L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo L’assedio di Costantinopoli in due miniature del XV sec. tore d’Occidente, né nominò un successore di sua fiducia, ma si sottomise volontariamente all’imperatore d’Oriente. Roma perdeva però la sede imperiale e soprattutto, dopo secoli di dominio, la sua posizione al centro della politica del Mediterraneo. Per questo motivo gli storici, in maniera pressoché unanime, fissano, secondo una convenzione cronologica, al 476 la fine dell’Età antica e il principio del «Medioevo». La fine del Medioevo 1. Che cos’è il «Medioevo»? L’inizio del Medioevo Tweet Storia p. 358 A metà del V secolo, l’Impero romano, che da secoli univa sotto un’unica autorità politica tutti i popoli del Mediterraneo e assumeva in sé l’eredità culturale delle civiltà antiche, era ormai diviso in due parti (l’Impero d’Oriente e l’Impero d’Occidente) e indebolito – soprattutto nella parte occidentale – da forti elementi di crisi. Da oltre un secolo i «barbari» – popoli di stirpe germanica provenienti da est – erano stati accettati all’interno dell’impero e avevano ingrossato le fila dell’esercito. Questo non aveva ridotto le imponenti migrazioni in Gallia, in Spagna e in Africa settentrionale, né soprattutto aveva fatto cessare le scorrerie e saccheggi da parte delle popolazioni germaniche. Ad esempio, nel 410 i Visigoti avevano saccheggiato Roma suscitando enorme sgomento nella popolazione romana. Dimostrazione che i barbari convivevano ancora a fatica con le popolazioni «latine», cioè con le genti da secoli integrate nel sistema politico e nella cultura romana. Nel 475 divenne imperatore d’Occidente Romolo «Augustolo» («piccolo Augusto»), e fu l’ultimo: infatti nel 476 venne deposto da Odoacre, un generale di origini germaniche. Odoacre, tuttavia, non divenne mai impera- Convenzionale è anche la data che conclude l’Età medievale e dà inizio all’Età moderna: il 1492, anno della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, data che segna l’inizio dell’espansione europea nel resto del mondo e della lunga fase della conquista coloniale da parte delle potenze europee. Altri eventi culturali, sociali, politici, potrebbero costituire – e costituiscono per non pochi studiosi – dei punti di riferimento per fissare l’inizio dell’Età moderna: per esempio l’affermazione – tra XII e XIV secolo – delle monarchie nazionali di Francia, Spagna e Inghilterra (che fece tramontare l’ideale di una rinascita dell’Impero romano, perseguito a lungo nei secoli precedenti); oppure la fine dell’unità religiosa dell’Europa occi- dentale (e il tramonto dell’autorità universale della Chiesa di Roma) con la Riforma luterana a partire dal 1517. Oppure, ancora, la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi e la conseguente caduta dell’Impero romano d’Oriente nel 1453. In generale, dunque, se il 1492 «funziona» come punto di svolta verso una nuova età, non dobbiamo dimenticarci che nella stessa epoca si verificavano altri fenomeni e processi storici di uguale e forse maggiore importanza per la vita degli europei: sono la scelta e il consenso degli storici a fissare le date, che rimangono delle pure convenzioni. L’origine della parola «Medioevo» Il termine «Medioevo» significa quindi «età di mezzo» e sembrerebbe indicare in generale una lunghissima fase storica priva di caratteristiche proprie e soprattutto povera di elementi di valore per la storia della civiltà europea: una specie di «parentesi» tra le grandi civiltà dell’Età antica (da quella egizia a quella greca e romana) e l’intraprendente, innovativa Età moderna. La connotazione negativa della parola «Medioevo» che tende a resistere ancora oggi è quindi dovuta alla particolare fase storica in cui ha avuto origine, cioè nell’epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento, tra © Loescher Editore – Torino 8 V