REGIONE SICILIANA
MINISTERO DEL LAVORO
ASSESSORATO AL LAVORO
DELLE POLITICHE SOCIALI
“Donne, politica e istituzioni”
La Carta delle Pari Opportunità e uguaglianza sul
lavoro. Welfare aziendale, politiche di conciliazione
“tempi di vita-tempi di lavoro”
per dare effettività alle pari opportunità
Messina, 12 luglio 2013
dott.ssa Mariella Crisafulli
Consigliera provinciale di parità
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Fotografia ISTAT
Il 23% degli uomini italiani non dedica nemmeno 10
minuti al giorno al lavoro familiare e la loro
presenza costituisce per le donne, lavoro in più….
Nella coppia il 77% del tempo dedicato alla cura di
casa e famiglia è quello delle donne … che si
ritrovano così a dover sostenere un sovraccarico di
lavoro familiare con cui fare i conti.
Le donne sono il pilastro della rete
informale di aiuti tra le famiglie
Sono le principali care giver (32,5%), dedicano più di
2 miliardi di ore di lavoro di cure per altre famiglie
in un anno.
Le reti informali si fanno spesso carico di compiti che
in altri paesi sono svolti dalle STRUTTURE
PUBBLICHE.
Ma le reti informali sono entrate in crisi strutturale.
Vediamo perché….
Consideriamo tre generazioni di donne,
nate nel 1940, 1960 e 1970
La donna nata nel 1940 a 40 anni può dividere il carico delle cure
agli anziani e ai bambini con altri 9 adulti – ha almeno un anziano
per 12 anni nella rete di parentela;
La donna nata nel 1960 a 40 anni può dividere il lavoro di cura
con altri 5 adulti – ha almeno un anziano per 18 anni nella rete di
parentela
La donna nata nel 1970 a 40 anni può dividere il lavoro di cura
con altri 5 adulti – ha almeno un genitore anziano per 22 anni
nella rete di parentela.
La terza ha dunque più carichi, per un periodo più lungo ma
meno tempo da dedicare alla cura perché lavora.
Donne sandwich
… schiacciate tra lavoro, cura di genitori
anziani, cura dei bambini, sostegno ai
figli adulti/nuore nell’accudimento dei
nipoti.
Progetto Equal Gelso - Campagna di sensibilizzazione e informazione sui
congedi parentali Un papà che allatta col biberon il suo bambino, felice di
poterlo fare e di godersi gli attimi della prima crescita di suo figlio.
Immagine coinvolgente e diretta sostenuta dal pay off “Liberi di allattare”
che divulga l’opportunità legislativa di usufruire dei congedi parentali da
parte di entrambi i genitori.
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Per le mamme - Bando per l'assegnazione
dei contributi per l'acquisto di servizi per
l'infanzia (Voucher)
Dal 14 giugno 2013 è pubblicato, sul portale Internet dell’INPS il
bando per la presentazione da parte delle madri lavoratrici della
domanda di accesso al contributo economico fino ad un massimo di
300 euro mensili utilizzabile, in alternativa al congedo parentale,
per il servizio di baby-sitting oppure per far fronte agli oneri della
rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati
accreditati.
La presentazione delle domande sarà consentita dal 1 al 10 luglio 2013
concorrenza massima di 300 euro mensili.
E’ concesso su base ISEE per ogni mese di congedo parentale cui la
lavoratrice rinuncia negli 11 mesi successivi al termine del congedo
obbligatorio di maternità e in alternativa al congedo parentale per
un massimo di sei mesi.
La crescente partecipazione
delle donne nel mondo del lavoro
….
ha prodotto un impatto importante
non solo sul mercato del lavoro
(in termini di modifica della struttura
e delle forme di occupazione),
ma anche dell’intero sistema sociale.
Viene a mancare:
una parte di quelle attività di cura che
le donne tradizionalmente prestavano
all’interno della famiglia:
assistenza ai bambini piccoli,
agli invalidi, lavoro domestico e
amministrazione familiare.
Persiste una condizione di complessivo
svantaggio per il lavoro delle donne:
Tasso di occupazione femminile ancora troppo lontano dagli standard
degli altri Paesi europei (almeno il 60% nel 2010 secondo gli accordi
di Lisbona); Nella provincia di Messina il tasso di occupazione è
intorno al 29%!
