APOFRUIT NOTIZIE
1
Anno XXIII n° 5 - Settembre - Ottobre 2015
NOTIZIE
Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - €0,50
PROGETTO DI SPECIALIZZAZIONE
TRA APOFRUIT E TERREMERSE
BUONI RISULTATI
PER LA CAMPAGNA
PRIMAVERILE
PROMOZIONE E FIERE
TRA GRANDI CAMPIONI
E VETRINE INTERNAZIONALI
SOMMARIO
Progetto di specializzazione tra Apofruit
e Terremerse
Buoni risultati per la campagna primaverile
Promozione e fiere: Apofruit tra grandi campioni e
appuntamenti internazionali
PAGINE TECNICHE
Brevis®: una nuova opportunità per il diradamento
chimico delle mele
3-4
4-5-6
4
7-8
9-10-11
7
DALL’EMILIA
Campagna asparagi 2015, il freddo tardivo
penalizza la resa
12
DAL METAPONTO
Scommessa vinta per la Candonga®
che conquista la gdo
13
DALLA SICILIA
Il caldo prolungato ritarda la produzione siciliana
14
DAL LAZIO
Kiwi g3 prima raccolta e gestione del prodotto
15
BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE
DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA
Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88
Stampa: Arti Grafiche Ramberti, Rimini Tel. 0541 738111
Direttore Responsabile: Maurizio Magni
Editore: Prima Comunicazione - Cesena
9
14
APOFRUIT NOTIZIE
3
PROGETTO DI SPECIALIZZAZIONE
TRA APOFRUIT E TERREMERSE
Le due cooperative integrano in un’unica gestione l’intera produzione ortofrutticola.
Apofruit diventerà il braccio operativo del fresco e l’O.P. Pempacorer quello del prodotto industriale.
Da sinistra Marco Casalini Presidente di Terremerse, Gilberto Minguzzi AD di Terremerse,
il Direttore generale Apofruit Ilenio Bastoni e il Presidente Mirco Zanotti
G
razie ad un progetto di specializzazione,
Apofruit Italia e Terremerse integrano in
un’unica gestione l’intera produzione ortofrutticola, sia quella destinata al mercato del fresco
sia quella delle lavorazioni industriali.
Si tratta di un ulteriore passaggio nell’ambito dell’accordo sottoscritto nel 2013 tra le due cooperative,
un’operazione che punta a migliorare l’efficienza del
processo tra il socio produttore e il mercato.
In base a questo progetto di specializzazione,
Apofruit diventerà il braccio operativo del fresco
e l’O.P. Pempacorer quello della filiera del pro-
dotto con destinazione industriale.
Questo passerà preliminarmente attraverso
l’acquisizione in affitto da parte di Apofruit del
ramo d’azienda di Terremerse che comprende
gli stabilimenti, il parco imballi, gli impianti, i macchinari, le attrezzature industriali, commerciali, di
frigoconservazione e lavorazione di quattro stabilimenti in capo a Terremerse, ossia le strutture
di Lavezzola, Faenza, Imola e Mezzano.
«La nuova organizzazione - spiega Ilenio Bastoni, Direttore Generale di Apofruit - gestirà un
paniere di oltre due milioni di quintali di prodotti
4
APOFRUIT NOTIZIE
ortofrutticoli freschi. Questo progetto di specializzazione e riorganizzazione industriale, porterà
a un risparmio valutabile intorno ai 500 mila euro
l’anno, che andrà a beneficio dei produttori».
«Nell’ambito della gestione operativa unificata commenta Marco Casalini, Presidente di Terremerse - ogni cooperativa conserverà la propria
autonoma identità e il presidio del rapporto con
i propri soci. Resteranno in capo a Terremerse
la direzione del ramo d’azienda, la gestione diretta di tutta l’ortofrutta destinata all’industria, gli
addetti all’assistenza tecnica in campagna, allo
sviluppo della base associativa e alla ricerca di
nuovi conferimenti». «Gli oltre 4.000 soci produttori delle 2 cooperative - specifica Mirco Zanotti,
Presidente di Apofruit – beneficeranno di un unico regolamento interno e della medesima liquidazione dei prodotti conferiti».
«Attraverso questo accordo - aggiunge Gilberto Minguzzi, Amministratore Delegato di Terremerse - verrà immesso nel sistema tutto il patrimonio d’innovazione varietale con l’obiettivo di
rilanciare la produzione. Inoltre, il progetto di specializzazione esprime il massimo impegno delle
due cooperative per dare un futuro sostenibile
alla frutticoltura del territorio. Il nostro auspicio
– conclude Minguzzi - è che vengano dedicate
maggiori attenzioni a un territorio la cui frutticoltura negli ultimi anni non è riuscita a garantire un
reddito adeguato alla produzione».
BUONI RISULTATI
PER LA CAMPAGNA PRIMAVERILE
Aumentano i volumi conferiti e il risultato della liquidazione
L
a campagna primaverile 2015 ha visto un aumento del volume dei prodotti conferiti da parte dei soci
del 23,5 %, con un quantitativo totale di 75.048 quintali
di prodotto, composti da un 63% da fragole, 25% da
ortaggi dalla Sicilia con prevalenza pomodoro, 8% da
asparagi e il resto da altri ortaggi.
