Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
PROVINCIA
DI ORISTANO
2013
PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE:
Parte quarta: Indicazioni per la predisposizione
dello Studio per la Valutazione d’Incidenza delle attività
previste dal P.F.V.P. sui Siti della Rete Natura 2000
(DPR n. 357/97, art. 5)
Settore
Attività
produttive
Gennaio 2013
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
PROVINCIA DI ORISTANO
Settore Attività Produttive Sviluppo Sostenibile
Servizio Gestione faunistica
PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE
Parte quarta: Indicazioni per la predisposizione
dello Studio per la Valutazione d’Incidenza delle
attività previste dal P.F.V.P. sui Siti della
Rete Natura 2000 (DPR n. 357/97, art. 5)
Dirigente Settore
Dora Soru
Servizio Gestione faunistica
Mario Murtas
Consulente tecnico
Sergio Cossu
Gennaio 2013
foto in copertina: Gianfranco Casu SARGEA, Oristano
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Indice
1. PREMESSE
2. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
3. Il QUADRO GENERALE DELLA RETE NATURA 2000 IN PROVINCIA DI ORISTANO
4. I SITI RETE NATURA 2000 DELLA PROVINCIA DI ORISTANO
4.1.
SIC – Siti d’Importanza Comunitaria
4.2.
ZPS – Zone a Protezione Speciale
5. IL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE
5.1.
Obiettivi del Piano Faunistico Venatorio Provinciale
6. POSSIBILI IMPATTI DEL P.F.V.P. SUI SITI NATURA 2000
5.1.
Disturbi diretti ed indiretti
5.2.
Inquinamenti ambientali
5.3.
Immissioni e ripopolamenti
5.4.
Impatto delle specie animali “problematiche” .
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1.
PREMESSE
Con il presente documento vengono fornite le indicazioni per la predisposizione dello Studio per la
Valutazione d’Incidenza delle attività previste dal P.F.V.P. sui Siti della Rete Natura 2000, secondo
quanto richiesto dalla Direttiva 92/43/CEE e da D.P.R. n. 357/1997, (con successive modifiche ed
integrazioni del D.P.R. n. 120/2003) in relazione alla proposta di Piano Faunistico Venatorio della
Provincia di Oristano. Le indicazioni saranno utili alla Regione Sardegna per procedere alla
valutazione d’incidenza del PFVP.
La Direttiva 92/43/CEE, denominata “Habitat” stabilisce che richiede che nelle aree naturali della
Rete europea Natura 2000 sia attuata una gestione e fruizione delle risorse naturali in maniera e
compatibile con il mantenimento della biodiversità e la tutela degli habitat e delle specie vegetali ed
animali. Le attività umane non devono modificare l’attuale livello di conservazione della
biodiversità, ma devono integrarsi nel rispetto degli equilibri ecologici.
L’’articolo 6 della Direttiva “Habitat” stabilisce l’obbligo di una valutazione d’incidenza delle attività
umane realizzate all’interno delle aree Natura 2000, per verificare eventuali impatti negativi sulla
biodiversità. Tale valutazione d’incidenza è applicata ai tutti i piani ed interventi.
La valutazione di incidenza è intesa come uno strumento finalizzato a prevenire i possibili impatti
negativi, in quanto cerca di esaminare a fondo le conseguenze delle azioni antropiche nel breve,
medio e lungo termine.
Il D.P.R. n. 357/97 (modificato e integrato dal D.P.R. n. 120/03), demanda alle Regioni e alle
Province autonome la funzione di compito di adottare le misure di conservazione delle aree
naturali della rete Natura 2000. L’art. 5 del Decreto indica che Le Regioni e le Province autonome
stabiliscano le modalità di presentazione degli studi di incidenza, individuino le autorità competenti
alla valutazione (Allegato G del D.P.R. n. 357/97), e la relativa tempistica di realizzazione della
procedura.
La Provincia di Oristano nel 2009 ha realizzato un’analisi di sintesi di tutti i Piani di Gestione delle
arre della Rete Natura 2000 che sono stati redatti dalle Amministrazioni locali oristanesi (Provincia,
Comuni, Aree Protette) e sono stati approvati dalla Regione Sardegna.
Sulla base di questa analisi, il presente documento, ha la finalità di:
-
fornire indicazioni sulle attività faunistiche e venatorie previste dalla proposta di P.F.V.P. e
sulle azioni ed interventi che possono incidere, direttamente o indirettamente, sulla
conservazione degli habitat e delle specie per i quali sono stati istituiti i singoli siti della rete
Natura 2000;
-
suggerire possibili alternative per l’attuazione del P.F.V.P. con l’obiettivo di prevenire i
possibili impatti sulla biodiversità e di mitigare le eventuali incidenze negative.
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2.
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO.
La Comunità Europea, con le Direttive 79/409/CEE (Direttiva Uccelli) e 92/43/CEE (Direttiva
Habitat), ha definito le nuove norme in materia ambientale e di tutela della biodiversità e della
fauna selvatica, da attuare presso i territori degli stati membri.
La Direttiva 79/409/CEE, che è stata recepita dall’Italia con la Legge 11 febbraio 1992, n. 157
“Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”, prevede misure per la
conservazione degli uccelli selvatici, ed indica in allegato un elenco delle specie europee in
maggiore difficoltà. La direttiva identifica anche gli habitat di maggiore importanza per la
riproduzione, la sosta e lo svernamento degli uccelli selvatici, e prevede la istituzione di zone
protette idonee alla loro conservazione, indicate come ZPS - Zone a Protezione Speciale.
La Direttiva 92/43/CEE, che è stata recepita dallo Stato Italiano con il D.P.R. 8 settembre 1997, n.
357 (Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli
habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche) ed il successivo D.P.R.
12 marzo 2003, n. 12 (Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente
della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, concernente attuazione della Direttiva 92 /43/CEE
relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali, nonche' della flora e della fauna selvatiche.), che prevede la tutela e
mantenimento della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali. La
direttiva stabilisce l’individuazione di proposte di delimitazione di Siti di Importanza Comunitaria
(pSIC), da parte degli Stati membri, e la loro approvazione come SIC da parte della Commissione
Tecnica Europea e la istituzione successiva come Zone Speciali di Conservazione (ZSC).
L’art. 6 della Direttiva Habitat introduce il principio che la tutela delle specie e degli habitat debba
essere attuata anche sottoponendo tutti i Piani, programmi o progetti, che possano avere
incidenze significative sui siti, a specifica “valutazione dell'incidenza” tenendo conto dei
singoli obiettivi di conservazione.
Pertanto anche il Piano faunistico venatorio provinciale dovrà essere sottoposto a valutazione
d’Incidenza Ambientale rispetto alle aree della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS).
In particolare si dovrà:
- valutare la possibilità che dalla realizzazione del piano derivino effetti significativi per gtli obiettivi
di conservazione del sito Natura 2000;
- verificare se il PFVP possa avere un’incidenza negativa sull’integrità del sito Natura 2000 e
eventualmente individuare le misure di mitigazione;
- individuare e analizzare eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del piano,
evitando incidenze negative sull’integrità del sito Natura 2000.
Nel caso in cui non esistano soluzioni che ottengano i risultati desiderati, si dovrà procedere alla
definizione di misure di compensazione. Tuttavia è possibile autorizzare la realizzazione del piano
solo se vengono adottate adeguate misure di compensazione che garantiscano la coerenza
globale della rete Natura 2000.
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3.
QUADRO GENERALE DELLA RETE NATURA 2000 IN PROVINCIA DI
ORISTANO
Di seguito è descritta la situazione attuale per quanto riguarda la Rete Natura 2000 in provincia di
Oristano, aggiornata al 31 dicembre 2011.
3.1 SIC – Siti d’Importanza comunitaria
I SIC della provincia di Oristano, individuati dalla Regione Sardegna, nell’ambito del progetto
Bioitaly, sono in totale 18, tre dei quali (Entroterra e Zona Costiera tra Bosa, Capo Marargiu e
Porto Tangone; Stagno di Corru S’Ittiri; Giara di Gesturi) interessano anche comuni di altre tre
Province (Sassari, Medio Campidano e Cagliari):
Provincia di
Oristano
SIC
Entroterra Zona costiera tra
Bosa, Capo+Marargiu e P.to
Tangone
*
Valle del Temo
*
Stagno di S’Ena Arrubia
*
Stagno di Pauli Majori
*
Stagno di Mistras
*
Stagno di Corru s’Ittiri
*
Stagno di Sale ‘e Porcus
*
Stagno di Cabras
*
Stagno di Santa Giusta
*
Stagno di Putzu Idu
*
Isola di Maldiventre
*
Catalano
*
Media Valle del Tirso
Altopiano di Abbasanta
Rio Sos Molinos-Sos Lavros
e
Provincia
del Medio
Campidano
Provincia
di Sassari
Provincia di
Cagliari
*
*
*
*
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Sassu-Cirras
*
Is Arenas
*
Giara di Gesturi
*
San Giovanni di Sinis
*
*
*
Di seguito è riportato l’elenco completo dei SIC presenti:
cod
superficie
ha
denominazione
ITB000032
ITB000033
Stagno di S'Ena Arrubbia e territori
limitrofi
Stagno di Corru S'Ittiri
Stagno di Pauli Maiori di Oristano
5.699
384
ITB000034
ITB000035
ITB000036
ITB000037
Stagno di Mistras di Oristano
Stagno di Sale 'e Porcus
Stagno di Cabras
Stagno di Santa Giusta
1.614
697
4.806
1.144
ITB000038
Stagni di Putzu Idu (Salina Manna e
Sa Marigosa)
ITB300039
Isola Mal di Ventre
ITB000040
Valle del Temo
1.947
ITB000041
Entroterra e Zona costiera tra Bosa,
Capo Marargiu e Porto Tangone
29.636
ITB001104
Media Valle del Tirso e Altopiano di
Abbassanta - Rio Siddu
8.999
ITB032201
ITB030080
ITB 041112
Riu Sos Mulinos - Sos Lavros
Catalano
Giara di Gesturi
26
122
6.393
ITB032219
ITB032228
ITB032239
Sassu - Cirras
Is Arenas
San Giovanni Sinis
248
1.283
3
ITB000016
279
594
375
Totali
64.249
La superficie complessiva interessata dai 18 SIC è di 64.249 ettari, pari al 21,9% della superficie
ASP dell’intera provincia, e al 21,3% della superficie territoriale (GIS).
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I comuni interessati sono in totale 46 di cui 34 nella Provincia di Oristano, 6 nella Provincia del
Medio Campidano, 5 nella Provincia di Sassari e 1 nella Provincia di Cagliari:
Comuni della
Provincia di
Oristano
Comuni della
Provincia di Sassari
Comuni della
Provincia del Medio
Campidano
Suni, Bosa, Montresta,
Arborea, Santa Giusta,
Terralba, Oristano;
Cabras, San Vero Milis,
Riolo Sardo, Nurachi,
Paulilatino, Palmas
Arborea, Fordongianus,
Buschi, Ula Tirso,
Ghilarza, Ardauli,
Tadasuni, Sorridile,
Soddì, Aidomaggiore,
Sedilo, Bidonì,
Bonarcado,
Santulussurgiu, Cuglieri,
Narbolia, Albagiara,
Assolo, Nureci, Genoni,
Sini, Gonnosnò.
Alghero, Villanova
Monteleone, Monteleone
Roccadoria, Padria,
Romana
Arbus, Guspini,
Gestori,Tuili, Setzu,
Genuri
Comuni della
Provincia di
Cagliari
Nuragus
I SIC che comprendono al loro interno pìù di un territorio comunale sono 13 (Tab. 3) mentre 5 sono
quelli mono-comunali:
Codice
Nome del SIC
ITB020040
Valle del Temo
ITB020041
Entroterra e Zona Costiera tra Bosa,
Capo Marargiu e Porto Tangone
ITB030016
Stagno di S'Ena Arrubia e territori limitrofi
ITB030032
Stagno di Corru S'Ittiri
ITB030033
ITB030034
Stagno di Pauli, Maiori di Oristano
Arborea, Terralba, Guspini,
Arbus
Santa Giusta, Palmas, Arborea
Stagno di Mistras di Oristano
Oristano, Cabras
ITB030035
Stagno di Sale 'e, Porcus
San Vero Milis, Riola Sardo
ITB030036
Stagno di Cabras
Cabras, Riola Sardo, Nurachi
ITB030037
Stagno di Santa Giusta
Oristano, Santa Giusta
Paulilatino, Fordongianus,
Busachi
Ulà Tirso, Ghilarza, Ardauli,
Tadasuni
Sorridile, Soddi, Aidomaggiore
Sedilo, Bidoni
ITB031104
Media Valle del Tirso e Altopiano di
Abbasanta – Rio Siddu
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Comuni
Suni e Bosa
Bosa, Villanova
Monteleone, Montresta,
Monteleone Rocca Doria,
Romana, Padria, Alghero
Arborea, Santa Giusta
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ITB032201
Riu Sos Mulinos - Sos Lavros - M.Urtigu
ITB032228
Is Arenas
ITB041112
ITB030038)
ITB030039
ITB030039
ITB030080
ITB032219
ITB032239
Santu Lussurgiu, Bonarcado
Cuglieri, Narbolia, San Vero
Milis
Giara di Gesturi
Albagiara, Assolo, Nureci,
Nuragus, Genoni, Gestori, Tuili,
Setzu, Generi, Sini, Gonnosnò
Stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli
Marigosa
San Vero Milis
Cabras
Isola Mal di Ventre
Isola Mal di Ventre
Cabras
Catalano
Cabras
Sassu - Cirras
Santa Giusta
San Giovanni di Sinis
Cabras
Sette comuni hanno all’interno dei loro territori comunali più di un SIC (Tab 5). Più precisamente:
Comuni
Cabras
Santa Giusta
San Vero Milis
Riola sardo
Oristano
Arborea
Bosa
SIC
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
Stagno di Mistras di Oristano
Stagno di Cabras
Isola Mal di Ventre
Catalano
San Giovanni di Sinis
Stagno di S'Ena Arrubia e territori limitrofi
Stagno di Pauli Maiori di Oristano
Stagno di Santa Giusta
Sassu - Cirras
Stagno di Sale 'e Porcus
Stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa)
Is Arenas
Stagno di Sale 'e Porcus
Stagno di Cabras
Stagno di Mistras di Oristano
Stagno di Santa Giusta
o
o
Stagno di S'Ena Arrubia e territori limitrofi
Stagno di Corru S'Ittiri
o
o
Valle del Temo
Entroterra e Zona Costiera tra Bosa, Capo Marargiu e
Porto Tangone
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Situazione dei Piani di Gestione dei SIC
Alla data del 31 dicembre 2011, sono stai predisposti da parte dei Comuni e della Provincia di
Oristano, complessivamente 17 Piani di Gestione, nell’ambito della Misura 1.5 – Rete Ecologica
del POR Sardegna 200-2006, promossa dalla Regione Sardegna – Assessorato della Difesa
dell’Ambiente. Piani contengono informazioni e indicazioni gestionali anche sulla fauna selvatica e
la tutela dei suoi habitat, con particolare riferimento alle specie di interesse comunitario comprese
negli allegati delle Direttive europee “Habitat” ed “Uccelli”.
Di seguito è riportato l’elenco dei Piani di gestione che sono stati approvati dalla Regione
Sardegna, su un totale di 18 SIC presenti in provincia di Oristano (aggiornato alla data del 31
dicembre 2011), con indicazione dei relativi Comuni interessati:

ITB030016 Stagno di S’Ena Arrubia e territori (Arborea, Santa Giusta);

ITB030032 Stagno di Corru S’Ittiri (Arborea, Terralba, Guspini, Arbus);

ITB030033 Stagno di Pauli Maiori di Oristano (Santa Giusta, Palmas Arborea);

ITB030034 Stagno di Mistras di Oristano (Oristano, Cabras);

ITB030035 Stagno di Sale ‘e Porcus (San Vero Milis, Riola Sardo);

ITB030036 Stagno di Cabras (Cabras, Riola Sardo, Nurachi);

ITB030037 Stagno di Santa Giusta (Oristano, Santa Giusta);

ITB030038 Stagno di Putzu Idu - Salina Manna e Pauli Marigosa (San Vero Milis);

ITB030039 Isola Mal di Ventre 374,74 (Cabras);

ITB030080 Catalano 122,00 (Cabras);

ITB031104 Media Valle del Tirso e Altopiano di Abbasanta - Rio Siddu (Paulilatino,
Fordongianus, Busachi, Ulà Tirso, Ghilarza, Ardauli, Tadasuni, Sorradile, Soddi,
Aidomaggiore, Sedilo, Bidonì);

ITB032201 Riu Sos Mulinos - Sos Lavros - M. Urtigu (Santu Lussurgiu, Bonarcado);

ITB032219 Sassu - Cirras (Santa Giusta);

ITB032228 Is Arenas (Narbolia, Cuglieri, San Vero Milis);

ITB032239 San Giovanni di Sinis (Cabras);

ITB041112 Giara di Gesturi (Albagiara, Assolo, Nureci, Nuragus, Genoni, Gesturi, Tuili,
Setzu, Genuri, Sini, Gonnosnò).

ITB020041 Entroterra e zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone (Alghero,
Bosa, Montresta, Monteleone Rocca Doria, Romana, Padria, Villanova Monteleone).
La Provincia di Oristano ha realizzato nel 2009 uno specifico rapporto denominato “Monitoraggio
ed analisi della pianificazione e degli interventi di gestione relativi alle aree della Rete Ecologica
Regionale prodotta dagli Enti Locali e dalle Aree Protette nell’ambito della Misura 1.5 – Rete
Ecologica Regionale del P.O.R. Sardegna 2000-2006”. Tale rapporto ha preso in considerazione
tutti i piani di gestione delle aree S.I.C. e Z.P.S. che sono stati redatti ed approvati alla data del
gennaio 2009.
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3.2 ZPS - Zone di Protezione Speciale
Le ZPS della Provincia di Oristano sono in totale dodici (totale superficie 41.554 ha.) di cui sette
già vigenti (1997) e cinque istituite recentemente con delibera regionale n. 9/17 del marzo 2007,
ed inserite nell’elenco del Ministero dell’Ambiente (2009).
Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare – Decreto 19 giugno 2009: “Elenco delle Zone a
Protezione Speciale (Z.P.S.) classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE (Gazzetta Ufficiale n.
157 del 9 luglio 2009):
cod
denominazione
superficie ha
ITB023051
Altopiano di Abbasanta
19.557
ITB033036
Costa di Cuglieri
ITB030039
Isola Mal di Ventre
375
ITB034001
Stagno di S'Ena Arrubia
298
ITB034004
Corru S'Ittiri, Stagno di san Giovanni e Marcdeddì
ITB034005
Stagno di Pauli Majori
289
ITB034006
Stagno di Mistras
702
ITB034007
Stagno di Sale e' Porcus
473
ITB034008
Stagno di Cabras
3.617
ITB023037
Costa tra Bosa ed Alghero
8.222
ITB043054
Campidano centrale
1.564
ITB043056
Giara di Siddi
2.845
2.652
960
Totali
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
41.554
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4.
LE AREE NATURA IN PROVINCIA DI ORISTANO
Nel presente capitolo sono descritte le principali caratteristiche delle Aree naturali della Rete
Natura 2000 presenti in provincia di Oristano. Le informazioni riportate derivano da un’approfondita
analisi dei Piani di Gestione dei S.I.C. approvati dalla Regione Sardegna e dalle Schede tecniche
predisposte dal Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare nell’ambito del progetto nazionale
“Bio Italy” e successive integrazioni.
Si rileva che per quanto riguarda le Z.P.S., in assenza attualmente di specifici Piani di Gestione e
di studi mirati a tali aree, l’informazione ambientale e socio-economica risulta molto limitata.
4.1
SITI D’INTERESSE COMUNITARIO – S.I.C.
Nome del SIC
“Riu Sos Molinos – Sos Lavros – Monte Urtigu”
Codice ITB002201
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine E 8° 38’ 50’’ Latitudine 40° 7’ 49’’
Superficie
Comuni interessati: Bonarcado e Santulussurgiu
26 ha
Caratterizzazione fisica.
Il Sito “Riu Sos Molinos – Sos Lavros – Monte Urtigu” si trova nell’Italia insulare, Regione Autonoma della
Sardegna, provincia di Oristano e ricade nei territori dei Comuni di Santulussurgiu e di Bonarcado.
Il Sic comprende al suo interno un tratto del corso del Riu Sos Molinos e della omonima valle.
Il Sito è raggiungibile sia da Bonarcado che da Santulussurgiu attraverso la strada Provinciale n° 15 che in
parte lo delimita.
Caratteristiche climatiche
Il clima del Montiferru può essere considerato di tipo
semicontinentale con inverno umido con alto surplus
idrico, periodo freddo non superiore ai quattro mesi,
aridità estiva inferiore ai tre mesi con moderato deficit
idrico.
La media annua della piovosità è di 791 mm con maggior
concentrazione nel periodo invernale (315 mm) e in
autunno (259 mm) e con circa 80 giornate di pioggia.
La primavera risulta relativamente piovosa con 189 mm e
il periodo di aridità è compreso tra i mesi di giugno e
agosto con 28 mm di precipitazioni.
La temperatura media annua è di circa 17° con escursioni diurne di 4,3° di minime a gennaio e di 8,4°
massime a luglio.
Per quanto riguarda la piovosità si può affermare che le precipitazioni medie mensili presentano la loro
massima intensità nel periodo ottobre – marzo e con un periodo arido che abbraccia parte della primavera e
tutta l’estate.
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GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA
La storia geologica del SIC è strettamente dipendente da quella dell’intero massiccio montuoso del
Montiferru nel quale esso si trova.
La storia del Montiferru ha inizio nel tardo Oligocene, circa 30 milioni di anni fa, con un’intensa attività
vulcanica che generò le vulcaniti del basamento antico. Più tardi, nel Miocene (20 – 5 milioni di anni fa),
l’attività vulcani si blocca ed avviene l’ingressione del mare con la deposizione di sedimenti di vario genere.
Nel Pliocene e nel Pleistocene, 5 – 1,5 milioni di anni fa, riprende l’attività vulcanica con la formazione dei
trachifonoliti e dei basalti che maggiormente caratterizzano il complesso montano. Infine, in tempi più vicini,
durante le varie glaciazioni, l’erosione ha determinato la formazione delle varie valli, tra le quali quella del
Riu Sos Molinos.
IDROLOGIA
Il SIC è caratterizzato dal corso del riu Sos Molinos che fa parte del bacino imbrifero del Rio Mannu il quale
sfoccia nel Rio Mare Foghe che a sua volta sfoccia nello Stagno di Cabras.
La qualità e la quantità delle acque del Rio Sos Molinos sono parametri indispensabili per la vita di
numerose specie legate a questo ambiente.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Gli studi effettuati hanno confermato la presenza di 2 soli habitat (5230*, 9340), l’assenza degli habitat 3250,
5330, 91E0* e la presenza di 4 nuovi habitat (6220*, 6310, 92A0, 9320). Complessivamente gli habitat
passano da 5 a 6. Il Sito rappresenta un caso classico di erronea interpretazione della Direttiva 43/92/CEE:
l’habitat 3250, ai sensi del Manuale d’interpretazione degli habitat (Commissione Europea, 1999) viene
individuato grazie alla presenza di comunità a Glaucium flavum su detriti fluviali, peraltro assenti nel sito;
l’habitat 5330 inquadra arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici (l’area ricade nel fitoclima mesomediterraneo) con la presenza di Euphorbia dendroides e/o Chamaerops humilis, entrambe assenti nel sito;
infine l’habitat prioritario 91E0* inquadra formazioni ripariali della regione bioclimatica temperata.
3250 Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum
5230* Matorral arborescenti di Laurus nobilis
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion
albae)
9340 Foreste di Quercus ilex
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
La fauna
In totale sono state censite 57 specie di cui 1 appartenente alla Classe dei Pesci, 1 alla Classe degli Anfibi, 9
ai Rettili, 33 agli Uccelli e 13 ai Mammiferi.
Delle 53 specie 32 sono a riproduzione certa (1 Anfibi, 3 Rettili, 20 Uccelli e 7 Mammiferi), 4 a riproduzione
probabile, 21 a riproduzione possibile (1 Pesce, 6 Rettili, 8 Uccelli e 6 Mammiferi).
Anfibi
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 una specie è inclusa nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato
 una specie sono endemismi della tirrenide
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Rettili
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 sei specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 quattro nella Lista Rossa dei vertebrati italiani;
 due specie sono probabilmente endemismi sardo-corsi;
 una specie è probabilmente endemiche della Sardegna.
Uccelli
 tre specie incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
 ventiquattro specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 due specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn,
 sedici sono specie SPEC,
 quattro sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Di queste, due sono vulnerabili.
 cinque specie sono endemiche; quattro sono endemismi sardo-corsi e una è endemismo sardo.
Mammiferi
 Una specie è inclusa nella Lista Rossa dei vertebrati terrestri sardi.
 Una specie è probabilmente endemismo sardo e due endemismi sardo-corsi.
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
A livello generale gli obiettivi di un’area protetta, ritenuta d’importanza comunitaria per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, possono essere riassunti come
segue:
1) contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali,
nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio del SIC;
2) limitare gli eventuali effetti negativi diretti ed indiretti derivanti dalle attività umane
3) approfondire le conoscenze relative alla biodiversità vegetale e animale;
4) promuovere campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica relativamente al valore intrinseco della
biodiversità presente nel SIC;
5) promuovere una fruizione compatibile del SIC.
Obiettivi specifici
Gli obiettivi specifici del piano di gestione dipendono sia dal valore intrinseco (biologico, biogeografico) degli
habitat presenti, sia dalla situazione locale riscontrata nell’area.
In linea generale, habitat definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, che nell’area occupino superfici
piccole o minime, andranno conservati in maniera quasi integrale, mentre quegli habitat definiti da comunità
seminaturali (praterie, pascoli) e quelli definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, ma che occupano
superfici medio-grandi, si dovrà provvedere alla stesura di un piano di gestione complesso, che diversifichi
ambiti di conservazione in senso stretto ed ambiti di gestione ove trovino spazio attività produttive
compatibili. Per la prima categoria di habitat usiamo il termine sintetico “conservazione” (che non significa
assenza di azioni attive o di progettualità), per la seconda categoria si usa il termine di “gestione”, che a sua
volta non implica assenza di conservazione di specie ed habitat.
L’esame del sito, esteso su appena 26 ha, oltre alla considerazione che su 6 habitat solo 2 sono di tipo
seminaturale, suggerisce una strategia gestionale volta alla conservazione. Le Amministrazioni locali
dovranno considerare che non si può gestire quest’area senza una pianificazione territoriale che riguardi
tutta l’area vasta, intesa, come più volte indicato, come tutto il bacino idrografico del Rio Sos Molinos. Solo in
quest’ottica ha senso l’istituzione di un S.I.C. di 26 ha, che quindi potrebbere essere considerato come il
cuore pulsante di un’area ben più vasta. Pertanto, se nell’area vasta andranno mantenute ed incentivate le
attività economiche tradizionali relative al comparto agro-silvo-pastorale, nel S.I.C. si dovrà procedere ad
azioni prettamente conservative.
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Habitat
Obiettivo
5230* Matorral arborescenti di Laurus nobilis
6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea e 6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde
Conservazione
92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Conservazione
9340 Foreste di Quercus ilex
Conservazione
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
Conservazione
Gestione
Quindi da quanto proposto, emerge che la conservazione in senso stretto riguarderà 4/6 degli habitat, oltre
ai boschi di querce caducifoglie che, sebbene non inclusi in alcun habitat, sono meritevoli di conservazione
nell’ambito del progetto. Solo le cenosi erbacee, presenti ma non caratterizzanti il sito, saranno interessate
da forme blande di gestione attiva, come lo sfalcio periodico.
Da quanto affermato sin ora derivano i seguenti obiettivi specifici
 conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
 conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche)
attualmente presenti;
 conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
 conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
 incrementare i 4 aspetti su elencati ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e
realisticamente realizzabile (questo comporterebbe azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed
ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
 acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi
(elenchi ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del
germoplasma, carte della vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di
paesaggio e delle unità ambientali, carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle
risorse idriche, etc) validi per tutto il pS.I.C.;
 acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenze delle attività umane su popolazioni,
comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, etc.);
 alla luce del punto precedente, occorre provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle
attività umane correlate alla conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi
osservata;
 allo stesso modo occorre regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione
ed eliminare quelle più deleterie (se ve ne fossero).
Strategie di conservazione
5230* Matorral arborescenti di Laurus nobilis
Trattandosi di un habitat prioritario ad alta naturalità, alta diversità ed originalità biogeografica, gli obiettivi di
gestione sono tipicamente conservazionistici:
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione attività selvicolturali ove presenti
 eliminazione del pascolo ove presente
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 eliminazione attività di caccia, specialmente a carico dell’avifauna migratoria
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
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3280 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Sebbene non siano habitat prioritari, si tratta comunque di comunità ed ecosistemi di grande importanza
nelle aree mediterranee. La modesta superficie occupata nell’area del pS.I.C. suggerisce obiettivi di
conservazione:
 conservazione di tutte le superfici oggi occupate da questi boschi caducifogli
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione del corso di fiumi e torrenti
 regolamentare la captazione di acque dolci superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 eliminazione attività selvicolturali ove presenti
 eliminazione del pascolo ove presente
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea e 6310 Dehesas
con Quercus spp. sempreverde
Trattandosi di habitat caratterizzati da comunità vegetali seminaturali, occorrono azioni di gestione attiva per
manterne la diversità:
 mantenimento delle superfici oggi occupate dall’habitat, almeno in quelle serie di vegetazione in cui
esiste una superficie rappresentativa occupata dalla vegetazione potenziale
 realizzazione di interventi periodici che consentano di conservare l’habitat controllando le dinamiche
della successione secondaria (sfalcio periodico, introduzione per brevi periodi di pochi ovini al
pascolo)
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
La scarsa estensione (reale e potenziale) di questo habitat, e la sua localizzazione di tipo rupicolo o
semirupicolo, suggeriscono un approccio conservativo verso questo habitat:
 conservazione di tutte le superfici oggi occupate da questi boschi
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 favorire le dinamiche secondarie per il recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa
vegetazione
 conversione graduale dei cedui a fustaia per incrementare il livello di maturità delle comunità
forestali
 mantenimento di adeguate popolazioni di avifauna stanziale, migratrice e svernante per la
dispersione dell’olivastro
 eliminazione attività selvicolturali ove presenti
 eliminazione del pascolo ove presente
 eliminazione attività di caccia, specialmente a carico dell’avifauna migratoria
9340 Foreste di Quercus ilex
E’ l’unico habitat forestale in cui la quasi totalità dell’area di pertinenza è realmente occupata dal bosco.
Questo fatto, insieme alla modesta superficie occupata nell’area del pS.I.C., suggeriscono obiettivi di
conservazione:
 conservazione di tutte le superfici oggi occupate da questi boschi
 favorire le dinamiche secondarie per il recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa
vegetazione
 conversione graduale dei cedui a fustaia per incrementare il livello di maturità delle comunità
forestali
 regolamentare il taglio del legname (ove ve ne sia ancora)
 regolamentazione del pascolo nelle aree di pertinenza di queste comunità
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
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Schede progetto.
INTERVENTI ATTIVI
 Conservazione delle superfici a pascolo con formazioni erbacee secche seminaturali (habitat 6220*,
6310)
 Progetto pilota per l’eradicazione specie vegetali alloctone invasive
 Censimento e bonifica delle microdiscariche di rifiuti ingombranti e materiali inerti all’interno e nelle
immediate vicinanze del SIC.
REGOLAMENTAZIONI
 Regolamento per la prevenzione dell’inquinamento paesaggistico causato dalle microdiscariche di rifiuti
ingombranti ed inerti
MONITORAGGI AMBIENTALI E RICERCA APPLICATA
 Mappatura dei matorral arborescenti di Laurus nobilis (habitat 5230*), analisi toponomastica e
cartografica per individuare tutte le aree di pertinenza di questo habitat nella provincia.
 Analisi geobotaniche della vegetazione forestale igrofila, meso-igrofila ed edafo-mesofila (habitat 5230*
e 92A0)
 Analisi della qualità delle acque e dei flussi idrici nel bacino idrografico del Riu Sos Molinos (habitat
5230* e 92A0)
 Monitoraggio della popolazione della Trotta sarda

SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE
 Educazione ambientale in ambienti fluviali mediterranei montani (habitat 5230* e 92A0)
 Programma di sensibilizzazione per la popolazione adulta sulle tematiche della biodiversità e la gestione
dei siti della Rete Natura 2000
 Corso di aggiornamento tecnico sulle tematiche della gestione della Rete Natura 2000 destinato alle
strutture interne dei Comuni interessati dal SIC
 Programmi di educazione ambientale e di educazione alla sostenibilità destinato alle Scuole dei Comuni
interessati dal SIC.
VALORIZZAZIONE ECONOMICA E FRUIZIONE SOSTENIBILE
 Valorizzazione del sito
 Valorizzazione del sito network delle valli dei molini
 Attivazione di un Centro visita e centro di educazione ambientale sulla biodiversità.
 Allestimento del mulino ad acqua situato in località Sos Molinos .
 Realizzazione segnaletica indicativa del SIC
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Nome del SIC
“Entroterra e zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone”
Codice ITB020041
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine E 8° 27’ 56’’
Latitudine 40° 24’ 31’’
Superficie
29643 ha
Comuni interessati: Alghero, Villanova Monteleone, Montresta,
Padria, Monteleone Roccadoria, Romana e Bosa
Caratterizzazione fisica.
Il Sito ricade nelle province di Sassari e Oristano. L’area del SIC confina a nord con i comuni di Alghero e
Villanova Monteleone. Questa assieme ai comuni di Padria, Romana, Monteleone Roccadoria, Mara e
Pozzomaggiore, rappresentano i confini ovest del sito. A sud si trova il comune di Bosa e a ovest confina
con il mare.
L’area si estende totalmente su una formazione di rocce vulcaniche, prevalentemente trachiti, su cui
poggiano, in prossimità degli ammassi montuosi, formazioni tufacee. Si rileva la presenza di masse detritiche
in prossimità del letto del fiume Temo.
Geologia e geomorfologia
L’ossatura della zona è rappresentata da formazioni vulcaniche oligo-mioceniche e dal complesso
sedimentario miocenico. Tutti questi sistemi risultano parzialmente coperti da litologie vulcaniche del pliopleistocene.
Idrologia
L’area del SIC rappresenta lo spartiacque destro del fiume Temo, percorrendolo da monte verso valle. Il letto
del fiume rappresenta anche il limite meridionale dell’area del SIC.
Caratterizzazione biologica
Habitat
6310 Dehesas con Quercus spp. Sempreverde
1120 Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae)
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
5210 Mattoral arborescenti di Juniperus spp.
1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici
1170 Scogleire
92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)
5430 Phrygane endemiche dell’Euphorbio-verbascion
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine.
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
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La fauna
In totale sono state censite 151 specie di cui 5 invertebrati, 3 Anfibi, 12 ai Rettili, 109 agli Uccelli e 22 ai
Mammiferi.
Anfibi
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE
Rettili
 tre specie sono incluse nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
Uccelli
 diciannove specie incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
Mammiferi
 nove specie sono incluse nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE
Obiettivi del Piano.
Obiettivi generali
In linea con quanto previsto dall’art. 6 della Direttiva “Habitat”, il piano di gestione si prefigge di preservare e
tutelare gli habitat e le specie, animali e vegetali, presenti all’interno dell’area del SIC.
A tal fine è necessario prevedere misure esplicite finalizzate a raggiungere gli obiettivi generali della
direttiva, cioè “il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e
delle specie di fauna e di flora di interesse comunitario” tenendo conto “delle esigenze economiche, sociali e
culturali, nonché delle particolarità regionali e locali”.
Obiettivi specifici
Mantenere e migliorare il livello di biodiversità degli habitat e delle specie
Mantenere e/o ripristinare gli equilibri biologici alla base dei processi naturali;
Ridurre la causa di morte delle specie rare e dei fattori che possono causarne l’estinzione;
Controllo e limitazione delle attività potenzialmente dannose;
Armonizzare i piani ed i progetti previsti;
Individuare ed attivare i processi di promozione e sviluppo delle attività economiche compatibili con gli
obiettivi del piano;
Attivare meccanismi socio-politico-amministrativi per garantire una gestione efficace del sito.
Schede azioni
INTERVENTI ATTIVI

Protezione dei siti di nidificazione noti per il Grillaio, Aquila reale, Grifone etc.

