NovaCollectanea serie economica 6 Comitato Scientifico Olivier Poncet (Université Sorbonne) Roberto Perin (York University) Francesco Bono (Università di Perugia) Matteo Sanfilippo (Università della Tuscia) Giovanni Pizzorusso (Università di Chieti) Egidio Perrone LA RAGIONERIA INTERNAZIONALE e l’obiettivo del bilancio d’esercizio SETTE CITTÀ Proprietà letteraria riservata. La riproduzione in qualsiasi forma, memorizzazione o trascrizione con qualunque mezzo (elettronico, meccanico, in fotocopia, in disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, internet) sono vietate senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. ©2010 Sette Città Via Mazzini, 87 • 01100 Viterbo Tel 0761 304967 Fax 0761 1760202 www.settecitta.eu • [email protected] Progetto grafico e impaginazione Emanuele Paris Finito di stampare nel mese di dicembre 2010 dalla Pixart srl. - Mestre Caratteristiche Questo volume è composto in Jamson Pro disegnato da Robert Slimbach e prodotto in formato digitale dalla Adobe System nel 1989; è stampato su carta ecologica Splendorgel Brillant; le segnature sono grecate e fresate (formato 135 x 210); la copertina è stampata su carta Constellation Bigoffrata da 300 g/mq delle cartiere Burgo. La casa editrice, esperite le pratiche per acquisire tutti i diritti relativi al corredo iconografico della presente opera, rimane a disposizione di quanti avessero comunque a vantare ragioni in proposito. La ragioneria internazionale e l’obiettivo del bilancio d’esercizio / Egidio Perrone – Viterbo : Sette città, c2010. 154 p. ; 22 cm. - (Nova collectanea. Serie economica ; 6) ISBN 978-88-7853-245-8 I. Egidio Perrone. CIP: Maria Giovanna Pontesilli INDICE introduzione7 Capitolo Primo IL BACKGROUND MATEMATICO DELLA CONTABILITÀ E LO STANDARD-SETTING 1. La rappresentazione algebrica di conti, scritture doppie e bilanci delle imprese 1.1. Proposizioni preliminari 1.2. Il teorema del reddito 1.3. Il doppio calcolo delle variazioni 1.4. La definizione di proventi ed oneri e il principio d’invarianza 2. La conservazione del capitale 2.1. Il concetto di capitale nel modello contabile più comune 2.2. Il background matematico e gli accounting model 3. I framework concettuali e i paradigmi in materia contabile 9 9 10 27 28 34 34 35 38 Capitolo Secondo L’APPROCCIO NORMATIVO PUBBLICISTICO E L’OBIETTIVO DEL BILANCIO D’ESERCIZIO 1. 2. 3. 4. 5. Il contrasto tra paradigmi La ratio legis delle prime disposizioni legislative Il recepimento normativo del modello del costo storico Le direttive comunitarie come fonte del diritto contabile europeo I principi civilistici dei bilanci 45 49 58 62 73 Capitolo Terzo LA LIBERTÀ DEL SETTORE PRIVATO COME CAPACITÀ DI AUTOREGOLAMENTAZIONE CONTABILE 1. 2. 3. 4. 5. I policy-maker americani come precursori La rinuncia europea all’opzione normativa pubblicistica Lo standard-setter del settore privato internazionale Il concetto divulgato di informativa finanziaria Le funzioni e la struttura del Framework dello IASB 79 93 97 105 108 Capitolo Quarto IL PARADIGMA DEGLI STANDARD-SETTER E L’OBIETTIVO DEL BILANCIO D’ESERCIZIO 1. 2. 3. Gli obiettivi del bilancio secondo il Trueblood Report Il restyling concettuale 2010 e le premesse politiche degli standard-setter Una semantica per la sintassi contabile: fair value o costo storico 3.1. La molteplicità dei metodi di misurazione 3.2. L’incoerenza logica del mix estimativo 3.3. La tesi della pari dignità delle molteplici basi estimative e l’obiettivo primario del bilancio 4. Il ruolo del background matematico della contabilità nello standard-setting 111 117 122 122 129 134 139 conclusione 143 bibliografia 145 introduzione Il controllo economico assolve a due funzioni principali: a) rappresentare fedelmente lo svolgersi dell’amministrazione economica nell’impresa e i suoi effetti sulla dinamica del capitale aziendale (recording of historical facts); b) moderare tale amministrazione per favorire la sana e prudente gestione (constraint). Ciò significa indurre chiunque operi nell’impresa ad adempiere al suo dovere e a dimostrare in che modo lo ha adempiuto (constraint/accountability). La funzione moderatrice ha il fine, quindi, di impedire che le risorse aziendali vengano sperperate o sottratte o comunque impiegate in modo non idoneo a generare il maggior bene dell’azienda. Le due funzioni del controllo economico (recording/constraint) sono inscindibili perché non si può costringere chiunque operi nell’azienda, compreso il top manager, ad essere oculato ed onesto nel suo lavoro se non si rileva il comportamento economico-amministrativo da lui seguito per confrontarlo con il comportamento auspicabile. Il funzionamento del rapporto di accountability tra due parti – in cui una di esse è accountable verso l’altra per l’attività economico-amministrativa svolta – presuppone la registrazione dei fatti amministrativi che causano il movimento del capitale. Tale registrazione è utile alla sana e prudente gestione perché garantisce che le azioni