202 Casistica Recenti Prog Med 2011; 102: 202-206 Un caso di feocromocitoma surrenalico manifestatosi con un quadro di cardiomiopatia tipo“tako-tsubo” Laura Zinnamosca1, Luigi Petramala1, Dario Cotesta1, Maria Luisa Lefons1, Cristiano Marinelli1, Piero Chirletti2, Cesare Greco3, Claudio Letizia1 Riassunto. La cardiomiopatia tipo“tako-tsubo”è una condizione caratterizzata da una asinergia contrattile del ventricolo sinistro di tipo transitorio ed indotta da stress fisici ed emotivi. In letteratura sono stati descritti alcuni casi di associazione tra questa cardiomiopatia ed il feocromocitoma. Il caso descritto è quello di una donna di 72 anni ricorsa al Pronto Soccorso per dolore retrosternale associato a rialzo pressorio: l’ECG mostrava sottoslivellamento del tratto ST nelle derivazioni III, AVF e V1. Un ecocardiogramma denunciava riduzione della contrattilità globale (FE 40%) con acinesia dell’ apice. La coronarografia rilevava coronarie esenti da stenosi, mentre la ventricolografia sinistra rivelava una acinesia medio apicale delle pareti anteriore ed inferiore con esaltata contrattilità dei segmenti basali. Successivamente la paziente continuava a presentare episodi di rialzo pressorio associati a tremori diffusi e pertanto veniva effettuata la determinazione dell’acido vanilmandelico urinario e metanefrine urinarie, che risultavano entrambe elevate. Una successiva RM addome mostrava lesione surrenalica sinistra di 32 mm di diametro con impregnazione in fase arteriosa. Veniva posta la diagnosi di feocromocitoma surrenalico sinistro, che, dopo adeguata preparazione farmacologica preoperatoria con α-litici, veniva rimosso chirurgicamente per via laparotomica. In conclusione, l’inspiegabile transitoria asinergia del ventricolo sinistro mette il clinico in guardia riguardo la presenza di una patologia sottostante come il feocromocitoma, e la scoperta precoce di questo è fondamentale per la prognosi. Summary. Adrenal pheochromocytoma with “tako-tsubo” syndrome. “Tako-tsubo”cardiomyopathy is a condition characterized by a transitory left ventricular asinergia, induced by physical and emotional stress. In literature there are few cases of association between cardiomyopathy and pheochromocytoma. We described a case of a 72 year-old woman admitted in Emergency Room for chest pain associated with high blood pressure: the ECG showed non-ST elevation in leads III, AVF and V1. An echocardiogram showed global reduction in contractility (EF 40%) with apical akinesia. The coronary angiography showed coronary without stenosis while left ventriculography showed an average apical akinesia of the anterior wall with enhanced contractility of basal segments. Subsequently, the patient continued to present episodes of tremors associated with high blood pressure and therefore was made the determination of urinary metanephrines and urinary vanilmandelic acid that were both high. A subsequent abdomen MRI showed a 32 mm left adrenal lesion with arterial phase impregnation. The diagnosis of left adrenal pheochromocytoma was made and the tumor, after appropriate preoperative pharmacological preparation with αblockers, was removed surgically. In conclusion, the unexplained transitory left ventricular asinergia alert the clinician of an underlying disorder, such as pheochromocytoma, the early detection of which is crucial to the prognosis. Parole chiave. Cardiomiopatia da stress, cardiomiopatia tipo “tako-tsubo”, feocromocitoma. Key words. Acute stress cardiomiopathy, adrenal pheochromocytoma, “tako-tsubo” cardiomyophaty. associated Introduzione La sindrome di “tako-tsubo”, descritta per la prima volta in Giappone negli anni ’90, è una cardiomiopatia acuta caratterizzata da una transitoria disfunzione sistolica del ventricolo sinistro (dilatazione balloniforme dell’apice). Tale sindrome presenta le stesse caratteristiche cliniche della sindrome coronarica acuta, accompagnandosi a dolore toracico o dispnea, modificazioni elettrocardiografiche (sopraslivellamento del tratto ST nelle derivazioni precordiali, inversione delle onde T e formazione delle onde Q) e modesto rilascio degli enzimi di miocardiocitolisi1. L’incidenza della sindrome di tako-tsubo