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1 dicembre 2015
Su biu nou
Una tradizione che dura dieci anni
La degustazione
del vino novello
dei produttori locali
C
ompie dieci anni la festa sardarese “de
su biu nou”, il vino novello dei produttori locali, che si terrà martedì 8 dicembre in
occasione della festa dell’Immacolata. Organizzata dalla Proloco, in collaborazione
con l’amministrazione comunale, le associazioni e i volontari del paese, la manifestazione anche quest’anno esalterà le risorse turistiche e produttive del territorio, in particolare del paese termale.
Un percorso circolare ed “enogastronomico”, come lo definiscono gli organizzatori, per conoscere il centro storico di
Sardara, da via Vittorio Emanuele verso via
Roma, piazza S. Anastasia e a scendere in
via Manzoni, e degustare il protagonista indiscusso della Festa e i prodotti tipici locali.
Ma anche per ammirare i numerosi stand, in
esposizione dalle 10.30 fino a tarda sera, di
artigianato, antichi mestieri, mostre artistiche, di attrezzi vinicoli e abiti d’epoca, laboratori e intrattenimenti musicali per tutte
le età a cura della Consulta giovanile, delle
associazioni folcloristiche e della Banda “Città di Sardara”.
Per tutto il giorno sarà inoltre possibile ammirare la collezione fotografica “Scatti
sardaresi del Novecento” di Tonino Serra,
circa 500 immagini scattate a Sardara nel secolo scorso e messe in mostra al museo Casa
Pilloni, e visitare l’area archeologica di
Sant’Anastasia con il suo pozzo sacro, il centro storico di San Gregorio e il museo archeologico, accompagnati dagli operatori della cooperativa Villa Abbas. Le visite guidate con i
ragazzi si terranno alle 11, 12, 15.30 e 16.
«Tutto questo - precisa la presidente della
Proloco Valentina Viaggiu - accompagnato
dal buon vino. La Festa in effetti si regge
soprattutto grazie ai produttori privati di vino
che, per la buona riuscita della manifestazione, offrono ai visitatori il proprio prodotto
sino ad esaurimento delle scorte».
Marisa Putzolu
Tavola rotonda:
“La vite racconta
il territorio”
I
l prossimo 8 dicembre, alle ore 9,30, nella
Antica Casa Diana si terrà un convegno
di vinicoltura, “Tavola rotonda: La vite racconta il territorio”, pensato dalla Proloco e
dall’assessore comunale all’agricoltura e
vicesindaco Ercole Melis, per festeggiare i
dieci anni della “Festa de su biu nou”. Durante l’incontro, coordinato da Alessandra
Guigoni, il consigliere Roberto Ibba e il do-
cente Luca Mercenaro dell’Università di Sassari presenteranno una parte storica sull’importanza della vite e del
vino nel Monreale e nella
Marmilla, e una parte sulla
valorizzazione dei vitigni minori della Sardegna. Interverranno inoltre il sindaco Giuseppe Garau, la presidente della
Proloco Valentina Viaggiu,
Enzo Biondo e Giorgio Caddeo
per presentare i vini sardi e il
mercato, e Paola Ugas di Laore
che, basandosi sull’esperienza
di Sardara, illustrerà al pubblico come i comitati per la biodiversità possano diventare strumento di valorizzazione del territorio. «Lo
stesso titolo - dichiara il vicesindaco Ercole
Melis - vuole rimarcare ciò che sono le tipicità
del nostro territorio, la vite e il vino. Tipicità
che, sapientemente riscoperte e raccontate, riescono a deliziare non solo il palato del consumatore, ma anche tutto ciò che è interesse e
curiosità nello scoprire e nel voler conoscere
le comunità e i territori da cui hanno origine i
prodotti enogastronomici. In questi anni, abbiamo cercato di tracciare un percorso che
permette a chi vuole visitare Sardara di continuare ad apprezzare le sue innumerevoli bellezze, accompagnate anche da una
“identitaria” offerta enogastronomica, la recente nascita del Comitato per le
biodiversità».. (m. p.)
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Su biu nou
Espositori protagonisti della festa
A
ssociazioni e volontari sono già all’opera per la decima
edizione della “Festa de su biu nou” che si terrà l’8 dicembre nel cuore di Sardara. Per la prima volta il vino locale,
i prodotti genuini e naturali della comunità sardarese e le dimostrazioni di antichi mestieri saranno presentati, in uno spazio di via Salvemini, dal neo Comitato per le biodiversità,
coordinato da Ubaldo Scanu. Ad esaltare la produzione locale, anche il gruppo Arte Bianca Sardara che svolgerà laboratori di panificazione rurale per adulti e bambini.
Per dotarsi del “pass”, che consente l’acquisto del tradizionale bicchierino di vino e del piatto preferito per il pranzo,
anche quest’anno il cosiddetto percorso “enogastronomico”
partirà dall’infopoint della Proloco, a pochi metri dal banchetto della macelleria Garau che esporrà il Semidano della
cantina di Mogoro, salumi di suino allevati in un’azienda locale, alcuni dei quali preparati senza lattosio, e cesti
personalizzati di prodotti tipici del Medio Campidano. Dall’ex scuola elementare di via Manzoni verso via Roma, piazza S. Anastasia fino a via Manzoni, colorati stand metteran-
no in mostra il protagonista indiscusso dell’evento e le risorse produttive e culturali
del territorio. Ad attirare i palati,
l’inconfondibile profumo delle fritture preparate al momento dal panificio dei fratelli
Corona. Nel piazzale del mercato civico,
anche i prodotti della macelleria Altea, con
salumi di propria produzione, vini della
cantina sassarese di Martis, il Cagnulari Bovale della zona, e stuzzichini da degustare. In mostra anche le creazioni di artisti e artigiani sardaresi, come i saponi naturali a base di erbe del territorio, preparati da Rossella Corda e Selena Podda, le calamite souvenir di
Ester Sanna, la bigiotteria di Azzurra Tatti, i mieli di Eligio
Ibba, i dolci artigianali di singoli cittadini e l’oggettistica di
Alessia Loi e Claudia Lecca. A far da cornice, anche le attività organizzate dalle associazioni folcloristiche di Sardara. Il
gruppo Santa Mariaquas metterà in mostra una cucina con
utensili antichi e contribuirà al pranzo sociale offerto dalla
Proloco. Il volontario Franco Caddeo si cimenterà ai fornelli
per preparare il sugo tipico sardarese, gli altri daranno una
mano nella distribuzione delle pietanze. Per autofinanziarsi,
allestirà un banchetto per la vendita di oggetti artigianali e
artistici, e di pomeriggio animerà il piazzale davanti al mercato civico con balli accompagnati dalla banda musicale “Città
di Sardara”. L’altro gruppo folk locale Sant’Anastasia creerà
invece l’atmosfera casalinga di una volta e l’arrivo del Natale allestendo, nell’ex lavanderia di via Manzoni, la mostra
“Sa domu antiga con le magie del presepe”, in collaborazione con un artista del presepe meccanico.
In costume tradizionale, l’eterogeneo gruppo, composto da
molti giovani, intratterrà i visitatori, con balli sardi, canti a
trallarera e, dopo il successo dell’anno scorso, con la lotteria
“Gioco dei tappi” ricca di premi in palio, tra cui piante e fiori
offerti dal fiorista Fausto Pusceddu. Tra i numerosi stand,
anche quello dell’associazione Amici di Fra Lorenzo che, in
linea con il pensiero del frate sardarese, raccoglierà fondi,
proponendo i noti presepi artistici e multiforme e offrendo
dolci artigianali e frutta. «Siamo oltre 1.200 soci - fanno sapere dall’associazione - tra cui artisti e scrittori che, con le
loro opere, rendono omaggio alla figura del quasi centenario
fondatore, i cui proventi vengono devoluti in beneficenza
come stabilito da statuto». La manifestazione sarà occasione
per essere ospitati non solo nei centri di Sardara, ma da tutte
le attività ricettive del paese, tra cui l’hotel ristorante “Da
Silvano” che, oltre ad offrire un menù terra straordinario,
accoglierà i visitatori per ammirare dalle 16 alle 20 i dipinti
dell’artista collinese Gisella Mura, allestiti nel locale per le
festività natalizie.
