26/01/2015 IL MERCATO ELETTRICO ITALIANO: QUALCHE RIFLESSIONE SULLA SITUAZIONE E SUI PROBLEMI DA AFFFRONTARE Luigi De Paoli NENS, Roma, 15 gennaio 2015 SCHEMA DELL’INTERVENTO 1. LA TRASFORMAZIONE DEL SISTEMA ELETTRICO IN ITALIA: I MESSAGGI A PARTIRE DALLE CIFRE 2. Il mercato elettrico 3. Il problema degli impianti CCGT e del capacity payment 2 1 26/01/2015 1.LA DOMANDA È IN CALO: NEL 2014 SIAMO TORNATI AL LIVELLO DEL 2002 345.000 +9% 340.000 -9% 335.000 330.000 GWh 325.000 320.000 315.000 310.000 305.000 300.000 295.000 290.000 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Il ciclo di crisi iniziato a fine 2008 non sembra ancora concluso La domanda elettrica cala da ormai tre anni (mai successo) 3 2. IL CROLLO DELLA DOMANDA DOPO IL 2008 (22 TWH) È DOVUTO ALLA CRISI INDUSTRIALE (-26 TWH) …MA ANCHE DI ALTRI SETTORI (COMMERCIO E TURISMO) Tipi Attività AGRICOLTURA INDUSTRIA Manifatturiera di base Siderurgica Chimica Materiali da costruzione Cartaria Manifatturiera non di base Alimentare Tessile, abbigl. e calzature Meccanica Mezzi di Trasporto Legno e Mobilio Costruzioni Energia ed acqua Raffinazione e Cokerie Elettricita' e Gas Acquedotti TERZIARIO Servizi vendibili Commercio Alberghi, Ristoranti e Bar Altri Servizi Vendibili Servizi non vendibili Pubblica amministrazione Illuminazione pubblica DOMESTICO TOTALE 2008 GWh 5.670 151.367 70.027 21.625 17.525 15.000 10.279 63.139 12.826 7.568 23.129 4.257 4.324 1.888 16.313 5.999 3.321 6.593 93.612 73.760 24.203 12.183 19.701 19.852 4.463 6.345 68.389 319.037 2009 GWh 5.650 130.506 57.421 15.731 14.591 12.631 9.376 55.096 12.558 6.197 19.106 3.630 3.804 1.808 16.181 5.979 3.528 6.282 94.835 74.769 24.004 12.361 20.821 20.066 4.533 6.317 68.924 299.915 2010 GWh 5.610 138.439 61.299 18.675 15.541 12.750 9.760 58.598 12.788 6.334 21.336 3.788 3.914 1.752 16.791 6.041 4.102 6.220 96.285 75.797 24.083 12.430 21.776 20.488 4.609 6.366 69.551 309.885 2011 GWh 5.907 140.040 62.286 20.640 15.085 12.337 9.597 57.888 12.617 6.064 21.590 3.645 3.605 1.640 18.226 6.124 5.470 6.262 97.705 77.404 23.888 12.460 23.618 20.301 4.701 6.202 70.140 313.792 2012 GWh 5.924 130.801 58.298 19.772 14.864 10.734 9.104 54.195 12.060 5.523 20.241 3.314 3.195 1.446 16.862 5.736 4.346 6.383 101.038 80.595 23.059 11.990 28.131 20.443 4.812 6.261 69.457 307.220 2013 2008‐13 GWh Δ % 5.677 0,1% 124.871‐17,5% 54.780 ‐21,8% 18.300 ‐15,4% 14.843 ‐15,3% 10.142 ‐32,4% 9.079 ‐11,7% 52.849 ‐16,3% 11.953 ‐6,8% 5.343 ‐29,4% 19.787 ‐14,5% 3.325 ‐21,9% 2.980 ‐31,1% 1.290 ‐31,7% 15.952 ‐2,2% 5.434 ‐9,4% 4.047 21,8% 6.061 ‐8,1% 99.757 6,6% 79.727 8,1% 21.794 ‐10,0% 11.273 ‐7,5% 29.470 49,6% 20.030 0,9% 4.662 4,4% 5.977 ‐5,8% 66.983 ‐2,1% 297.288 ‐6,8% 4 In parte ha operato come fattore positivo soprattutto il guadagno di efficienza (es. ill. pubbl., acquedotti) 2 26/01/2015 3. LE PREVISIONI DI TERNA (DEL 2013) NON LASCIANO INTRAVVEDERE UNA FORTE RIPRESA DEI CONSUMI NEL PROSSIMO DECENNIO Demand Forecast 400 350 TWh 300 250 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 Baseline scenario Development scenario La richiesta sulla rete nel 2023 sarebbe di 338,5 TWh (stesso livello del 2006-7) nello scenario base e di 370 TWh nello «scenario di sviluppo» 5 4. LA STRUTTURA DELLA PRODUZIONE