APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE
MATERIALI PER LA REGOLAMENTAZIONE TRANSITORIA
NELL’AMBITO DEL PROTOCOLLO DI INTESA DELLA
REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA
ALLEGATO 7
Standard formativo del
TUTOR AZIENDALE
APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE
ALL. 7 Standard formativo del TUTOR AZIENDALE
Le finalità e le aree di attività del tutor aziendale
Il Decreto Ministeriale del 28 febbraio 2000 definisce il profilo di ruolo e le competenze che
dovrebbero caratterizzare il tutor aziendale, prefigurando un ricco e complesso insieme di funzioni
che esso dovrebbe svolgere all'interno delle imprese:
• gestire l'accoglienza e l'inserimento del giovane apprendista;
• pianificare ed accompagnare i percorsi di apprendimento e di socializzazione professionale,
facilitando l'acquisizione delle competenze richieste dall'esercizio dell'attività lavorativa;
• gestire le relazioni con le strutture formative esterne, per rendere possibile una positiva
integrazione tra la formazione esterna e le esperienze di lavoro e di formazione realizzate in
impresa;
• valutare i progressi e i risultati conseguiti dal giovane apprendista nel corso del suo processo di
inserimento e crescita professionale.
Il Decreto Legislativo del 10 settembre 2003, n. 276 conferma la centralità delle finalità formative
dell’apprendistato, sottolineando con maggior forza il ruolo che è chiamata a svolgere l’impresa
all’interno di questo processo. In questo quadro viene ribadita l’importanza del ruolo del tutor
aziendale, che assume una ulteriore caratterizzazione rispetto alla necessità per l’impresa di definire
e accompagnare il Piano di Formazione Individuale di ciascun apprendista.
Per definire meglio compiti e competenze del tutor aziendale è opportuno ricordare che le
opportunità formative dell’apprendista non possono essere riduttivamente circoscritte ad un monte
ore di “formazione formale”, da svolgere all’interno e/o all’esterno dell’impresa1.
Per questi soggetti la principale opportunità di apprendimento è fornita dalla propria esperienza
lavorativa. Cominciando a fronteggiare le richieste che gli provengono dal contesto lavorativo in
cui sono inseriti gli apprendisti possono verificare l'efficacia dei propri comportamenti e mettere
progressivamente in pratica più efficaci strategie di azione, che a loro volta implicano l'acquisizione
e la padronanza di un più ricco bagaglio di competenze.
La piena valorizzazione delle opportunità di apprendimento offerte dalla situazione lavorativa è
però possibile solo a condizione che l'apprendista:
• sia consapevole di queste possibilità e motivato ad utilizzare l'inserimento lavorativo per
accrescere le proprie competenze;
• sia messo nelle condizioni di riflettere criticamente su come affronta i compiti lavorativi, per
consolidare le strategie di azione che si rivelano più efficaci e acquisire le competenze che esse
richiedono.
I momenti di “formazione formale” si rivelano particolarmente efficaci quando appaiono funzionali
a sostenere e rafforzare il più ampio processo di apprendimento dell’apprendista, aiutandolo a
mantenere alta la propria motivazione e a consolidare strategie cognitive e operative coerenti con il
ruolo professionale che egli è chiamato ad assumere.
E' l'intera esperienza di apprendistato che deve essere complessivamente concepita come un
percorso formativo che si svolge prevalentemente attraverso il lavoro, e che prevede specifiche
1
Per una più ampia trattazione di questi aspetti cfr. il volume Isfol (a cura di ) La molteplicità del tutor, Isfol, Libri del
Fondo Sociale Europeo
2
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azioni di “formazione formale” (interne ed esterne all'impresa) a supporto dello sviluppo delle
competenze che vengono sperimentate ed affinate attraverso lo svolgimento dei compiti lavorativi.
L’accompagnamento e il supporto a questo processo di inserimento e sviluppo professionale
costituisce la fondamentale finalità del tutor aziendale.
Le caratteristiche peculiari di questo ruolo non risiedono nello svolgimento di un insieme specifico
di attività operative, ma piuttosto nella sua capacità di presidiare un contesto complesso, in cui
interagiscono una pluralità di attori (i responsabili aziendali, i colleghi di lavoro, l’apprendista, gli
operatori dell’agenzia formativa, la Regione, ecc.) e di obiettivi (produttivi, organizzativi, formativi,
ecc.) diversi e non sempre immediatamente armonizzabili tra di loro.
Il tutor aziendale deve essere in grado di diagnosticare come questi elementi si caratterizzano e
interagiscono all'interno della specifica situazione, per creare e mantenere le condizioni favorevoli
all'apprendimento dell’apprendista e al progressivo sviluppo della sua autonomia nell'esercizio del
ruolo professionale richiesto all'interno dell'impresa.
