIONE AM Il processo inverso della modulazione è chiamato demodulazione, e serve ad estrarre il segnale originario – modulante - dal segnale modulato. Si possono distinguere due tipi di demodulazione AM: • Demodulazione Lineare: è utilizzata nella demodulazione di segnali AM di elevato livello e l’ampiezza del segnale demodulato è proporzionale a quella della portante. • Demodulazione Quadratica: è utilizzata nella demodulazione di segnali AM di basso livello e l’ampiezza del segnale demodulato è proporzionale al quadrato di quella della portante. 42 Demodulazione di Ampiezza DEMODULAZIONE LINEARE E’ realizzata solitamente con il rivelatore a inviluppo, un circuito composto da soli componenti passivi, come mostra la figura sotto. Il funzionamento di questo rivelatore può essere esaminato in due passi: prima senza il condensatore, quindi con il condensatore, con riferimento alla situazione di figura. 43 Demodulazione di Ampiezza Il diodo mostrato nella figura conduce quando la tensione in ingresso al diodo, vin, supera quella di uscita, vo. Ciò avviene ogni volta che vin supera la tensione di soglia del diodo, che è di circa 0.2V per il germanio. Quindi, in assenza del condensatore, l'uscita del rivelatore sarebbe costituita dai picchi positivi del segnale AM d'ingresso, come in figura sotto. 44 Demodulazione di Ampiezza Il valore medio di vo seguirà l'andamento dell'informazione, salendo e scendendo con la medesima frequenza, 5kHz in questo caso. A questo punto, basterebbe un filtro per estrarre l'informazione desiderata. Se al circuito viene aggiunto un condensatore, come mostrato nella figura, il segnale sarà filtrato ed il suo valore medio aumenterà, migliorando l’efficienza della demodulazione. 45 Demodulation di Ampiezza Con questo circuito il condensatore si carica fino al valore di picco positivo degli impulsi della portante, quando il diodo è in conduzione. Quando la tensione di ingresso scende al di sotto del picco, il diodo è bloccato ed il condensatore si scarica con una data costante di tempo sulla resistenza in parallelo. Il risultato sarà che l'uscita seguirà fedelmente i picchi del segnale AM, con le sole perdite del segnale che cade ai capi del diodo. Al segnale sarà sovrapposto un leggero ripple, alla frequenza di portante, che potrà essere facilmente eliminato con un filtro. 46 Demodulazione di Ampiezza Distorsione di taglio diagonale I valori di R e di C all'uscita del demodulatore devono però essere scelti in modo da ottimizzare il processo di rivelazione. In particolare, come si può vedere in figura, se il condensatore è troppo grande non si scaricherà in tempo sulla resistenza di carico e quindi non seguirà fedelmente l'andamento del segnale in ingresso. 47 Demodulazione di Ampiezza Questo effetto è chiamato "taglio diagonale", dall'andamento diagonale della curva di scarica del condensatore. Nel caso si verificasse quanto sopra, avremmo una notevole distorsione con consistente perdita dell’informazione. La costante di tempo ottimale è determinata da un'analisi del problema di taglio diagonale e dipende dalla massima frequenza modulante e dalla profondità o percentuale di modulazione m. Il criterio normalmente seguito nel dimensionamento della costante di tempo RC è espresso nella seguente formula, con ovvio significato dei simboli. 48 Demodulazione di Ampiezza DEMODULAZIONE NON LINEARE Una possibile tecnica di demodulazione non lineare è quella cosiddetta QUADRATICA, che è adatta alla demodulazione di segnali di basso livello. Il nome deriva dall’uso di un circuito che eleva al quadrato (quadratore) il segnale d’ingresso. Lo schema a blocchi è mostrato nella figura seguente. 49 Demodulazione di Ampiezza Il segnale d’ingresso v(t) è modulato AM e perciò è espresso come All’uscita del quadratore si avrà cioè E ricordando la nota relazione trigonometrica da cui si ottiene 50 Demodulazione di Ampiezza Il filtro Passa Basso sarà dimensionato per eliminare le frequenze superiori a quella della modulante, per cui alla sua uscita si avrà Quest’ultima espressione mostra che, a parte una componente continua, è stato recuperato il segnale modulante. 