Marisa Putzolu
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Gonnosfanadiga. In migliaia tra i box della Fiera
G
rande successo ha avuto la XXIX Sagra delle
Olive, allestita sotto la guida
dell’Agenzia Laore e inaugurata venerdì 20 novembre
dall’Assessore Regionale al
Turismo Francesco Morandi.
La manifestazione in soli tre
giorni ha ospitato circa 20
mila visitatori interessati a
consumare prodotti genuini
come le olive in salamoia,
l’olio extravergine, il pane, il
miele, il prosciutto e tanti altri alimenti caratteristici del
territorio. La Sagra delle Olive è sempre l’appuntamento
più importante che si tiene
nella cittadina fin dal 1986.
Fu un evento insolito con
l’obiettivo di valorizzare il
prodotto, per cui Gonnos era
conosciuto nel circondario.
Apparve subito come una
scommessa giocata nello
stesso tavolo dall’Amministrazione Comunale, dalla
Pro Loco, dalla Cooperativa
olearia “Santa Barbara” e da
molti olivicoltori convinti
della bontà del prodotto.
Oggi si può dire che la scommessa fatta 29 anni or sono
sia risultata vincente, infatti
l’appuntamento non ha tradito le aspettative, perché nel
tempo la lavorazione dell’ulivo e dell’olio ha avuto
notevoli miglioramenti nella
qualità e nella divulgazione.
Innumerevoli gli apporti
esterni che hanno cambiato
lo scenario della qualità di un
prodotto, un alimento che in
realtà va costruito con umiltà, preparazione, lavoro e studio. Al progetto ha partecipato in primo luogo la Regione, quindi quella che era la
Provincia del Medio Campidano, il Consorzio Industriale e altri. Ogni anno migliaia
di visitatori hanno potuto
constatare il tipo di produzione, apprezzandone la genui-
“No alle importazioni,
valorizziamo l’olio sardo”
Folla di visitatori: la sagra
delle olive è stata un successo
nità e il gusto. Le olive
da mensa e l’olio hanno
riscosso consenso unanime e oggi sono chiamati ad allargare il proprio orizzonte nonostante la concorrenza di altre manifestazioni.
Come ogni anno la Sagra ha avuto inizio con
l’esposizione della Bandiera della “Città dell’Olio”
presso il Municipio, da dove
le autorità e i partecipanti in
corteo, preceduti dalla locale Banda Musicale “Giacomo
Puccini”, hanno raggiunto i
locali della fiera mercato.
Dopo di che i visitatori sono
entrati in diretto contatto con
gli stands espositivi, dentro i
locali e nel largo piazzale antistante la fiera; in tanti hanno scelto di visitare il frantoio degli eredi Foddi per
poter vedere la trasformazione delle olive in olio. Nel padiglione fieristico sono immancabili le iniziative tradizionali, alle quali si aggiungono alcuni nuovi ingredienti, che catalizzeranno l’attenzione del pubblico. A Gonnosfanadiga l’olivo è coltivato in circa 1.200 ettari con
150.000 piante, che garanti-
scono la rinomata produzione di olive e olio extravergine. Per conquistare i palati
dei visitatori più difficili vengono servite le bruschette indorate con olio extravergine,
i salumi, prodotti secondo
l’antica tradizione, il pane, i
dolci sardi e il miele. Un tempo con un litro d’olio si acquistavano due chili di fettine, oggi il prodotto è venduto sotto costo, in attesa del riconoscimento della certificazione del marchio Dop per
l’olio sardo, dichiarazione
concessa dall’Unione Europea. Il tutto rappresenta una
responsabilità non indifferente per gli organizzatori,
impegnati a guidare un numero sempre crescente di visitatori decisi a conoscere gli
antichi mestieri, i costumi, le
usanze, la gastronomia e
quanto altro possa soddisfare il desiderio di
conoscere i modi di vita
di chi ci ha preceduto.
La manifestazione nell’ambito degli interessi
zonali è divenuta una
sorta di vetrina culturale che consente di conoscere più da vicino l’entroterra sardo, che nasconde tante risorse in attesa
di essere scoperte.
Gli anziani del paese ricordano con nostalgia le antiche
tradizioni e i 18 ex frantoi
che Gonnosfanadiga nasconde, attraverso i quali è possibile capire la storica evoluzione del principale prodotto gonnese. Pane e olio, puntualizzano i nonni, hanno
viaggiato da sempre assieme
e auspicano che le due sagre
siano in futuro raggruppate
in un’unica manifestazione,
in quanto entrambe hanno lo
scopo di promuovere e valorizzare la produzione locale.
L’adesione del Comune di
Gonnosfanadiga alla “Città
del Pane” e alla “Città dell’olio” è il veicolo pubblicitario per raggiungere l’obiettivo.
Francesco Zurru
GONNOSFANADIGA. UNA STORIA LUNGA 50 ANNI
Tutelare e rilanciare la produzione delle olive e dell’olio di
Sardegna: è questo l’obiettivo della mozione presentata da
Gianni Lampis e sottoscritta da tutti i colleghi del Consiglio
Regionale appartenenti all’opposizione. L’obiettivo è quello
di riuscire innanzitutto ad impegnare il Presidente Pigliaru a
contrastare la decisione dell’Unione Europea, in primis dal
Ministro degli esteri Mogherini, di importare una quantità
extra di olive tunisine esonerando il paese di produzione dal
pagamento dei dazi doganali, provvedimento assunto per aiutare il paese africano ad uscire da un periodo di crisi economica.
“Nei confronti dei nostri imprenditori agricoli sino ad oggi
non vi è stato nessun atto di solidarietà, solo tasse imposte
come l’IMU agricola”, spiega Lampis. Il Medio Campidano
è un territorio in cui la coltivazione di olive da olio e da mensa raggiunge livelli assoluti di qualità, come rimarca anche il
consigliere regionale. “Dobbiamo valorizzare il nostro prodotto - prosegue - e considerato che il fabbisogno del mercato ne richiede quantità elevate, tanto che ne dobbiamo importare da paesi extra Ue, occorre che le istituzioni aiutino
gli imprenditori ad aumentare gli impianti già presenti e, a
chi vuole avvicinarsi a questa coltura, dare formazione e aiuti economici per l’insediamento di nuovi impianti. Gli strumenti ci sono, ad esempio basterebbe inserire delle premialità
nei bandi del PSR. L’iniziativa, che stiamo portando avanti
anche nelle amministrazioni comunali, serve per ribadire un
concetto di sovranità alimentare.
.
Lorenzo Argiolas
Servizio fotografico di Andrea Meloni
USSARAMANNA
Buon compleanno alla Banda Musicale Giacomo Puccini “Sapori d’autunno”: una vetrina
«Giorno più appropriato non poteva essere per presentare ai gonnesi la rinata Banda Musicale,
quello in cui si festeggia la Patrona del paese, Santa Barbara, era
il 4 dicembre 1965. Davanti al simulacro della Santa è schierata la
Banda diretta dal maestro Paolo
Vacca…», si legge in una nota
dell’archivio bandistico.
Il 4 dicembre 1965, infatti, segna
la data di ricostituzione della Banda Musicale Giacomo Puccini di
Gonnosfanadiga, merito dell’interessamento di alcuni giovani, supportati dai veterani del
preesistente complesso filarmonico.