è di circa l’1-2% di tutti i pazienti con sindrome coronarica acuta. Il suo nome deriva dal tipico aspetto che assume l’apice del ventricolo sinistro durante la ventricolografia: quello di un vaso giapponese che veniva utilizzato per la pesca dei polpi (octopus). La sindrome di tako-tsubo è anche chiamata “cardiomiopatia da stress”: negli anni ’80 vennero descritti alcuni casi di morte violenta di individui aggrediti o traumatizzati, il cui esame autoptico non evidenziò alcun danno agli organi se non estese bande di necrosi miocardica, caratteristiche degli stati di ipercatecolaminismo. Si ritenne che le vittime potevano essere morte proprio a causa dell’effetto delle catecolamine sul miocardio e questa condizione venne chiamata “cardiomiopatia da stress”2. 1Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche; 2Dipartimento di Chirurgia “Pietro Valdoni”; 3Dipartimento di Cardiologia “Attilio Reale”: Sapienza Università di Roma. Pervenuto il 13 agosto 2010 . L. Zinnamosca et al.: Un caso di feocromocitoma surrenalico manifestatosi con un quadro di cardiomiopatia “takotsubo” Ma tale definizione non venne riutilizzata fino al 1997, anno in cui Pavin et al.3 descrissero il caso di due donne con elevati valori di catecolamine e disfunzione ventricolare sinistra reversibile causata da uno stress emozionale. La sindrome “tako-tsubo” si manifesta principalmente in donne in età postmenopausale in seguito ad eventi stressanti fisici od emotivi4. Si pensa che gli elevati livelli circolanti di catecolamine possano danneggiare direttamente il miocardio5,6. Descrizione del caso Una donna di 72 anni si è presentata al Dipartimento di Emergenza (DEA) del nostro nosocomio per un episodio sincopale seguito da dolore toracico di tipo gravativo, irradiato posteriormente, associato a tremori diffusi, rialzo della pressione arteriosa parossistico (PA 160/130 mmHg) e nausea. Tale sintomatologia era ancora presente al momento del ricovero. La paziente, con familiarità per malattie cardiovascolari, riferiva, all’età di 42 anni, isterectomia totale per fibromatosi uterina ed all’età di 71 anni intervento chirurgico per asportazione di carcinoma vescicale. L’elettrocardiogramma mostrava un emiblocco anteriore sinistro e la presenza di onde T negative da V2 a V6. Gli indici di miocardiocitolisi segnalavano lieve incremento dei livelli di troponina I all’ingresso (0,08 ng/ml) ed ulteriore aumento dopo 6 ore (0,1 ng/ml). Veniva effettuato ecocardiogramma transtoracico che rilevava una marcata ipertrofia del ventricolo sinistro con spessore del setto interventricolare (SIV) di 15 mm, contrattilità globale ridotta, con una frazione di eiezione (FE) pari a circa il 40% ed acinesia dell’apice coinvolgente i segmenti distale e medio del setto anteriore e della parete anteriore. Presso il DEA, la paziente veniva inoltre sottoposta a RX del torace che mostrava rinforzo della trama interstiziale in sede ilo-perilare bilateralmente. La paziente, con la diagnosi di sindrome coronarica acuta, veniva trasferita presso l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica. a L’ECG effettuato dopo 6 ore confermava la persistenza delle onde T negative nelle derivazioni precordiali. La paziente veniva trattata con nitroderivati per via endovenosa, eparina a basso peso molecolare per via sottocutanea, ACE-inibitori per il controllo dei valori pressori. Veniva inoltre somministrata una dose di carico con clopidogrel, immediatamente prima della coronarografia. L’esame coronarografico mostrava assenza di stenosi a livello delle arterie coronarie; la ventricolografia evidenziava un ventricolo sinistro di dimensioni lievemente aumentate con pareti ipertrofiche, discinesia medioapicale della parete anteriore ed inferiore con esaltata contrattilità dei segmenti basali; valvola mitralica continente (figura 1). Veniva effettuato, dopo 48 ore dall’inizio della sintomatologia, un ecocardiogramma transtoracico di controllo che rivelava ventricolo sinistro di normali volumi e dimensioni, moderatamente ipertrofico. Contrattilità globale lievemente ridotta (FE 40%) con acinesia dell’apice coinvolgente il segmento distale della parete anteriore e medio distale della