Ptcp 2007 – integrazione Alta Valmarecchia Documento preliminare DALL’ENERGIA AL TERRITORIO - energia permanenza efficienza territoriale applicazioni concrete “Non si può parlare di territorio senza parlare di energia” B. Commoner Nello svolgimento dei lavori del Piano ci si è preoccupati ovviamente del rispetto della normativa e dei protocolli riconosciuti i materia di pianificazione territoriale, ma anche di valutare l’impatto che ogni scelta sul territorio avrà in termini di “energia”, cosa quasi sempre trascurata, ma di importanza fondamentale soprattutto nell’attuale drammatico momento di transizione del mondo dalla totale dipendenza dal petrolio alla presa di coscienza della forza delle comunità locali. E’ ormai assodata l’importanza che l’energia (sub specie “perdita entropica”) e la natura (sub specie “riserva di materie”) hanno nella vita economica; tuttavia la scienza economica dominante, da A. Smith ai giorni nostri, relega tali componenti fondamentali al rango di “mere esternalità”, senza computarle affatto, o computarle per quantità irrisorie, nei conti economici. La produzione del PIL crea “esternalità negative” che non entrano nei conti delle imprese, gravando, infine, sull’intervento pubblico o sul sistema di tassazione. Un mito da sfatare: la crescita economica continua I paesi emergenti (BRIC e non solo) ispirano la loro azione strategica (2040-2050) allo stile di vita euro-atlantico, ma sulla Terra i mezzi per realizzarla non ci saranno mai, in quanto i paesi euro-atlantici hanno usufruito negli ultimi 100 anni di condizioni “uniche e irripetibili”: energia del petrolio, straordinariamente densa, tutta al loro servizio e completo vassallagio agricolo delle colonie ed ex colonie. La crescita economica continua è cosa impossibile perché le risorse del pianeta sono una quantità finita, l’energia disponibile con le conoscenze attuali è quantità finita, mentre si affacciano più di 3 miliardi di persone che hanno come obiettivo quello di raggiungere in pochi anni lo stile di vita dell’occidente ricco. Il rischio è per il “primo mondo” una sequenza di crisi economiche e finanziarie sempre più devastanti. Di qui la necessità di diminuire subito la quantità di energia usata e, soprattutto di diversificare i modi per produrla puntando con convinzione sulle “rinnovabili distribuite” in graduale sostituzione del petrolio. Un mito da sfatare: la crescita economica continua Modello distribuito: Modello centralizzato: piccole e piccolissime fonti interconnesse da una rete locale intelligente che può dialogare anche con la grande rete poche grandi centrali e lunghe reti di trasporto produttori e consumatori di solito coincidono vs pochi grandi produttori (monopolisti) non coincidenti con i consumatori Transizione dall’economia fossile all’economia sostenibile: linee guida La prima linea guida consiste nell’utilizzo di due strategie combinate: ecoefficienza ed ecosufficienza. Ecoefficienza significa “reinventare” (investendo nella produzione di beni a bassissimo consumo di energia) i mezzi tecnici sulla base del bilancio energetico, a cominciare dalla produzione e trasporto di energia, dalla produzione industriale, dalla produzione agricola, ecc. Ecosufficienza significa perseguire una saggia moderazione delle pretese (senza per questo diminuire più di tanto la qualità della vita), nel presupposto di una più equa distribuzione della ricchezza. Parafrasando Gandhi: “Sulla terra c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, non abbastanza per soddisfare l’ingordigia di pochi”La seconda linea guida impone di utilizzare solo i “flussi” della natura senza mai intaccare “riserve” e “capitale naturale”, al fine di salvaguardare le possibilità delle future generazioni. Economia della permanenza E’ la “traccia leggera” come diceva Gandhi che è alla base della economia della permanenza. Tale economia si rifà al principio del “bread lobour”(fatica per il pane), nel senso che ciascuno dovrebbe produrre sul posto almeno una parte di quanto consuma al fine di evitare da una parte la totale dipendenza dagli altri e dall’altra lo sfruttamento della fatica altrui. Connaturato alla economia della permanenza è il concetto di resilienza e cioè la capacità di un sistema o di una compagine sociale di assorbire un “disturbo” e quindi di riorganizzarsi in modo da mantenere sostanzialmente la stessa identità