ELETTRICA SI STA TRASFORMANDO 100% 90% 80% 70% 60% import netto 50% rinn trad nuove rinn 40% termoel trad 30% 20% 10% 0% 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 In 13 anni la produzione termoelettrica tradizionale ha perso il 14% (dal 70% al 56%) mentre le «nuove FER» (solare-eolico-biomassa-piccolo idro) hanno guadagnato una quota del 16% (dal 3 al 19%) 6 3 26/01/2015 5. L’AUMENTO DELLA PRODUZIONE DA FER È DOVUTO QUASI DEL TUTTO ALLE «NUOVE FER» CON UN DECISO CAMBIO DI PASSO DAL 2008 Idro e geo rimangono stazionarie L’incremento della produzione è dovuto alle nuove FER (ignorando la variabilità climatica) 70.000 70.000 Bioenergie Fotovoltaica Geotermica Idrica 2013 2012 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2000 2013 2012 0 2011 0 2010 10.000 2009 10.000 2008 20.000 2007 20.000 2006 30.000 2005 30.000 2004 40.000 2003 40.000 2002 50.000 2001 50.000 2000 Eolica 60.000 2001 60.000 7 6. LA PRODUZIONE TERMOELETTRICA SI È TRASFORMATA E STA DIMINUENDO 300.000 Solidi Gas naturale Gas derivati Petroliferi 250.000 19.195 200.000 75.009 5.418 150.000 172.697 100.000 108.876 95.906 50.000 45.104 43.074 31.730 0 2.001 2.002 2.003 2.004 2.005 2.006 2.007 2.008 2.009 2.010 2.011 2.012 2.013 La produzione termoelettrica si è trasformata: i prodotti petroliferi sono quasi scomparsi sostituiti dal gas, tuttavia la produzione con il metano, dopo essere salita dell’80% dal 2001 al 2008, è diminuita di quasi il 40% tra il 2008 e il 2013 (e i consumi di gas sono scesi da 34 a 20 Gm3) 8 4 26/01/2015 7. NEL DECENNIO 2001-2011 SI È INVESTITO ENORMEMENTE, PRIMA IN CC POI NELLE FER, MA OGGI TUTTO È (QUASI) FERMO… La capacità termoelettrica è passata da 52 a 78,5 GW La capacità da FER è passata da 18 a 49 GW 90000 90000 condens., TG e altro a ciclo comb e prod comb. CCC a ciclo comb CC 75000 Geotermica Fotovoltaica Eolica 75000 36349 60000 Idrica Bioenergie 37908 60000 4033 45000 45000 18420 16932 30000 42915 30000 16342 8561 15000 25220 21769 15000 0 2001 18366 16726 6768 2365 773 0 2003 2005 2007 2009 2011 2001 2013 2003 2005 2007 2009 2011 2013 9 I due cicli di investimento non sembrano sostenibili 8. LA GENERAZIONE DISTRIBUITA NON È PIÙ UN FATTO MARGINALE E PONE NUOVI PROBLEMI AI GESTORI DELLE RETI ANNO 2012 Idroelettrici Eolici Fotovoltaici Totale termoelettrici Biomasse, biogas e bioliquid Rifiuti solidi urbani Fonti non rinnovabili Ibridi TOTALE Fonte: AEEGSI numero impianti 2.628 841 478.277 3.166 2.051 55 1.023 37 484.912 potenza Produzione efficiente lorda lorda (MWh) (MW) 3.754 2.283 15.682 8.655 1.911 344 6.325 75 30.374 10.949.559 3.720.109 17.763.756 24.647.320 5.934.870 1.469.926 17.036.617 205.907 57.080.744 Produzione netta (MWh) consumata in immessa in loco rete 443.128 110 15.312.939 7.120.227 332.024 226.974 6.460.273 100.956 22.876.403 10.342.369 3.695.700 2.248.086 16.496.893 5.180.787 1.136.271 10.084.785 95.050 32.783.048 Nel 2012 vi era già quasi mezzo milione di impianti connessi alla rete di distribuzione con una potenza di 30 GW che hanno immesso in rete 33 TWh 10 5 26/01/2015 9. RICHIESTA E DISPONIBILITÀ DI POTENZA ALLA PUNTA MOSTRANO ANDAMENTI DIVERGENTI: LA CAPACITÀ PRODUTTIVA È DIVENUTA ECCEDENTARIA Punta di domanda cap disp alla punta pot installata