Rilevante presenza femminile nel lavoro precario, irregolare e
nell’economia sommersa;
Persistenza di discriminazioni retributive e nei percorsi di carriera;
Organizzazione del lavoro troppo rigida e mancanza di servizi adeguati
(asili, assistenza genitori anziani ecc) rispetto alla necessità di
conciliare esigenze di vita e di lavoro si legano strettamente alla
difficoltà dell’occupazione femminile;
Il persistere di una scarsa condivisione del lavoro di cura con i propri
partner anche a causa di stereotipi maschili che escludono gli uomini
dal ruolo genitoriale (solo il 7% degli uomini usufruisce dei congedi
parentali).
Fattore D
Il Fattore D, il lavoro delle donne, è un fattore decisivo di crescita
perché garantisce più ricchezza alle famiglie. Ma non solo: quante
più donne lavorano, tanti più nuclei familiari si rivolgeranno al
mercato per cercare soluzioni a quei problemi e a quei bisogni di
cui oggi si occupano le madri e le mogli che stanno a casa.
Il che significa nuovi posti di lavoro e significa pure meno culle vuote
e meno bambini poveri.
Si tratta di tre fenomeni apparentemente indipendenti, ma in realtà
non è affatto così. Perché? Al contrario di quanto siamo abituati a
pensare, una donna che lavora non per questo fa meno figli! Le
donne che hanno un impiego e che sono aiutate a conciliare
impegni professionali e vita familiare, sono quelle che mettono
al mondo più figli perché sono in grado di garantire loro buona
educazione, tranquillità economica e un avvenire più sicuro.
Le Politiche di Conciliazione
E' l'Europa che ci dice che le politiche di
conciliazione sono politiche per stabilire un
nuovo PATTO SOCIALE DI GENERE,
riguardano dunque DONNE e UOMINI,
riguardano tutta la costruzione sociale,
a partire dalle STRATEGIE INDIVIDUALI e
FAMILIARI per arrivare alle MISURE
ALL’INTERNO DELLE AZIENDE E DELLE
ORGANIZZAZIONI,
per approdare al TERRITORIO con una
POLITICA DI SERVIZI mirata
e una STRATEGIA
per i tempi della città.
LA CONCILIAZIONE
AL CENTRO DELLE POLITICHE
EUROPEE
L’EUROPA PER LA CONCILIAZIONE
Roadmap per le pari opportunità tra donne e uomini presentata alla Commissione
europea:
la conciliazione è la seconda di 6 priorità, ed è definita in 3 punti
Orari di lavoro flessibili per donne e uomini
Aumento dei servizi di cura
Migliori politiche di conciliazione tra lavoro e vita familiare per donne e uomini e
condivisione delle responsabilità familiari,
Comunicazione della Commissione:
‘finché persistono squilibri sulla conciliazione, l’equiparazione dei generi non potrà
migliorare’ e ancora …
“..le tensioni nel combinare responsabilità lavoro e famiglia ancora
impediscono la piena partecipazione delle donne nella forza lavoro e
l’empowerment* economico”.
*Empowerment si riferisce all’attribuzione di potere alle donne, alla loro partecipazione
reale ai processi decisionali e agli strumenti di conseguimento di potere, la concreta
garanzia anche per accrescere abilità, professionalità e nuove e più avanzate
opportunità.
Conciliazione tra famiglia e lavoro:
focus d’attenzione
1.
2.
Tema di interesse pubblico – non solo di natura privata – che
chiama in causa oltre le singole persone, le aziende e le
istituzioni territoriali competenti.
Le finalità delle politiche per la conciliazione riguardano il
miglioramento della qualità della vita delle persone,
attraverso l’innovazione di modelli sociali, economici e culturali
per rendere compatibili sfera familiare e lavorativa;
impattando sull’organizzazione del lavoro, dei tempi delle
città e sul coordinamento dei servizi pubblici.
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La conciliazione lavoro/famiglia
come politica pubblica
E’ uno strumento che, rendendo compatibili
sfera lavorativa e vita familiare, consente a
ciascun individuo di vivere al meglio e che si
traduce certamente in una migliore qualità
della vita.
E’ un problema di ciascun individuo, ma non è un
problema individuale, ecco perché viene
assunta come politica pubblica.