Positivo anche il risultato della liquidazione ai soci che ha
registrato un aumento del 42,7%, con un prezzo medio
di liquidazione di 1,48 euro.
“Da questi primi dati si evince che complessivamente la
liquidazione primaverile ha dato risultati positivi - commenta il direttore generale di Apofruit Ilenio Bastoni – La
campagna fragole è stata caratterizzata da un leggero
anticipo per l’area del Metaponto e questo spiega i volumi maggiori nella prima parte della stagione quando i
prezzi sono più alti e quindi si ottengono buone remunerazioni. Su un altro prodotto importante come gli asparagi la resa è stata inferiore a causa del freddo che ha
ritardato la raccolta”.
APOFRUIT NOTIZIE
Fragole
Complessivamente, tra le due aree di produzione fragolicola di Apofruit, sono stati ritirati oltre 50.000 quintali di
prodotto.
In Basilicata sono stai conferiti 43.000 quintali di fragole,
risultato che vede quasi raddoppiati i volumi rispetto alla
campagna precedente, mentre in Romagna sono stati
conferiti 8.500 quintali (dato questo in leggera flessione)
di cui 1.400 biologico.
“Per le fragole l’annata si è rivelata sostanzialmente positiva, il Metaponto ha beneficiato di un anticipo di raccolta
mentre l’areale cesenate ha tratto vantaggi dal ritardo
delle produzioni estere” - precisa il direttore Bastoni che
sottolinea anche l’ottima performance dell’areale della
Basilicata dove la totalità della produzione è rappresentata dalla fragola Candonga®.
Il prodotto di Scanzano viene destinato per il 90% al mercato interno. Rispetto alla scorsa annata si è registrato
un deciso aumento delle quantità commercializzate attraverso il canale della GDO dove la quota è passata
dal 20% al 59%, mentre il restante è stato destinato ai
mercati generali. La crescita della fragola del Metaponto
sul canale della GDO è un dato molto positivo, ricordia-
5
mo che si parla della fragola Candonga®, un prodotto di
eccellenza commercializzato in buona parte a marchio
Solarelli.
“Se consideriamo che negli ultimi dieci anni la produzione italiana delle fragole è fortemente diminuita andando
a penalizzare alcune regioni e aree, il dato di Apofuit, che
in un decennio ha raddoppiato la propria produzione,
assume particolare rilievo – dichiara il presidente della
cooperativa Mirco Zanotti – investendo sull’innovazione
la fragolicoltura è stata rilanciata. Oggi il Gruppo Apofruit
è presente sul mercato con 130.000 quintali di fragole
(che rappresentano circa il 15% della produzione nazionale) 75.000 dei quali prodotti in Campania dalla cooperativa Sole. Naturalmente occorre tenere conto delle
differenze delle due aree fragolicole che fanno capo alla
cooperativa, il Metaponto e la Romagna. Nell’area di
Scanzano vengono coltivati 94 ettari da una quindicina
di soci, qui le condizioni hanno permesso di perseguire
la specializzazione di una varietà particolare, dalle caratteristiche organolettiche eccellenti come la fragola Candonga®. In Romagna la produzione di fragole è invece
più frammentata, 26 ettari in totale coltivati da circa un
centinaio di soci, caratterizzati da un elevato numero di
LA PAROLA AI SOCI
AZIENDA AGRICOLA
SIMONE NOVAGA
A Simone Novaga titolare dell’omonima
azienda agricola che si trova nel cuore
della Romagna, a Forlimpopoli, chiediamo un parere sulla campagna della fragola convenzionale, coltivata su 2 dei 5 ettari
aziendali. “Per la resa è stato un anno
deludente – dichiara Simone – abbiamo
conferito 700 quintali di fragole, quasi 200 quintali sotto a quanto
preventivato”.
L’abbondanza di pioggia sembra essere stata la causa di questo
risultato, sia in fase di messa a dimora degli impianti lo scorso anno,
sia quest’anno a maggio quando tre giorni di pioggia torrenziale
hanno completato il danno sul prodotto pronto. “Mentre sul fronte
della liquidazione – Simone Novaga continua – è stata sicuramente
una buona annata. Il prezzo medio di euro 1,70 /kg ci ha assicurato
una buona remunerazione”.
GEA (PAOLA) GUARDIGNI SOCIETÀ
AGRICOLA SAN MARTINO IN FIUME
Gea (Paola) Guardigni, titolare della Società Agricola a San Martino in Fiume a
Cesena, produce da oltre vent’anni fragole
biologiche in quella che è considerata una
delle zone fragolicole per eccellenza del
cesenate. Su oltre 4 ettari che costituiscono questa azienda biologica al 100%, 1
ettaro e mezzo è destinato a fragola (prodotto in coltura protetta)
e il resto a ortaggi in rotazione. “Quest’anno non abbiamo avuto
rese eccezionali – precisa Gea Guardigni – soprattutto nelle varietà
precoci abbiamo dovuto scontare problemi di allagamenti. Così invece della media per piantina di 600 grammi, ci siamo fermati sui
400 gr.. Se la quantità ha lasciato un po’ a desiderare, il prezzo di
liquidazione è stato alto, superando una media di 3 euro/kg. Il risultato della liquidazione quest’anno è stato davvero soddisfacente,
rincuora e ci aiuta a proseguire”.
