APOFRUIT NOTIZIE 1 Anno XXIII n° 5 - Settembre - Ottobre 2015 NOTIZIE Periodico bimestrale - Poste Italiane sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/04 nr. 46) art. 1 comma 1 DCB Forlì - Ed. Prima Comunicazione - €0,50 PROGETTO DI SPECIALIZZAZIONE TRA APOFRUIT E TERREMERSE BUONI RISULTATI PER LA CAMPAGNA PRIMAVERILE PROMOZIONE E FIERE TRA GRANDI CAMPIONI E VETRINE INTERNAZIONALI SOMMARIO Progetto di specializzazione tra Apofruit e Terremerse Buoni risultati per la campagna primaverile Promozione e fiere: Apofruit tra grandi campioni e appuntamenti internazionali PAGINE TECNICHE Brevis®: una nuova opportunità per il diradamento chimico delle mele 3-4 4-5-6 4 7-8 9-10-11 7 DALL’EMILIA Campagna asparagi 2015, il freddo tardivo penalizza la resa 12 DAL METAPONTO Scommessa vinta per la Candonga® che conquista la gdo 13 DALLA SICILIA Il caldo prolungato ritarda la produzione siciliana 14 DAL LAZIO Kiwi g3 prima raccolta e gestione del prodotto 15 BIMESTRALE DELLA ORGANIZZAZIONE DEI PRODUTTORI APOFRUIT ITALIA Aut. Trib. FO n. 178 del 5/4/88 - Reg. Stampa n. 10/88 Stampa: Arti Grafiche Ramberti, Rimini Tel. 0541 738111 Direttore Responsabile: Maurizio Magni Editore: Prima Comunicazione - Cesena 9 14 APOFRUIT NOTIZIE 3 PROGETTO DI SPECIALIZZAZIONE TRA APOFRUIT E TERREMERSE Le due cooperative integrano in un’unica gestione l’intera produzione ortofrutticola. Apofruit diventerà il braccio operativo del fresco e l’O.P. Pempacorer quello del prodotto industriale. Da sinistra Marco Casalini Presidente di Terremerse, Gilberto Minguzzi AD di Terremerse, il Direttore generale Apofruit Ilenio Bastoni e il Presidente Mirco Zanotti G razie ad un progetto di specializzazione, Apofruit Italia e Terremerse integrano in un’unica gestione l’intera produzione ortofrutticola, sia quella destinata al mercato del fresco sia quella delle lavorazioni industriali. Si tratta di un ulteriore passaggio nell’ambito dell’accordo sottoscritto nel 2013 tra le due cooperative, un’operazione che punta a migliorare l’efficienza del processo tra il socio produttore e il mercato. In base a questo progetto di specializzazione, Apofruit diventerà il braccio operativo del fresco e l’O.P. Pempacorer quello della filiera del pro- dotto con destinazione industriale. Questo passerà preliminarmente attraverso l’acquisizione in affitto da parte di Apofruit del ramo d’azienda di Terremerse che comprende gli stabilimenti, il parco imballi, gli impianti, i macchinari, le attrezzature industriali, commerciali, di frigoconservazione e lavorazione di quattro stabilimenti in capo a Terremerse, ossia le strutture di Lavezzola, Faenza, Imola e Mezzano. «La nuova organizzazione - spiega Ilenio Bastoni, Direttore Generale di Apofruit - gestirà un paniere di oltre due milioni di quintali di prodotti 4 APOFRUIT NOTIZIE ortofrutticoli freschi. Questo progetto di specializzazione e riorganizzazione industriale, porterà a un risparmio valutabile intorno ai 500 mila euro l’anno, che andrà a beneficio dei produttori». «Nell’ambito della gestione operativa unificata commenta Marco Casalini, Presidente di Terremerse - ogni cooperativa conserverà la propria autonoma identità e il presidio del rapporto con i propri soci. Resteranno in capo a Terremerse la direzione del ramo d’azienda, la gestione diretta di tutta l’ortofrutta destinata all’industria, gli addetti all’assistenza tecnica in campagna, allo sviluppo della base associativa e alla ricerca di nuovi conferimenti». «Gli oltre 4.000 soci produttori delle 2 cooperative - specifica Mirco Zanotti, Presidente di Apofruit – beneficeranno di un unico regolamento interno e della medesima liquidazione dei prodotti conferiti». «Attraverso questo accordo - aggiunge Gilberto Minguzzi, Amministratore Delegato di Terremerse - verrà immesso nel sistema tutto il patrimonio d’innovazione varietale con l’obiettivo di rilanciare la produzione. Inoltre, il progetto di specializzazione esprime il massimo impegno delle due cooperative per dare un futuro sostenibile alla frutticoltura del territorio. Il nostro auspicio – conclude Minguzzi - è che vengano dedicate maggiori attenzioni a un territorio la cui frutticoltura negli ultimi anni non è riuscita a garantire un reddito adeguato alla produzione». BUONI RISULTATI PER LA CAMPAGNA PRIMAVERILE Aumentano i volumi conferiti e il risultato della liquidazione L a campagna primaverile 2015 ha visto un aumento del volume dei prodotti conferiti da parte dei soci del 23,5 %, con un quantitativo totale di 75.048 quintali di prodotto, composti da un 63% da fragole, 25% da ortaggi dalla Sicilia con prevalenza pomodoro, 8% da asparagi e il resto da altri ortaggi. Positivo anche il risultato della liquidazione ai soci che ha registrato un aumento del 42,7%, con un prezzo