Riepilogo previsioni TERNA al 2019 e 2023 scenario di base 130000 anno 2019 domanda di energia elettrica 120000 110000 100000 domanda di potenza alla punta 90000 potenza disponibile alla punta 80000 60000 50000 domanda di potenza alla punta 40000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 326TWh 342TWh inverno medio estate torrida inverno medio estate torrida 53 GW 55 GW 57 GW 59 GW 77 GW anno 2023 domanda di energia elettrica 70000 scenario di sviluppo 77 GW 339TWh 370TWh inverno medio estate torrida inverno medio estate torrida 57 GW 62 GW 63 GW 68 GW potenza disponibile alla punta 83 GW Anche la punta di domanda non cresce e i margini di riserva appaiono del tutto rassicuranti (anche se TERNA ha smesso di pubblicare il dato annuale sulla potenza disponibile alla punta) 83 GW 11 10. GLI SCAMBI CON L’ESTERO SONO STAZIONARI MA IL MARKET-COUPLING E L’AUMENTO DELL’INTERCONNESSIONE LI INCREMENTERANNO L’Italia è un Paese strutturalmente importatore (con linee quasi sature) Gli scambi con l’estero sono rimasti abbastanza costanti Import export di elettricità import export 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 GWh 43.433 47.070 45.761 47.520 45.369 44.338 46.724 GWh 3.399 2.111 1.817 1.787 2.281 2.200 3.021 Il Market-coupling (gestione simultanea della capacità delle linee e della domanda-offerta elettrica) incrementerà gli scambi, ma secondo un nostro studio già oggi lo scarto tra scambi ottimi e scambi effettivi è limitato (max 5%) L’incremento degli scambi è dunque legato all’aumento della capacità delle linee di interconnessione Non sembrano prospettarsi grandi possibilità di aumento dell’export nei prossimi anni (legato a episodi climatici) 12 6 26/01/2015 SCHEMA DELL’INTERVENTO 1. La trasformazione del sistema elettrico in Italia: i messaggi a partire dalle cifre 2. L’EVOLUZIONE DEL MERCATO ELETTRICO ITALIANO 3. Il problema degli impianti CCGT e il capacity payment 13 SUL MGP CONTINUA AD ESSERE SCAMBIATA GRAN PARTE DELL’ELETTRICITÀ CONSUMATA periodo Prezzo d'acquisto. PUN (€/MWh) Quantità totali (MWh) Liquidità n. operatori (%) al 31/12 media min max 2004* 51,6 1,10 189,19 231.571.983 29,1 2005 58,59 10,42 170,61 323.184.850 62,8 91 2006 74,75 15,06 378,47 329.790.030 59,6 103 2007 70,99 21,44 242,42 329.949.207 67,1 127 2008 86,99 21,54 211,99 336.961.297 69,0 151 2009 63,72 9,07 172,25 313.425.166 68,0 167 2010 64,12 10,00 174,62 318.561.565 62,6 198 2011 72,23 10,00 164,80 311.493.877 57,9 181 2012 75,48 12,14 324,20 298.668.836 59,8 192 2013 62,99 0,00 151,88 289.153.546 71,6 214 2014 52,08 2,23 149,43 281.977.370 65,9 251 73 La liquidità del mercato del giorno prima continua ad essere una delle più alte in Europa, ma altri mercati (in particolare MI) non sono molto sviluppati 14 7 26/01/2015 Dopo la riforma del 2011 il peso di MSD+MB è aumentato per l’incremento delle FER intermittenti- Nei primi 9 mesi 2014 i volumi sono stabili e i prezzi in discesa Prices MSD EX ANTE+ MB Italy 45 200 150 6,5 6,6 5,8 4,7 4,1 4,3 3,8 3,0 3,0 3,7 146 144 126 127 100 120 €/MWh 159 7,1 7,5 €/MWh TWh Ascending/Descending Volumes MSD EX ANTE + MB Italy 8 7 6 5 4 3 2 1 0 30 MB ASCENDING Q1‐Q3 2012 14 MSD 0 MSD MB 15 8 50 MSD MB Q1‐Q3 2012 Q1‐Q3 2014 MB DESCENDING ASCENDING