e la stessa capacita di retroazioneL’esempio classico è costituito dalla capacità delle abitazioni resilienti di mantenere condizioni di confort per gli occupanti anche durante periodi di guasti alle reti energetiche. Resilienza è comunque molto di più, e diverso, di sostenibilità: fare raccolta differenziata della plastica è sostenibile, utilizzare la plastica raccolta per produrre, sul posto, ad es. materiale isolante per le costruzioni, è resiliente. Economia della permanenza: elementi fondamentali • Traccia leggera sulla biosfera a favore delle future generazioni (bassissima entropia) • Interventi sostanziali su strutture e processi economici (mercato, finanza, costi ambientali, ---) • Capitali e conoscenze devono restare sul posto (capitalismo distribuito) • Puntare alla “chiusura dei cicli” come metodo di progettazione degli interventi (il 70% degli esseri viventi è costituito da decompositori) • Innovazione a tutti i livelli e in tutti i sensi: non solo miglioramento delle capacità imprenditoriali di chi è già sul terreno di gioco, ma anche start-up e innovazione diffusa. Innovazione diffusa Nuovi sistemi, nuovi prodotti e nuovi modi di vivere da tutto il mondo: alcuni esempi: • Gruppi di acquisto solidale e farmers markets • Orti urbani e orti scolastici • Community supported agricolture (Giappone, USA, Canada) • Festival di vicinato(Polonia) e ristorazione di vicinato (Svezia) • Albergo diffuso • Spazi pubblici bonificati e partecipati • Centri per anziani autogestiti (Estonia, Finlandia) • Residence per studenti (Svezia) • Banche del tempo • Trasporto anziani gestito da volontari (Austria) • Diffusione spazi di co-working (Polonia, Svezia, Norvegia) • Sostituzione del possesso con l’uso (auto, abitazione, beni strumentali) • ecc….. Permanenza e integrazione territoriale Da quanto sopra esposto, risulta evidente che l’economia della permanenza si realizza attraverso la gestione integrata del territorio, facendo in modo che aggregazione sociale, sviluppo economico, qualità urbana e capacità di attrazione turistica del territorio camminino di pari passo e siano strettamente interrelate fra loro, nel presupposto dell’esistenza di una identità locale consolidata e coesa. Da questo punto di vista, non vi è dubbio che l’Alta Valmarecchia che nella storia con varie ed alterne vicissitudini ha svolto il ruolo di snodo fra regioni, culture e mercati pur mantenendo, nel cambiamento, la propria identità, rappresenti il luogo ideale per stimolare le persone a rimanere e per motivare i non residente a stabilirvisi. Assetto territoriale Riequilibrio e specializzazione della rete urbana Uso programmato del suolo Sistema funzionale Sistema morfologico Sistema relazionale Riequilibrio e specializzazione della rete urbana I sette comuni dell’alta Valmarecchia costituiscono un’unica Area Funzionale Locale con centro a Novafeltria, punto di riferimento per tutti gli aspetti funzionali (produzione di energia, servizi scolastici, trasporti,…) Il Comune di Novafeltria costituisce il centro intermedio dell’Alta Valmarecchia con capacità di dialogare con gli altri centri intermedi della Provincia e, nell’ottica del Piano Territoriale Regionale, in grado di assicurare i collegamenti con il restante Montefeltro, con le vallate di Uso Rubicone e Savio, con il Casentino e con la fitta rete dei centri dell’Italia centrale. Con l’integrazione del territorio oggetto del presente Piano, la Provincia di Rimini diviene ad un tempo sia “porta” verso l’arco dell’alto adriatico e l’oriente, sia “porta” verso l’Italia centrale assumendo un ruolo strategico a livello regionale ed interregionale. Uso programmato del suolo Da un primo confronto fra i dati desunti dalle previsioni degli strumenti urbanistici attuali con i dati elaborati nel 2001 dalla Carta di destinazione d’uso del territorio, appare confermato il modello insediativo della precedente generazione di piani risalenti agli anni 70-80 con lo sviluppo insediativo che risulta preponderante (anche nei centri minori) rispetto alle politiche di rigenerazione e riuso del patrimonio esistente e della sostenibilità ambientale; tutto ciò in un quadro di sostanziale stabilità demografica. Approfondimenti in merito alle quantità e alla precisa volontà di recupero dei borghi e delle case sparse, saranno oggetto di valutazione nelle prossime sedute della conferenza. Sistema