parete laterale (figura 2 alla pagina seguente). Durante la degenza in UTIC, la paziente continuava a manifestare alcuni episodi di rialzo pressorio parossistico associati ad una sintomatologia caratterizzata da tremori diffusi. Veniva sottoposta a monitoraggio pressorio ambulatorio delle 24 ore (ABPM) che mostrava valori pressori globali medi normali con la presenza di alcuni rialzi pressori di I e II grado ed assenza del fisiologico decremento pressorio notturno. Pertanto veniva aggiunto alla terapia antipertensiva con ACE-inibitori un farmaco α-litico, la doxazosina, al dosaggio di 2 mg x 2/die, iniziando la prima dose la sera; è stata anche effettuata la determinazione dell’escrezione urinaria delle metanefrine e dell’acido vanilmandelico (VAM) delle 24 ore, i cui livelli sono risultati aumentati: 500 µg/24 h (v.n. 20-345 g/24h) e 19 mg/24h (v.n. 1-11 µg/24h), rispettivamente. Con il sospetto di feocromocitoma, la paziente è stata sottoposta a studio delle ghiandole surrenali mediante risonanza magnetica dell’addome superiore (senza e con mezzo di contrasto). b Figura 1 (a,b): Ventricolografia: acinesia medio apicale della parete anteriore ed inferiore con esaltata contrattilità dei segmenti basali. 203 204 Recenti Progressi in Medicina, 102 (5), maggio 2011 Figura 2. Ecocardiogramma trans-toracico a 48 ore dall’insorgenza della sintomatologia: ventricolo sinistro di normali volume e dimensione, moderatamente ipertrofico. Contrattilità globale lievemente ridotta (FE 50%) con acinesia dell’apice coinvolgente il segmento distale della parete anteriore e medio distale della parete laterale. Figura 4. 123-MIBG: area di progressivo iperaccumulo del radio farmaco in sede surrenalica sinistra. L’esame ha rivelato la presenza di una formazione espansiva nodulare di 3 cm di diametro a livello del surrene di sinistra, a morfologia rotondeggiante con omogenea intensità di segnale nelle sequenze T1 e T2, senza abbattimento di segnale nelle sequenze in opposizione di fase e con omogenea impregnazione in fase arteriosa con rilascio del m.d.c. in fase tardiva (figura 3). Inoltre, a completamento dell’iter diagnostico per il feocromocitoma, è stata effettuata la scintigrafia surrenalica con 123-I-MIBG che ha messo in evidenza un’area di progressivo iperaccumulo del radiofarmaco, concordante, in sede surrenalica sinistra; come reperto collaterale veniva segnalata una modesta ipocaptazione della parete infero-laterale del ventricolo sinistro, per riduzione della componente recettoriale adrenergica. Figura 3. RM addome: lesione surrenalica sinistra di 32 mm di diametro con impregnazione con gadolinio in fase arteriosa. Tale quadro deponeva per la presenza di feocromocitoma surrenalico sinistro (figura 4). Programmato l’intervento chirurgico di surrenectomia sinistra, veniva effettuata una preparazione preoperatoria mediante la somministrazione di 2000 ml di soluzione salina (0,9%) per ottenere un’ adeguata espansione del volume plasmatico. Veniva condotta per via laparotomica l’asportazione del surrene di sinistra, che mostrava macroscopicamente nel suo contesto un formazione nodulare di 3 cm, di colorito grigiastro. Durante l’intervento chirurgico, la paziente non ha presentato rialzi pressori ed alterazioni ECG, ed è stata dimessa dopo 7 giorni in buone condizioni cliniche ed in compenso emodinamico. All’esame istopatologico, la neoformazione risultava essere ben capsulata, costituita da elementi cellulari di aspetto poligonale con citoplasma eosinofilo e nucleo ipercromatico; la neoplasia mostrava un aspetto di crescita cordonale con aspetto talvolta trabecolare nel contesto del quale si evidenziavano tralci fibrosi che confluivano verso la porzione centrale, necrotica. Le cellule neoplastiche mostravano intensa positività per cromogranina (CgA) e sinaptofisina. La diagnosi di dimissione è stata: «cardiomiopatia di tako-tsubo associata a feocromocitoma surrenalico sinistro». L’analisi genetica per la succino-deidrogenasi (SDHD, SDHB) è risultata negativa per mutazioni. La paziente è stata seguita per circa 2 anni, con controlli periodici ECG, ecocardiografici, determinazione dei metaboliti urinari delle catecolamine, che sono risultati