6
APOFRUIT NOTIZIE
varietà. In entrambi i casi comunque si è riusciti ad ottenere un’elevata qualità del prodotto, infatti in Romagna
si è registrato uno scarto pari all’1% e nel Metaponto al
2%”.
Venendo ai risultati di liquidazione la fragola Candonga®
è stata liquidata, per tutto il prodotto conferito, a una
media per la Cat. I di euro 1,91/kg..
Per l’area Romagna la media della Cat. I è stata di 1,65
€/kg. per la serra e 1,56 €/kg. per il pieno campo.
Anche la fragola biologica, che viene tutta prodotta in
Romagna, ha conosciuto un’annata positiva, confermando il favore goduto dal bio sul mercato. La fragola
biologica viene commercializzata per il 90% sul mercato
italiano che risulta in forte crescita, fornendo un’ottima
opportunità di sviluppo per questo prodotto. La media di
liquidazione della Cat. I è stata di 3 euro al chilo.
Importante precisare che a tutti i valori di liquidazione ai
produttori va aggiunto il 5% per OCM e il 4% di Iva.
Asparagi
Luci ed ombre per la campagna degli asparagi prevalentemente a causa dei danni causati dal freddo. La forte diminuzione della temperatura a inizio aprile ha fortemente ritardato la raccolta del prodotto sia al Sud che al
Nord, con la conseguenza che si è perduto un mese intero di commercializzazione. Entrambe le situazioni hanno influenzato sia i prezzi medi che le rese per ettaro con
conseguenze negative sui risultati finali ottenuti dai soci.
“L’asparago prodotto dai soci di Apofruit interessa tre
grandi areali – precisa il presidente Mirco Zanotti – l’Emilia dove si stanno sviluppando le produzioni a marchio
IGP, l’areale di Viterbo e quello pugliese che sta registrando sensibili incrementi di produzione”.
Complessivamente sono stati ritirati 6000 quintali di
asparagi, di questi 2600 sfusi e 3300 lavorati.
Il 53% dell’asparago conferito è stato destinato alla GDO
italiana, il resto all’export.
I valori medi di liquidazione di seguito riportati tengono
conto sia della tipologia del prodotto sia dell’areale di
produzione.
Prodotto lavorato in mazzi: area Emilia 2 euro/kg. per
l’extra e 1,67 euro/kg. per la Cat. I; area Puglia 2,01
euro/kg. per l’extra e 1,71 euro/kg. per la Cat. I; area La-
zio 1,98 euro/kg. per l’extra e 1,60 euro/kg. per la Cat. I.
Sul prodotto sfuso che interessa l’areale metapontino
la liquidazione media è stata di euro 1,60/kg. per l’extra
e 1,20 euro/kg. per la Cat. I.
In crescita rispetto al passato sono le produzioni bio
dell’asparago, che inizialmente interessavano solo l’area
Emiliana, mentre oggi sono in aumento anche in Puglia
e nel Lazio e questo perché lo sviluppo del biologico sui
mercati costituisce un’interessante opportunità per i soci
produttori. I valori medi di liquidazione del bio in mazzi, in
relazione ai diversi areali, sono stati i seguenti: per l’extra
da 2,42 a 3,17 euro/kg. e per la Cat. I da 2,13 a 2,36
euro/kg..
Prodotti orticoli
“In termini di risultati l’annata 2015 dei prodotti orticoli
è stata simile a quella dell’anno precedente – precisa il
direttore generale Bastoni – va sottolineata la crescita di
prodotto coltivato in biologico, grazie anche all’ingresso
di nuovi soci principalmente in Sicilia”.
Gli ortaggi coinvolti dalla liquidazione primaverile sono gli
ortaggi Siciliani dove il prodotto più importante è il pomodoro, con un volume di circa 15.000 quintali, i lischi e
i ravanelli in prevalenza dell’areale romagnolo e i finocchi
del metapontino.
APOFRUIT NOTIZIE
7
PROMOZIONE E FIERE: APOFRUIT
TRA GRANDI CAMPIONI E
APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI
A EXPO IL PREMIO FRUITNESS A CARLTON
MYERS NELLA GIORNATA APOFRUIT
Un grande campione come Carlton Myers, testimonial
del messaggio sana alimentazione, sport, salute, è stato al centro della “Giornata Apofruit” all’Expo di Milano.
All’ex cestista, simbolo del basket mondiale, portabandiera per l’Italia a Sidney 2000 è stato consegnato il Premio Fruitness Expo. La cerimonia si è tenuta nello spazio espositivo del Padiglione Italia, hanno consegnato il
premio a Myers il presidente di Apofruit Mirco Zanotti
e il direttore generale Ilenio Bastoni. Alla giornata del 6
Settembre Apofruit era presente con tutti i componenti
del proprio consiglio di amministrazione, con il Comitato
Giovani della cooperativa, tanti ospiti e istituzioni. L’avvenimento ha avuto l’obiettivo di sottolineare ancora una
volta la virtuosa valenza del binomio frutta/sport per un
corretto stile di vita. E si è inserito a buon diritto nella cornice di Expo che per sei mesi ha catalizzato l’attenzione
sull’alimentazione, invitando paesi, associazioni, imprese a interpretare questo tema in tutte le sue articolazioni.