4 dicembre 2015: mezzo secolo di ininterrotta attività musicale, coronata da numerosi successi locali, regionali, nazionali, internazionali, con il riconoscimento da parte del Ministero dei Beni Culturali di “Associazione di Interesse Nazionale”.
Sono parte dell’Associazione
Musicale “G. Puccini” giovani e
meno giovani che vivono assieme in “armonia” un’esperienza
socio-culturale ed artistica di rilievo.
Un saluto particolare vada al primo maestro Paolo Vacca e ai successivi dirigenti, il maestro Arturo Olla, il maestro Pinuccio Soddu, il maestro Rita Piras eal maestro Paolo Argiolas che, con stima e amicizia, è con noi da ventisei anni. Una forte manifestazione d’affetto vada al presidente onorario signor Riccardo Uccheddu, e all’attuale presidente Renato Congia, a tutti i bandisti giovani e meno giovani, alla cittadinanza di Gonnos,
che in tutti questi anni ha regalato alla Banda il motivo di
realizzarsi e di proseguire con entusiasmo il proprio
cammino.Auguri Banda Giacomo Puccini!
Antonio Carta Curreli
per i prodotti agroalimentari
L’enogastronomia di 14 paesi del sud Sardegna ha incontrato la
musica, l’archeologia e lo sport, con i sapori e profumi della cucina sarda, spettacoli, escursioni ed esposizioni artistiche e artigianali della prima edizione di “Sapori d’autunno”, tenutasi il 21 e 22
novembre a Ussaramanna. Un programma ricco di eventi musicali, mostre, degustazione dei prodotti agroalimentari, spettacoli
folk e visite guidate. Le vie e i cortili del centro storico si sono
animati con la mostra mercato, le esibizioni del gruppo folk Sant’Isidoro di Samassi, di Ignazio Mura, dei Tamburini e Sbandieratori di Iglesias, i concerti “Molly’s Chamber” e dei Needle’s fireplace, le escursioni nella chiesa campestre di San Lorenzo, nella
cantina Lilliu e nell’oleificio Podda, le degustazioni offerte dalla
Proloco, le dimostrazioni di attività di Protezione civile, a cura
dell’associazione Valenza Marmilla Ussaramanna, i laboratori di
formaggio, gli spettacoli “La rue de la foile, parole, gesti e racconti della tessitura”, poi “Le campane raccontano: rintocchi, voci e
rappresentazioni all’ombra del campanile”, e l’asta di beneficenza in favore dell’associazione “La maison sur la lune”. Inaspettato successo anche per la Sagra della Bruschetta, svoltasi a Casa
Accalai e gradita ai numerosi visitatori. (m.p.)
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Guspini
Auguri
A
l via “Natale 2015”, in programma per l’intera
giornata di domenica 13 lungo la via principale. Dalla sinergia di idee dei commercianti di via
Santa Maria, « nel nostro piccolo desiderosi -s piega Federica Fadda, titolare di “Pout Pourri”- di dare
un segno tangibile della nostra presenza alla comunità» nasce la ricca locandina della neonata rassegna, firmata in calce da diciassette attività commerciali in collaborazione con gruppi di cittadini, associazioni culturali, animatori, artisti. Inaugureranno la festosa domenica dei commercianti, con i
loro mosaici di petali di rosa e chicchi di caffè, i
mastri infioratori del gruppo “Santa Maria” e dell’
“Infiorata San Nicolò”.
«Il coinvolgimento nell’iniziativa di realtà diverse è un prezioso valore aggiunto - ha commentato il titolare del “Tony Bar” Antonio Serpi - e siamo sicuri che a suo modo contribuirà alla riuscita dell’evento». Prevista invece per le 10:30 la cerimonia di premiazione
del concorso “ Il miglior Biscotto di Natale”, dedicato ad
appassionati e famiglie: i tre dolci, rigorosamente a carattere
natalizio e di produzione domestica, che tra i tanti in gara si
aggiudicheranno i favori della giuria, riceveranno un premio
messo a disposizione dai commercianti di via Santa Maria.
«I biscotti realizzati in occasione del concorso - suggerisce
la titolare di “Ortopedia e Sanitari” Cristiana Forte - verranno poi offerti al pubblico presso ciascuna delle attività aderenti all’iniziativa. Estasiate dall’idea, tante donne hanno già
richiesto il modulo di iscrizione al concorso e questa risposta
positiva ci riempie di orgoglio». Seguiranno, alle 11, le atti-
ga delle Idee” Valeria Olla, «Nuova luce per il paese», Antonella Saba di Luvi « Una giornata speciale
», Barbara Masili dalla soglia di “Birbo e Birba Abbigliamento” «Una ventata di freschezza nel solito
grigiore». Molti dei negozi aderenti all’iniziativa di
domenica 13 solleveranno le proprie serrande per l’intera giornata di festa «sperando - sorride il titolare
del “Ristorante Hotel Santa Maria” Libero Caria - che
insieme al risvolto economico favorevole la manifestazioni porti un poco di luce e di vita in paese».
L’organizzazione dell’evento avrebbe inoltre unito i commercianti della via «creando una sorta di
piccola famiglia. Ma questo è anche il bello della
vendita assistita rispetto ai grandi centri commerciali», commenta Cristina Sanna di Su Barattu,
d’accordo con il giovane Andrea Cocco della “Pizzeria Antico Forno” , per il quale « l’importante è
che la gente esca dalle proprie case rendendo la cittadina più
viva». Pareri positivi anche dalla Merceria di Paola Manca
«Finalmente un modo alternativo di rilanciare il paese » e
dalla “Pasticceria La Genuina” «Ci fa immensamente piacere aver partecipato all’organizzazione del tutto».
«L’evento del 13? Speriamo diventi un punto di riferimento
per future ed eventuali feste di Natale» commenta il titolare
di “Ottica Millennium” Michele Floris. «Siamo fiduciosi che
qualcosa si smuoverà - concludono dal “Caffè Novecento”perché Guspini ha bisogno di respirare aria nuova e tornare a
vivere. Ci piace pensare che anche i commercianti possano
fornire un piccolo contributo alla sua rinascita».