nella norma (tabella 1 alla pagina seguente). A tutt’oggi, è in trattamento farmacologico con ACE-inibitore con buon controllo dei valori di pressione arteriosa. Discussione Il caso presenta le tipiche caratteristiche della cardiomiopatia da stress o sindrome tako-tsubo (paziente di sesso femminile ed in età postmenopausale). La sindrome si è manifestata come un dolore toracico ed episodio sincopale, associati ad alterazioni ECG ed un rialzo modesto degli indici di miocardiocitolisi. L. Zinnamosca et al.: Un caso di feocromocitoma surrenalico manifestatosi con un quadro di cardiomiopatia “takotsubo” Tabella 1. Parametri ECG, ecocardiografici e di laboratorio a 6-12-18 e 24 mesi. ECG T0 ST in I,II,III, aVL,aVF, V4,V5,V6 DDVS (v.n. 37-56 mm) DSVS (v.n. 20-40 mm) SIV PP (v.n. (v.n. 66-11 11 mm) mm) 49 32 15 Ao (v.n. <30 mm) AS (v.n. 19-40 mm) DDVD (v.n. 10-26 mm) Massa ind (v.n. <115) FA(v.n. >30%) FE (v.n. >60%) VAM (v.n. 1-11 mg/ 24h) MET (v.n. 20-345 mcg/ 24h 11 29 55 24 110 33% 40% 19 500 6 mesi segni di IVS 48 32 12 11 29 50 25 105 33% 55% 9 190 12 mesi segni di IVS 48 32 12 11 29 50 26 103 33% 60% 7 125 18 mesi segni di IVS 47 32 12 11 29 50 25 103 33% 60% 7 120 24 mesi segni di IVS 47 32 12 11 29 50 25 104 33% 60% 6 110 La coronarografia non ha mostrato la presenza di stenosi coronariche, ma ha rilevato esclusivamente una discinesia dell’apice del ventricolo sinistro con successivo miglioramento nei giorni successivi della funzione sistolica. La presenza di uno stato di ipercatecolaminismo, sospettato sulla base della persistenza dei rialzi pressori parossistici associati ad una sintomatologia caratterizzata da tremori diffusi, ci ha indotto a pensare alla presenza di uno stato di ipercatecolaminismo associato alla disfunzione ventricolare sinistra, come si vede nella sindrome tako-tsubo. La dimostrazione di elevati valori urinari dei metaboliti delle catecolamine ha fatto propendere per la presenza di un feocromocitoma, presenza che è stato in seguito confermata tramite la RMN e la scintigrafia con 123-MIBG (MIBG-123) total body. I criteri per la diagnosi di cardiomiopatia takotsubo sono stati proposti, per la prima volta, dai ricercatori della Mayo Clinic nel 20047 e modificati nel 20088. Essi sono: 1) la transitoria ipocinesia, acinesia o discinesia dei segmenti medi del ventricolo sinistro con o senza il coinvolgimento dell’apice; le anomalie della cinesi parietale regionale che coinvolge regioni non necessariamente territorio di distribuzione di un singolo vaso epicardico; l’evento stressante scatenante, frequente ma non sempre presente; 2) l’assenza di stenosi coronarica o di rottura di placca allo studio angiografico; 3) l’insorgenza di nuove anomalie ECG (sopraslivellamento ST o onde T negative) o l’incremento modesto delle troponine cardiache; 4) l’assenza del feocromocitoma. La presenza o assenza del feocromocitoma è un criterio che è stato lungamente dibattuto. Nel 2008 Bybee et al.1 hanno proposto i seguenti nuovi criteri per la diagnosi di cardiomiopatia tako-tsubo: 1) anomalie della cinesi ventricolare sinistra coinvolgenti l’apice o i segmenti medi, al di là del territorio di distribuzione dell’ arteria epicardica coinvolta; 2) assenza di malattia coronarica o di rottura di placca; 3) alterazioni ECG di nuova insorgenza (sopraslivellamento transitorio del tratto ST o inversione delle onde T o aumento delle troponine cardiache). Tra questi nuovi criteri diagnostici, proposti nel 2008, non è presente l’esclusione del feocromocitoma. Sono stati inoltre osservati alcuni casi di cardiomiopatia tako-tsubo in cui l’incremento delle catecolamine circolanti era dovuto alla presenza di un feocromocitoma surrenalico o extrasurrenalico9-11. La presenza di uno stato di ipercatecolaminismo, che determina un esagerato stimolo adrenergico, svolgerebbe un ruolo predominante nella patogenesi di questa patologia ed in particolar modo nel danno aggiunto che si può evidenziare a livello miocardico, proprio come si osserva nei casi in cui sono evidenti alterazioni cardiache in corso di emorragia subaracnoidea, che determina, di per sé, una condizione di ipertono adrenergico12. Wittstein2 nel 2008 ipotizzò un effetto