ALUNNI CON BISOGNI
EDUCATIVI SPECIALI
dalla Direttiva Ministeriale del 27
dicembre 2012 alla Circolare Ministeriale
n.8, del 6 marzo 2013
Direttiva Ministeriale del 27
Dicembre 2012
Con la direttiva ministeriale del 27
dicembre 2012 relativa agli “Strumenti
d’Intervento per alunni con Bisogni
Educativi Speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica”, il
Miur mette in evidenza la necessità di
intervenire a favore di alunni e studenti
con Bisogni Educativi Speciali.
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
(PDP)
In particolare, viene rilevata la necessità di
elaborare un percorso individualizzato e
personalizzato per alunni e studenti con bisogni
educativi speciali, anche attraverso la
redazione di un Piano Didattico
Personalizzato, individuale o anche riferito a
tutti i bambini della classe con BES, ma
articolato, che serva come strumento di lavoro in
itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di
documentare alle famiglie le strategie di
intervento programmate.
Alunni con Bisogni Educativi
Speciali
La Direttiva aggiunge agli alunni e studenti
con DSA (Disturbo Specifico
dell’Apprendimento) già oggetto della
legge 170/2010 almeno cinque nuove
categorie di BES: deficit del linguaggio,
delle abilità non verbali, della
coordinazione motoria, ADHD
(Sindrome da deficit di attenzione e
iperattività) di tipo lieve e funzionamento
cognitivo limite.
Strumenti compensantivi e
Misure dispensative
Le scuole con decisioni assunte dai Consigli di
classe (dal “team docenti” nella scuola
primaria) in seguito all’esame della
documentazione clinica presentata dalle famiglie
e sulla base di considerazioni di carattere
psicopedagogico e didattico, possono avvalersi
per tutti gli alunni con BES degli Strumenti
compensativi e delle misure dispensative
previste dalle disposizioni attuative della Legge
170/2010 (DM 5669/2011).
LE COMPETENZE
Al fine di accrescere le competenze dei Docenti e
Dirigenti Scolastici, il Miur ha sottoscritto un accordo
quadro con le Università presso le quali sono attivati
corsi di Scienze della formazione finalizzato
all’attivazione di corsi di perfezionamento professionale
e/o master rivolti al personale della scuola.
A partire dall’anno accademico 2011/2012 sono stati
attivati 35 corsi/master in “Didattica e psicopedagogia
dei disturbi specifici di apprendimento” in tutto il
territorio nazionale.
Organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica
La direttiva ha previsto anche la necessità della realizzazione di
un’organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica, così
suddivisa:
•
GLHI (Gruppo di lavoro d’istituto) che assume la denominazione di
Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) con l’obiettivo di realizzare degli
interventi anche a favore degli alunni che manifestano Bisogni Educativi
Speciali (BES)
•
GLH di rete o distrettuali
•
Centri Territoriali per l’Inclusione (CTI) a livello di distretto sociosanitario
•
almeno un Centro Territoriale di Supporto (CTS) a livello provinciale.
CTS (Centri Territoriali di Supporto) e CTI
(Centri Territoriali per l’Inclusione)
I CTS (Centri Territoriali di Supporto) e CTI (Centri Territoriali per
l’Inclusione) rappresentano l’interfaccia fra l’Amministrazione e le
scuole (e tra le scuole stesse) in relazione ai Bisogni Educativi
Speciali.
Il ruolo dei nuovi CTI che potranno essere individuati a livello di rete
territoriale, diventa strategico.
Laddove, per ragioni legate alla “complessità territoriale”, i CTI non
potessero essere istituiti le singole scuole avranno come riferimento
i CTS provinciali.
I Centri Territoriali di Supporto
I CTS si trovano in istituzioni scolastiche, pertanto il Dirigente della scuola ha la
responsabilità amministrativa per quanto concerne la gestione e l’organizzazione del
Centro.
In ogni CTS dovrebbero essere presenti tre operatori che possono essere in servizio
nelle scuole sede di CTS o in altri edifici scolastici.
È opportuno individuare gli operatori fra docenti di sostegno e curricolari esperti nelle
nuove tecnologie per l’inclusione, che possono garantire una continuità di servizio,
almeno per tre anni consecutivi.
Per ogni regione gli operatori del CTS individuano un referente rappresentante a
livello regionale. Tale rappresentante resta in carica due anni.
Presso la Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la
Comunicazione del MIUR è costituito il Coordinamento nazionale dei CTS.
LE FUNZIONI DEI CTS
I CTS hanno in particolare le seguenti funzioni:
•
informano i docenti, gli alunni, gli studenti e i loro genitori delle risorse tecnologiche
disponibili sia gratuite sia commerciali;
•
organizzano iniziative di formazione sui temi dell’inclusione scolastica e sui BES;
•
offrono consulenza per l’individuazione dell’ausilio più appropriato per l’alunno e per
le modalità didattiche da attuare per il suo percorso di apprendimento;
•
raccolgono le buone pratiche di inclusione realizzate dalle istituzioni scolastiche e,
opportunamente documentate, le condividono con le scuole del territorio di
riferimento;
•
definiscono il piano annuale di intervento relativo ad acquisti e iniziative di
formazione.
Alunni con Bes, indicazioni
operative
Il MIUR il 6 marzo del 2013 ha emanato la
Circolare Ministeriale n.8, contenente le
indicazioni operative della direttiva ministeriale
del 27 dicembre 2012.
La circolare dà indicazioni operative anche su
alcune questioni che riguardano i DSA.
Le principali disposizioni previste nella
Circolare Ministeriale n.8 del 6 marzo 2013
•
Necessità di redigere il Piano Didattico Personalizzato (PDP) in maniera collegiale
oltre che adottare LE strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli
apprendimenti;
• L’attivazione di tale percorso individualizzato e personalizzato è deliberato dal
Consiglio di classe (dal “team docenti” nella scuola primaria) e prevede la firma del
Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dei docenti
e della famiglia;
• Per gli alunni e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della lingua italiana è possibile:
 attivare percorsi individualizzati e personalizzati,
 adottare strumenti compensativi e misure dispensative,
 utilizzare le due ore di insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola
secondaria di primo grado;
• Eventuali disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di Stato o delle
rilevazioni annuali saranno fornite successivamente.
FUNZIONI DEL GRUPPO DI LAVORO PER
L’INCLUSIONE (GLI)
Nella circolare inoltre,vengono ribaditi i compiti del Gruppo di lavoro
d’istituto (GLHI) che assume la denominazione di Gruppo di lavoro per
l’inclusione (GLI) con l’estensione dei propri interventi anche agli alunni che
manifestano Bisogni Educativi Speciali (BES). Tra le varie funzioni
ritroviamo:
•
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•
rilevazione dei BES presenti nella scuola;
focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle
strategie/metodologie di gestione delle classi;
rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;
raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi
sulla base delle effettive esigenze;
elaborazione di una proposta di un “Piano Annuale per l’Inclusività”
riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno
scolastico (entro il mese di Giugno).
riunioni mensili (ove possibile) in orario di servizio oppure con orari
aggiuntivi o funzionali;
Inclusività e P.O.F. della scuola
La circolare “riporta” anche alcuni punti che devono trovare “esplicitazione”
nel P.O.F. della scuola:
•
concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta
lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento
come la gestione delle classi, l’organizzazione dei tempi e degli spazi
scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie;
•
utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti all’interno dell’Istituto
scolastico;
•
impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione
concordate a livello territoriale.
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Alunni con Bisogni Educativi Speciali