DESCENDING Q1‐Q3 2013 28 22 15 0 MSD 29 Q1‐Q3 2013 Q1‐Q3 2014 • The rapid increase in installed capacity of intermitting renewable sources and the concurrent reduction in demand have resulted, from 2011, in a significant change to Terna's reserve procurement methods on MSD. • In 2013 there was an increase in both the quantities sold and those purchased in the planning phase (ex ante MSD), while in this three quarters of 2014 volumes are stable. • Besides, the constant decline in the average price for ascending services indicates that the competition in this market is increasingly fierce. Besides, the increase in descending prices is due to the huge drop in MGP Source: A2A Trading/Bidding & Dispatching calculations based on GME data REF prices. – Electricity Observatory Forecast June 2014 In 2014 around 60% of total MSD volumes are intermediated by CCGTs. Power Trading & Portfolio Management This information was prepared by A2A and it is not to be relied on by any 3rd party without A2A’s prior written consent. 15 IL GRADO DI CONCORRENZA SULL’IPEX È ABBASTANZA BUONO AL NORD, MENO AL CENTRO-SUD E SARDEGNA Valor medio orario dell'indice di concentrazione HHI 2012 2013 2014 Nord 1.234 1285 Centro‐nord 3.209 2810 Centro‐Sud 3.343 3.452 Sicilia 3.250 3428 Sardegna 3.674 4141 Fonte: ns elaborazioni su dati GME 1.456 2.838 4.094 2.633 4.311 Globalmente il grado di concorrenza misurato dall’indice HHI non sta aumentando, ma è accettabile al Nord e poco soddisfacente soprattutto nella zona Centro-Sud (le FER tendono a peggiorarlo perché il GSE è considerato un operatore unico) 16 8 26/01/2015 NONOSTANTE LA DISCESA, IL PREZZO IPEX RIMANE BEN AL DI SOPRA DELLA MEDIA EUROPEA periodo IPEX EPEX Nord Pool Germania OMEL EPEX Francia scarto Italia vs FR-DE anno 2004 * 51,6 28,52 28,91 27,93 28,13 23,28 anno 2005 58,59 45,97 29,33 53,67 46,67 12,27 anno 2006 74,75 50,78 48,59 50,53 49,29 24,72 anno 2007 70,99 37,99 27,93 39,35 40,88 31,56 anno 2008 86,99 65,76 44,73 64,44 69,15 19,54 anno 2009 63,72 38,85 35,02 36,96 43,01 22,79 anno 2010 64,12 44,49 53,06 37,01 47,5 18,13 anno 2011 72,23 51,12 47,05 49,93 48,89 22,23 anno 2012 75,48 42,6 31,2 47,23 46,94 30,71 anno 2013 62,99 37,78 38,35 44,26 43,24 22,48 anno 2014 52,08 32,76 29,61 34,63 42,15 14,62 Il prezzo italiano, nonostante l’integrazione dei mercati, è sempre rimasto al di sopra della media centro-europea (ma lo scarto sta diminuendo) 17 LA STRUTTURA (OLTRE IL LIVELLO) DEL PREZZO DI BORSA È CAMBIATA MOLTO NEGLI ULTIMI ANNI Prezzo orario Italia del terzo mercoledì del mese di luglio (€/MWh) 250,0 16/07/2014 17/07/2013 16/07/2008 200,0 150,0 100,0 50,0 0,0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 A causa del contributo delle fonti rinnovabili, il prezzo orario è molto più piatto e il picco in molti mesi non si verifica più nelle ore di massimo carico (11-12, 16-17) 18 9 26/01/2015 LA TENDENZA ALLA RIDUZIONE DEL RAPPORTO PREZZO PICCO/FUORI PICCO NON È SOLO ITALIANA, MA IN ITALIA È STATA PIÙ FORTE 1.5 1.3 1.1 0.9 Q1‐Q3 2006 Q1‐Q3 2007 ITALY Q1‐Q3 2008 Q1‐Q3 2009 GERMANY Q1‐Q3 2010 Q1‐Q3 2011 FRANCE Q1‐Q3 2012 Q1‐Q3 2013 Q1‐Q3 2014 SWITZERLAND L’Italia ha un rapporto PL/BL del 20% inferiore a quello di altri Paesi europei (manca il riscaldamento