In altri termini, a fronte di un percorso formativo molto articolato, che si protrae nel tempo con la
partecipazione ad esperienze che avvengono in contesti diversificati e sono influenzati dal ruolo
svolto da molti attori diversi, occorre una tutorship in grado di garantire “visibilità” e “unitarietà” al
processo di apprendimento.
Al di là delle differenti caratteristiche operative che il presidio del percorso formativo
dell’apprendista può richiedere all'interno delle diverse situazioni concrete, l’esercizio della
tutorship può essere riconducibile a cinque Aree di Attività (AdA) fondamentali2:
A. Gestione delle relazioni con il contesto (interno ed esterno all’impresa) in cui si sviluppa il
percorso di inserimento e formazione;
B. Progettazione del percorso di formazione complessivo dell’apprendista e delle “Unità di
formazione interna” all’impresa;
C. Accompagnamento e supervisione alle esperienze di apprendimento all’interno dei contesti
lavorativi;
D. Sostegno al coinvolgimento e alla motivazione dell'apprendista;
E. Valutazione e valorizzazione delle competenze progressivamente sviluppate dall’apprendista;
La prima AdA corrisponde, a partire dalla necessità di costruire e monitorare il Piano Individuale di
formazione dell’apprendista previsto dalla normativa, al presidio dei rapporti interni (con le unità
organizzative e i ruoli professionali coinvolti) ed esterni (con gli operatori delle agenzie formative)
all’impresa che appaiono funzionali all’effettivo sviluppo delle competenze richieste
all’apprendista.
E’ importante acquisire consapevolezza circa la natura dei processi di apprendimento nei percorsi di
inserimento e socializzazione organizzativa e le variabili (organizzative, istituzionali, culturali e
psicologiche) che influiscono su di essi, oltre che avere una visione delle strategie che si possono
attivare per favorire il percorso di crescita professionale del giovane apprendista.
In questo ambito rientra anche la capacità di muoversi all’interno della regolamentazione normativa
e amministrativa che disciplina il contratto di apprendistato, per utilizzarla nel modo più efficace in
2
Per il concetto di Area di Attività e il suo utilizzo all’interno dei processi di analisi e sviluppo delle competenze cfr.
Isfol, Unità capitalizzabili e crediti formativi. Metodologie e strumenti di lavoro, Milano, F. Angeli, 1998
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rapporto al tipo di investimento professionale che l’impresa sta facendo nei confronti
dell’apprendista.
La seconda AdA si riferisce alla definizione dei concreti traguardi di apprendimento
dell’apprendista (che cosa deve imparare) e delle azioni (attività, luoghi, metodologie, ecc.) che
bisogna fargli intraprendere affinché egli possa raggiungere i risultati attesi.
Questa attività di progettazione del percorso di apprendimento va sviluppata ad un duplice livello.
Il primo, di carattere più generale, riguarda la progettazione complessiva del percorso formativo
dell’apprendista (che cosa deve imparare nelle diverse annualità del contratto di apprendistato, che
compiti lavorativi bisogna assegnargli a questo scopo, che azioni di “formazione formale” interna
e/o esterna all’impresa bisogna fargli fare).
Il secondo, di carattere più circoscritto, riguarda la progettazione di dettaglio (obiettivi, contenuti,
attività, metodologie ) delle “Unità di formazione formale” che verranno realizzate direttamente
all’interno dell’impresa, a supporto del più generale processo di apprendimento che caratterizza
l’esperienza lavorativa dell’apprendista.
La terza AdA riguarda invece la gestione delle metodologie per l’accompagnamento e la
supervisione delle attività assegnate all’apprendista, affinché egli possa utilizzare efficacemente
queste esperienze per acquisire e consolidare progressivamente le competenze necessarie
all’esercizio del ruolo professionale.
Il punto di partenza di queste strategie di supporto all’apprendimento è costituito dalla
consapevolezza che l'acquisizione delle competenze è un processo complesso, che non richiede la
semplice memorizzazione e ripetizione di nuove conoscenze e/o procedure operative, ma implica la
loro sperimentazione attiva all'interno di una situazione concreta, che sollecita la persona a ricercare
comportamenti efficaci in funzione delle esigenze che provengono dal contesto lavorativo (priorità
produttive, vincoli tecnici, richieste di superiori e/o colleghi,ecc.).
L’esito di queste esperienze in termini di apprendimento è influenzato dalle modalità con cui il tutor
coinvolge l’apprendista nei compiti da affrontare e fornisce feedback funzionali alla sua capacità di
affinare le proprie strategie di azione e di acquisire le conoscenze e abilità che ha avuto modo di
sperimentare nell’esercizio delle attività.