insediativo funzionale Il tessuto produttivo dell’Alta Valmarecchia è caratterizzato dal punto di vista socioeconomico dalla presenza di molto diffusa di micro imprese e da alcune punte di eccellenza; dal punto di vista della localizzazione territoriale dalla polverizzazione delle aree produttive. L’obiettivo sarà quello di dare vita e consolidare un sistema locale a rete basato su unità riconoscibili e dotate di elevata qualità insediativa sul modello delle APEA. Le aree produttive principali sono collocate in prossimità dei capoluoghi comunali ed hanno quindi una stretta relazione con il territorio (addetti tutti locali) Il legame fra qualità del territorio e qualità del tempo di vita e di lavoro diventa molto forte e deve rappresentare la caratteristica di base del sistema produttivo locale in grado di innescare processi di innovazione e contemporaneamente migliori condizioni di permanenza, di attrattività e di competitività, grazie alla capacità di essere in collegamento con il mondo intero. Sistema insediativo funzionale (seconda parte) L’intento è quello di promuovere in Alta Valmarecchia un modello “locale cosmopolita” ad innovazione diffusa che faccia riferimento a nuovi modi di vivere e produrre con l’intesa comunque che valore aggiunto e conoscenze restano sul posto. Al fine di promuovere la qualificazione insediativa di tutte le aree esistenti, sarà necessario procedere, in modo coordinato con i Comuni, non solo alla valutazione quantitativa delle previsioni vigenti e di quelle residue (tutti i Comuni hanno un piano approvato), ma anche al censimento puntuale degli edifici produttivi vuoti o dismessi. Per quanto riguarda i Poli funzionali così come definiti dalla LR 20/2000 in Alta Valmarecchia non sono presenti; potrebbe rientrare in tale tipologia la realizzazione, anche di tipo “light”, di un TECNOPOLO per l’innovazione tecnologica e la conoscenza, coordinabile con il tecnopolo di Rimini (in corso di realizzazione con due unità operative : ambiente e moda) e con il sistema della formazione universitaria di Rimini, S.Marino e Cesena. Sistema insediativo funzionale (terza parte) La tradizionale attività di analisi di tipo socio-economico e territoriale è stata integrata con una serie di interviste con i principali operatori economici attivi sul territorio. Gli argomenti di interesse riguardano le relazioni aziendali e di mercato, la mobilità dei dipendenti e delle merci, il rapporto con i servizi territoriali e amministrativi, la necessità di servizi all’impresa, ecc, Grazie alla disponibilità degli imprenditori è stato possibile focalizzare alcuni temi importanti dal punto di vista della pianificazione quali: viabilità ed accessibilità, reti energetiche, reti informatiche, servizi amministrativi, rapporti con il territorio e benessere dei luoghi di lavoro, formazione e servizi rari (spinner, incubatori, tecnopoli…). Sistema insediativo morfologico L’assetto insediativo morfologico dell’Alta Valmarecchia è caratterizzato da un sistema di centri storici e di rocche famosissime, da numerosi nuclei rurali di interesse storico ed architettonico, nonché da un tessuto insediativo sparso di notevole entità costituito sia da edilizia rurale sparsa, sia da edilizia diffusa di fondovalle risalente agli ultimi decenni non sempre di elevata qualità architettonica. L’obiettivo di fondo del piano è quello di ricostruire l’immagine storico-culturale del territorio in modo convinto e compatto, nel presupposto che il vero petrolio della Valmarecchia sia costituito da storia, cultura, arte e paesaggio. Niente cultura, niente sviluppo; intendendo per “cultura” una concezione allargata che implichi educazione, istruzione, ricerca, saperi locali, conoscenze, tolleranza, bellezza. E per “sviluppo” una concezione non meramente economicistica incentrata sull’aumento del PIL (indicatore molto imperfetto del benessere collettivo) ma basata sul diffuso miglioramento della qualità della vita. Sistema insediativo morfologico (seconda parte) Storia, cultura, ricerca, ambiente conservato innescano l’innovazione, quindi l’occupazione e lo sviluppo della qualità della vita. Sulla base di tali premesse le strategie proposte sono: • Valorizzazione e integrazione dei centri storici • Valorizzazione dei beni storici e architettonici extra urbani anche attraverso strumenti tecnici coraggiosi e innovativi • Recupero delle case