Riqualificazione e completamento del sistema sentieristico per la tutela e fruizione dell’area del SIC

Bioparco

Realizzazione di un Centro Documentazione

Ristrutturazione degli ovili e delle strutture rurali pubbliche di pregio

Interventi di protezione delle sorgenti

Rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e ripristino degli ambienti fluviali

Esecuzione degli interventi di tutela dell’assetto idrogeologico

Promozione delle risorse energetiche alternative

Creazione della Riserva integrata a Capo Marargiu
INCENTIVAZIONI

Sostegno e incentivazione degli allevamenti animali biologici

Campagna di sensibilizzazione e promozione turistica

Istituzione di nuova ZPS per la protezione del Grifone.
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Nome del SIC
“Stagno di S’Ena Arrubia e territori limitrofi”
Codice ITB030016
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine E 8° 33’ 50’’ Latitudine 39°49’ 22’’
Superficie
Comuni interessati: Arborea, Santa Giusta
279 ha
Caratterizzazione fisica
Il Sito “Stagno di S’Ena Arrubia” si trova nell’Italia insulare, Regione Autonoma della Sardegna, provincia di
Oristano e nella fascia costiera meridionale del Golfo di Oristano (costa occidentale). Il sito, che ha una
superfice complessiva di 279 ettari, ricade per la maggior parte (83%) nel territorio del Comune di Arborea
(Laguna di S’Ena Arrubia e pineta litoranea) e per una piccola parte (17%) nel Comune di Santa Giusta
(Stagno di Zrugu Trottu).
CARATTERISTICHE CLIMATICHE
La climatologia del Golfo di Oristano risente della sua posizione geografica e
della morfologia del suo territorio che, mancando di ostacoli orografici di
qualche rilievo, consente ai venti di sviluppare la massima velocità. Dal mare
l’entroterra del golfo di Oristano è esposto ai venti del III° e IV° quadrante.
Dalla vallata del Tirso si incanalano i venti del I quadrante e particolarmente il
grecale e, dalla pianura del Campidano lo scirocco.
Per quanto riguarda i dati sulla nuvolosità risulta che in media nell’area si
riscontrano 133 giorni sereni, 112 con nuvolosità media e 120 coperti
(Servizio Meterologico dell’Aeronautica di Capo Frasca, in Fadda F.A. et
al,, 1993).
Per quanto riguarda la piovosità si può affermare che le precipitazioni medie
ed annue sono relativamente basse ed hanno la loro massima intensità nel
periodo ottobre – marzo e con un periodo arido che abbraccia parte della
primavera e tutta l’estate.
La temperatura media annua rilevata nella stazione di S. Giusta è di 16,7 ° con il valore medio mensile più
alto nel mese di agosto (24,1°) e valore medio mensile più basso nel mese di gennaio (9,9°).
Le temperature massime più elevate sono state rilevate nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre.
Viceversa, le temperature minime più basse sono state riscontrate nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio.
La Laguna di S’Ena Arrubia è stata definita come “l’unico relitto dello Stagno del Sassu”, che venne
bonificato tra il 1934 ed il 1937, con altri 200 piccoli stagni e paludi per una superfice complessiva di 3.270
ettari.
La laguna è delimitata ad ovest dal cordone litorale, a nord dai depositi alluvionali del Tirso, a sud dai terreni
sabbiosi che costituiscono la bonifica di Arborea, mentre a est l’idrovora del Sassu ne interrompe la
continuità con l’area bonificata degl’originario Stagno di Sassu. La sua profondità varia da 40 cm a 1.40
metri circa ed i fondali sono prevalentemente fangosi.
Il bacino di S’Ena Arrubia si è formato su un ampio avvallamento. In terreni alluvionali ed eolici, in una
pianura invasa dalle acque dolci dell’entroterra. Tale avvallamento è stato sbarrato da dune litoranee , infatti
si hanno due formazioni contigue: procedendo dal mare verso terra dapprima un cordone dunale attuale, poi
sabbie appartenenti alle vecchie dune, testimoni dell’antico limite della spiaggia pleistocenica. Le sabbie
sono costituite da materiali di apporto marino (residui conchigliari, sabbie di battigia) ed in gran parte da
materiale di erosione.
Idrologia.
La laguna di S'Ena Arrubia, estesa per circa 190 ha, rappresenta il lembo residuo del grande Stagno del
Sassu (esteso circa 3000 ha) prosciugato tra il 1925 e il 1937 per permettere l’insediamento di nuove attività
agricole. La profondità della laguna è variabile tra 30 e 150 cm, con una media di 45 cm; il volume è di circa
1,5 x106 m3.
La laguna comunica con il mare attraverso un canale artificiale aperto nella duna costiera (realizzato negli
anni ’70), la cui foce è protetta da due moli che delimitano un'area scavata a 2 metri di profondità.
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Il bacino idrografico sotteso alla laguna ha un’estensione di circa 190 km2. La laguna riceve, oltre alle acque
derivanti dal suo bacino idrografico, anche parte di quelle del Lago Omodeo da cui prende origine un grande
sistema irriguo che alimenta tutto il comparto agricolo dell’oristanese di cui la zona di Arborea-Marrubiu,
dove è compresa la laguna, rappresenta la parte periferica meridionale.
In termini schematici gli immissari della laguna di S'Ena Arrubia sono tre:
un collettore ampliato (chiamato diversivo S. Anna) dove confluiscono numerosi torrenti che sottendono
complessivamente un territorio di circa 78,4 Km2, di cui una buona parte montano a forte pendenza. La
portata massima può variare ampiamente passando da valori di 104 m3 s-1 (tempo di ritorno pari a 10 anni)
a 235 m3 s-1 (tempo di ritorno pari a 500 anni); la portata media è di 0,33 mc/sec;
un canale artificiale drenante un territorio quasi del tutto pianeggiante e comprendente la vasta aerea dell’ex
Stagno del Sassu (chiamato collettore delle acque basse). La portata è di circa 14 m3 s-1 e per la maggior
parte si tratta di acque irrigue residue addotte dal sistema Omodeo. Il canale si trova sotto il livello del mare
e pertanto le acque, in parte anche di falda, devono essere immesse in laguna con un sistema di pompe
(idrovore del Sassu);
un canale (chiamato adduttore Tirso-Arborea o canale delle acque medie) di adduzione irrigua la cui portata
è di circa 7 m3 s-1, che in inverno funge anche da collettore di parecchi canali e torrentelli lungo tutto il
percorso che và dal ripartitore a valle del Lago Omodeo alla laguna.
Nel bacino idrografico e nella specifica parte pianeggiante insistono una serie di attività produttive
(prevalentemente attività agricole intensive e attività zootecniche), che hanno da una parte un rilevante
impatto e dall’altra un enorme valore economico.
Fino agli anni ’70, prima della realizzazione di un canale di collegamento permanente a mare, la salinità era
presumibilmente minore di quella attuale tanto è vero che l’estensione dei canneti, in base ad alcune
testimonianze, era maggiore di quella odierna.
In quegli anni è stato realizzato anche un escavo (canale a marea), fino a 2,5 metri di profondità, abbastanza
ampio, lungo l’asse maggiore della laguna, per consentire la risalita delle acque marine in fase di marea, ed
un veloce smaltimento delle acque di piena provenienti dal bacino idrografico, acque che causavano
allagamenti nelle aree agrarie a monte della laguna.
Questo canale peraltro non è stato mai ultimato nella sua porzione terminale e pertanto, durante le piene, si
verificano quasi sempre degli allagamenti più o meno estesi.
Questi recenti interventi hanno sostanzialmente cambiato l’assetto ecosistemico della laguna, definito negli
anni ’30, a seguito di imponenti opere di “bonifica agraria” che, tra l’altro, hanno comportato il
prosciugamento del grande Stagno del Sassu di cui la laguna attuale non è che un piccolo residuo.
A partire dagli anni ’80 è andata diminuendo la quantità d’acqua dolce in arrivo alla laguna a causa dei
frequenti eventi di siccità e della riduzione generalizzata degli afflussi idrici in tutta l’area sarda ed inoltre per
un cambiamento nelle tecniche di irrigazione, convertite da quelle a scorrimento a quelle, più moderne, ad
aspersione che consentono un notevole risparmio idrico.
Pertanto, se intorno agli anni ’70 potevano arrivare alla laguna, dal territorio irriguo, fino a 20-25 x 106 m3 di
acqua, negli ultimi anni se ne sono potuti misurare circa 10-15 x 106 m3.
Questo fatto, abbinato all’efficiente scambio con il mare instaurato con il nuovo canale a marea, ha
sicuramente determinato profondi cambiamenti di cui sono stati testimoni diretti i pescatori che nell’arco di
un decennio (anni ‘70-’80) hanno visto cambiare la qualità del pescato da specie per lo più tipiche di
ambienti d’acqua dolce a specie prettamente marine. Le modificazioni a livello di avifauna sono state meno
evidenti ma comunque rilevanti.
Un altro fenomeno, che ha determinato profondi cambiamenti nelle strutture e nei processi lagunari, è il
crescente apporto negli ultimi decenni di sostanze inquinanti causato dallo sviluppo delle attività antropiche
nel territorio a monte della laguna.
Infatti, nel territorio agrario delle aree pianeggianti, si è andata sempre più affermando un tipo di utilizzazione
intensiva, sostenuta da somministrazioni crescenti di concimi e antiparassitari; inoltre nelle aree non
coltivate, ma comunque adibite o convertite a pascolo, è stata quasi del tutto asportata la copertura boschiva
e/o a macchia, esponendo il terreno agli effetti erosivi sempre più incisivi, per effetto anche della
concentrazione delle piogge in pochi eventi annuali, conseguente a cambiamenti climatici avvertibili
nell’isola già da più di 10 anni.
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Questo fatto ha comportato una veicolazione crescente di quantitativi di fosforo e di azoto alla laguna da
parte delle acque di scorrimento.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Con la Direttiva Habitat 92/43 CEE viene riconosciuto per la prima volta in un documento di rilevanza
internazionale il ruolo della fitosociologia quale scienza di base per la gestione della biodiversità (Biondi,
2005). Nell’Allegato I della Direttiva, infatti, per l’individuazione degli Habitat si fa riferimento alla specifica
terminologia fitosociologica. Si sottolinea così l’importanza della fitosociologia per la denominazione,
l’individuazione e il monitoraggio delle organizzazioni fitocenotiche e quindi della biodiversità. Inoltre,
sottolineando i rapporti dinamici di interconnessione tra le diverse tipologie vegetali, la fitosociologia è in
grado di concorrere alla definizione dei modelli gestionali più idonei per la tutela dei diversi habitat,
interpretando i processi evolutivi cui tendono gli habitat in funzione di una diversa utilizzazione da parte
dell’uomo. Nell’applicazione della Direttiva, infatti, le conoscenze degli ecosistemi e delle condizioni socioeconomiche che li hanno determinati costituiscono la base irrinunciabile per definire le scelte gestionali. Le
singole comunità vegetali possono quindi consentire l’individuazione degli Habitat ai sensi della Dir.
43/92/CEE. Dal punto di vista strettamente metodologico va sottolineato che ogni Habitat può comprendere
diverse comunità vegetali, anche molto diverse tra loro.
Per avere un quadro più completo di questi Habitat di interesse comunitario, viene riportata la loro
descrizione relativa alle caratteristiche ecologiche in base al manuale di interpretazione degli Habitat
“Interpretation Manual of European Union Habitats-EUR25“ del 2003:
1120* Praterie a posidonia (Posidonion oceanicae)
1150* Lagune costiere
1210 Vegetazione annuale delle linee di deposito marine
2110 Dune mobili embrionali
2120 Dune mobili costiere ad Ammophila arenaria (dune bianche)
2210 Dune stabili a Crucianellion maritimae
2230 Praterie dunali afferenti alla Malcolmietalia
2240 Praterie dunali dominate da Brachypodium spp
2250 * Dune costiere con Juniperus spp
1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Cespuglieti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)
1510 * Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
La fauna
In totale sono state censite 108 specie di cui 2 appartenenti alla Classe degli Insetti, 1 a quella dei Pesci,
2 alla Classe degli Anfibi, 9 a quella dei Rettili, 86 alla Classe degli Uccelli e 8 a quella dei Mammiferi.
Delle 108 specie 86 sono a riproduzione certa (2 Insetti, 1 Pesc, 2 Anfibi, 8 Rettili, 65 Uccelli e 8 Mammiferi),
18 a riproduzione probabile (1 Rettile, 17 Uccell) e 4 (tutti Uccelli) a riproduzione possibile .
Pesci

una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE
Anfibi

due specie sono incluse nell’Allegato 4 della Direttiva 43/92 (Specie animali e vegetali di interesse
comunitario che richiedono una protezione rigorosa);
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


due specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
una specie è inclusa nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato (LR)
una specie è endemismo della tirrenide.
Rettili





una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
cinque specie sono incluse nell’Allegato IV della Direttiva 43/92;
sei specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
una è inserita nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato (LR).
tre specie sono probabilmente endemiche della Sardegna
Uccelli






26 specie sono incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
57 specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
17 specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn,
51 sono specie SPEC (1 SPEC1, 5 SPEC2, 30 SPEC3, 15 SPEC4),
35 sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani; di queste, 7 sono minacciate d’estinzione, 10
sono vulnerabili, 16 sono a rischio limitato, 1 è in pericolo critico ed 1 non valutata.
9 sono endemismi sardo-corsi, 1 è endemico di Sardegna e Capraia.
Mammiferi

una specie è probabilmente endemica della Sardegna, una è probabilmente un endemismo sardo-corso.
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
A livello generale gli obiettivi di un’area protetta, ritenuta d’importanza comunitaria per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, possono essere riassunti come
segue:









conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche)
attualmente presenti;
conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
incrementare i 4 aspetti su elencati ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e
realisticamente realizzabile (questo comporterebbe azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed
ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi
(elenchi ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del
germoplasma, carte della vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di
paesaggio e delle unità ambientali, carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle
risorse idriche, etc) validi per tutto il pS.I.C.;
acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenza delle attività umane su popolazioni,
comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee,
monitoraggio dei flussi idrici superficiali, gestione dei cordoni dunali, monitoraggio e prevenzione dei
fenomeni erosivi, etc.);
alla luce del punto precedente, occorre provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle
attività umane correlate alla conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi
osservata (pesca ed allevamento estensivi);
allo stesso modo occorre regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione
(flussi turistici sulle spiagge, pesca) ed eliminare quelle più deleterie (inquinamento, eutrofizzazione,
incendi, attività di mezzi fuoristrada e motocicli sportivi).
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Obiettivi specifici.
Gli obiettivi specifici del piano di gestione dipendono sia dal valore intrinseco (biologico, biogeografico) degli
habitat presenti, sia dalla situazione locale riscontrata nell’area.
L’esame del sito, esteso su circa 300 ettari, e dei nove habitat presenti, di cui ben tre di importanza
prioritaria, suggerisce una strategia gestionale volta prevalentemente alla conservazione. In questo caso
usiamo il termine sintetico “conservazione” (che non significa assenza di azioni attive o di progettualità).
Codice
1120*
1410
1510*
2110
2120
92D0
1150*
2240
1310
Habitat
Prateria di poseidonia
Pascoli inondati mediterranei
Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
Dune mobili embrionali
Dune mobili del cordone litorale con presenza di
Ammophila arenaria (Dune bianche)
Gallerie e forteti ripari meridionali (NerioTamaricetea e Securinegion tinctoriae)
Lagune costiere
Dune con prati di Brachypodietalia e
vegetazione annua
Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie
annuali delle zone fangose e sabbiose
Obiettivi
conservazione
conservazione
conservazione
conservazione
Conservazione - valorizzazione
conservazione
Conservazione - valorizzazione
Conservazione - valorizzazione
conservazione
Di seguito sono elencati i principali obiettivi specifici per gli habitat di maggiore interesse.
1150* Lagune costiere
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1120* Prateria di poseidonia
o mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
o abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque marine
o monitoraggio della qualità delle acque marine costiere
o cartografia biocenotica della prateria di poseidonia
o conservazione in-situ di specie vegetali rare o minacciate
o controllo passaggio barche a motore ed attività di pesca
o divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
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











eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
regolamentare la captazione di acque superficiali
abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
cartografia vegetazione e habitat
conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
regolamentazione delle attività di pascolo
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1310 Salicornia e altre piante annuali che colonizzano terreni sabbiosi e limosi
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
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92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Si tratta di un habitat di grande importanza nelle aree interne. conservazione di tutte le superfici oggi
occupate dai tamariceti.
 recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa vegetazione e ripristino dei tamariceti
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione dei corpi idrici
 regolamentare la gestione delle acque superficiali
 regolamentazione del pascolo nelle aree di pertinenza di queste comunità
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
2110 Dune mobili embrionali
o mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
o ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
o cartografia vegetazione e habitat
o conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
o monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
o divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
o controllo attività estrattive
o divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
o realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (Dune bianche)
o mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
o ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
o cartografia vegetazione e habitat
o conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
o monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
o divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
o controllo attività estrattive
o divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
o realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
Schede azioni
INTERVENTI ATTIVI

Rinaturalizzazione dell’area della peschiera attualmente in stato di degrado

Bonifica microdiscariche rifiuti

Osservatorio faunistico (lato sud della Laguna)

Sistemi e segnaletica di protezione

Interventi di wildlife management per l’avifauna nidificante

Estensione del SIC.p e dell’Oassi di protezione faunistica al Diversivo di Sant’Anna e alle aree del
Cirras

Interventi di management per favorire la nidificazione degli Steroidi e dei Laridi

Interventi di management per favorire la nidificazione del Fenicottero rosa
REGOLAMENTAZIONI

Regolamento di gestione SIC e ZPS

Regolamento fruizione turistica controllata

Regolamento attività di pesca nelle aree di particolare sensibilità per la nidificazione delle specie
d’interesse comunitario
INCENTIVAZIONI

Prevenzione danni causati dall’avifauna alle attività ittiche
MONITORAGGI AMBIENTALI E RICERCA APPLICATA

Analisi geobotaniche della vegetazione (comunità vegetali)
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




Analisi della qualità delle acque e dei flussi idrici nel bacino idrografico dello Stagno di S’Ena Arrubia
Monitoraggio avifauna nidificante
Monitoraggio avifauna svernante
Monitoraggio popolazioni del Cormorano e controllo impatto sull’ittiofauna
Monitoraggio prateria posidonia
SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE

Info point biodiversità presso strutture peschiera

Info point biodiversità – attività agricole presso l’Idrovora del Sassu

Info point biodiversità – attività turismo sostenibile presso il camping comunale di S’Ena Arrubia

Programmi di informazione e sensibilizzazione agricoltori e pescatori
VALORIZZAZIONE ECONOMICA E FRUIZIONE SOSTENIBILE

Completamento dell’attrezzaggio pista ciclabile sistema Arborea e Santa Giusta per favorire
l’accessibilità compatibile al sito con realizzazione ponte pedonale e ciclabile nell’area della peschiera

Sentieri natura e capanni di osservazione fauna

Sistemazione ecologica della strada sterrata di accesso alla spiaggia di Abbarossa e alla peschiera
(lato nord della Laguna)

Segnaletica e pannellistica turistica

Azioni di Promozione dell’ittiturismo e del turismo naturalistico, educativo, scientifico e sportivo

Azioni di formazione professionale degli operatori della pesca per i servizi di turismo sostenibile e di
gestione ambientale dell’area SIC
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Nome del SIC
“Stagno di Corru s’Ittiri”
Codice ITB030032
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine 8° 30’ 0 ”
Latitudine 39° 44° 0°
Superficie 5699 ha Comuni interessati: Provincia di Oristano: Comune di Terralba, Comune
di Arborea, Provincia del Medio Campidano: Comune di Arbus, Comune di Guspini
Caratterizzazione fisica.
Il SIC denominato “Stagno di Corru s’Ittiri” Codice
Natura 2000 ITB030032, comprende una parte
terrestre e una parte marina.
Il sito prende il nome dalla Laguna in esso ricadente,
ma comprende anche il piccolo Paùli Pirastu (Comune
di Arborea), lo Stagno di Marceddì, lo Stagno di San
Giovanni (Comune di Terralba, Arbus e Guspini), e gli
Stagni di Santa Maria (Comune di Terralba e Guspini)
Il SIC si caratterizza principalmente per il sistema di
zone umide, individuate già nella Convenzione di
Ramsar come “area umide di interesse internazionale”.
All’area del SIC si sovrappone in parte l’area della ZPS
– Zona di Protezione Speciale, individuata dalla
Direttiva Uccelli (Direttiva 79/209CEE)
Caratteristiche climatiche
In generale il clima nell’area di studio è caratterizzato da due periodi climatici: uno caldo e arido e
uno relativamente piovoso ma non freddo.
Le escursioni termiche principali si riscontrano fra le aree costituite dalla pianura, da quella montuosa e dalla
fascia marittima, anche se il clima di quest’ultima tende a mitigare anche le escursioni climatiche dell’area
interna.
La combinazione tra bassa piovosità ed elevato numero di ore di insolazione, sta determinando un
allungamento del periodo secco con l’emergere di caratteri propri delle aree in fase antecedente alla
desertificazione. Ovviamente, si tratta di fenomeni non repentini, che richiedono
tempi molto lunghi, ma che non vanno sottovalutati al loro emergere.
L’elemento rispetto al quale nell’area si riscontra una particolare rilevanza è la tipologia dei venti che la
investono. Infatti, non essendo la fascia occidentale protetta da rilievi, il maestrale ha segnato il paesaggio
erodendo e modellando la roccia e facendo assumere agli alberi una posizione inclinata verso Sud-Est più
marcata rispetto ad altre aree.
L’influenza del maestrale, nell’area aperta della bonifica, è stata mitigata con la realizzazione della pineta
litoranea e dei filari frangivento.
Caratteristiche geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche
Da un punto di vista geologico la piana di bonifica, è caratterizzata da un sistema depressionale dei campi
dunali attuali, ad ovest, e fossili ad est, del Quaternario, dove sono localizzate le aree umide.
La penisola di Capo Frasca è costituita da un ampio tabulato basaltico, di cui il Piano di Santadi è la
manifestazione morfologica, ed è caratterizzata da versanti scoscesi verso il mare.
Il tabulato inclinato verso sud degrada progressivamente nella depressione tettonica di S.Antonio di Santadi,
occupata da brecce vulcaniche pleistoceniche e materiale alluvionale recente e attuale.
A sud di S.Antonio di Santadi affiorano i terreni pleistocenici costituiti da formazioni scistoso-arenacee, che
affiorano anche lungo la costa di Capo Frasca, segnando la base, caratterizzandola da una serie di piccole
grotte.
Nella parte alta di Capo Frasca, in corrispondenza di alcune depressioni, si formano delle aree di ristagno,
alcune di grandi dimensioni, come il Pauli Mannu, a carattere stagionale, perché alimentate solo dalle
piogge; i brevi rii si riversano tutti in mare.
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L’area della pianura di Arborea si caratterizza per il fitto sistema dei canali della bonifica (canali irrigatori e
scolatori) e di scoline, che costituiscono il reticolo minore, e i canali principali (il canale allacciante e il
collettore delle acque basse) che terminano nello stagno di S’Ena Arrubia. I cambiamenti di gestione della
bonifica, ed in particolare i sistemi di irrigazione, hanno portato alla dismissione dei canali irrigatori,
modificando il sistema di alimentazione della laguna, che come vedremo in seguito ha avuto forte
implicazione nel degrado delle zone umide.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Nel territorio del SIC Stagno di Corru S’Ittiri, ITB030032, esteso 5.699 ha, la scheda riporta la presenza di 13
degli habitat inseriti nell’Allegato 1 della Direttiva Habitat, Natura 2000.
Dall’analisi condotta sul campo è stata rilevata la presenza di ulteriori 2 habitat inseriti nell’Allegato
Cod. 1320: Prati di Spartina
Cod. 9340, Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia.
Nell’ambito del Sito sono presenti inoltre tre habitat di interesse comunitario considerati prioritari: Cod. 1120,
Cod. 1150, Cod. 2270.
Habitat presenti nel sito:
1110 Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina
1120 Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae) (*)
1150 Lagune costiere (*)
1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose
1320 Prati a Spartina (Spatinion maritimae)
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo – atlantici (Sarcocornetea fruticosi)
1510 Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
2110 Dune mobili embrionali
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (Dune bianche)
2270 Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster (*)
5210 Matorral arborescenti di Juniperus ssp.
5330 Arbusteti termo mediterranei e pre desertici
92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)
(*) Habitat di interesse comunitario e habitat prioritari
Specie floristiche di rilievo
Nella scheda natura 2000 del sito è segnalato l’ Astragalus verrucosus, specie la cui presenza è però
relativa ad una porzione del territorio costiero di Arbus esterno al SIC in oggetto.
La fauna
Rettili
Per ciò che riguarda le specie di rettili i rilievi nel pSIC ITB03032 “Stagno di Corru S’Ittiri” è stata evidenziata
la presenza di Emys orbicularis e Testudo graeca, Rettili inclusi nell’Allegato II della Direttiva Habitat.
Uccelli
Sono considerate residenti e svernanti 4 specie (pollo sultano, martin pescatore, falco di palude, albanella
reale), solo residenti 1 specie (sterna zampenere), nidificanti e svernanti 2 specie (cavaliere d’Italia e
gabbiano roseo), solo nidificanti 5 specie (fraticello, airone rosso, moretta tabaccata, pernice di mare e
tarabusino), svernanti e migratrici 2 specie (fenicottero e avocetta), solo svernanti 9 specie (falco pescatore,
spatola, piviere dorato, pivieressa, beccapesci, piro piro boschereccio, cigno selvatico, airone maggiore,
garzetta), ed infine solo migratrici 1 specie (mignattaio).
Nel sito 2 specie (pollo sultano e moretta tabaccata) delle 24 indicate nel formulario sono specie prioritarie di
uccelli della Direttiva 79/409, considerate "prioritarie ai fini del cofinanziamento LIFE" (Comitato ORNIS
26/04/1996 + 20/05/1997).
Obiettivi del Piano
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Obiettivi generali
Gli obiettivi generali rappresentano gli obiettivi da raggiungere per poter tendere alla conseguimento della
finalità per la quale sono stati individuati i siti di interesse comunitario.
Accanto all’obiettivo di conservazione, altri obiettivi devono tendere a sviluppare e promuovere la
conoscenza e la ricerca, l’accoglienza del pubblico e il mantenimento delle attività tradizionali.
Il quadro conoscitivo elaborato e le minacce, reali e potenziali, permette di individuare gli obiettivi generali
legati al pSIC Stagno di Corru s’Ittiri
o Conservazione e riqualificazione del sistema delle zone umide di Corru s’Iittiri
o Tutela della biodiversità.
o Conservazione e riqualificazione dei paesaggi tradizionali
o Realizzazione di attività di fruizione e di uso delle risorse compatibili con la conservazione dell’integrità
del sito
o Partecipazione attiva alla costruzione della rete ecologica regionale
Obiettivi specifici
Rispetto agli obiettivi generali è possibile individuare degli obiettivi specifici, rispetto ai quali verranno
individuate le linee d’azione e/o d’intervento del piano. Ciascun obiettivo specifico può essere funzionale
contemporaneamente a più obiettivi generali.
A breve termine
o Mantenimento e/o ampliamento del mosaico vegetazionale costituito da formazioni alofile annue e
perenni (salicornieti, sarcocornieti, steppe salate, giuncheti, ecc.).
o Mantenimento e/o ampliamento degli habitat idonei alle specie di fauna di maggiore interesse.
o Conoscenza scientifica delle popolazioni animali: uccelli, anfibi, rettili e pesci
o Conoscenza scientifica degli habitat e delle specie di flora di maggiore interesse conservazionistico.
o Tutela delle praterie a Posidonia oceanica.
o Conservazione e riqualificazione degli habitat dunali e retrodunali.
o Mantenimento e/o miglioramento delle aree umide presenti, di origine naturale o antropica (canneti,
specchi d’acqua, ecc.), riducendo i fenomeni di interrimento, di inquinamento delle acque e di evoluzione
della vegetazione.
o Aumento della sensibilità e dei livelli di conoscenza degli attori locali (enti pubblici, privati e comunità
locali).
o Raggiungimento di livelli di compatibilità/coerenza tra attività antropiche/pianificazione vigente e gli
obiettivi specifici del sito. In particolare realizzazione di attività agricole e di pesca a maggiore
compatibilità.
o Promozione di attività di fruizione turistiche e sportive compatibili (bird-watching, canoa, vela, bike,
snorkelinhg, equiturismo,pesca turismo, pesca sportiva….) e di strutture ad esse legate (sentieristica,
centri visita, pannellistica, ecc.)
o Tutela delle aree di maggiore valore faunistico e vegetazionale.
o Realizzazione di attività ricreative ed educazionali in grado di generare sviluppo nella zona in esame
senza alterare gli equilibri naturali.
o Riqualificazione e rifunzionalizzazione del sistema dei canali di bonifica.
o Ampliamnerto delle osai di protezione faunistica
o Riqualificazione del paesaggio agrario tradizionale
o Valorizzazione dello strumento della valutazione di incidenza per attività interne e confinanti con il SIC.
o Promozione delle attività di ricerca e monitoraggio (per la realizzazione della banca dati)
o Tutela delle pinete costiere
A medio e lungo termine
o Miglioramenti della qualità delle acque. (mediante condizionamenti alle attività interne al SIC o a livello di
intero bacino idrografico. Accordi di pianificazione a livello di bacino idrografico, o di amministrazioni
pubbliche interessate, per il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento qualitativo della risorsa
idrica. Razionalizzazione e migliore gestione complessiva della risorsa acqua)
o Conservazione e riqualificazione degli ecosistemi di laguna.
o Recupero naturalistico delle aree degradate interne al SIR.
o Eliminazioni/riduzione delle potenziali fonti di inquinamento del suolo e delle acque.
o Riduzione dei fenomeni di erosione costiera.
o Mantenimento degli interventi realizzati.
o Regolamentazione delle attività agricole e di promozione delle colture biologiche.
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o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
Sensibilizzazione, informazione e formazione. Coinvolgimento della comunità locale nella gestione del
sito e delle sue risorse.
Conservazione e valorizzazione delle attività antropiche tradizionali compatibili con la conservazione
dell’integrità del sito. Analisi ed individuazione di metodi compatibili di uso delle risorse.
Realizzare il recupero del patrimonio storico ed architettonico del SIC.
Promuovere l’immagine del SIC e la sua riconoscibilità.
Istituire la riserva naturale “Santa Maria di Neapolis”, comprendente lo stagno di San Giovanni e la
palude di Santa Maria.
Mantenimento delle zone aperte e delle aree di pascolo ed ostacolo ai processi di ricolonizzazione
arbustiva (anche mediante la valorizzazione delle attività di pascolamento)
Tutela dei nuclei isolati di lecceta mediterranea.
Tutela delle specie di flora e fauna di interesse comunitario, endemiche o rare.
Realizzazione di attività militari maggiormente compatibili con la conservazione dell’integrità del sito.
Tutela delle importanti popolazione di pollo sultano e dei relativi habitat di nidificazione.
Schede progetto
Le azioni vengono lette in relazione al raggiungimento degli obiettivi (matrice degli interventi strategici). Alle
tipologie di azioni, viene attribuito un livello di importanza relativo a quel sito (EE = molto elevata; E =
elevata; M = media; B = bassa). In questo caso il valore, attribuito come “giudizio di esperti”, tiene conto sia
dell’importanza degli elementi alla cui conservazione la misura è rivolta, sia della necessità e dell’urgenza
dell’adozione di detta misura ai fini della tutela degli elementi stessi.
MISURE REGOLAMENTARI E AMMINISTRATIVE OBIETTIVI PRIORITA’
RE1 integrazione degli strumenti di pianificazione urbanistici e territoriali
RE2 predisposizione di misure contrattuali per l’utilizzo dei terreni privati
RE3 misure regolamentari per la gestione selvicolturale della pineta di marceddì e della diciotto
RE4 regolamentazione della fruizione turistica
RE5 regolamentazione delle attivita’ di pulizia e spianamento delle spiagge
RE6 individuazione dell’ente gestore e del comitato di gestione
RE7 regolamentazione per la gestione del canneto
RE8 regolamentazione del pascolo
RE9 regolamentazione dell’attività di pesca
INCENTIVAZIONI OBIETTIVI PRIORITA’
IN1 incentivi per interventi selvicolturali su terreni privati: incremento di siepi e filari alberati
IN2 promozione di attivita’ turistico-ricreative compatibili
IN3 incentivazione per la conversione dell’agricoltura verso forme a maggiore compatibilità ambientale
IN4 incentivazione per sfalcio canneti
MONITORAGGI E RICERCHE OBIETTIVI PRIORITA’
MR1 approfondimento di indagine su habitat e specie palustri
MR2 indagine sugli uccelli nidificanti nella penisola di capo frasca
MR3 monitoraggio delle popolazioni di pollo sultano (porphyrio porphyrio)
MR4 indagine sull’impatto degli uccelli ittiofagi (cormorano)
MR5 monitoraggio ambientale delle aree umide
MR6 monitoraggio (vegetazione, flora, fauna)
MR7 creazione di banca dati
PROGRAMMI DIDATTICI, DI EDUCAZIONE, COMUNICAZIONE OBIETTIVI PRIORITA’
PD1 logo del sic
PD2 attività di comunicazione e promozione di attività di ricerca scientifica
PD3 redazione del sito web
PD4 realizzazione di materiale informativi (pannelli, depliants, segnaletica….)
PD5 Apertura del Forum
PD6 Azioni di Promozione di attività ricreative-turisitche compatibili
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
INTERVENTI ATTIVI OBIETTIVI PRIORITA’
IA1 Interventi di bonifica del tratto spondale della laguna e degli stagni (funzionale ai risultati del
monitoraggio)
IA2 Interventi di verifica sperimentale di dragaggio dei fondali degli stagni
IA3 Realizzazione di un sistema di centraline per il controllo e il monitoraggio della qualità delle acque
IA4 Interventi per l’incremento degli apporti idrici
IA5 Interventi di rinaturalizzazione del tratto terminale dei canali irrigatori e collettori
IA2 Interventi di gestione delle scoline
IA3 Interventi di pulizia, rimozione rifiuti e bonifica delle discariche abusive. Azione di sensibilizzazione sul
tema rifiuti
IA4 Interventi di pulizia delle pinete. Azione di sensibilizzazione sul tema rifiuti
IA5 Realizzazione di fasce tampone nelle aree adiacenti al confine del sic
IA6 Interventi di deforestazione delle pinete
IA7 Chiusura dei punti di penetrazione non controllata nell’area del sic
IA8 Interventi per la diversificazione/conservazione e ampliamento degli habitat comunitari
IA9 Interventi per la riduzione del fenomeno di erosione costiera (rinascimenti, barriere…)
IA10 Interventi a favore dell’avifauna (isolotti, barriere di protezioni….)
IA11 Realizzazione di torretta per avvistamento incendi e bracconaggio
IA12 Acquisizione di aree ed immobili attraverso donazioni liberali, donazioni convenzionate, esproprio e
compravendite
IA13 Realizzazione di sentieri pedonali e/o ciclabili, passerelle (anche per la riduzione del fenomeno di
sentieramento su dune)
IA14 Realizzazione di ippovia
IA15 Realizzazione di aree di sosta per le auto
IA16 Realizzazione di scivolo per le imbarcazioni
IA17 Realizzazione di punto di sosta/osservazione lungo la strada per S.Antonio di Santadi
IA18 Realizzazione di capanni di osservazione
IA19 Realizzazione di interventi per la chiusura della Pineta alle auto
IA20 Realizzazione di recinzioni per la delimitazione di aree di particolare valore
IA21 Realizzazione di aree accessibili nella Pinete
IA22 Realizzazione di strumenti per la fruizione e l’interpretazione ambientale
IA23 Interventi per la realizzazione dell’area naturalistica di Pauli Pirastu
IA24 Interventi per la realizzazione dell’area naturalistica di “Santa Maria di Nespoli”
IA25 Interventi di riqualificazione e recupero della penisola di Corru Mannu
IA26 Interventi di riqualificazione della costa di Marceddì
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Nome del SIC
“Stagno di Pauli Majori di Oristano”
Codice ITB030033
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine E 8° 37’ 27’’ Latitudine 39°52’ 14’’
Superficie
Comuni interessati: Santa Giusta, Palmas Arborea
385 ha
Caratterizzazione fisica.
Il territorio del SIC ITB030033 denominato “Stagno di Pauli
Majori di Oristano”si inserisce
nel paesaggio della Sardegna centro-occidentale, nel
settore centro settentrionale del Golfo
di Oristano. E’ inquadrato nel Foglio IGMI n° 528 sezione
II, scala 1:25000, coordinate 39°52’
N, 08°38 E, nella Carta Tecnica Regionale Numerica,
scala 1:10000 nel Foglio IGM 528,
sezione 120.
Caratteristiche climatiche
La media annuale delle temperature oscilla in quasi tutta la
regione tra i 14°C e i 20°C.
I periodi più freddi invernali sono caratterizzati da masse
d’aria a bassa pressione che convergono sulla Sardegna e
permangono accentuandosi in relazione con le
temperature relativamente alte. I periodi caldi estivi
registrano masse d’aria divergenti in regime di brezza
locale.
La temperatura media annua risulta essere 16,7 °C, data
da una temperatura media minima annua pari a 11,3 °C e
una temperatura media massima annua pari a 22,0 °C.
Le massime sono sempre molto elevate nei mesi estivi mentre raramente raggiungono 0 °C nel mese più
freddo di Febbraio, in accordo con i dati dell’intera Isola, che registrano condizioni di gelo limitate perlopiù a
quote oltre i 300 m slm. Il clima è pertanto mite, termoregolato umido, con forte insolazione diurna durante
l’intero anno, con forti escursioni termiche giornaliere ed elevati valori relativi di temperatura anche invernali.
IDROLOGIA.
Il Pauli Majori è uno stagno appartenente al bacino idrografico del fiume Tirso, parte del complesso stagnale
di Santa Giusta. Come indicato nel Piano di assetto Idrologico del Tirso predisposto dall’Assessorato ai
Lavori Pubblici della Regione Sardegna (DL 180/98 e L 267 del 30.08.1998) il pSIC Pauli Majori è parte del
sottobacino Rio di Santa Giusta n°31. Il Rio Merd’e Cani rappresenta il bacino idrografico di raccolta delle
acque superficiali provenienti dai pendii Nord-Occidentali del Monte Arci (138,3 Km2 ) tramite il Rio Merd’e
Cani (83.5 Km2) e il canale di bonifica Spinarba. Al Rio Merd’e Cani affluiscono a loro volta il Rio s’Acqua
Mala ed il Rio Zeddiani che drena l’area Centro-Orientale. Attualmente, il livello dell’acqua permane per lo
più costante così come i valori di salinità e l’intero sistema risulta pertanto in equilibrio con gli apporti di
acqua dolce del Rio Merd’e Cani in qualità di immissario principale e lo Stagno di Santa Giusta con il quale è
in collegamento diretto tramite il canale emissario.
Le acque risultano prevalentemente dulcicole e la salinità aumenta in conseguenza delle oscillazioni di
marea. Secondo quanto riportato nel Piano di Tutela delle acque della Regione Autonoma della Sardegna il
pSIC Pauli Majori è incluso nell’elenco Corpi idrici sensibili (individuati ai sensi della Direttiva 271/91/CE e
dell’Allegato 6, art. 18 del D.Lgs. 152/9) con il codice AT5051 come parte del bacino denominato Riu Merd’e
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Cani (codice 0225). In base alle analisi riportate da APAT in “Zone umide in Italia - elementi di conoscenza”
(giugno 2005), esso risulta avere uno stato Ipertrofico ma non risulta sottoposto al monitoraggio delle acque
di transizione nelle zone umide indicate nel “Programma di Monitoraggio della qualità delle acque” definito
dal Servizio Tutela delle Acque (DGR 36/47 del 2001) svolto dai Dipartimenti Territoriali (ex Presidi
Multizonali di Prevenzione ambientale) di cui si compone l’ARPAS.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Nell’area in esame sono individuabili 6 habitat di interesse comunitario riportati in Allegato
1 della Direttiva Habitat 92/43/CEE; due di questi sono indicati come prioritari.
1150* Lagune costiere
3170* Stagni temporanei mediterranei
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritmi)
1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e
sabbiose
92D0 Gallerie e forteti e ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea and Securinegion
tinctoriae).
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
omparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
La fauna
In totale sono state settanta di importanza comunitaria specie di cui una appartenente alla classe dei Pesci,
due alla Classe degli Anfibi, quattro ai Rettili e sessantatre agli Uccelli.
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
Gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale esistenti (Piani Urbanistici Comunali) o in fase di
predisposizione (Piano Urbanistico Provinciale), non sono sufficienti al mantenimento di uno stato di
conservazione degli habitat e delle specie d’interesse comunitario presenti nel pSIC “Stagno di Pauli Majori”.
Questi, infatti, non considerano adeguatamente la problematica relativa alla istituzione ed attivazione della
Rete Natura 2000, così come previsto dalla Direttiva “Habitat” e dalla normativa nazionale (Decreto del
Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, recante il regolamento di attuazione della citata
direttiva 92/43/CEE; “Linee guida per la gestione dei Siti Natura 2000” - Decreto del Ministro dell'Ambiente e
della Tutela del Territorio del 3 settembre 2002).
La competenza primaria in materia di Rete Natura 2000 è della Regione Sardegna, la quale ha individuato e
proposto l’elenco regionale dei Siti d’Importanza Comunitaria (Progetto Bioitaly, 1997), ma non ha
provveduto a dotarsi di una specifica disciplina legislativa che individuasse anche i soggetti attuatori della
pianificazione e della gestione.
Da qui l’esigenza di dotarsi di un Piano di Gestione che, dalla valutazione delle valenze ecologiche e
dall’individuazione dei fattori di maggior impatto, definisca gli obiettivi di carattere generale e gli obiettivi
specifici da perseguire per l’area pSIC.
Gli obiettivi generali di un Piano di Gestione di un’area pSIC/ZPS, individuata per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, è quello di assicurare la
conservazione degli habitat e delle specie vegetali e animali che la caratterizzano, e possono essere così
riassunti:
* Conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
* Conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente
presenti;
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
* Conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
* Conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
* Incrementare gli aspetti sopra elencati, ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e realisticamente
fattibile (azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
* Acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi (elenchi
ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del germoplasma, carte della
vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di paesaggio e delle unità ambientali,
carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle risorse idriche, etc) validi per tutto il pSIC;
* Acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenze delle attività umane su
popolazioni,comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee, monitoraggio dei
flussi idrici superficiali, gestione dei cordoni dunali, monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi, etc.)
che interessano il sito;
* Provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle attività umane correlate alla conservazione
della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi osservata;
Regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione (flussi turistici, pesca) ed eliminare
quelle più deleterie (inquinamento, eutrofizzazione, incendi, attività di mezzi fuoristrada e motocicli sportivi).
Obiettivi specifici
L’individuazione degli obiettivi specifici relativi alla conservazione di un sito dipende dai suoi peculiari valori
naturali e dalla realtà locale nel quale è inserito.
Nel sito in oggetto sono presenti specie e comunità di importanza riconosciuta a livello internazionale, la
gestione del sito andrà pianificata con la consapevolezza di essere depositari di un patrimonio naturale unico
e irripetibile.
Nell’area del pSIC si osservano 6 habitat d’interesse comunitario, la gran parte di questi sono da
considerarsi in buono stato di conservazione, mentre i rimanenti si conservano in maniera discreta. Perciò,
durante la stesura del Piano di Gestione, sarà opportuno prevedere un programma di interventi volti
essenzialmente alla conservazione degli habitat e in alcuni casi anche al progressivo miglioramento e
ampliamento delle superfici occupate.
La strategia d’azione della futura gestione del sito può essere riassunta quindi con i termini “conservazione”,
quando si intende mantenere integre la struttura e la funzionalità dei sistemi naturali, e “potenziamento”,
quando si intende ripristinare e/o accrescere le stesse.
Nella tabella seguente è indicata la strategia complessiva di azione per gli habitatd’interesse comunitario
presenti nel SIC:
Il Piano di Gestione dovrà inoltre prevedere l’integrazione, discussa e concordata con la popolazione locale,
delle priorità di conservazione con le attività produttive, tradizionali e potenziali del territorio. Nel Piano sarà
anche previsto il coinvolgimento della comunità locale e dei visitatori ad occasioni di informazione,
conoscenza e svago relative al sito oggetto di protezione (percorsi divulgativi educativi; materiali informativi;
incontri a tema; ecc.).
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Schede progetto
GESTIONE DEL SISTEMA ABIOTICO DEL SITO (ACQUA-SUOLO)