elettrico e c’è molto solare) Memento: secondo la teoria, lo spread punta-base serve a ripagare i costi operativi e fissi degli impianti di base (vedi oltre) 19 SCHEMA DELL’INTERVENTO 1. La trasformazione del sistema elettrico in Italia: i messaggi a partire dalle cifre 2. L’Evoluzione del mercato elettrico italiano 3. IL PROBLEMA DEGLI IMPIANTI CCGT E DEL CAPACITY PAYMENT 20 10 26/01/2015 UN RICHIAMO ALLA TEORIA ECONOMICA La costruzione del mercato elettrico liberalizzato e l’introduzione della borsa elettrica come strumento centrale di governo di tale mercato si basa sulle seguenti deduzioni teoriche: Se il parco elettrico è «adattato» e se vi è concorrenza tra i produttori, allora: 1. 2. 3. 4. il prezzo alla punta è pari al costo marginale (combustibile) più il costo fisso (inclusivo del costo capitale) della tecnologia di punta; Il prezzo nei periodi fuori punta è pari al costo marginale (=variabile) dell’impianto più caro necessario per soddisfare la domanda in quel momento Tutti gli impianti ricevono lo stesso prezzo (SMP). Nelle ore di punta gli impianti di punta coprono i loro costi totali di produzione mentre gli altri impianti ricevono un pagamento superiore al loro costo marginale e la differenza contribuisce a coprire i loro costi fissi. Nelle ore fuori punta l’impianto marginale copre esattamente il suo costo variabile mentre tutti gli altri impianti ricevono una rendita inframarginale che serve per coprire i loro costi fissi (in particolare i costi di investimento) I costi totali per soddisfare la domanda sono quelli minimi e i ricavi totali dei produttori sono uguali ai loro costi totali di produzione (non ci sono né extra-profitti né perdite) 21 I PROBLEMI DEI PRODUTTORI NEL MERCATO LIBERALIZZATO (IN BASE ALLA TEORIA) Due problemi dei produttori nel mercato liberalizzato: 1. 2. Quale mark-up applicare al costo variabile da parte dei proprietari degli impianti di punta (non conoscendo bene il numero di ore di funzionamento degli impianti di punta)? Come decidere i propri investimenti in nuovi impianti? Si noti che secondo la teoria: Ai produttori non conviene che si crei un eccesso di offerta (altrimenti scompare il mark-up nelle ore di punta) Ai produttori (nel loro complesso) non conviene che il parco impianti sia quello ottimale, ma è meglio che vi siano più impianti a costo variabile elevato di quelli richiesti per minimizzare i costi (in tal modo gli impianti inframarginali ottengono una rendita) Il coordinamento «spontaneo» degli investimenti dei produttori per tendere verso il parco ottimo richiederebbe mercati in equilibrio e razionalità e informazione perfetta (perciò è molto difficile e si possono creare eccessi-deficit di investimenti) 22 11 26/01/2015 DALLA TEORIA ALLA PRATICA (PRESCINDENDO DAL PROBLEMA DELLA CONCORRENZA) Operiamo sempre in condizioni di incertezza sul futuro (in particolare circa la domanda e i prezzi dei combustibili) Il parco ottimo (cioè capacità installata pari esattamente a quella richiesta e composizione del parco impianti tale da minimizzare i costi totali di produzione) è un’astrazione La teoria non tiene conto che per realizzare gli impianti ci vuole anche il consenso sociale e che anche la sua mancanza può impedire la realizzazione