Carlton Myers premiato alla Giornata Apofruit ad
Expo. Sotto il Comitato Giovani della Cooperativa
con alcuni membri della direzione
La “Giornata Apofruit” è stata tra gli appuntamenti che si
sono svolti dal 4 al 10 settembre al Padiglione Italia dedicati all’importanza e al valore della frutticoltura italiana:
presentazione dei prodotti leader, delle tecniche di produzione, qualificazione e innovazione dell’offerta sono
8
APOFRUIT NOTIZIE
stati i protagonisti di questa settimana. A corredo si è
sviluppato un ampio dibattito condotto insieme a testimonial sensibili verso i valori dello sport, del benessere,
della sana alimentazione, a esperti nutrizionisti, opinion
leader e giornalisti.
DA EXPO ALLE VETRINE INTERNAZIONALI
DELL’ORTOFRUTTA
Da Expo Apofruit ha proseguito nel suo impegno di
promozione commerciale grazie ad un nutrito calendario di appuntamenti fieristici. Tra settembre e ottobre
sono diverse le vetrine su cui converge la produzione
ortofrutticola internazionale che si incontra per sondare
nuovi mercati e confermare partnership commerciali. A
inizio settembre la partecipazione ad Asia Fruit Logistica a Hong Kong principale appuntamento per consolidare o creare nuovi contatti con i mercati dell’estremo
Oriente, con il Sana di Bologna il Salone Internazionale
del Biologico e del naturale quest’anno con un’edizione direttamente collegata al Parco della Biodiversità di
Expo e poi Macfrut nell’edizione che ha debuttato alla
Fiera di Rimini. La cooperativa cesenate a Macfrut ha
presentato le strategie dei prossimi anni con il convegno
Futuro Prossimo – I Nostri Progetti. Al convegno molto
partecipato da soci, partner commerciali e istituzioni era
presente anche l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Ro-
Sotto lo stand di Apofruit a Macfrut, qui sopra il
direttore generale Ilenio Bastoni interviene al convegno organizzato dalla cooperativa a Macfrut
magna Simona Caselli che è intervenuta concludendo i
lavori. A Ottobre Apofruit ha partecipato a Wop Dubai,
la fiera specializzata che si è svolta dal 5 al 7 confermandosi un’ottima opportunità per ampliare i contatti con il
settore ortofrutticolo fresco del medio oriente, poi negli
Usa a Pma Atlanta nell’ambito del progetto “Freshness
from Europe”, il progetto di Cso per promuovere i consumi di frutta e l’export in Usa, Canada, Emirati, Cina e
Giappone. Infine a Fruit Attraction a Madrid, uno degli
appuntamenti piu significativi per gli incontri commerciali
della produzione comunitaria.
9
BREVIS®: UNA NUOVA OPPORTUNITÀ
PER IL DIRADAMENTO CHIMICO
DELLE MELE
di GIANNI CEREDI
A
bbiamo già dedicato in precedenti occasioni
nelle nostre pagine tecniche ampio spazio al delicato ed importante tema del diradamento chimico
delle mele, nella consapevolezza che questo aspetto
della tecnica colturale rappresenti un passaggio imprescindibile per il miglioramento dei risultati qualitativi e quindi economici di questa coltura. Il 16 maggio
2014 col numero di registrazione 16084 del ministero
della salute è stata autorizzata all’impiego una nuova
formulazione denominata Brevis® impiegabile in agricoltura per il diradamento chimico delle mele.
Il prodotto è a base di metamitron una molecola nota
nel panorama fitoiatrico come diserbante ma che,
completamente riformulata e sapientemente impiegata, costituisce un valido ed interessante diradante
con notevoli potenzialità di impiego. Il meccanismo
d’azione che contraddistingue tale molecola e che
le conferisce la capacità di interferire con il processo che regola la cascola dei frutticini è quantomeno
singolare e ben diverso dai diradanti maggiormente
impiegati. Se questi ultimi infatti interagiscono come
fitoregolatori in qualità di citochinine o auxine con il
complesso sistema che regola la fisiologia della pianta, metamitron si adopera influendo negativamente
sul processo fotosintetico di questa, determinando
un’interruzione, benché parziale (fino al 60%), del
processo fotosintetico paragonabile ad un periodo
di oscuramento della pianta. Tale shock permane
nella sua fase più intensa per 10-14 giorni durante
i quali la pianta produce meno elaborati determinando una competizione più spinta tra germogli e frutti i
quali, nelle posizioni meno vantaggiose del mazzetto
fruttifero (laterali), subiscono una maggiore pressione
cascolante. La fase fenologica più appropriata per
l’impiego di questo diradante viene indicata in un in-
L’impiego di Brevis® può provocare fenomeni
di fitotossicità che tuttavia restano circoscritti
e senza alcuna conseguenza
tervallo del diametro dei frutticini compreso tra 8 e
12 mm.