Francesca Virdis
La via Santa Maria si anima
con le iniziative dei commercianti
vità di animazione e giocoleria a cura dell’ associazione giovanile “Guspini 2.0”. Protagonista del primo pomeriggio sarà
invece Piazza Sa Pisciedda, che a partire dalle 16 verrà allestita con la “ Casa di Babbo Natale”, mentre alle 16:30 “Bimbi a Bordo” introdurrà i più piccoli alla magia del Natale con
la lettura di favole natalizie, laboratori di animazione e racconti animati. Le animatrici Laura e Marika intratterranno il
pubblico delle 17 con spettacoli di Animazione e Giocoleria,
e solo alle 18 daranno il cambio ai gruppi musicali locali e al
coro polifonico “In... cantus de Coru” per il consueto
intrattenimento musicale. «Il bello della manifestazione? Senza dubbio il lato umano» puntualizza Fernanda Pinna dal
suo studio fotografico. Le fanno eco la titolare della “Botte-
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Arbus
Natale insieme 2015
Messa in moto la macchina organizzativa
per il Natale Insieme 2015 giunto quest’anno alla trentacinquesima edizione, ideato e
realizzato per la prima volta nel lontano 1980
dai “coraggiosi pionieri” del Circolo Giovanile Arbus. La manifestazione che prenderà il via l’8 dicembre si concluderà il 31
gennaio e, come tradizione, avrà un calendario particolarmente ricco di eventi religiosi e civili. Questa la decisione
maturata al termine di una affollatissima assemblea recentemente tenutasi nell’aula consiliare. Un ruolo fondamentale
lo avranno le due parrocchie, quella di San Sebastiano e della di Beata Vergine Maria Regina da sempre “imprescindibili
punti di riferimento dell’intera manifestazione”, come ha tenuto a precisare all’apertura dei lavori il vice sindaco e assessore alla cultura Michele Schirru. Il calendario religioso e
civile della manifestazione proposto dalle due parrocchie viene illustrato da don Luca Carrogu da qualche giorno nuovo e
motivatissimo parroco della Beata Vergine Maria Regina. «L’8
dicembre», comunica con entusiasmo il parroco, «con la benedizione in Piazza Immacolata delle associazioni e l’allestimento del presepe si darà ufficialmente il via a questa fortunata, sentita e partecipata manifestazione destinata, come
ormai da anni, a rappresentare per l’intera comunità arburese
un vero e proprio punto di riferimento. Il 31 gennaio il Natale Insieme si concluderà con i festeggiamenti in onore di San
Giovanni Bosco e con il concerto della banda musicale “Ennio
Porrino». «All’interno di queste due date», precisa don Luca,
«ci saranno però altre numerose iniziative di tipo civile proposte in sinergie dalle due parrocchie quali la caccia al tesoro, la tombolata, i tornei di tennis tavolo e di calcio balilla ed
il memorial calcistico “Bruno Vinci”, indimenticato dirigente oratoriano e della polisportiva Olimpia recentemente e prematuramente scomparso». E le associazioni? Ci sono tutte,
quelle del volontariato e non, prontissime all’evento e come
sempre encomiabili. Con pochissime risorse, ma questa non
è una novità, e tantissime idee. Occasione buona anche per
rimarcare osservazioni e giustificate lamentele affinché chi
amministra ponga rimedio a «l’asfissiante burocrazia degli
uffici e ai troppo costosi piani di sicurezza cui siamo costretti», azzarda coraggiosamente Chicco Frongia da anni impegnato in prima persona nell’organizzazione. Dopo le proteste però piovono generosamente e con tanto entusiasmo anche le proposte. Le notti bianche che inevitabilmente coinvolgeranno anche i commercianti, gli artigiani e tutto il mondo dell’hobbystica, il presepe vivente ed il falò di San
Sebastiano saranno il piatto forte per la Pro Loco. Il falò di
Sant’Antonio per l’Associazione culturale Folkloristica Sant’Antonio Arbus, la caccia al tesoro/adulti ed infine, il Dolce
Natale, l’Albero della solidarietà, la distribuzione di libri e
giocattoli usati, il Babbo Natale e la Befana nelle case. Iniziative, queste ultime, che arrivano da Angeli nel Cuore,
Auser, Famiglie insieme, Vincenziane e Carradoris. La missione di queste ultime associazioni appare comunque la più
importante e delicata: cancellare, in un momento così significativo per l’umanità, solitudine e abbandono, e regalare sorrisi e affetto anche attraverso queste piccole grandi iniziative a chi dignitosamente soffre nel proprio silenzio la povertà
economica, quella degli animi e negli affetti.
Gianni Vacca
Villamar
Tombolata 2015
Anche quest’anno la Pro
Loco organizzerà il consueto evento
della tombolata che si
svolgerà il
prossimo 27
dicembre a
Villamar in
occasione
delle festività natalizie.
La serata di gioco, sempre molto attesa dai villamaresi, sarà
caratterizzata anche in questa edizione dalla possibilità di vincere tanti bei premi. Come avvenuto nelle scorse edizioni,
anche la Tombolata 2015 si terrà nei locali dell’Isola.
Simone Muscas
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Guspini
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Serrenti
Diverse manifestazioni
a Domu Manna Odilia
Serramanna
Mostra dei presepi
Martedì 8 dicembre, nei locali dell’ex Montegranatico
a Serramanna, sarà inaugurata la “Mostra dei presepi
2015”. L’esposizione, organizzata dal Club Modellismo & Hobby e il Centro Italiano Femminile di Serramanna, si potrà visitare fino al 6 gennaio 2016 ed è
aperta a tutte le persone che volessero aderire esponendo il loro presepe. (f. m.)
La magìa
di un presepe
in movimento
È dal 2007 che Antonello Cocco, ora con l’aiuto
anche di Rinaldo Ruggeri, si ingegna per
riproporre ad ogni Natale il presepe in movimento. Con un’estensione di venticinque metri e un
meccanismo capace di mettere in movimento tutti
i personaggi è un presepio originale, in cui la
tradizione si combina alla modernità, e la
minuziosa cura dei dettagli a una grande
manualità. La piccola opera d’arte si potrà ammirare nei locali di via Santa Maria dall’8 dicembre al 6 gennaio 2016. (red.)
In quasi tutti i paesi del Campidano Medio, come da altre parti, il periodo natalizio è propizio all’incontro, al confronto e agli scambi. Ai
presepi tradizionali si affiancano quelli nuovi e una serie di mercatini
che offrono quanto di più vario si possa trovare: in alcuni casi si tratta
di piccole cose utili, altre volte meno, di solito originali, simpatiche,
altre volte ancora i beni sono immateriali. Dall’inizio di dicembre e
sino al giorno di Natale le sagre paesane lasciano il posto a questi
eventi. Anche a Serrenti l’Associazione S(u)ona con il patrocinio del
Comune propone, presso “Domu Manna Odilia”, alcune manifestazioni. “Il Mercatino Natalizio che S(u)ona” si svolgerà nelle tre domeniche che precedono il Natale, tra artigiani, artisti, hobbisti, musicisti,
ce ne sarà per tutti i gusti. Si inizia domenica 6 dicembre alle 18 nel
salone centrale di Domu Manna Odilia, con la presentazione del libro
“Juan@Rosada” di Sandro Renato Garau accompagnato da un reading
concerto di alcuni brani tratti dal libro. Con l’autore dialogheranno
l’assessore alla Cultura Monica Lampis e Maria Francesca Massa.
L’appuntamento con i bambini da 5 a 10 anni è fissato per il 13 dicembre, un laboratorio teatrale dal nome molto impegnativo “Zucchero e
Filosofia” sarà tenuto da Veronica Sanna. Il 20 dicembre alle 10:30
“D’improvviso”, giochiamo insieme con il tempo, un laboratorio sonoro riservato a tutti, da 0 a 90 anni, lo curano Jordan Corda e Marco
Lai. Tanta musica e performance live durante le giornate nelle stanze
della grande casa campidanese dove, come in una vecchia foto, il tempo si è fermato e la cultura degli avi si confonde piacevolmente con
quella dell’uomo contemporaneo. Jam session aperta a tutti. (s.r.g.)
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Quel magico incanto dell’atmosfera natalizia
PABILLONIS
P
are che tra poco sarà Natale. Lo dice il calendario... e di solito non sbaglia!
Dicembre è arrivato, ma certi giorni sembra quasi primavera. La temperatura
troppo alta si è portata via i
pochi residui di atmosfera
natalizia che erano rimasti.
Le vetrine dei negozi, addobbate già da ottobre, le illuminazioni per strada, la
gente con buste piene di
pacchetti, non ci sono più.
L’atmosfera è da tanto che
manca. Il Natale, quello sentito, atteso e immaginato, è
sparito. Torno con la memoria a quando ero bambina ed
ho chiaro nella mente il ricordo dell’odore: il fumo
che usciva dai comignoli dei
caminetti accesi profumava
di pino, mandarino e carne
arrosto. A Serramanna la
gente camminava per strada sorridente, pensando a
cosa indossare per andare a
messa il 25, all’albero e al
presepe da preparare e ai
bigliettini da spedire a parenti e amici lontani. I bambini erano i più felici: tornavano da scuola facendo il
conto dei giorni che mancavano alle vacanze.
Tornano i tradizionali mercatini
In quegli anni non esistevano
i dépliant pubblicitari che
oggi invadono le nostre cassette delle lettere, perciò lungo la strada si fermavano davanti ai negozi di signora
Margherita, di Sartorio e
Bonaventura, appiccicando le
facce alle vetrine addobbate:
tutti volevano scegliere il giocattolo da ricevere in dono da
Babbo Natale. Difficilmente
sotto l’albero avrebbero trovato ciò che desideravano, ma
sognavano lo stesso, tanto
non costava nulla. Crescendo,
i giorni di festa si sono trasformati in una gara a chi spendeva di più: non ci siamo ac-
contentati più di sognare.
