Progetto Prevenzione Dipendenze 2012 ITIS Magistri Cumacini Associazione Centro Studi Sinergie Ass. Soc. Valeria Auteri Per riflettere sulla prevenzione Probabilmente, quando si affronta in termini di prevenzione l’argomento delle dipendenze problematiche, si è facilmente tentati di considerare l’argomento estraneo o alieno alla realtà familiare e quotidiana. Vi è una sorta di rimozione di fronte a temi complessi e preoccupanti, che ci impediscono la riflessione e lo sguardo consapevole. Il genitore impaurito può essere disarmato, il genitore prevenuto può essere colui che allena pensieri, emotività e strategie per contenere o frenare l’insorgenza di un comportamento problematico nel proprio figlio. LA PREVENZIONE NON E’ SOLO INFORMAZIONE…ANCHE SE FOSSE FATTA NEL MIGLIORE DEI MODI… Attivare l’attenzione verso segnali predittivi segni di disequilibrio LA RELAZIONE CON IL FIGLIO • • • Costruirsi una STRATEGIA EDUCATIVA La conoscenza dei comportamenti e degli effetti di tali dipendenze non è sufficiente a garantire protezione. Si tratta di essere attivi, e attenti, nel riconoscimento di segnali (segnali predittivi) che possono manifestare anzitempo (pre-dire) un malessere , la rottura di un equilibrio, pur precario, che gli adolescenti si costruiscono lentamente . Tali segni (segnali) sono percepibili all’interno di una RELAZIONE con i ragazzi, che pur modificandosi nel tempo, continua a mantenere in collegamento il mondo dei genitori e quello dei figli. Costruirsi una strategia educativa significa riflettere e progettare modalità di ascolto e di interazione con quel figlio (in particolare, non in generale…) in modo da poterlo rendere (per le sue specifiche caratteristiche) un futuro adulto sufficientemente capace e competente a prendersi cura di sé. Compiti evolutivi • Fronte del cambiamento organico-biologico • Fronte del cambiamento psichico • Fronte dell’apprendimento cognitivo-formativo • Fronte dell’appartenenza al gruppo Limitiregole Genitori(mondo adulto) negoziazione Adolescnte (mondo dei pari) trasgressione • • • • • • I ragazzi, mentre attraversano l’adolescenza, sono caricati di una serie di compiti evolutivi psico-fisici, una sorta di ‘doveri’ da affrontare necessariamente per abbandonare il ‘mondo-bambino’ e avvicinarsi al ‘mondo-adulto’. Il primo e più evidente ambito di cambiamento è il corpo, anche se variano i tempi e le modalità per ciascuno. Ciò rende molto diversa la percezione che ciascun ragazzo ha di se stesso, delle proprie dimensioni fisiche, della maturazione sessuale. Questa modificazione da bambini a ‘futuri uomini/donne’ rende differente da prima il mondo emotivo e interno (come mi sento, cosa non sopporto, cosa vorrei…) Negli anni dell’adolescenza tutti i ragazzi sono inoltre chiamati ad affrontare la formazione scolastica o professionale e quindi a confrontarsi continuamente con i risultati della propria preparazione, della propria abilità, della propria intelligenza. Inoltre l’ambito di paragone e di identificazione (a chi vorrò assomigliare) precedente (i genitori) viene accantonato e il ragazzo guarda e si confronta con coloro che gli somigliano per interessi e vicinanza psicoaffettiva (gruppo dei pari) Questo lavorio interno comporta che il ragazzo si senta spinto a tentare il più possibile di varcare i limiti precedentemente presenti nella sua vita e proposti dagli adulti. Inizia a farsi continuamente urgente il desiderio di trasgredire, per muovere i confini e regole degli adulti, che si trovano più di prima a fronteggiare le pressioni e a utilizzare una continua negoziazione con i ragazzi su quel che si può o non si può fare. • La vita degli adolescenti dovrebbe essere connotata non dalla rassegnazione, dalla monotonia ma dal rischio, inteso come affrontare scelte cruciali, incroci nuovi, ipotesi di fallimento o successo. • Questo movimento è assolutamente evolutivo per chi si domanda: Cosa sarò da grande? Dove non ce la faccio? Come posso cambiare i miei limiti? Come mi vedono gli altri? Perché si perde la misura, il limite, il confine ? • Data la tipicità e la peculiarità delle nuove dipendenze patologiche che derivano dall’uso –abuso smodato di comportamenti che fanno parte del quotidiano, anche nel mondo adulto, è bene domandarsi perché e quando si perde il senso del confine e del limite. • Ci sono una serie di caratteristiche personali di ciascun ragazzo che possono in parte favorire tale caduta nella dipendenza. • Ci sono anche dei fattori ambientali dove i ragazzi vivono e che possono contribuire a fare da protezione. FATTORI NON PROTETTIVI FATTORI PROTETTIVI Ambientali • Famiglia sufficientemente armonica • Scuola autorevole • Adulti significativi • Rete amicale ‘sana’ Contesti • Luoghi aggregativi finalizzati • Gruppi sportivi • Gruppo classe • Luoghi formativi hobby • • • Ambientali Problematiche familiari gravi o negate Scuole