Due aree importanti di
politiche di conciliazione
Misure aziendali per la conciliazione
(attraverso accordi sindacali e/o
strumenti di gestione delle risorse
umane)
Politiche locali di conciliazione
(culturali, occupazionali, sociali)
Art. 22 L.R. 22/06
Regione Lombardia
Parità di genere e conciliazione tra tempi di lavoro e di cura
1. La Regione nella propria programmazione sostiene azioni di
sistema a favore dell’inserimento e della permanenza nel mercato
del lavoro delle donne, nonché promuove in particolare, anche
mediante l’impiego di voucher e altri incentivi economici:
a) lo sviluppo di servizi domiciliari, asili aziendali e altri strumenti di
cura e assistenza alla persona e alla famiglia;
b) piani aziendali e territoriali volti alla ridefinizione degli orari di
lavoro, degli orari dei territori o delle città e dei modelli di
organizzazione del lavoro, anche attraverso l’impiego del lavoro a
tempo parziale e del telelavoro, in funzione dell’obiettivo di
conciliazione tra i tempi di lavoro e di cura;
c) misure a favore delle persone, in particolare delle donne, che
rientrano nel mercato del lavoro dopo prolungati periodi di
assenza per motivi di cura familiare, anche mediante l’impiego del
contratto di inserimento al lavoro di cui all’articolo 54 del d.lgs.
276/2003;
CONCILIAZIONE IN AZIENDA
LE MOTIVAZIONI:
PERCHÈ L’AZIENDA METTE IN ATTO
POLITICHE DI CONCILIAZIONE
Forte consapevolezza/convinzione che:
la qualità di vita/lavoro di donne e uomini
è importante per il business
i cambiamenti sociali e culturali richiedono adattamenti
La diversità di genere è un valore
l’altra metà dei talenti disponibili è importante per l’azienda
Motivazioni economiche:
evitare costi
evitare perdita di talenti e risorse preziose
LE METODOLOGIE DELLE
AZIENDE PER LA
CONCILIAZIONE
PROGETTAZIONE
•indagini conoscitive (questionari, interviste focus group),
richieste di pareri ai lavoratori/trici
•definizione di obiettivi precisi con indicatori di risultato
atteso
•forte supporto del top management
•collaborazione con le parti sociali
GESTIONE
•progetti pilota prima di mettere i cambiamenti a sistema
•formazione ai manager
•creazione di organismi ad hoc
•attribuzione di responsabilità e feedback dei risultati
•centralità della flessibilità del lavoro richiesta dai
lavoratori/trici, azienda, clienti
•comunicazioni interne
Le misure di conciliazione in azienda
Misure relative agli orari di lavoro (part time,
flessibilità in entrata e uscita, permessi, telelavoro,
etc,)
Servizi aziendali (asili-nido, servizi ricreativi per
bambini ed adolescenti, mense aperte, lavanderie,
etc.)
Benefit ed indennità (convenzioni con servizi pubblici,
pagamento rette, rimbrosi spese di cura, etc.)
Supporti alle carriere di chi ha impegni di cura
(counselling familiare, bilanci di competenze,
formazione non residenziale, etc.)
Ex articolo 9 – Legge 53/2000 L’art. 9 della legge 53/2000 e successive modifiche: Disposizione
per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il
coordinamento dei tempi delle città”
La legge n. 53 dell’8 marzo 2000 “Disposizioni per il
sostegno della maternità e della paternità, per il diritto
alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei
tempi della città” recepisce la direttiva europea sui congedi
parentali, di maternità e paternità,coinvolge gli enti locali per
il coordinamento dei tempi delle città e prevede attraverso
l’ex art. 9
l’erogazione di contributi a favore di datori di lavoro privati,
di aziende sanitarie locali, di aziende ospedaliere anche
universitarie che intendono adottare misure di
conciliazione lavoro/vita privata dando così la possibilità
alle lavoratrici e ai lavoratori di superare alcuni dei
principali problemi legati alla gestione dei tempi quotidiani.
si configura come
un incentivo strategico a dar vita ad AZIONI POSITIVE
finalizzate a creare una vera e propria cultura della conciliazione nel
contesto lavorativo, in famiglia e nel complesso sistema dei tempi
e degli spazi di un territorio.