del parco ottimo di impianti CONSEGUENZE per l’industria elettrica: In presenza di parco non ottimale (o «disadattato») i produttori possono ottenere profitti elevati oppure non coprire i costi fissi I risultati dei produttori dipendono anche (e non poco) da condizioni «esterne» (prezzi dei combustibili, andamento domanda, costo permessi di emissione, sviluppo rinnovabili, interventi delle autorità…) 23 I risultati dei singoli produttori dipendono fortemente dalla composizione del loro parco impianti LA SITUAZIONE ITALIANA OGGI La domanda è più bassa del previsto (nel 2007 TERNA prevedeva nello scenario base per il 2014 374 TWh invece che ca. 310 effettivi) Lo sviluppo delle rinnovabili è stato più forte del previsto (+31 GW dal 2001 al 2013) Vi è un eccesso di capacità termoelettrica (20 GW?) (perché si è investito molto nei cicli combinati: tra 2001 e 2013: + 22,9 GW con CC semplice e + 10,2 GW con CC cogenerativi) Gli impianti CC fanno quasi sempre il prezzo (anche nelle ore di punta: sono di fatto la tecnologia di riferimento anche alla punta) Il parco elettrico è disadattato (alle condizioni odierne) anche per un difetto di impianti a carbone 24 12 26/01/2015 LE CONSEGUENZE: CLEAN SPARK/DARK SPREAD ANALYSIS CSS ON BASELOAD STILL NEGATIVE, BUT SLIGHTLY IMPROVED 2014 2014 Vs 2013 Q4 2014 Vs Q4 2013 1.22 2.50 0.83 3.45 ‐8.63 ‐4.92 ‐0.27 6.17 11.31 €/MWh 10 5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 11 12 ‐5 Clean Dark Spread ‐ Baseload 30 20 10 0 Scenario 08 01 2015 2015 Clean Spark Spread on PL 15 25 Q1 Q2 Q3 Q4 Year Q1 Q2 Q3 Q4 Year clean spark clean spark clean dark spread on BL* spread on PL* spread on BL** 1.21 11.07 20.86 ‐7.59 ‐1.20 16.89 1.23 4.18 25.65 ‐1.68 8.29 23.33 ‐1.71 5.57 21.70 ‐4.66 5.66 13.55 ‐1.32 1.99 9.04 3.12 6.16 11.23 0.82 11.74 18.42 ‐0.49 6.41 13.07 €/MWh €/MWh 2013 1 2 3 4 5 6 2013 7 8 9 10 2014 • Starting from the second quarter of 2014 a light increase in CSS on Baseload was recordered, due to the strong reduction of gas prices (even if it is still negative). Even the CSS measured on the Peakload hours increased in the last two quarters. • There was a strong contraction in the clean dark spread (-8.63 €/MWh), due to the drop in the power price exceeding the reduction of the CO2 and Coal prices. (*) Clean spark spread: difference between the PUN and the sum of: gas cost (PSV), CO2, CV and variable transport costs. The efficiency used for the CCGT technology is 53%. The CCT component is excluded because the spreads are measured with respect to PUN. (**) Clean dark spread: difference between PUN and the sum of: coal cost including logistics, CV cost, CO2 cost (CCT not included). The efficiency used for the COAL technology is 35%. Source: internal analysis L’ECCESSO DI CAPACITÀ PRODUTTIVA HA ANCHE RIDOTTO MOLTO LE ORE DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI A CICLO COMBINATO CCGT** Ore funzionamento 2009 Zona Nord 3416 Zona Sud 3040 2010 2011 2012 2013 2014* 3416 3145 2198 1455 1260 2698 2111 1867 1542 1626 * Stima sulla base primi nove mesi ** Solo impianti CCGT non cogenerativi Per recuperare i costi operativi «evitabili» annui di ca. 15-20.000 €/MW, gli impianti a CC con uno CSP di 5-7 €/MWh dovrebbero funzionare ca. 3000 ore all’anno