La quarta AdA origina dalla consapevolezza che l’efficacia del percorso di inserimento e sviluppo
professionale dell’apprendista dipende dal significato soggettivo che egli attribuisce a questa
esperienza. In particolare è importante che l’apprendista sia:
• consapevole degli obiettivi da raggiungere, condividendoli come opportunità di crescita
professionale;
• disposto a investire nel percorso di inserimento in impresa e motivato ad apprendere;
• in grado di ricondurre le diverse attività che gli vengono proposte (all’interno e all’esterno
dell’impresa) agli obiettivi relativi alla propria crescita professionale;
Questo orientamento dell’apprendista non può tuttavia essere dato per scontato. Al contrario,
proprio perché un elevato livello di motivazione e coinvolgimento dell’apprendista costituisce un
requisito fondamentale per l’esito positivo del percorso di inserimento e apprendimento, esso va
costruito e mantenuto ponendo una cura particolare nella gestione della relazione con l’apprendista.
Al di là del rapporto quotidiano che può intercorrere tra tutor e apprendista, appare particolarmente
importante accompagnare con un approccio metodologicamente strutturato alcuni “passaggi chiave”
del percorso di inserimento lavorativo del neoassunto, quali la fase di accoglienza iniziale e
periodici colloqui di monitoraggio congiunto sul procedere dell’esperienza e sul significato che ad
essa viene progressivamente attribuito.
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La quinta AdA riguarda la valutazione dei risultati progressivamente raggiunti dall’apprendista.
Essa appare un momento importante e, nello stesso tempo, particolarmente critico del percorso
formativo dell’apprendista. Una adeguata consapevolezza delle possibili finalità e metodologie
della valutazione possono consentire di costruire e gestire momenti strutturati e ricorrenti di verifica
dei risultati che permettano all’apprendista:
• di vedersi riconosciuti i propri progressi, e quindi di ricavare da queste conferme la motivazione
per impegnarsi a migliorare ulteriormente;
• di comprendere le proprie carenze e assumerle come uno stimolo per ragionare insieme al tutor
su come fare per riuscire a superarle.
La cura del processo di valutazione delle competenze acquisite dall’apprendista appare importante
anche perché esse, adeguatamente attestate e documentate, possono costituire un “credito
formativo” che l’apprendista può mettere in valore nel momento in cui decidesse di acceder ad
ulteriori percorsi di qualificazione all’interno del sistema di istruzione e formazione professionale.
La “Mappa delle AdA che caratterizza gli ambiti di intervento del tutor aziendale è quindi
rappresentabile come nella figura seguente:
A. Gestione delle relazioni
con il contesto (interno
ed esterno all’impresa) in
cui si sviluppa il
percorso di inserimento
e formazione
B. Progettazione del
percorso di formazione
complessivo
dell’apprendista e delle
“Unità di formazione
interna” all’impresa
C. Accompagnamento e
supervisione alle
esperienze di
apprendimento all’interno
dei contesti lavorativi
D. Sostegno al
coinvolgimento e alla
motivazione
dell'apprendista
E. Valutazione e
valorizzazione delle
competenze
progressivamente
sviluppate
dall’apprendista
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Le competenze richieste
Le competenze del tutor aziendale possono essere descritte come l’insieme integrato di capacità e
conoscenze che consentono il presidio di ciascuna delle AdA che caratterizzano l’esercizio di
questo ruolo3.
La mappa delle AdA costituisce quindi anche il punto di partenza per risalire alle competenze
richieste4.
Area di Attività:
Gestione delle relazioni con il contesto (interno ed esterno all’impresa) in cui si
sviluppa il percorso di inserimento e formazione
Essere in grado di:
-
cogliere le opportunità di sviluppo delle risorse professionali che il nuovo apprendistato offre, sia alle imprese che
ai giovani lavoratori;
definire gli obiettivi e le attività che caratterizzano l'esercizio del ruolo di tutor aziendale, ai fini di garantire lo
sviluppo delle competenze dell'apprendista e il suo positivo inserimento in impresa;
promuovere la definizione del Piano formativo Individuale dell’apprendista e sovrintendere alla sua compilazione;
monitorare lo svolgimento delle attività previste dal Piano formativo Individuale dell’apprendista assicurandosi
che esse vengano puntualmente ed efficacemente svolte;
gestire le relazioni interne e esterne all’impresa che sono necessarie alla definizione e allo svolgimento del Piano
formativo Individuale dell’apprendista, favorendo il superamento di eventuali ostacoli alla realizzazione delle
attività previste e al raggiungimento dei risultati attesi
Conoscere:
-
le caratteristiche fondamentali del nuovo apprendistato, gli adempimenti normativi che riguardano l'impresa e le
procedure necessarie per assolverle;
le funzioni, le responsabilità e i compiti che la normativa assegna al tutor aziendale;
le caratteristiche che presentano i percorsi di inserimento degli apprendisti all'interno delle imprese, e gli
atteggiamenti problematici che possono generare;
le condizioni che possono favorire il processo di apprendimento del giovane neoinserito;
le peculiarità dei processi di apprendimento sul lavoro e il contributo che può dare la formazione formale (interna
e/o esterna all’impresa) allo sviluppo delle competenze dell'apprendista;
i contenuti della formazione esterna e le principali modalità organizzative con cui può essere usufruita dagli
apprendisti
le finalità, la struttura e le modalità di accompagnamento e supervisione del Piano individuale di formazione
dell’apprendista
3
Per il concetto di competenza come mix integrato di capacità e conoscenze cfr. Isfol, 1998, cit.