medio di liquidazione di 1,48 euro. “Da questi primi dati si evince che complessivamente la liquidazione primaverile ha dato risultati positivi - commenta il direttore generale di Apofruit Ilenio Bastoni – La campagna fragole è stata caratterizzata da un leggero anticipo per l’area del Metaponto e questo spiega i volumi maggiori nella prima parte della stagione quando i prezzi sono più alti e quindi si ottengono buone remunerazioni. Su un altro prodotto importante come gli asparagi la resa è stata inferiore a causa del freddo che ha ritardato la raccolta”. APOFRUIT NOTIZIE Fragole Complessivamente, tra le due aree di produzione fragolicola di Apofruit, sono stati ritirati oltre 50.000 quintali di prodotto. In Basilicata sono stai conferiti 43.000 quintali di fragole, risultato che vede quasi raddoppiati i volumi rispetto alla campagna precedente, mentre in Romagna sono stati conferiti 8.500 quintali (dato questo in leggera flessione) di cui 1.400 biologico. “Per le fragole l’annata si è rivelata sostanzialmente positiva, il Metaponto ha beneficiato di un anticipo di raccolta mentre l’areale cesenate ha tratto vantaggi dal ritardo delle produzioni estere” - precisa il direttore Bastoni che sottolinea anche l’ottima performance dell’areale della Basilicata dove la totalità della produzione è rappresentata dalla fragola Candonga®. Il prodotto di Scanzano viene destinato per il 90% al mercato interno. Rispetto alla scorsa annata si è registrato un deciso aumento delle quantità commercializzate attraverso il canale della GDO dove la quota è passata dal 20% al 59%, mentre il restante è stato destinato ai mercati generali. La crescita della fragola del Metaponto sul canale della GDO è un dato molto positivo, ricordia- 5 mo che si parla della fragola Candonga®, un prodotto di eccellenza commercializzato in buona parte a marchio Solarelli. “Se consideriamo che negli ultimi dieci anni la produzione italiana delle fragole è fortemente diminuita andando a penalizzare alcune regioni e aree, il dato di Apofuit, che in un decennio ha raddoppiato la propria produzione, assume particolare rilievo – dichiara il presidente della cooperativa Mirco Zanotti – investendo sull’innovazione la fragolicoltura è stata rilanciata. Oggi il Gruppo Apofruit è presente sul mercato con 130.000 quintali di fragole (che rappresentano circa il 15% della produzione nazionale) 75.000 dei quali prodotti in Campania dalla cooperativa Sole. Naturalmente occorre tenere conto delle differenze delle due aree fragolicole che fanno capo alla cooperativa, il Metaponto e la Romagna. Nell’area di Scanzano vengono coltivati 94 ettari da una quindicina di soci, qui le condizioni hanno permesso di perseguire la specializzazione di una varietà particolare, dalle caratteristiche organolettiche eccellenti come la fragola Candonga®. In Romagna la produzione di fragole è invece più frammentata, 26 ettari in totale coltivati da circa un centinaio di soci, caratterizzati da un elevato numero di LA PAROLA AI SOCI AZIENDA AGRICOLA SIMONE NOVAGA A Simone Novaga titolare dell’omonima azienda agricola che si trova nel cuore della Romagna, a Forlimpopoli, chiediamo un parere sulla campagna della fragola convenzionale, coltivata su 2 dei 5 ettari aziendali. “Per la resa è stato un anno deludente – dichiara Simone – abbiamo conferito 700 quintali di fragole, quasi 200 quintali sotto a quanto preventivato”. L’abbondanza di pioggia sembra essere stata la causa di questo risultato, sia in fase di messa a dimora degli impianti lo scorso anno, sia quest’anno a maggio quando tre giorni di pioggia torrenziale hanno completato il danno sul prodotto pronto. “Mentre sul fronte della liquidazione – Simone Novaga continua – è stata sicuramente una buona annata. Il prezzo medio di euro 1,70 /kg ci ha assicurato una buona remunerazione”. GEA (PAOLA) GUARDIGNI SOCIETÀ AGRICOLA SAN MARTINO IN FIUME Gea (Paola) Guardigni, titolare della Società Agricola a San Martino in Fiume a Cesena, produce da oltre vent’anni fragole biologiche in quella che è considerata una delle zone fragolicole per eccellenza del cesenate. Su oltre 4 ettari che costituiscono questa azienda biologica al 100%, 1 ettaro e mezzo è destinato a fragola (prodotto in coltura protetta) e il resto a ortaggi in rotazione. “Quest’anno non abbiamo avuto rese eccezionali – precisa Gea Guardigni – soprattutto nelle varietà precoci abbiamo dovuto scontare problemi di allagamenti. Così invece della media per piantina di 600 grammi, ci siamo fermati sui 400 gr.. Se la quantità ha lasciato un po’ a desiderare, il prezzo di liquidazione è stato alto, superando una media di 3 euro/kg. Il risultato della liquidazione quest’anno è stato davvero soddisfacente, rincuora e ci aiuta a proseguire”. 