Storia di bruchi e farfalle www.statale34.it Il mondo è pieno di strane storie. Ogni storia, piccola o grande che sia, è il vissuto di qualcuno e può diventare insegnamento per altri. Ho deciso così di raccontarvene una molto particolare, una storia di bruchi e farfalle. Ah! chi vi parla è un vecchio albero millenario. In me è registrata la storia di ogni avvenimento del pianeta perché, fin dalla mia nascita, ogni elemento della Terra mi ha sempre informato di ciò che accadeva. Tutto ebbe inizio un giorno d’estate, quando ricevetti la visita di una meravigliosa farfalla. Era un’ambasciatrice venuta a chiedermi consiglio su un fatto molto strano che si stava verificando in una delle loro colonie. Erano nati bellissimi bruchi che trascorrevano le giornate su meravigliose e gustosissime foglie, assaporando frutti succulenti. Tutto procedeva bene, fino a quando giunse il tempo, per ognuno, di costruire il proprio bozzolo. Uno dei bruchi cominciò a lamentarsi, affermando di non comprendere la ragione di eseguire un lavoro tanto faticoso. Molte erano le rinunce, come non mangiare, non godere del sole, non restare in compagnia degli amici e per di più bisognava chiudersi in una tomba costruita da sé stessi e dover morire… “Per trasformarsi in farfalle?... e chi ci assicura che tutto questo accadrà? - Diceva il bruco - e se a un bruco piacesse restare ciò che è? Ho proprio il sospetto che le farfalle ci stiano imbrogliando! Scommetto che una volta chiusi in quei bozzoli, faremo da pasto a qualcuno… altro che diventare come loro! E poi chi sono veramente? Dicono di possedere bellissime ali variopinte, che consentono loro di spostarsi velocemente. Io onestamente non le ho mai viste! Vedo solo delle zampette e un corpo pelosi! Ci dicono anche che al nostro livello non possiamo vedere altro… ma chi pensano di prendere in giro? Da dove potrebbero mai spuntare quelle zampe, quel pelo, e le ali di cui parlano? Dal nulla?” Così aveva cominciato a fare un gran baccano, gridando il suo disappunto. Certi bruchi, approvando la sua protesta si erano uniti a lui, altri, scuotendo la testa, avevano intrapreso la costruzione del bozzolo, ben sapendo che quella era l’unica cosa da fare! Le farfalle, disorientate, avevano cercato di convincere i bruchi ribelli, ma, non avendo ottenuto alcun risultato, avevano deciso di inviare un’ambasciatrice per chiedere consiglio all’albero antico la cui saggezza, frutto di un esperienza secolare, era nota a tutti. Dopo aver ascoltato attentamente la storia della farfalla, me ne stetti in raccoglimento un po’ di tempo per consultare il mio archivio. “Ecco – dissi - ogni tanto a qualche specie succede qualcosa di simile, si chiama ribellione alle leggi, separazione dalla vita”. “Ma è terribile! - disse la farfalla - c’è qualche speranza per questi poveri bruchi?” ALBERO :“beh si… certo… non sarà facile né per i bruchi né per voi farfalle che avete il compito di aiutarli. Vedi, per aiutare le creature che si trovano in tali condizioni, bisogna conoscere le leggi che governano la vita, capire come la ribellione agisce sulla struttura psico-fisica. Vi è uno stravolgimento totale: chi si ribella non sa più chi è! Nel profondo è spaventato, ha paura della separazione creata; si sente come un orfano bisognoso di sicurezze e di certezze. Comincia a costruirsi un’identità fatta di falsi valori e falsi bisogni cui corrisponde un crescente senso di vuoto. Elabora poi idee su tutto e tutti senza preoccuparsi di verificarne la veridicità. Le idee, divenute così giudizi, si trasformano ben presto in pregiudizi costituendo una fitta rete, in tutto e per tutto simile ad una prigione. Quando l’individuo arriva a questo punto, la sua vita è piena di drammi e di conflitti che egli deve sostenere