rurali sparse nel rispetto dei criteri di sostenibilità: accessibilità, servizi di rete, tipologie edilizie, prossimità ai centri abitati…. • Riqualificazione in termini di immagine insediativa e di rapporto con il contesto paesaggistico degli insediamenti di fondo valle sia residenziali sia produttivi. Le modalità concrete di intervento saranno valutate in sede di conferenza, assieme alla quantificazione della offerta residua sia residenziale che produttiva e delle case vuote. Mobilità e trasporti La strada che costituisce l’elemento portante della mobilità della Valmarecchia è la SP 258”Marecchiese” dalla costa fino al confine con la Provincia di Arezzo. Dai rilevamenti effettuati ne 2003, confermati nel 2007, risulta un traffico normalizzato massimo di 15.000 veicoli/giorno. Su tale strada esiste un progetto di riqualificazione da Ponte Verucchio a Rimini elaborato dalla Provincia di Rimini e finanziato dalla Regioe Emilia Romagna che prevede la riqualificazione in sede convarie metodologie di intervento. I lavori non sono ancora ultimati. Un secondo tipo di mobilità è quella che gravita attorno ai centri della valle che ospitano poli attrattori di valenza sovracomunale: ospedale, centri commerciali, aree produttive, uffici amministrativi. Per tali centri risultano importanti sia l’organizzazione della viabilità interna, sia la qualità delle connessioni con la viabilità secondaria. Per quanto riguarda il modo di spostamento, si rileva un 65% con auto privata, un 14% con il mezzo pubblico, un 16% con la mobilità dolce. Se si escludono i trasporti scolastici, il trasporto pubblico è abbastanza scarso, pertanto, tenuto conto della tipologia insediativa si propone l’attivazione del servizio a chiamata. Molto confortante il dato della mobilità dolce. La grande viabilità L’Alta Valmarecchia non è affatto una realtà isolata, ma al contrario con alcuni interventi mirati sulle infrastrutture viarie e nl presupposto di non abbracciare l’idea delle alte velocità, è in grado di dialogare non solo con tutte le città storiche e i centri produttivi e commerciali dell’Italia centrale, ma anche con i grandi HUB produttivi e commerciali del Nord Italia. La carta di sintesi mette in evidenza i molteplici collegamenti che danno vita ad un sistema a rete molto complesso. Cardine della vallata resta ovviamente la direttrice marecchiese, forte del sistema costituito da SP 258/ SP 14/ SP13 lungo le quali sono previsti diversi interventi attualmente in corso di progettazione. La grande viabilità (seconda parte) A livello trasversale, la SP 49”pedecollinare” collega i due centri intermedi di S,Arcangelo (valle del Marecchia) e di Morciano (valle del Conca. L’altro importante collegamento trasversale fra la valle del Savio e quella del Marecchia è stato già affrontato nel documento di indirizzoche ha individuato due possibili collegamenti: Novafeltria/Romagnano e Ponte Messa/Sarsina. Lo studio dei due tracciati è stato ulteriormente approfondito tenendo conto non solo degli aspetti trasportistici, ma anche degli aspetti paesaggistici, ambientali, geologici, nonché delle modalità di intervento e dei costi al fine di valutare già in questa importante fase di programmazione territoriale la migliore possibile alternativa. Collegamento E45/SP258 Le due ipotesi sono state valutate rispetto al grado di compatibilità complessiva col territorio. Entrambe le soluzioni prevedono la realizzazione di un tratto in galleria (inquinamento acustico e ambientale, impatto sul paesaggio e reti ecologiche, andamento planimetrico che garantisca la percorribilità nei mesi invernali). Complessivamente il tracciato Novafeltria – Romagnano, sembra svilupparsi con minori costi di realizzazione e minori problemi di inserimento paesistico, oltre a basarsi o su strade esistenti o sul recupero di strade esistenti. Appare pertanto la soluzione migliore sia sul piano della compatibilità ambientale sia sul piano dei costi di costruzione che comprendono anche i due bracci stradali che consentono di non interferire con la viabilità interna dei centri di Novalfeltria e di Talamello. Nell’altro tracciato viene individuata la possibilità di migliorare il collegamento Sant’Agata Feltria – E45 con interventi poco costosi compatibili con i programmi di investimento triennali della Regione e della Provincia. Il PRIT 2010 – 2020 della regione Emilia Romagna Per