6 APOFRUIT NOTIZIE varietà. In entrambi i casi comunque si è riusciti ad ottenere un’elevata qualità del prodotto, infatti in Romagna si è registrato uno scarto pari all’1% e nel Metaponto al 2%”. Venendo ai risultati di liquidazione la fragola Candonga® è stata liquidata, per tutto il prodotto conferito, a una media per la Cat. I di euro 1,91/kg.. Per l’area Romagna la media della Cat. I è stata di 1,65 €/kg. per la serra e 1,56 €/kg. per il pieno campo. Anche la fragola biologica, che viene tutta prodotta in Romagna, ha conosciuto un’annata positiva, confermando il favore goduto dal bio sul mercato. La fragola biologica viene commercializzata per il 90% sul mercato italiano che risulta in forte crescita, fornendo un’ottima opportunità di sviluppo per questo prodotto. La media di liquidazione della Cat. I è stata di 3 euro al chilo. Importante precisare che a tutti i valori di liquidazione ai produttori va aggiunto il 5% per OCM e il 4% di Iva. Asparagi Luci ed ombre per la campagna degli asparagi prevalentemente a causa dei danni causati dal freddo. La forte diminuzione della temperatura a inizio aprile ha fortemente ritardato la raccolta del prodotto sia al Sud che al Nord, con la conseguenza che si è perduto un mese intero di commercializzazione. Entrambe le situazioni hanno influenzato sia i prezzi medi che le rese per ettaro con conseguenze negative sui risultati finali ottenuti dai soci. “L’asparago prodotto dai soci di Apofruit interessa tre grandi areali – precisa il presidente Mirco Zanotti – l’Emilia dove si stanno sviluppando le produzioni a marchio IGP, l’areale di Viterbo e quello pugliese che sta registrando sensibili incrementi di produzione”. Complessivamente sono stati ritirati 6000 quintali di asparagi, di questi 2600 sfusi e 3300 lavorati. Il 53% dell’asparago conferito è stato destinato alla GDO italiana, il resto all’export. I valori medi di liquidazione di seguito riportati tengono conto sia della tipologia del prodotto sia dell’areale di produzione. Prodotto lavorato in mazzi: area Emilia 2 euro/kg. per l’extra e 1,67 euro/kg. per la Cat. I; area Puglia 2,01 euro/kg. per l’extra e 1,71 euro/kg. per la Cat. I; area La- zio 1,98 euro/kg. per l’extra e 1,60 euro/kg. per la Cat. I. Sul prodotto sfuso che interessa l’areale metapontino la liquidazione media è stata di euro 1,60/kg. per l’extra e 1,20 euro/kg. per la Cat. I. In crescita rispetto al passato sono le produzioni bio dell’asparago, che inizialmente interessavano solo l’area Emiliana, mentre oggi sono in aumento anche in Puglia e nel Lazio e questo perché lo sviluppo del biologico sui mercati costituisce un’interessante opportunità per i soci produttori. I valori medi di liquidazione del bio in mazzi, in relazione ai diversi areali, sono stati i seguenti: per l’extra da 2,42 a 3,17 euro/kg. e per la Cat. I da 2,13 a 2,36 euro/kg.. Prodotti orticoli “In termini di risultati l’annata 2015 dei prodotti orticoli è stata simile a quella dell’anno precedente – precisa il direttore generale Bastoni – va sottolineata la crescita di prodotto coltivato in biologico, grazie anche all’ingresso di nuovi soci principalmente in Sicilia”. Gli ortaggi coinvolti dalla liquidazione primaverile sono gli ortaggi Siciliani dove il prodotto più importante è il pomodoro, con un volume di circa 15.000 quintali, i lischi e i ravanelli in prevalenza dell’areale romagnolo e i finocchi del metapontino. APOFRUIT NOTIZIE 7 PROMOZIONE E FIERE: APOFRUIT TRA GRANDI CAMPIONI E APPUNTAMENTI INTERNAZIONALI A EXPO IL PREMIO FRUITNESS A CARLTON MYERS NELLA GIORNATA APOFRUIT Un grande campione come Carlton Myers, testimonial del messaggio sana alimentazione, sport, salute, è stato al centro della “Giornata Apofruit” all’Expo di Milano. All’ex cestista, simbolo del basket mondiale, portabandiera per l’Italia a Sidney 2000 è stato consegnato il Premio Fruitness Expo. La cerimonia si è tenuta nello spazio espositivo del Padiglione Italia, hanno consegnato il premio a Myers il presidente di Apofruit Mirco Zanotti e il direttore generale Ilenio Bastoni. Alla giornata del 6 Settembre Apofruit era presente con tutti i componenti del proprio consiglio di amministrazione, con il Comitato Giovani della cooperativa, tanti ospiti e istituzioni. L’avvenimento ha avuto l’obiettivo di sottolineare ancora una volta la virtuosa valenza del binomio frutta/sport per un corretto stile di vita. E si è inserito a buon diritto nella cornice di Expo che per sei mesi ha catalizzato l’attenzione sull’alimentazione, invitando paesi, associazioni, imprese a interpretare questo tema in tutte le sue articolazioni. Carlton Myers premiato alla Giornata Apofruit ad Expo. Sotto il Comitato Giovani della Cooperativa con alcuni membri della direzione La “Giornata Apofruit” è stata tra gli appuntamenti