A chi si rivolge (Comma 1): alle aziende che intendono realizzare
azioni positive orientate alla conciliazione tra vita professionale e
vita familiare delle proprie lavoratrici e lavoratori, con l’obiettivo
di introdurre nuove modalità organizzative e gestionali dei tempi
di lavoro o dei servizi capaci di qualificare l’azienda come family
friendly.
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Comma 3
a)
b)
c)
I liberi professionisti ed i lavoratori autonomi, compresi i lavoratori a progetto;
I titolari di impresa individuale;
I titolari di impresa collettiva; liberi professionisti costituiti in associazione;
famigliari partecipanti all’impresa (art.230bis Codice civile); gli associati in
partecipazione (art.2549 e seguenti del Codice civile)
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Ma…
…questa Legge oggi non ha copertura finanziaria!!
Conciliazione dei tempi di lavoro
e di cura della famiglia:
Accresce le motivazioni e la soddisfazione dei
collaboratori
Accresce la flessibilità del lavoro aziendale
Accresce la produttività e la capacità
concorrenziale delle aziende
Rappresenta un fattore determinante per
l’occupazione femminile.
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Modello di azienda “familyfriendly”
….dimostra come l’investimento
economico ed organizzativo di
misure per la conciliazione
generi significativi vantaggi e benefici
ed offra una immagine di
Azienda socialmente responsabile.
Presentata il 9 giugno 2011 a Messina è una
dichiarazione di intenti, sottoscritta
volontariamente da imprese e da Pubbliche
Amministrazioni, per la diffusione di una cultura
aziendale e di politiche delle risorse umane
inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi,
capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro
diversità.
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La Fem.me Lavoro femminile
mezzogiorno
promuovere nelle aziende misure di
conciliazione lavoro famiglia con
l’opportunità di individuare buone
prassi in tema di modalità
organizzative e orarie flessibili,
programmi di accompagnamento per il
rientro della maternità, misure di
welfare aziendale e/o territoriale.
Le politiche locali per la
conciliazione
Servizi per l’infanzia, altri servizi di cura
(anziani, handicap, etc.), trasporti, altre
facilitazioni per le famiglie
Coordinamento tempi delle città
Aiuti monetari per i bambini/le famiglie
Politiche culturali di promozione delle pari
opportunità
Politiche attive per l’occupazione in chiave di
genere (incontro domanda-offerta, bilanci
competenze, orientamento, formazione,
etc.)
La concertazione/governance delle politiche
locali per la conciliazione
Concertazione/governance
Governance without government?
Arena molto ampia:
Imprese, sindacati, amministrazioni locali, servizi
pubblici e privati, associazioni dei cittadini,
media, etc.
La governance delle politiche locali
per la conciliazione
Strumenti:
Patti territoriali (parte dei)
Coalizioni locali
Tavoli per la conciliazione
Forum per la conciliazione
Etc.
Competenze da attivare:
Non solo potere istituzionale ma:
Creatività
Responsabilità sociale
Capacità di analisi dei bisogni e dei problemi
Capacità di mediazione e soluzione dei problemi
Esempi di problemi/soluzioni
che si possono trattare in un tavolo
Asili-nido, scuole e altri servizi per bambini e
adolescenti
Orari giornalieri, aperture settimanali, calendari annui,
Flessibilità del servizio, differenziazione degli orari (anche solo
poche ore) – Accessibilità –Graduatorie -Costi
Creazione di nuovi servizi
Centri estivi, centri diurni, etc.
Trasporti, parcheggi, percorsi protetti:
urbanistica sociale e piani degli orari
Orari commerciali, della pubblica
amministrazione,
Piani degli orari
Il caso Provincia di Varese:
il Forum per la conciliazione (I)
Composizione:
a geometria variabile
Gli attori stabili:
Parti sociali, Consigliera di parità, Provincia (Comm. Tripartita),
tecnici e politici degli ambiti di programmazione sociale
Altri soggetti chiamati a seconda del tema:
Assessorati ai servizi sociali, ai trasporti, alle P.A., Scuole,
servizi del privato-sociale, sindacai dei Comuni grossi, ASL
Gli attori portano contemporaneamente:
Disagi e domanda sociale
Soluzioni (creatività)
Il caso Provincia di Varese:
il Forum per la conciliazione (II)
Il sistema di osservazione:
Osservatorio prov. del mercato del lavoro
Osservatorio prov.delle politiche sociali
Indicatori territoriali specificamente creati.