Le competenze descritte costituiscono una parziale rielaborazione del repertorio presentato in Isfol- Studio Meta &
Associati, La figura del tutor aziendale nell’apprendistato: analisi del ruolo e percorsi di formazione, Roma 2002.
4
6
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Area di Attività:
Progettazione del percorso di formazione complessivo dell’apprendista e delle
“Unità di formazione interna” all’impresa
Essere in grado di:
-
descrivere le competenze del ruolo professionale che l'apprendista andrà a ricoprire, utilizzando una metodologia
standard di riferimento;
redigere, a partire dalle competenze richieste e dalle caratteristiche iniziali dell'apprendista, le capacità e
conoscenze che egli sarà chiamato ad apprendere in ciascuna delle annualità del contratto di apprendistato;
assegnare all’apprendista compiti lavorativi coerenti con le capacità e conoscenze che egli è chiamato ad
apprendere in un determinato periodo;
definire le attività di formazione formale, interne e/o esterne all’impresa, da proporre all’apprendista per sostenere
lo sviluppo delle competenze che gli sono richieste;
progettare in dettaglio le Unità di formazione da svolgere all’interno dell’impresa, individuando gli obiettivi, i
contenuti, le attività e le metodologie didattiche, le modalità di valutazione dei risultati ottenuti
Conoscere:
-
l'importanza della motivazione e delle competenze per qualificare il contributo delle risorse umane presenti in
impresa;
l'utilizzo del concetto di competenza per individuare gli obiettivi formativi del percorso di inserimento degli
apprendisti;
il significato della programmazione di un percorso formativo sul lavoro e la sua utilità per l'apprendimento e la
motivazione degli apprendisti;
gli elementi che bisogna determinare per redigere un programma formativo all'interno del contesto lavorativo;
le variabili che caratterizzano la definizione e descrizione di una Unità formativa
il processo di progettazione di una Unità formativa all’interno dell’impresa e i criteri per affrontare efficacemente
le attività e decisioni necessarie alla sua costruzione.
Area di Attività:
Accompagnamento e supervisione alle esperienze di apprendimento all’interno dei contesti
Lavorativi
Essere in grado di:
-
-
assegnare dei compiti coerenti con gli obiettivi di apprendimento e le capacità e conoscenze già possedute
dall'apprendista;
spiegare chiaramente i risultati da raggiungere e i comportamenti richiesti;
guidare l'apprendista nella riflessione su come affronta i compiti assegnati (procedure attuate, risultati raggiunti,
difficoltà incontrate, ecc.), per aumentare la sua consapevolezza su quello che ha imparato e sulle carenze da
superare;
supportare l’apprendista nel riconoscimento delle capacità e conoscenze acquisite e nel loro utilizzo nell’affrontare
le attività che gli vengono ulteriormente assegnate.
Conoscere:
-
le caratteristiche dei processi di apprendimento e le variabili da controllare per assicurare la loro efficacia;
7
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-
le strategie che è possibile mettere in atto per facilitare l'apprendimento all'interno di un contesto di lavoro;
i criteri per individuare e organizzare i compiti da assegnare agli apprendisti;
le metodologie per guidare e sostenere l'apprendimento;
le corrette modalità di gestione di feedback finalizzati a favorire l’apprendimento.
Area di Attività:
Sostegno al coinvolgimento e alla motivazione dell'apprendista
Essere in grado di:
-
-
pianificare e gestire la fase di accoglienza, in modo da favorire l'inserimento dell'apprendista, creare condivisione
sugli obiettivi di sviluppo professionale, stabilire un patto di reciproco investimento per il loro raggiungimento;
definire, sulla base delle diverse fasi del percorso di inserimento (accoglienza, passaggi tra compiti diversi,
partecipazione alla formazione esterna, ecc.), un piano di colloqui con l'apprendista per monitorare l'esperienza e
mantenere elevato il suo coinvolgimento;
preparare e condurre un colloquio con l'apprendista, gestendo le dinamiche relazionali in funzione delle
caratteristiche della situazione e degli obiettivi da raggiungere.