che si sono svolti dal 4 al 10 settembre al Padiglione Italia dedicati all’importanza e al valore della frutticoltura italiana: presentazione dei prodotti leader, delle tecniche di produzione, qualificazione e innovazione dell’offerta sono 8 APOFRUIT NOTIZIE stati i protagonisti di questa settimana. A corredo si è sviluppato un ampio dibattito condotto insieme a testimonial sensibili verso i valori dello sport, del benessere, della sana alimentazione, a esperti nutrizionisti, opinion leader e giornalisti. DA EXPO ALLE VETRINE INTERNAZIONALI DELL’ORTOFRUTTA Da Expo Apofruit ha proseguito nel suo impegno di promozione commerciale grazie ad un nutrito calendario di appuntamenti fieristici. Tra settembre e ottobre sono diverse le vetrine su cui converge la produzione ortofrutticola internazionale che si incontra per sondare nuovi mercati e confermare partnership commerciali. A inizio settembre la partecipazione ad Asia Fruit Logistica a Hong Kong principale appuntamento per consolidare o creare nuovi contatti con i mercati dell’estremo Oriente, con il Sana di Bologna il Salone Internazionale del Biologico e del naturale quest’anno con un’edizione direttamente collegata al Parco della Biodiversità di Expo e poi Macfrut nell’edizione che ha debuttato alla Fiera di Rimini. La cooperativa cesenate a Macfrut ha presentato le strategie dei prossimi anni con il convegno Futuro Prossimo – I Nostri Progetti. Al convegno molto partecipato da soci, partner commerciali e istituzioni era presente anche l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Ro- Sotto lo stand di Apofruit a Macfrut, qui sopra il direttore generale Ilenio Bastoni interviene al convegno organizzato dalla cooperativa a Macfrut magna Simona Caselli che è intervenuta concludendo i lavori. A Ottobre Apofruit ha partecipato a Wop Dubai, la fiera specializzata che si è svolta dal 5 al 7 confermandosi un’ottima opportunità per ampliare i contatti con il settore ortofrutticolo fresco del medio oriente, poi negli Usa a Pma Atlanta nell’ambito del progetto “Freshness from Europe”, il progetto di Cso per promuovere i consumi di frutta e l’export in Usa, Canada, Emirati, Cina e Giappone. Infine a Fruit Attraction a Madrid, uno degli appuntamenti piu significativi per gli incontri commerciali della produzione comunitaria. 9 BREVIS®: UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER IL DIRADAMENTO CHIMICO DELLE MELE di GIANNI CEREDI A bbiamo già dedicato in precedenti occasioni nelle nostre pagine tecniche ampio spazio al delicato ed importante tema del diradamento chimico delle mele, nella consapevolezza che questo aspetto della tecnica colturale rappresenti un passaggio imprescindibile per il miglioramento dei risultati qualitativi e quindi economici di questa coltura. Il 16 maggio 2014 col numero di registrazione 16084 del ministero della salute è stata autorizzata all’impiego una nuova formulazione denominata Brevis® impiegabile in agricoltura per il diradamento chimico delle mele. Il prodotto è a base di metamitron una molecola nota nel panorama fitoiatrico come diserbante ma che, completamente riformulata e sapientemente impiegata, costituisce un valido ed interessante diradante con notevoli potenzialità di impiego. Il meccanismo d’azione che contraddistingue tale molecola e che le conferisce la capacità di interferire con il processo che regola la cascola dei frutticini è quantomeno singolare e ben diverso dai diradanti maggiormente impiegati. Se questi ultimi infatti interagiscono come fitoregolatori in qualità di citochinine o auxine con il complesso sistema che regola la fisiologia della pianta, metamitron si adopera influendo negativamente sul processo fotosintetico di questa, determinando un’interruzione, benché parziale (fino al 60%), del processo fotosintetico paragonabile ad un periodo di oscuramento della pianta. Tale shock permane nella sua fase più intensa per 10-14 giorni durante i quali la pianta produce meno elaborati determinando una competizione più spinta tra germogli e frutti i quali, nelle posizioni meno vantaggiose del mazzetto fruttifero (laterali), subiscono una maggiore pressione cascolante. La fase fenologica più appropriata per l’impiego di questo diradante viene indicata in un in- L’impiego di Brevis® può provocare fenomeni di fitotossicità che tuttavia restano circoscritti e senza alcuna conseguenza tervallo del diametro dei frutticini compreso tra 8 e 12 mm. Tuttavia il particolare meccanismo di azione di Brevis® ne consente l’adattamento ad impieghi più tardivi fino a 14-16 mm, interventi che non possono costituire la prassi per il rischio di condizionare il “ritorno a fiore” nell’anno successivo ma rappresentano una opportunità nel caso per motivi accidentali, organizzativi o climatici