DISTRETTO BIOLOGICO E BIO-DISTRETTO: L’APPROCCIO AL MARKETING TERRITORIALE SILVIO FRANCO DIPARTIMENTO ECONOMIA E IMPRESA UNIVERSITÀ DELLA TUSCIA CARATTERIZZAZIONE DEI DISTRETTI DI AGRICOLTURA BIOLOGICA I MOTIVI DELLA SCARSA ATTENZIONE ALLA DIMENSIONE SPAZIALE DEL BIOLOGICO • FENOMENO AZIENDALE E NON TERRITORIALE: PRODOTTI ORIGINATI DA UN PROCESSO/PRODUTTORE E NON DA UN’AREA RICONOSCIBILE COME ORIGINE • DIMENSIONE ANCORA LIMITATA E SCARSA CONCENTRAZIONE LOCALE • ASSENZA DI LETTERATURA (VALUTAZIONI TEORICHE E DI STUDI EMPIRICI) GLI ASPETTI DA APPROFONDIRE E SVILUPPARE IL SOGGETTO TERRITORIALE DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) - CHE COSA È? - A CHE COSA SERVE? LA GOVERNANCE DEL DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) - INDIVIDUAZIONE DEL TERRITORIO - ISTITUZIONE - COSTRUZIONE DEL BRAND IL SOGGETTO TERRITORIALE DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) - CHE COSA È? Proposta di Legge “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico” (n.302) Art. 8 (“Distretti biologici”) Comma 1 Costituiscono distretti biologici i sistemi produttivi locali a spiccata vocazione agricola ai sensi dell'articolo 13 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, e nei quali sia assolutamente preponderante: a) la coltivazione, l'allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare e industriale di prodotti con il metodo biologico conformemente alla normativa; b) la tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, d'allevamento e di trasformazione tipiche locali. IL SOGGETTO TERRITORIALE DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) - A CHE COSA SERVE? Art. 8 - Comma 3 I distretti biologici sono istituiti al fine di: a) promuovere la cultura del biologico e l'approccio territoriale con l'obiettivo di perseguire uno sviluppo attento alla conservazione delle risorse, impiegando le stesse nei processi produttivi in modo da salvaguardare l'ambiente e le diversità locali; b) consentire la possibilità per gli agricoltori biologici ricadenti nel distretto, di aderire a forme di certificazione collettiva che ne riducano i costi; c) agevolare e semplificare l'applicazione delle norme di certificazione ambientale e territoriale previste dalla normativa vigente. d) favorire lo sviluppo dei processi di preparazione e di trasformazione con metodo biologico; e) promuovere e sostenere le attività collegate all’agricoltura biologica, quali tra le altre la somministrazione di cibi biologici, la vendita diretta, l'attività agrituristica, nell'ottica della tutela e della preservazione delle tradizioni colturali locali nonché della biodiversità agricola e naturale. IL SOGGETTO TERRITORIALE DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) - A CHE COSA SERVE? Nella volontà del legislatore, gli obiettivi di un distretto biologico rientrano in uno spettro molto ampio - VANTAGGI PRIVATI Mezzo per il miglioramento dei redditi degli agricoltori attraverso una riduzione dei costi aziendali (punto b) - CREAZIONE DI BENI PUBBLICI Strumento capace di contribuire ad uno sviluppo locale sostenibile, in senso sia ecologico che culturale (punto a) - IMPATTO SUGLI STAKEHOLDER Contenitore per facilitare azione di carattere diverso, che non è chiaro come possano tradursi in vantaggi concreti per gli attori economici locali e per la collettività (punti c, d, e) LA GOVERNANCE DEL DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) - INDIVIDUAZIONE DEL TERRITORIO Art. 8 - Comma 2 Le regioni individuano, nei rispettivi