Giorni di spreco e corse agli
acquisti sfrenati. Sulle tavole, sempre più cibo e sempre
più avanzi.
I Natali degli anni ’90 e del
2000 sono passati così, tra
feste, pranzi e pacchetti preziosi acquistati nei centri
commerciali, illudendoci che
la magia ci fosse ancora.
Negli ultimi anni, con la crisi che ha portato via il lavoro a tante famiglie, le feste
hanno cominciato a farci paura. I regali ed i pranzi con
20 portate improvvisamente
sono finiti L’abito nuovo da
indossare non si compra più.
I commercianti, quelli che
tenacemente resistono e tengono aperta la loro piccola
attività, sperano che la crisi
passi, che le strade si riempiano di nuovo di gente sorridente e bambini chiassosi
che appiccicano il viso sulle
vetrine.
Tra poco, dicevo, sarà Natale: speriamo che porti un po’
di serenità a questo nostro
povero paese in ginocchio e
che arrivi almeno il freddo a
restituire ai nostri cuori, induriti da dispiaceri e difficoltà, un po’ di quell’atmosfera
che non c’è più...
Francesca Murgia
Tra il 12 e il 13 dicembre la Pro Loco di Pabillonis organizzerà in Piazza di Fatima i tradizionali mercatini di Natale.
L’evento si ripeterà tra sabato 19 e domenica 20 in Piazza
Giovanni. «Invitiamo tutti a partecipare - raccomandano dalla Proloco
- con degli stand
informativi promozionali per sponsorizzare e sostenere
le vostre associazioni o attività
commerciali, gli
hobbysti e chiunque voglia fare una bancarella. Per informazioni - aggiungono - potete trovarci presso la nostra sede sita
in via Dante 10, oppure contattare il numero telefonico : 393
2078975». (f. v.)
PDF Compressortacolo
Pro
1 dicembre 2015
SERRAMANNA
GUSPINI
Un mese
di incontri e intrattenimenti
Durante tutto il mese di dicembre, i cittadini serramannesi avranno la possibilità di
vivere e condividere con le
famiglie e gli amici diversi ed alternativi momenti di
intrattenimento
culturale.
L’inaugurazione
della “Mostra dei
Presepi”, che si
terrà martedì otto
dicembre, segna
l’inizio delle festività natalizie
vere e proprie.
L’iniziativa, promossa dalle associazioni Club Modellismo e Hobby
e Cif, Centro Italiano Femminile,
con il patrocinio
del Comune di
Serramanna, è libera ed aperta a quanti vogliano esporre
il proprio presepe, che può
essere di qualsiasi tipologia,
dimensione e materiale.
Per iscriversi e conoscere
meglio le modalità di partecipazione ci si può rivolgere
alle associazioni organizzatrici o via email agli indirizzi clubmodellismoehobby
@tiscali.it o cif-serramanna @tiscali.it.
La mostra resterà aperta tutti i giorni fino all’Epifania.
L’offerta culturale, molto
varia e ricca durante tutto
l’anno, prosegue con l’appuntamento inserito nella
rassegna “Aperitivo d’Autore”, promosso dalla Biblioteca comunale “Giovanni
Solinas” in collaborazione
con l’associazione culturale
Aletheia che presenterà l’autrice Luciana Ortu giovedì
10 dicembre alle ore diciassette con il suo libro “Il gusto della vita”.
Sabato 12 sarà la volta della “Giornata dell’Infanzia”
che coinvolgerà sia la scuola che la stessa cittadinanza. In quegli stessi giorni
verrà programmata, in data
ancora da confermare,
l’inaugurazione delle nuove
sedi operative delle associazioni di volontariato Croce
Verde e Avis Serramanna,
diverse per fini associativi
ma accomunate da un grande impegno riconosciuto da
tutta la cittadinanza e che ora
si troveranno a lavorare vicine e condividere ambienti
comuni.
Venerdì 18 dicembre i ragazzi della scuola secondaria di primo livello si ritroveranno insieme per il torneo di Natale presso il Bocciodromo comunale.
L’Avis comunale di Serramanna, sabato 19 dicembre, organizza l’immancabile e consueto appuntamento
denominato “Babbo Natale
Avis” che vedrà coinvolti
tutti i donatori ed i simpatizzanti che si ritroveranno in
un allegro contesto conviviale con i propri amici e
parenti e soprattutto coi
bambini che incontreranno
Babbo Natale e potranno intrattenersi con lui.
Dal 20 al 22 dicembre si arricchisce l’offerta culturale
promossa dall’Amministrazione comunale con una importante rappresentazione
teatrale in collaborazione
con Teatro Sardegna, presso
la sala conferenze “Vico
Mossa”, in via Parrocchia
nei locali dell’ExMa. Due
19
giornate dedicate interamente alle scuole e la domenica
aperta alla cittadinanza, i cui
dettagli saranno presto pub-
blicati.
Come ogni anno, i bambini
delle scuole dell’infanzia e
delle materne non statali riceveranno la visita dei Nonni Vigile che porteranno il
loro saluto ed i migliori auguri ai bambini accompagnati da Babbo Natale.
Lunedi 29 dicembre Daniele Mocci, giovane autore di
San Gavino, sarà protagonista dell’ultimo “Aperitivo
d’autore” del mese rivolto ai
bambini della scuola primaria ed agli amanti della letteratura per ragazzi con il
suo libro a fumetti “La principessa che amava i film
horror “.
Infine saranno momenti di
ritrovo ed incontro per bambini e famiglie i tornei di capodanno di calcio e basket
organizzati rispettivamente
dalle associazioni sportive
dilettantistiche Dlf, dopolavoro ferroviario, e Basket
Serramanna.
Elena Fadda
Spettacoli, mostre, laboratori,
teatro, concorsi e degustazioni
per allietare l’attesa del Natale
Da un’inedita, quanto miracolosa intesa
di novità e tradizione
nasce il programma
di appuntamenti che
anche quest’anno caratterizzeranno il periodo prenatalizio a
Guspini. Agli evergreen delle festività,
come il “Dicembre
Teatrale” in programma al Teatro Murgia
e nelle scuole, si aggiungeranno in locandina iniziative dal
sapore nuovo, come
l’attesa premiazione di ‘Decoriamo su Bixinau’, prevista per sabato 5 dicembre
alle 17 nei locali delle Case
a Corte, l’esposizione di minerali e il convegno a tema
a cura della cooperativa Lugori, in programma per domenica 6 a Montevecchio.
Venerdì 6 alle 21,30 a inaugurare la ventottesima edizione del Dicembre Teatrale, a cura della Filodrammatica Guspinese, sarà la compagnia teatrale “Sa Spendula” di Villacidro con “Su
fantasma de sa bonànima de
Gavinu”, di Silvano Loru e
Mariano Collu. La rassegna
teatrale proseguirà il giorno
seguente, alla stessa ora e
sempre al Teatro Murgia,
con la Compagnia teatrale
“Pratz’e basciu” di Cagliari-Pirri in “Fillus e fillastus”
di Lucio Sergi.
In programma lunedì 7 alle
10 “Mamuthones” d i
Gianluca Medas (Quartu
Sant’ Elena) per la sezione
del Dicembre Teatrale riservata alle scuole a cui seguirà alle 21,30 “ I Medas. Narrazioni di famiglia in andata e ritorno”, su scrittura
sempre di Gianluca Medas,
per l’associazione “Figli
d’arte Medas”. La rassegna
teatrale proseguirà alle 18
del giorno seguente con
“Bashtianedhu”, di M. Lucia
Serpi, interpretato dalla Filodrammatica Guspinese
Ragazzi, mentre la commedia “Fisiedhu e Lillica”, della stessa autrice, verrà messa in scena in tarda serata.