sec. © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 9 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo XIV e XVI secolo. Questo perché gli umanisti facevano ricadere gli anni terribili del Trecento, fatti di guerre, carestie e pestilenze, su tutto quel lungo arco di tempo, come se questa lunghissima fase storica fosse priva di caratteristiche proprie e povera di elementi di valore per la storia della civiltà europea. L’epoca compresa tra il crollo dell’Impero romano d’Occidente per mano dei «barbari» e la rinascita della cultura europea veniva così ad essere presentata come una buia epoca di passaggio, animata dalla cieca fede religiosa cristiana, a cui tutti aderivano senza alcuno spirito critico; un’epoca priva di dibattito e ricerca, povera di progressi scientifici e tecnici e senza una significativa evoluzione dei rapporti sociali. Oggi gli storici hanno quasi completamente abbandonato questa visione negativa: per gli studiosi l’Età medievale è un laboratorio che creò una nuova civiltà europea dopo il tramonto dell’epoca antica. Alto Medioevo e Basso Medioevo Il progresso degli studi medievali ha portato anzitutto a superare il concetto che il Medioevo sia stata un’età omogenea, sostanzialmente immobile e priva di evoluzioni, e a identificare, invece, in un periodo lungo oltre mille anni, almeno due fasi successive e diverse: simi capitoli, che prendono avvio proprio dal passaggio tra X e XI secolo, il Basso Medioevo preparerà, di fatto, l’epoca moderna con la ripresa dei commerci, la nascita della borghesia dei mercanti e dei banchieri, l’affermazione delle autonomie comunali, la formazione degli Stati nazionali in Francia, Spagna e Inghilterra, e le forti contestazioni interne alla Chiesa di Roma. In questo capitolo introduttivo vogliamo invece riprendere alcuni tratti fondamentali dell’Alto Medioevo. Gli storici ricostruiscono la storia della civiltà europea fino all’anno Mille intorno a quattro temi-chiave, facenti riferimento rispettivamente alle dinamiche politico-territoriale, culturalereligiosa, sociale ed economica dell’Europa alto medievale: 1)le conseguenze del crollo dell’Impero romano d’Occidente e dell’espansione araba: la fine dell’unità culturale, economica e politica del Mediterraneo, accompagnata però dalla persistenza del modello «imperiale universale» fino (e oltre) alla sua temporanea riaffermazione con l’Impero carolingio; 2)il ruolo della Chiesa, garante degli equilibri politici di tutti questi secoli ed essa stessa potere universale, in quanto guida spirituale e culturale di tutte le popolazioni europee; 2) il Basso Medioevo (dall’anno Mille in poi). 3)il sistema sociale feudale, basato su una rigida piramide gerarchica tra i «tre ordini» della società e sui rapporti di fedeltà personale tra i nobili e il sovrano e tra gli stessi nobili; Gli aggettivi «alto» e «basso» indicano rispettivamente un periodo più lontano e più vicino a noi. Come vedremo nel corso dei pros- 4)il temporaneo tramonto del dinamismo produttivo e commerciale dell’Impero romano e lo sviluppo dell’economia «curtense». 1)l’Alto Medioevo (dalla deposizione di Romolo Augustolo fino all’anno Mille); 2. L’assetto politico e territoriale dell’Alto Medioevo Frammentazione e parziale riunificazione L’equilibrio politico dell’Europa alto medievale conobbe sostanzialmente due fasi successive, seguite da un periodo di frammentazione e decadenza. La prima fase, che va fino alla fine dell’VIII secolo, vide il persistere dell’Impero romano d’Oriente e, contemporaneamente, il venir meno dell’autorità centrale dell’Impero romano d’Occidente cui seguì una crescente frammentazione in diversi regni, ciascuno dominato da un popolo di stirpe germanica. Questo periodo, dal IV secolo agli inizi del IX (300-800 d.C.), fu per questo definito l’epoca dei regni romano-barbarici. Anche l’unità