Tuttavia il particolare meccanismo di azione di Brevis® ne consente l’adattamento ad impieghi più
tardivi fino a 14-16 mm, interventi che non possono costituire la prassi per il rischio di condizionare
il “ritorno a fiore” nell’anno successivo ma rappresentano una opportunità nel caso per motivi accidentali, organizzativi o climatici non si sia riusciti
ad intervenire più precocemente. Essendo l’attività
di questo diradante mediata dal parziale impedimento nel processo fotosintetico si intuisce che
alcuni fattori ambientali e agronomici ne possano
condizionare il grado di attività. Per esempio una
elevata nuvolosità ed in misura minore la presenza
di reti antigrandine, riducendo la radiazione solare, costituiscono elementi che rafforzano l’effetto
di Brevis®. Tale potenziamento si verifica anche in
PAGINE TECNICHE
APOFRUIT NOTIZIE
PAGINE TECNICHE
10 APOFRUIT NOTIZIE
Pianta di melo fuji diradata con Brevis® (anno 2015)
Pianta di melo fuji non diradata (anno 2015)
presenza di elevate temperature notturne o in condizioni di vegetazione rigogliosa (frutteti che non hanno ancora raggiunto un equilibrio vegeto-produttivo)
rispettivamente come conseguenza di un maggior
consumo di fotosintetati e di una più pronunciata
competizione tra germogli stessi. Non è un caso che
l’etichetta ufficiale con cui il formulato è stato posto in
commercio distingua i dosaggi di impiego in funzione di diverse zone climatiche del nostro paese. Nello
specifico questa esibisce raccomandazioni in merito
alla posologia in termini di dosi (minime e massime)
epoche e numero di interventi, condizioni limite di impiego (oltre 25 C°).
La varietà sottoposta a trattamento costituisce tuttavia la variabile più significativa in grado di condizionare l’efficacia diradante. E’ per tale ragione che l’attività sperimentale dell’ufficio tecnico da tre anni sta
conducendo uno specifico lavoro di messa a punto dell’impiego di questo nuovo formulato diradante con particolare attenzione alle cultivar di mele più
strategiche nel panorama varietale apofruit: Cripps®,
Fuji e Modi®. La necessità di focalizzare l’attenzione
sulle singole varietà dipende dal fatto che la sensibilità
di queste ai diradanti e l’attitudine o meno nel rispondere a questi si presenta molto diversificata, vediamo
pertanto di riassumere in maniera discorsiva l’esito di
tali esperienze rimandando i dettagli e gli approfondimenti alle singole valutazioni che andranno comunque affrontate caso per caso.
CRIPPS® - ROSY GLOW
Queste cultivar hanno tendenzialmente sempre mostrato una ottima risposta al diradamento chimico basato sull’impiego di sostanze ad azione fitoregolatrice
(NAD e 6-BA). Le esperienze pratiche e sperimentali
accumulate negli anni ci mostrano che a fronte di
una fioritura generosa e di un elevato potenziale di
allegagione queste mele reagiscono ai citati diradanti
in maniera sufficientemente lineare garantendo una
modularità di impiego in funzione delle dosi, epoca
di intervento e complementarietà tra prodotti. L’inserimento di Brevis® in questo contesto non sembrerebbe strettamente necessario. La sperimentazione
condotta rivela una elevata sensibilità di queste va-
rietà al nuovo diradante per il quale nel caso sarebbe
più appropriato orientarsi su dosaggi minimi di 1.11.3 kg/ha distribuiti in un‘unica soluzione. Il fatto che
non sussista su Cripps® e Rosy glow una necessità
stringente all’impiego di Brevis® non significa che
non vadano colte le opportunità offerte da questo
prodotto quali la possibilità di intervenire in una finestra applicativa più ampia o in ogni caso il dovere di
approfondire con più estese esperienze pratiche la
conoscenza di alternative possibili.
FUJI
Le mele appartenenti a questo gruppo partono da
una condizione più sfavorevole: una tendenziale attitudine all’alternanza di produzione e una maggiore
disformità di risposta ai diradanti ad azione fitoregolatrice. Alcuni di questi come NAD (Amide dell’acido
alfa-naftalen-acetico) non trovano collocazione pratica per l’accertato rischio di induzione alla produzione
di frutti “pigmei” mentre altri come 6-benzil- adenina
per la medesima ragione vanno circoscritti ad applicazioni su frutticini che non superino i 12-13 mm di
diametro. La tendenziale riluttanza di questa varietà all’azione dei diradanti determina uno scenario in
cui l’inserimento di Brevis® può costituire un valore
aggiunto di notevole interesse. Le esperienze maturate in campo indicano per fuji dosaggi di impiego
di Brevis® più sostenuti (1.5-1.7 kg/ha) e l’eventuale
possibilità di attuare un secondo intervento limitato
alla parte alta delle piante dove comunemente vi è
Mazzetto con frutticini nella fase del diradamento
(8-10 mm)
11
una maggiore resistenza alla cascola. I risultati ottenuti con metamitron sono discreti con accenti positivi
relativamente alla uniformità di distribuzione della produzione nelle diverse parti della chioma e nei singoli
mazzetti fiorali.