Verifica condizioni ambientali del bacino stagnale

Caratterizzazione chimico-fisica del suolo e monitoraggio della qualità dello stesso

Caratterizzazione dei flussi idrici affluenti ed effluenti, del sistema, valutazione delle portate ottimali
per il mantenimento dell’equilibrio degli ecosistemi, adeguamento dell’idrografia alle necessità
riscontrate

Regolazione della quantità d’acqua a disposizione dei prati umidi nei periodi estivi attraverso
l’idrovora prossima al centro di Palmas Arborea

Asportazione della Mercierella enigmatica lungo il canale emissario del Pauli Majori che collega
quest’ultimo con lo Stagno di Santa Giusta

Studio di fattibilità per la realizzazione di un canale di collegamento tra il Rio Merd’e Cani e il canale
adduttore Tirso-Arborea
GESTIONE DEL SISTEMA BIOTICO DEL SITO (VEGETAZIONE-FLORA-FAUNA)

Inventario e monitoraggio della flora

Censimento e monitoraggio della fauna

Carta della vegetazione ed aggiornamenti

Carta della fauna ed aggiornamenti
GESTIONE DELL’UTILIZZO DEL SITO

Sistema di camminamenti in legno (passerella) per la fruizione dell’area circostante

la torre di avvistamento (lato sud-est di Pauli Majori) e dell’argine che porta dall’idrovora al Rio
Merd’e Cani

Realizzazione di tre approdi in legno (piattaforme) da localizzare nei pressi dell’idrovora vicino
all’abitato di Palmas Arborea, presso il canale di bonifica Spinarba, presso ponte di legno di
attraversamento del Rio Merd’e Cani lungo l’itinerario pedonale che collega il CEA Pauli Majori con lo
stagno.

Ristrutturazione della torre di avvistamento

Circoscrizione e delimitazione delle aree adibite a pascolo

Progettazione preliminare presentata alla RAS
MISURE PER LA GESTIONE DEGLI HABITAT

Ricostituzione della copertura vegetale spontanea originaria in aree adiacenti i campi coltivati e il
canale di comunicazione delle acque con Santa Giusta

Contenimento periodico della crescita della Mercerella enigmatica esclusivamente lungo i canali di
collegamento tra Santa Giusta e il Pauli Majori
STRUMENTI GESTIONALI

Progettazione e adozione del piano di prevenzione locale degli incendi

Progettazione e adozione di un piano di sviluppo condiviso delle attività produttive (coltivazione,
allevamento, pesca) che gravitano all’interno ed all’esterno del sito

Progettazione e adozione di un regolamento delle attività consentite e non consentite nonché le
modalità di uso e fruizione del territorio
STRUMENTI DI COMUNICAZIONE E PARTECIPAZIONE

Percorsi educativi di scoperta e di conoscenza del sito Pauli Majori

Informazione e confronto con la comunità locale: produzione del notiziario

stagionale “Novità dalla Grande Palude”; giornate incontro sui temi relativi alla

gestione del Pauli Majori.
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Nome del SIC
“Stagno di Mistras di Oristano” Codice SIC - ITB030034 ZPS - ITB034006
“San Giovanni del Sinis”
SIC - ITB032239
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Stagno di Mistras di Oristano
San Giovanni del Sinis
Superficie
Stagno di Mistras di Oristano
San Giovanni del Sinis”
Longitudine
8° 28’ 25”
8° 26’ 21”
1614ha
2,8 ha
Latitudine
39° 54’” 2”
39° 52’ 49”
Comuni interessati: Oristano e Cabras
Comuni interessati: Cabras
Caratterizzazione fisica
La laguna di Mistras, impropriamente denominato stagno, si sviluppa lungo la costa orientale del Sinis di
Cabras, ed è delimitato dalla piana costiera e dal mare del Golfo di Oristano. Questa laguna comunicava con
lo “stagno” di Sa Mardini fino a quando negli anni ‘20 fu costruita una dighetta in muratura nel canale di
collegamento.
La laguna ha una forma allungata e stretta, parallela alla costa, ed è delimitata verso il mare dal cordone
litorale a freccia della spiaggia di Su Siccu verso sud e da uno più interno verso nord, separati da
un’apertura verso mare di circa 300 m. Internamente e parallelo alla linea di costa è presente una freccia di
sabbia, depositata dall’azione contigua del mare e del vento, che suddivide la laguna in due parti, una
occidentale, con rive rettilinee e fondali fangoso-sabbiosi regolari che raggiungono il metro e mezzo
di profondità, ed una orientale, con rive più frastagliate, numerosi affioramenti sabbiosi e fondali profondi
mediamente 30-40 cm. La superficie complessiva è di circa 450 ettari ma solo 250 ha sono coperti
permanentemente dall’acqua. Gli apporti dolci sono costituiti dai soli apporti meteorici. La laguna è adibita a
peschiera.
Geomorfologia
L’assetto geomorfologico del territorio comunale è dovuto
all’interazione degli aspetti geostrutturali dell’area con i processi
esogeni, intendendo con il termine geostrutturali: la tettonica, i
processi vulcanici, i caratteri litologici, ossia le caratteristiche
chimicofisiche che condizionano la resistenza dei materiali nei
confonti dei processi di demolizione (composizione, coerenza,
alterabilità, resistenza, fragilità, etc.), e quelli
giaciturali; e con il termine processi esogeni: alterazione, erosione,
trasporto e
deposizione. Giocano un ruolo attivo anche le condizioni climatiche,
la presenza e lo stato di copertura vegetale e non ultima l’attività
antropica.
In esso si possono riconoscere quattro principali domini
geomorfologici:
- il Sinis
- il Campidano
- La zona umida dello stagno di Cabras
- l’isola di Mal di Ventre
Ognuna di queste aree presenta caratteri morfologici tipici molto
diversi dalle altre, come
conseguenza diretta della natura geostrutturale e dei processi
morfogenetici in essa prevalenti.
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Idrologia
L’idrografia superficiale del territorio dove ricade il SIC di Mistras è caratterizzata dalla presenza del sistema
di lagune comunemente conosciute come Zune Umide di Cabras e di numerosi stagni, lagune e paludi e da
un reticolo idrografico non sempre ben sviluppato e definito. Fino al momento della costruzione del canale
scolmatore, la laguna di Mistras era fortemente legata al sistema dello Stagno di Cabras. Costituiva infatti, in
alcuni condizioni, una zona di sbocco dello stagno.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Vengono di seguito elencati gli habitat d'interesse comunitario individuati dalla Direttiva 92/43/CEE del
consiglio del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e
della fauna selvatiche (allegato i - tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione
richiede la designazione di aree speciali di conservazione, GU l 206 del 22.7.1992), presenti nello stagno di
Mistras e a San Giovanni del Sinis.
La loro proposizione come Siti di Interesse Comunitario è dovuta alla presenza degli habitat di interesse
comunitario elencati di seguito:
MISTRAS
1150* Lagune costiere
1510 * Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
1120 * Praterie di Posidonie ( Posidonion oceanicae)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
SAN GIOVANNI
2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae;
2110 Dune mobili embrionali;
2230 Dune con prati dei Malcolmietalia;
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche");
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine.
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
La fauna
In totale sono state censite 59 specie riproducentisi di cui 2 appartenenti alla Classe degli Anfibi, 7 a
quella dei Rettili, 40 alla Classe degli Uccelli e 10 a quella dei Mammiferi.
Anfibi


una specie è inclusa nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato (LR)
una specie è endemica della tirrenide
Rettili

due specie sono probabilmente endemiche della Sardegna,
Uccelli


10 specie sono incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE.
15 sono specie SPEC.
Mammiferi


due specie sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani
due specie sono probabilmente endemiche della Sardegna,
Obiettivi del Piano.
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Premesso che gli obiettivi individuati come funzionali alla strategia di gestione sono perseguibili nel tempo
(breve, medio e lungo termine) attraverso interventi, azioni, programmi e attività specifiche, di seguito
ciascuno degli obiettivi, risultanti dagli apporti singoli e condivisi dal gruppo di lavoro, viene posto in
relazione con interventi, azioni, programmi e attività ad essi funzionali.
Gli interventi, le azioni, i programmi le attività sono ricompresi entro “schede operative” la maggior parte delle
quali sono state elaborate in occasione del bando dell’ADA della RAS nell’ambito del bando POR misura
1.5b. Altre schede sono state presentate nell’Accordo Programma Quadro (APQ) mentre costituiscono parte
degli interventi presentati dal Consorzio di Bonifica in attuazione del Paino di risanamento conseguente alla
distrofia del manifestatasi nel 1999. Infine alcuni progetti vengono ipotizzati dalla Società Sinis – San
Vincenzo ed altri progetti vengono proposti ex-novo dal gruppo di lavoro (Bonifica ex sito di discarica “Nas’e
Canna”).
La correlazione “progetto/azione” con gli obiettivi da perseguire esprimono in forma sintetica il rapporto
causa-effetti degli interventi. Maggior dettaglio nei progetti e negli effetti previsti sono inseriti nelle schede
progetto (allegate) di cui prima. Maggiori dettagli sulla funzionalità degli interventi rispetto agli obiettivi sono
desumibili dalle schede-progetto la cui struttura è riportata di seguito.
Struttura della scheda
.
Obiettivi generali:
10) Mantenere un livello soddisfacente dello stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse
comunitario, garantendo la conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, assicurando il
mantenimento e/o il ripristino dei loro equilibri ecologici).
- Mantenimento attività tradizionali e sostenibili
- Promozione e sostegno per nuove attività
- valorizzazione pesca come patrimonio culturale e etnografico
- valorizzazione colture tipiche
- valorizzazione pesca come valore economico
- Mantenimento identità paesaggistica
- Miglioramento e /o ripristino delle componenti di cui prima
- Coinvolgere la popolazione in ogni suo componente.
- Attività di disseminazione / forum / condivisione
Obiettivi specifici:
(H = habitat e specie; U = uso suolo; I = idrologia; P = paesaggio)
• (H) mantenere le attuali estensioni delle cenosi tipiche, e siti di riproduzione e frequentazione di fauna
specifica
• mantenere le attuali forme d’uso
(U) contenere la perdita di habitat stabilizzando le forme d’uso a quelle attuali e/o orientando al ripristino
delle condizioni originali
• (U) recupero superfici attualmente coltivate riportandole alla funzione naturale originaria in prossimità dello
stagno e delle paludi temporanee dove necessario.
• (I) mantenere e/o ripristinare il reticolo idrografico in quelle situazioni dove necessario il ripristino profili
barometrici che favoriscono il mantenimento delle condizioni degli habitat acquatici e paracquatici.
• (I/H) Ridefinizione della qualità e delle caratteristiche del sedimento delle rive e dei fondali dei corpi idrici
(principali e secondari)
• mantenimento e/o ripristino dello schema idraulico [consorzio di Bonifica]
• (P) mantenimento e/o miglioramento di ambiti paesaggistici significativi [Paesaggio vegetale, Manufatti di
interesse architettonico e/o archeologico e/o culturale in genere, delle essenze singole e/o associate (cenosi
monospecifiche, siepi, alberi o arbusti isolati)]
• (H) adottare misure per il mantenimento dei siti si nidificazione/ riproduzione
• (H) definire procedure di gestione di specie ornitiche ittiofoghe
• (H) definire procedure di gestione produttive degli stock ittici con particolare attenzione al mantenimento
della diversità specifica e al suo equilibrio
• (H) mantenimento e valorizzazione dei metodi tradizionali e delle tecniche di prelievo
• valutare la capacità portante della produzione ittica;
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• implementazione e supporto di tecniche di produzione, lavorazione e vendita
• favorire definire nuovi servizi rispetto al turismo naturalistico, enogastronomico (percorsi sostenibili)
• attività di monitoraggio ambientale e socio economico
• diffusione dell’educazione ambientale ricreativo
• consolidamento dell’attività di ricerca orientata di base (flora, vegetazione, biologia della conservazione)
• consolidamento dell’attività di ricerca orientata al monitoraggio della gestione
• costituzione di un GIS / atlante dei SIC / Database
• attivazione, momenti partecipativi e di condivisione
• favorire l’interazione tra enti (comuni) e soggetti aventi titoli
• Implementazione di piani d’azione per situazioni di emergenza (incendi, inquinamento, sversamento,
distrofie e anossie)
• Conservazione ex situ del germoplasma con priorità per i taxa endemici, rari e/o minacciati e d’interesse
fitogeografico e allo stesso tempo per entità di possibile impiego nei ripristini ambientali e nelle
rinaturalizzazioni.
• Piano di monitoraggio in situ per taxa minacciati o rari
• Piano pluriennale di eradicazione delle specie alloctone (invasive e non) presenti principalmente nei sic di
San Giovanni e Mistras e interventi per una loro sostituzione con specie tipiche prodotte a partire da
germoplasma autoctono.
• Conservazione in situ delle associazioni vegetali minacciate (efedreti, limonieti a
Limonium oristanum e limonieti a Limonium pseudolaetum).
• (H) – (P) Tenere sotto controllo, ridurre od eliminare od eventualmente limitare le attività che incidono
sull'integrità della specie e dell'ecosistema causandone la perdita o la frammentazione degli habitat.
• Completamento degli studi di ricerca di base sul territorio.
Strategia di gestione.
Per comprendere il senso della politica di gestione ambientale che le Amministrazioni stanno perseguendo
oltre a quanto di cui prima e che valorizza alcune scelte strategiche giova sottoporre una breve ricognizione
sugli interventi già realizzati, da realizzare e programmati coerenti con le tipologie d’ intervento ammissibili
previste dal bando P.O.R. – mis. 1.5.b (punto 5 – tipologie d’intervento ammissibili):
Si tratta di iniziative sia scala ridotta che a vasta scala che, seppur con diversa intensità, sono sia
riconducibili alle tipologie d’intervento previste dal bando per i SIC ZPS che riconducibili a di un “disegno”
complessivo di gestione ambientale che danno la misura della missione che le Amministrazioni Comunali.
Ciò premesso alcune delle importanti motivazioni per gli interventi nel SIC-ZPS in questione, che per la loro
importanza dovranno trovare corrispondenza nell’articolazione del PdG nelle sue diverse articolazioni
territoriali (Cabras ed Oristano) sono le seguenti:
a) Interventi per la tutela delle diversità biologiche, degli habitat naturali e seminaturali e delle specie
previste nelle direttive comunitarie
b) Interventi di conservazione, manutenzione, recupero e restauro del paesaggio, del territorio e delle
risorse immobili a livello locale
c) Recupero e ripristino di ambiti degradati e vulnerabili (risanamento, ricostruzione ambientale e
rinaturalizzazione)
d) Valorizzazione delle aree anche mediante l’organizzazione dell’accessibilità e della fruibilità
e) Dotazione di adeguati servizi collegati ed integrati ad interventi di conservazione e valorizzazione delle
risorse naturalistiche
Modifica alla perimetrazione.
Conseguentemente a quanto proposto/ipotizzato per il SIC/ZPS “Stagno di Cabras”, la perimetrazione del
SIC “Stagno di Mistras” oggetto del Piano di Gestione alla luce delle conoscenze attuali, risulta non essere
adeguata/potrebbe essere migliorata al fine di una corretta gestione. In linea generale si suggerisce/propone
di poter rivederne la configurazione.
Sarebbe opportuno che la zona di “Pontis” e del Canale scolmatore, attualmente ricompresa nel SIC di
Mistras, venisse “ceduta” al SIC “Stagno di Cabras”.
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Pur non disconoscendo, in termini di macroescosistema, il legame tra gli ambienti dello stagno di Cabras,
della zona di Pontis e della laguna di Mistras, quest’ultima presenta caratteristiche particolari sia ambientali
che gestionali.
1. bacino scolante indipendente da quello dello Stagno di Cabras;
2. condizioni fisiche dell’acqua caratteristiche:
a. non riceve apporti da canali; scambio idrico costante unicamente con il mare;
c. condizioni di ipersalinità nel periodo estivo;
d. funzioni ecologiche specifiche (nursery per alcune specie ittiche);
Anche nell’ipotesi di inclusione delle aree di Mar’e Pontis al SIC di Cabras, si chiede di valutare la possibilità
di escludere/considerare la necessità di lasciare all’interno del perimetro del SIC la struttura del Porto
Turistico di Torregrande. La riflessione risulta essere funzionale a due questioni:
- la presenza del “porticciolo” all’interno del SIC può essere funzionale allo sviluppo, in esso, di attività
(tradizionali e non) attuate con procedure sostenibili ed a basso impatto ambientale. Questo nella logica
della gestione integrata della fascia costiera, secondo cui, i modelli di sviluppo devono essere fortemente
indirizzati al mantenimento delle risorse naturali.
- l’esclusione del “porticciolo”, non sottrarrebbe l’Ente di Gestione di tale struttura a rispettare l’obbligo di
sottoporre ai procedimenti amministrativi dovuti per accertare la “compatibilità” delle attività/interventi con la
presenza del SIC/ZPS, e permetterebbe comunque di accedere alle risorse rese disponibili nell’ambito della
valorizzazione della attività legate ai SIC/ZPS. Permetterebbe comunque di non considerare naturali e di non
assimilare ad habitat superfici ormai alterate rispetto alla condizione di naturalità.
Alla luce delle attività per l’acquisizione di informazioni e alle ricognizioni in campo nel SIC di San Giovanni
di Sinis” sono emerse alcune considerazioni che possono portare a formulare nuove ipotesi di
riperimetrazione dell’area.
Gli attuali confini non tengono conto della distribuzione di unità vegetazionali presenti e dell’importanza che
potrebbe avere ricomprendere nel SIC particolari formazioni, allo scopo di costituire una sorta di continuum
nelle serie “vegetazionali”.
Si propone quindi di allargare l’attuale configurazione, comprendendo la parte litorale sia verso mare aperto
che in direzione del Golfo di Oristano. In questo modo:
- ricomprendere tutti gli ambienti dunali presenti, compresa la spiaggia e le zone dell’avanduna, dove si
sviluppa la vegetazione pioniera di fondamentale importanza per la conservazione delle dune.
- tutelare in maniera più efficace porzioni di habitat analoghi a quelli attualmente ricompresi e che
presentano problematiche di conservazione simile (presenza di specie aliene infestanti, presenza di resti di
costruzioni di periodi precedenti, attraversamenti a percorsi multipli,…)
Schede azioni
T1-01/AMP Progetto pilota per l’aggiornamento delle conoscenze sullo status di conservazione degli habitat
e delle specie di interesse comunitario e della gestione integrata dello Stagno di Mistras
T1-02/AMP Definizione della naturalità del sistema di dune consolidate di San Giovanni di Sinis
T1_05/AMP Delimitazione e segnaletica SIC
T3-01/AMP Intervento di ripristino degli habitat e miglioramento della qualità ambientale dello Stagno di
Mistras e dei canali di Pontis
T3-02/AMP Intervento di ripristino degli habitat e miglioramento della qualità ambientale negli arenili di San
Giovanni di Sinis
T4-01/AMP Percorso "InterSinis" (II lotto - Stagno di Mistras – San Giovanni) - Mobilità sostenibile: a piedi,
in bici e a cavallo.
T5-01/AMP Acquisizione e predisposizione di materiale e metodi per la gestione dell’informazione dei
SIC/ZPS di Mistras, San Giovanni, Isola di Mal di Ventre e Catalano
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Nome del SIC
“Stagno di Sale ‘e Porcus”
Codice ITB030035
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine E 8° 26’ 13’’ Latitudine 40°0’ 40’’
Superficie
Comuni interessati: San Vero Milis, Riola Sardo
697 ha
Caratterizzazione fisica
Il Sito “Sàe Proccus” si trova nell’Italia insulare, Regione
Autonoma della Sardegna, provincia di Oristano e ricade
per la maggior parte nel territorio del Comune di San Vero
Milis e per una piccolissima parte nel Comune di Riola
Sardo.
Il Sic comprende al suo interno gli stagni di Sale e’Porcus e
di Is Benas e una parte di territori adibiti ad agricoltura e
allevamento.
Caratteristiche climatiche
La climatologia del Sinis risente della sua posizione geografica e della morfologia del suo territorio che,
mancando di ostacoli orografici di qualche rilievo, consente ai venti di
sviluppare la massima velocità. Dal mare la penisola è aperta ai venti del
III° e IV° quadrante. Dalla vallata del Tirso si incanalano i venti del I
quadrante e particolarmente il grecale e, dalla pianura del Campidano lo
scirocco.
Per quanto riguarda i dati sulla nuvolosità risulta che in media nel Sinis si
riscontrano 133 giorni sereni, 112 con nuvolosità media e 120 coperti
(Servizio Meterologico dell’Aeronautica di Capo Frasca, in Fadda F.A. et
al,, 1993).
Per quanto riguarda la piovosità si può affermare che le precipitazioni medie
ed annue sono relativamente basse ed hanno la loro massima intensità nel
periodo ottobre – marzo e con un periodo arido che abbraccia parte della
primavera e tutta l’estate.
Dal grafico 2.1.2.1 si può notare come nel mese di maggio, nonostante le
poche giornate di pioggia, in totale 4, si siano raggiunti 8,5 mm di
precipitazioni. Lo stesso si può affermate per il mese di settembre dove in 4
gg. di precipitazioni sono cadutil10 mm di pioggia
GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA
L’origine geologica e geomorfologia dell’area compresa all’interno del SIC è strettamente legata a quella
della Penisola del Sinis. La natura geologica della penisola è rappresentata da un basamento formatosi
nell’Era terziaria costituito da vulcaniti sui quali poggiano sedimenti conglomeratici, calcarei a ostree e
arenarie risalenti al miocene.
L’origine degli stagni Sàe Proccus e Is Benas è alquanto diversa. Per quanto riguarda lo stagno di Sale e’
Porcus parrebbe che esso si sia formato a causa di una depressione di probabile origine tettonica. L’origine
dello stagno di Is Benas risale ai primi del secolo scorso, quando, l’originale depressione paludosa venne
invasa dalle acque di bonifica dei terreni circostanti.
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
IDROLOGIA
Nel territorio comunale di San Vero Milis , così come in tutta la Penisola del Sinis, lo sviluppo del reticolo
idrografico è esiguo: tutta l’area, per la morfologia pianeggiante, presenta un drenaggio pressoché assente.
All’interno del SIC, lo stagno di Sàe Proccus raccoglie, dopo un breve percorso, tutte le acque piovane che
in essa precipitano.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Gli studi effettuati nel presente progetto, hanno confermato la presenza di 2 habitat presenti nella scheda
Natura 2000 (1150* e 1420) e hanno permesso di verificare la presenza di altri 4 nuovi habitat (1410, 1510*,
5330, 6220*). Complessivamente gli habitat passano da 4 a 6, di cui la metà prioritari.
Alcune interpretazioni della scheda Natura 2000 non sono condivisibili e sono state corrette nel presente
contributo. L’habitat 1110 include i banchi di sabbia marini permanentemente sommersi. Il sito non comunica
col mare in alcun modo, né sono presenti le specie-guida indicate nel Manuale d’Interpretazione degli
Habitat (European Commission, 1999). Per questi motivi si ritiene che l’habitat non sia presente nel sito,
come anche l’habitat 1310 che ricade nella categoria 13 “Paludi e pascoli inondati atlantici e continentali”. Si
ritiene che, trovandoci in un contesto mediterraneo, questo habitat sia sostituito dall’habitat 1510*. Infine, gli
habitat seminaturali delle zone più interne sono stati trascurati, come le comunità erbacee (habitat 6220*) e
gli arbusteti a Chamaerops humilis (habitat 5330).
1150* Lagune costiere
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
La fauna
In totale sono state censite 78 specie di cui 3 appartenenti alla Classe degli Anfibi, 11 ai Rettili, 51 agli
Uccelli e 13 ai Mammiferi.
Delle 78 specie 50 sono a riproduzione certa (3 Anfibi, 6 Rettili, 36 Uccelli e 8 Mammiferi), 25 a riproduzione
possibile (5 Rettili,15 Uccelli e 5 Mammiferi).
Anfibi
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE
 tre specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 due specie è inclusa nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato e una specie
è scarsamente conosciuta
 due specie sono endemismi della tirrenide e due sono endemismi sardi
Rettili
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 otto specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 quattro nella Lista Rossa dei vertebrati italiani;
 due specie sono endemismi sardo-corsi e due sono probabilmente endemiche della Sardegna.
Uccelli
 nove specie incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
 trentacinque specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 nove specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn,
 ventitre sono specie SPEC,
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Pagina 43
Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta


sedici sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Di queste, quattro
d’estinzione e quattro sono vulnerabili.
Sei specie sono endemismi sardo-corsi.
sono minacciate
Mammiferi
 Due specie sono incluse nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE
 due specie nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn
 Tre specie sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati terrestri sardi. Tra queste, una è minacciata
d’estinzione e due sono vulnerabili.
 Una specie è probabilmente endemismo sardo ed una endemismo sardo-corso.
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
A livello generale gli obiettivi di un’area protetta, ritenuta d’importanza comunitaria per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, possono essere riassunti come
segue:
1) contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali,
nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio del SIC;
2) limitare gli eventuali effetti negativi diretti ed indiretti derivanti dalle attività umane
3) approfondire le conoscenze relative alla biodiversità vegetale e animale;
4) promuovere campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica relativamente al valore intrinseco della
biodiversità presente nel SIC;
5) promuovere una fruizione compatibile del SIC.
Obiettivi specifici
Gli obiettivi specifici del piano di gestione dipendono sia dal valore intrinseco (biologico, biogeografico) degli
habitat presenti, sia dalla situazione locale riscontrata nell’area.
In linea generale, habitat definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, che nell’area occupino superfici
piccole o minime, andranno conservati in maniera quasi integrale, mentre quegli habitat definiti da comunità
seminaturali (praterie, pascoli) e quelli definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, ma che occupano
superfici medio-grandi, si dovrà provvedere alla stesura di un piano di gestione complesso, che diversifichi
ambiti di conservazione in senso stretto ed ambiti di gestione ove trovino spazio attività produttive
compatibili. Per la prima categoria di habitat usiamo il termine sintetico “conservazione” (che non significa
assenza di azioni attive o di progettualità), per la seconda categoria si usa il termine di “gestione”, che a sua
volta non implica assenza di conservazione di specie ed habitat.
L’esame del sito, unitamente alla considerazione che su 6 habitat solo 1 è di tipo seminaturale, suggerisce
una strategia gestionale volta totalmente alla conservazione. Le Amministrazioni locali dovranno considerare
che in questo sito ricadono specie e comunità uniche a livello sia nazionale sia globale. Pertanto la
pianificazione della gestione del sito andrà fatta con la consapevolezza di essere depositari di un patrimonio
naturale unico a livello mondiale.
Habitat
Obiettivo
1150* Lagune costiere
Conservazione
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea
fruticosae)
Conservazione
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
Conservazione
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
Gestione
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
Gestione
Conservazione
Quindi da quanto proposto, emerge che la conservazione in senso stretto riguarderà 4/6 degli habitat. Solo
le cenosi erbacee e gli arbusteti a palma nana, presenti ma non caratterizzanti il sito, saranno interessate da
forme blande di gestione attiva, come lo sfalcio periodico.
Da quanto affermato sin ora derivano i seguenti obiettivi specifici:
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta









conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche)
attualmente presenti;
conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
incrementare i 4 aspetti su elencati ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e
realisticamente realizzabile (questo comporterebbe azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed
ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi
(elenchi ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del
germoplasma, carte della vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di
paesaggio e delle unità ambientali, carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle
risorse idriche, etc) validi per tutto il pS.I.C.;
acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenze delle attività umane su popolazioni,
comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee,
monitoraggio dei flussi idrici superficiali, gestione dei cordoni dunali, monitoraggio e prevenzione dei
fenomeni erosivi, etc.);
alla luce del punto precedente, occorre provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle
attività umane correlate alla conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi
osservata;
allo stesso modo occorre regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione
(flussi turistici sulle spiagge, pesca) ed eliminare quelle più deleterie (inquinamento, eutrofizzazione,
incendi, attività di mezzi fuoristrada e motocicli sportivi).
Strategie di conservazione
1150* Lagune costiere

mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate

ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili

eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque

eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua

ripristino delle sponde e delle pendenze alterate

regolamentare la captazione di acque superficiali

abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque

monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque

cartografia vegetazione e habitat

conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni delle seguenti specie di interesse comunitario:

monitoraggio delle popolazioni di uccelli svernanti e migratrici

Fenicottero, Cavaliere d’Italia, Avocetta, Falco di palude, Albanella minore, Sterna zampenere, Gru,
Gabbiano roseo, Beccapesci.

potenziamento delle popolazioni naturali riproducentisi nel SIC, attraverso interventi di gestione
ambientale delle seguenti specie: Cavaliere d’Italia, Avocetta, Gabbiano roseo, Sterna zampenere

limitazione dell’uso dei pestici in agricoltura

divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat

realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate

ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili

eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque

eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta













ripristino delle sponde e delle pendenze alterate
regolamentare la captazione di acque superficiali
abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
cartografia vegetazione e habitat
conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
regolamentazione delle attività di pascolo
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)

mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate

ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili

eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque

eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua

ripristino delle sponde e delle pendenze alterate

regolamentare la captazione di acque superficiali

abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque

monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque

cartografia vegetazione e habitat

conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;

mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate

regolamentazione delle attività di pascolo

divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi

divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat

realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)

mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate

ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili

eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque

eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua

ripristino delle sponde e delle pendenze alterate

regolamentare la captazione di acque superficiali

abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque

monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque

cartografia vegetazione e habitat

conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;

mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate

regolamentazione delle attività di pascolo

divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi

divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat

realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici

mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate

ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili

eliminazione rifiuti e bonifica discariche nel sito

eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti

cartografia vegetazione e habitat

conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;

mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate

regolamentazione dei flussi turistici nel sito

regolamentazione delle attività di pascolo

regolamentazione attività edilizie

prevenzione incendi

divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi

divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat

realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea

conservare le superfici oggi occupate dall’habitat
 garantire interventi periodici che consentano di conservare l’habitat controllando le dinamiche della
successione secondaria (sfalcio periodico, introduzione per brevi periodi di pochi ovini al pascolo)

eliminazione rifiuti e bonifica discariche nel sito

eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti

cartografia vegetazione e habitat

conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate

monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;

mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate

regolamentazione dei flussi turistici nel sito

regolamentazione attività edilizie

prevenzione incendi

divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi

divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat

realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
Schede azioni
INTERVENTI ATTIVI