amministrative e le loro conseguenze sul capitale vengano riprodotte fedelmente. Pertanto, il fondamento della regolamentazione della contabilità e del bilancio d’esercizio non può non essere la cronistoria delle vicende economico-amministrative; solo la registrazione del divenire del capitale – causato dalla performance dell’impresa e del suo management – ci induce ad analizzare ciò che effettivamente accade nella vita aziendale. Il bilancio d’esercizio affidabile può essere paragonato alla Egidio Perrone cima di un iceberg costituito primariamente da dati cronistorici (cioè da numeri contabili rappresentativi di scambi storici posti in essere). Sebbene i fondamenti di un buon disegno delle regole dei bilanci d’esercizio siano gli scambi storici, la sintassi matematica della contabilità e del bilancio può essere considerata formalmente, cioè svincolata dai suddetti fondamenti. La comprensione della struttura matematica della contabilità e del bilancio è importante; tuttavia può essere usata – come fanno gli standard-setter FASB/IASB – per transitare dalla semantica contabile degli scambi storici a quella degli scambi non storici. 8 capitolo primo IL BACKGROUND MATEMATICO DELLA CONTABILITÀ E LO STANDARD-SETTING 1. la rappresentazione algebrica di conti, scritture doppie e bilanci delle imprese. 1.1.Proposizioni preliminari. Se rivolgiamo la nostra attenzione al divenire del capitale aziendale, osserviamo che tale divenire assume l’aspetto di una «successione», ossia quello di un continuo passaggio da un certo ammontare del capitale a quello successivo (l’uno dopo l’altro)1. Partendo implicitamente da questa semplice constatazione, il Framework-IASB definisce il reddito d’esercizio nei seguenti termini2: 1) il reddito relativo a un determinato periodo è uguale alla differenza tra le misure del capitale determinate all’inizio e alla fine del periodo, escludendo gli apporti e i prelevamenti dei proprietari durante il periodo3; 1 Per «Capitale (o Attivo Netto)» si intende l’eccedenza delle Attività sulle Passività dell’impresa. Se le Attività e le Passività sono uguali, il Capitale (o Attivo Netto) è zero. Se le Attività sono inferiori alle Passività si verifica il «Deficit di Attivo (o Passivo Scoperto)». 2 IASB, Framework for Preparation and Presentation of Financial Statements, London, 1989/2001. Per indicare il suddetto documento useremo talvolta anche il simbolo «CFW» (come abbreviazione di «Conceptual Framework»). In questo caso specificheremo – quando è necessario – se si tratta del CFW dello IASB o del FASB; cfr. IASB, International Financial Reporting Standards, (Official Pronouncements, Part A & Part B), London, 2010; FASB, Statements of Financial Accounting Concepts (SFAC), Wiley, 2006. 3 Framework-IASB, prr.104-109. Nel prosieguo supponiamo che non si verifichino apporti e prelevamenti dei proprietari durante il periodo amministrativo. 9 Egidio Perrone 2) il reddito è l’importo residuale che rimane dopo che sono stati sottratti gli oneri dai proventi4. Ciò che il Framework-IASB chiama «reddito» è una variazione di valore, caratterizzata dal riferimento al capitale di una determinata impresa e dallo spazio di tempo nel quale accade5. Questa definizione (matematica) del reddito d’esercizio è – per così dire – asettica, cioè, non prescrive di per sé, né come il capitale finale e quello iniziale devono essere concepiti, né come devono essere quantificati. Le definizioni dei quattro elementi della contabilità e del bilancio d’esercizio (Attività, Passività, Proventi e Oneri), la loro ricognizione e la loro quantificazione non dipendono sostanzialmente dalla definizione matematica del reddito d’esercizio, ma dall’obiettivo primario attribuito al bilancio d’esercizio6. 1.2. Il teorema del reddito. L'Attivo Netto esprime la condizione delle Attività e delle Passività che appare in un certo istante; il reddito invece manifesta il divenire di quelle Attività e Passività ed esprime il «movimento (flow)» che intercorre tra due rilevazioni dell’ammontare dell’Attivo Netto7. 4 op.cit., pr.105. 5 Gino Zappa osserva che «[…] tra le condizioni che del reddito delimitano il concetto già sappiamo sussistere quella del periodo di tempo nel quale esso si è prodotto. Mentre un dato capitale è dunque compiutamente designato dalla sola enunciazione di un valore monetario: il fondo esistente in un dato istante; il reddito invece non può essere specificato che con la designazione di due grandezze: un valore monetario ed il lasso di tempo durante il quale esso è affluito al fondo preesistente od è da esso defluito» Gino Zappa, La determinazione del reddito nelle imprese commerciali, Milano, 1920-1929, p.269. 6 La struttura matematica della contabilità, fondamentalmente, non muta; ciò che può mutare è, invece, l’obiettivo primario attribuito ad essa e, di conseguenza, i concetti e gli standard contabili coerenti con tale obiettivo. 7 Secondo Zappa, «[…] non è dunque il capitale [attivo netto] per noi una 10