MODÌ
Analogamente a fuji questa varietà ha un’accentuata
predisposizione all’alternanza di produzione ed una
tendenziale resistenza all’operato dei diradanti chimici. Per quanto la diffusione di questa cultivar sia più
marginale rispetto alle precedenti, essa costituisce un
tassello importante per la melicoltura dei soci della
nostra cooperativa. Il potenziale impiego di Brevis®
appare interessante sia per le risposte che il prodotto
ha dato nell’attività di sperimentazione che per la variabilità di risultato frequentemente osservato nell’impiego di diradanti ad azione fitoregolatrice. Per quanto riguarda dosaggi e interventi ci si può allineare a
quanto detto per la varietà fuji.
Tracciare un bilancio complessivo sulle modalità di
impiego di un nuovo diradante quale metamitrom
caratterizzato da una peculiare modalità di azione e
indicare tutte le possibili potenziali collocazioni pratiche laddove la risposta trova diversi elementi di condizionamento, non appare semplice. A complicare il
quadro generale vanno comprese anche le diverse
aspettative dei produttori e l’idea che ciascuno ha relativamente a ciò che viene inteso come produzione
“ideale”. Fatta tale premessa va rimarcato il fatto che
tutte le novità in campo fitoiatrico possono rappresentare delle opportunità; queste tuttavia per essere
colte richiedono un intenso lavoro di messa a punto.
Tale lavoro parte dalle indicazioni di impiego riportate
in etichetta, necessita di conferme sperimentali e per
ultimo ma non meno importante esige una puntuale
messa a punto a livello aziendale. Per i formulati ad
azione diradante quest’ultimo passaggio è più che
mai stringente, pertanto suggeriamo ai soci melicoltori della nostra cooperativa di acquisire dimestichezza con tale prodotto attraverso l’inserimento su porzioni di frutteti, orientandosi attraverso le indicazioni
fornite dall’ufficio tecnico.
PAGINE TECNICHE
APOFRUIT NOTIZIE
12 APOFRUIT NOTIZIE DALL’EMILIA
CAMPAGNA ASPARAGI 2015,
IL FREDDO TARDIVO PENALIZZA
LA RESA
di FRANCO GIROTTI
C
on l’assemblea di liquidazione ai soci produttori, tenutasi il 16 settembre a Bosco Mesola
si è conclusa la campagna asparagi 2015. Alcune
considerazioni ci guidano in questo breve bilancio di
quanto accaduto nel corso del 2015.
I primi quantitativi sono stati conferiti dalla zona pugliese il 24 marzo, mentre il 6 giugno la zona ferrarese ha chiuso il periodo dei conferimenti, i quintali
ritirati sono stati 5.900.
Il clima freddo e piovoso di aprile ha influenzato pesantemente l’inizio delle raccolte, con ritardo nell’entrata in produzione vera e propria degli impianti. Ciò
è avvenuto su tutto il territorio nazionale e la zona di
Foggia ha poi subito una gelata tardiva che ha inevitabilmente falcidiato i turioni in emergenza e quindi
causato ritardi nelle consegne del prodotto.
Nella zona del basso ferrarese (e non solo) ci si attendeva, dopo un avvio così difficile, un’ “esplosione” delle produzioni, che però non è mai arrivata,
LA PAROLA AI SOCI
AZIENDA AGRICOLA
MENEGALE BANZI
L’azienda agricola Menegale Banzi di Volagna
di Comacchio coltiva su una parte dei 35 ettari
(in proprietà e in affitto), l’asparago di Altedo,
prodotto Igp tipico del territorio. E’ un’annata
che non ha registrato buonissime performace
in termini di quantità ci spiega Tiziana Menegale che conduce l’azienda insieme al marito.
“Abbiamo conferito un’ottantina di quintali, circa 20 quintali in meno
rispetto all’anno precedente; purtroppo le condizioni climatiche avverse hanno reso la produzione più scarsa”. Il prezzo medio di liquidazione si è attestato su 1,50 euro/kg, un risultato che Tiziana Menegali definisce un po’ deludente: “Ci aspettavamo qualcosa di più
in un anno in cui abbiamo registrato anche un calo di produzione”.
neppure nel mese di maggio che sappiamo essere
di norma il periodo più produttivo, grazie alle prestazioni dell’ibrido Eros, riconosciuto come il più
generoso sotto questo punto di vista. Produzioni
quindi mai decollate e conseguenti rese produttive
non soddisfacenti per l’azienda agricola (q.li 70/ha),
in compenso però, il livello qualitativo è sempre stato
medio-alto con turioni di calibro elevato e con caratteristiche organolettiche eccellenti. Non sono naturalmente mancati i problemi fitopatologici, in quanto
la stagione fredda e umida ha causato attacchi di
stemphillium sui turioni in fase di emergenza, deformazione degli stessi e inoltre la criocera non ha fatto
mancare la sua presenza, che in alcuni impianti ha
arrecato non pochi problemi. Relativamente alla liquidazione erogata ai soci, il prodotto in mazzi per la
zona dell’Emilia, ha fatto registrare la media di € 2,00
al kg. per la categoria extra e € 1,67 per la categoria
prima.