repressive/ ghetti Adulti parificati Affiliazione a gruppi marginali • • • Contesti “Non luoghi” Marginalità di classe Piazze / strade • • Adulti significativi: coloro che sono referenti del senso delle cose, che ascoltano, che sono presenti, che presidiano il tempo che passa • Scuola autorevole: scuola che propone contenuti didattici sensati,che verifica il contenitore educativo, che sa dare gratificazioni e offrire obiettivi • Scuola repressiva: scuola ghetto, che deve solo combattere la devianza, che punisce, che svilisce, che raccatta ‘i resti’ • Adulti parificati: coloro che funzionano come coetanei, che non reggono le diversità generazionali, che fanno ‘gli amici’ • Gruppi marginali: il cui destino è già segnato, connotati come diversi e a-sociali, che stanno ai confini delle iniziative, che emergono solo nella distruttività verso sé e verso gli altri • Non luoghi: posti nati per altri servizi, senza storia, non veicolano appartenenza, non sono finalizzati IL CONTESTO La sociologia, che tenta di osservare con sguardo critico e spiegare il modo di vivere delle nostre aggregazioni sociali, oggi racconta la nostra società come lo spazio delle relazioni in cui: Si sostiene il desiderio dei singoli di soddisfare solo se stessi È faticoso tenere il desiderio (attendere e posticipare un’azione) Il futuro è difficile da prevedere, perché non è certo su cosa e su chi si possa contare (società impalpabile, ‘liquida’) E’ meglio spingere l’autoaffermazione dei singoli senza regole È più difficile costruirsi una identità per tappe evolutive: si fanno brevi percorsi che poi si smontano e si ricomincia da capo • • • Queste connotazioni della società attuale hanno un effetto sul tipo di relazioni che tutti instauriamo con gli altri e sul tipo di percezione che ognuno ha di sé. La richiesta di una rapida prestazione induce a semplificare i contatti e i contenuti, a utilizzare medium (stare in mezzo tra…) , a improvvisare, a stare sulla superficie L’utilizzo di Sms – Messangers - chat – riesce a soddisfare con poca spesa (anche emotiva…) il desiderio di benessere e di appagamento, di avere amici, di fare incontri, e nel caso di Playstation- Xbox… di vincere, di saper fare, di sperimentare rischi e lotte. Ci sono oggi molti NON LUOGHI esistenti solo nel virtuale comunicativo dove nessuno si vede e si incontra realmente, ma tutti hanno l’idea di cercarsi e di stare insieme. “Facebook ti aiuta a mantenere e condividere i contatti con le persone della tua vita” I genitori che durante l’infanzia dei loro figli erano occupati nella cura e nella protezione >Possono temere di perdere l’affetto e diventano dei pari >Oppure temere di perdere il controllo , e diventano dei detective Oppure… al timone • • • • • Per guidare Per indicare Per contenere Per accompagnare Per ascoltare Essere genitori non è solo la conseguenza naturale dell’avere dei figli. Non è nemmeno accudirli, cambiarli lavarli, portarli a scuola RESPONSABILITA =rispondere con abilità una abilità è creare uno spazio dentro di sé… si potrebbe sostenere a ragion veduta, che essere genitori E’ UNO STATO DELLA MENTE Avere un figlio significa che, dalla sua nascita in avanti, uno spazio della mente del genitore è continuamente riempito della sua presenza Tenere il filo……………. • • • • • Rimanere nella dipendenza sana genitore/figlio, avere un riferimento certo da cui tornare, che rassicura , che orienta Rimanere nel filo della relazione dove il genitore chiede:come stai? Cosa mi dici di te? Cosa capisco che non puoi dirmi? In cosa possa aiutarti? Rimanere nel filo del controllo: cosa so di te? Mi fido-verifico-mi fido? So dove vai nel mondo reale e in quello virtuale? Rimanere nel filo delle proposte: quali luoghi offriamo per socializzare, fare sport, incontrarsi, divertirsi, come spendiamo i nostri soldi per offrire loro ‘interessi che fanno evolvere’? Quali esperienze reali , vive e vitali proponiamo? Rimanere nel filo del tempo: quanto tempo dedica mio figlio a…? Quali orari? Quali ripetitività? C’è un tempo per fare insieme alcune cose? «A mio avviso il compito più importante del genitore è imparare a intuire con il sentimento il senso che possono avere le cose per suo figlio e comportarsi di conseguenza; in questo modo farà ciò che è più utile per entrambi e inoltre renderà più profondo e positivo il loro rapporto. Il modo migliore per riuscirci…è richiamare alla memoria che cosa aveva significato per noi da bambini una situazione analoga e per quali motivi, e pensare a come avremmo voluto, allora, che i nostri genitori gestissero la situazione. In tal modo useremo creativamente le nostre esperienze di vita che acquisteranno un nuovo e più profondo significato via via che le richiamiamo alla mente, alla luce del nostro essere oggi genitori. Perché educare i figli è un’impresa creativa, Un’arte più che una scienza.» B. Bettelheim