– Popolazione residente
– Qualità e quantità dell’occupazione femminile (dinamicità
mdl, tipo di contratti, etc.)
– Destinatari di cura (bambini 0-2, ragazzi fino a 17, grandi
anziani oltre i 75)
– Indice di domanda di cura (da bambini e ragazzi, da
anziani, complessivo)
– Indice di domanda di cura materna
La governance delle politiche
locali per la conciliazione
Creare nel territorio un contesto favorevole alla sperimentazione
sensibilizzazione e coinvolgimento degli attori sociali: occasioni di
confronto specialmente con i sindacati e i rappresentanti delle
imprese ma anche con gli amministratori, le istituzioni locali
del welfare, gli studiosi di lavoro e di organizzazione delle
università, le associazioni delle donne e delle famiglie
indagini che diano conto della importanza del problema sul territorio
(per esempio, analisi dei bisogni di conciliazione), che
ricostruiscono il contesto socio-economico (indagine
demografiche, sulle famiglie, sull'andamento dell'economia
locale, sulle tendenze nella composizione del mercato del
lavoro, etc.), che analizzino gli sviluppi organizzativi, la cultura e
la gestione delle risorse umane nelle aziende locali
creazione di reti locali di aziende disponibili alla sperimentazione,
ancora meglio, la costruzione di tavoli negoziali, patti per
l'innovazione, coalizioni territoriali per la conciliazione, etc.
Accordo territoriale sulla
Conciliazione Famiglia e Lavoro
Regione Lombardia
ASL di Monza e Brianza
Comune di Monza
CCIA di Monza e Brianza
Ambiti Territoriali di Seregno, Carate
Brianza, Desio, Monza, Vimercate,
Consigliera provinciale di Parità
Nell’Accordo si definiscono:
Compiti e modalità con cui ciascun
soggetto sottoscrittore interverrà
Tavolo di indirizzo politico/istituzionale
per la definizione del Piano di Lavoro
Durata 24 mesi
Monitoraggio e Verifica
FOCUS SUL RUOLO DELLA
CONSIGLIERA DI PARITA’
Tra i compiti di promozione della Consigliera di parità:
 diffondere la conoscenza e lo scambio di buone prassi e perseguire
un’attività di informazione e formazione culturale sui problemi delle
pari opportunità e sulle varie forme di discriminazione,
 verificare i risultati della realizzazione dei progetti di azioni positive
previsti dalla legge 125/91
 stabilire collegamenti e collaborazione con gli assessorati al lavoro
degli Enti locali e con Organismi di parità degli Enti Locali.
Interviene rispetto ai finanziamenti ex. Art.9 L.53/2000:
 di rilevazione del fabbisogno di conciliazione;
 di ideazione e progettazione dell’intervento;
 di monitoraggio e valutazione in itinere ed ex post.
Importante per tutte le tipologie (A, B, C) soprattutto nella C –
Interventi e servizi innovativi
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Bando - Contributi ai comuni per progetti
finalizzati all'attuazione dei Piani territoriali degli
orari (l.r. 28-2004) Il contributo massimo euro 50.000,00, pari al
massimo all'80% del valore del progetto. I
comuni dovranno cofinanziare il progetto per un
minimo del 20% (anche sotto forma di
valorizzato).
Progetti finalizzati alla predisposizione e/o
all’attuazione di un Piano territoriale degli orari
prevedono:
· Progetti finalizzati a favorire la mobilità sostenibile
verso il sistema dei servizi sociosanitari, gli
istituti scolastici e i luoghi di lavoro;
· Progetti finalizzati a migliorare l'accessibilità dei
servizi pubblici e privati (giornata del cittadino,
decentramento dei servizi comunali, sportelli
polifunzionali ecc.), anche con la messa in rete
di servizi del sistema allargato della PA;
sperimentazioni finalizzate alla semplificazione
delle procedure e dei processi di accesso ai
servizi, anche con l'utilizzo della Carta
Regionale dei Servizi.
Le domande possono essere presentate entro e
non oltre venerdì 18 ottobre 2013.
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CONCILIAZIONE =
RISORSA PER IL LAVORO, PER IL
BENESSERE DEI LAVORATORI E
DELLA UNA COMUNITA’
…. e verso un nuovo equilibrio
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CRISAFULLI_conciliazione - Università degli Studi di Messina