diretto delle catecolamine sui miociti che causerebbe lo “stordimento” del miocardio. La presenza di bande di necrosi, nelle biopsie miocardiche, è stata osservata in pazienti con cardiomiopatia da stress. L’apice del ventricolo sinistro, anche in modelli animali, possiede una maggior concentrazione di recettori β-adrenergici con conseguente aumento della risposta allo stimolo adrenergico rispetto alla base. La distribuzione dei recettori β-adrenergici potrebbe spiegare il meccanismo con il quale si assiste alla dilatazione “balloniforme” dell’apice, sebbene l’aumento della concentrazione di tali recettori non sia stata dimostrata nell’uomo. Infatti, è stato osservato che in modelli umani, la porzione basale contiene la maggior concentrazione di terminazioni nervose simpatiche, anche se probabilmente è possibile ipotizzare una diversa suscettibilità allo stimolo adrenergico nelle diverse regioni cardiache. 205 206 Recenti Progressi in Medicina, 102 (5), maggio 2011 Inoltre, la maggior incidenza della sindrome nel sesso femminile suggerisce una differenza correlata al sesso, nella risposta della midollare del surrene all’improvviso rilascio di catecolamine. Infatti, i livelli basali di epinefrina sono più bassi nel sesso femminile rispetto al sesso maschile. Questa differenza potrebbe riflettere una ridotta sintesi, un’aumentata degradazione con conseguente incremento di riserve pronte per un rilascio improvviso. Gli estrogeni hanno un effetto protettivo contro eventi acuti, attraverso numerosi meccanismi: in modelli murini è stato osservato come lo stress attivi la precoce espressione genica sia a livello del sistema nervoso centrale sia a livello del miocardio, e come le modificazioni nell’espressione genica siano mediate dall’attivazione dei recettori adrenergici α e β. Gli estrogeni riducono queste modificazioni, proteggendo dalla disfunzione ventricolare sinistra, nei modelli murini in cui veniva indotta la cardiomiopatia da stress. Nei topi, l’esposizione cronica del miocardio ventricolare agli estrogeni riduce l’aumento dell’espressione dei recettori adrenergici β1 che avviene in risposta alla loro attivazione dovuta alle catecolamine o all’ischemia-riperfusione. È stato anche osservato come, nei modelli murini, l’ovariectomia aumenti l’espressione dei recettori β1 adrenergici, effetto reversibile dopo somministrazione di estrogeni8,9. Numerose altre ipotesi sono state formulate nel tentativo di spiegare questa cardiomiopatia acuta. Alcuni autori13 hanno ipotizzato che le alterazioni della cinesi ventricolare sinistra siano dovute all’ischemia transitoria determinata da spasmi multipli delle arterie epicardiche, ma tale ipotesi non è stata dimostrata. È stata dimostrata14 la presenza di una disfunzione microcircolatoria alla base della cardiomiopatia da stress: una significativa riduzione della riserva di flusso a livello coronarico è stata osservata in alcuni soggetti durante lo studio coronarografico con guida Doppler. Infine, altri autori15 hanno ipotizzato la presenza di un ostacolo all’efflusso ventricolare sinistro che si verificherebbe in corso di un’eccessiva stimolazione adrenergica. Tale ostruzione condurrebbe ad un’ischemia subendocardica dell’apice dovuta al gradiente pressorio esistente tra base ed apice. In conclusione, il caso della paziente da noi osservato è rappresentato da un feocromocitoma surrenalico la cui prima manifestazione clinica è stata ad appannaggio di una sindrome coronarica acuta con dilatazione balloniforme dell’apice ventricolare sinistro. Il feocromocitoma, causando uno stato di ipercatecolaminismo, ha indotto nella nostra paziente (in età postmenopausale e quindi con un ridotto livello di estrogeni) un’aumentata risposta dei recettori β adrenergici a livello miocardico, in particolare a livello apicale del ventricolo sinistro, con conseguente presentazione clinica di una sindrome coronarica acuta, rivelatasi in seguito essere una cardiopatia transitoria probabilmente dovuta all’aumento delle catecolamine circolanti. Bibliografia 1. Bybee KA, Prasad A. Stress-related cardiomyopathy syndromes. Circulation 2008; 118: 397-409. 2. 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