non si sia riusciti ad intervenire più precocemente. Essendo l’attività di questo diradante mediata dal parziale impedimento nel processo fotosintetico si intuisce che alcuni fattori ambientali e agronomici ne possano condizionare il grado di attività. Per esempio una elevata nuvolosità ed in misura minore la presenza di reti antigrandine, riducendo la radiazione solare, costituiscono elementi che rafforzano l’effetto di Brevis®. Tale potenziamento si verifica anche in PAGINE TECNICHE APOFRUIT NOTIZIE PAGINE TECNICHE 10 APOFRUIT NOTIZIE Pianta di melo fuji diradata con Brevis® (anno 2015) Pianta di melo fuji non diradata (anno 2015) presenza di elevate temperature notturne o in condizioni di vegetazione rigogliosa (frutteti che non hanno ancora raggiunto un equilibrio vegeto-produttivo) rispettivamente come conseguenza di un maggior consumo di fotosintetati e di una più pronunciata competizione tra germogli stessi. Non è un caso che l’etichetta ufficiale con cui il formulato è stato posto in commercio distingua i dosaggi di impiego in funzione di diverse zone climatiche del nostro paese. Nello specifico questa esibisce raccomandazioni in merito alla posologia in termini di dosi (minime e massime) epoche e numero di interventi, condizioni limite di impiego (oltre 25 C°). La varietà sottoposta a trattamento costituisce tuttavia la variabile più significativa in grado di condizionare l’efficacia diradante. E’ per tale ragione che l’attività sperimentale dell’ufficio tecnico da tre anni sta conducendo uno specifico lavoro di messa a punto dell’impiego di questo nuovo formulato diradante con particolare attenzione alle cultivar di mele più strategiche nel panorama varietale apofruit: Cripps®, Fuji e Modi®. La necessità di focalizzare l’attenzione sulle singole varietà dipende dal fatto che la sensibilità di queste ai diradanti e l’attitudine o meno nel rispondere a questi si presenta molto diversificata, vediamo pertanto di riassumere in maniera discorsiva l’esito di tali esperienze rimandando i dettagli e gli approfondimenti alle singole valutazioni che andranno comunque affrontate caso per caso. CRIPPS® - ROSY GLOW Queste cultivar hanno tendenzialmente sempre mostrato una ottima risposta al diradamento chimico basato sull’impiego di sostanze ad azione fitoregolatrice (NAD e 6-BA). Le esperienze pratiche e sperimentali accumulate negli anni ci mostrano che a fronte di una fioritura generosa e di un elevato potenziale di allegagione queste mele reagiscono ai citati diradanti in maniera sufficientemente lineare garantendo una modularità di impiego in funzione delle dosi, epoca di intervento e complementarietà tra prodotti. L’inserimento di Brevis® in questo contesto non sembrerebbe strettamente necessario. La sperimentazione condotta rivela una elevata sensibilità di queste va- rietà al nuovo diradante per il quale nel caso sarebbe più appropriato orientarsi su dosaggi minimi di 1.11.3 kg/ha distribuiti in un‘unica soluzione. Il fatto che non sussista su Cripps® e Rosy glow una necessità stringente all’impiego di Brevis® non significa che non vadano colte le opportunità offerte da questo prodotto quali la possibilità di intervenire in una finestra applicativa più ampia o in ogni caso il dovere di approfondire con più estese esperienze pratiche la conoscenza di alternative possibili. FUJI Le mele appartenenti a questo gruppo partono da una condizione più sfavorevole: una tendenziale attitudine all’alternanza di produzione e una maggiore disformità di risposta ai diradanti ad azione fitoregolatrice. Alcuni di questi come NAD (Amide dell’acido alfa-naftalen-acetico) non trovano collocazione pratica per l’accertato rischio di induzione alla produzione di frutti “pigmei” mentre altri come 6-benzil- adenina per la medesima ragione vanno circoscritti ad applicazioni su frutticini che non superino i 12-13 mm di diametro. La tendenziale riluttanza di questa varietà all’azione dei diradanti determina uno scenario in cui l’inserimento di Brevis® può costituire un valore aggiunto di notevole interesse. Le esperienze maturate in campo indicano per fuji dosaggi di impiego di Brevis® più sostenuti (1.5-1.7 kg/ha) e l’eventuale possibilità di attuare un secondo intervento limitato alla parte alta delle piante dove comunemente vi è Mazzetto con frutticini nella fase del diradamento (8-10 mm) 11 una maggiore resistenza alla cascola. I risultati ottenuti con metamitron sono discreti con accenti positivi relativamente alla uniformità di distribuzione della produzione nelle diverse parti della chioma e nei singoli mazzetti fiorali. MODÌ Analogamente a fuji questa varietà ha un’accentuata predisposizione all’alternanza di produzione ed una tendenziale resistenza all’operato dei diradanti chimici. Per quanto la