Eradicazione specie vegetali alloctone invasive

Chiusura al traffico motorizzato degli accessi allo stagno di Sale Porcus

Interventi pilota finalizzati a mitigare l’impatto del traffico stradale su anfibi e rettili e mammiferi

Censimento e bonifica delle microdiscariche di rifiuti ingombranti e materiali inerti all’interno del
territorio del SIC.
REGOLAMENTAZIONI

Regolamento condiviso per le pratiche agricole impattanti sulla riproduzione delle specie faunistiche
di importanza comunitaria

Regolamento per la fruizione del SIC

Regolamento per la prevenzione dell’inquinamento paesaggistico causato dalle microdiscariche di
rifiuti ingombranti ed inerti

Regolamento per la riqualificazione dell’edilizia rurale e del paesaggio
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
MONITORAGGI AMBIENTALI E RICERCA APPLICATA

Analisi geobotaniche della vegetazione

Cartografia della vegetazione

Cartografia degli Habitat

Cartografia floristica

Analisi della qualità delle acque e dei flussi idrici nel bacino idrografico
SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE

Educazione ambientale nelle lagune costiere

Programma di sensibilizzazione per la popolazione adulta sulle tematiche della biodiversità e la
gestione dei siti della Rete Natura 2000

Corso di aggiornamento tecnico sulle tematiche della gestione della Rete Natura 2000 destinato alle
strutture interne dei Comuni interessati dal SIC

Programmi di educazione ambientale e di educazione alla sostenibilità destinato alle Scuole dei
Comuni interessati dal SIC
VALORIZZAZIONE ECONOMICA E FRUIZIONE SOSTENIBILE

Valorizzazione del sito

Rete di info-point sulla biodiversità del SIC presso le strutture turistico-archeologiche ed
agrituristiche situate nel territorio dei SIC “Stagno di Sale Porcus” e “Stagni di Putzu Idu” o nelle aree
circostanti

Attivazione di un Centro visita e centro di educazione ambientale sulla biodiversità presso il centro
abitato di San Vero Milis

Realizzazione segnaletica indicativa dei SIC “Stagni di Putzu Idu” e “Stagno di Sale ‘e Porcus”
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Nome del SIC
“Stagno di Cabras”
Codice ITB030036
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Superficie
4806 ha
Longitudine E 8° 29’ 33’’ Latitudine 39°57’ 27’’
Comuni interessati: Cabras, Riola Sardo, Nurachis
Caratterizzazione fisica.
Lo Stagno di Cabras, che si sviluppa con forma allungata nord-sud, perpendicolare alla costa del golfo di
Oristano, costituisce l’esempio più importante di laguna costiera del Sinis.
Esso può essere suddiviso in due parti principali, la prima va dai canali emissari fino al restringimento presso
Capo Nurachi, l’altra da questo punto al canale di Mare Foghe. La profondità della laguna varia dai 40 cm
lungo le sponde ai 3 m nel settore centrale. I fondali sono prevalentemente fangosi. La morfologia del settore
meridionale risulta più complessa per la presenza di due diversi cordoni litorali, il più antico dei quali, l’attuale
bordo meridionale dello stagno, era attraversato da 4 stretti canali che si riunivano poi in un unico collettore
che confluiva nello stagno di Sa Mardini, mentre il più recente costituisce l’attuale cordone litorale
che separa lo stagno o meglio la laguna di Sa Mardini dal mare.
Il bordo del settore nord occidentale si presenta dolce e l’area immediatamente attigua, pianeggiante, è
caratterizzata da piccole depressioni che nel periodo delle piogge vengono colmate d’acqua. Queste
depressioni in origine le aree infradunari, sono l’unica testimonianza morfologica di un vasto campo dunare,
oramai spianato dall’erosione. Le acque dello stagno per i continui apporti acquadulcicoli da parte del Rio
Cispiri-Mare Foghe può essere considerata più dolce che salmastra, anche se la salinità varia da luogo a
luogo in funzione del tipo degli interscambi con il mare, oggi resi più semplici e continui dal canale
scolmatore che permette la facile risalita di un cuneo salino anche verso l’emissario.
La parte meridionale dello stagno risente maggiormente della comunicazione con il mare e le acque
presentano il grado di salinità maggiore; la seconda parte, larga 2 km e lunga 5 km risente invece degli
apporti dolci del Mare Foghe, e le acque diventano pressoché dolci nel tratto prospiciente la foce del fiume.
Lo stagno di Cabras, un tempo il più pescoso della Sardegna, attualmente mostra un notevole decremento
della produttività imputabile alla mancanza di una regolamentazione della pesca e di un’adeguata
manutenzione.
Geomorfologia.
L’assetto geomorfologico del territorio comunale è dovuto
all’interazione degli aspetti geostrutturali dell’area con i processi
esogeni, intendendo con il termine geostrutturali: la tettonica, i
processi vulcanici, i caratteri litologici, ossia le caratteristiche
chimico-fisiche che condizionano la resistenza dei materiali nei
confronti dei processi di demolizione (composizione, coerenza,
alterabilità, resistenza, fragilità, etc.), e quelli giaciturali; e con il
termine processi esogeni: alterazione, erosione, trasporto e
deposizione.
Giocano un ruolo attivo anche le condizioni climatiche, la presenza
e lo stato di copertura vegetale e non ultima l’attività antropica. Il
territorio circostante lo Stagno di Cabras, per quanto in un primo
momento possa sembrare omogeneo e monotono, mostra invece
una considerevole variabilità di forme e processi morfogenetici, che
creano paesaggi morfologici assai vari, di interesse didattico–
scientifico e paesaggistico.
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
In esso si possono riconoscere quattro principali domini geomorfologici:
- il Sinis
- il Campidano
- La zona umida dello stagno di Cabras
- l’isola di Mal di Ventre
Ognuna di queste aree presenta caratteri morfologici tipici molto diversi dalle altre, come conseguenza
diretta della natura geostrutturale e dei processi morfogenetici in essa prevalenti.
Il Sinis.
Dalla forma allungata in direzione meridiana, la penisola del Sinis è caratterizzata da una morfologia
prevalentemente tabulare e subpianeggiante nella quale spiccano la dorsale basaltica, smembrata in piccoli
pianori ed i piccoli rilievi isolati, modellati nelle rocce oligomioceniche.
L’assenza di una rete idrografica ben sviluppata, con fiumi o torrenti a regime perenne, costituisce una delle
peculiarità della penisola. Sono presenti solo solchi di ruscellamento a regime occasionale.
Le piccole incisioni, per quanto poco evidenti, in periodi caratterizzati da condizioni climatiche differenti,
hanno avuto un ruolo importante, insieme alle variazioni del livello del mare, nel modellamento della regione
e nel trasporto del materiale eroso.
La conseguenza più evidente della capacità erosiva di tali ruscelli è l’inversione di rilievo dell’espandimento
basaltico. Le lingue di lava effuse entro una paleovalle modellata nei sedimenti neogenici, ora costituiscono
la parte più elevata del Sinis, con quota media intorno ai 50 m slm.
I rilievi miocenici, che contornavano il tavolato, molto più erodibili dei basalti sono stati smantellati quasi
completamente. Questo processo ha portato a giorno le testate delle colate basaltiche, che formano un
bordo netto ed aggettante , mettendo a nudo le testate delle colate successive.
I pianori sono caratterizzati da bordi con cornici nette ed aggettanti dove, le testate delle colate esposte sono
soggette ad arretramento, che si manifesta con frane di crollo, per erosione differenziale.
Idrologia.
L’idrografia superficiale del territorio comunale è caratterizzata dalla presenza del sistema di lagune
comunemente ricondotte allo Stagno di Cabras e di numerosi stagni, lagune e paludi e da un reticolo
idrografico non sempre ben sviluppato e definito.
La zona pianeggiante ad Est dello stagno, che ricade nel Campidano, è costituita da alluvioni antiche in
profondità, passanti ad alluvioni medie e recenti in superficie, con depositi quaternari recenti di vario tipo.
In questo settore si trova il Rio Tanui che costituisce il residuo dell’unico corso d’acqua naturale affluente in
sinistra idrografica dello Stagno.
Oltre ad esso confluiscono nello stagno il Mar’e Foghe, il Zoddias, l’Iscas ed il Mannu, tutti posti in sinistra
idrografica, ed alimentati dal sistema delle vulcaniti del Montiferru.
La zona più prossima allo stagno di Cabras, piuttosto depressa, era in origine caratterizzata dalla presenza
di numerose paludi in parte collegate allo stagno ma anche a una certa distanza da esso.
Tra le paludi maggiori si possono ricordare Pauli Nurechi, al confine con Donigala e le vicine Pauli sa Nuschi
e Pauli Sa Canna in comune di Nurachi che sono drenate dal colo di Pauli Gippa che si getta poi nel Rio
Tanui.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Vengono di seguito elencati gli habitat d'interesse comunitario riportati dalla Direttiva 92/43/cee del Consiglio
del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della
fauna selvatiche (Allegato I - tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la
designazione di aree speciali di conservazione, GU l 206 del 22.7.1992), presenti nello stagno di cabras.
Gli habitat ufficiali sono quelli inseriti nel formulario standard per le zone di protezione speciale (ZPS) e per i
siti d'interesse comunitario (SIC) ricompresi nella rete NATURA 2000, cui lo stagno di Cabras appartiene.
Sono qui presenti 4 habitat classificati entrambi all'interno del cosiddetto “Habitat costieri e vegetazione
alofitiche” e solo uno fra questi, “Lagune costiere” è considerato habitat prioritario.
1150* Lagune costiere
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)
1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone sabbiose e fangose
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
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Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
La fauna
In totale sono state censite 98 specie riproducentisi di cui 2 appartenenti alla Classe degli Anfibi, 9 a
quella dei Rettili, 76 alla Classe degli Uccelli e 11 a quella dei Mammiferi.
Delle 98 specie 81 sono a riproduzione certa (2 Anfibi, 9 Rettili, 63 Uccelli e 9 Mammiferi), 12 a riproduzione
probabile (2 Rettile, 8 Uccelli, 2 Mammiferi) e 5 (tutti Uccelli) a riproduzione possibile .
Anfibi
 due specie sono incluse nell’Allegato 4 della Direttiva 43/92 (Specie animali e vegetali di interesse
comunitario che richiedono una protezione rigorosa);
 due specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 una specie è inclusa nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato (LR)
 una specie è endemica della tirrenide
Rettili
 due specie sono incluse nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 tre specie sono incluse nell’Allegato IV della Direttiva 43/92;
 cinque specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 due sono inserite nella Lista Rossa dei vertebrati italiani una come specie a rischio limitato (LR) ed una
come specie minacciata (EN).
 Una specie è endemica della Sardegna, una è probabilmente un endemismo sardo-corso ed uno sardosiculo
Uccelli
 18 specie sono incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE.
 30 sono specie SPEC.
 31 sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani; di queste, 9 sono minacciate d’estinzione, 10
sono vulnerabili e 12 a basso rischio.
 2 sono endemismi sardo-corsi, ed uno sardo.
Mammiferi
 due specie sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani, di queste una è a basso rischio (LR) ed
una vulnerabile (VU)
 due specie sono probabilmente endemiche della Sardegna, una è probabilmente un endemismo sardocorso.
Obiettivi del Piano
Premesso che gli obiettivi individuati come funzionali alla strategia di gestione sono perseguibili nel tempo
(breve, medio e lungo termine) attraverso interventi, azioni, programmi e attività specifiche, di seguito
ciascuno degli obiettivi, risultanti dagli apporti singoli e condivisi dal gruppo di lavoro, viene posto in
relazione con interventi, azioni, programmi e attività ad essi funzionali.
Gli interventi, le azioni, i programmi le attività sono ricompresi entro “schede operative” la maggior parte delle
quali sono state elaborate in occasione del bando dell’ADA della RAS nell’ambito del bando POR misura
1.5b. Altre schede sono state presentate nell’Accordo Programma Quadro (APQ) mentre costituiscono parte
degli interventi presentati dal Consorzio di Bonifica in attuazione del Paino di risanamento conseguente alla
distrofia del manifestatasi nel 1999. Infine alcuni progetti vengono ipotizzati dalla Società Sinis – San
Vincenzo ed altri progetti vengono proposti ex-novo dal gruppo di lavoro (Bonifica ex sito di discarica “Nas’e
Canna”).
La correlazione “progetto/azione” con gli obiettivi da perseguire esprimono in forma sintetica il rapporto
causa-effetti degli interventi. Maggior dettaglio nei progetti e negli effetti previsti sono inseriti nelle schede
progetto (allegate) di cui prima.
Maggiori dettagli sulla funzionalità degli interventi rispetto agli obiettivi sono desumibili dalle schede.
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Obiettivo generale.
1) Mantenere un livello soddisfacente dello stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse
comunitario, garantendo la conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, assicurando il
mantenimento e/o il ripristino dei loro equilibri ecologici).
2) Mantenimento attività tradizionali e sostenibili
3) Promozione e sostegno per nuove attività
a) valorizzazione pesca come patrimonio culturale e etnografico
b) valorizzazione colture tipiche (vite, olivo, altre)
c) valorizzazione pesca come valore economico
4) Mantenimento identità paesaggistica
5) Miglioramento e /o ripristino delle componenti di cui prima
6) Coinvolgere la popolazione in ogni suo componente.
a) Attività di disseminazione / forum / condivisione
Obiettivi specifici.
(H = habitat e specie; U = uso suolo; I = idrologia; P = paesaggio)
• (H) mantenere le attuali estensioni delle cenosi tipiche, e siti di riproduzione e
frequentazione di fauna specifica
• mantenere le attuali forme d’uso (non perdere habitat)
(U) contenere la perdita di habitat stabilizzando le forme d’uso a quelle attuali e/o orientando al ripristino
delle condizioni originali
• (U) recupero superfici attualmente coltivate riportandole alla funzione naturale originaria in prossimità dello
stagno e delle paludi temporanee dove necessario (norme d’uso, riferimenti cartografici, identificazione
particolareggiata degli habitat interessati)
• (I) mantenere e/o ripristinare il reticolo idrografico in quelle situazioni dove necessario il ripristino profili che
favoriscono il mantenimento delle condizioni degli habitat acquatici e paracquatici.
• (I/H) Ridefinizione della qualità e delle caratteristiche del sedimento delle rive e dei fondali dei corpi idrici
(principali e secondari)
• mantenimento e/o ripristino dello schema idraulico [consorzio di Bonifica]
• (P) mantenimento e/o miglioramento di ambiti paesaggistici significativi [Paesaggio vegetale, Manufatti di
interesse architettonico e/o archeologico e/o culturale in genere, delle essenze singole e/o associate (cenosi
monospecifiche, siepi, alberi o arbusti isolati)]
• (H) adottare misure per il mantenimento dei siti si nidificazione/ riproduzione
• (H) definire procedure di gestione di specie ornitiche ittiofoghe
• (H) definire procedure di gestione produttive degli stock ittici con particolare attenzione al mantenimento
della diversità specifica e al suo equilibrio
• (H) mantenimento e valorizzazione dei metodi tradizionali e delle tecniche di prelievo
• valutare la capacità portante della produzione ittica;
• implementazione e supporto di tecniche di produzione, lavorazione e vendita
• favorire definire nuovi servizi rispetto al turismo naturalistico, enogastronomico (percorsi sostenibili)
• attività di monitoraggio ambientale e socio economico
• diffusione dell’educazione ambientale ricreativo
• consolidamento dell’attività di ricerca orientata di base (flora, vegetazione, biologia della conservazione,
……..)
• consolidamento dell’attività di ricerca orientata al monitoraggio della gestione
• costituzione di un GIS / atlante dei SIC / Database
• attivazione, momenti partecipativi e di condivisione
• favorire l’interazione tra enti (comuni) e soggetti aventi titoli
• Implementazione di piani d’azione per situazioni di emergenza (incendi, inquinamento, sversamento,
distrofie e anossie)
• Conservazione ex situ del germoplasma con priorità per i taxa endemici, rari e/o minacciati e d’interesse
fitogeografico e allo stesso tempo per entità di possibile impiego nei ripristini ambientali e nelle
rinaturalizzazioni (maimoni docet !)
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• Piano di monitoraggio in situ per taxa minacciati o rari (vedi reloc per Poligala sinisica, Viola arborescens,
etc.)
Piano pluriennale di eradicazione delle specie alloctone (invasive e non) presenti principalmente nei sic di
San Giovanni e Mistras e interventi per una loro sostituzione con specie tipiche prodotte a partire da
germoplasma autoctono.
• Conservazione in situ delle associazioni vegetali minacciate (efedreti, limonieti a Limonium oristanum e
limonieti a Limonium pseudolaetum).
• (H) – (P) Tenere sotto controllo, ridurre od eliminare od eventualmente limitare le attività che incidono
sull'integrità della specie e dell'ecosistema causandone la perdita o la frammentazione degli habitat.
• Completamento degli studi di ricerca di base sul territorio. In allegato la matrice interventi vs obiettivi.
L’intersezione tra le azioni previste nelle schede progetto e gli obiettivi (generali e specifici) da perseguire
nell’attuazione del PdG viene espresso in termini di sommatoria. Il valore della sommatoria esprime il grado
di efficacia dell’azione rispetto agli obiettivi indirettamente definisce la priorità.
Strategia di gestione.
Per comprendere il senso della politica di gestione ambientale che le Amministrazioni di Cabras, Nurachi e
Riola stanno perseguendo oltre a quanto di cui prima e che valorizza alcune scelte strategiche giova
sottoporre una breve ricognizione sugli interventi già realizzati, da realizzare e programmati coerenti con le
tipologie d’intervento ammissibili previste dal bando P.O.R. – mis. 1.5.b (punto 5 – tipologie d’intervento
ammissibili):
Si tratta di iniziative sia scala ridotta che a vasta scala che, seppur con diversa intensità, sono sia
riconducibili alle tipologie d’intervento previste dal bando per i SICZPS che riconducibili a di un “disegno”
complessivo di gestione ambientale che danno la misura della missione che le Amministrazioni Comunali di
Cabras, Nurachi e Riola vanno definendo.
Ciò premesso alcune delle importanti motivazioni per gli interventi nel SIC-ZPS in questione, che per la loro
importanza dovranno trovare corrispondenza nell’articolazione del PdG nelle sue diverse articolazioni
territoriali sono le seguenti:
Comune di Nurachi
a) La zona di Pischeredda presentava problemi ambientali e paesaggistici. È stato attuato un intervento in
Zona Pischeredda con lo scopo di avviare la ricostituzione di una palude temporanea collegata ad altre due
di maggiore estensione. L’intervento ha implicato la messa a dimora di specie autoctone per l’avvio della
ricostituzione del canneto e dell’habitat in generale. Altri lavori hanno riguardato bonifiche da materiali inerti,
di stradelli e la realizzazione di un sistema di accessibilità “leggero” (qualche passerella su palafitta e alcuni
capanni a Mar’e Paui).
b) Infine è stato realizzato un Centro Visite “Laboratorio Energetico”, per creare un presupposto per
l’Educazione Ambientale in raccordo anche con il Museo del Territorio in fase di completamento. È stata
restaurata la Torre di Pischeredda e ricostruita la Casa dei Pescatori (con mattoni in terra cruda).
Comune di Riola
a) La realizzazione dello sbarramento a Pischeredda (foce sul SIC) determinato da scelte del Consorzio di
Bonifica di Oristano negli anni ’90 rispondeva ad esigenze irrigue del distretto di Riola in quanto a quel
tempo veniva attinta acqua “dolce” mediante sollevamento. Il collegamento con lo stagno veniva assicurato
da un varco inserito nel corpo “diga” provvisto di griglia amovibile e le acque tracimano nei periodi di
massima portata.
b) Da più di un decennio ha avviato leggere infrastrutturazioni per la definizione di un Parco Fluviale
intervenendo nell’asta del Rio che ricade in piano contesto urbano all’altezza del viadotto che lo attraversa
(S.P. 292). L’intervento è stato sviluppato per lotti con risorse di diversa provenienza.
Secondo tale visione il Comune intende estendere il concetto di Parco Fluviale all’interno del SIC
ipotizzando la navigazione (a remi o motori elettrici) nell’ottica di ricollegarsi con la parte di Nurachi a
Pischeredda.
d) Il contesto agricolo di Riola ricadente nel SIC si presenta frammentato e discontinuo per quanto riguarda
la componente vegetale (siepi e macchia di campo sono di fatto inesistenti e le paludi temporanee a cornice
del settore nord-nord/ovest del SIC sono “assediate” da forme d’uso agricolo che tendono a ridurre la
naturalità e la stabilità di habitat d’interesse
comunitario.
e) Interventi di conservazione, manutenzione, recupero e restauro del paesaggio, del territorio e delle risorse
immobili a livello locale;
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1) Riqualificazione delle aree urbane ai margini delle stagno: il progetto è stato approvato nell’ambito POR
Sardegna 2000-2006 - misura 5.1 “Politiche per le aree urbane” – azione 5.1.c – bando “CIVIS –
Rafforzamento centri minori” – Approvazione della graduatoria definitiva dei Progetti Pilota di Qualità.
Approvazione della graduatoria con la Determinazione n. 414 del 22.05.2007
Comune di Cabras
a) Gli interventi per la tutela delle diversità biologiche, degli habitat naturali e seminaturali e delle specie
previste nelle direttive comunitarie;
b) Interventi di conservazione, manutenzione, recupero e restauro del paesaggio, del territorio e delle risorse
immobili a livello locale;
1) Riqualificazione delle aree urbane ai margini dello stagno e del rio Tanui: il progetto connette e integra gli
interventi di assetto ambientale e naturalistico ricompresi nel piano di gestione delle aree SIC e ZPS del
percorso INTERSINIS presentati a valere sul POR REGIONALE 2000-2006 Misura 1.5 – rete ecologica
regionale
2) Riqualificazione delle aree urbane ai margini delle stagn: il progetto è stato approvato nell’ambito POR
Sardegna 2000-2006 - misura 5.1 “Politiche per le aree urbane” – azione 5.1.c – bando “CIVIS –
Rafforzamento centri minori” – Approvazione della graduatoria definitiva dei Progetti Pilota di Qualità.
Approvazione della graduatoria con la Determinazione n. 414 del 22.05.2007
3) Interventi di sistemazione e riorganizzazione delle strutture produttive tradizionali.
c) Recupero e ripristino di ambiti degradati e vulnerabili (risanamento, ricostruzione ambientale e
rinaturalizzazione). Ripristinare le funzioni specifiche degli ambienti stagnali e peristagnali, nell’ottica di una
gestione integrate (acqua-terra) del bene stagno.
d) Valorizzazione delle aree anche mediante l’organizzazione dell’accessibilità e della fruibilità
e) Dotazione di adeguati servizi collegati ed integrati ad interventi di conservazione e valorizzazione delle
risorse naturalistiche
Modificazioni alla perimetrazione (Cabras).
La perimetrazione del SIC oggetto del Piano di Gestione alla luce delle conoscenze attuali, risulta non
essere adeguata al fine di una ottimale gestione.
In linea generale si suggerisce/chiede di prevedere una diversa configurazione. Sarebbe opportuno che la
zona di Mar’e Pontis e del Canale scolmatore (attualmente ricompresa nel SIC di Mistras) venisse
ricompressa nel SIC “Stagno di Cabras” per le seguenti ragioni:
1. Tale zona, dopo la realizzazione del canale scolmatore non ha più alcun rapporto in termini idrici e di
circolazione con la laguna di Mistras;
2. Pontis costituisce un elemento di continuità, non solo ecologica ma anche “identitaria”, dello Stagno di
Cabras;
3. La gestione produttiva dello Stagno di Cabras dipende in maniera imprescindibile dalla gestione e dal
funzionamento della zona di Pontis e viceversa;
4. Le caratteristiche ecologiche e le esigenze gestionali di Pontis risultano essere analoghe a quelle di
Cabras e differenti da quelle della Laguna di Mistras.
Anche nell’ipotesi di inclusione delle aree di Mar’e Pontis al SIC di Cabras, si chiede di valutare la possibilità
di escludere/considerare la necessità di lasciare all’interno del perimetro del SIC la struttura del Porto
Turistico di Torregrande. La riflessione risulta essere funzionale a due questioni:
- la presenza del “porticciolo” all’interno del SIC può essere funzionale allo sviluppo, in esso, di attività
(tradizionali e non) attuate con procedure sostenibili ed a basso impatto ambientale. Questo nella logica
della gestione integrata della fascia costiera, secondo cui, i modelli di sviluppo devono essere fortemente
indirizzati al mantenimento delle risorse naturali.
- L’esclusione del “porticciolo”, non sottrarrebbe l’Ente di Gestione di tale struttura a rispettare l’obbligo di
sottoporre ai procedimenti amministrativi dovuti per
accertare la “compatibilità” delle attività/interventi con la presenza del SIC/ZPS, e permetterebbe
eventualmente di accedere alle risorse rese disponibili nell’ambito della valorizzazione della attività legate ai
SIC/ZPS. Inoltre non sarebbero da considerare naturali, non assimilabili ad habitat, superfici ormai alterate
irreversibilmente rispetto a condizioni di maggior naturalità.
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Ipotesi di proposte gestionali per alcuni ambiti del SIC / ZPS “Stagno di Cabras”
Proposte gestionali per gli Stagni di Mari e’ Pauli, su Sali e Paesai lungo le sponde orientali dello
Stagno di Cabras:
controllo dell’afflusso di acque agricole con elevato contenuto di pesticidi e di sostanze nutritive attraverso il
sistema irriguo del Consorzio di Bonifica
(soprattutto Mari e’ Pauli);
b) manutenzione del canale di adduzione delle acque allo Stagno di Pauli e’ Sali;
c) controllo dell’espansione delle aree agricole verso i corpi idrici (soprattutto Mari e’ Pauli/sa Carroga);
d) garantire il mantenimento di Merceriella enigmatica nello Stagno di Pauli e’ Sali, i cui isolotti costituiscono
importanti habitat di nidificazione di larolimicoli (Avocetta, Cavaliere d’Italia, Fratino, Sterna comune,
Fraticello);
e) potenziare i tamariceti lungo le sponde occidentali dello Stagno di Mari e’Pauli per favorire l’insediamento
di una garzaia;
f) realizzare interventi di habitat management per favorire la nidificazione e il successo riproduttivo della
Pernice di mare nelle “steppe salate” di Pauli sa Mestia-Punta Urachi;
g) garantire il monitoraggio della comunità ornitica nidificante e quello delle specie ospiti e di altre specie
faunistiche di interesse conservazionistico.
Proposte gestionali per degli stagni temporanei di Cuccuru Sperrau, Istai e Pauli Trottas lungo le
sponde occidentali dello Stagno di Cabras:
a) controllo dell’espansione delle aree agricole verso i corpi idrici (soprattutto Pauli Trottas e Cuccuru
Sperrau);
b) garantire il mantenimento di Merceriella enigmatica nello Stagno Istai, i cui isolotti costituiscono importanti
habitat di nidificazione di laro-limicoli (Avocetta, Cavaliere d’Italia, Fratino, Sterna zampenere, Sterna
comune, Fraticello – cfr. box);
c) inserire Pauli Trottas nei confini della ZPS ITB 034008 Stagno di Cabras (3.628 ha), soprattutto per la
presenza di una comunità ornitica di notevole importanza (tra le specie nidificanti Cavaliere d’Italia – 29
coppie/2006), Volpoca, Fistione turco ed altre; tra le specie ospiti Fenicottero, laro-limicoli, Gru, anatidi);
d) istituirvi un’“Oasi Permanente Faunistica” di circa 350 ha ai sensi della L.R.n. 23/1998 per la tutela di
habitat di sosta e di svernamento di molti uccelli acquatici;
e) acquisire alcune aree contigue a Pauli Trottas e Istai al demanio comunale;
f) garantire il monitoraggio della comunità ornitica nidificante e quello delle specie ospiti e di altre specie
faunistiche di interesse conservazionistico.
Proposte gestionali per Pauli Ludosu, Corru Mileddu, Isca Maiori, Piscaredda e Mare Foghe lungo le
sponde settentrionali dello Stagno di Cabras:
a) controllo dell’afflusso di acque continentali tramite il Rio di Mare Foghe e realizzazione di un ecosistema
filtro (fitodepurazione) a monte della foce;
b) controllo dell’espansione delle aree agricole verso i corpi idrici (soprattutto Isca Maiori e Corru Mileddu);
c) realizzazione di un punto di controllo / sorvegliaza / monitoraggio / informazione a Piscaredda, insieme al
“Nuovo Consorzio Pontis”;
d) garantire il monitoraggio della comunità ornitica nidificante e quello delle specie ospiti e di altre specie
faunistiche di interesse conservazionistico.
Proposte gestionali per Capiais lungo le sponde centro-meridionali dello Stagno di Cabras:
a) controllo dell’espansione delle aree agricole verso gli stagni salmastri;
b) verificare il potenziale inquinamento derivante dalla ex-discarica bonificata dei RSU di Capiais per le aree
palustre contigue dello Stagno di Cabras;
c) realizzare una torre di osservazione nell’area della ex-discarica per il monitoraggio dell’avifauna e per la
fruibilità ecologicamente compatibile;
d) garantire il monitoraggio della comunità ornitica nidificante e quello delle specie ospiti e di altre specie
faunistiche di interesse conservazionistico.
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Schede azioni
T5-02/CAB Attività di comunicazione e contributo allo sviluppo e alla valorizzazione delle produzioni
agroalimentari afferenti al SIC
T1-01/CAB Definizione della naturalità dello Stagno di Cabras
T1_02/CAB Progetto pilota sullo status di conservazione degli habitat e delle specie di interesse
conservazionistico comunitario dello Stagno di Cabras
T1_03_CAB Delimitazione e segnaletica SIC
T2-01/CAB Riqualificazione del paesaggio naturale e storico culturale dello Stagno di Cabras
T3-01/CAB Progetto Pilota per la definizione di un piano di gestione integrata dello Stagno di Cabras e del
suo bacino idrografico.
T3-02/CAB Energia pulita – Riduzione delle fonti di disturbo acustico e del rischio di inquinamento nello
Stagno di Cabras
T5-01/CAB Acquisizione e predisposizione di materiale e metodi per la gestione dell’informazione dello
Stagno di Cabras
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Nome del SIC
S.I.C “Stagno Santa Giusta”
Codice ITB030037
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Superficie
1144
Longitudine E 8° 35’ 34’’
Latitudine 39° 51’ 58’’
Comuni interessati Santa Giusta, Oristano
Caratterizzazione fisica
Il Sito “Stagno di Santa Giusta” si trova nell’Italia insulare,
Regione Autonoma della Sardegna, provincia di Oristano e
ricade nei territori dei Comuni di Santa Giusta e Oristano
Caratteristiche climatiche
La climatologia del Golfo di Oristano risente della sua
posizione geografica e della morfologia del suo territorio
che, mancando di ostacoli orografici di qualche rilievo,
consente ai venti di sviluppare la massima velocità. Dal
mare l’entroterra del golfo di Oristano è esposto ai venti del
III° e IV° quadrante. Dalla vallata del Tirso si incanalano i
venti del I quadrante e particolarmente il grecale e, dalla
pianura del Campidano lo scirocco.
Per quanto riguarda i dati sulla nuvolosità risulta che in media nell’area si riscontrano 133 giorni sereni, 112
con nuvolosità media e 120 coperti (Servizio Meterologico dell’Aeronautica di Capo Frasca, in Fadda F.A.
et al,, 1993).
Per quanto riguarda la piovosità si può affermare che le precipitazioni medie
ed annue sono relativamente basse ed hanno la loro massima intensità nel
periodo ottobre – marzo e con un periodo arido che abbraccia parte della
primavera e tutta l’estate.
Dal grafico 2.1.2.1 si può notare come nel mese di maggio, nonostante le
poche giornate di pioggia, in totale 4, si siano raggiunti 8,5 mm di
precipitazioni. Lo stesso si può affermate per il mese di settembre dove in 4
gg. di precipitazioni sono cadutil10 mm di pioggia
La temperatura media annua rilevata nella stazione di S. Giusta è di 16,7 °
con il valore medio mensile più alto nel mese di agosto (24,1°) e valore medio
mensile più basso nel mese di gennaio (9,9°).
Le temperature massime più elevate sono state rilevate nei mesi di giugno,
luglio, agosto e settembre. Viceversa, le temperature minime più basse sono
state riscontrate nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio.
Geologia e geomorfologia.
La formazione dello stagno di Santa Giusta per Pecorini (1993, p.116) “è dovuta allo sbarramento , da parte
di dune litorali e di depositi alluvionali, di un avvallamento di probabile escavazione fluviale” (fiume Tirso).
Sulle sabbie dunali ed i depositi alluvionali che separano lo stagno dal mare sono attualmente impiantate
numerose cave per il prelievo di sabbie e ghiaie di varia pezzatura. Fino agli anni ’50 lo stagno non
comunicava con il mare, ma solo tramite la foce del fiume Tirso attraverso il canale di Pesarla. Questo
canale, lungo 3 km, largo circa 60 metri e profondo 4, parte dal lato occidentale dello stagno e si innesta nel
tratto finale della foce del Tirso presso la località “Su Cantoneddu”.
Successivamente, nel 1958, il ricambio idrico fu garantito con lo scavo di un canale di comunicazione diretta
con il mare attraverso il cordone dunale che delimita lo stagno ad occidente.
Lo stagno non ha immissari diretti. Riceve le acque dolci provenienti dal Rio Palmas costituito da un insieme
di corsi d’acqua a regime torrentizio (rio Zeddiani, Rio Merd’e Cani, Rio Tumboi) che confluisce nello stagno
di Pauli Maiori collegato mediante codesto canale allo stagno di Santa Giusta.
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Idrologia.
Il territorio del Comune di Santa Giusta ricade nei bacini che sono sottesi dai complessi stagnali di Santa
Giusta e di S’Ena Arrubia. I volumi d’acqua che defluiscono i questi corpi d’idrici hanno subito in questi ultimi
decenni una notevole alterazione rispetto al regime ideologico naturale. Tale fenomeno è causato
principalmente dagli apporti idrici dei colatori irrigui che trasferiscono acqua proveniente dal bacino del Tirso.
A questo elemento è da sommare la realizzazione delle reti fognarie degli abitati di Santa Giusta, Oristano,
Sili, Palmas Arborea che ugualmente recapitano i reflui nello stagno di Santa Giusta.
Le alterazioni del regime ideologico naturale ha determinato un a dolcificazione dei corpi idrici stagnali
nonché un decadimento della qualità delle acque che risultano cariche di sostanze organiche e di nutrienti
che lo stagno non sempre è in grado di abbattere.
Complessivamente il bacino sotteso dallo stagno di Santa Giusta ha una estensione di circa 108 Kmq ma il
suo bacino ricade nel territorio del Comune omonimo per un totale di 33.47 Kmq. Nella parte settentrionale
lo stagno riceve gli afflussi del Canale Sacro Cuore proveniente dall’omonimo quartiere di Oristano.
Proseguendo verso est nello stagno si riversa il canale Sa Mitza che fiancheggia nel suo tratto terminale
l’abitato di Santa Giusta. Segue ancora il canale Sinarba che ha origine in prossimità dell’abitato di Simaxis
e sbocca nello stagno di Pauli Maiori.
Il Pauli Maiori pu essere considerato un corpo idrico satellite dello Stagno di Santa Giusta essendo ad esso
limitrofo. L’affluente principale del Pauli Maiori è il Rio Merd’e Cani che proviene dal Monte Arci avendo
origine nel Rio Campu Tommasu a quota 629 m.s.l.m.
Il bacino di Pauli Maiori ricadente nel territorio di Santa Giusta risulta in totale di 4,47 Kmq.
Proseguendo verso sud sono stati individuati i bacini afferenti agli altri stagni satelliti denominati Pauli Figus,
Paule Tabentis e Paule Tonda. Rispettivamente i bacini che ricadono nel territorio comunale risultano 12.93
Kmq, 2.24 Kmq e 1.25 Kmq.
Per quanto riguarda la zona litoranea del Sassu-Cirras essa può essere definita a corrivazione superficiale
trascurabile in quanto priva di veri e propri corsi d’acqua naturali o di canalizzazioni di dreno di una qualche
rilevanza. Si ha motivo di ritenere che gli apporti meteorici in tali zone si infiltrino in falda o al più diano luogo
a deflusso subalveo.
Come evidenziato da diversi studi (Luglio, Fiocca, Seccherelli, Sechi, 2000; Sechi, Fiocca, Sannio, Luglié,
2001; Luglié, Sechi, Oggiano, Sanna & Tapparo, 2002).e relazioni scientifiche (Sechi), lo Stagno di Santa
Giusta è interessato da fenomeni di eutrofizzazione dovuti essenzialmente all’eccessivo contenuto di
nutrienti vegetali nelle acque che hanno determinato anche forti morie di pesci. Tale eutrofizzazione è
dovuta principalmente agli scarichi urbani e industriali delle città di Oristano e Santa Giusta.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Gli studi effettuati nel presente progetto, hanno confermato la presenza di tutti i 5 habitat presenti nella
scheda Natura 2000 e hanno permesso di verificare la presenza di un nuovo habitat (92D0).
1150* Lagune costiere
1310 Salicornia e altre piante annuali che colonizzano terreni sabbiosi e limosi
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Specie floristiche di rilievo
Nel sito ITB030037 non sono presenti specie vegetali incluse nell’All. II della Dir. 43/92/CEE.
La fauna
In totale sono state censite 81 specie di cui 3 appartenenti alla Classe degli Anfibi, 11 ai Rettili, 55 agli
Uccelli e 11 ai Mammiferi.
Delle 81 specie 61 sono a riproduzione certa (3 Anfibi, 7 Rettili, 43 Uccelli e 8 Mammiferi), 8 a riproduzione
probabile (4 Rettili, 1 Uccelli e 3 Mammiferi) e 12 a riproduzione possibile, tutte appartenenti alla Classe
degli Uccelli.
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Anfibi
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE (Specie animali e vegetali d’interesse
comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione);
 quattro specie sono incluse nell’Allegato 4 della Direttiva 43/92 (Specie animali e vegetali di interesse
comunitario che richiedono una protezione rigorosa);
 tre specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 due specie sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato
 una specie è a scarsamente conosciuta.
 Due specie sono endemismi della tirrenide e due probabilmente sono endemismi sardi.
Rettili
 due specie sono incluse nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 sette specie sono incluse nell’Allegato IV della Direttiva 43/92;
 otto specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 4 nella Lista Rossa dei vertebrati italiani;
 due specie sono endemismi sardo-corsi;
 una specie è endemica della Sardegna.
Uccelli
 9specie incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
 37specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 11specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn,
 24 sono specie SPEC,
 18 sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Di queste, una in periocolo in modo critico, due
sono minacciate d’estinzione e quattro sono vulnerabili.
 Sei sono endemismi sardo-corsi.
Mammiferi
 una specie è inclusa nella Lista Rossa dei Vertebrati italiani come vulnerabile;
 una specie è probabilmente un’endemismo sardo ed una endemismo sardo-corso.
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
A livello generale gli obiettivi di un’area protetta, ritenuta d’importanza comunitaria per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, possono essere riassunti come
segue:







conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche)
attualmente presenti;
conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
incrementare i 4 aspetti su elencati ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e
realisticamente realizzabile (questo comporterebbe azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed
ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi
(elenchi ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del
germoplasma, carte della vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di
paesaggio e delle unità ambientali, carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle
risorse idriche, etc) validi per tutto il pS.I.C.;
acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenza delle attività umane su popolazioni,
comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee,
monitoraggio dei flussi idrici superficiali, gestione dei cordoni dunali, monitoraggio e prevenzione dei
fenomeni erosivi, etc.);
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

alla luce del punto precedente, occorre provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle
attività umane correlate alla conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi
osservata (pesca ed allevamento estensivi);
allo stesso modo occorre regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione
(flussi turistici sulle spiagge, pesca) ed eliminare quelle più deleterie (inquinamento, eutrofizzazione,
incendi, attività di mezzi fuoristrada e motocicli sportivi).
Obiettivi specifici.
Gli obiettivi specifici del piano di gestione dipendono sia dal valore intrinseco (biologico, biogeografico) degli
habitat presenti, sia dalla situazione locale riscontrata nell’area.
Gli habitat definiti da comunità vegetali ad alta naturalità che nell’area occupano superfici piccole o minime,
andranno conservati in maniera quasi integrale. In questo caso usiamo il termine sintetico “conservazione”
(che non significa assenza di azioni attive o di progettualità).
L’esame del sito, esteso su 1144 ettari, unitamente alla considerazione che su 5 habitat, suggerisce una
strategia gestionale volta totalmente alla conservazione.
La suddivisione degli habitat presenti nel pS.I.C., è sintetizzata nella seguente Tab. 4.2.1.
Habitat
Obiettivo
1150* Lagune costiere
Conservazione
1310 Salicornia e altre piante annuali che colonizzano terreni sabbiosi e limosi
Conservazione
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea
fruticosae)
Conservazione
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
Conservazione
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Conservazione
Conservazione
Vengono elencati di seguito alcuni obiettivi specifici per singoli habitat.
1150* Lagune costiere
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1310 Salicornia e altre piante annuali che colonizzano terreni sabbiosi e limosi
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
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








abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
cartografia vegetazione e habitat
conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
regolamentazione delle attività di pascolo
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
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
ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
regolamentare la captazione di acque superficiali
abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
cartografia vegetazione e habitat
conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
regolamentazione delle attività di pascolo
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Si tratta di un habitat di grande importanza nelle aree interne. conservazione di tutte le superfici oggi
occupate dai tamariceti.
 recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa vegetazione e ripristino dei tamariceti
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione dei corpi idrici
 regolamentare la gestione delle acque superficiali
 regolamentazione del pascolo nelle aree di pertinenza di queste comunità
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
Strategia di gestione
In considerazione degli obiettivi delineati nel precedente capitolo, si prospetta una strategia di gestione
fondata su una serie diversificata di azioni operative, fra le quali si ritiene importante individuare alcune
priorità d’intervento..Questa definizione delle priorità d’azione tiene conto del valore intrinseco degli habitat
interessati, ma anche dell’urgenza di realizzare nelle due aree considerate una forte azione di mitigazione
degli effetti negativi delle attività antropiche (sovrautilizzo) e di promozione di una fruizione dei beni naturali
che sia maggiormente compatibile con la tutela della biodiversità naturale.
Le azioni prioritarie sono le seguenti:
 analisi geobotaniche
 cartografia della vegetazione
 cartografia degli habitat
 cartografia floristica
 monitoraggio demografico delle popolazioni di specie rare e/o minacciate
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare e/o minacciate
 eradicazione specie alloctone
 rimozione rifiuti dai vari ecosistemi e piano gestione dei rifiuti
 analisi e monitoraggio qualità delle acque
 miglioramento della qualità delle acque dello stagno.
Schede progetto
INTERVENTI ATTIVI
 Eliminazione delle micro-discariche abusive
REGOLAMENTAZIONI
 Regolamento per la fruizione del SIC
MONITORAGGI AMBIENTALI E RICERCA APPLICATA
 Analisi geobotaniche della vegetazione
 Cartografia della vegetazione
 Cartografia degli Habitat
 Cartografia floristica
 Monitoraggio delle popolazioni dei Vertebrati terrestri (Anfibi, Rettili e Uccelli) di interesse comunitario,
nazionale e regionale durante il periodo delle migrazioni, svernamento e riproduzione
 Analisi della qualità delle acque e dei flussi idrici nel bacino idrografico di Santa Giusta
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SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE

Programma di Educazione ambientale

Programma di comunicazione ambientale per la popolazione adulta sulle tematiche della tutela della
biodiversità e la gestione dei siti della Rete Natura 2000

Predisposizione di materiale informativo e formativo
VALORIZZAZIONE ECONOMICA E FRUIZIONE SOSTENIBILE:




Segnaletica informativa sulle principali risorse ambientali dei SIC “Stagno di Stagno di Santa Giusta” e
“Sassu –Cirras
Centri info-point sulla biodiversità dei SIC “Stagno di Stagno di Santa Giusta” e “Sassu –Cirras” e sulle
attività di pesca..
Intervento di risanamento e riqualificazione paesaggistica delle “Is Pattisceddas comunalis” (particelle
comunali)
.Realizzazione segnaletica indicativa dei SIC “Stagno di Stagno di Santa Giusta e Sassu Cirras”
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Nome del SIC “Stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa)” Codice ITB030038
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine E 8° 26’ 13’’ Latitudine 40° 0’ 40’’
Superficie
Comuni interessati: San Vero Milis
594 ha
Caratterizzazione fisica
Il Sito “Stagni di Putzu Idu “Sa Salina Manna e Sa Marigosa”” si
trova nell’Italia insulare, Regione Autonoma della Sardegna,
provincia di Oristano e ricade per la maggior parte nel territorio
del Comune di San Vero Milis e per una piccolissima parte nel
Comune di Riola Sardo.
Il Sic comprende al suo interno gli stagni di Sale e’Porcus e di Is
Benas e una parte di territori adibiti ad agricoltura e
allevamento.
Caratteristiche climatiche
La climatologia del Sinis risente della sua posizione geografica e della morfologia del suo territorio che,
mancando di ostacoli orografici di qualche rilievo, consente ai venti di sviluppare la massima velocità. Dal
mare la penisola è aperta ai venti del III° e IV° quadrante. Dalla
vallata del Tirso si incanalano i venti del I quadrante e
particolarmente il grecale e, dalla pianura del Campidano lo
scirocco.
Per quanto riguarda i dati sulla nuvolosità risulta che in media nel
Sinis si riscontrano 133 giorni sereni, 112 con nuvolosità media e
120 coperti (Servizio Meterologico dell’Aeronautica di Capo Frasca,
in Fadda F.A. et al,, 1993).
Per quanto riguarda la piovosità si può affermare che le precipitazioni
medie ed annue sono relativamente basse ed hanno la loro massima
intensità nel periodo ottobre – marzo e con un periodo arido che
abbraccia parte della primavera e tutta l’estate.
Dal grafico 2.1.2.1 si può notare come nel mese di maggio,
nonostante le poche giornate di pioggia, in totale 4, si siano raggiunti
8,5 mm di precipitazioni. Lo stesso si può affermate per il mese di
settembre dove in 4 gg. di precipitazioni sono cadutil10 mm di
pioggia
Geologia e geomorfologia
L’origine geologica e geomorfologia dell’area compresa all’interno del SIC è strettamente legata a quella
della Penisola del Sinis. La natura geologica della penisola è rappresentata da un basamento formatosi
nell’Era terziaria costituito da vulcaniti sui quali poggiano sedimenti conglomeratici, calcarei a ostree e
arenarie risalenti al miocene.
L’origine degli stagni Sàe Proccus e Is Benas è alquanto diversa. Per quanto riguarda lo stagno di Sale e’
Porcus parrebbe che esso si sia formato a causa di una depressione di probabile origine tettonica. L’origine
dello stagno di Is Benas risale ai primi del secolo scorso, quando, l’originale depressione paludosa venne
invasa dalle acque di bonifica dei terreni circostanti.
Idrologia
Nel territorio comunale di San Vero Milis , così come in tutta la Penisola del Sinis, lo sviluppo del reticolo
idrografico è esiguo: tutta l’area, per la morfologia pianeggiante, presenta un drenaggio pressoché assente.
All’interno del SIC, lo stagno di Sàe Proccus raccoglie, dopo un breve percorso, tutte le acque piovane che
in essa precipitano.
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Caratterizzazione biologica
Habitat
Gli studi effettuati hanno confermato la presenza di tutti i 9 habitat presenti nella scheda Natura 2000 e
hanno permesso di verificare la presenza di altri 6 nuovi habitat (2230, 2250*, 5320, 5330, 6220*, 9320).
Complessivamente gli habitat passano da 9 a 15.
Le dune del sito sono interessate da vegetazione annuale ascrivibile all’ordine Malcolmietalia (habitat 2230)
e inoltre la maggior parte dei ginepreti presenti crescono su sabbie (habitat prioritario 2250*) piuttosto che su
altri substrati (habitat 5210). Molti habitat seminaturali delle zone più interne sono stati trascurati, come le
comunità erbacee (habitat 6220*), le garighe costiere dell’alleanza Euphorbion pithyusae (habitat 5320), gli
arbusteti a Chamaerops humilis (habitat 5330) e le formazioni a olivastro anche se molto destrutturate
(habitat 9320).
Anche alcune interpretazioni qualitative presenti nella lista degli habitat della scheda Natura 2000 sembrano
non condivisibili: si vuole sottolineare come la voce rappresentatività non va interpretata in relazione a
comunità o habitat fisionomicamente simili, ma rispetto a comunità sintassonomicamente affini e tenendo
conto della notevole originalità biogeografica degli ecosistemi insulari. Ad esempio l’habitat prioritario 1510*
non va confrontato con le praterie a Limonium sp. in genere, ma con quelle dell’associazione Limonietum
pseudolaeti-glomerati diffusa solo nel Sinis, che quindi rappresenta l’unico sito mondiale di questa comunità
sinendemica.
1120* Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae
1150* Lagune costiere
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia
2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
2230 Dune con prati dei Malcomietalia
2250* Dune costiere con Juniperus spp.
5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp.
5320 Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
Specie floristiche di rilievo
Nel sito ITB030038 sono presenti le seguenti specie vegetali incluse nell’All. II della Dir. 43/92/CEE (* indica
specie prioritarie):
 Helianthemum caput-felis Boiss.
 Limonium pseudolaetum Arrigoni et Diana*
La fauna
In totale sono state censite 68 specie di cui 3 appartenenti alla Classe degli Anfibi, 11 ai Rettili, 42 agli
Uccelli e 12 ai Mammiferi.
Delle 68 specie 46 sono a riproduzione certa (3 Anfibi, 6 Rettili, 29 Uccelli e 8 Mammiferi), 21 a riproduzione
possibile (5 Rettili, 13 Uccelli e 4 Mammiferi).
Anfibi
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE
 tre specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 due specie è inclusa nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato e una specie
è scarsamente conosciuta
 due specie sono endemismi della tirrenide e due sono endemismi sardi
Rettili
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 otto specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 cinque nella Lista Rossa dei vertebrati italiani;
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

una specie è probabilmente endemismo sardo-corso; e due sono probabilmente endemiche della
Sardegna.
una specie è probabilmente endemiche della Sardegna.
Uccelli
 nove specie incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
 trentuno specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 nove specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn,
 ventuno sono specie SPEC,
 quattordici sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Di queste, tre
d’estinzione e quattro sono vulnerabili.
 Cinque specie sono endemismi sardo-corsi.
sono minacciate
Mammiferi
 Una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE
 una specie nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna
 una specie nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn
 due specie sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati terrestri sardi. Tra queste, una è minacciata
d’estinzione e una è vulnerabile
 Una specie è probabilmente endemismo sardo ed una endemismo sardo-corso.
.
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
A livello generale gli obiettivi di un’area protetta, ritenuta d’importanza comunitaria per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, possono essere riassunti come
segue:
1) contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali,
nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio del SIC;
2) limitare gli eventuali effetti negativi diretti ed indiretti derivanti dalle attività umane
3) approfondire le conoscenze relative alla biodiversità vegetale e animale;
4) promuovere campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica relativamente al valore intrinseco della
biodiversità presente nel SIC;
5) promuovere una fruizione compatibile del SIC.
4.2 OBIETTIVI SPECIFICI
Gli obiettivi specifici del piano di gestione dipendono sia dal valore intrinseco (biologico, biogeografico) degli
habitat presenti, sia dalla situazione locale riscontrata nell’area.
In linea generale, habitat definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, che nell’area occupino superfici
piccole o minime, andranno conservati in maniera quasi integrale, mentre quegli habitat definiti da comunità
seminaturali (praterie, pascoli) e quelli definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, ma che occupano
superfici medio-grandi, si dovrà provvedere alla stesura di un piano di gestione complesso, che diversifichi
ambiti di conservazione in senso stretto ed ambiti di gestione ove trovino spazio attività produttive
compatibili. Per la prima categoria di habitat usiamo il termine sintetico “conservazione” (che non significa
assenza di azioni attive o di progettualità), per la seconda categoria si usa il termine di “gestione”, che a sua
volta non implica assenza di conservazione di specie ed habitat.
L’esame del sito, unitamente alla considerazione che su 15 habitat solo 1 è di tipo seminaturale, suggerisce
una strategia gestionale volta totalmente alla conservazione. Le Amministrazioni locali dovranno considerare
che in questo sito ricadono specie e comunità uniche a livello sia nazionale sia globale. Pertanto la
pianificazione della gestione del sito andrà fatta con la consapevolezza di essere depositari di un patrimonio
naturale unico a livello mondiale.
Habitat
Obiettivo
1120* Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
Conservazione
1150* Lagune costiere
Conservazione
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
Conservazione
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1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp.
endemici
Conservazione
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea
fruticosae)
Conservazione
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
Conservazione
2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
Conservazione
2230 Dune con prati dei Malcomietalia
Conservazione
2250* Dune costiere con Juniperus spp.
Conservazione
5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp.
Conservazione
5320 Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere
Conservazione
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
Conservazione
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
Conservazione
Gestione
Conservazione
Quindi da quanto proposto, emerge che la conservazione in senso stretto riguarderà 14/15 degli habitat.
Solo le cenosi erbacee, presenti ma non caratterizzanti il sito, saranno interessate da forme blande di
gestione attiva, come lo sfalcio periodico.
Da quanto affermato sin ora derivano i seguenti obiettivi specifici
 conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
 conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche)
attualmente presenti;
 conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
 conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
 incrementare i 4 aspetti su elencati ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e
realisticamente realizzabile (questo comporterebbe azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed
ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
 acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi
(elenchi ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del
germoplasma, carte della vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di
paesaggio e delle unità ambientali, carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle
risorse idriche, etc) validi per tutto il pS.I.C.;
 acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenze delle attività umane su popolazioni,
comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee,
monitoraggio dei flussi idrici superficiali, gestione dei cordoni dunali, monitoraggio e prevenzione dei
fenomeni erosivi, etc.);
 alla luce del punto precedente, occorre provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle
attività umane correlate alla conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi
osservata;
 allo stesso modo occorre regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione
(flussi turistici sulle spiagge, pesca) ed eliminare quelle più deleterie (inquinamento, eutrofizzazione,
incendi, attività di mezzi fuoristrada e motocicli sportivi).
1120* Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino torbidità e inquinamento delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici a mare e della qualità delle acque marine
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 cartografia vegetazione e habitat
 gestione della pesca
 gestione delle attività da diporto
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
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi e depliant esplicativi.
Strategie di conservazione
1150* Lagune costiere
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di uccelli svernanti e migratori
 monitoraggio delle popolazioni delle seguenti specie: Fenicottero, Cavaliere d’Italia, Avocetta,
Occhione, Falco di palude, Sterna comune, Fraticello, Gabbiano roseo.
 potenziamento delle popolazioni naturali riproducentisi nel SIC attraverso interventi di gestione
ambientale delle seguenti specie: Volpoca, Occhione, Cavaliere d’Italia, Avocetta, Gabbiano roseo,
Fraticello e Sterna comune
 limitazione dell’uso dei pestici e concimi in agricoltura
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio dei flussi idrici a mare e della qualità delle acque marine
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
 regolamentazione delle attività da diporto
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi e depliant esplicativi.
1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle scogliere
 eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
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







monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle specie animali rare e/o minacciate.
regolamentazione dei flussi turistici sulle scogliere
regolamentazione delle attività di pascolo
regolamentazione attività edilizie
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosae)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
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eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
regolamentare la captazione di acque superficiali
abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
cartografia vegetazione e habitat
conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
regolamentazione delle attività di pascolo
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 eliminazione di opere che comportino alterazione della morfologia delle dune
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
 eliminazione strutture abusive, chioschi e parcheggi dagli ecosistemi dunali
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
 regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
 regolamentazione delle attività da diporto
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 regolamentazione del pascolo
 prevenzione incendi
 eradicazione specie alloctone
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici e depliant esplicativi.
2230 Dune con prati dei Malcomietalia
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 eliminazione di opere che comportino alterazione della morfologia delle dune
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
 eliminazione strutture abusive, chioschi e parcheggi dagli ecosistemi dunali
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
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
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monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
regolamentazione delle attività da diporto
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
regolamentazione del pascolo
prevenzione incendi
eradicazione specie alloctone
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici e depliant esplicativi.
2250* Dune costiere con Juniperus spp.
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 eliminazione di opere che comportino alterazione della morfologia delle dune
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
 eliminazione strutture abusive, chioschi e parcheggi dagli ecosistemi dunali
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
 regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
 regolamentazione delle attività da diporto
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 regolamentazione del pascolo
 prevenzione incendi
 eradicazione specie alloctone
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici e depliant esplicativi.
5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp.
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 favorire le dinamiche secondarie per il recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa
vegetazione
 eliminazione rifiuti e bonifica discariche nel Capo Mannu
 eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
 regolamentazione dei flussi turistici nel Capo Mannu
 regolamentazione delle attività di pascolo
 regolamentazione attività edilizie
 prevenzione incendi
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
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
5320 Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione rifiuti e bonifica discariche nel Capo Mannu
 eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
 egolamentazione dei flussi turistici sulle scogliere
 regolamentazione delle attività di pascolo
 regolamentazione attività edilizie
 prevenzione incendi
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione rifiuti e bonifica discariche nel Capo Mannu
 eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
 egolamentazione dei flussi turistici nel Capo Mannu
 regolamentazione delle attività di pascolo
 regolamentazione attività edilizie
 prevenzione incendi
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
Trattandosi di habitat caratterizzati da comunità vegetali seminaturali, occorrono azioni di gestione attiva per
manterne la diversità:
 conservare le superfici oggi occupate dall’habitat
 garantire interventi periodici che consentano di conservare l’habitat controllando le dinamiche della
successione secondaria (sfalcio periodico, introduzione per brevi periodi di pochi ovini al pascolo)
 eliminazione rifiuti e bonifica discariche nel Capo Mannu
 eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni faunistiche rare o minacciate;
 mantenimento e/o potenziamento della consistenza delle popolazioni faunistiche rare o minacciate
 egolamentazione dei flussi turistici nel Capo Mannu
 regolamentazione attività edilizie
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



prevenzione incendi
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
 conservazione di tutte le superfici oggi occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 favorire le dinamiche secondarie per il recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa
vegetazione
 conversione graduale dei cedui a fustaia per incrementare il livello di maturità delle comunità
forestali
 mantenere adeguate popolazioni di avifauna stanziale, migratrice e svernante per la dispersione
dell’olivastro
 eliminazione attività selvicolturali ove presenti
 eliminazione del pascolo ove presente
 eliminazione rifiuti e bonifica discariche nel Capo Mannu
 eradicazione specie vegetali alloctone ove presenti
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione dei flussi turistici nel Capo Mannu
 regolamentazione attività edilizie
 prevenzione incendi
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, depliant esplicativi e percorsi naturalistici.
Schede azioni
INTERVENTI ATTIVI

Eradicazione specie vegetali alloctone invasive

Chiusura al traffico motorizzato dei sentieri attualmente presenti nell’area di Capo Mannu-Su
Pallosu.

Interventi pilota finalizzati a mitigare l’impatto del traffico stradale su anfibi e rettili e mammiferi

Interventi pilota finalizzati a mitigare “l’effetto barriera” nei confronti degli anfibi e rettili determinato
dai muretti.

Censimento e bonifica delle microdiscariche di rifiuti ingombranti e materiali inerti all’interno del
territorio del SIC.
REGOLAMENTAZIONI

Regolamento per la fruizione del SIC

Regolamento per la prevenzione dell’inquinamento paesaggistico causato dalle microdiscariche di
rifiuti ingombranti ed inerti

Regolamento per il traffico motorizzato all’interno dell’area SIC
MONITORAGGI AMBIENTALI E RICERCA APPLICATA

Analisi geobotaniche della vegetazione

Cartografia della vegetazione

Cartografia degli Habitat

Cartografia floristica

Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Limonium pseudolaetum finalizzate alla
predisposizione di una strategia per la conservazione in situ

Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Helianthemum caput-felis finalizzate alla
predisposizione di una strategia per la conservazione in situ.
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Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Limonium capitis –marci finalizzate alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Limonium lausianum finalizzate alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Limonium tenuifolium finalizzate alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Poligala sinisica finalizzate
alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Coris monspeliensis finalizzate alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Erica multiflora finalizzate
alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Viola arborescens finalizzate alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Analisi demografiche e monitoraggio delle popolazioni di Micrometria filiformis finalizzate alla
predisposizione di una strategia perla conservazione in situ
Conservazione del germoplasma di Limonium pseudolaetum finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Heliantemum caput-felis finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Limonium capitis-marci finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Limonium lausianumfinalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Limonium tenuifolium finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Poligala sinisica finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Ciris monspeliensis finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Erica multiflora finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Viola arborescens finalizzata alla conservazione ex situ
Conservazione del germoplasma di Micrometria filiformis finalizzata alla conservazione ex situ
Analisi della qualità delle acque e dei flussi idrici nel bacino idrografico di Salina Manna
SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE

Educazione ambientale nelle lagune costiere

Programmi di educazione ambientale e di educazione alla sostenibilità destinato alle Scuole dei
Comuni interessati dal SIC.

Programma di sensibilizzazione per la popolazione adulta sulle tematiche della biodiversità e la
gestione dei siti della Rete Natura 2000

Corso di aggiornamento tecnico sulle tematiche della gestione della Rete Natura 2000 destinato alle
strutture interne dei Comuni interessati dal SIC
VALORIZZAZIONE ECONOMICA E FRUIZIONE SOSTENIBILE

Valorizzazione del sito

Rete di info-point sulla biodiversità del SIC presso le strutture turistico-archeologiche ed
agrituristiche situate nel territorio dei SIC “Stagno di Sale Porcus” e “Stagni di Putzu Idu” o nelle aree
circostanti

Attivazione di un Centro visita e centro di educazione ambientale sulla biodiversità presso il centro
abitato di San Vero Milis

Realizzazione segnaletica indicativa dei SIC “Stagni di Putzu Idu” e “Stagno di Sale ‘e Porcus”

Predisposizione di una pista pedionale e ciclabile tra Putzu Idu e Mandriola attrezzata anche per
disabili motori e non vedenti

Istituzione di un osservatorio sulla flora e vegetazione costiera mediterranea nel faro di Capo Mannu
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Nome del SIC
“Isola di Mal di Ventre”
“Catalano”
Codice SIC- ITB030039
SIC -ITB030080
ZPS - ITB033041
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Superficie
Longitudine E 8° 18’ 24’’ Latitudine 39° 59’ 21’’
“
8° 16’ 35”
“ 39° 52’ 52”
“Isola di Mal di Ventre”
“Catalano”
375 ha
122
Comuni interessati: Cabras
Caratterizzazione fisica
Geomorfologia
L’assetto geomorfologico del territorio è dovuto all’interazione degli aspetti geostrutturali dell’area con i
processi esogeni, intendendo con il termine geostrutturali: la tettonica, i processi vulcanici, i caratteri
litologici, ossia le caratteristiche chimico-fisiche che condizionano la resistenza dei materiali nei confonti dei
processi di demolizione (composizione, coerenza, alterabilità, resistenza, fragilità, etc.), e quelli giaciturali; e
con il termine processi esogeni: alterazione, erosione, trasporto e deposizione.
Giocano un ruolo attivo anche le condizioni climatiche, la presenza e lo stato di copertura vegetale e non
ultima l’attività antropica.
L’isola di Mal di Ventre Vista la mancanza di un reticolo idrografico, le quote basse dell’isola e le
precipitazioni scarse, i principali agenti morfogenetici sono stati e sono il vento ed il mare, con la creazione
del contrasto di forme tra la coste frastagliate ed erose dal mare ed il pianoro interno, modellato dall’azione
del vento.
Le coste frastagliate e presumibilmente le correnti marine sono inoltre responsabili della distribuzione degli
arenili in alcuni tratti della costa. La costa esposta a NW è totalmente priva di depositi di spiaggia sabbiosi,
ed interamente modellata nella granodiorite è caratterizzata da tratti in roccia e speroni di roccia.
Idrologia
L’Isola di Mal di Ventre è caratterizzata dall’assenza di qualsiasi elemento di idrografia superficiale
permanente. Le rare incisioni, generalmente brevi e poco profonde, sono attive solo durante le precipitazioni,
generalmente assai scarse. Solo localmente sono presenti delle piccole conche a debole concavità e fondo
argilloso, del diametro di qualche metro, che fungono da punti di raccolta delle acque meteoriche nel periodo
autunno-invernale. Esse sono asciutte durante la stagione estiva e nei lunghi intervalli che intercorrono fra
una precipitazione e l’altra. Fra Cala Maestro e Cala Saline esiste una depressione di circa 30 metri di
diametro dove si raccoglie l’acqua piovana, che permane fino all’inizio della stagione estiva. Nell’isola
non sono presenti sorgenti. Esiste un pozzo, presumibilmente nuragico, scavato nella alterata che raccogli le
acque meteoriche e presumibilmente la scarsa circolazione sotterranea. L’acqua mostra una debole salinità.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Vengono di seguito elencati gli habitat d'interesse comunitario come definiti dalla Direttiva 92/43/CEE del
Consiglio del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e
della fauna selvatiche (Allegato I - tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione
richiede la designazione di aree speciali di conservazione, GU L 206 del 22.7.1992), presenti nel'Isola di Mal
di Ventre.
Gli habitat ufficiali sono quelli inseriti nel formulario standard per i siti d'interesse comunitario (SIC) di
NATURA 2000, di cui l'Isola di Mal di Ventre è stata designata. Dal formulario risultano presenti 12 habitat
d'interesse comunitario:
1120 * Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae)
1310 Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420 Prateria e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)
1430 Prateria e fruticeti alonitrofili(Pegano-Salsoletea)
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1510 Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
2110 Dune mobili embrionali
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (<<dune bianche>>)
3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o IsoetoNanojuncetea
5330 Arbusteti termo-mediterranei e predesrtici
6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
92D0 Gallerie e forteti ripari meridionali(Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae)
Catalano
La sua proposizione come Sito di Interesse Comunitario è dovuta alla presenza degli habitat di interesse
comunitario elencati di seguito:
1120 * Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae)
1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
La fauna
Specie di rilevante interesse comunitario: Patella ferruginea (Patella ferruginea), Nacchera (Pinna nobilis),
Riccio diadema (Centrostephanus longispinus), Testuggine greca (Testudo greca), Marangone dal ciuffo
(Phalacrocorax aristotelis desmarestii), Gabbiano corso (Larus audouinii).
Marangone dal ciuffo
Su 214 nidi controllati la prevalente dimensione della covata è stata di 3 uova (range 1-6). Per quanto
riguarda il periodo di insediamento della colonia in base all’età presunta dei pulcini si è stimato che le prime
deposizioni si siano verificate a partire dalla prima decade di novembre, con un massimo fra la fine di
novembre e la metà di dicembre; ulteriori deposizioni sembrano peraltro essersi protratte almeno fino alla
prima decade di marzo.
Gabbiano corso
Durante la prima pentade di permanenza, nel corso del monitoraggio della popolazione di Gabbiano reale,
sono stati osservati fino a 86 individui di Gabbiano corso (19 aprile 2006),apparentemente in fase di
insediamento o di ricerca di un sito di nidificazione nel settore occidentale dell’isola. In considerazione della
delicatezza della fase di insediamento e della presenza di una forte presenza di Gabbiani reali che
costituiscono presumibilmente un fattore di disturbo per il Gabbiano corso si è preferito evitare di effettuare
ulteriori verifiche e di percorrere i settori di isola apparentemente interessati dall’insediamento della specie.
Il successivo controllo, effettuato il 10 giugno 2006, ha evidenziato una totale assenza di nidi, nonostante
una consistente presenza di animali sia sull’isola (max. 120 individui) che nella prospiciente costa del Sinis
(circa 40 individui nello Stagno di Sa Salina Manna,abitualmente frequentato come posatoio dai riproduttori
di Mal di Ventre anche quando la nidificazione è in corso). Le letture di anelli effettuate sull’isola fanno
ritenere che tali individui fossero, almeno in parte, gli stessi che si erano insediati con successo nell’Isola di
Mal di
Ventre nelle stagioni riproduttive 2004 e 2005, i quali dunque non si sarebbero spostati in colonie alternative.
In data 30 giugno, è stata accertata la presenza di soli 5 individui di Gabbiano corso e sono stati mappati
con GPS satellitare tutti i siti occupati dalla specie fra il 1997 ed il 2005.
Le cause del mancato insediamento della specie nella stagione riproduttiva appena trascorsa sono di difficile
valutazione, potendo essere riconducibili a diversi fattori anche non necessariamente operanti su scala
strettamente locale, come potrebbe indurre a pensare il fatto che diverse altre colonie sarde sono state
caratterizzate da basso o nullo successo riproduttivo nel corso del 2006. La colonia di Mal di Ventre,
peraltro, pur occupando un sito classico per la specie (è in assoluto una delle prime conosciute per l’Italia,
scoperta da Arrigoni degli Oddi all’inizio del ‘900), anche precedentemente alle positive annate 2004 e 2005
aveva fatto registrare diversi casi di insuccesso o discontinuità di presenza
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Obiettivi del Piano.
Premesso che gli obiettivi individuati come funzionali alla strategia di gestione sono perseguibili nel tempo
(breve, medio e lungo termine) attraverso interventi, azioni, programmi e attività specifiche, di seguito
ciascuno degli obiettivi, risultanti dagli apporti singoli e condivisi dal gruppo di lavoro, viene posto in
relazione con interventi, azioni, programmi e attività ad essi funzionali.
Gli interventi, le azioni, i programmi le attività sono ricompresi entro “schede operative” la maggior parte delle
quali sono state elaborate in occasione del bando dell’ADA della RAS nell’ambito del bando POR misura
1.5b.
La correlazione “progetto/azione” con gli obiettivi da perseguire esprimono in forma sintetica il rapporto
causa-effetti degli interventi. Maggior dettaglio nei progetti e negli effetti previsti sono inseriti nelle schede
progetto (allegate) di cui prima.
Maggiori dettagli sulla funzionalità degli interventi rispetto agli obiettivi sono desumibili dalle schedeprogetto.
Obiettivi generali
Per quanto fin qui esposto, a seguito delle ricognizioni sul campo e sulla bibliografia di settore, gli specialisti
di settore coinvolti nella redazione del presente piano hanno ravvisato le necessità di definire i seguenti
obiettivi generali e specifici.
Nella tabella allegata gli obiettivi vengono messi in relazione alle azioni/interventi attraverso i quali si
concretizza la strategia di gestione del SIC-ZPS.
1) Mantenere un livello soddisfacente dello stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse
comunitario, garantendo la conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario, assicurando il
mantenimento e/o il ripristino dei loro equilibri ecologici).
2) Mantenimento attività tradizionali e sostenibili
3) Promozione e sostegno per nuove attività
a) valorizzazione pesca come patrimonio culturale e etnografico
b) valorizzazione pesca come valore economico
4) Mantenimento identità paesaggistica
5) Miglioramento e /o ripristino delle componenti di cui prima
6) Coinvolgere la popolazione in ogni suo componente.
a) Attività di disseminazione / forum / condivisione
Obiettivi specifici
• (H = habitat e specie; U = uso suolo; I = idrologia; P = paesaggio)
• (H) mantenere le attuali estensioni delle cenosi tipiche, e siti di riproduzione e
frequentazione di fauna specifica
• (H) adottare misure per il mantenimento dei siti si nidificazione/ riproduzione
• (H) definire procedure di gestione di specie ornitiche ittiofoghe
• (H) definire procedure di gestione produttive degli stock ittici con particolare attenzione al mantenimento
della diversità specifica e al suo equilibrio
• (H) mantenimento e valorizzazione dei metodi tradizionali e delle tecniche di prelievo