Martedì 8 spazio anche alla
musica e alla condivisione, dalle 10 alle 20, con il
fisarmonicista Ireneo Massidda nell’ambito della
Giornata delle Associazioni. In programma alle 17,
in piazza XX Settembre, la
ditta Vigliacci di e con Antonio Iavarone, Mirko Ariu
e Federico Saba intratterranno gli astanti con uno
spettacolo di narrazione
teatrale e nuovo circo. Presente in piazza anche la
Proloco, che provvederà
alla distribuzione di caramelle e palloncini di Natale e alla buona riuscita
della castagnata in programma.
L’ 11 Dicembre, a calcare
il palcoscenico del Cineteatro di via Pio Piras, alle
21,30, sarà la compagnia
teatrale “Muredda” di S.
Gavino Monreale con “Sa
Mandragura”, su un libero
adattamento di Patrizio
Podda. Sempre venerdì,
alle 16, si terrà invece nei
locali della ex scuola elementare Gianni Rodari il
laboratorio “Magia di Natale”, a cura dell’associazione “Mercatino dei Sogni”, in collaborazione
con gli Angeli nel Cuore di
Arbus e “Dany Bijoux” di
Pabillonis.
Il giorno seguente, rispettivamente alle 9 e alle 11,
la Filodrammatica Guspinese Ragazzi sarà impegnata nella replica di
“Bashtianedhu” e “Fishiedhu e Lillica”. Si terranno
invece in mattinata e in fattoria i “Laboratori Nativi-
tà” a cura della Fattoria didattica Alba seguiti, dalle 10 alle
22, dall’ Esposizione creativa
“Fiocchi e banchetti di Natale”, a cura dell’Associazione
Fam, in piazza XX Settembre.
Sarà quindi la volta del “Concerto di Natale” del Coro Incantu de Coru nella Chiesa San
Nicolò.
Per tutta la giornata del
13 Dicembre in programma, in piazza XX Settembre,
la Fiera di Natale a cura dell’Apice e la Festa di Natale
organizzata e autofinanziata dai commercianti via Santa Maria. Nel pomeriggio,
presso i locali del Gal in
Piazza Mercato, si terrà la
mostra espositiva di funghi
a cura dell’Associazione micologica “Monte Linas”.
Previsto per la serata, l’intrattenimento per bimbi a
cura delle associazioni “Guspini 2.0” e “InCoro”. Alle
iniziative già citate si aggiungerà, a partire dall’8 dicembre e per tutto il periodo natalizio la visita all’
‘Antico Presepe’ di Antonello Cocco.
Domenica 6 e fino al 6 gennaio presso la scuola elementare Gianni Rodari si
potranno visitare l’ “ Albero
dei pensieri” e il “Presepe
permanente di Riciclo”, curati dall’Associazione Mercatino dei Sogni. I giorni 16
e 18 dicembre, dalle 17 alle
19, nei locali della ex scuola G..A. Sanna in via Montevecchio, si terrà la mostra
“Attrezzi di Miniera” a cura
dell’Associazione Sa Mena.
Francesca Virdis
PDF Compressor Pro
20
1 dicembre 2015
Su sadru chi seus pedrendu
Santu Nicobau
di tziu Arremundicu
N
asciu a Pàtara bidda de sa Licia (oi Turchia) tra su 261 e su 280 apustis Gesù Cristu,
de Epifaniu e Giuanna, cristiãus arricus. Fut mòtu su 6 de Mes’e Idas de su 343
a.G.C. Cun d’u spàntu, giài me in is intragnas de sa mama, Deus dd’iat sceberàu po fai
cosas mannas po Issu. Candu fut nasciu suìat, cument’e totus is pipius, sa tita de sa
mama, onnia dì, ma su mrecuis e su cenabara, suìat uota scèti e sempiri a sa propria ora,
arrispetendu su giaungiu de is cristiãus de cussus tempus. Cresciu in sa fidi i educau
segundis s’usu, de su babu e de sa mama. Abarrat atèsu de sa genti màba e intregàda a is
pecaus de su mundu. Fiat de animu bonu e, cumenti podìat, donàt a is poburus. Morrendu,
de pesti, su babu e sa mama, dd’iant lassau ua sienda manna de dinài e possesus e meda
nd’iat donàu a is poburus. Pois iat lassau sa ‘idda sua e si nci fiat andau a Myra, ua zitadi
prus manna de Pàtara ca innias ddoi fiat sa cresia. No ua cresia cument’e imou, ma is
cristiãus s’atobiànt in d’u aposentu mannu de genti arrica, (connota: domus ecclesiae, sa
domu de sa comunidadi) su Muntzennori e is predis fadìant missa e is atras pregadorìas.
Penzendu de tenni a Deus cument’e babu ddu pregàt aici: «Imparamì a fai sa voluntadi
Tua, poita ca Tui ses su Deus miu. Inditamì, o Sinniori, da ìa de sighì, poita ca a Tui apu
artziàu s’anima mia, e téimì atèsu de onnia susunchimini e speddiu de su mundu.» Caridadi
e castidadi fiant is duas virtudis chi dd’iant acumpangiàu po totu vida. Si còntat ca u
omini arricu, arrutu in miseria e tenendu tres fillas de coiài, chi nemus castiàt prusu po sa
poboresa insòru, penzàt de dd’as mandai a fai is femias mabas. Nicobau dd’iat scipiu e
luegus iat penzau de dd’as agiudài ma
segundis su chi narant is Vangelius: «Chi
no scipiat sa mãu manca su chi fait sa
mãu esta.»
Ua nòti iat postu ua farrancada de
monedas de oru in d’u sachiteddu, fiat
andau, cua cua, a domu de is piciocas e,
stichendu sa mãu in sa fentana apèta, nce
dd’iat lassau cabai aintru e si fut fuìu.
Su sõu iat pigàu a sorvidada su babu chi
no iat acutu de bì chini iat ghetau su
sachiteddu. Cun cussu dinài iat fatu coiài
sa filla manna. Nicobau, biendu ca custu
babu iat spendiu béi su ‘inai, uantra nòti
iat arripitiu s’arregallu. Si podit penzai
su prexu de custu babu, ca cun custu
dinài iat fatu coiai sa segunda filla. Ma
fut mèda su speddiu po scoberri chini fut
su béifaidori, e de sa nòti, penzendu a u
tretz’arregallu, dromìat cun d’u ogu scèti
e pregàt a Deus: «Inditamì, Sinniori,
cuss’Angiulu bonu chi, po nosu, Tui as
postu in mes’e is ominis.» Ua nòti, in su
mentris chi cicàt de abarrai scìdu, iat intendiu su sõu de su tretzu sachìtu, arruend’a terra.
Mancai su Giovunu s’essat stesìau de pressi, issu dd’iat cutu e arriconnotu. Nicobau s’iat
fatu promiti de no scoviài a nisciunus su fàtu; ma si bit ca custu babu no iat mantesiu sa
promissa, poita ca sa nominàda de Nicobau cument’e omini de grandu caridadi si fiat
spaíau in totu sa zitadi de Myra. A Nicobau dd’iant fatu Obispu mancai no fessat predi,
ma in pagu tempus dd’iant odrinau presbiteru. Sigumenti si fut mòtu su Piscòpu de Myra,
is Muntzennoris de cussus logus fiant aprobiàus a sa domus ecclesiae po agatai su de
donài a cussa zitadi. Sa nòti unu de issus iat biu in su sonnu u angiulu chi dd’iat nau:
«Bai cun is atrus a sa domu de Deus, cuadì acant’e s’enna e su primu chi at a intrai a
chitzi ddu pigas e ddu fais Muntzennori. Su nomini suu est Nicobau.» Issu iat fàtu aici.