diffusione di questa cultivar sia più marginale rispetto alle precedenti, essa costituisce un tassello importante per la melicoltura dei soci della nostra cooperativa. Il potenziale impiego di Brevis® appare interessante sia per le risposte che il prodotto ha dato nell’attività di sperimentazione che per la variabilità di risultato frequentemente osservato nell’impiego di diradanti ad azione fitoregolatrice. Per quanto riguarda dosaggi e interventi ci si può allineare a quanto detto per la varietà fuji. Tracciare un bilancio complessivo sulle modalità di impiego di un nuovo diradante quale metamitrom caratterizzato da una peculiare modalità di azione e indicare tutte le possibili potenziali collocazioni pratiche laddove la risposta trova diversi elementi di condizionamento, non appare semplice. A complicare il quadro generale vanno comprese anche le diverse aspettative dei produttori e l’idea che ciascuno ha relativamente a ciò che viene inteso come produzione “ideale”. Fatta tale premessa va rimarcato il fatto che tutte le novità in campo fitoiatrico possono rappresentare delle opportunità; queste tuttavia per essere colte richiedono un intenso lavoro di messa a punto. Tale lavoro parte dalle indicazioni di impiego riportate in etichetta, necessita di conferme sperimentali e per ultimo ma non meno importante esige una puntuale messa a punto a livello aziendale. Per i formulati ad azione diradante quest’ultimo passaggio è più che mai stringente, pertanto suggeriamo ai soci melicoltori della nostra cooperativa di acquisire dimestichezza con tale prodotto attraverso l’inserimento su porzioni di frutteti, orientandosi attraverso le indicazioni fornite dall’ufficio tecnico. PAGINE TECNICHE APOFRUIT NOTIZIE 12 APOFRUIT NOTIZIE DALL’EMILIA CAMPAGNA ASPARAGI 2015, IL FREDDO TARDIVO PENALIZZA LA RESA di FRANCO GIROTTI C on l’assemblea di liquidazione ai soci produttori, tenutasi il 16 settembre a Bosco Mesola si è conclusa la campagna asparagi 2015. Alcune considerazioni ci guidano in questo breve bilancio di quanto accaduto nel corso del 2015. I primi quantitativi sono stati conferiti dalla zona pugliese il 24 marzo, mentre il 6 giugno la zona ferrarese ha chiuso il periodo dei conferimenti, i quintali ritirati sono stati 5.900. Il clima freddo e piovoso di aprile ha influenzato pesantemente l’inizio delle raccolte, con ritardo nell’entrata in produzione vera e propria degli impianti. Ciò è avvenuto su tutto il territorio nazionale e la zona di Foggia ha poi subito una gelata tardiva che ha inevitabilmente falcidiato i turioni in emergenza e quindi causato ritardi nelle consegne del prodotto. Nella zona del basso ferrarese (e non solo) ci si attendeva, dopo un avvio così difficile, un’ “esplosione” delle produzioni, che però non è mai arrivata, LA PAROLA AI SOCI AZIENDA AGRICOLA MENEGALE BANZI L’azienda agricola Menegale Banzi di Volagna di Comacchio coltiva su una parte dei 35 ettari (in proprietà e in affitto), l’asparago di Altedo, prodotto Igp tipico del territorio. E’ un’annata che non ha registrato buonissime performace in termini di quantità ci spiega Tiziana Menegale che conduce l’azienda insieme al marito. “Abbiamo conferito un’ottantina di quintali, circa 20 quintali in meno rispetto all’anno precedente; purtroppo le condizioni climatiche avverse hanno reso la produzione più scarsa”. Il prezzo medio di liquidazione si è attestato su 1,50 euro/kg, un risultato che Tiziana Menegali definisce un po’ deludente: “Ci aspettavamo qualcosa di più in un anno in cui abbiamo registrato anche un calo di produzione”. neppure nel mese di maggio che sappiamo essere di norma il periodo più produttivo, grazie alle prestazioni dell’ibrido Eros, riconosciuto come il più generoso sotto questo punto di vista. Produzioni quindi mai decollate e conseguenti rese produttive non soddisfacenti per l’azienda agricola (q.li 70/ha), in compenso però, il livello qualitativo è sempre stato medio-alto con turioni di calibro elevato e con caratteristiche organolettiche eccellenti. Non sono naturalmente mancati i problemi fitopatologici, in quanto la stagione fredda e umida ha causato attacchi di stemphillium sui turioni in fase di emergenza, deformazione degli stessi e inoltre la criocera non ha fatto mancare la sua presenza, che in alcuni impianti ha arrecato non pochi problemi. Relativamente alla liquidazione erogata ai soci, il prodotto in mazzi per la zona dell’Emilia, ha fatto registrare la media di € 2,00 al kg. per la categoria extra e € 1,67 per la categoria prima. Per quanto concerne i mercati di destinazione, la cooperativa ha collocato il prodotto per il 24% verso l’estero e per il 76% verso il mercato interno di cui il 7% sui mercati generali, il 53% verso la G.D.O. e il restante 16% verso altri