e alimentare per difendere le sue idee, divenute ormai verità assolute e inconfutabili. Così fugge da un aspetto importante della vita che è il confronto con le cose e con gli altri e cresce in lui sempre di più l’attitudine a tenere ogni cosa sotto controllo. La paura, gli crea sia rigidità e volontà di controllo, che il suo contrario, irrequietezza e fuga dalla realtà. Insegnai all’ambasciatrice tutto ciò che era utile alla situazione. Feci molto presto, poiché le creature che stanno nel fluire della vita invece che nel blocco della paura, non ponendo ostacoli, imparano velocemente. Dal momento che anche le altre farfalle furono istruite, cominciò il lavoro. Le farfalle organizzarono scuole di auto-conoscenza per bruchi. Le ragioni che spingevano i bruchi ad entrare nelle scuole, erano molteplici: c’erano quelli che volevano sentirsi parte di un gruppo; quelli che erano disperati e stavano male fisicamente; coloro che si erano stancati del proprio quotidiano troppo vuoto e piatto; quelli che volevano appagare la propria sete di conoscenza, coloro che erano mossi da una spinta emozionale; quelli che si rendevano conto della inconsistenza delle verità acquisite, e così via. La prima domanda che ponevano le farfalle era: ”sapete chi siete?” La risposta era spesso: ”certo che so chi sono!” A quel punto, una parte dei partecipanti abbandonava, convinto che quella era una scuola per matti. Per chi rimaneva cominciava effettivamente un’avventura; l’avventura più importante che ci sia cioè andare alla scoperta della propria identità, della propria essenza! Cercare di rendere i bruchi consapevoli della loro condizione, riuscire a mostrare la menzogna e le illusioni della loro vita, era un’impresa quasi impossibile! Molti, davanti alla vista di frammenti di se stessi, scappavano; non riuscivano a reggere il peso di piccole verità che li riguardavano. C’era chi, ad esempio, si sopravvalutava o si sottovalutava, chi credeva di non essere aggressivo, chi pensava di non temere il giudizio altrui, chi credeva di non giudicare, e così via… Insomma, ognuno si attribuiva caratteristiche, quasi mai corrispondenti alla realtà; quando riusciva a intravedere qualcosa, si giustificava dando colpe a destra e a sinistra, specialmente alle insegnanti-farfalle ritenute responsabili, del disagio che stava vivendo. Non riusciva a comprendere che, riuscire a restare nel disagio, era una grande opportunità per osservare delle parti di sé stesso. Le farfalle, dal canto loro, si limitavano a impartire esercizi di auto osservazione, o ad enunciare conoscenze sul funzionamento delle leggi. Il rischio di perdere il treno, per le creature che desiderano risvegliarsi, e spazzare via la nebbia dell’ignoranza e della menzogna, era, ovviamente, sempre in agguato, però coloro che, nonostante tutte le difficoltà proseguivano, potevano ripulirsi di sovrastrutture e fantasie da loro stessi create, e, divenuti liberi e leggeri, costruire il proprio bozzolo. Le nuove farfalle, sin dalla nascita mostrarono una bellezza mai vista prima: era la bellezza della consapevolezza!!!!!!!! Le farfalle sono creature meravigliose, ci insegnano che solo nel silenzio interiore, in una profonda contemplazione di sé, giace il segreto di una reale trasformazione! Spero che questo racconto possa servire come stimolo ad ognuno per incominciare a porsi con presenza, intelligenza e coraggio, domande vere e profonde che lo portino a superare i confini del proprio piccolo archivio personale costituito da risposte preconfezionate e certezze non verificate. A coloro, che decidono di avventurarsi nella profondità di sé stessi, auguro un buon viaggio e ricordo che le gemme più preziose si trovano sempre nella profondità della terra!!!! www.statale34.it Cati