nella provincia di Frosinone
IPSIA Galilei 3 aprile 2008
La dispersione … dove e quando
Per parlare correttamente di dispersione scolastica occorrerebbe avere una anagrafe
nominativa degli studenti.
Dai dati di stock è invece possibile cogliere solo alcuni elementi.
Vediamo dove si ha dispersione
I dati della rilevazione integrativa delle scuole misurano in pratica
solo le interruzioni che si verificano in corso d’anno scolastico.
I dati di questa analisi sono quelli relativi all’anno scolastico
2006/07 nella provincia di Frosinone.
Scuola secondaria di primo grado
classi prime
classi seconde
16,00
20,00
24,00
24,44
trasferiti ad altra scuola statale
trasferiti ad altra scuola statale
trasferiti ad altra scuola non
statale
trasferiti ad altra scuola non
statale
altro tipo di interruzione
formalizzata
2,00
Per mancata validità dell'anno
scolastico
Per abbandono
17,78
28,89
44,00
8,89
classi terze
16,22
16,22
trasferiti ad altra scuola statale
2,70
trasferiti ad altra scuola non
statale
13,51
altro tipo di interruzione
formalizzata
Per mancata validità dell'anno
scolastico
Per abbandono
51,35
altro tipo di interruzione
formalizzata
Per mancata validità dell'anno
scolastico
14,00
Per abbandono
Per una analisi più concreta è utile riunire in due grosse aree queste
cinque motivazioni:
 Permangono nel sistema dell’istruzione
 Si allontanano dal sistema scolastico
Trasferiti
M+F
Femmine
Maschi
Abbandoni
1^
2^
3^
1^
2^
3^
19
42%
13
26%
7
19%
26
58%
37
74%
30
81%
5
4
1
11
9
8
14
9
6
15
28
22
Da questi dati appare evidente che i ragazzi che interrompono la frequenza
nella classe prima hanno il 40% delle probabilità di permanere nel sistema
scolastico.
Questa possibilità diminuisce drasticamente nei due anni successivi.
In sintesi dei 132 studenti che interrompono i percorsi 93 sono possibili
abbandoni scolastici.
Scuola secondaria di secondo grado
INTERRUZIONI DI FREQUENZA IN CORSO D'ANNO
7,00
Nel 2006-07 su
26.626 studenti
hanno interrotto la
frequenza 784
studenti (cioè il
2.94%) di cui 215
femmine e 569
maschi.
6,00
5,00
4,00
M+F
F
3,00
M
2,00
1,00
0,00
1^
2^
3^
4^
5^
Dividiamo le interruzioni in:
 formalizzate (con rilascio di nulla osta da parte della scuola)
 non formalizzate (allontanamento dalla scuola senza dare notizie di se).
interruzioni formalizzate
3,50
3,00
2,50
2,00
M+ F
F
M
1,50
1,00
0,50
0,00
1^
2^
3^
4^
5^
interruzioni non formalizzate
4,50
4,00
3,50
3,00
2,50
M+ F
F
2,00
M
1,50
1,00
0,50
0,00
1^
2^
3^
4^
5^
1° anno
2° anno
3° anno
4° anno
5°
anno
Maschi e Femmine
138
75
62
77
20
trasferimento ad altra scuola
statale
93
43
26
25
5
trasferimento ad altra scuola non
statale
13
11
11
11
7
passaggio ad un corso serale
1
0
0
1
1
passaggio al sistema di formazione
professionale regionale
21
10
5
7
0
passaggio all'apprendistato
3
2
5
5
0
altre motivazioni
7
9
13
23
7
148
83
73
89
19
passaggio al lavoro
22
19
16
25
7
altre motivazioni
126
64
57
64
13
Per interruzioni formalizzate (con
rilascio di nulla osta) di cui:
Per abbandono di cui:
Dai dati vediamo che buona parte delle interruzioni formalizzate
dovrebbero prevedere la permanenza nella scuola, dovrebbero perché
i conti non tornano, infatti il numero di studenti che abbandona per
trasferimento ad altra scuola statale non coincide con gli studenti
dichiarati dalle scuole cprovenienti da altra scuola in corso d’anno dei
192 solo 109 risultano passati ad altra scuola gli altri 83 è lecito
pensare che questi abbiano abbandonato i percorsi scolastici.
Analogamente dei 43 studenti che risultano passati all’istruzione non
statale solo 4 vengono dichiarati in ingresso dalle scuole paritarie
superiori.
Per i 43 studenti che risultano passati alla formazione professionale
non c’è purtroppo possibilità di verifica, stessa cosa per i 15 studenti
passati all’apprendistato.
Ben 59 si sono ritirati formalmente, per quanto riguarda gli abbandoni
non formalizzati 89 risultano passati al mondo del lavoro e 324
risultano aver abbandonato la scuola. 83+59+324=458 studenti di cui
306 maschi e 160 femmine che abbandonano a cui sarebbe corretto
aggiungere quelli passati al mondo del lavoro.
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La dispersione scolastica nella provincia