distributori. Da sottolineare che l’intera produzione a marchio I.G.P., circa 650 q.li, è stata agevolmente collocata presso la grande distribuzione italiana che sempre di più richiede e promuove verso il consumatore questo tipo di prodotto a marchio. La percentuale di prodotto prima + extra ha raggiunto il 90%, da sottolineare poi la richiesta da parte dei clienti di un turione quasi completamente verde e di poter acquistare mazzi con peso egalizzato. A questo proposito, Apofruit ha richiesto ai soci di consegnare un prodotto con peso “controllato”, e per l’analisi di questa esperienza si rimanda ad un prossimo incontro con le aziende APOFRUIT NOTIZIE DAL METAPONTO 13 SCOMMESSA VINTA PER LA CANDONGA® CHE CONQUISTA LA GDO S commessa vinta per la fragola Candonga® coltivata nell’areale metapontino. Gli obiettivi ipotizzati a metà campagna sono stati infatti raggiunti, sia in termini di resa che di quantitativo totale. E queste ottime performance per una varietà che ha trovato proprio nel microclima della Basilicata un alleato perfetto in grado di esaltarne l’ eccellenza, incoraggiano l’aumento delle superfici dedicate alla Candonga®. “Ad aprile ci eravamo posti obiettivi importanti e oggi possiamo confermare che un bilancio della campagna 2015 deve partire sottolineandone il raggiungimento – dichiara Tonino Rubolino responsabile d’area Apofruit Primo dato decisamente positivo è quello relativo alla resa per piantina che ha superato i 600 grammi, raggiungendo i 633. Ottima è stata la performance sul quantitativo totale prodotto che si attesta su 41.135 quintali, superando l’obiettivo dei quarantamila”. Se si aggiunge la buona media di liquidazione di 2,13 euro/ Kg, la campagna della fragola Candonga® non può che dirsi coronata di successo. I risultati positivi hanno avuto come immediata conseguenza la conferma del trend di crescita della superficie coltivata a Candonga®, sulla base del progetto di specializzazione che Apofruit sta sostenendo in questa zona da alcuni anni. Nell’area di Scanzano dai 90 ettari si è passati a quasi 100 e senza l’inserimento di nuovi produttori come invece era avvenuto l’anno passato. La coltivazione di una varietà che continua a fare reddito interessante stimola ovviamente i produttori ad ampliare le superfici con conseguente aumento dell’occupazione e reddito per tutta la filiera. “Sono alcuni anni che questa fragola ad alta specializzazione presenta un trend positivo – precisa Rubolino – il consumatore la apprezza ed evidentemente le sue qualità organolettiche conquistano, con il risultato di un notevole aumento della sua commercializzazione attraverso il canale della GDO. Nel 2015 oltre il 50% del prodotto è stato indirizzato alla grande distribuzione ed il rimanente ai mercati generali: un autentico cambiamento di marcia se pensiamo che la percentuale tre anni fa era del 15/20% “. LA PAROLA AI SOCI BERARDINO FUINA SOCIETÀ AGRICOLA PROMTRADE S.S. Berardino Fuina è il direttore della Società Agricola Promtrade S.S., azienda di Pisticci in provincia di Matera dove vengono coltivati 20 ettari a fragola Candonga®. A Fuina chiediamo un bilancio a campagna conclusa: “È sicuramente un risultato positivo, la fragola Candonga® è un prodotto eccezionale che richiede da parte dei produttori una forte specializzazione. Questa varietà ha incontrato nel microclima della nostra zona una condizione perfetta per raggiungere al meglio le sue qualità organolettiche”. Come produzione la Società Agricola Promtrade ha conferito 9000 quintali di fragola Candonga® in questa campagna, liquidati a un prezzo medio di euro 2,05. Fuina si dice inoltre convinto che questa varietà, che sta incontrando sempre più il favore del consumatore e della Grande distribuzione, possa continuare a garantire ai produttori una certa soddisfazione. AZIENDA AGRICOLA ANTONIO CARIELLO La fragola Candonga® ha conquistato Antonio Cariello titolare dell’ azienda agricola omonima di Scanzano Ionico. Si tratta di un’azienda zootecnica dove si allevano bovini da carne e da latte e bufale. La produzione di fragole è stata inserita per la prima volta in questa campagna, anche per diversificare l’attività. “Abbiamo voluto sperimentare questa fragola di cui in zona si parlava così bene – dichiara Antonio Cariello che con il padre Andrea e i fratelli lavora in azienda – e messo a dimora 120. 000 piante su poco più di un ettaro e mezzo. È stata un’ottima esperienza, abbiamo ottenuto una resa di 700 gr. a piantina e siamo molto soddisfatti della remunerazione”. L’azienda ha conferito in questa sua prima campagna 840quintali di fragola Candonga® a un prezzo medio di liquidazione di 2,15 euro al kg. “Visto l’ottimo risultato abbiamo deciso di raddoppiare la superficie - conclude Antonio Cariello – siamo molto contenti anche dell’assistenza e della buona organizzazione che ci ha assicurato Apofruit. Quindi continuiamo con grande convinzione”. 