territori, le aree da destinare a distretti biologici • L’APPROCCIO TOP-DOWN BASATO SULLA “VOCAZIONALITÀ” DEI TERRITORIO • L’APPROCCIO BOTTOM-UP BASATO SULLA VOLONTÀ DEL TERRITORIO • L’APPROCCIO BASATO SULLA GESTIONE CONDIVISA DEL TERRITORIO LA GOVERNANCE DEL DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) - ISTITUZIONE Fase 1. Delimitazione dei territori Fase 2. Proposta di attivazione Fase 3. Istituzione del Distretto Fase 4. Place Branding Identificazione delle aree candidate a divenire un Distretto Biologico Dimostrazione delle aree di poter conseguire gli obiettivi del Distretto Biologico Riconoscimento normativo del Distretto Biologico Avviamento delle attività del Distretto Biologico LA GOVERNANCE DEL DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) COSTRUZIONE DEL BRAND Il processo di costruzione del “marchio territoriale” (PLACE BRANDING) si pone l’obiettivo stabilire una relazione con il mercato in grado di creare il “valore della marca” (BRAND EQUITY) Patrimoniale investimento per creare il valore della marca (capitale immateriale del bio-distretto) Economico capacità di apportare valore aggiunto ai prodotti con la marca del bio-distretto grazie ai seguenti vantaggi: • tenere legati i clienti (customer loyalty) • imporre un prezzo più alto dei concorrenti (premium price) • espandere l’offerta in altre categorie merceologiche (brand extension) LA GOVERNANCE DEL DISTRETTO BIOLOGICO (BIO-DISTRETTO) COSTRUZIONE DEL BRAND IDENTITÀ caratteristiche specifiche del territorio - originalità (non imitare di altri territori) - caratterizzazione (messaggi e destinatari non generici) - credibilità (non eccedere in fantasia ed evocazione) IMMAGINE percezione dei caratteri del territorio - Idea e/o promessa di un’identità che si trasferisce ai prodotti (beni e servizi) legati al territorio MARCA richiamo dell’immagine del territorio PIANO DI MARKETING TERRITORIALE DEL BIO-DISTRETTO Rafforzamento dell’identità come passaggio da un segno identificativo a un contenitore di valori (sublimazione) Investimento per creare il valore patrimoniale della marca Trasferimento dei caratteri identitari del territorio al marchio territoriale “bio-distretto” COMUNICAZIONE PRODOTTI Offrire prodotti e servizi coerenti con i caratteri del territorio IDENTITÀ DEL BIO-DISTRETTO MARCHIO TERRITORIALE IMPEGNO ATTORI LOCALI RISORSE VALORE AGGIUNTO PUBBLICHE PUBBLICAZIONI SUL TEMA DEI DISTRETTI BIOLOGICI Franco S., Pancino B., Blasi E. (2014). Come favorire la creazione dei Distretti Rurali e Agroalimentari di Qualità biologici, Mediterraneo Dossier, Anno 18, n.45, pp. 32-33. Pancino B., Franco S., Marino D. (2013). Identificazione dei “Distretti Biologici”: un approccio metodologico, in Terzo Rapporto Annuale del Consorzio Tiberina, pp. 37-40. Pancino B., Franco S., Marino D. (2009). Identificazione dei Distretti Biologici: un approccio metodologico, in Crescimanno M., Schifani G. (a cura di), “Agricoltura Biologica: sistemi produttivi e modelli di commercializzazione e di consumo”, Palermo, 26-27 ottobre 2009, pp. 103-109. Franco S., Pancino B. (2008). Definizione e individuazione dei distretti biologici: alcune riflessioni introduttive, AgriRegioniEuropa, Anno 4, n. 12, pp. 51-53. Pancino B., Franco S., Marino D. (2008). Organic District: identification methodology and agricultural policy objectives, XII Congress of EAAE, Gent (Be), 26-29 agosto 2008. Franco S., Pancino B. (2006). Bioregionalismo. Un quadro d’insieme, Sociologia Urbana e Rurale, Vol. 80, pp. 77-96.