51 Modulazione DSB Per un segnale modulato con la tecnica AM standard la maggior parte della potenza è contenuta nella portante (è tanto maggiore quanto minore è l’indice di modulazione). Pur essendo necessaria per effettuare la traslazione delle frequenze, la portante (a dispetto del nome!) non porta informazione. Il rendimento della AM standard è dunque piuttosto basso e, considerando che l’informazione trasportata da un segnale AM è contenuta nelle due bande laterali, si è pensato di realizzare un sistema di trasmissione privo della portante. Tale sistema è pertanto denominato a doppia banda laterale e portante soppressa , cioè DSB-SC (Double Side Band - Suppressed Carrier) o, semplicemente DSB. 52 Modulazione DSB Il risparmio ottenuto non trasmettendo la portante ha però un prezzo: come demodulatore non è possibile usare un rivelatore di inviluppo. Per demodulare un segnale DSB è necessario disporre di un segnale portante coerente in fase e frequenza con quello del modulatore. Tale segnale, non essendo presente nel segnale modulato, andrà perciò generato localmente e comporterà maggior complicazione e quindi costo nel sistema ricevente. Tuttavia la DSB è molto importante perché: • è il primo passo per la realizzazione della SSB • è utilizzata nella modulazione FM stereo • è la base per la realizzazione di una modulazione digitale: la B-PSK 53 Modulazione DSB La modulazione DSB può essere ottenuta, semplicemente, utilizzando un moltiplicatore. Se la portante è: e la modulante: Il loro prodotto è: v ( t) Vp cos p t V mcos mt e, applicando una ormai nota formula (Werner), si ha: v(t) V p V m 2 cos p m t cos p m t Tale segnale, come si vede, presenta le due bande laterali, di ampiezza pari a Vm· Vp/2 e frequenze pari alla somma e differenza tra fp ed fm. 54 Modulazione DSB La figura seguente mostra lo schema a blocchi di un moltiplicatore ideale: vm(t) v(t) vp(t) Dal punto di vista circuitale il moltiplicatore può essere realizzato con un circuito denominato modulatore bilanciato ad anello (mixer) del quale viene proposto lo schema qui di seguito. Uscita segnale modulato Ingresso modulante Ingresso portante 55 Modulazione DSB Funzionamento del mixer bilanciato ad anello. La portante, di ampiezza adeguata, determina la commutazione ON-OFF dei diodi (per semplicità, considerati ideali) e, perciò, non è necessario che sia di tipo sinusoidale. I diodi, dunque, si possono considerare come interruttori che si aprono e chiudono alla frequenza della portante. Infatti, durante la semionda positiva di quest’ultima, vanno in conduzione i diodi D1 e D2 (fig. a). Al contrario, durante la semionda negativa, vanno in conduzione i diodi D3 e D4 (fig. b). 56 Modulazione DSB Il segnale modulato ottenuto all’uscita è quindi composto da una serie di campionamenti (cioè “pezzetti” del segnale modulante) ciascuno di durata pari alla metà del periodo della portante e di polarità diretta (diodi D1 e D2 ON) oppure invertita (diodi D3 e D4 ON) . In pratica la modulante è moltiplicata, alternativamente per 1 e -1. 57 Modulazione DSB Il segnale campionato ottenuto ha uno spettro composto da infinite repliche dello spettro DSB, ognuna delle quali è centrata su una frequenza multipla della portante, cioè n·f p . Se la frequenza della portante è almeno il doppio di quella della modulante , allora (Teorema di Shannon) gli spettri delle varie repliche non si sovrappongono e, mediante un filtro passa banda appropriato con frequenza centrale fp, è possibile recuperare il segnale DSB. B = 2fm 58 Modulazione SSB Nei sistemi di modulazione a doppia banda laterale le due bande laterali hanno lo stesso contenuto informativo. Poiché per la trasmissione dell'informazione è sufficiente trasmetterne soltanto una, è stato realizzato il processo di trasmissione a banda laterale unica che è indicato con l'acronimo SSB (Single Side Band). Oltre al risparmio di potenza dovuto alla soppressione della portante e di una delle due bande laterali, con questa tecnica la banda occupata dal segnale modulato è la metà di quella necessaria per la trasmissione AM o DSB. 59 Modulazione SSB I principali metodi per la generazione della SSB sono fondamentalmente due: • il metodo del filtro • il metodo dello sfasamento. Il primo metodo dal punto di vista circuitale è meno complesso del secondo. E’ in grado di garantire una maggiore stabilità di funzionamento e per questo viene maggiormente impiegato per la generazione dei segnali a banda laterale unica - SSB. Il segnale SSB è ottenuto generando prima un segnale DSB-SC, quindi, con un Filtro Passa Banda (con frequenza centrale opportunamente dimensionata), si elimina la banda laterale non desiderata. 60 Modulazione SSB Qui sotto è mostrato lo schema a blocchi del modulatore SSB con il metodo del filtro 61 Modulazione SSB Il metodo dello sfasamento può generare segnali SSB sia a banda laterale superiore (USB) sia a banda laterale inferiore (LSB). Il sistema utilizzato è costituito da due modulatori bilanciati con caratteristiche identiche, due reti sfasatrici di 90º ed un sommatore o sottrattore. 62 Modulazione SSB Il principio si basa sull'eliminazione delle due bande, di uguale frequenza, che si trovano in opposizione di fase. In altri termini, all'uscita dei modulatori A e B si ottengono due segnali a doppia banda laterale (DSB) le cui bande laterali superiori o inferiori sono esattamente in opposizione di fase. Le bande laterali in opposizione di fase si annullano, mentre le bande laterali in fase si sommano algebricamente, creando un'unica banda che è quella da trasmettere. 63