Il valore della comunicazione in
Oncologia
Dr.Roberto Magarotto
Responsabile
Struttura di Cure Palliative
Dipartimento Oncologico
Ospedale S.Cuore -Don Calabria
Negrar -VR
bardolino 13/01/08

La verita’ e’ tanto
piu’ difficile quanto
piu’ a lungo si e’
taciuta
Anna Frank
bardolino 13/01/08
Dire la verita’
e’ basilare per la qualita’ del nostro operare a sostegno della
vita dopo la diagnosi
La verita’ della malattia
 La verita’ dell’ inguaribilita’
 La verita’ della terminalita’

La comunicazione della verita’
e’ un diritto che puo’ non essere
esercitato ma non negato
Perche’ conviene dirla?
A chi dirla ?
Chi deve dirla ?
Come dirla?
Fino a che punto dirla
?
bardolino 13/01/08
Dire la verita’: si’
Conviene perche’:
 Abbiamo bisogno della fiducia e della collaborazione del malato
 per riconoscere al malato il diritto della persona che esercita in
pieno le sue scelte
 Per permettere al malato di prendere decisioni personali- per se’ ed
anche per la propria famiglia
bardolino 13/01/08
Dire la verita: si’


Perche’ e’difficile sostenere comunque la non verita’ nel corso dell’iter
terapeutico e assistenziale della malattia
Perche’ e’ impossibile mantenere un’autenticita’ di relazione quando
non esiste un’ informazione leale
bardolino 13/01/08
Dire la verita’: a chi?
il paziente e’ l’interlocutore diretto e privilegiato del curante
Particolari strutture familiari reagiscono al trauma della diagnosi con
modalita’ che risentono pesantemente di dinamiche conflittuali
preesistenti: il medico e l’equipe curante devono cercare di non
colludere con la famiglia o rimanere invischiati in situazioni fortemente
negative per l’ammalato: anzi si devono ricercare in ogni nucleo
familiare le risorse positive su cui contare
bardolino 13/01/08
Dire la verita’ : a chi?
il paziente, a giudizio dei familiari ,non
potrebbe tollerare una verita’ cosi’ angosciosa
Nel caso di severe patologie psichiatriche (
depressioni maggiori, sindromi paranoiche )
si potra’ valutare caso per caso quanta verita’
dire e sempre comunque con una assoluta
gradualita’
Il paziente e’ sempre l’interlocutore
diretto e privilegiato del curante
bardolino 13/01/08
Chi deve dire la verita’ ?

Il medico in primis ma deve essere una
verita’ conosciuta e concordata nelle
modalita’ di espressione da tutta l’equipe
curante
bardolino 13/01/08
Quando dire la verita’?

Quando il paziente chiede spiegazioni sulla sua malattia e le
prospettive terapeutiche e siamo in grado di dargliele correttamente
 E se non chiede? Rispettando la sua fragilita’( espressa dal desiderio di
non sapere) una parte almeno dell’informazione non va ritardata
perche’ il paziente deve dare il consenso informato alle cure
 Se la prognosi e’ infausta il medico non e’ obbligatorio
1)ad esprimersi sull’assoluta certezza sull’esito delle terapie
2)a quantificare col malato la prognosi , che rimane avere un preminente
valore statistico
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Quanta verita’ ?
Tutta la verita’ che puo’ essere utile al malato
1)“Lei ha un tumore che si puo’ asportare chirurgicamente e poi
faremo una chemioterapia per abbassare quanto piu’ possibile

la possibilita’ di recidiva”
bardolino 13/01/08
Quanta verita’?

2)“ lei ha una recidiva della malattia che avevamo gia’ trattato ;
ci sono cure che possono darle un reale vantaggio per
contrastare la malattia e le faremo con la sua collaborazione ,
cercando che le creino meno effetti collaterali possibili”
bardolino 13/01/08
Quanta verita’?