Per quanto concerne i mercati di destinazione, la cooperativa ha collocato il prodotto per il 24% verso
l’estero e per il 76% verso il mercato interno di cui il
7% sui mercati generali, il 53% verso la G.D.O. e il
restante 16% verso altri distributori. Da sottolineare
che l’intera produzione a marchio I.G.P., circa 650
q.li, è stata agevolmente collocata presso la grande distribuzione italiana che sempre di più richiede e
promuove verso il consumatore questo tipo di prodotto a marchio. La percentuale di prodotto prima
+ extra ha raggiunto il 90%, da sottolineare poi la
richiesta da parte dei clienti di un turione quasi completamente verde e di poter acquistare mazzi con
peso egalizzato. A questo proposito, Apofruit ha richiesto ai soci di consegnare un prodotto con peso
“controllato”, e per l’analisi di questa esperienza si
rimanda ad un prossimo incontro con le aziende
APOFRUIT NOTIZIE DAL METAPONTO
13
SCOMMESSA VINTA PER LA
CANDONGA® CHE CONQUISTA LA GDO
S
commessa vinta per la fragola Candonga® coltivata
nell’areale metapontino. Gli obiettivi ipotizzati a metà
campagna sono stati infatti raggiunti, sia in termini di resa
che di quantitativo totale. E queste ottime performance
per una varietà che ha trovato proprio nel microclima della
Basilicata un alleato perfetto in grado di esaltarne l’ eccellenza, incoraggiano l’aumento delle superfici dedicate alla
Candonga®. “Ad aprile ci eravamo posti obiettivi importanti
e oggi possiamo confermare che un bilancio della campagna 2015 deve partire sottolineandone il raggiungimento
– dichiara Tonino Rubolino responsabile d’area Apofruit Primo dato decisamente positivo è quello relativo alla resa
per piantina che ha superato i 600 grammi, raggiungendo
i 633. Ottima è stata la performance sul quantitativo totale
prodotto che si attesta su 41.135 quintali, superando l’obiettivo dei quarantamila”.
Se si aggiunge la buona media di liquidazione di 2,13 euro/
Kg, la campagna della fragola Candonga® non può che
dirsi coronata di successo. I risultati positivi hanno avuto come immediata conseguenza la conferma del trend di
crescita della superficie coltivata a Candonga®, sulla base
del progetto di specializzazione che Apofruit sta sostenendo in questa zona da alcuni anni. Nell’area di Scanzano dai
90 ettari si è passati a quasi 100 e senza l’inserimento di
nuovi produttori come invece era avvenuto l’anno passato.
La coltivazione di una varietà che continua a fare reddito
interessante stimola ovviamente i produttori ad ampliare
le superfici con conseguente aumento dell’occupazione e
reddito per tutta la filiera.
“Sono alcuni anni che questa fragola ad alta specializzazione presenta un trend positivo – precisa Rubolino – il
consumatore la apprezza ed evidentemente le sue qualità
organolettiche conquistano, con il risultato di un notevole
aumento della sua commercializzazione attraverso il canale
della GDO. Nel 2015 oltre il 50% del prodotto è stato indirizzato alla grande distribuzione ed il rimanente ai mercati
generali: un autentico cambiamento di marcia se pensiamo
che la percentuale tre anni fa era del 15/20% “.
LA PAROLA AI SOCI
BERARDINO FUINA
SOCIETÀ AGRICOLA PROMTRADE S.S.
Berardino Fuina è il direttore della Società Agricola Promtrade S.S., azienda di Pisticci in provincia
di Matera dove vengono coltivati 20 ettari a fragola
Candonga®. A Fuina chiediamo un bilancio a campagna conclusa: “È sicuramente un risultato positivo,
la fragola Candonga® è un prodotto eccezionale che
richiede da parte dei produttori una forte specializzazione. Questa varietà ha incontrato nel microclima della nostra zona una
condizione perfetta per raggiungere al meglio le sue qualità organolettiche”.
Come produzione la Società Agricola Promtrade ha conferito 9000 quintali
di fragola Candonga® in questa campagna, liquidati a un prezzo medio di
euro 2,05. Fuina si dice inoltre convinto che questa varietà, che sta incontrando sempre più il favore del consumatore e della Grande distribuzione,
possa continuare a garantire ai produttori una certa soddisfazione.
AZIENDA AGRICOLA ANTONIO CARIELLO
La fragola Candonga® ha conquistato Antonio Cariello titolare dell’ azienda agricola omonima di Scanzano Ionico.
Si tratta di un’azienda zootecnica dove si allevano bovini da
carne e da latte e bufale. La produzione di fragole è stata
inserita per la prima volta in questa campagna, anche per
diversificare l’attività. “Abbiamo voluto sperimentare questa
fragola di cui in zona si parlava così bene – dichiara Antonio
Cariello che con il padre Andrea e i fratelli lavora in azienda –
e messo a dimora 120. 000 piante su poco più di un ettaro e mezzo. È stata un’ottima
esperienza, abbiamo ottenuto una resa di 700 gr. a piantina e siamo molto soddisfatti
della remunerazione”. L’azienda ha conferito in questa sua prima campagna 840quintali di fragola Candonga® a un prezzo medio di liquidazione di 2,15 euro al kg. “Visto
l’ottimo risultato abbiamo deciso di raddoppiare la superficie - conclude Antonio Cariello – siamo molto contenti anche dell’assistenza e della buona organizzazione che ci
ha assicurato Apofruit. Quindi continuiamo con grande convinzione”.