Conoscere:
-
le variabili che possono influenzare la motivazione e il coinvolgimento degli apprendisti;
le strategie e le attenzioni che il tutor aziendale può utilizzare per favorire il coinvolgimento dell'apprendista;
gli obiettivi e le metodologie che caratterizzano la fase di prima accoglienza;
i criteri e le modalità con cui impostare e presidiare il monitoraggio del percorso di inserimento e apprendimento;
i criteri e le metodologie per la preparazione e la conduzione di un colloquio con l'apprendista;
le principali caratteristiche dei processi di comunicazione e le difficoltà che si possono generare nel rapporto con
l'apprendista.
Area di Attività:
Valutazione e valorizzazione delle competenze progressivamente sviluppate dall’apprendista
Essere in grado di:
-
definire le finalità della valutazione da effettuare;
stabilire gli “oggetti da valutare” in funzione degli obiettivi di apprendimento che devono essere verificati;
scegliere metodologie di valutazione coerenti con le finalità e gli oggetti della valutazione;
predisporre un sistema di rilevazione e raccolta di informazioni che consenta di formulare giudizi attendibili sulle
competenze acquisite dall'apprendista;
organizzare e gestire momenti di restituzione degli esiti della valutazione che riescano a motivare l'apprendista ad
impegnarsi a migliorare ulteriormente le future prestazioni..
Conoscere:
-
la finalità e i problemi legati alla valutazione all'interno delle organizzazioni;
le metodologie e gli strumenti di valutazione;
i criteri per scegliere le modalità di valutazione più coerenti in rapporto alle sue finalità, al suo contesto di
esercizio, agli “oggetti” da valutare, alle risorse a disposizione;
gli errori che si rischia più frequentemente di commettere in sede di valutazione e le loro possibili ripercussioni sul
processo di apprendimento e motivazione dell’apprendista
gli accorgimenti per gestire la valutazione come risorsa per lo sviluppo delle risorse umane. .
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I processi di costruzione della professionalità del tutor aziendale
La definizione di proposte formative per coloro che sono chiamati a ricoprire il ruolo di tutor
aziendale deve fare i conti con due ordini di considerazioni.
In primo luogo è necessario tenere presente che nella grande maggioranza dei casi questo ruolo non
viene assunto da “specialisti” della formazione. Le funzioni del tutor aziendale sono assegnate a
persone che svolgono prioritariamente un altro ruolo professionale all’interno delle organizzazioni
produttive, che definisce i loro compiti prioritari e la loro identità professionale, oltre a
caratterizzare il background di competenze di cui sono portatori.
Il ruolo di tutor aziendale costituisce per loro l’impegno a svolgere funzioni “aggiuntive” a quelle
normalmente presidiate all’interno dell’organizzazione.
In questo contesto diventa difficile pensare, per lo sviluppo delle competenze richieste, ad ampi
percorsi formativi “propedeutici” all’assunzione del ruolo all’interno delle imprese.
La professionalità richiesta si acquisisce necessariamente attraverso il graduale sviluppo di “un
saper fare in situazione”.
La formazione formale dei tutor aziendali deve quindi essere circoscritta ad un numero limitato di
ore e pensata con l’obiettivo prioritario di orientare, sostenere e consolidare il processo di sviluppo
delle competenze individuali che matura attraverso il concreto esercizio del ruolo all’interno della
propria impresa.
La seconda considerazione riguarda il ruolo svolto dai tutor delle agenzie formative incaricate di
supportare le imprese nella gestione dei percorsi formativi degli apprendisti.
Tutor aziendale e tutor dell’agenzia formativa sono chiamati a condividere il progetto formativo
complessivo e a presidiare le specifiche azioni di accompagnamento che rientrano nei rispettivi
ambiti operativi.
E' auspicabile che tra queste due figure si sviluppi una forte collaborazione nella definizione di un
piano di formazione unitario che integri organicamente le attività interne ed esterne all'impresa. Il
tutor dell’agenzia formativa può svolgere un’importante funzione di supporto che aiuti a qualificare
il processo formativo dell’apprendista e favorisca il graduale consolidamento delle competenze del
tutor aziendale.
Il rapporto tra impresa e agenzia formativa nella gestione del percorso di inserimento e formazione
dell’apprendista si caratterizza in modo specifico all’interno di ciascuna situazione concreta.
Ai nostri fini può essere utile ricondurre questa diversificazione a due tipologie principali di
collaborazione, a cui corrispondono anche diversi profili di esercizio del ruolo di tutor aziendale5.