3)“ lei soffre per una malattia che non e’ piu’ guaribile e non
abbiamo altri trattamenti possibili efficaci ; la sua persona e’
comunque curabile e noi siamo qui e ci impegneremo per
questo “
4) “ le manca ancora poco da vivere ; la possiamo aiutare a
vivere questo momento senza dolore e altre sofferenze e nel
pieno rispetto della sua dignita’ di persona “
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una misura della verita’?
Se esiste una misura per la verita ‘ questa non
puo’ che consistere nella persona del malato
( evitare l’accanimento informativo)
bardolino 13/01/08
Come dire la verita’?
Una comunicazione efficace
Bongiorno-Malizia
La comunicazione della diagnosi grave Carocci editore 2001
Occorre:
•
saper ascoltare
1.
riaffermare
2.
rispecchiare
3.
chiarire
4.
focalizzare
5.
Riassumere
Modalita’ di comunicazione terapeuticamente efficaci
bardolino 13/01/08
Come dire la verita’?
Una comunicazione inefficace
Si deve evitare :
1.
Il silenzio imbarazzato
2.
Formulare giudizi
3.
Dire frasi di incoraggiamento stereotipate
4.
Cambiare argomento
5.
Pronunciare frasi difensive
Modalita’ di comunicazione terapeuticamente inefficaci
bardolino 13/01/08
Vecchi cascinali
di Van Gogh(1853-1890)
1890
bardolino 13/01/08
La “giusta
distanza”emotiva

La comunicazione in modo asettico permette al medico di riaffermare il suo ruolo
professionale e rafforzare la sua identita’ di curante

La comunicazione troppo coinvolta emotivamente nel rapporto col paziente puo’ essere
influenzata negativamente dai sentimenti di perdita vissuti dal medico

L’apprendimento della giusta distanza emotiva implica
la risoluzione , senza sbilanciamenti eccessivi, del conflitto estraneita’ /intimita’
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Verita’? Si’
per affrontare con realismo
le limitazioni dell’autonomia

Metastasi ossee
 Denutrizione
 Anemia
 Fatica
la qualita’ della vita consiste nella distanza
tra le aspettative e la realta’, tra una realta’
osservata e una realta’ attesa
bardolino 13/01/08
Il valore della vita
la qualita’ della vita consiste nella distanza
tra le aspettative e la realta’, tra una realta’
osservata e una realta’ attesa
bardolino 13/01/08
Padroni del proprio tempo

Fai cosi’ o mio Lucilio:
renditi padrone di te
stesso e il tempo che
finora ti era portato via
con la forza o che ti
sfuggiva di mano
raccoglilo e conservalo
Seneca
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Tempo e vita

ridare al tempo la dimensione della vita( indipentemente da quanto ne
rimane )
bardolino 13/01/08
Verita’ fino all’ultimo

Valorizzazione dei rapporti familiari e affettivi in genere
Possibilita’ di prendere decisioni per il futuro dei propri cari

Testamento spirituale

bardolino 13/01/08
Blues song
Sometimes i feel like motherless child
A tanti malati c’e’ un momento in cui sembra mancare ogni appoggio, sembra non esserci
nessun appiglio a cui aggrapparsi : non sempre nelle storie personali dei nostri pazienti ci
sono mani su cui contare , spalle su cui confortarsi un po’ , cuori con cui condividere la
propria esperienza di vita , fino all’ultimo istante .
E noi operatori sanitari ? ci siamo perche ‘ dobbiamo esserci ;
ma se c’e stata lealta’ e condivisione basate sulla verita’
l’ augurio per tutti noi e’ che che i pazienti sentano che noi abbiamo scelto di esserci non solo
con le nostre mani ma anche con le nostre spalle e i nostri cuori
bardolino 13/01/08
Diventero’ uno zombie?
bardolino 13/01/08
Bette Davis 1939
bardolino 13/01/08
Siete tutti invitati a Negrar
il 19 aprile e il 24 maggio
al convegno
PER UNA VITA COME PRIMA
bardolino 13/01/08
Grazie per l’attenzione
bardolino 13/01/08
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