Modellismo Corazzata Caio Duilio La nave piu potente del mondo a fine ’800 Sandro Savina Socio del Gruppo di Lecce L a corazzata Caio Duilio fu, per le caratteristiche di velocità, protezione ed armamento, unanimemente riconosciuta come la corazzata più potente in servizio negli ultimi due decenni del 1800 ed è stato proprio questo il motivo che mi ha spinto a realizzare, con grande entusiasmo, un modello in scala 1/200 di questa unità. Alla fine del XIX secolo l’Italia era una giovane nazione e cercava un’affermazione tra le potenze di quel periodo. In ogni epoca le navi hanno sempre avuto una duplice funzione, strumento bellico e mezzo di proiezione diplomatica. Venne così approvato un programma di costruzione di un nuovo tipo di corazzate per la Regia Marina, progettate da Benedetto Brin, tale che, per caratteristiche tecniche e operative, erano in grado di esprimere ciò che di meglio si poteva realizzare a livello mondiale. 36 Marinai d’Italia Gennaio/Febbraio 2015 Dell’originale programma di costruzione di tre corazzate, ne vennero realizzate due, Caio Diulio ed Enrico Dandolo, suscitando nelle flotte delle altre potenze navali ammirazione e preoccupazione. Queste navi vennero dotate di corazze in grado di resistere ai proiettili dei cannoni da 50 tonnellate; l’opera morta era molto bassa, di soli 3 metri e a prua vi era uno sperone sommerso lungo oltre 4 metri. Sviluppava una velocità massima di 15 nodi. Ciò che più caratterizzava queste navi era l’armamento; i cannoni inglesi Armstrong da 100 tonnellate erano i più potenti disponibili in quel tempo, erano collocati in due torri corazzate poste a centro nave ed erano ad avancarica perché, pur esistendo già i meccanismi di retrocarica, questi non erano considerati del tutto sicuri per cannoni di tale potenza. Dopo aver esploso i possenti proiettili da 450 mm, le torri venivano posizionate in assetto di ricarica, le canne venivano abbassate fino a trovarsi in linea con il sistema di calcatoi idraulici collocati sotto coperta. Un esemplare di un cannone Armstrong è conservato in un apposito museo a Malta. L’armamento era completato da pezzi di medio/piccolo calibro e da tre tubi lanciasiluri, di cui uno posizionato sotto il lungo sperone di prora. La propulsione era assicurata da due macchine a vapore alternative alimentate da otto caldaie con una capacità di 7.500 cavalli. Il timone era manovrato da cinque grandi ruote collocate a poppa senza alcuna protezione strutturale. La Corazzata Caio Duilio entrò in servizio nel 1880 e svolse il proprio servizio nel Mediterraneo e nel corso della sua vita operativa non venne mai rimodernata; quando poi nel 1900 fu ritirata dal servizio venne adibita a nave scuola timonieri e mozzi, e fu successivamente utilizzata come batteria di difesa costiera. Nel 1906 venne disarmata e quindi radiata nel 1909. Quello rappresentato in questo articolo è un modello costruito prevalentemente in cartoncino utilizzando un “paperkit” ad esso dedicato, mentre alcune sovrastrutture sono state realizzate con materiali diversi quali legno, plastica o metallo. La ricerca storica effettuata prima di iniziare i lavori è stata lunga e meticolosa, ma a modello ultimato la soddisfazione è stata tanta, per aver realizzato un soggetto modellistico inusuale e per poter far conoscere una nave che è stato il vanto della Regia Marina ma che a molti è ignota. La costruzione inizia assemblando chiglia e ordinate in robusto cartone e prosegue con l’applicazione di cartoncini sagomati sulle fiancate. Con le opportune stuccature si ottiene il possente scafo del Duilio, dotato a prua di un sperone in grado di sfasciare gli scafi in legno dei vascelli ancora in uso a fine ‘800. L’applicazione del largo ponte da il via alla costruzione delle sovrastrutture, molto particolari come tutte le navi di quel periodo di transizione nell’ingegneria navale. Le torri binate, che sono l’elemento più caratterizzante di questa nave, hanno richiesto molta cura e precisione. Nel complesso è un lavoro impegnativo, ma una volta ultimato è motivo di orgoglio e soddisfazione. Due tavole della Rivista Marittima raffiguranti lo spaccato del cannone Armstrong da 100 tonnellate e la sua sistemazion su un apposito pontone. L’imbarco del cannone a bordo della Nave corazzata Caio Duilio. La gru (mancina idraulica con portata da 160 tonnellate) che movimentava il cannone fu appositamente costruita e restò in servizio nell’Arsenale della Spezia fino ai nostri giorni venendo demolita (ahimé) intorno al 1990. Un’altro esemplare di mancina idraulica è conservata nell’Arsenale di Venezia. nnn Marinai d’Italia Gennaio/Febbraio 2015 37