Il primo modello di collaborazione è più frequente nelle situazioni produttive in cui gli apprendisti
sono chiamati a svolgere ruoli operativi che agiscono su processi più facilmente proceduralizzabili
(anche se relativamente complessi), e dove è meno diffusa una cultura orientata ad un presidio
strutturato dei processi di formazione e sviluppo delle proprie risorse umane.
In impresa sarà presente soprattutto un orientamento verso la trasmissione di specifiche capacità
tecnico operative. Tuttavia la loro acquisizione è raramente collocata in una più ampia prospettiva
5
Cfr. Isfol-Studio Meta, cit.
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di sviluppo verso compiuti ruoli professionali, in grado di fronteggiare con significativa autonomia
anche eventuali situazioni di miglioramento e innovazione dei prodotti e/o servizi erogati.
In questi casi è più probabile che l’agenzia formativa debba assumersi un ruolo di maggiore
responsabilità nell’orientamento del percorso di formazione dell’apprendista. Occorrerà stabilire
un positivo rapporto con il tutor aziendale per cercare, a partire dalle attività concretamente svolte
all’interno del contesto lavorativo, di costruire il più ampio percorso di apprendimento interno ed
esterno all’impresa per lo sviluppo delle competenze necessarie ad evolvere verso una più compiuta
padronanza del ruolo professionale di riferimento.
Il secondo modello di collaborazione rinvia a situazioni in cui in impresa esiste una maggiore
attenzione nella definizione dei processi di inserimento e sviluppo delle proprie risorse umane.
All’interno di realtà di questo tipo c’è la tendenza a rappresentarsi in termini più compiuti e
articolati il percorso di apprendimento da proporre all’apprendista. Esiste un maggiore interesse a
definire accuratamente la figura professionale di riferimento e l’insieme delle competenze che
occorre sviluppare, a porre attenzione nel favorire un positivo processo di socializzazione al ruolo
lavorativo, a prefigurare con maggior cura il raccordo tra l’apprendimento diretto attraverso il
lavoro e la formazione formale interna e/o esterna all’impresa.
In questi casi l’impresa tende ad assumere un ruolo di maggior protagonismo nella progettazione e
gestione delle attività connesse al Piano di formazione individuale dell’apprendista. Dal punto di
vista dell’agenzia formativa si tratterà allora di comprendere che tipo di supporto può essere
utilmente fornito all’impresa per favorire la gestione e l’eventuale miglioramento di questo
processo, in particolare per quanto riguarda la gestione di quelle attività per cui l’impresa non ha
ancora sviluppato pienamente le necessarie competenze interne.
Questi due modelli di collaborazione prevedono anche due diversi profili nell’esercizio del ruolo
del tutor aziendale.
Il primo potrebbe essere definito come quello di Garante del processo di formazione, orientato in
primo luogo a presidiare le condizioni per la realizzazione delle attività formative da parte
dell’apprendista.
Il secondo è invece quello di Progettista e supervisore dei processi di apprendimento
dell’apprendista, con un più elevato coinvolgimento nella gestione delle azioni funzionali allo
sviluppo delle competenze richieste dal ruolo professionale di riferimento.
Le numerose esperienze realizzate sul campo indicano che nella maggioranza dei casi le prime
iniziative di gestione dei contratti di apprendistato sono caratterizzate da un modello di
collaborazione corrispondente alla prima delle tipologie considerate.
Quando il rapporto tra l’agenzia formativa e l’impresa produce risultati positivi dal punto di vista
della formazione dell’apprendista e si consolida nel tempo, la collaborazione evolve
progressivamente verso modalità proprie del secondo modello richiamato precedentemente.
L’impresa tende a porre maggiore attenzione e ad assumere un ruolo più consapevole
nell’inserimento e sviluppo professionale dei propri apprendisti.
Contestualmente a questa
evoluzione si pone, dal punto di vista del tutor aziendale, la necessità di sviluppare gradualmente le
competenze necessarie alla gestione di questi processi.
Coerentemente con questo insieme di considerazioni, per la formazione dei tutor aziendali si
prefigura un dispositivo che:
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•
•
•
•
parte dal presupposto che il tutor aziendale per molte imprese costituisce un ruolo
fortemente innovativo, che va sperimentato e consolidato gradualmente attraverso
l’esperienza diretta all’interno del contesto lavorativo;
assume che il ruolo possa essere esercitato a diversi livelli di complessità, in rapporto alla
specifica configurazione del contesto aziendale e alla cultura delle risorse umane e della
formazione che è presente al suo interno;
si prefigge di orientare e sostenere il graduale sviluppo delle competenze richieste
dall’esercizio del ruolo che avviene attraverso le concrete esperienze che ciascun tutor
sperimenta nella propria impresa;
è costruito in modo da poter fornire occasioni diversificate di offerta formativa, coerenti con
i diversi livelli di esercizio del ruolo presenti nelle imprese e, conseguentemente, con le
diverse capacità e conoscenze che essi richiedono.