14 APOFRUIT NOTIZIE DALLA SICILIA IL CALDO PROLUNGATO RITARDA LA PRODUZIONE SICILIANA P er la campagna orticola dell’areale siciliano che fa capo allo stabilimento di Donnalucata l’andamento è caratterizzato da un pesante ritardo della produzione. Il ritardo interessa quasi tutto il paniere produzioni, a partire dalla coltivazione del pomodoro nelle varie tipologie (ciliegino, grappolo, datterino, da insalata), che rimane per i soci della cooperativa la coltivazione predominante. La limitazione dell’offerta sui mercati interessa anche le altre produzioni come melanzane e zucchine. “La campagna orticola ha subìto forti ritardi - dichiara il responsabile d’area Alfonso D’Aquila - Negli anni passati a settembre si era raggiunto quasi il 70% della produzione, quest’anno per quasi tutte le referenze registriamo oltre un mese di ritardo. Causa principale è stato il prolungarsi delle alte temperature che non hanno favorito l’attecchimento delle piante, costringendo i soci produttori, per fortuna solo in alcuni casi, a espiantare e a reimpiantare”. C’è da rilevare una certa soddisfazione per il lavoro svolto dai soci nel contrastare gli effetti negativi di tale periodo. Lavoro che, per quanto arduo sia stato, sembra promettere buoni frutti per qualità e quantità, fatta eccezione per i primi palchi fiorali, quelli direttamente esposti alla inaspettata situazione climatica. La conseguenza del ritardo nelle produzioni orticole ha effetti negativi ovviamente sul mercato, perché i prodotti siciliani, arrivando tutti in gran parte da metà novembre, sconteranno le problematiche della concentrazione, in primis sui prezzi, che al contrario il graduale inserimento riesce a scongiurare. APOFRUIT NOTIZIE DAL LAZIO 15 KIWI GIALLO G3: TERMINATA LA CAMPAGNA DI RACCOLTA di FABIO MAROCCHI Alcune fasi della raccolta S iamo al termine di questa campagna di raccolta del kiwi giallo. Quest’anno abbiamo avuto diverse aziende in piena raccolta e iniziamo ad avere una serie di dati più concreti sulle potenzialità della varietà e sugli standard di raccolta dettati da Zespri. Iniziamo con il dire che i parametri di raccolta, sono stati impostati da Zespri per raccogliere frutta di qualità elevata in modo da ottenere dal mercato il miglior prezzo e di conseguenza il miglior ritorno per il produttore. Quest’anno, con il miglioramento delle tecniche agronomiche e, grazie alla stagionalità, la raccolta è iniziata a fine settembre anche nelle aziende in piena produzione. I parametri per la prima qualità sono indicati con una pezzatura minima di 74 gr., sostanza secca sopra il 16,3% ed un grado Brix minimo di 6,5 per il kiwi che a fine settembre era in protocollo C oppure N che rappresentano il sistema di identificazione di un prodotto pronto per la raccolta e l’immissione sul mercato. Le aziende che in quelle settimane non erano a colore abbiamo atteso che il grado Brix arrivasse ad 8 di media. In generale possiamo dire che la gestione della potatura verde, dell’irrigazione e dei nutrienti è basilare per ottenere frutti di qualità e con una raccolta precoce. Un altro aspetto non meno importante, anzi forse il più importante è legato alla carica produttiva. La fertilità elevata della varietà ha creato dei problemi per il diradamento e per equilibrare il carico di frutta della pianta. Tutti i produttori sono consapevoli che per il prossimo anno si deve procedere con una potatura più drastica in modo da avere meno rami produttivi. Questo faciliterà il diradamento, migliorerà l’illuminazione ed in questo modo si miglioreranno altri aspetti come: minor problemi di peduncoli secchi (come già fatto notare nei precedenti articoli), minori costi di diradamento (quest’anno si è speso fino a 3.000 €/Ha) minori costi di potatura verde (quest’anno alcune aziende hanno speso fino a 4.000 €/Ha). Un altro aspetto è il miglioramento della sostanza secca, perché ci sarà meno competizione tra i frutti nella fase iniziale di accrescimento. La sostanza secca come abbiamo già detto, ha un valore aggiunto importante, e può fare la differenza in termini economici al momento della liquidazione. Pertanto la qualità finale del prodotto si determina già in fase di potatura con il corretto numero di rami che lasciamo in questa fase. In merito alla gestione del prodotto è importante sapere che le partite vengono gestite in magazzino come da protocollo zespri in base alle lavorazioni e ai programmi commerciali. In questa fase di post-raccolta è importante non abbassare la guardia per la difesa da PSA. Ricordiamo l’importanza dei trattamenti a caduta foglie con i Sali di rame, ed i filmanti da completa caduta foglie. Seguici su