politica del Mediterraneo, che era stata la caratteristica principale della tarda antichità, venne interrotta dalle continue e progressive conquiste degli Arabi e dalla diffusione della religione islamica. La seconda fase, intorno al IX secolo, fu contraddistinta invece dall’espansione dei Franchi che sotto la guida di Carlo Magno e anche grazie all’appoggio della Chiesa di Roma riuscirono a restituire all’Europa oc- cidentale una unità politica. Nacque infatti l’Impero carolingio (o Sacro romano impero) che diede inizio a una importantissima, seppur breve, stagione di riforme e di rilancio della cultura. Per questo gli storici definiscono questo momento come «rinascita carolingia». Solo Carlo Magno e suo figlio Ludovico il Pio riuscirono a mantenere l’unità dell’Impero: infatti nel giro di poche generazioni, e a causa principalmente di problemi di successione e spartizioni tra eredi, l’Impero vide ridursi notevolmente la propria estensione. Tra IX e X secolo prendeva dunque avvio una nuova stagione di frammentazione e decadenza durante la quale l’Europa occidentale – frazionata ancora una volta in regni più o meno grandi – si trovò di nuovo indifesa di fronte all’invasione di popoli ostili e incapace di contrastare la diffusione di insicurezza e povertà. Il punto in comune tra i periodi che abbiamo evidenziato fu rappresentato insieme dal ruolo di potere svolto dalla Chiesa e dalla persistenza dell’ideale di un impero universale (ossia multietnico) sul modello di quello romano. Tra Antichità e Medioevo, Chiesa e Impero, quindi, si andarono affermando (la prima) e riaffermando (il secondo), come i due supremi principi che univano gli euro- Un rilievo longobardo con processione, VII sec., Capua, Museo Campano. Le età della storia Età medievale 476 Età moderna 1000 Alto Medioevo 1492 Carlo Magno in una scultura del XII sec., Müstair, Chiesa di San Giovanni Battista. Età contemporanea 1815 Basso Medioevo Un guerriero arabo raffigurato su una brocca di ottone e argento, XII sec., Napoli, Museo Archeologico nazionale. © Loescher Editore – Torino 10 V sec. © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 11 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo pei. Entrambe queste forze sembravano le uniche effettivamente in grado di superare le divisioni tra i popoli e di garantire la pace e la sicurezza per tutti. La fede cristiana, cui aderivano tutti gli europei, costituiva il fondamento spirituale, culturale e giuridico universale. Due esempi di oreficeria visigotica: fibule (sopra) e una corona votiva (a destra) del VII sec. Gli imperatori bizantini non riconoscevano a nessuno di questi regni alcun titolo di continuità con l’Impero romano d’Occidente; al contrario essi si consideravano unici legittimi eredi dell’Impero romano e quindi, formalmente, possessori della sovranità sull’intero continente. L’adesione dei popoli germanici alla comune fede cristiana cattolica – pur garantita dal legittimo vescovo di Roma – non era sufficiente per legittimare questi regni e i loro sovrani agli occhi dei Bizantini. Inoltre, per i sovrani d’Oriente anche il centro della Chiesa cristiana doveva coincidere con la capitale dell’Impero, cioè con il patriarcato di Costantinopoli. Tra il 527 e il 565 d.C. l’Imperatore d’Oriente Giustiniano I si sentì abbastanza forte per tentare di riaffermare militarmente i propri diritti di imperatore romano anche sull’Europa occidentale. Dopo una lunga e sanguinosa serie di guerre, riuscì a strappare a Ostrogoti, Vandali e Visigoti ampi territori sulle coste della Spagna e dell’Africa e in Italia meridionale. Ma il tentativo di ricreare l’Impero romano sostanzialmente fallì, ottenendo anzi l’effetto di aumentare la distanza e la diffidenza tra popolazioni dell’Occidente, ormai legate ai propri sovrani, e signori d’Oriente, che si erano presentati come conquistatori