A partire da questi presupposti si configurano due azioni formative a supporto dei processi di
sviluppo della professionalità dei tutor aziendali all’interno delle imprese.
La prima è finalizzata a sostenere l’esercizio del ruolo di tutor come Garante del processo di
formazione dell’appredista.
La seconda a consolidare le competenze del tutor come Progettista e supervisore dei processi di
apprendimento dell’apprendista.
La prima azione formativa dovrebbe, in situazione ottimale, essere contestuale all’assunzione del
ruolo di tutor aziendale. Essa si propone di fornire le abilità e conoscenze necessarie a impostare
efficacemente la "pratica del ruolo" all'interno delle proprie realtà di impresa, modulandola sulle
caratteristiche specifiche che caratterizzano ciascun contesto.
In rapporto alla mappa delle competenze definita precedentemente, questa azione formativa intende
fornire una visione di insieme del processo di lavoro e delle attività proprie del tutor aziendale,
contribuendo in particolare al consolidamento delle competenze relative all’AdA Gestione delle
relazioni con il contesto (interno ed esterno all’impresa) in cui si sviluppa il percorso di
inserimento e formazione.
La seconda azione formativa intende invece accompagnare il progressivo sviluppo della capacità
del tutor di gestire compiutamente ed efficacemente il processo complessivo di inserimento e
apprendimento dell’apprendista.
Si tratta di una formazione che richiede, come prerequisiti, la precedente partecipazione al primo
momento di formazione e l’avvio di una concreta esperienza nel ruolo di tutor aziendale.
Essa dovrà essere erogata nei tempi e nei modi che appaiono funzionali alle concrete traiettorie di
esercizio del ruolo in impresa da parte degli specifici gruppi di partecipanti.
Essa sarà articolata in moduli funzionali a sostenere il consolidamento delle competenze relative
alle altre quattro AdA che compongono la mappa professionale illustrata in precedenza.
Nel successivo paragrafo viene schematicamente presentata l’architettura didattica di queste due
azioni per la formazione dei tutor aziendali.
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Le due azioni formative a supporto dello sviluppo delle competenze dei tutor aziendali
Per lo sviluppo delle competenze dei tutor aziendali verranno quindi predisposte due iniziative di
formazione:
• Tutor aziendale come Garante del processo di formazione;
• Tutor aziendale come Progettista e supervisore dei processi di apprendimento.
Coerentemente con le considerazioni sviluppate nel paragrafo precedente, le due iniziative
formative non vanno considerate come attività d'aula separabili dall'esperienza lavorativa dei
partecipanti, che costituisce il contesto privilegiato in cui acquisire e sviluppare le proprie
competenze di ruolo.
Esse costituiscono piuttosto un’occasione per rielaborare l'esperienza lavorativa al fine di mettere a
punto nuove e più organiche strategie e metodologie di intervento, da sperimentare successivamente
all'interno dei propri contesti operativi, in una logica ricorsiva che è tipica dei percorsi di
formazione all’assunzione e allo sviluppo di un nuovo ruolo all’interno dell’organizzazione.
La prima iniziativa assume come obiettivi lo sviluppo delle competenze relative alla prima AdA
della mappa professionale del tutor aziendale.
La seconda iniziativa le capacità e conoscenze delle altre quattro AdA.
Le competenze relative alle diverse AdA costituiscono il riferimento per organizzare le attività
didattiche in modo da favorire il loro collegamento con le esperienze lavorative dei partecipanti nei
periodi precedenti e successivi alle attività in aula.
E' solo lo sviluppo di questo collegamento e la considerazione congiunta delle attività svolte in aula
e nel contesto lavorativo che può portare all'acquisizione e al consolidamento delle competenze
indicate come obiettivo dalle due iniziative formative.
A partire da queste fondamentali premesse diventa più chiara la logica che ha guidato la definizione
della struttura di ciascuna delle iniziative formative che sono schematicamente presentate qui di
seguito.
Formazione del Tutor aziendale come Garante del processo di formazione
Questo momento di formazione risponde alla necessità di saper ricostruire il "campo di azione" che
caratterizza il tutor aziendale, disponendo di un quadro di riferimento (la gestione dei percorsi di
inserimento e sviluppo professionale degli apprendisti) che consenta di attivare strategie operative
coerenti con i vincoli e le opportunità presenti nella propria situazione.