Cumenti Nicobau, mandau de Deus, fut intrau, s’Obispu dd’iat domandau: «Fillu miu
cumenti ti tzerrias?» «Sinniori, deu seu su pecadori Nicobau, srebidori suu.» Intendiu
custus fueddus dd’iat pigau e potau anant’e is atrus, e de sa genti, narendu: «Custu est su
chi Deus s’at mandau po ddu fai Muntzennori, de custa cresia.»
Cumenti narat sa storia de custu Santu, Issu iat fatu meraculus in vida e apustis mòtu. Si
contat chi u nobili, mandendu is tres fillus a studiai in sa tzitadi de Atene, dd’is iat
arrecumandau de passai primas a Myra po si fai benedisci de s’Obispu Nicobau. Ma
essendu custu sant’omini foras, is pipius iant dezidiu de cicài logh’e crocai. S’osteriargiu,
biendu ca fiant arricus, aintr’e nòti dd’us iat mòtus, po nde dd’is pigài su chi potant,
dd’us fatus arrogus e postus cun sabi aintr’e ua carrada impari cun atra petza. Sa dì
apustis, Nicobau, avetiu de u Angiulu ddoi fut andau e iat pedìu u arrogh’e petza; su
tzilleri dd’iat amostau cudda carrada de petza sabìa, Nicobau iat abetau chi cuddu s’es
pentìu, ma biu ca abarrat frimu in sa mabèsa sua, iat benedisciu sa petza e is pipius fiant
torraus in vida. Su stariargiu, biendu custu meraculu si fiat pentìu de su mabi fàtu.
Is pipius, cument’e chi fessant scidendusindi de ua dromìda longa iant nau: «Apu dromìu
béi!» «Deu puru!» «Deu penzà di essi in su xeu!» Iant arringratziau su Santu, pigàu
s’arroba insòru e sighìu su viagiu. Sa nòti tra su cincui e su sesi de Mes’e Idas Santu
Nicobau abisitat is domus, incoscendu su mobenteddu suu, po potai arregalleddus a is
pipius bonus chi ant arresau sa pregadorìa connota cument’e Is su ntzunchius de Santu
Nicobau. Chini bit u Santu bistiu de Piscòpu podit penzai chi siat Sant’Obrai, Basili,
Gregoriu, Ambrosu, Austinu e atrus; ma su devotu de Santu Nicobau no podit sbagliai,
poita ca potat in mãus o in peis tres bòcias de oru, funt is sachitus de dinài po cuddas
piciocas, e tres pipius acanta, cuddus pipius ch’iat arresuscitau. Funt medas is meraculus
chi at fàtu e po ndi fueddai no iat a bastai u liburu. Ma… bieus, bieus!
A si ’ntendi mellus. tziu Arremundicu.
GOCCIUS DE SANTU NICOBAU
Celesti consoladori
veru amanti de Gesus
Consola is divotus tuus
Nicolau Cunfessori
Cun preghieras domandau
po grazia de Deus ottentu
Nascis in Licia, portentu
De grazia e virtudi adornau.
A Cresia cumparris donau
De sa fidi a sustenidori.
Consola ecc.
Nasciu appena e aspramenti
Ti castigas giài sa vida.
Duas bortas a sa cida
Digiunas costantementi:
Su coru tenis ferventi
De puru e divinu amori.
Consola ecc.
Crescendu prus in edadi
Castu e puru ti mantenis;
A is poberus totus is benis
Dispensas po caridadi;
Disprezzendu sa vanidadi
Imitas su Redentori.
Consola ecc.
In su Conciliu Nicenu
T’opponis a s’eresia,
Confutas cun energia
Su pestiferu velenu
Ponendu stabili frenu
Ais progressus de s’errori
Consola ecc.
De unu babbu disperau
In succursu prontamenti
Cun doda sufficienti
Is fillas has collocau,
E po tui s’est evitau
De is miseras su disonori.
Consola ecc.
“Su Santu miraculosu”
Ti narat totu sa genti:
Tui consolas prontamenti
A dogna necessitosu.
De nosu, o Santu piedosu
Mira su plantu e dolori.
Consola ecc.
Po ispirazion’e su Celu
Obispu de Mira acclamau
Su populu has guvernau
Cun forti e costanti zelu
Cumplendu senz’e rezzelu
Is doveris de bonu pastori.
Consola ecc
.
Is desoladas viudas
Is orfunus persighius
E totus is afligius
Consolas Tui e agiudas
A nisciunus Ti refudas
De totus sustenidori.
Consola ecc.
Ponis fini cun sa morti
A is traballus de sa vida
Cun felici dispedida.
Alcanzas eterna sorti
Regnendu in sa corti
Celesti cun risplendori.
Consola ecc.
Tres pipius affittaus
De unu ferru omicida
Resuscitas a noa vida
E sanus ddus has torraus:
Cun is mammas abbrazzaus
T’aclamant cun onori.
Consola ecc.
De su Celu, o Nicolau
Aundi regnas gloriosu
Miranosì piedosu
E siast nostru abogau.
Custu populu cunfiau
Ti tenit po protettori.
Consola ecc.
Is debilis persighius
Maladius, calunniaus,
De Tui sunti sanaus,
De Tui sunt assistius
De totus mortus e bius
Comunu benefattori.
Consola ecc.
De sa vida in s’ultim’ora
Candu non podeus prus
Cun Maria e cun Gesùs
Concurri Tui ancora,
Po chi s’anima triunfadora
De su Celu ottengat s’onori.
Consola ecc.
Ais tres oras de merì
De cenabara is traballus tuus
Finis, e de is ossus tuus
Bessit manna prodigiosa.
In sa tumba tua gloriosa
S’alcanzat dogna favori.
Consola ecc.
PDF Compressor Pro
1 dicembre 2015
LA SARDEGNA NEL CUORE
Alla città del libro il romanzo
“Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta
a quarant’anni dalla sua scomparsa
U
scendo dalla sbornia dell’Expo, Milano, giusto per
ringraziare la buona fortuna che le ha voluto risparmiare eventi tragici e disumani che hanno invece devastato Parigi, riprende con una marcia in più lo
svolgimento di eventi programmatici che ne fanno la moderna metropoli che ha l’ambizione di continuare ad essere. Bookcity è uno di questi appuntamenti, al di là dell’anglicismo specifico, sempre più indigesto al vostro cronista, la città del libro per quattro giorni (22/25 ottobre) mette in piedi più di ottocento eventi di incontri con autori,
presentazioni di libri, dialoghi, letture ad alta voce, mostre
e spettacoli, seminari sulle nuove pratiche di lettura e chi
più ne ha più ne metta.
Miriam Zucchiatti, che lavora da bibliotecaria alla
“Sormani”, forse quella con la più grande dotazione di libri e periodici in città (sul lato posteriore del palazzo c’è
un incantevole “giardino di lettura”), ha dato un contributo determinante nella scelta di “lettura con immagini” a
cura di Gavino Poddighe del libro di Salvatore Satta: “Il
giorno del giudizio” nel quarantesimo anniversario della
scomparsa dell’autore (1975-2015). Alla Sormani, sala del
Grechetto paludata dagli animali ammaliati dal flauto di
Orfeo, a parlare del Satta grande giurista nel periodo giovanile della sua frequentazione milanese è Antonello
Menne, docente di Diritto commerciale alla Università
Cattolica di Milano. Sono tutti barbaricini, Menne è di
Orotelli, suo zio don Rosario Menne fu prete e uomo di
cultura profonda, ebbe padre minatore che lasciò la vita
nella miniera di monte Nieddu, fondatore di “Radio
Barbagia”, responsabile regionale della pastorale del lavoro, chissà come sorride di lassù nel seguire le peripezie del
Papa gesuita. Il nipote ne ha scritto un libro - raccolta dei
suoi più significativi documenti ed interventi. Gavino
Poddighe lui è a Nuoro da più di trent’anni agitatore culturale e regista, direttore artistico dell’associazione: “I segni
delle radici”, cultore della letteratura sarda che ripropone
costantemente, da Satta alla Deledda. Miriam Zucchiatti…
nuorese vorrebbe essere fortemente, il corpo “rabbiosamente a Milano” dove pur è nata ma che “non le dà la possibilità di sognare” (copio da una sua intervista sul blog di
“Tottus in pari”). “A Nuoro (ha una piccola casa in affitto)
comprendo e ritrovo l’essenza delle cose. Rivivo la loro
magia...”. Salvatore Satta a Nuoro (7056 abitanti) nacque
il nove di agosto del 1902, ultimo di sette figli, il padre
Salvatore era notaio, della sua città le avrebbe potuto obiettare che allora “Nuoro non era che un nido di corvi, eppure
era, come e più della Gallia, divisa in tre parti…(pastori,
contadini e signori) (“Il giorno del giudizio”, Adelphi ed.,
pag 26).