l’area dell’Alta Valmarecchia due sono le scelte importanti del nuovo PRIT. La prima, a livello di grande rete, riguarda la riqualificazione ad autostrada della E45. La seconda riguarda la rete stradale di base della Regione: da una parte tutta l’estesa della SP 258 ricadente nel territorio dei comuni dell’Alta Valmarecchia viene ricompresa nella rete di base regionale, dall’altra il collegamento Costa adriatica-RSMviene previsto con una soluzione più lineare e sostenibile rispetto al PRIT 98 e cioè utilizzando la viabilità esistente SP17/SP18 fino al confine del territorio della Regione Marche nel punto in cui dovrebbe confluire altresì la “pedemontana”(Regione Marche) che assicura il collegamento con la SGC “Due mari”. Dallo punto ha inizio la strada che dopo avere attraversato il territorio della RSM giunge sulla SP258 in località Torello, vicino a Novafeltria. Infine fra le richieste accolte dal PRIT dopo la sua adozione risulta riconosciuta “la necessità di un collegamento tra la E45 (Sarsina) e la A14 lungo il territorio della Valmarecchia (Novafeltria). Viabilità minore e rete ciclabile La ricchezza e, per certi aspetti, la modernità del reticolo viario minore è bene evidente nella vallata del Marecchia: essa è in grado di garantire collegamenti capillari sia in senso ortogonale che parallelo alla costa, assicurando una mobilità “fluida e dolce”non solo fra i centri abitati, ma anche per collegare parchi e aree ambientali e naturalistiche. Il GAL del Montefeltro con “Le strade belle” e la Regione ER con “Le strade blu”hanno già sperimentato la mobilità fluida e dolce a scopo turistico. Per quanto riguarda la rete ciclabile, dei 16 grandi itinerari previsti da BICITALIA, uno interessa il territorio dell’intera vallata: RomagnaVersilia che parte da Rimini, passa per Sansepolcro ed Arezzo per giungere a Viareggio. Questo itinerario è quasi completato da Rimini a Novafeltria e nei prossimi anni è prevista nei piani di investimento di Provincia e Comunità Montana la realizzazione di ulteriori tratte in direzione di Arezzo. Una applicazione concreta Per avere una idea di come si possono coniugare in modo concreto i concetti sopra esposti in materia di energia, economia e territorio, si ritiene utile fare riferimento a quanto realizzato dal Comune di Bolzano. Attraverso il forte coordinamento delle azioni previste nella pianificazione (Piano Strategico, Piano strutturale, RUE) i cittadini di Bolzano risparmieranno 160 milioni di euro all’anno per 20 anni (20082028). In che modo? Attraverso una serie di azioni coordinate e concertate fra pubblico e privato e precisamente: -Risanamento energetico di tutti gli edifici, portando tassativamente tutto il patrimonio edilizio ai più alti standards Casaclima (B per gli edifici privati, A per quelli pubblici; --Puntare sulle energie rinnovabili in sostituzione del petrolio (idroelettrico,solare termico, geotermia, biomasse, solare fotovoltaico) --Forte contenimento dei consumi elettrici --Realizzazione di tre nuove centrali idroelettriche (massimo EROEI) --Interventi mirati per aumentare l’offerta di trasporto pubblico; --Interventi per la mobilità dolce e promozione della mobilità privata sostenibile. Una applicazione concreta • L’intervento più impegnativo è rappresentato ovviamente dal risanamento energetico di tutti gli edifici, ma come abbiamo visto i risparmi economici sono enormi; a questi poi vanno aggiunti i vantaggi conseguenti in termini di nuova occupazione e quelli ancora più importanti consistenti nel miglioramento della qualità della vita e della salute dei cittadini. • Come si vede , le istituzioni locali costituiscono il luogo più adatto per promuovere il miglioramento della qualità della vita, aumentare l’occupazione, realizzare forti risparmi economici. • L’auspicio è che un crescente numero di comunità segua l’esempio di Bolzano e degli altri “Comuni Virtuosi” consentendo ai cittadini di non sperperare più i loro soldi per finanziare l’effetto serra. Le radici delle nostre istituzioni sono autentiche e affondano nella nostra storia migliore. La costitzione della città di Siena del 1309, scritta in volgare èer essere affissa in tutti gli angoli della città così recitava: «chi governa deve avere a cuore massimamente la bellezza della città, per diletto e allegrezza dei forestieri, per amore, prosperità e accrescimento dei suoi cittadini»