Scuola dell’Infanzia di Bevilacqua GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DISABILITÀ 3 dicembre 2014 La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre è stata istituita nel 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, per promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi della disabilità, per sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita e per allontanare ogni forma di discriminazione e violenza. dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche giornata europea delle persone con disabilità, come voluto dalla commissione europea, in accordo con le nazioni unite. secondo quanto riportato dalla “convenzione sui diritti delle persone con disabilità”, il fine da perseguire dovrebbe essere quello di proteggere ed assicurare il godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità senza discriminazioni di alcun tipo, promuovendo la loro effettiva partecipazione ed inclusione all’interno della società. La favola di Becco di Rame spiega ai bimbi la disabilità La storia è vera. Protagonisti: un'oca e il veterinario che le ha ricostruito il becco (spezzato) con una protesi di metallo. Cinque ore di intervento per un'operazione unica. Ora «Becco di Rame» non è solo il nuovo nome dell'oca, ma è anche un libro per bambini che racconta dell'oca orgogliosa del suo nuovo becco, diventata papà e pure leader del pollaio. Parla di disabilità e di riabilitazione, di ospedale e di operazioni. Una storia che non finisce col più classico dei classici «... e vissero tutti felici e contenti» ma con «vedete piccoli miei, questo racconto dimostra come possa essere straordinaria ed emozionante la vita». Quella vera che, a volte, ci mette davanti a prove difficili ma, come dimostra Becco di Rame, possono renderci ancora più forti e anche migliori di prima. Quando è nato Becco di rame si chiamava «Ottorino». È un'oca Tolosa (maschio) che vive nella fattoria di Alfredo e Gisella, sulle colline toscane. È una di quelle oche solitamente destinate a finire su qualche tavola imbandita. Ma non Ottorino, che per i suoi padroni diventa un animale di compagnia. Come un cane o un gatto. Vive nel pollaio. Starnazza. Cresce, fino a diventare un animalone che a un anno pesa 8 chili e se la spassa con le altre anatre della fattoria. Ma una notte di febbraio l'incidente: una volpe piomba nel pollaio. Ottorino, oca coraggiosa, difende i suoi amici. Nessuno sarà sbranato dalla volpe, ma lui nella battaglia ci rimette il becco. Senza il suo becco l'oca non riesce più a mangiare. Neppure se Alfredo e Gisella provano a imboccarla. Decidono di portarla dal veterinario del paese vicino. Si chiama Alberto Briganti. Di lui raccontano storie che hanno dello straordinario. Nella sua Clinica di Figline Valdarno, ha salvato sei lupi dell'Appennino, un gatto che si era addormentato nella lavatrice ed aveva fatto un lavaggio a 90 gradi. Ha cavato un dente a un elefante del circo, aiutato un bisonte a partorire... Ha 58 anni, è uno di quelli che lavorano con passione. Dopo 10 anni passati in una multinazionale tedesca, ha comprato a costo di grossi sacrifici e cinque mutui, un vecchio convento di 1700 metri quadri a Figline Valdarno. È qui che lavora ormai da venti anni. Ed è qui che arriva Ottorino col suo becco sbeccato. Briganti, col suo camice con le impronte colorate degli animali, ci pensa e ci ripensa. «Il tipo di lesione non permetteva nessun tipo di cure e neppure interventi chirurgici. L'unica strada era una protesi ma non ne esistevano ...» Poi l'idea. Recupera una lastra di rame, la modella. Fa l'impronta al becco di Ottorino. «Non ero sicuro della riuscita, non potevo sapevo se avrebbe tollerato la protesi, ho voluto provare», racconta Briganti. L'oca viene addormentata, il medico monta il becco di rame, arriccia i bordi, calcola esattamente i fori in corrispondenza di quelli che servono per respirare. Lo fissa con dei cerchiaggi chirurgici. E attende il risveglio. E qui la favola, diventa una vera fiaba. Becco di Rame si sveglia e appena apre gli occhi con la sua nuova protesi cerca di bucare la scatola in cui era stata adagiata. «Ha mostrato subito di avere acccettato il suo nuovo becco artificiale», racconta il medico. La sera stessa ha ricominciato a mangiare, senza dimostrare alcun fastidio. Dopo quattro mesi Gisella e Arturo raccontano che l'oca rincorre a becco aperto le auto che passano e l'impressione che sia diventato addirittura più forte e più sicuro di sé. A tal punto che strizza l'occhio ad un'altra oca e ben presto diventa papà di tanti piccoli anatroccoli che non si stanchano mai di ascoltare la sua storia. Fine. Il medico Briganti ora gira scuole e ospedali di tutta Italia per raccontare la storia ai bambini. Ha dato vita anche una Fondazione per aiutare tutto il mondo sportivo dei giovani atleti appartenenti al mondo dei protesici-disabili. E non nascondere il desiderio che l'oca col suo nome tradotto in Copperbeak diventi la mascotte delle Paralimpiadi del 2016 a Rio. CON I BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA ABBIAMO VISTO IL FILMATO ABBIAMO ASCOLTATO LA STORIA • • • • • • E L’ABBIAMO ILLUSTRATA… E PER FINIRE SIAMO ANDATI A CONOSCERE “BECCO DI RAME” ABBIAMO POTUTO VEDERE DA VICINO OTTORINO… …E ACCAREZZARLO, CHE EMOZIONE!!!