Attualmente gli impianti CCGT non recuperano perciò neppure i costi operativi evitabili (personale, manutenzione, acquisto capacità trasporto gas) e rischiano perciò di chiudere 26 13 26/01/2015 CHE FARE? Laissez faire: che il mercato continui a funzionare senza intervenire (deprimendo i prezzi e facendo morire i produttori più deboli). Motivazione: c’è un eccesso di capacità produttiva e quindi non c’è rischio di black-out. I consumatori beneficiano di prezzi più bassi. I produttori non recuperano quanto hanno investito, ma hanno sbagliato previsioni e adesso pagano… Intervenire introducendo il capacity payment. Motivazione: si è consapevoli che il mercato può non garantire neppure la copertura dei costi evitabili. Questo, facendo chiudere un numero eccessivo di impianti, può mettere in pericolo la sicurezza del sistema. Conviene pagare una «assicurazione ragionevole» L’Italia (e altri Paesi UE) ha scelto la seconda strada, ma continua a procrastinare la sua messa in opera 27 ALCUNI PROBLEMI DEL CAPACITY PAYMENT Il meccanismo d’asta elaborato sembra piuttosto complesso nel tentativo di ricerca dell’ottimo (e di non cadere sotto la scure di Bruxelles) Dietro all’apparente tecnicità ci sono però scelte nelle quali si può inserire un margine di discrezionalità non indifferente (e ancora non del tutto chiarito/deciso). Si possono formulare le seguenti domande: Quale sarà effettivamente la quantità zonale richiesta e messa a gara? Quale sarà il floor price delle aste? Quale sarà lo strike price? 28 14 26/01/2015 ALCUNI PROBLEMI «POLITICI» DEL CAPACITY PAYMENT Si sta pensando a un «tetto» della somma a disposizione per il capacity payment? (Ad es. se la quantità richiesta fosse 30.000 MW e il floor/premio medio fosse di 20.000 €/MW ci vorrebbero 600 milioni di €/anno) La riduzione necessaria della capacità produttiva (20 GW di cui 10 di CC?) sarà lasciata alle decisioni spontanee dei produttori o sarà «guidata» politicamente? Se sì, come? (Si è pensato all’impatto sociale delle chiusure di impianti?) L’introduzione del capacity payment per molti versi significa ritornare a un sistema elettrico amministrato (tramite le quantità messe a gara, la scelta della tecnologia di riferimento, il floor price e lo strike price). E’ questo che si vuole e questa riforma è ritenuta sufficiente o si immaginano anche altre soluzioni alternative? 29 MESSAGGI CONCLUSIVI 1. 2. Il sistema elettrico italiano si è profondamente trasformato dalla liberalizzazione (Decreto Bersani del 1999) ad oggi Non è chiaro il ritmo di ulteriore penetrazione delle FER e della generazione distribuita (le due Visioni estreme di ENTSO-E per il 2030 indicano: 25 GW di FV e 14 GW di W (vision 1) e 69 GW di FV e 22 GW di W (vision 4)). L’intervento 3. 4. pubblico sarà ancora decisivo. Al momento non è chiaro se è come si vuole proseguire nel sostegno alle rinnovabili Gli impianti a CC sono in crisi e rischiano di chiudere aprendo un problema di sicurezza di fornitura L’Italia ha scelto il capacity payment con una sua metodologia per affrontare il problema del parco termoelettrico. Bisogna però passare rapidamente alla sua attuazione e l’intervento politico è necessario anche per guidare la chiusura degli impianti eccedentari. 30 15