14 APOFRUIT NOTIZIE DALLA SICILIA
IL CALDO PROLUNGATO RITARDA
LA PRODUZIONE SICILIANA
P
er la campagna orticola dell’areale siciliano
che fa capo allo stabilimento di Donnalucata
l’andamento è caratterizzato da un pesante ritardo della produzione.
Il ritardo interessa quasi tutto il paniere produzioni,
a partire dalla coltivazione del pomodoro nelle varie tipologie (ciliegino, grappolo, datterino, da insalata), che rimane per i soci della cooperativa la
coltivazione predominante. La limitazione dell’offerta sui mercati interessa anche le altre produzioni come melanzane e zucchine.
“La campagna orticola ha subìto forti ritardi - dichiara il responsabile d’area Alfonso D’Aquila
- Negli anni passati a settembre si era raggiunto quasi il 70% della produzione, quest’anno per
quasi tutte le referenze registriamo oltre un mese
di ritardo. Causa principale è stato il prolungarsi
delle alte temperature che non hanno favorito l’attecchimento delle piante, costringendo i soci produttori, per fortuna solo in alcuni casi, a espiantare
e a reimpiantare”. C’è da rilevare una certa soddisfazione per il lavoro svolto dai soci nel contrastare gli effetti negativi di tale periodo. Lavoro che,
per quanto arduo sia stato, sembra promettere
buoni frutti per qualità e quantità, fatta eccezione
per i primi palchi fiorali, quelli direttamente esposti
alla inaspettata situazione climatica.
La conseguenza del ritardo nelle produzioni orticole ha effetti negativi ovviamente sul mercato,
perché i prodotti siciliani, arrivando tutti in gran
parte da metà novembre, sconteranno le problematiche della concentrazione, in primis sui prezzi,
che al contrario il graduale inserimento riesce a
scongiurare.
APOFRUIT NOTIZIE DAL LAZIO
15
KIWI GIALLO G3: TERMINATA LA
CAMPAGNA DI RACCOLTA
di FABIO MAROCCHI
Alcune fasi della raccolta
S
iamo al termine di questa campagna di raccolta
del kiwi giallo.
Quest’anno abbiamo avuto diverse aziende in piena raccolta e iniziamo ad avere una serie di dati più
concreti sulle potenzialità della varietà e sugli standard di raccolta dettati da Zespri.
Iniziamo con il dire che i parametri di raccolta, sono
stati impostati da Zespri per raccogliere frutta di
qualità elevata in modo da ottenere dal mercato il
miglior prezzo e di conseguenza il miglior ritorno per
il produttore. Quest’anno, con il miglioramento delle tecniche agronomiche e, grazie alla stagionalità,
la raccolta è iniziata a fine settembre anche nelle
aziende in piena produzione. I parametri per la prima
qualità sono indicati con una pezzatura minima di 74
gr., sostanza secca sopra il 16,3% ed un grado Brix
minimo di 6,5 per il kiwi che a fine settembre era in
protocollo C oppure N che rappresentano il sistema
di identificazione di un prodotto pronto per la raccolta e l’immissione sul mercato. Le aziende che in
quelle settimane non erano a colore abbiamo atteso
che il grado Brix arrivasse ad 8 di media.
In generale possiamo dire che la gestione della potatura verde, dell’irrigazione e dei nutrienti è basilare
per ottenere frutti di qualità e con una raccolta precoce. Un altro aspetto non meno importante, anzi
forse il più importante è legato alla carica produttiva.
La fertilità elevata della varietà ha creato dei problemi
per il diradamento e per equilibrare il carico di frutta
della pianta. Tutti i produttori sono consapevoli che
per il prossimo anno si deve procedere con una potatura più drastica in modo da avere meno rami produttivi. Questo faciliterà il diradamento, migliorerà l’illuminazione ed in questo modo si miglioreranno altri
aspetti come: minor problemi di peduncoli secchi
(come già fatto notare nei precedenti articoli), minori
costi di diradamento (quest’anno si è speso fino a
3.000 €/Ha) minori costi di potatura verde (quest’anno alcune aziende hanno speso fino a 4.000 €/Ha).
Un altro aspetto è il miglioramento della sostanza
secca, perché ci sarà meno competizione tra i frutti
nella fase iniziale di accrescimento.
La sostanza secca come abbiamo già detto, ha un
valore aggiunto importante, e può fare la differenza
in termini economici al momento della liquidazione.
Pertanto la qualità finale del prodotto si determina
già in fase di potatura con il corretto numero di rami
che lasciamo in questa fase. In merito alla gestione del prodotto è importante sapere che le partite
vengono gestite in magazzino come da protocollo
zespri in base alle lavorazioni e ai programmi commerciali.
In questa fase di post-raccolta è importante non abbassare la guardia per la difesa da PSA. Ricordiamo
l’importanza dei trattamenti a caduta foglie con i Sali
di rame, ed i filmanti da completa caduta foglie.
Seguici su
Scarica

pdf