e feroci sfruttatori dei territori assoggettati. Tweet Storia p. 358 La convivenza tra barbari e latini nei regni romano-barbarici Il periodo dei regni romanobarbarici La cartina rappresenta la situazione politica dell’Europa agli inizi del VI secolo. A est, ancora forte, unito ed economicamente florido, prosperava l’Impero romano d’Oriente (detto anche «Bizantino», da Bisanzio, antico nome della capitale Costantinopoli, oggi Istanbul). A ovest si erano invece formati i regni romano-barbarici: i principali erano il regno degli Ostrogoti , che comprendeva l’Italia e parte della regione balcanica, quello dei Franchi, tra Germania e Francia, quello dei Visigoti in Spagna e quello dei Vandali in Africa settentrionale. diritto: è l’insieme delle norme che in un popolo regolano i rapporti tra gli individui e quelli tra sudditi (o, in epoca moderna, tra cittadini) e autorità dello Stato. Il termine indica anche la disciplina che si dedica allo studio delle leggi e ne valuta l’adeguatezza a garantire l’organizzazione pacifica della società. I regni romano-barbarici all’inizio del VI secolo Juti O c e ano A t l a n ti co REGNO DEI SUEBI Britanni Angli Sassoni Frisi Danesi Angli Sassoni i P o p o l Turingi REGNO DEI FRANCHI Bavari Alemanni Longobardi R. DEI BURGUNDI REGNO DEGLI OSTROGOTI REGNO DEI VISIGOTI Toledo Roma REGNO DEI VANDALI i a v S l Gepidi Mar Ne ro Costantinopoli IMPERO D’ORIENTE Atene Mare Mediterraneo Nei regni romano-barbarici i Germani erano considerati stranieri invasori: essi, infatti, si erano impadroniti di una parte delle terre, strappandole agli antichi proprietari. I Germani erano gli unici, inoltre, a poter portare armi ed erano quindi in grado di imporre le proprie leggi e i propri costumi ai popoli sottomessi. Tuttavia, proprio perché costituivano una minoranza, e soprattutto perché ammiravano la superiorità della cultura romana, raramente agivano da semplici invasori e oppressori. Erano infatti abili guerrieri e sapevano amministrare le proprie tribù, ma non avevano esperienza nel governo di vasti territori. Non conoscevano, ad esempio, il diritto romano, ma solo le proprie tradizioni, che i Romani consideravano rozze e incivili. Inoltre non potevano rinunciare all’appoggio della Chiesa che, con i suoi vescovi, tutti di origine e cultura latina, era considerata la vera autorità da gran parte della popolazione. Per queste ragioni Germani e Romani furono costretti a collaborare: i primi assunsero l’incarico di difendere il territorio del regno, gli altri continuarono ad amministrarlo come facevano ai tempi dell’Impero. Molti nobili e uomini di cultura latina divennero quindi consiglieri e ministri dei re barbari. Naturalmente tra regno e regno si registrarono differenze nelle modalità di regolazione delle relazioni tra le due popolazioni. Ad esempio i Vandali sottoposero i Romani a un pesante sfruttamento. Al contrario, in Italia la convivenza tra Romano-italici e Ostrogoti fu, almeno fino al 520, caratterizzata da un certo equilibrio. Il re ostrogoto Teoderico si avvaleva di abili consiglieri romani, tra i quali il filosofo Boezio e Simmaco, che era capo di un senato nel quale sedevano tuttora i rappresentanti delle più importanti famiglie romane. Ognuno dei due popoli viveva in pace seguendo le proprie regole e tradizioni: ad esempio la giustizia era esercitata separatamente, con i barbari che applicavano la legge della vendetta, mentre nei tribunali romani erano ancora le leggi di Roma a stabilire le sanzioni. Questa situazione di sostanziale stabilità si ruppe quando Teoderico iniziò a temere che gli Italici potessero acquistare eccessiva influenza e puntassero a rovesciare il potere dei Goti. Egli avviò una serie di persecuzioni nelle quali persero la vita gli stessi Boezio e Simmaco. Alla morte di Teoderico, nel 526, era tuttavia chiaro che alla convivenza