valutare la capacità portante del’isola rispetto alla frequentazione;
• favorire definire nuovi servizi rispetto al turismo naturalistico.
• attività di monitoraggio ambientale e socio economico
• diffusione dell’educazione ambientale ricreativo
• consolidamento dell’attività di ricerca orientata di base (flora, vegetazione,
biologia della conservazione, ……..)
• consolidamento dell’attività di ricerca orientata al monitoraggio della gestione
• costituzione di un GIS / atlante dei SIC / Database
• attivazione, momenti partecipativi e di condivisione
• favorire l’interazione tra enti (comuni anche non coinvolti nella gestione) e
soggetti aventi titoli
• Implementazione di piani d’azione per situazioni di emergenza;
• Conservazione ex situ del germoplasma con priorità per i taxa endemici, rari e/o
minacciati e d’interesse fitogeografico e allo stesso tempo per entità di possibile
impiego nei ripristini ambientali e nelle rinaturalizzazioni.
• Piano di monitoraggio in situ per taxa minacciati o rari
• Piano pluriennale di eradicazione delle specie alloctone (invasive e non) e
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interventi per una loro sostituzione con specie tipiche prodotte a partire da
germoplasma autoctono.
• Conservazione in situ delle associazioni vegetali minacciate
• (H) – (P) Tenere sotto controllo, ridurre od eliminare od eventualmente limitare le
attività che incidono sull'integrità della specie e dell'ecosistema causandone la
perdita o la frammentazione degli habitat.
• Favorire la creazione di network con realtà vicine, confinanti o simili (momenti di
confronto, diffusione di buone pratiche,...)
Strategie di Gestione.
a) Interventi per la tutela delle diversità biologiche, degli habitat naturali e seminaturali e delle specie previste
nelle direttive comunitarie
1) In termini di monitoraggio orientato alla definizione della vulnerabilità dei litorali; alla valutazione della
pressione di pesca esercitata sul riccio di mare, alla ricchezza/abbondanza delle specie ittiche presenti
nell’AMP;definizione dello status di popolamenti
avifaunistici dell’AMP
b) Interventi di conservazione, manutenzione, recupero e restauro del paesaggio, del territorio.
c) Recupero e ripristino di ambiti degradati e vulnerabili (risanamento, ricostruzione ambientale e
rinaturalizzazione)
d) Valorizzazione delle aree anche mediante l’organizzazione dell’accessibilità e della fruibilità in termini di:
1) organizzazione dell’accessibilità in forme sostenibili anche a sostegno di attività economiche compatibili
(E.A., guide, escursioni, turismo scientifico, etc…)
e) Dotazione di adeguati servizi collegati ed integrati ad interventi di conservazione e valorizzazione delle
risorse naturalistiche in termini di:
1) dotazione di adeguati servizi attraverso la realizzazione di campi ormeggio presso alcuni punti strategici
del litorale ed in particolare presso l’Isola di Mal di Ventre (forme di mitigazione degli impianti)
Popolazione nidificante di Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii)
A motivo del periodo di nidificazione piuttosto precoce si può ritenere che la specie sia meno soggetta a
disturbo antropico rispetto a quelle che nidificano in primavera - estate. Tuttavia i settori coloniali localizzati
nella macchia (Settore C) e nell’arenaria (Settore B), in particolare quest’ultimo, subiscono maggiormente il
disturbo generato dalla presenza di persone che a vario titolo sbarcano anche durante i mesi invernali
(pescatori di ricci, pescatori subacquei, diportisti). Sarebbe pertanto auspicabile l’apposizione di adeguata
segnaletica informativa finalizzata ad evitare il disturbo inconsapevole alle specie nidificanti nei siti sopra
indicati, a partire da ottobre 2006.
L’aumento della popolazione, indicativo anche di una buona disponibilità trofica locale, potrebbe essere
conseguenza del regime di protezione instaurato dall’AMP sul tratto marino di pertinenza. Questa specie
infatti è un predatore di pesci bentonici, che non si spinge molto al largo per il foraggiamento.
Popolazione nidificante di Gabbiano corso (Larus audouinii)
Si tratta di una specie particolarmente sensibile a disturbo antropico, che inoltre sull’Isola di Mal di Ventre
risente della competizione con il Gabbiano reale che occupa molto prima i siti di nidificazione e che è in
costante incremento sull’Isola. Inoltre è da rilevare che la localizzazione dei siti coloniali sull’Isola è soggetta
a continue variazioni, fatto che impedisce di programmare con un certo anticipo adeguate misure di
protezione dei siti di nidificazione. È opportuno, una volta individuato il sito di nidificazione, predisporre una
segnaletica finalizzata all’informazione e all’interdizione dell’accesso, sia da terra che dal mare, alle aree
interessate dalla nidificazione della specie. Sarebbe altresì opportuno in caso di insediamento della specie
valutare l’opportunità di interdire alla navigazione ed alla balneazione i tratti di mare immediatamente
prospicienti il sito nei casi in cui questo sia localizzato sulla linea di costa. Le condizioni trofiche presenti
all’interno dell’AMP hanno probabilmente scarsa influenza su questa specie, che preda piccoli pesci
epipelagici (in particolare Clupeiformi) reperiti spesso nelle ore notturne ed a grande distanza dal sito
riproduttivo.
Gabbiano reale (Larus michahellis michahellis)
Il contenimento della popolazione di Gabbiano reale non è di facile risoluzione in quanto interventi su scala
locale come la distruzione o rimozione delle covate si rivelano inefficaci se non condotti a una scala che
potrebbe risultare non accettabile da parte dell’opinione pubblica; pertanto il problema dovrebbe essere
affrontato nel medio lungo termine attraverso una riduzione dell’accessibilità delle principali fonti di
alimentazione di origine antropica.
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Un possibile intervento locale potrebbe riguardare la rimozione delle covate di Gabbiano reale in settori
molto circoscritti dell’isola, in modo spostare i riproduttori nelle aree non disturbate e da favorire
l’insediamento del Gabbiano corso. L’efficacia di un simile intervento è tuttavia da mettere in dubbio per due
ragioni principali:
Non è possibile prevedere in anticipo la localizzazione di un insediamento di Gabbiano corso né valutare
quali siano i fattori che influenzano la selezione dei siti di nidificazione.
La rimozione di una covata di Gabbiano reale stimola gli animali, soprattutto se l’intervento è effettuato in
una fase sufficientemente precoce da anticipare l’insediamento dei Gabbiani corsi, a deporre covate di
rimpiazzo. Anche se queste ottimisticamente fossero concentrate in altri settori dell’isola, aumenterebbe
comunque la sovrapposizione temporale delle attività riproduttive delle due specie, con un ovvio aumento di
rischio per la più vulnerabile di esse.
Schede progetto
T1-04/AMP Acquisto dell’Isola di Mal di Ventre
T1_05_BIS/AMP Delimitazione e segnaletica SIC
T2-02/AMP Riqualificazione del paesaggio naturale e storico culturale dell’Isola di Mal Ventre
T5-01_BIS/AMP Acquisizione e predisposizione di materiale e metodi per la gestione dell’informazione dei
SIC/ZPS di Mistras, San Giovanni, Isola di Mal di Ventre e Catalano
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Nome del SIC
“Media Valle del Tirso e Altopiano di Abbasanta”
Codice ITB031104
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC: Longitudine E 8° 49’ 41’’
Latitudine40° 4’ 11’’
Superficie
8999 ha
Comuni interessati: Paulilatino, Fordongianus, Busachi, Ulà Tirso,
Ghilarza, Ardauli, Tadasuni, Sorridile, Soddì, Aidomaggiore, Sedilo, Bidonì.
Caratterizzazione fisica
Il Sito “Media Valle del Tirso e Altopiano di Abbasanta –
Rio Siddu” si trova nell’Italia insulare, Regione Autonoma
della Sardegna, provincia di Oristano e ricade in parte
all’interno delle Comunità Montane del Barigadu (Ardauli,
Busachi, Fordongianus, Ula Tirso) e del Montiferru
(Paulilatino).
Il settore centro-occidentale del SIC comprende i territori
dell’altopiano
basaltico
di
Ghilarza,
Paulilatino,
Fordongianus e Busachi, che confinano a sud con la
piana dell’Alto Campidano e ad ovest con il complesso
collinare del Montiferru (altitudine massima circa 1000
metri).
La restante porzione nord-orientale è interamente costituita da solo Lago artificiale dell’Omodeo e dalle sue
rive, e confina a nord con i territori di Aidomaggiore e Sorradile, e ad est con le aree montane e boscate del
Barigadu (Sorradile, Neoneli, Busachi, Ardauli) e del Mandrolisai (Austis, Ortueri, Sorgono), queste ultime
già nel territorio della provincia di Nuoro.
Caratteristiche climatiche.
I caratteri climatici della zona geografica dell’Alto Oristanese (Montiferru, Guilcer e Barigadu) si possono
rilevare dai dati ultra quarantennali di ben tredici stazioni di rilevamento agro meteorologico e da studi fitoclimatici molto approfonditi.
Le curve termiche di questa regione della Sardegna riflettono fedelmente le condizioni generali dell’Isola, ma
colgono tutte le influenze localistiche ed i condizionamenti microclimatici.
Così la stazione più bassa , posta a meno di 50 metri s.l.m. nella gola del Fiume Tirso, presso la diga di
Santa Chiara (situata proprio sul confine orientale del SIC), ci propone temperature medio-massime di 23° e
medio-minime di 11°, contro i 17,5° di medio massima ed i 10,3° di medio-minima rilevati nella stazione più
alta, circa 1000 metri s.l.m. di Santulussurgiu.
Non mancano però gli eccessi di 43° estivi e –4° invernali che, per l’episodicità, poco tolgono ai valori termici
temperati della zona.
Pertanto l’isoterme della media annua di questa zona, contenuta tra 15° e 16°, espone circa 7,4° del mese di
Gennaio e 24° del mese di Luglio.
Le precipitazioni si caratterizzano per i comportamenti assai mutevoli a causa degli influssi dovuti alla
orografia ed alla densità del manto vegetale, nonché alla forza e direzioni dei venti.
Il maggior numero dei giorni piovosi in un anno si realizzano sull’altopiano di Abbasanta, con una media
quarantennale di 83-85 gg, ed il minor numero di episodi di precipitazione agli opposti del territorio, quali
Busachi ad Est e Tresnuraghes ad Ovest dove le precipitazioni si manifestano per 67-74 giorni all’anno.
La media generale della zona descrive una isoieta posta tra 700 e 900 mm di pioggia annua.
Il vento dominante è il maestrale, si presenta spesso su cieli densi di nuvole, accelerandone il transito senza
che assecondino precipitazioni.
Valutando i quattro quadranti della rosa dei venti, il maestrale occupa le scene per almeno 84 giorni all’anno
che, con la tramontana e l’ostro occupa altri 100 giorni annui di vento freddo, spesso di forte intensità,
accompagnati da rapidi abbassamenti di temperatura, quindi temibili gelate.
Non considerando i circa 100 giorni di calma di vento o brezze locali, gli altri 80 giorni dell’anno sono
occupati da venti non freddi, dai quadranti meridionali, Scirocco, Libeccio, Mezzogiorno e Ponente, spesso
accompagnati da precipitazioni.
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Geologia e geomorfologia
Geologicamente predominano le rocce plioceniche di origine magmatica, basalti e ignimbriti (trachiti), più
recenti rispetto alle sottostanti rocce sedimentarie mioceniche messe in risalto dalla valle fluviale del Tirso
originatasi in virtù di uno sprofondamento tettonico.
Proprio l’Altopiano di Abbasanta, la cui altezza oscilla tra i 300 e i 400 metri è un tipico plateau basaltico,
caratterizzato da una superficie sub- pianeggiante leggermente inclinata verso est il cui margine è dato dalla
valle del Tirso, e verso sud sino al passaggio con la piana del Campidano. Si presenta con un paesaggio a
tratti brullo con qualche pianta di asfodelo e cisto, a tratti paludoso o ricoperto di piccoli boschi di sughera,
dove affiorano le pietre vulcaniche sparse o raccolte in muretti a secco. I margini del plateau sono in genere
frastagliati, e danno luogo a delle scarpate di altezza variabile a seconda dello spessore dei basalti.
Idrologia
L’area del S.I.C. si estende intorno a quasi tutto il lago Omodeo che è il più grande tra i laghi della Italia.
L’Omodeo nasce da uno sbarramento del fiume Tirso che crea un invaso lungo 20 chilometri, largo in
qualche punto fino a 3 chilometri, con una portata di oltre 400 milioni di metri cubi di acqua, creato circa 80
anni fa per controllare il regime del fiume. La nascita di questo enorme bacino, fino a qualche anno fa il più
grande d’Europa, determinò non solo la sommersione di alcune “domus de janas” e del nuraghe su Pranu,
ma anche la perdita della foresta pietrificata di Zuri. Ancora oggi, quando il livello dell’invaso cala
considerevolmente, spesso in estate quando il lago è in secca, compaiono, poco a valle di Soddì, imponenti
resti di alberi pietrificati.
Nell’altopiano di Abbasanta si rilevano una vasta serie di piccole risorgive regolarmente sfruttate per
abbeverare il bestiame e solo raramente per uso irriguo. La falda freatica è di modesta entità ed è localizzata
nella parte superficiale delle colate basaltiche. La risorsa idrica di maggiore importanza è localizzata alla
base delle colate laviche, all’interno dei sedimenti miocenici. Questo acquifero viene sfruttato attraverso
pozzi profondi con portate variabili da 0,5 a 2- 3litri/sec. Allo stato attuale, sull’altopiano le risorse idriche
sotterranee si aggirano complessivamente intorno ai 2 milioni di mc/anno d'acqua utilizzata ai fini potabili,
industriali e zootecnici.
Caratterizzazione biologica
Habitat
Gli studi effettuati nel presente progetto, hanno confermato la presenza di 5 habitat (6310, 9340, 9330,
6220*, 92D0), l’assenza dell’habitat 5230 e la presenza di 5 nuovi habitat (3170*, 3280, 6420, 92A0, 9320).
Complessivamente gli habitat passano da 6 a 10: da notare che dei nuovi habitat individuati, parte il 9310,
tutti gli altri sono habitat legati alla presenza (anche stagionale) di acque dolci. L’acqua in clima
mediterraneo ha sempre l’effetto di incrementare la biodiversità specifica ed ecosistemica e pertanto sin da
ora si sottolinea l’urgenza di inserire tra le priorità di gestione, quelle relative alle acque dolci superficiali e
sotterranee
6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde
9340 Foreste di Quercus ilex
9330 Foreste di Quercus suber
6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
3170* Stagni temporanei mediterranei
3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus
alba
6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion
92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
Specie floristiche di rilievo
Non sono state rinvenute specie vegetali incluse nell’All. II della Direttiva 43/92 “Habitat”. Tali specie non
comparivano neppure nella scheda Natura 2000 del Progetto BioItaly Sardegna.
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La fauna
In totale sono state censite 118 specie di cui 3 appartenenti alla Classe degli Anfibi, 12 ai Rettili, 82 agli
Uccelli e 21 ai Mammiferi.
Delle 119 specie 99 sono a riproduzione certa (3 Anfibi, 9 Rettili, 72 Uccelli e 15 Mammiferi), 18 a
riproduzione possibile (3 Rettili, 2 Uccelli e 6 Mammiferi) e 8 a riproduzione probabile, tutte appartenenti alla
Classe degli Uccelli.
Anfibi
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE (Specie animali e vegetali d’interesse
comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione);
 tre specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 due specie sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato
 Due specie sono endemismi della tirrenide
Rettili
 due specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 nove specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 cinque nella Lista Rossa dei vertebrati italiani;
 due specie sono endemismi sardo-corsi;
 due specie sono probabilmente endemiche della Sardegna.
Uccelli
 diciasette specie incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
 cinquantanove specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 sedici specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn,
 trentotto sono specie SPEC,
 ventidue sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Di queste, cinque sono minacciate
d’estinzione do critico e tre sono vulnerabili.
 Undici specie sono endemiche; dieci sono endemismi sardo-corsi e una è endemismo sardo.
Mammiferi
 quattro specie sono incluse nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 due specie nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 sei specie nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
Gli obiettivi generali di un’area protetta, ritenuta d’importanza comunitaria per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, possono essere riassunti come
segue:
 conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
 conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche)
attualmente presenti;
 conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
 conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
 incrementare i 4 aspetti su elencati ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e
realisticamente realizzabile (questo comporterebbe azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed
ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
 acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi
(elenchi ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del
germoplasma, carte della vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di
paesaggio e delle unità ambientali, carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle
risorse idriche, etc) validi per tutto il pS.I.C.;
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta

acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenze delle attività umane su popolazioni,
comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, etc.);
alla luce del punto precedente, occorre provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle
attività umane correlate alla conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi
osservata;
allo stesso modo occorre regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione
ed eliminare quelle più deleterie (se ve ne fossero);
incentivare attività economiche connesse con specie e/o habitat presenti nell’area (sughericoltura,
olivicoltura, apicoltura, pascolo, mirticoltura, coltivazione di piante officinali);
favorire la sensibilizzazione e la partecipazione delle popolazioni residenti e promuovere lo sviluppo
locale sostenibile, incentivando le attività economiche compatibili con la tutela della biodiversità e del
paesaggio naturale.




Per il Sito “Media Valle del Tirso e Altopiano di Abbasanta – Rio Siccu” come obiettivi generali sono
prioritari:
o
la conservazione degli habitat definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, con particolare
riferimento a 3170* - Stagni temporanei mediterranei)
o
il mantenimento della buona qualità ambientale dell’area rurale già presente, caratterizzata da un
delicato equilibrio fra le attività agricole e pastorali e la conservazione di habitat fortemente legati alle
attività antropiche (praterie e pascoli), come particolare riferimento a 6220* Percorsi substeppici di
graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea e 6420 Praterie umide mediterranee con piante
erbacee alte del Molinio-Holoschoenion.
Obiettivi specifici
Gli obiettivi specifici del piano di gestione dipendono sia dal valore intrinseco (biologico, biogeografico) degli
habitat presenti, sia dalla situazione locale riscontrata nell’area.
Gli Habitat definiti da comunità vegetali ad alta naturalità, che nell’area occupino superfici piccole o
minime, andranno conservati in maniera quasi integrale. Per questi habitat si dovrà prevedere azioni di
conservazione attiva che tenda al mantenimento ed al miglioramento dei livelli di naturalità e maturità delle
comunità e degli ecosistemi.
Invece, per quegli habitat definiti da comunità seminaturali (praterie, pascoli) e per quelli definiti da
comunità vegetali ad alta naturalità, ma che nell’area occupino superfici medio-grandi, si dovrà attivare
un’azione più articolata e complessa che diversifichi ambiti di conservazione in senso stretto ed ambiti di
gestione ove trovino spazio attività produttive compatibili, nello spirito del progetto A.R.S. e del percorso di
Agenda 21 locale PALOS (Progetto Alto Oristanese per lo Sviluppo Sostenibile).
Per la prima categoria di habitat usiamo il termine sintetico “conservazione” (che non significa assenza di
azioni attive o di progettualità), per la seconda categoria si usa il termine di “gestione”, che a sua volta non
implica assenza di conservazione di specie ed habitat.
La suddivisione degli habitat in queste due categorie (complementari e sinergiche, non antitetiche o
contrapposte), è sintetizzata nella seguente tabella:
Habitat
Obiettivo
6310 Dehesas con Quercus spp. sempreverde
Gestione
9340 Foreste di Quercus ilex
Conservazione
9330 Foreste di Quercus suber
6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea
Gestione
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Conservazione
5230 Matorral arborescenti di Laurus nobilis
Ripristino (?)
Gestione
3170 Stagni temporanei mediterranei
Conservazione
3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e
con filari ripari di Salix e Populus alba
Conservazione
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6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del MolinioHoloschoenion
Gestione
92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Conservazione
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
Gestione
Quindi da quanto proposto, emerge che la conservazione in senso stretto riguarderà circa il 8-10%
dell’area, se includiamo anche i boschi di querce caducifoglie che, sebbene non inclusi in alcun habitat,
sono meritevoli di conservazione nell’ambito del progetto.
Vengono elencati di seguito alcuni obiettivi specifici per singoli habitat:
3170* Stagni temporanei mediterranei
Trattandosi di un habitat prioritario ad alta naturalità, alta diversità ed originalità biogeografica, gli obiettivi di
gestione sono tipicamente conservazionistici:
 mantenimento di tutte le superfici attualmente allagate
 ripristino di tutte le superfici un tempo allagate
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento degli stagni temporanei
 moderazione del pascolo ovino
 eliminazione del pascolo suino, bovino ed equino ove presente
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, capanni per il bird-watching
3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e
Populus alba e 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
Sebbene non siano habitat prioritari, si tratta comunque di comunità ed ecosistemi di grande importanza
nelle aree mediterranee. La modesta superficie occupata nell’area del pS.I.C. suggerisce obiettivi di
conservazione:
 conservazione di tutte le superfici oggi occupate da questi boschi caducifogli
 favorire le dinamiche secondarie per il recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa
vegetazione
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione del corso di fiumi e torrenti
 regolamentare la captazione di acque dolci superficiali
 regolamentazione del pascolo nelle aree di pertinenza di queste comunità
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea e 6310 Dehesas
con Quercus spp. sempreverde
Trattandosi di habitat caratterizzati da comunità vegetali seminaturali, occorrono azioni di gestione attiva per
manterne la diversità:
 conservare le superfici oggi occupate dall’habitat, almeno in quelle serie di vegetazione in cui esiste
una superficie rappresentativa occupata dalla vegetazione potenziale
 garantire livelli ottimali di pascolo, che possano mantenere le comunità erbacee e controllare le
dinamiche della successione secondaria
 recuperare o rivitalizzare le pratiche pastorali tradizionali attraverso il coinvolgimento della
popolazione anziana, il recupero delle vie di pascolo interne all’area e di connessione con aree
limitrofe o remote (transumanza)
 valorizzare i prodotti tipici locali legati alla pastorizia (comparto carni e lattiero-caseario)
6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion
Anche in questo caso si tratta di praterie secondarie, dipendenti dallo sfalcio e quindi da attività umane.
Obiettivi specifici sono:
 conservare le superfici oggi occupate dall’habitat, in quegli ambiti di pertinenza di serie di
vegetazione in cui esiste una superficie occupata medio-alta (sughereta), ma non in quelle serie su
piccole superfici (olmeti, pioppeti). Inoltre è assolutamente prioritario eliminare questo habitat in
quelle depressioni originariamente occupate dall’habitat prioritario 3170*
 garantire cicli ottimali di sfalcio, che possano mantenere le comunità erbacee e controllare le
dinamiche della successione secondaria
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

recuperare o rivitalizzare le pratiche agricole tradizionali attraverso il coinvolgimento della
popolazione anziana, il recupero delle feste della fienaggione un tempo forse presenti
valorizzare i prodotti tipici locali legati alla pastorizia (comparto carni e lattiero-caseario)
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea).
Si tratta di un habitat di grande importanza nelle aree interne. La modesta superficie occupata nell’area del
pS.I.C. suggerisce obiettivi di conservazione:
 conservazione di tutte le superfici oggi occupate dai tamariceti
 recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa vegetazione e ripristino dei tamariceti
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione dei corpi idrici
 regolamentare la gestione delle acque superficiali
 regolamentazione del pascolo nelle aree di pertinenza di queste comunità
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
9320 Foreste di Olea e Ceratonia
La notevole estensione (reale e potenziale) di questo habitat, la discreta diversificazione delle comunità
vegetali di sostituzione (arbusteti, garighe, pascoli, pratelli pionieri), la notevole importanza economica e
storica dell’olivicoltura, suggeriscono un approccio gestionale verso questo habitat:
 mantenere una buona diversificazione in cui tutte le comunità della serie, specialmente quelle
erbacee e forestali, siano equamente rappresentate
 data la notevole diffusione delle formazioni forestali, garantire un’adeguata pressione di pascolo per
il mantenimento delle cenosi erbacee ed il controllo del recupero arbustivo
 mantenere adeguate popolazioni di avifauna stanziale, migratrice e svernante per la dispersione
dell’olivastro
 pianificare una certa produzione locale di olio e quindi una olivicoltura tradizionale di qualità, che
fornisca anche un prodotto-immagine dell’area
 recuperare le tradizioni locali connesse con l’olivicoltura e con il “paesaggio dell’olivo” che è quello
più diffuso sull’altopiano
9330 Foreste di Quercus suber
Le foreste di sughera sono l’habitat forestale più antropizzato dell’area e quello che occupa la minor
percentuale rispetto alla superficie di pertinenza, che invece sarebbe seconda solo a quella dei boschi ad
olivastro. Queste considerazioni farebbero propendere per interventi conservativi e di ripristino, tuttavia è
anche importante ricordare che l’azione dell’uomo sulle sugherete negli altipiani vulcanici della Sardegna è
sempre stata intensa e, a differenza dei settori granitici, ha privilegiato le attività di pascolo rispetto alle
attività selvicolturali. Nell’ambito del progetto ARS questo squilibrio andrebbe un po’ ridimensionato
recuperando un minimo di vocazione sughericola dell’area e di naturalità per le formazioni forestali a
sughera, attraverso una gestione mirata, sintetizzabile nei seguenti obiettivi:
 recupero di almeno il 10-20% della superficie a sughereta alle sue strutture e funzioni ottimali
 gestione delle dinamiche di recupero della vegetazione potenziale a sughera attraverso l’azione
delle comunità arbustive (no rimboschimenti)
 mantenimento o ripristino di un’adeguata pressione di pascolo nelle zone non forestali
(conservazione dell’habitat 6220*)
 mantenimento di ambiti cespugliati a mirto
 valorizzazione delle risorse locali connesse col bosco (sughericoltura e artigianato locale), macchia
mediterranea (mirticoltura), pascolo (carne e prodotti lattiero-caseari)
 recupero delle tradizioni connesse con queste produzioni locali
9340 Foreste di Quercus ilex
È l’unico habitat forestale in cui la quasi totalità dell’area di pertinenza è realmente occupata dal bosco.
Questo fatto, insieme alla modesta superficie occupata nell’area del pS.I.C., suggeriscono obiettivi di
conservazione:
 conservazione di tutte le superfici oggi occupate da questi boschi
 favorire le dinamiche secondarie per il recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa
vegetazione
 conversione graduale dei cedui a fustaia per incrementare il livello di maturità delle comunità
forestali
 regolamentare il taglio del legname (ove ve ne sia ancora)
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

regolamentazione del pascolo nelle aree di pertinenza di queste comunità
recupero delle tradizioni connesse con il taglio del legname e la produzione di carbone mediante il
coinvolgimento degli anziani locali
Strategia di gestione.
Dall’analisi de quadro ambientale e socio-economico e delle esigenze ecologiche degli habitat e dalla
definizione degli obiettivi generali e specifici di conservazione e fruizione sostenibile, la strategia di gestione
è mirata ad intervenire nei seguenti otto ambiti d’azione prioritari:
Le azioni prioritarie sono le seguenti:
1. Recupero e conservazione degli stagni temporanei (habitat d’interesse prioritario UE)
2. Recupero e conservazione delle superfici a pascolo ed incremento della loro produttività cartografia degli
habitat
3. Recupero delle superfici a sughera e della loro produttività economica
4. Gestione delle comunità vegetali ad olivastro ed incremento della loro produttività economica
5. Mantenimento della riproduzione delle specie faunistiche d’interesse comunitario
6. Tutela del paessaggio rurale e della qualità residenziale nell’area rurale del SIC
7. Valorizzazione economica sostenibile dei beni ambientali, paesaggistici, archeologici e storico-culturali e
promozione di nuove professionalità, di nuove opportunità occupazionali e di forme di integrazione di reddito
per gli operatori del settore agricolo
8. Informazione, formazione, sensibilizzazione e promozione della partecipazione attiva delle popolazioni
residenti, delle Amministrazioni locali e dei principali attori sociali nelle azioni di tutela della biodiversità e di
sviluppo locale sostenibile
Schede progetto
INTERVENTI ATTIVI
 Eliminazione delle micro-discariche abusive
 Ripristino di uno stagno temporaneo mediterraneo (habitat 3170*)
 Ripristino degli stagni temporanei mediterranei (habitat 3170*)
 Incremento della superficie sughericola (habitat 9330)
 Interventi di gestione ambientale finalizzati a potenziare la popolazione di Pernice sarda – Alectoris
barbara
 Modello pilota di prevenzione e lotta agli incendi a livello locale
 Interventi di gestione ambientale finalizzati a potenziare la riproduzione delle specie dei vertebrati
terrestri legate alle zone a pascolo estensivo (habitat 6220, 6420 e 6310) alle zone agricole.
 Recupero, manutenzione e ripristino della rete dei sentieri rurali e delle antiche ipovie all’interno del SIC
REGOLAMENTAZIONI
 Regolamento per la prevenzione degli incendi in ambito rurale
 Regolamento condiviso per le pratiche agricole che hanno impatto sulla riproduzione delle specie
faunistiche di importanza comunitaria
 Regolamento per la prevenzione dell’inquinamento paesaggistico causato dalle microdiscariche di rifiuti
ingombranti ed inerti
 Regolamento per la riqualificazione dell’edilizia rurale e del paesaggio antropico in ambito rurale
 Caratterizzazione paesaggistica dell’area rurale sostenibile
INCENTIVAZIONI
 Incremento della produzione mirticola
 Incremento della produzione olearia (habitat 9320)
 Mantenimento delle produzioni foraggere (habitat 6420)
 Conservazione delle superfici a pascolo con formazioni erbacee secche seminaturali (habitat 6220*,
6310)
 Incremento produzioni asparagi selvatici (habitat 9320, 9330, 9340, 6220*)
 Incremento produzioni di conserve da frutti selvatici (habitat 9320, 9330, 9340, 92A0)
 Incremento produzione di miele
 Azienda pilota risparmio energetico e energie alternative (eolico, solare, biomasse)
 Azienda pilota depurazione acque e reflui zootecnici (fitodepurazione)
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

Azienda pilota riqualificazione architettonic edilizia rurale e bioarchitettura
Rinaturalizzazione del ciclo delle acque e riciclaggio dei reflui zootecnici: intervento pilota
MONITORAGGI AMBIENTALI E RICERCA APPLICATA
 Mappatura degli stagni temporanei mediterranei (habitat 3170*), analisi toponomastica e cartografica per
individuare tutte le aree di pertinenza di questo habitat
 Analisi geobotaniche degli stagni temporanei mediterranei (habitat 3170*)
 Analisi della qualità delle acque e dei flussi idrici degli stagni temporanei mediterranei (habitat 3170*)
 Cartografia della vegetazione del SIC
 Programma di monitoraggio della popolazione di Pernice sarda – Alectoris barbara
 Programma di monitoraggio della popolazione delle specie dei vertebrati terrestri legate alle zone a
pascolo estensivo (habitat 6220, 6420 e 6310) alle zone agricole.
 Predisposizione della carta delle vocazioni faunistiche del SIC
 Predisposizione dell’atlante faunistico del SIC
 Redazione Atlante agronomico del territorio del SIC, mediante Sistema Informativo Territoriale
 Redazione censimento catastale del territorio del SIC, mediante Sistema Informativo Territoriale
 Utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili: tecnologie a confronto
SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE
 Educazione ambientale negli stagni temporanei mediterranei (habitat 3170*)
 Programma di sensibilizzazione per la popolazione adulta sulle tematiche della biodiversità e la gestione
dei siti della Rete Natura 2000
 Indagine sulle pratiche agricole sostenibili legate alla tradizione rurale nel territorio del SIC
 Corso di aggiornamento tecnico sulle tematiche della gestione della Rete Natura 2000 destinato alle
strutture interne dei Comuni interessati dal SIC
 Programmi di educazione ambientale e di educazione alla sostenibilità destinato alle Scuole dei Comuni
interessati dal SIC
 Produzione di materiali di sensibilizzazione e comunicazione ambientale
VALORIZZAZIONE ECONOMICA E FRUIZIONE SOSTENIBILE
 Valorizzazione di uno stagno temporaneo mediterraneo (habitat 3170*)
 Valorizzazione degli stagni temporanei mediterranei (habitat 3170*)
 Rete di info.point sulla biodiversità del SIC e sul piano di gestione presso le strutture turistiche delle aree
archeologiche e storiche interne o limitrofe al territorio del SIC
 Realizzazione del marchio “Area Rurale Sostenibile – SIC Media Valle del Tirso e Altopiano di
Abbasanta”
 Attivazione di un Centro visita e centro di educazione ambientale sulla biodiversità presso il centro
abitato di uno dei Comuni interessati dal SIC
 Realizzazione segnaletica indicativa “Area Rurale Sostenibile – SIC Media Valle del Tirso e Altopiano di
Abbasanta”
 Realizzazione di un itinerario naturalistico attrezzato nel territorio del SIC
 Realizzazione di itinerari e punti sosta informativi nel territorio del SIC
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Nome del SIC
S.I.C.p “Sassu – Cirras”
Codice ITB 032219
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine E 8° 33’ 23’’
Superficie
Comuni interessati Santa Giusta
248 ha
Latitudine39° 50’ 31’’
Caratterizzazione fisica
Il Sito “Sassu – Cirras” si trova nell’Italia insulare,
Regione Autonoma della Sardegna, provincia di
Oristano e ricade nel territorio del Comune di Santa
Giusta
Caratteristiche climatiche
La climatologia del Golfo di Oristano risente della sua
posizione geografica e della morfologia del suo
territorio che, mancando di ostacoli orografici di
qualche rilievo, consente ai venti di sviluppare la
massima velocità. Dal mare l’entroterra del golfo di
Oristano è esposto ai venti del III° e IV° quadrante.
Dalla vallata del Tirso si incanalano i venti del I
quadrante e particolarmente il grecale e, dalla pianura
del Campidano lo scirocco.
Per quanto riguarda i dati sulla nuvolosità risulta che in media nell’area si riscontrano
133 giorni sereni, 112 con nuvolosità media e 120 coperti (Servizio Meterologico
dell’Aeronautica di Capo Frasca, in Fadda F.A. et al,, 1993).
Per quanto riguarda la piovosità si può affermare che le precipitazioni medie ed annue
sono relativamente basse ed hanno la loro massima intensità nel periodo ottobre –
marzo e con un periodo arido che abbraccia parte della primavera e tutta l’estate.
Dal grafico 2.1.2.1 si può notare come nel mese di maggio, nonostante le poche
giornate di pioggia, in totale 4, si siano raggiunti 8,5 mm di precipitazioni. Lo stesso si
può affermate per il mese di settembre dove in 4 gg. di precipitazioni sono cadutil10
mm di pioggia
La temperatura media annua rilevata nella stazione di S. Giusta è di 16,7 ° con il
valore medio mensile più alto nel mese di agosto (24,1°) e valore medio mensile più
basso nel mese di gennaio (9,9°).
Le temperature massime più elevate sono state rilevate nei mesi di giugno, luglio,
agosto e settembre. Viceversa, le temperature minime più basse sono state riscontrate
nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio.
Geologia e geomorfologia
La spiaggia e le dune del Sic “Sassu – Cirras”, costituiscono la parte meridionale di un sistema molto più
ampio che dalla foce del Tirso si estendeva fino allo stagno di S’Ena Arrubia per una lunghezza di circa 6
Km. La continuità è stata interrota dal canale navigabile del porto industriale di Oristano che si addentra nel
corpo dunare per una lunghezza di 1600 m, suddividendolo in due unità.
La parte settentrionale risulta ormai compromessa dalla sua destinazione d’uso ad area di servizio del porto
e delle industrie. Quella meridionale, come già affermato precedentemente, corrisponde quasi totalmente al
sistema dunare compreso all’interno del SIC “Sassu – Cirras”. Essa si estende per circa 2,5 km e, prima
della realizzazione dello sterrato che la percorre nel senso longitudinale, era caratterizzata da dune che
raggiungevano un altezza compresa tra i 5 e i 9 metri. Nella parte retrodunare sono presenti piccoli stagni
temporanei che si prosciugano totalmente nella stagione estiva.
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Caratterizzazione biologica
Habitat
Gli studi effettuati nel presente progetto, hanno confermato la presenza di tutti gli 8 habitat presenti nella
scheda Natura 2000 e hanno permesso di verificare la presenza di 2 nuovi habitat (2230-2250*).
1120* Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
2110 Dune mobili embrionali
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche")
2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
2230 Dune con prati dei Malcomietalia
2250* Dune costiere con Juniperus spp
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Specie floristiche di rilievo
Nella Lista Rossa Regionale (Conti et al., 1997) Salicornia patula Duval-Jouve viene indicata a “minor
rischio” (LR), mentre Salicornia emerici Duval-Jouve “vulnerabile” (VU).
Sono state individuate quattro entità di notevole interesse conservazionistico, di cui tre endemiche (Silene
corsica DC., Limonium tenuifolium (Bert. ex Moris) Erben, Limonium tigulianum Arrigoni & Diana) e una di
particolare interesse fitogeografico, Ephedra distachya L., al limite meridionale della sua distribuzione nella
costa occidentale.
Non è stata ritrovata Anchusa littorea Moris, specie endemica che era segnalata nella scheda Natura 2000
riportata dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della Rete Natura 2000.
La fauna.
In totale sono state censite 61 specie di cui 3 appartenenti alla Classe degli Anfibi, 10 ai Rettili, 38 agli
Uccelli e 10 ai Mammiferi.
Delle 61 specie 51 sono a riproduzione certa (3 Anfibi, 8 Rettili, 33 Uccelli e 7 Mammiferi), 5 a riproduzione
probabile (2 Rettili, 3 Mammiferi) e 5 a riproduzione possibile, tutte appartenenti alla Classe degli Uccelli.
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Anfibi
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE (Specie animali e vegetali d’interesse
comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione);
 tre specie sono incluse nell’Allegato 4 della Direttiva 43/92 (Specie animali e vegetali di interesse
comunitario che richiedono una protezione rigorosa);
 tre specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 due specie sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani come specie a rischio limitato
 Due specie sono endemismi della tirrenide
Rettili
 una specie è inclusa nell’Allegato 2 della Direttiva 43/92 CEE;
 cinque specie sono incluse nell’Allegato IV della Direttiva 43/92;
 sette specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna;
 quattro nella Lista Rossa dei vertebrati italiani;
 una specie è un endemismo sardo-corsi;
 una specie è endemica della Sardegna.
Uccelli
 cinque specie incluse nell’Allegato 1 della Direttiva 409/79 CEE,
 venticinque specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Berna,
 cinque specie sono incluse nell’Allegato 2 della Convenzione di Bonn,
 diciasette sono specie SPEC,
 otto sono incluse nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Di queste, una in pericolo in modo critico, due
sono minacciate d’estinzione e cinque sono vulnerabili.
 tre sono endemismi sardo-corsi.
Mammiferi
 una specie è inclusa nella Lista Rossa dei Vertebrati italiani come vulnerabile;
 una specie è probabilmente un’endemismo sardo ed una endemismo sardo-corso.
Obiettivi del Piano
Obiettivi generali
A livello generale gli obiettivi di un’area protetta, ritenuta d’importanza comunitaria per la conservazione della
biodiversità naturale e seminaturale, ai sensi della Direttiva 43/92/CEE, possono essere riassunti come
segue:








conservare il numero di specie (vegetali, animali, fungine, microbiche) attualmente presenti;
conservare la diversità genetica delle popolazioni (vegetali, animali, fungine, microbiche)
attualmente presenti;
conservare gli habitat (naturali e seminaturali) attualmente presenti;
recuperare gli habitat (naturali o seminaturali) eventualmente alterati,
conservare l’eterogeneità spaziale attualmente osservata;
incrementare i 4 aspetti su elencati ove vi fosse evidenza che questo sia necessario e
realisticamente realizzabile (questo comporterebbe azioni di reintroduzione, conservazione in situ ed
ex situ di specie, ripristino di habitat, etc.);
acquisire ed approfondire le conoscenze sulle strutture biologiche e dotarsi di strumenti conoscitivi
(elenchi ed atlanti faunistici, floristici, micologici, erbari, collezioni microbiche, banche del
germoplasma, carte della vegetazione reale e potenziale, carte degli habitat, carta delle unità di
paesaggio e delle unità ambientali, carta bioclimatica, carta geologica, carta pedologica, carta delle
risorse idriche, etc) validi per tutto il pS.I.C.;
acquisire ed approfondire le conoscenze sui processi (influenze delle attività umane su popolazioni,
comunità ed ecosistemi, dinamiche delle successioni secondarie, relazioni uomo-piante-animali,
effetti del fuoco, effetti del pascolo, gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee,
monitoraggio dei flussi idrici superficiali, gestione dei cordoni dunali, monitoraggio e prevenzione dei
fenomeni erosivi, etc.);
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
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alla luce del punto precedente, occorre provvedere a mantenere, incrementare o ripristinare quelle
attività umane correlate alla conservazione della biodiversità specifica, ecosistemica e genetica oggi
osservata;
allo stesso modo occorre regolamentare le attività non in sintonia con gli obiettivi di conservazione
(flussi turistici sulle spiagge, pesca) ed eliminare quelle più deleterie (inquinamento, eutrofizzazione,
incendi, attività di mezzi fuoristrada e motocicli sportivi).
rendere partecipe, attraverso progetti specifici di informazione, formazione e di educazione
ambientale, la comunità residente e i visitatori del SIC dell’importanza che questo riveste per la
conservazione di habitat e specie vegetali e animali di interesse comunitario,
rendere fruibile in modo sostenibile l’area del SIC ai residenti e ai visitatori.
Obiettivi specifici
Gli obiettivi specifici del piano di gestione dipendono sia dal valore intrinseco (biologico, biogeografico) degli
habitat presenti, sia dalla situazione locale riscontrata nell’area.
Gli habitat definiti da comunità vegetali ad alta naturalità che nell’area occupano superfici piccole o minime,
andranno conservati in maniera quasi integrale. In questo caso usiamo il termine sintetico “conservazione”
(che non significa assenza di azioni attive o di progettualità).
L’esame del sito, esteso su 248 ettari, unitamente alla considerazione che su 10 habitat, suggerisce una
strategia gestionale volta totalmente alla conservazione.
La suddivisione degli habitat presenti nel pS.I.C., è sintetizzata nella seguente Tab. 4.2.1.
Habitat
Obiettivo
1120* Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
Conservazione
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
Conservazione
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
Conservazione
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
Conservazione
Conservazione
2110 Dune mobili embrionali
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune
bianche")
Conservazione
2230 Dune con prati dei Malcomietalia
Conservazione
2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
Conservazione
2250* Dune costiere con Juniperus spp.
Conservazione
Conservazione
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Vengono elencati di seguito alcuni obiettivi specifici per singoli habitat.
1120* Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae)
 cartografia delle aree ricoperte da Poseidonia oceanica e “matte” morta al fine di valutare il ripristino
in aree precedentemente colonizzate da questa specie
 gestione della pesca e gestione delle attività da diporto (eventuali campi boe per evitare ancoraggi in
zone altamente frequentate) al fine di conservare la sua presenza sulle superfici attualmente
ricoperte
 monitoraggio della dinamica dei flussi idrici a mare, delle correnti marine e della qualità delle acque
marine (torbidità e presenza di inquinanti)
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi e depliant esplicativi.
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
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studio e monitoraggio delle correnti marine
monitoraggio dei flussi idrici a mare e della qualità delle acque marine
eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
cartografia vegetazione e habitat
conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
regolamentazione delle attività da diporto
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
realizzazione di pannelli illustrativi e depliant esplicativi.
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia)
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere idrauliche che comportino il drenaggio, alterazione idraulica e morfologica,
inquinamento delle acque
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione di corsi d’acqua
 ripristino delle sponde e delle pendenze di stagni alterati
 regolamentare la captazione di acque superficiali
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
 monitoraggio dei flussi idrici e della qualità delle acque
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione delle attività di pascolo
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici, depliant esplicativi.
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2110 Dune mobili embrionali
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 eliminazione di opere che comportino alterazione della morfologia delle dune
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
 eliminazione strutture abusive, chioschi e parcheggi dagli ecosistemi dunali
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate (Silene corsica)
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate(Silene corsica)
 regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
 regolamentazione delle attività da diporto
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 regolamentazione del pascolo
 prevenzione incendi
 eradicazione specie alloctone
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici e depliant esplicativi.
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria ("dune bianche")
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 eliminazione di opere che comportino alterazione della morfologia delle dune
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
 eliminazione strutture abusive, chioschi e parcheggi dagli ecosistemi dunali
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate (Silene corsica)
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate (Silene corsica)
 regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
 regolamentazione delle attività da diporto
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 regolamentazione del pascolo
 prevenzione incendi
 eradicazione specie alloctone
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici e depliant esplicativi.
2230 Dune con prati dei Malcomietalia
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 eliminazione di opere che comportino alterazione della morfologia delle dune
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
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eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
eliminazione strutture abusive, chioschi e parcheggi dagli ecosistemi dunali
cartografia vegetazione e habitat
conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate (Anchusa littorea)
monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate(Anchusa littorea)
regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
regolamentazione delle attività da diporto
divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
regolamentazione del pascolo
prevenzione incendi
eradicazione specie alloctone
divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici e depliant esplicativi.
2250* Dune costiere con Juniperus spp.
 recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa vegetazione e ripristino dei ginepreti
 mantenimento di tutte le superfici attualmente occupate
 ripristino di tutte le superfici potenzialmente occupabili
 eliminazione di opere che comportino alterazione delle correnti marine
 eliminazione di opere che comportino alterazione della morfologia delle dune
 studio e monitoraggio delle correnti marine
 monitoraggio e prevenzione dei fenomeni erosivi
 eliminazione pulizia meccanica delle spiagge
 eliminazione inquinanti e rifiuti dalle spiagge
 eliminazione strutture abusive, chioschi e parcheggi dagli ecosistemi dunali
 cartografia vegetazione e habitat
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare o minacciate
 monitoraggio delle popolazioni di specie vegetali rare o minacciate
 regolamentazione dei flussi turistici sugli arenili
 regolamentazione delle attività da diporto
 divieto di introduzione di automezzi fuoristrada e ciclomotori sportivi
 regolamentazione del pascolo
 prevenzione incendi
 eradicazione specie alloctone (impianti artificiali verso S’Ena Arrubia))
 divulgazione didattico-scientifica verso le popolazioni locali e fruitori esterni sull’importanza di questo
habitat
 coinvolgimento, sensibilizzazione e motivazione dei principali stakeholders (pescatori, diportisti,
turisti e operatori turistici)
 realizzazione di pannelli illustrativi, percorsi naturalistici e depliant esplicativi.
92D0 Gallerie e forteti ripariali meridionali (Nerio-Tamaricetea)
Si tratta di un habitat di grande importanza nelle aree interne. conservazione di tutte le superfici oggi
occupate dai tamariceti.
 recupero delle rimanenti superfici di pertinenza di questa vegetazione e ripristino dei tamariceti
 eliminazione, ove possibile, di opere che abbiano comportato la canalizzazione, deviazione,
alterazione dei corpi idrici
 regolamentare la gestione delle acque superficiali
 regolamentazione del pascolo nelle aree di pertinenza di queste comunità
 abbattimento degli inquinanti organici ed inorganici delle acque
Strategia di gestione.
In considerazione degli obiettivi delineati nel precedente capitolo, si prospetta una strategia di gestione
fondata su una serie diversificata di azioni operative, fra le quali si ritiene importante individuare alcune
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
priorità d’intervento. Questa definizione delle priorità d’azione tiene conto del valore intrinseco degli habitat
interessati, ma anche dell’urgenza di realizzare nelle due aree considerate una forte azione di mitigazione
degli effetti negativi delle attività antropiche (sovrautilizzo) e di promozione di una fruizione dei beni naturali
che sia maggiormente compatibile con la tutela della biodiversità naturale.
Le azioni prioritarie sono le seguenti:
 analisi geobotaniche
 cartografia della vegetazione
 cartografia degli habitat
 cartografia floristica
 monitoraggio demografico delle popolazioni di specie rare e/o minacciate
 conservazione in-situ ed ex-situ di specie vegetali rare e/o minacciate
 eradicazione specie alloctone
 rimozione rifiuti dai vari ecosistemi e piano gestione dei rifiuti
 risanamento e rinaturalizzazione del sistema dunale
 regolamentazione della fruizione turistica della fascia costiera
 studio e monitoraggio dei fenomeni erosivi
 piano d’azione per prevenire e contrastare l’erosione
 piano regolatore delle attività e dei flussi turistici
 realizzazione di un sistema informativo
 eliminazione della strada sterrata che attraversa nel senso longitudinale il sistema dunare
 sistemazione e recupero ambientale dell’area interessata dalle cave di sabbia attualmente in
esercizio;
 regolamentazione della circolazione degli autoveicoli all’interno del SIC,
 chiusura e rinaturalizzazione del fitto retticolo di sterrati esistenti nel SIC;
 riordino e riqualificazione del sistema dei servizi di ristoro sul litorale e loro coinvolgimento attivo nel
sistema informativo
 ridimensionamento degli interventi per l’ampliamento del Porto Industriale previsti dal Piano
Regolatore Territoriale del Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione dell’Oristanese
 ampliamento dei confini del SIC comprendendo il sistema dei piccoli stagni temporanei e dei campi
coltivati presenti nell’area fra lo stagno di S’Ena Arrubia, lo stagno di Santa Giusta e il sistema
dunale.
Schede progetto
INTERVENTI ATTIVI
 Eliminazione delle micro-discariche abusive
 Eliminazione della strada sterrata parallela alla linea di costa
 Realizzazione di passerelle in legno per l’accesso alla spiaggia
 Chiusura della rete degli sterrati ai mezzi motorizzati e riqualificazione degli stessi
 Eradicazione specie vegetali alloctone invasive
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REGOLAMENTAZIONI

Regolamento per la fruizione del SIC
MONITORAGGI AMBIENTALI E RICERCA APPLICATA





Analisi geobotaniche della vegetazione
Cartografia della vegetazione
Cartografia degli Habitat
Cartografia floristica
Monitoraggio delle popolazioni dei Vertebrati terrestri (Anfibi, Rettili e Uccelli) di interesse comunitario,
nazionale e regionale durante il periodo delle migrazioni, svernamento e riproduzione
SENSIBILIZZAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE



Programma di Educazione ambientale
Programma di comunicazione ambientale per la popolazione adulta sulle tematiche della tutela della
biodiversità e la gestione dei siti della Rete Natura 2000
Predisposizione di materiale informativo e formativo
VALORIZZAZIONE ECONOMICA E FRUIZIONE SOSTENIBILE




Segnaletica informativa sulle principali risorse ambientali dei SIC “Stagno di Stagno di Santa Giusta” e
“Sassu –Cirras
Centri info-point sulla biodiversità dei SIC “Stagno di Stagno di Santa Giusta” e “Sassu –Cirras” e sulle
attività di pesca..
Attivazione di un Centro visita sulla biodiversità presso il centro abitato di Santa Giusta
Realizzazione segnaletica indicativa dei SIC “Stagno di Stagno di Santa Giusta e Sassu Cirras”
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Nome del SIC
“Giara di Gesturi”
Codice ITB0411112
Regione bio-geografica: Mediterranea
Localizzazione centro SIC:
Longitudine 8° 56’ 34 ”
Latitudine 39° 45° 59°
Superficie 6393 ha
Comuni interessati: Provincia di Oristano: Comuni di Albagiara, Assolo, Genoni, Gonnosnò,
Nureci, Sini Provincia del Medio Campidano: Comuni di Genuri, Gesturi, Setzu, Tuili. Provincia
di Cagliari: Comune di Nuragus
Caratterizzazione fisica
La Giara, con i suoi 44 kmq di superficie e i 6 km di larghezza tra Corona Arrubia ad ovest e Monte Pastoris
ad est, si erge inconfondibilmente nella Sardegna centrale dominando una decina di piccoli paesi ubicati ai
suoi piedi. Si tratta di un altopiano sub orizzontale costituito da un espandimento basaltico poggiante sopra
termini marnoso-arenacei. La quota media del tabulato è di circa 560 metri s.l.m., da cui spiccano i due rilievi
(centri eruttivi) dei Monti Zepparedda (608 m) e Zeppara Manna (581 m).
Il S.I.C. comprende il tavolato e le pendici escludendo la fascia pedemontana; le principali caratteristiche,
che la rendono nota a livello internazionale, sono relative oltre alla morfologia, alla fauna, ospita infatti l’unico
branco italiano ed europeo di cavalli bradi - i cavallini della Giara – alla vegetazione, con i boschi di querce
da sughero, roverelle, lecci e olivastri, infine, non inferiori per singolarità, i caratteristici laghetti – i paulis essenzialmente dovuti alle depressioni presenti all’interno della colata basaltica al cui interno si raccoglie
l’acqua piovana. L’estensione totale della superficie del SIC è pari a 63,93 kmq, eterogenealmente ripartiti
tra 11 comuni, con valori che appaiono estremamente variabili: tra tutti, Gesturi, con 21,99 kmq (il 34,40%
del totale) e Genoni, con 18,68 kmq (il 29,22 %) appartengono i valori più alti in assoluto, raggiungono da
soli il 63,62 % del totale, seguiti a notevole distanza, da Tuili che vanta appena 5,75 kmq nel SIC, cui
corrisponde un 9 % e, a ruota, da Assolo con 5,55 kmq di estensione (8,68 %) e così via, fino a Nuragus, il
comune con l’estensione più limitata, 0,33 kmq con cui raggiunge lo 0,52 %,appena preceduto da Genuri,
che con 0,42 kmq si aggiudica lo 0,66 %.
Caratteristiche climatiche
I caratteri climatici locali sono stati definiti attraverso gli unici dati disponibili per il territorio, scegliendo tra le
stazioni di misurazione presenti in prossimità della Giara, sebbene, si tratti di dati relativi esclusivamente alla
pluviometria (mm di pioggia al suolo) e termometria.
In tutte le stazioni si conferma il massimo di precipitazione piovosa tra novembre e gennaio (intorno ai 100
mm), con valori medi simili per marzo, aprile ed ottobre (85 mm) e settembre – maggio (40 mm) lasciando i
valori minimi al periodo giugno – agosto (10- 15 mm). Il valore massimo lo si registra ad Ales per il mese
di dicembre (124,1 mm) mentre il valore minimo è ad Assolo nel mese di luglio (3,6 mm). L’anno piovoso è
massimo ad Ales (778 mm) e minimo a Gerghi (667,8 mm), mentre la media annuale tra le sei stazioni
pluviometriche è di 722,1 mm.
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Le temperature (medie) sono state registrate solo in quattro stazioni ed i dati disponibili sono stati registrati
al massimo per un ventennio ad Ales e per pochi anni nelle altre tre stazioni: Baradili, Genoni e Gergei. Le
temperature più basse si registrano da dicembre a gennaio, con valore minimo pari a 7,1 °C ad Ales,
mentre le più alte (superiori ai 23 °C) si registrano nei mesi di luglio e agosto, con massima pari a 26,4 °C a
Gergei nel mese di luglio. Da aprile a giugno si registra perciò un crescendo da 10,2 a 21,8 °C circa mentre
da settembre a novembre, al contrario, una diminuzione dai 22,4 agli 11,7 °C.
In definitiva, i dati di precipitazione sembrano confermare per la Giara i caratteri di un clima tipico delle
regioni mediterranee che presenta una certa continentalità dovuta alla distanza dalle coste, quindi
dall’azione mitigatrice del mare.
Caratteristiche geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche
Il rilievo tabulare della Giara di Gesturi è caratterizzato da un basamento di rocce sedimentarie mioceniche
di origine marina, quindi, superiormente, da un limitato deposito continentale correlabile con la Formazione
di Samassi e, sulla sua sommità, a copertura delle formazioni sedimentarie sottostanti, da un’espandimento
di lave basaltiche del Pliocene. I versanti risultano frequentemente caratterizzati dalla presenza di blocchi
rocciosi distaccatesi dalle scarpate laviche marginali per processi di franamento.
La Giara di Gesturi rappresenta un rilievo tabulare a forma trapezoidale avente la massima lunghezza in
senso SE-NW, pari a circa 12 km e, trasversalmente rispetto a questa, di circa 6 km, con media intorno ai 3
km; è caratterizzato, sulla sommità, da un espandimento di lava basaltica poggiante essenzialmente su
depositi marnoso-arenacei di origine marina ascrivibili al Miocene inferiore medio.
In località Su Padenti le lave plioceniche poggiano sui depositi continentali, ugualmente pliocenici. La
superficie di contatto tra i sedimenti basali e le colate laviche sovrastanti risulta
abbastanza uniforme e pianeggiante. Le quote della sommità della Giara oscillano tra circa 490 m e oltre
600 m, con progressivo aumento da NW verso SE; spiccano in leggero rilievo sulla sommità dell’altopiano i
rialzi cupoliformi di Zeppara Manna (580 m s.l.m.) e Zepparedda (607 m s.l.m.), riconosciuti come i due
centri di emissione delle colate laviche basaltiche.
Nella parte circa mediana dell’allungamento della Giara è riconosciuta la presenza di una faglia, denominata
Sa Roja, la cui impostazione sarebbe precedente alla messa in posto dei basalti, condizionandone, all’atto
delle emissioni laviche, l'andamento e la potenza delle colate stesse. In particolare, sembrerebbe che quelle
provenienti da Zeppara Manna si siano riversate nel settore ribassato, arrestandosi in corrispondenza del
gradino.
Data la morfologia tabulare e la giacitura pressoché orizzontale della superficie dell’altopiano, impostato
nelle vulcaniti basaltiche quaternarie, il reticolo idrografico che si è impostato sulla sommità della Giara di
Gesturi è scarsamente sviluppato; esso è caratterizzato essenzialmente da solchi di dreno, talvolta solo
debolmente marcati, recapitanti su depressioni chiuse e poco profonde, denominate Paulis, nelle quali si
raccolgono stagionalmente modeste quantità d’acqua che difficilmente permangono tutto l’anno.
Questi ristagni d’acqua, di dimensione quasi sempre modeste e comunque mai rilevanti, grazie alla loro
elevata variabilità del regime idrico, rappresentano habitat di particolare interesse naturalistico in quanto
capaci di ospitare una flora e una fauna assolutamente significativa.
Tra i pauli più caratteristici ricadenti nel territorio di Gesturi, sono da menzionare Pauli Ala Mardi, Pauli s’Ala
de Mengianu, Pauli Arriscionis, Pauli Corte Brocci, Pauli Pardu Longu ‘e Jossu, Pauli ‘e Fenu, Pauli
Perdosu, Pauli Palla, Cammisa, Pauli ‘e Crobu, Pauli ‘e Mandas, Pauli Bartili, Pauli Oromeo. I più importanti
del comune di Genoni sono il Pauli Maiori, Pauli Tramatzu, Pauli Cerrobica e Pauli Ala Moi. Al territorio di
Tuili appartengono Pauli Maiori, Pauli Xiveddu, Pauli Murdegu e Su Pauli, ricadente nel territorio di Setzu.
Alcuni, come i Pauli Bartili, Pauli Oromeo e Pauli Maiori di Genoni, sono stati interessati dall’innalzamento
degli argini al fine di aumentare il volume di acqua raccolta nel periodo delle piogge.
Forme di erosione incanalata (gully erosion), anch’essi percorsi stagionalmente dall’acqua, attraversano
localmente le colate basaltiche, agevolati nel loro scorrimento dalla modesta pendenza della sommità, talora
collegando fra loro Pauli attigui. Fra questi il Riu Traineddu, che, a partire dal complesso di Pauli di Ala Moi,
nel settore centrale della Giara, si dirige verso il margine dell’altopiano per incidere la testata della colata
lavica basaltica, in corrispondenza di Scala S’Eremida e, quindi, solcare con maggiore incisività gli scoscesi
versanti di marne e arenarie e proseguire il suo decorso più a velle nel Riu Molinu.
Proprio nei ripidi pendii impostati nei litotipi sedimentari miocenici, con apice a partire dalla base delle sottili
testate laviche che li ricoprono, si sviluppa a raggiera il reticolo idrografico tutto attorno all’altopiano della
Giara.
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Caratterizzazione biologica
Habitat
Il formulario Bioitaly individua Nel SIC Giara di Gesturi sei habitat di interesse comunitario (tipi di habitat
naturali la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione), individuati ai sensi
dell'Allegato I della Direttiva 92/43/CEE e successive modifiche ed integrazioni e recepita dallo stato italiano
con D.P.R. n° 357/97), tre dei quali sono considerati prioritari: Cod. 3170, Cod.6220, Cod. 9320.
Habitat presenti nel sito:
3170* Stagni temporanei mediterranei
5330 Arbusteti Termo-Mediterranei e pre-desertici
6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue
9320* Foreste di Olea e Ceratonia
9330 Foreste di Quercus suber
9340 Foreste a Quercus ilex e Quercus rotundifolia
(*) Habitat di interesse comunitario e habitat prioritari
Il piano di gestione conferma gli habitat.
Specie floristiche di rilievo
Non sono segnalate specie di interesse comunitario inserite nell’Allegato II della Direttiva Habitat
La fauna
Invertebrati
2 specie di cui una già presente nel Formulario Bioitaly (Cerambice maggiore).
Anfibi
4 specie di cui 2 incluse nell’Allegato 2 della Direttiva Habitat (Geotritone odoroso e Discoglosso).
Rettili
13 specie di cui 3 incluse nell’Allegato II della Direttiva Habitat (Tarantolino, Tartaruga d’acqua e Testuggine
comune).
Uccelli
79 specie di cui 5 (Astore, Falco pellegrino, Pernice sarda, Magnanina sarda e Magnanina) incluse
nell’Allegato I della Direttiva Uccelli.
Mammiferi
12 specie di cui una (Barbastello) è inclusa nell’Allegato II della Direttiva Habitat.
Obiettivi del Piano.
Obiettivi generali
Gli obbiettivi principali che il Piano si pone sono:
- mantenere e migliorare il livello di biodiversità degli habitat e delle specie di interesse comunitario per i
quali il sito è stato designato;
- mantenere e/o ripristinare gli equilibri biologici alla base dei processi naturali (ecologici ed evolutivi);
- ridurre le cause di declino delle specie rare o minacciate ed i fattori che possono causare la perdita o la
frammentazione degli habitat all’interno del sito e nelle zone adiacenti;
- tenere sotto controllo ed eventualmente limitare le attività che incidono sull’integrità ecologica
dell’ecosistema;
- armonizzare i piani e i progetti previsti per il territorio in esame;
- individuare e attivare i processi necessari per promuovere lo sviluppo di attività economiche compatibili con
gli obiettivi di conservazione dell’area;
- attivare meccanismi socio-politico-amministrativi in grado di garantire una gestione attiva ed omogenea del
pSIC.
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Obiettivi specifici
Gli obiettivi specifici individuati tengono conto della presenza nel territorio di aree caratterizzate da un
sottoutilizzo o sovrautilizzo delle risorse.
Sono stati individuati
a) Obiettivi specifici comuni ai diversi ambiti territoriali
b) Obiettivi specifici per gli ambiti territoriali marginali con sottoutilizzazione delle risorse
c) Obiettivi specifici per gli ambiti territoriali con sovrautilizzazione delle risorse
d) Obiettivi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio biologico suddivisi in:
d1) Obiettivi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio botanico
d2) Obiettivi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio faunistico
La Gestione.
Questa fase consiste nella messa a punto delle strategie gestionali di massima che devono essere alla base
delle specifiche azioni che si devono intraprendere per perseguire gli obiettivi indicati nel capitolo
precedente.
Schede progetto
Le azioni vengono lette in relazione al raggiungimento degli obiettivi (matrice degli interventi strategici). Alle
tipologie di azioni, viene attribuito un livello di importanza relativo a quel sito (Alta, Media, Bassa). La
programmazione delle attività ha tenuto conto della loro fattibilità a breve, medio e lungo termine definendo:
- a breve termine(BT): tutti gli interventi che saranno presumibilmente realizzati entro 12 mesi;
- a medio termine (MT): tutti gli interventi che saranno presumibilmente realizzati entro 24-36 mesi;
- a lungo termine (LT): tutti gli interventi che richiedono un tempo di attuazione compreso tra 36 e 60 mesi ed
oltre.
Le azioni previste sono le seguenti
B1 - Sistemazione delle piste di servizio al SIC e miglioramento del loro
inserimento ambientale
B2 - Rete dei sentieri
B3 - Percorsi attrezzati di fruizione della fauna
B4 - Percorsi attrezzati di fruizione della risorsa botanica
B5 - Ristrutturazione di edifici da adibire a centri di servizio
B6 - Riqualificazione delle “case” e delle strutture “pastorali” sull’altopiano
B7 - Promozione delle risorse energetiche alternative
B8 - Raccolta dei rifiuti
B9 - Ripristino ambienti lacustri (pauli)
B10 - Bonifica delle sorgenti
B11 - Ripristino aree degradate
B12 - Creazione delle radure a pascolo
B13 - Realizzazione di punti di abbeverata
B14 - Ampliamento delle condotte dell'acqua nel SIC
B15 - Rinaturalizzazione di aree rimboschite con specie alloctone
B16 - Realizzazione di vivai per la coltivazione di specie di interesse
B17 - Realizzazione del piano per la salvaguardia e prevenzione incendi
B18 – Creazione del Comitato tecnico di analisi delle capacità di carico dei
terreni pascolivi
B19 – Informazione e sensibilizzazione
B20 - Reazione di un sistema informativo territoriale condiviso
B21 - Formazione
B22 - Educazione ambientale
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
4.2
ZONE DI PROTEZIONE SPECIALE – Z.P.S.
Per quanto riguarda ben 7 Zone di Protezione Speciale (elencate nella tabella successiva)
presenti in provincia di Oristano la loro perimetrazione coincide largamente con quella degli
omologi Siti d’Interesse Comunitario, per cui si rimanda alle caratteristiche ed alle indicazioni tratte
dai Piani di Gestione, che sono stati illustrati nel precedente paragrafo 4.1.
cod
denominazione
superficie ha
ITB030039
Isola Mal di Ventre
375
ITB034001
Stagno di S'Ena Arrubia
298
ITB034004
Corru S'Ittiri, Stagno di san Giovanni e Marcdeddì
ITB034005
Stagno di Pauli Majori
289
ITB034006
Stagno di Mistras
702
ITB034007
Stagno di Sale e' Porcus
473
ITB034008
Stagno di Cabras
2.652
3.617
Totali
41.554
Le rimanenti Z.P.S. che vengono elencate nella tabella di seguito, sono state anch’esse istituite dal
Ministero dell’ambiente, del Territorio e del Mare con Decreto del 19 giugno 2009, ma allo stato
attuale non sono stati redatti i relativi Piani di Gestione.
cod
denominazione
superficie ha
ITB023051
Altopiano di Abbasanta
19.557
ITB033036
Costa di Cuglieri
2.845
ITB023037
Costa tra Bosa ed Alghero
8.222
ITB043054
Campidano centrale
1.564
ITB043056
Giara di Siddi
960
Totali
41.554
La Regione Autonoma della Sardegna, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (P.S.R.)
2007-2013 ha promosso nel 2011 la Misura 3.2.3, azione 1, sottoazione 1 – Stesura e/o
aggiornamento dei piani di gestione delle aree della rete Natura 2000, con l’obiettivo di sostenere
le Amministrazioni locali nella redazione dei Piani di Gestione delle Z.P.S. che ancora non sono
dotate di tale strumento pianificatorio.
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
5.
IL PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE
La proposta di PFVP della Provincia di Oristano è strutturata in quattro parti:
PARTE PRIMA – Introduzione e disposizioni generali
Relativo ai riferimenti normativi e agli orientamenti generali del piano
PARTE SECONDA – Elementi conoscitivi
Relativo al quadro della conoscenza attuale della realtà territoriale provinciale (ambientale e socioeconomica) in raccordo con il PUP e del relativo patrimonio
PARTE TERZA – Pianificazione faunistica
Relativo alle proposte di destinazione e di vocazione faunistica del territoriale, di pianificazione
complessiva e di dettagli e di gestione faunistico-venatoria sostenibile
PARTE QUARTA – Indicazioni per lo studio d’incidenza
Indicazioni per la predisposizione dello Studio per la Valutazione d’Incidenza delle attività previste
dal P.F.V.P. sui Siti della Rete Natura 2000 (DPR n. 357/97, art. 5)
Il Piano Faunistico Venatorio Provinciale riguarda tutto il territorio agro-silvo-pastorale ed è uno
strumento di pianificazione settoriale, di durata quadriennale, che si raccorda con gli altri strumenti
provinciali di pianificazione.
Caratteristiche generali ed orientamenti del P.F.V.P.
I nuovi strumenti normativi a livello nazionale (Legge n. 157 / 1992) e regionale (L.R. n- 23/1998)
ed i documenti condivisi a livello mondiale ed europeo (convenzioni internazionali e direttive
dell’Unione Europea) ci consentono di ragionare sulla conservazione e sulla fruizione del
patrimonio faunistico in maniera nuova e con maggiore attenzione ad una visione equilibrata e
sostenibile che sia capacità di coniugare le esigenze dell’ambiente con quelle della presenza e
delle attività umane, compresa l’attività venatoria.
La Provincia di Oristano che da diversi anni è impegnata in una politica di utilizzo compatibile del
territorio e dei beni ambientali, è sempre stata attenta alla costruzione di questo equilibrio che deve
essere costruito con la partecipazione attiva e la collaborazione di tutti i soggetti istituzionali e di
tutti gli attori sociali interessati alla tutela e gestione della fauna selvatica.
La fauna selvatica deve essere considerato un bene ambientale che appartiene in primis a tutta la
comunità locale, direttamente responsabile della sua gestione, ma che deve essere anche
considerato un valore per l’intera comunità regionale, nazionale ed europea.
Come biodiversità la fauna selvatica rappresenta infatti un elemento di qualità dell’ambiente
naturale ed antropizzato nel quale le comunità locali hanno il diritto di vivere con serenità e
benessere sociale ed economico, ma rappresenta anche un elemento caratterizzante a livello più
vasto del territorio oristanese, che in campo faunistico presenta delle peculiarità uniche. Questa
ricchezza, riconosciuta anche a livello internazionale, merita una grande attenzione verso la sua
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
protezione e gestione compatibile perché in prospettiva futura potrà rappresentare una risorsa di
grande interesse economico.
La Provincia di Oristano, nel rispetto delle competenze che gli vengono riconosciute dalla
normativa vigente, intende svolgere un ruolo determinate nel contribuire allo sviluppo di questa
nuova visione e lo strumento del Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) rappresenta lo
strumento fondamentale per dare concretezza e prospettiva a tale visione.
E’ importante poi valutare e tenere come modello di riferimento per la gestione faunistico-venatoria
anche le indicazioni di livello nazionale che pervengono dall’ISPRA Istituto Superiore Protezione e
Ricerca Ambientale- ex-INFS, Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (Legge 133/2008 di
conversione, con modificazioni, del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112).
Saranno considerate di fondamentale utilità le attività di educazione, informazione,
sensibilizzazione , comunicazione e formazione-aggiornamento che la Provincia di Oristano ha
sempre cercato di sviluppare nell’ultimo decennio e continuerà a promuovere con l’attività del
Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale e Sviluppo sostenibile “Arbòrea”
(www.lt.arborea.it) del Settore Attività produttive – Sviluppo sostenibile. Si ritiene importante in
proposito continuare a produrre e diffondere materiali divulgativi, promuovere momenti di
aggiornamento tecnico-scientifico (convegni, seminari, corsi, workshop) e a sviluppare
l’informazione ed il dialogo con gli operatori venatori, con le associazioni venatorie, con il mondo
agricolo e della pesca e le relative associazioni di categoria, favorendo la partecipazione e la coresponsabilizzazione, come la Provincia ha fatto negli ultimi anni mediante i forum tematici
realizzati nel proprio percorso di Agenda 21 Locale provinciale (Progetto Nuovi Percorsi, 20022008).
Importantissimo è ritenuto l’assenso e la condivisione dei diversi attori sociali che nel prossimo
futuro saranno impegnati nella attuazione del piano stesso, con particolare riferimento alla
gestione agli Ambiti territoriali di Caccia (ATC) e degli Istituti faunistici di varia natura.
In proposito, la Provincia di Oristano in contemporanea con la redazione della presente proposta di
Piano Faunistico venatorio Provinciale ha avviato un procedimento di Valutazione Ambientale
strategica (VAS) dello stesso piano, nel rispetto della normativa vigente in materia a livello europeo
( Direttiva 2001/42/CEE), nazionale (D.lgs. n° 152/2006; D.lgs. n° 4/2008) ed in attuazione delle
proprie competenze stabilite dalla normativa regionale (L.R. n. 9/2006; L.R. n.3/2008;
Deliberazione Giunta regionale 23 aprile 2008, n. 23/24).
La VAS è un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze dirette ed indirette delle azioni
proposte dal PFV provinciale sull’ambiente naturale.
La finalità della VAS è la verifica della rispondenza dei piani di sviluppo, dei pianii territoriali e dei
programmi operativi con gli obiettivi di tutela della natura e di sviluppo sostenibile, tenendo conto
degli effettivi vincoli ambientali e della diretta incidenza dei piani sulla qualità dell’ambiente.
La VAS riguarda i processi di formazione e redazione dei Piani, più che i paini stessi in senso
stretto. E’ infatti uno strumento nuovo ed importante di coinvolgimento degli attori sociali e delle
comunità locali nella stesura dei piani e di aiuto alla decisione da parte delle amministrazioni locali
responsabili della pianificazione territoriale e socio-economica.
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
L’elemento di novità fondamentale è, infatti, la responsabilità ed il coinvolgimento diretto dei vari
soggetti ed attori sociali nella gestione della fauna selvatica e delle attività venatorie. Una
responsabilità e un coinvolgimento che, a livello locale, richiederanno programmazione,
organizzazione, partecipazione, cooperazione tra organismi diversi, attuazione di azioni concrete
ed utilizzo di risorse economiche e sviluppo di professionalità e competenze qualificate. Anche
l’attività venatoria dovrà essere indirizzata verso una “caccia sociale partecipata”, dove il prelievo
sia effettuato in maniera programmata, compatibile ed in accordo con tutta la comunità locale, ed il
cacciatore sia legato al territorio come “custode” attivo della sua integrità ambientale,
paesaggistica e faunistica, come fruitore responsabile.
La Provincia di Oristano, come ha già fatto in altri contesti, cercherà di favorire e sviluppare la
cooperazione ed il confronto costruttivo tra i tanti soggetti interessati, ed in particolare cercherà di
favorire la collaborazione tra gli operatori del mondo rurale (agricoltori ed allevatori) e della pesca, i
cacciatori e tutti gli altri attori interessati alla conservazione e fruizione della fauna selvatica
(associazioni ambientali ed ecologiche, operatori del turismo naturalistico e dei servizi di gestione
ambientale).
In proposito, una nuova attenzione sarà dedicata alle opportunità offerte dalla riforma della Politica
Agricola Comunitaria (PAC), in relazione ai contenuti del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 20072013 di recente approvato dalla Regione Sardegna (Deliberazione N. 24/1 del 28.6.207), con
particolare riferimento incentivi alle nuove forme di incentivazione per gli operatori agricoli che si
impegneranno nelle loro aziende a contribuire alla conservazione degli habitat e delle specie
selvatiche e che attueranno interventi di miglioramento ambientale e di sostegno alimentare per la
fauna selvatica. Si tratta infatti di importanti opportunità di integrazione di reddito per il mondo
agricolo e della pesca che vanno nella direzione della multifunzionalità delle imprese con funzioni
anche di controllo e protezione dell’ambiente, del paesaggio e della fauna.
La Provincia di Oristano si preoccuperà anche di valutare la possibilità di sviluppare progetti
integrati nell’ambito dei nuovi strumenti comunitari a favore dell’ambiente (con particolare
riferimento al LIFE Plus) o di accordi con le organizzazioni di categoria dei settori dell’agricoltura e
della pesca nell’ambito dei nuovi programmi LEADER + che sono attualmente in fase d’avvio e
che, attraverso la partecipazione attiva delle imprese private, dedicano particolare attenzione alla
tutela della qualità ambientale e alla conservazione della biodiversità.
In fine, la Provincia di Oristano si adopererà per favorire il dialogo con gli organismi di gestione
della Aree Naturali Protette già istituite, regionali e nazionali, e facilitare anche la cooperazione tra
questi e le associazioni venatorie e gli ATC, nella convinzione che la presenza di un adeguato e
condiviso sistema di aree naturali sottoposte a vincolo e controllo ambientale possa costituire un
elemento importante di conservazione della fauna selvatica e di sostegno allo sviluppo naturale di
popolazioni anche d’interesse venatorio, come la pernice sarda e la lepre sarda.
A) La proposta di P.F.V.P recepisce:

le indicazioni fornite dalla normativa comunitaria (Direttive UE), nazionale (L. n. 157/92)
e regionale (L.R. n. 23/98 e successive modifiche) in materia di tutela, fruizione e
prelievo venatorio sostenibile della fauna selvatica, dalle convenzioni internazionali;
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta


i contenuti tecnici del primo documento orientativo sui criteri omogenei e congruenza
per la pianificazione faunistico-venatoria (LEGGE 11 febbraio 1992, n. 157, art. 10,
comma 11), elaborato dall’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica (INFS);
gli indirizzi regionali per la pianificazione faunistica-venatoria provinciali e per la
predisposizione dei piani provinciali faunistici elaborate dalla Regione Sardegna.
B) Gli strumenti tecnici di base per la redazione della presente proposta di PFVP sono
rappresentati da:










La Carta delle Vocazioni faunistiche della Sardegna prodotta dalla Regione Sardegna
nel 2005;
La bozza del Piano Faunistico regionale predisposta dall’Assessorato Difesa Ambiente
della Regione Sardegna nel 2007;
La precedente proposta di PFVP elaborata dalla Provincia di Oristano nel 2001;
Il Piano Territoriale di Coordinamento ed Urbanistico Provinciale della Provincia di
Oristano, approvato nel 2005 e successive integrazioni;
I Piani di Gestione delle aree della Rete Natura 2000 (S.I.C. e Z.P.S.) approvati dalla
Regione Sardegna nell’ambito della Misura 1.5 – Rete Ecologica Regionale dell’Asse 1
– Risorse naturali del P.O.R. Sardegna 2000-2006;
I Documenti Tecnici ed i Quaderni prodotti dall’INFS (attualmente ISPRA);
Piani nazionali ed internazionali per la conservazione delle specie di fauna selvatica
Gli eventuali piani di gestione faunistica delle aree protette nazionali e regionali;
I Piani di Gestione delle aree della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) redatti dagli Enti
Locali ed approvati dalla Regione Sardegna, nell’ambito della Misura 1.5 – Rete
Ecologica regionale del POR Sardegna 2000-2006.
I monitoraggi degli uccelli acquatici e del cormorano realizzati dalla Provincia di
Oristano nel periodo 2000-2008;
C) La predisposizione della proposta di PFVP avviene nel rispetto dei seguenti orientamenti
generali:

La conferma del ruolo della Provincia a favore delle politiche di programmazione e di
indirizzo per la conservazione e gestione sostenibile della fauna selvatica e del suo
ambiente naturale;

L’avvio della gestione faunistico-venatoria programmata del territorio, con particolare
riguardo al funzionamento degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e degli istituti
faunistici principali-

La pianificazione faunistico-venatoria di tutto il territorio agro-silvo pastorale della
provincia e la definizione della destinazione a protezione faunistica, a gestione privata
o a gestione programmata dell’attività venatoria.