La scelta di collocare questa iniziativa in concomitanza con l'assunzione del ruolo di tutor
aziendale, e quindi come adempimento di un obbligo di formazione previsto dalla normativa, è
collegata:
• all'assenza, nella maggioranza delle imprese, di modelli consolidati a cui fare riferimento per
avviarsi a ricoprire questo ruolo;
• all'importanza, per coloro che forniscono "servizi immateriali" come il tutor aziendale, di saper
elaborare un'adeguata "rappresentazione" del servizio e dei processi necessari alla loro
erogazione, come precondizione per avviare efficaci strategie di intervento all'interno della
propria organizzazione.
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Direzione Agenzia regionale del Lavoro –
APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE
ALL. 7 Standard formativo del TUTOR AZIENDALE
Il percorso formativo proposto ha una durata complessiva di 12 ore, coerentemente con quanto
stabilito nel Protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Autonoma Valle d’Aosta e Parti Sociali.
Il suo sviluppo prevede un’organizzazione didattica che si articola in tre unità di lavoro:
La natura dei percorsi di apprendistato: il contesto istituzionale di riferimento e le caratteristiche dei
processi di inserimento nelle organizzazioni
Il ruolo del tutor aziendale nel processo di inserimento e formazione degli apprendisti
Il ruolo del tutor aziendale nella progettazione e gestione del piano integrato di formazione
Formazione del Tutor aziendale come Progettista e supervisore dei processi di apprendimento
Questa azione formativa si propone di favorire l’acquisizione e il consolidamento delle capacità e
conoscenze relative alle AdA più direttamente collegate alla gestione del processo di progettazione
e gestione del percorso di inserimento e sviluppo professionale dell’apprendista.
Essa è pensata come accompagnamento a quei tutor aziendali che sono interessati a migliorare le
proprie competenze in vista di un più efficace sostegno dei processi di apprendimento interni alla
propria organizzazione. L’acquisizione di queste competenze costituisce del resto uno dei requisiti
per qualificare la “capacità formativa” dell’impresa.
Le sue modalità di erogazione devono essere sufficientemente flessibili e raccordate ai reali
processi di sviluppo del ruolo all’interno delle diverse imprese, in modo da rispondere alle effettive
esigenze che provengono di volta in volta dalle concrete esperienze dei tutor.
Il percorso formativo proposto ha una durata complessiva di 20 ore, facendo anche in questo caso
riferimento a quanto stabilito nel Protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Autonoma Valle
d’Aosta e Parti Sociali.
Lo sviluppo del percorso formativo è articolato in una serie di segmenti relativamente autonomi
l’uno dall’altro, ciascuno dei quali assume come riferimento le capacità e conoscenze delle altre
quattro AdA che completano la mappa delle competenze del tutor aziendale.
La natura dei destinatari della formazione pone dei vincoli molto rigidi alla durata delle attività da
svolgere in aula.
Proprio per questo, data anche la complessità delle capacità e conoscenze che sono proprie di
ciascuna delle AdA considerate, si ribadisce che ogni segmento formativo non può essere inteso
come un esauriente percorso di acquisizione delle competenze. Esso deve piuttosto essere
progettato come un momento orientato a favorire una rilettura e riorganizzazione delle esperienze
dei partecipanti, in modo che essi possano più agevolmente definire strategie di intervento efficaci
in rapporto alla specificità dei contesti organizzativi in cui ciascuno si trova ad operare.
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ALL. 7 Standard formativo del TUTOR AZIENDALE
I contenuti dovranno quindi essere presentati con un approccio molto connotato operativamente, in
modo che si prestino ad un confronto con le esperienze dei partecipanti e favoriscano la ricerca di
modalità di azione coerenti con gli obiettivi di apprendimento e sviluppo professionale che si
intendono perseguire all’interno delle proprie imprese.
Tenendo presenti questo insieme di considerazioni, la struttura del secondo percorso formativo può
schematicamente essere rappresentato come segue:
Progettazione del percorso di formazione complessivo dell’apprendista e delle “Unità di formazione
interna” all’impresa
Accompagnamento e supervisione alle esperienze di apprendimento all’interno dei contesti
lavorativi
Sostegno al coinvolgimento e alla motivazione dell'apprendista
Valutazione e valorizzazione delle competenze progressivamente sviluppate dall’apprendista
L’azione formativa può prevedere diverse modalità e tempi di erogazione. Essa potrebbe essere
“compattata” in un percorso molto ravvicinato nel tempo, oppure essere diluita in un orizzonte
temporale relativamente più ampio, con significativi intervalli tra lo svolgimento dei diversi
segmenti formativi.. Anche in questo caso si tratta di fare i conti con i concreti processi di
assunzione del ruolo di tutor aziendale che avvengono nelle imprese e con i vincoli organizzativi
che spesso caratterizzano i destinatari di queste iniziative.
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