e, a poco a poco, addirittura alla fusione tra i due popoli, non c’era alcuna vera alternativa. Romani e barbari: come vivevano? Un confronto Romani V sec. Erano nomadi o semi-nomadi Luogo di residenza Città e villaggi Economia Agricoltura e commercio Soprattutto pastorizia Lingua Latino Dialetti e lingue di origine Alimentazione Frumento, cacciagione; olio Carne bovina e ovina; burro e grassi animali Classe sociale al vertice Aristocrazia terriera Aristocrazia militare Composizione dell’esercito Esercito di leva Tutta la popolazione L’Italia longobarda e l’alleanza tra Chiesa e Franchi Giustiniano trionfante, dittico in avorio, VI sec., Parigi, Museo del Louvre. Dal 568 l’Italia fu invasa e in parte conquistata dai Longobardi . I nuovi dominatori della penisola, a differenza di molti altri popoli barbari, non avevano avuto molti contatti con la civiltà romana e perciò agli abitanti della penisola apparivano brutali e privi di cultura. La chiesa ebbe un’influenza decisiva sui nuovi conquistatori. Ad esempio, nel 593 il papa Gregorio I Magno riuscì a dissuaderli dalla loro intenzione di saccheggiare Roma; inoltre molti di essi erano già diventati cristiani. I re longobardi, pur diffidenti, in bre- Un barbaro, scultura del II sec., Parigi, Museo del Tweet Storia p. 358 Louvre. © Loescher Editore – Torino 12 Barbari © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 13 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo Il regno dei Franchi all’inizio della dinastia carolingia (prima metà dell’VIII secolo) Merovingi Juti Bre to ni Bizantini Longobardi Anglosassoni Sassoni Aquisgrana Oceano Magonza Bretoni Re n Loira Ast Bas chi S lova c c h i Dan ubio A v a r i Lione uria ni Augusta Costanza Rodano Bordeaux Cechi o Parigi Milano r i g a B u l Atlantico Polacchi Sorbi Colonia Ravenna Narbonne E M I RATO DI CO R DOBA Barcellona Roma Napoli Cordoba Mare Mediterraneo dal diritto romano. Il Mediterraneo meridionale fu invece occupato e saldamente dominato dagli Arabi, un popolo che la religione islamica aveva unificato dal punto di vista sia religioso che politico. La minaccia araba rese anche più difficile per l’Impero romano d’Oriente mantenere nella penisola italica il controllo dei propri territori. I Longobardi riuscirono infatti a strappare ai Bizantini Ravenna, la loro capitale in Italia, il Lazio e le Marche. ve compresero che la collaborazione con la Chiesa poteva aiutarli a dare stabilità al loro dominio sull’Italia, e il regno longobardo conobbe un’importante evoluzione nel corso del VII secolo. Ad esempio, nel 643 il re Rotari fece pubblicare un testo che raccoglieva tutte le leggi del popolo longobardo. Questo codice – conosciuto come «Editto di Rotari» – era scritto in latino e conteneva alcuni elementi provenienti La formazione del Sacro romano impero Nelle cartine puoi vedere le conquiste territoriali dei Carolingi fino Carlo Magno (Carlo il «Grande»), quando i Franchi estesero il proprio dominio a tutta l’Europa centrale, fino a buona parte dell’Italia. Nella notte di Natale dell’800, Carlo fu così incoronato imperatore da papa Leone III, e si affermò definitivamente come il protetto- L’Impero carolingio alla morte di Carlo Magno (814) REGNI DEGLI ANGLOSASSONI ia is a dic ar M Croati Ravenna RI Baleari REGNO DEGLI AVARI Venezia A LG Settimania Barcellona Marca del Friuli R e Milano gn o d Corsica BU Provenza Arles Lombardia S e r b i Ducato di Spoleto lia Cordoba Lione Marca di Pannonia Carinzia ta EMIRATO DI CORDOBA (OMAYYADI) Slova cchi Baviera Alemannia ’I Marca di Spagna Boemi Augusta Burgundia Ragusa Roma Sardegna DUCATO DI Napoli BENEVENTO Bruzio Mare Mediterraneo S i c il i a Rotari emana l’Editto che porta il suo nome, miniatura, XI sec., Cava dei Tirreni, Badia. Il trono di Carlo Magno, Aquisgrana, Cappella palatina. © Loescher Editore – Torino 14 V