La proposta di PFVP tende ad uniformarsi ad una politica faunistica regionale
omogenea ed integrata, ma evidenzia le specificità della realtà oristanese ed elabora
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
scenari e soluzioni originali alle problematiche locali, soprattutto per quanto riguarda la
gestione sociale della caccia.

La pianificazione si basa sulla individuazione di comprensori territoriali che hanno
caratteristiche omogenee dal punto di vista ambientale, ma anche storico-culturale, in
modo da facilitare lo sviluppo di una gestione locale consapevole, autonoma,
responsabile ed efficace in quanto connessa ed integrata con le diverse realtà
territoriali.

La “caccia sociale programmata” ed il legame responsabile tra cacciatore e territorio,
devono essere favoriti anche attraverso la sperimentazione di azioni innovative e la
diffusione di buone pratiche di gestione. Una buona gestione ed una adeguata
conservazione e fruizione sostenibile del territorio non possono prescindere
dall’informazione e dal coinvolgimento attivo del volontariato proveniente dal mondo
venatorio, anche per contrastare eventi contingenti od emergenze particolari, come per
esempio il fenomeno degli incendi. Si ritiene pertanto opportuno che i PFVP prevedano
incentivi e nuove forme di collaborazione a sostegno del volontariato. Analogamente si
ritiene importante anche il coinvolgimento dell’associazionismo ambientalista e delle
associazioni di categoria del mondo agricolo e della pesca.

La pianificazione tende al conseguimento della densità ottimale delle specie o dei
gruppi di specie di interesse conservazioni stico, gestionale e venatorio, in equilibrio
durevole con gli habitat , la presenza umana e le attività produttive, con particolare
riguardo ai settori dell’agricoltura, della pesca, della forestazione, del turismo e dei
servizi ambientali.

La pianificazione individua le strategie e le azioni prioritarie per conseguire l’obiettivo
della densità ottimale, in modo concreto e con la chiara evidenza dei ruoli e delle
responsabilità dei diversi soggetti istituzionali e privati che sono chiamata alla gestione
comune della fauna selvatica.

Le densità ottimali delle specie selvatiche sono perseguite in particolare attraverso gli
interventi programmatici volti alla tutela degli habitat ed i miglioramenti ambientali
(habitat management) per favorire la riproduzione naturale della fauna selvatica e
ridurre le immissione di esemplari allevati in cattività, con particolare riguardo alla
pernice sarda e alla lepre sarda. Tutte le immissioni di fauna selvatica, esclusivamente
autoctona, devono essere comunque realizzate su basi scientifiche rigorose e con
programmi adeguati, secondo le indicazioni dell’INFS e della Regione Sardegna.

Il monitoraggio costante delle popolazioni e la ricerca scientifica applicata sono
considerate attività fondamentali per la conservazione e la gestione della fauna.

Il controllo e la prevenzione di atti dannosi alla sopravvivenza delle specie selvatiche e
dei loro habitat sono ugualmente considerate attività di rilevo, per cui è necessario
raccordare, integrare e coordinare le attività i diverso organismi istituzionali competenti
in materia. In particolare, è necessario migliorare la collaborazione tra la Provincia ed Il
Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale regionale e coinvolgere e responsabilizzare
gli enti locali e le associazioni di rappresentanza del mondo venatorio;
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
Pagina 106
Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta

Il prelievo venatorio deve essere programmato dai rispettivi istituti di gestione in
attuazione del PFVP ed in funzione delle finalità perseguite in ogni comprensorio
faunistico omogeneo nel rispetto delle norme previste per la definizione del calendario
Venatorio regionale.

La pianificazione e la gestione delle aree protette, nazionali e regionali, presenti nel
territorio della provincia di Oristano dovrebbero adeguatamente raccordarsi con il
PFVP. In proposito, sarà opportuno migliorare il rapporto di collaborazione tra
Provincia ed Enti di gestione delle aree protette (Area Marina Nazionale della Penisola
del Sinis e Isola di mal di Ventre). Questi ultimi

In base a quanto previsto dall’art. 5, com. 2 del DPR n. 357/97 (regolamento di
attuazione della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”) il PFVP deve tenere in adeguata
considerazione la valenza naturalistico-ambientale dei Siti della Rete europea Natura
2000 (SIC e ZPS). Pertanto il PFVP deve essere sottoposto alla valutazione
d’incidenza previa analisi di uno specifico studio di incidenza, al fine di valutare gli
effetti delle attività previste dal paino stesso sui siti Natura 2000, tenuto conto degli
obiettivi di conservazione dello stesso (Piani di Gestione).

Il PFVP avrà una durata quadriennale e sarà attuato dalla Provincia con programmi
annuali d’intervento.

La tutela delle attività produttive tradizionali caratteristiche del territorio oristanese
(agricoltura, allevamento, pesca) eventualmente danneggiate dalla fauna selvatica, in
particolare attraverso lo sviluppo delle attività di prevenzione dei danni con
l’informazione, l’assistenza tecnica ed il coinvolgimento attivo dei vari settori produttivi
Obiettivi generali e specifici della proposta di P.F.V.P.
1
2
3
4
Orientamenti
generali
5
6
7
Il ruolo strategico della Provincia a favore delle politiche di programmazione e di
indirizzo per la conservazione e gestione sostenibile della fauna selvatica e del suo
ambiente naturale;
L’avvio della gestione faunistico-venatoria programmata del territorio
La pianificazione faunistico-venatoria di tutto il territorio agro-silvo pastorale della
provincia
Evidenziare le specificità della realtà oristanese ed elabora scenari e soluzioni
originali alle problematiche locali, per quanto riguarda la gestione sociale della
caccia
Comprensori territoriali che hanno caratteristiche omogenee dal punto di vista
ambientale, ma anche storico-culturale
La “caccia sociale programmata” ed il legame responsabile tra cacciatore e territorio,
devono essere favoriti anche attraverso la sperimentazione di azioni innovative e la
diffusione di buone pratiche di gestione
conseguimento della densità ottimale delle specie o dei gruppi di specie di interesse
conservazioni stico, gestionale e venatorio
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
8
9
10
Orientamenti
generali
11
12
13
14
1
2
3
4
5
Obiettivi
specifici
6
7
8
9
10
11
12
13
Le densità ottimali delle specie selvatiche sono perseguite in particolare attraverso
gli interventi programmatici volti alla tutela degli habitat ed i miglioramenti ambientali
(habitat management) per favorire la riproduzione naturale della fauna selvatica e
ridurre le immissione di esemplari allevati in cattività, con particolare riguardo alla
pernice sarda e alla lepre sarda
Promozione del Il monitoraggio costante delle popolazioni e della ricerca scientifica
applicata
Il controllo e la prevenzione di atti dannosi alla sopravvivenza delle specie selvatiche
e dei loro habitat, in cooperazione con altre istituzioni ed organismi pubblici
Raccordo tra la pianificazione e la gestione delle aree protette, nazionali e regionali,
presenti nel territorio della provincia di Oristano ed i contenuti del PFVP
Il PFVP deve tenere in adeguata considerazione la valenza naturalistico-ambientale
dei Siti della Rete europea Natura 2000 (SIC e ZPS). Pertanto il PFVP deve essere
sottoposto alla valutazione d’incidenza previa analisi di uno specifico studio di
incidenza
Il PFVP avrà una durata quadriennale e sarà attuato dalla Provincia con programmi
annuali d’intervento
La tutela delle attività produttive tradizionali caratteristiche del territorio oristanese
(agricoltura, allevamento, pesca) eventualmente danneggiate dalla fauna selvatica,
in particolare attraverso lo sviluppo delle attività di prevenzione dei danni
Rendere possibile la conservazione e la fruizione del patrimonio faunistico in
maniera nuova e con maggiore attenzione ad una visione equilibrata e sostenibile
che sia capace di coniugare le esigenze dell’ambiente con quelle della presenza e
delle attività umane, compresa l’attività venatoria
Favorire la partecipazione attiva, il coinvolgimento e la collaborazione di tutti i
soggetti istituzionali e di tutti gli attori sociali interessati alla tutela e gestione della
fauna selvatica
Assumere la fauna selvatica come un bene ambientale che appartiene in primis a
tutta la comunità locale, direttamente responsabile della sua gestione, ma che deve
essere anche considerato un valore per l’intera comunità regionale, nazionale ed
europea, ed attuare la gestione compatibile degli istituti di protezione faunistica
Avviare la gestione sociale dell’attività venatoria mediante il funzionamento degli
Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.)
Promuovere la collaborazione ed il coordinamento con il livello regionale, come
momento necessario per pervenire alla definizione del Piano Faunistico Venatorio
regionale, che deve mettere insieme le varie pianificazioni provinciali in uno
strumento unico e condiviso, che tenga nella giusta considerazione le diverse realtà
locali.
Promuovere le attività di educazione, informazione, sensibilizzazione ,
comunicazione e formazione-aggiornamento a favore delle popolazioni locali e di
tutti i soggetti interessati alla conservazione e gestione della fauna selvatica
Attuare la Pianificazione e gestione degli Istituti faunistici di protezione (Oasi
permanenti di protezione faunistica e Zone temporanee di Ripopolamento e Cattura)
Garantire la gestione sostenibile delle specie d’interesse comunitario e dei loro
habitat, nel rispetto della normativa europea
Garantire la gestione sostenibile delle specie d’interesse venatorio “sensibili”
(pernice sarda, lepre sarda, coniglio selvatico)
Garantire il controllo delle cosiddette specie “problematiche” che determinano danni
alle attività umane e alla riproduzione di altre specie faunistiche
Attuare il prelievo venatorio sostenibile (avvio della Gestione partecipata degli A.T.C.
con il coinvolgimento di tutti gli attori sociali interessati)
Prevenire i danni della fauna selvatica e gli incidenti stradali
Promuovere l’informazione. La sensibilizzazione, l’educazione e la formazione alla
gestione faunistica integrata e sostenibile
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Contenuti ed azioni principali del P.F.V.P.
La Superficie Agro-Silvo-Pastorale (S.A.S.P.)
La legge quadro nazionale n. 157 stabilisce che “tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale è
soggetto a pianificazione faunistico-venatoria. La Legge regionale n. 23/1998 stabilisce che “per
territorio agro-silvo-pastorale si intende il territorio destinato all’attività agro-silvo-pastorale,
individuato in base ai dati ISTAT, nonché ai territori lagunari e vallivi, alle zone umide, ai laghi, ai
fiumi, agli incolti produttivi e d improduttivi e alle zone montane.
Per effettuare la determinazione della superficie ASP della provincia di Oristano è stato utilizzato il
Sistema Informativo Territoriale del Servizio Gestione Faunistica della Provincia di Oristano.
La superficie ASP della provincia di Oristano è complessivamente di 293.462 ettari, pari al 97,0%
dell’intera superficie territoriale
I Comprensori Faunistici Omogenei.
La normativa vigente in materia faunistica stabilisce che la prima finalità nella pianificazione sia
quella di individuare degli ambiti territoriali omogenei per caratteristiche geografiche, ambientali ed,
anche, socioeconomiche, che vengono definiti Comprensori Faunistici Omogenei (C.F.O.). I
C.F.O. rappresentano le unità di base della futura gestione faunistica e venatoria.
Per l’analisi ambientale del territorio provinciale e la produzione della cartografia tematica è stato
utilizzato il GIS (Sistema Informativo Territoriale). Sulla base dell’analisi ambientale e faunistica,
sono stai individuati quattro comprensori faunistici omogenei:
CFO Denominazione
N°
Superficie
Comuni GIS
Superficie
ASP
1
PLANARGIA – MONTIFERRU
16
67.374 ettari
66.316 ettari
2
ABBASANTA-OMODEO-GUILCER-
17
61.359 ettari
60.499 ettari
BARIGADU
3
PENISOLA DEL SINIS – CAMPIDANO
26
101.248 ettari
95.454 ettari
4
MONTE ARCI – SARCIDANO – MARMILLA
29
73.189 ettari
71.912 ettari
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Gli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.).
Sono gli ambiti territoriali per la programmazione e gestione della caccia. La proposta di P.F.V.P.
prevede l’istituzione di due Ambiti Territoriali di Caccia:
ATC n° 1 – ORISTANO NORD, costituito da 47 comuni (compreso il capoluogo provinciale,
Oristano), con una superficie A.S.P. di 177.805 ettari, un numero di 109.215 abitanti e 3.188
cacciatori. Ogni cacciatore ha a disposizione 55,8 ettari di S.A.S.P ed abbiamo un numero di 2
cacciatori per 100 ettari di S.A.S.P.
ATC n° 2 – ORISTANO SUD, costituito da 41 comuni, con una superficie A.S.P. di 115.657 ettari,
un numero di 58.788 abitanti e 2.308 cacciatori. Ogni cacciatore ha a disposizione 50,1 ettari di
S.A.S.P ed abbiamo anche in questo ATC un numero di 2 cacciatori per 100 ettari di S.A.S.P.
Nelle seguenti tabelle sono riportati i dati relativi ai due ATC proposti:
n°
Comuni
Territorio
Superficie
GIS
Superficie
ASP
abitanti
n°
cacciatori
47
ATC numero 1 182.978,59
177.804,90
109.215
3.188
41
ATC numero 2 119.429,29
115.657,06
58.766
2.308
293.461,96
167.981
5.496
88
Provincia
302.407,88
n°
Comuni
Territorio
ha S.GIS/ ha S.ASP/
cacciatore cacciatore
47
ATC numero 1
57,4
55,8
1,8
1,7
59,7
2,9
41
ATC numero 2
51,7
50,1
2,0
1,9
49,2
3,9
88
Provincia
55,0
53,4
1,9
1,8
55,5
3,3
n°
cacc/100
ha SASP
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n° cacc/100
Densità
%
ha S.GIS
Abitanti/Kmq cacc/abit
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Le Oasi permanenti di protezione faunistica e cattura.
Le oasi sono aree destinate principalmente alla conservazione della fauna selvatica e degli
habitat naturali importanti per la riproduzione, l’alimentazione, il rifugio, la sosta e la riproduzione di
specie selvatiche con particolare riferimento alle specie protette o minacciate di estinzione.
Nella tabella successiva è riportato l’elenco delle Oasi istituite (alla data del 31 dicembre 2011) e
delle nuove proposte di istituzione:
superficie % Sup.
% Sup.
ha
ASP
territoriale
cod
denominazione
OA1
Arci
900
0,31
0,30
OA2
S'Ena Arrubia
351
0,12
0,12
OA3
Corru Mannu - Corru S'Ittiri
290
0,10
0,10
OA4
Castello di Medusa
170
0,06
0,06
OA5
Capo Marrargiu
890
0,30
0,29
OA6
Colonia Agraria "Su Tippiri"
100
0,03
0,03
OA7
Scuola Graria
443
0,15
0,15
OA8
Isola di Mal di Ventre
88
0,03
0,03
OA9
Mare e Pauli
351
0,12
0,12
193
0,07
0,06
1.276
0,43
0,42
OA10 Turre Seu
OA11 Mistras
OA12 Capo Nieddu
900
0,31
0,30
OA13 Sa Giara
1.600
0,55
0,53
OA14 Assai
1.500
0,51
0,50
OA15 Capo Mannu
400
0,14
0,13
OA16 Stagni di Sale Porcus ed Is Benas
450
0,15
0,15
OA17 Pauli Maiori
287
0,10
0,09
1.400
0,48
0,46
274
0,1
0,1
OA18 Stagno di Marceddì e San Giovanni
OA19 Paui 'e Figu di S. Giusta
OA20 Costa Golfo Oristano
1.424
0,5
0,5
OA21 Laconi
158
0,1
0,1
OA22 Usellus nord-ovest
549
0,2
0,2
OA23 Usellus nord-est
404
0,1
0,1
OA24 Bosa-Montresta
2.811
1,0
0,9
OA25 Giara di Genoni
1.456
0,5
0,5
OA26 Lago Omodeo
2.904
1,0
1,0
416
0,1
0,1
OA28 Costa Bosa sud
1.936
0,7
0,6
OA29 Costa Cuglieri
1.130
0,4
0,4
OA30 Costa Sinis
1.930
0,7
0,6
77
0,0
0,0
27.058
9,2
8,9
OA27 Costa Tresnuraghes
OA31 Costa sud Seu
Totali
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Le Zone temporanee di ripopolamento e cattura.
Le zone temporanee di ripopolamento e cattura (Z.T.R.C.) sono istituti destinati alla riproduzione
della fauna selvatica allo stato naturale e alla cattura della stessa per l'immissione sul territorio in
tempi e condizioni utili.Hanno carattere temporaneo (durata compresa tra tre e sei anni, salvo
rinnovo secondo quanto previsto dal comma 2 art. 24 L.R. 23/1998).
Nella tabella successiva è riportato l’elenco delle 22 ZRC istituite (alla data del 31 dicembre 2011)
e delle nuove ZRC indicate con la proposta del P.F.V.P:
superficie
ha
% Sup.
ASP
% Sup.
territoriale
Porto Alabe
976
0,33
0,32
ZRC2
Coloros
765
0,26
0,25
ZRC3
Su Segau
1.565
0,53
0,52
ZRC4
Codes
1.587
0,54
0,52
ZRC5
Aurù
794
0,27
0,26
ZRC6
Pardu Longu
698
0,24
0,23
ZRC7
Goronna
1.297
0,44
0,43
ZRC8
Zerfaliu
568
0,19
0,19
ZRC9
Pranu Maiore
1.244
0,42
0,41
868
0,30
0,29
cod
denominazione
ZRC1
ZRC10 Conca su Mortu
ZRC11 Bia Noa
987
0,34
0,33
ZRC12 Panixeddu
2.770
0,94
0,92
ZRC13 Pra Maiori
555
0,19
0,18
ZRC14 Rio Canale
483
0,16
0,16
ZRC15 Serra Gureu
1.684
0,57
0,56
ZRC16 Cala Pruna
872
0,30
0,29
ZRC17 Pranu Cerbus
1.066
0,36
0,35
ZRC18 Is Coravigus
1.383
0,47
0,46
ZRC19 Pramadda
377
0,13
0,12
ZRC20 Tollinoro
454
0,15
0,15
ZRC21 Monte Urtigu
406
0,14
0,13
ZRC22 Pedra Puzzone
722
0,25
0,24
1.269
0,43
0,42
ZRC24 Abbasanta
645
0,22
0,21
ZRC25 Foce Tirso
1.012
0,34
0,33
376
0,13
0,12
ZRC27 Grighine - Arci
4.779
1,63
1,58
ZRC28 Laconi-Genoni
866
0,30
0,29
ZRC29 Ales
158
0,05
0,05
ZRC30 Morgongiori
144
0,05
0,05
ZRC31 Mogoro-Uras
898
0,31
0,30
ZRC32 S. Nicolò d'Arcidano
577
0,20
0,19
32.845
11,19
10,86
ZRC23 Scano Montiferro-Sennariolo
ZRC26 Cirras
Totali
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Centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica.
I centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale sono istituiti
dall’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente e sono destinati alla produzione naturale di
fauna selvatica da utilizzare per l’immissione in altri territoriali fini di ripopolamento e di
reintroduzione.
In provincia di Oristano sono attualmente presenti solo due centri privati di riproduzione della fauna
selvatica a scopo di ripopolamento della pernice sarda:
Specie allevata
Titolare
allevamento
Comune
Estensione
azienda
Consistenza
riproduttori
Pernice sarda
Franco Sale
Abbasanta
3,5 ettari
50 coppie
Pernice sarda
Daniela Trogu
Laconi
1,68 ettari
120 coppie
Le Zone per allenamento ed addestramento dei cani (Z.A.C.).
Le Province, su richiesta di associazioni venatorie o cinofile riconosciute o di produttori agricoli
singoli o associati, possono autorizzare l’istituzione e regolare la gestione di zone per
l’addestramento e l’allenamento dei cani.
Attualmente in provincia di Oristano sono state autorizzate complessivamente 9 Zone
Addestramento Cani, per una superficie totale interessata di 218 ettari (pari allo 0,07% dell’intera
S.A.S.P. della provincia).
cod
ZAC1
ZAC2
ZAC3
ZAC4
ZAC5
ZAC6
ZAC7
ZAC8
ZAC9
denominazione
"Mura Noa" (Paulilatino)
"Pranu Murittu" (Uras)
"Is Suergius" (Curcuris)
"Tamadili" (Laconi)
"Cuccuru de Sticcas" (Santa Giusta)
"Grighine" (Ruinas)
"S'Appiu" (Samugheo)
"Riola" (Riola Sardo)
"S'Istampadorgiu" (Samugheo)
Totali
superficie ha
% Sup. ASP
% Sup.
territoriale
33
0,01
0,01
55
0,02
0,02
18
0,01
0,01
27
0,01
0,01
45
0,02
0,01
10
0,00
0,00
19
0,01
0,01
9
0,00
0,00
2
0,00
0,00
218
0,07
0,07
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Pagina 113
Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Fondi chiusi
Nella tabella seguente è riportata la situazione attuale dei fondi chiusi, recintati e segnalati a norma
di legge, all’interno dei quali non è possibile esercitare l’attività venatoria:
superficie
ha
% Sup. ASP
% Sup.
territoriale
Laconi
Simaxis
30
27
0,01
0,01
0,01
0,01
FC03
FC04
FC05
FC06
FC07
FC08
San Vero Milis
Paulilatino
Milis
Montresta-Bosa
Gonnostramatza
Scano Montiferro
10
60
180
60
24
11
0,00
0,02
0,06
0,02
0,01
0,00
0,00
0,02
0,06
0,02
0,01
0,00
FC09
Cabras
12
0,00
0,00
Totali
414
0,14
0,14
cod
denominazione
FC01
FC02
QUADRO DI SINTESI DEGLI ISTITUTI DI PROTEZIONE
Nella tabella di seguito è riportato il quadro degli istituti di protezione faunistica contenuto nella
proposta di PFVP, comprensivo anche delle aree naturali protette esistenti ed in fase di istituzione
(Parco naturale regionale del Monte Arci):
Cod.
Tipologia Istituto faunistico
n°
Superficie % Sup.
interessata
ASP
% Sup.
Ter.
OA
Oasi di protezione faunistica e
cattura
31
27.058
9,2
8,9
ZRC
Zone di ripopolamento e cattura
32
32.845
11,2
10,9
2
5
0,0
0,0
2
29
0,0
0,0
9
414
0,0
0,0
76
60.351
20,5
19,8
CAL
ANP
FNC
Centri pubblici e privati di
riproduzione della fauna
selvatica
Aree Naturali Protette, nazionali
e regionali
Fondi chiusi
Totali
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Aziende Faunistico Venatorie
Secondo quanto previsto dagli artt. 31 e 32 della L.R. 23/1998, la Regione Sardegna autorizza
l’istituzione di aziende faunistico-venatorie, senza finalità di lucro e per prevalenti finalità
naturalistiche e faunistiche, a norma dell’art. 16 della Legge 11 febbraio 1992, n. 157, e secondo le
modalità previste dalla L.R. n. 23/1998.
Alla data del 31 dicembre 2009, in provincia di Oristano non è stata istituita nessuna azienda
faunistico venatoria.
Aziende Agri-Turistico-Venatorie
La Regione Sardegna autorizza l’istituzione di aziende agri-turistico-venatorie, ai fini di impresa
agricola, secondo le modalità previste dalla L.R. n. 23/1998.
Alla data del 31 dicembre 2009, in provincia di Oristano sono state istituite 8 AATV, per una
superficie complessiva interessata di 3.694 ettari:
cod.
denominazione
AATVOR01 Perda e Cresia
superficie % Sup.
ha
ASP
Comune/i
% Sup.
territoriale
Senis - Laconi
267
0,09
0,09
AATVOR02 Nove Maggio
Narbolia
342
0,12
0,11
AATVOR03 Su Leonesu
Laconi
1.022
0,35
0,34
AATVOR04 Is Peluncas
Laconi - Nurallao
273
0,09
0,09
AATVOR05 Sa Pittada
Bosa
913
0,31
0,30
AATVOR06 Pittianu Matta
Laconi
232
0,08
0,08
AATVOR07 Serra de Omus
Laconi
378
0,13
0,12
Simala - Curcuris Pompu
267
0,09
0,09
3.694
1,26
1,22
AATVOR08 Diana
Totali
Attività venatoria
Per quanto riguarda l’attività venatoria in provincia di Oristano, la pressione di caccia è la
seguente:
Provincia di
Oristano
TOTALI
Sup. GIS
ettari
Sup.ASP
ettari
n°
cacciatori
cacciatori
100 ettari
SASP
Cacciatori 100
ettari
302.407,88
293.461,96
5.496
1,9
1,8
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
Pagina 115
Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
Gli ettari di Superficie Agro-Silvo-Pastorale (S.A.S.P.) disponibili per ogni cacciatore, il valore
provinciale è di 53,3 ettari, mentre gli ettari di superficie territoriale disponibili per ogni
cacciatore sono 54,9.
Provincia di Oristano
Ettari di SASP
/ cacciatore
Ettari superficie /
cacciatore
Densità
abitanti
abitanti/Kmq
Densità
cacciatori
cacciatori/Kmq
% cacciatori su
abitanti
53,4
55,0
55,5
1,8
3,3
La densità dei cacciatori è pari a 1,8 cacciatori per Kmq di superficie territoriale, e la percentuale
di cacciatori rispetto alla popolazione residente è del 3,3%.
Il capoluogo di Provincia, Oristano, con i suoi 602 cacciatori rappresenta naturalmente il comune
con il maggior numero di unità, pari al 11,0% del numero complessivo di cacciatori. Se poi si
considerano i comuni con un numero superiore ai 3000 abitanti, si vedrà che essi sono in numero
di 11 (Arborea, Bosa, Cabras, Cuglieri, Ghilarza, Marrubiu, Mogoro, Samugheo, Santa Giusta,
Mogoro, Terralba) con un numero complessivo di 1.830 cacciatori pari al 33,3% del numero totale
provinciale.
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
Pagina 116
Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
6.
POSSIBILI EFFETTI NEGATIVI DEL P.F.V.P. SUI SITI NATURA 2000
Per quanto riguarda il mantenimento e la tutela della biodiversità (habitat e specie animali) nelle
aree naturali della Rete Natura 2000 l’attuazione del Piano Faunistico Venatorio Provinciale
potrebbe generare problematiche di impatti negativi soprattutto in relazione alla pratica dell’attività
venatoria, che può avere ripercussioni, dirette ed indirette, sulla fauna selvatica d’interesse
comunitario.
Il Piano Faunistico Venatorio Provinciale è uno strumento che, tra le sue finalità fondamentali, ha
la tutela della biodiversità animale, nel rispetto delle Direttive europee in materia che sono state
recepite dalla normativa nazionale e regionale per la tutela della fauna e l’esercizio della caccia.
Pertanto il P.F.V.P. deve valutare con attenzione i possibili impatti che possono essere determinati
dalle azioni di gestione faunistica ed ambientale (come per esempio i miglioramenti ambientali, i
programmi d’immissione e ripopolamento, il controllo delle specie “problematiche”) e dalla fruizione
venatoria programmata negli A.T.C.
In tal senso, si ritiene che possano essere individuati i seguenti fattori di competenza del P.F.V.P.
che potrebbero incidere negativamente sulla conservazione delle specie faunistiche e dei loro
habitat:
 Impatti delle attività di gestione diretta degli habitat e delle specie;
 Inquinamenti ambientali;
 Disturbo della fauna selvatica;
 Rischi relativi alle attività d’immissione e ripopolamento;
 Impatti delle attività di controllo delle specie “problematiche”.
Per ciascuno dei suddetti fattori di possibile impatto vengono riportate di seguito delle
considerazioni ed indicazioni di carattere generale.
6.1 Impatti delle attività di gestione diretta degli habitat e delle specie;
Le varie attività gestionali previste dal P.F.V.P. nei diversi istituti faunistici (istituti di protezione,
aziende, centri di allevamento, zone di addestramento cani) devono essere programmate ed
attuate nell’ambito di specifici piani e programmi di gestione che riservino particolare attenzione ai
possibili impatti di tali attività sulla conservazione della biodiversità nelle aree della Rete Natura
2000. Se si operano interventi strutturali di una certa portata deve essere sempre valutata la
necessità di effettuare una valutazione d’incidenza delle azioni sulla fauna e sugli habitat.
Nel caso delle Z.A.C. queste dovranno essere individuate esclusivamente in contesti ambientali di
scarso o nullo valore naturalistico, in quanto le attività che si svolgono all’interno di queste zone,
che possono prevedere anche la facoltà di sparo, non sono compatibile con le esigenze di tutela
della fauna protetta, poiché il disturbo e la pressione sul territorio possono essere notevoli.
.
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
Pagina 117
Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
6.2 Inquinamenti ambientali.
Possibili inquinamenti ambientali derivanti dall’attività faunistico-venatoria sono riconducibile
soprattutto alla possibile contaminazione dovuta al piombo dei pallini da caccia che si accumula
nel terreno ea anche in maniera diretta o per dilavamento del suolo nelle zone umide e negli
acquitrini temporanei, con possibili impatti su alcune specie faunistiche.
Il piombo è un elemento che interagisce con l’ambiente e che, notoriamente può avere effetti
tossici sull’uomo, sulla fauna selvatica ed anche sugli animali d’allevamento. E’ stato ampiamente
dimostrato il fenomeno di accumulo nelle catene alimentari, in quanto il piombo viene facilmente
accumulato da numerose specie di Invertebrati ed i pallini possono essere ingeriti dagli uccelli
acquatici con gravi conseguenze a lungo termine (saturnismo).
Nel caso del territorio oristanese la maggior parte delle zone umide costiere sono soggette
attualmente a vincolo di protezione faunistica e molte delle aree SIC e ZPS sono allo stesso tempo
anche Oasi permanenti di protezione faunistica. Esistono tuttavia diverse zone umide di grande
importanza faunistica e di notevole estensione, come gli stagni di Cabras e di Santa Giusta nei
quali la caccia agli acquatici è attualmente consentita. L’attività venatoria interessa inoltre diverse
paludi ed acquitrini, canali di bonifica, e piccoli bacini, con possibilità di inquinamento da piombo, la
cui entità andrebbe verificata con apposite indagini ambientali.
6.3 Disturbo della fauna selvatica.
Il disturbo causato alla fauna selvatica da parte di attività svolte dall’uomo, come l’attività
venatoria, la fruizione turistica, le attività produttive, non è facilmente determinabile ed è legato a
diversi fattori non sempre facilmente controllabili.
L’attività venatoria costituisce senza dubbio un fattore di un certo disturbo per le specie faunistiche
d’interesse protezionistico, anche se limitatamente ad alcuni mesi dell’anno e mai nel periodo
riproduttivo. Anche in questo caso va considerato che molte delle aree Natura 2000 dell’Oristanese
sono comunque soggette a vincolo di oasi permanente di protezione faunistica.
L’uso dei cani può determinare disturbo significativo, anche se variabile a seconda delle varie
situazioni. Infatti, si possono avere situazioni critiche solo nei casi in cui vengano utilizzati un
numero eccessivo di cani (soprattutto durante la caccia la cinghiale) o nel caso in cui risulti difficile
il governo dei cani con possibilità di dispersione degli stessi.
Da valutare il disturbo acustico generato dagli spari sugli animali selvatici ed il suo reale impatto
sui ritmi naturali (riposo, alimentazione, sosta) delle specie sensibili.
6.4 Immissioni e ripopolamenti.
L’introduzione di fauna selvatica in un territorio è un’operazione delicata che necessita di
un’accurata fase prodromica di valutazione approfondita del contesto ambientale nel quale ci si
appresta ad operare. Spesso, se tale valutazione non viene effettuata accuratamente, si assiste al
fallimento delle operazioni di ripopolamento, dovuto ad una molteplicità di fattori, che vanno dalla
scarsa rusticità dei soggetti utilizzati alla scarsità di siti di rifugio e di alimentazione, alla presenza
di agenti patogeni, ecc.. Lo scarso successo dei ripopolamenti è soltanto un aspetto di questo
fenomeno: a volte si sono osservati effetti indesiderati sull’ambiente e sulle biocenosi verificatisi in
seguito all’introduzione di fauna a scopi venatori.
In provincia di Oristano l’eccessiva pressione sulle biocenosi forestali dovuta all’incremento
numerica di alcune popolazioni di cinghiale e di volpe in seguito all’aumento dell’offerta alimentare
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Oristano – Parte quarta
rappresentata dalla selvaggina di allevamento utilizzata per i ripopolamenti”, la comparsa di alcune
patologie anche gravi, come la tularemia, sono solo alcuni esempi di come l’introduzione di fauna
può avere conseguenze negative. Appare quindi evidente che su questo argomento la
predisposizione di criteri univoci e chiari che impediscano il verificarsi dei fenomeni predetti
apporterà dei sicuri benefici alla conservazione della biodiversità nel territorio.
La pratica dei ripopolamenti in provincia di Oristano ha interessato sia alcuni istituti di protezione
faunistiche che numerose zone autogestite, e spesso è attuata senza l’applicazione di adeguati
protocolli basati su criteri scientifici, tecnici e sanitari. La liberazione non controllata di animali
appartenenti a sottospecie alloctone può determinare inquinamento genetico a scapito delle
popolazioni autoctone.
6.5 Impatto delle specie animali “problematiche”.
Sono considerate «specie problematiche” quelle specie selvatiche che determina danneggiamenti
appartenenti alle attività produttive (agricoltura, pesca, turismo, allevamento). Da qui la necessità
in alcune situazioni di dover attuare attività di controllo e di prevenzione dei danni causati da
queste specie.
Queste attività di gestione, mediante metodologie d’intervento dirette ed indirette, possono
determinare impatti su altre specie di fauna selvatica ed, anche, su alcuni habitat.
Un esempio è rappresentato dal controllo delle popolazioni di cornacchia grigia mediante gli
interventi di controllo o distruzione dei nidi, in quanto si rischia di danneggiare altre specie di
interesse conservazionistico che hanno l’abitudine di utilizzare i nidi abbandonati dalle cornacchie.
Pertanto, si ritiene importante nell’attuazione delle attività e dei programmi di controllo delle specie
“problematiche” la verifica dei possibili impatti su altre specie, adottando tutti gli accorgimenti
tecnici necessari per ridurre gli impatti negativi. Fondamentale, in tal senso, è l’impiego di persoale
adeguatamente qualificato nella realizzazione delle operazione e la collaborazione con enti ed
organismi specializzati (Università, I.S.P.R.A.).
Settore Attività produttive Sviluppo sostenibile – Servizio Gestione Fauna
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Parte 4 - Provincia di Oristano