Tocca di dire finalmente che cosa è questo libro: un classi-
co, di quelli senza tempo che meraviglieranno sempre chi
avrà la fortuna di imbattersi e di perdersi nei meandri del
suo fraseggiare. C’è dentro Nuoro e tutta la Sardegna ovviamente, che sia dichiaratamente autobiografico lo dice
una famiglia protagonista con un padre notaio e sette figli
maschi, ma più ci si addentra nella descrizione dei meandri di una società arcaica, primordiale, più è in grado di
elevarsi a trama universale, non è un caso che sia stato
tradotto in una ventina di lingue. È un miracolo questo libro, Satta iniziò a scriverlo all’inizio degli anni settanta,
quaranta anni prima si era già cimentato in un’opera di
scrittura, il manoscritto fu presentato a un premio letterario ma non ebbe fortuna, trattava dello scorrere del tempo
in un sanatorio dell’Italia settentrionale (Satta vi fu effettivamente ricoverato per due anni, a Merano), ebbene, ambedue i romanzi non videro la pubblicazione in vita dell’autore: “La veranda” e “Il giorno del giudizio”, manoscritti, li trovarono i familiari, la moglie Laura e i due figli, in fondo ai cassetti, sotto innumerevoli fogli che trattavano di diritto. Inevitabile nel primo caso riandare al capolavoro di Thomas Mann: “La Montagna incantata”, anche se il paragone è del tutto improponibile, mentre per il
secondo dire che la storia dei Sanna Carboni può benissimo stare alla pari con “I Bundenbrook” dell’autore tedesco, non è a mio avviso azzardato.
Il romanzo ha un’andatura solenne, come un transatlantico
che proceda maestoso al di là dell’altezza dei flutti che va
solcando, e sembra voler scrutare al microscopio l’andamento della vita di un paese la cui sola esistenza è dovuta
al clima malarico che le zanzare imponevano a Galtellì, il
vero capoluogo della Baronia. Dice Satta dei suoi concittadini: “La gente di Nuoro sembra un corpo di guardia di
un castello malfamato: cupi, chiusi, uomini e donne, in un
costume severo, che cede appena quanto basta alla lusinga
del colore, l’occhio vigile per l’offesa e per la difesa, smodati nel bere e nel mangiare, intelligenti e infidi...(pag.28
op. cit.). Il babbo notaio i suoi sette figli li vuole fare tutti
laureare, lui di libri non ne legge punto, solo il giornale
entra nella casa austera, due piani col camino in cucina
unico punto di riscaldamento invernale, che il notaio Sanna
Carboni non si portava su in camera da letto neppure il
braciere e alle proteste della moglie, Donna Vincenza, che
gli rinfaccia un’avarizia assurda il consueto: “Tu stai al
mondo soltanto perché c’è posto”. E invece la fantasia entrava nella casa austera coi libri, e operava silenziosamente, toccando con la sua bacchetta magica uomini e cose
(pag. 66).
L’ultimo dei sette figli del romanzo è il medesimo che lo
scrive, l’ultimo carissimo che dovrà lasciare la casa per
andare a scuola a Cagliari, e la madre gli preparerà, in pre-
21
di Sergio Portas
visione del viaggio “le buone bistecche impanate, e le frittelle spolverate di zucchero”. Ma si sa come sono fatti i
ragazzi, si vergognano sempre un po’ dei loro genitori,
Sebastiano parte all’alba e lascia tutte quelle buone cose
sul tavolo della cucina. “Qualcuno le avrebbe mangiate”.
Ma non era questo il problema. Il problema era il rifiuto di
un atto d’amore. Il figlio l’avrebbe capito molti anni dopo,
lo avrebbe ricordato tutta la vita. Ma questo Donna
Vincenza non lo sapeva. Sentiva il vuoto intorno a sé...”
(pag. 228). Salvatore Satta se lo sarebbe portato in cuore
per cinquant’ anni questo sgarbo che aveva fatto alla madre e chissà se scrivendone con tanta maestria sia bastato a
placare il rimorso. Gavino Poddighe e Miriam Zucchiatti
si alternano nella lettura di pezzi del libro, drammatizzando voce e atteggiamenti, sullo schermo un video che mostra la Nuoro degli inizi novecento, “sa ‘e Manca”, il cimitero dove sono sepolti tutti personaggi che si muovono,
vivissimi, tra le pagine. I giovinastri del paese che danno
la baia al maestro Manca, speculando sul suo terrore della
morte che gli cantano: “Portantina che porti quel morto...”.
Gli sfaccendati al caffè “Tettamanzi” sul corso pricipale,
Pietro Catte che finalmente eredita dalla zia una piccola
casa e un podere ma li vende (centomila lire) e se ne viene
a Milano, dove i soldi si moltiplicano. Derubato naturalmente, se ne torna a Nuoro e si impicca per la vergogna e
il rimorso. Uno stormo di chierici e prelati, due vescovi, il
funerali di Fileddu, un poveraccio seminfermo di mente
che viveva di carità, che inopinatamente viene fatto passare per il Corso, come fosse morto uno dei “signori”.
Nuoro tutta che va verso il novecento, secolo breve di guerre sanguinose (ma non avranno molto peso in questo libro), l’arrivo della luce elettrica: “Un urlo immenso si levò
per tutto il paese, che sentiva misteriosamente di essere
entrato nella storia” (pag. 96). Fatevelo dire: il libro più
bello che sia mai stato scritto sulle cose di Sardegna. Che
l’autore sia stato anche un grande giurista lo sanno solo gli
addetti ai lavori (fu docente e preside d’università a Trieste, Genova e Roma), ne fanno comunque fede le pubblicazioni che ha lasciato, i libri che trattano di teoria e pratica del processo, di diritto fallimentare, il monumentale
Commentario al codice di diritto civile.
Ma “Il giorno del giudizio” rimarrà, a mio avviso, il libro
che davvero lo renderà immortale; per Carlo Sgorlon: “Il
libro più affascinante e terribile che abbia letto negli ultimi tempi”. Un libro che sembra resuscitare da “sa ‘e Manca”, il cimitero di Nuoro, come per magia. Il suo autore la
Sardegna la porterà, come è ovvio, sempre con sé, scriveva alla moglie da Israele, dove si era recato per lavoro nel
novembre del’54: “...dal profondo della terra e dei secoli
mi giunge una folata di vento che riconosco e mi mette in
un breve delirio: è il vento della Baronia di Sardegna, coi
profumi di macchia, di mare, di cielo, un vento pieno di
messaggi rimasti inascoltati da secoli... il pane arabo è del
tutto uguale alle nostre “paneddas”, l’odore mi trasporta
vicino al forno della mia fanciullezza...”.
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12-22 - La Gazzetta del Medio Campidano