sec. Tweet Storia p. 358 EI OD REGNO DELLE ASTURIE Guascogna Magonza 1)Carlo era stato proclamato dal papa «imperatore dei Romani», ma i suoi sudditi erano soprattutto genti non latine, cioè popoli un tempo considerati «barbari» dai Romani e che mantenevano proprie abitudini e usanze non riconoscendosi in una comune tradizione culturale. Ciò che li univa, ormai, era solo la comune fede cristiana (mentre l’antico Impero romano lasciava libertà di culto ai popoli sottomessi). Un cavaliere raffigurato su uno scudo da parata, VII sec., Berna, Museo Storico. REG N Aquitania Bordeaux Turingia Austrasia re del pontefice, dei vescovi e dell’intera cristianità contro la minaccia portata da Arabi e popoli pagani: nasceva l’Impero carolingio detto anche «Sacro romano impero». «Sacro» perché faceva della religione cristiana il collante fra genti diverse, e «romano» perché si poneva sulla scia dell’impero di Roma, nutrendo le sue stesse ambizioni universali: unire, sotto una sola legittima autorità, popoli diversi e assicurare a tutti la pace. Dopo oltre tre secoli di divisioni tra i regni romano-barbarici, con Carlo Magno sembravano tornare i tempi dell’Impero romano d’Occidente. Durante la cerimonia della sua incoronazione, il papa aveva anche esclamato: «A Carlo, l’augusto incoronato da Dio, grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria!» Le parole di Leone III, tuttavia, non devono farci dimenticare alcune importanti differenze tra i due imperi: Polacchi ca Ve n Aquisgrana Parigi O c e a n o Bretagna Marca di Bretagna Ne u s tr ia Atlantico Saragozza Aboditri Sas s o n i a Fr DEI B Territori sotto influenza carolingia Patrimonio di San Pietro Territori bizantini Mare del Nord REGNO DI DANIMARCA RE TO NI Impero carolingio REGNI Disco longobardo, oro, VII sec., Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana. Nel 751 il vescovo di Roma era di fatto circondato dai Longobardi, che ormai erano a un passo dalla conquista di Roma e dalla conseguente sottomissione della Chiesa. Il papa Stefano II si risolse allora a chiedere aiuto ai Franchi, il cui potente regno era guidato proprio dal 751 da Pipino il Breve che, con la benedizione della Chiesa, aveva deposto l’ultimo re della dinastia dei merovingi. La dinastia a cui apparteneva Pipino il Breve – la dinastia «carolingia» – prendeva il nome dall’abile generale Carlo Martello, che nel 732 aveva guidato i Franchi alla vittoria di Poitiers (in Francia) contro gli Arabi, arrestando la loro espansione in Europa occidentale. L’alleanza tra carolingi e papato, la capacità dei Franchi di opporsi agli Arabi e i contrasti tra Chiesa e Longobardi furono le tre condizioni che resero possibile la formazione di un nuovo impero universale in Europa occidentale. © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 15 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo 2)Il centro dell’Impero romano, che comprendeva anche territori africani e del Vicino Oriente, era il Mar Mediterraneo. L’impero di Carlo, invece, si estendeva nelle vaste pianure dell’Europa centrale e settentrionale e la sua capitale, Aquisgrana (in Germania) era molto a nord. 3)Roma antica basava la sua prosperità economica sugli intensi commerci marittimi e sullo scambio di beni tra province anche lontanissime. L’economia del Sacro romano impero era invece legata all’agricoltura e alla ricchezza rappresentata dal possesso della terra, con scarsa circolazione di merci. 4)I «cittadini romani» obbedivano tutti alle leggi di Roma, che l’imperatore, somma autorità, faceva rispettare. Carlo, invece, poteva tenere unito il suo regno solo tramite l’appoggio del papa e stringendo rapporti personali di fedeltà con i vari principi e capi militari che avevano combattuto con lui. L’interno della Cappella palatina di Aquisgrana, 786-804. capitolare: legge emanata dall’imperatore, che derivava il suo nome dalla caratteristica suddivisione in capitoli. A ciascun capitolare tutti dovevano obbedienza: nobili, ecclesiastici, uomini liberi e servi. Rilievo in avorio e oro raffigurante re Davide o Carlo Magno in trono, Firenze, Museo del Bargello. La struttura feudale dell’impero e il ruolo di garante della Chiesa Carlo organizzò il suo territorio in province di due tipi: nelle aree interne dell’impero istituì le contee, guidate dai conti, e nelle aree periferiche le marche (marca infatti significa confine), guidate dai marchesi, che avevano il compito di controllare e difendere le frontiere. Conti e marchesi erano i principali delegati dell’imperatore sul territorio: per suo conto radunavano l’esercito in vista della guerra, riscuotevano le tasse, amministravano la giustizia, facevano applicare i capitolari e le altre disposizioni decise da Carlo. Poiché questi signori, godendo di grande libertà, tendevano spesso ad agire con eccessiva autonomia, arricchendosi e abusando della propria autorità, la loro attività veniva controllata dall’imperatore attraverso i missi dominici (espressione latina che significa «inviati del signore», cioè del sovrano): essi erano funzionari che si presentavano senza preavviso nelle province con il compito di controllare e riferire poi all’imperatore. In molte altre occasioni era addirittura l’imperatore in persona, durante i suoi viaggi, a visitare conti e marchesi valutandone l’azione e la fedeltà. Conti e marchesi erano vassalli dell’imperatore, cioè suoi alleati e dipendenti. Il rapporto di vassallaggio nasceva con il giuramento al signore, che obbligava il vassallo alla fedeltà e alla prestazione di un servizio (nella maggior parte dei casi si trattava del servizio in armi nelle guerre volute dall’imperatore). Il giuramento avveniva nel nome di Dio – implicava perciò anche un obbligo religioso – e sul proprio onore – dal che derivava un obbligo morale. Su questo giuramento erano basati la stabilità e l’ordine del Sacro romano impero. Naturalmente, l’obbligo di fedeltà non procurava ai vassalli solo doveri. Grazie all’investitura , infatti, il signore ricompensava l'omaggio del vassallo affidandogli un territorio, chiamato «beneficio» o feudo, da cui egli ricavava grandi ricchezze. Per questo si parla di «sistema feudale». È molto importante sottolineare che in questa fase storica il feudo poteva essere assegnato a vita, ma non essere lasciato in eredità; ossia alla morte del vassallo ritornava in possesso del sovrano che lo riassegnava a chi preferiva. Il ruolo della Chiesa in questo sistema era fondamentale: essa infatti garantiva la validità dei giuramenti solenni e solo il papa, in virtù della sua autorità spirituale, poteva sciogliere un suddito dal giuramento all’imperatore. I due mondi erano legati da una grande comunanza di interessi e ideali, tanto che i missi dominici venivano spesso scelti tra le fila dei vescovi. Carlo Magno protesse la Chiesa, difese con le armi i territori che dipendevano direttamente dal papa, e concesse molti benefici ai vescovi e ai grandi monasteri presenti sul territorio dell’impero. In definitiva, i due presupposti su cui si basava l’unità del Sacro romano impero erano proprio la comune appartenenza alla fede cristiana e il rapporto personale tra il principe e i suoi sudditi, anche questo garantito dalla Chiesa. Il tramonto dell’impero Nell’814 Carlo Magno morì e il suo unico figlio ancora in vita, Ludovico, detto «il Pio», ereditò tutto il Sacro romano impero. A differenza del padre, Ludovico non era un condottiero. Egli non intraprese nessuna spedizione militare per ampliare il suo regno e preferì difenderlo dalle incursioni di popoli ostili (i Vichinghi, a Nord, e i Saraceni, a Sud) e governare in pace. La principale preoccupazione di Ludovico era il rafforzamento del potere imperiale e dell’unità del regno. Sotto la sua autorità, infatti, vivevano popoli diversi e non era facile tenere uniti territori così vasti. Per questo motivo, egli rafforzò ulteriormente la collaborazione con la Chiesa e tentò di trasmettere il trono al primogenito dei suoi figli, Lotario. Tuttavia la legge salica , che i Franchi avevano ereditato dai loro antenati barbari, imponeva che alla morte del padre il patrimonio venisse diviso in parti uguali tra tutti i figli maschi. Ludovico non riuscì a sfuggire a questa tradizione. Quando nell’840 egli morì, i tre eredi maschi scatenarono una guerra civile per la successione. Nell’843, l’Accordo di Verdun (cittadina den Nord-est della Francia) stabilì la seguente spartizione dell’impero: V sec. legge salica: insieme delle leggi e delle consuetudini che risalivano originariamente ai Salii, una delle tribù in cui era anticamente diviso il popolo dei Franchi. Secondo alcuni studiosi fu il re Clodoveo (466511) a raccogliere queste tradizioni trasmettendole ai suoi eredi. 1)Lotario ottenne il titolo di imperatore, ma ricevette il possesso solo sul territorio che comprendeva una parte di Francia e la Germania (la Lotaringia) e l’Italia settentrionale e centrale; 2)Ludovico, detto «il Germanico» divenne sovrano del regno di Germania; La morte di Carlo Magno in una miniatura medievale. 3)Carlo il Calvo ereditò il regno di Francia. Dopo solo meno di cinquant’anni l’impero si divideva in tre regni; nei decenni suc- © Loescher Editore – Torino 16 investitura: cerimonia solenne durante la quale un suddito dell’imperatore – il vassallo – giurava fedeltà al proprio signore. La cerimonia si svolgeva in tre momenti separati: l’atto di sottomissione (l’«omaggio»), il giuramento di fedeltà e l’atto di affidamento del feudo. Tweet Storia p. 358 © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 17 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo Brema Aquisgrana Magonza Tours a Loir Atlantico Narbonne Dan ubio Ungari Lione Milano Arles Barcellona EMIRATO DI CORDOBA Augusta onio di S. Piet ro trim Pa REGNO DI ASTURIE E LEON Praga Costanza Rodano Bordeaux Digione Re no Parigi Oceano Popoli Slavi Colonia Venezia Ravenna B u lga ri Roma Napoli Cordoba DUCATO DI BENEVENTO Siviglia Mare Mediterraneo Regno di Lotario Regno di Lodovico Regno di Lotario Regno di Carlo il Calvo Regno di Lodovico Bizantini Regno di Carlo il Calvo Musulmani: Bizantini i musulmani sono i seguaci della religione islamica. Musulmano non è sinonimo di «arabo», che invece indica una persona o un popolo proveniente dall'area della penisola arabica. Perciò un arabo non è necessariamente musulmano, così come molti popoli non arabi professano la religione islamica (ad esempio gli indonesiani, oppure gli iraniani o i turchi). Saraceni: tribù araba di nomadi e predoni originaria della penisola del Sinai. Il loro nome fu usato dai cristiani per indicare tutte le popolazioni musulmane dell’Africa settentrionale che si arricchivano con la pirateria e il saccheggio. Tweet Storia p. 358 Una nave vichinga incisa su una stele, Stoccolma, Museo di Storia Nazionale. cessivi si frammentò sempre più, mentre i re di Francia, Germania, Italia non riuscivano a imporre la propria autorità sui feudatari più potenti. L’indebolimento del potere dei sovrani divenne evidente quando i feudi cominciarono a trasformarsi in territori autonomi. I feudatari, infatti, pur rimanendo legati al re, dal quale ricevevano l’investitura, godevano di spazi di libertà sempre più vasti. La trasformazione fu completata nell’877, quando Carlo il Calvo, re di Francia, con il Capitolare di Quierzy stabilì l’ereditarietà del feudo, che diventava quindi un bene posseduto a titolo definitivo dalla famiglia del signore. I feudi più importanti divenivano dei piccoli regni e i grandi feudatari crescevano in prestigio e autorità, costringendo il sovrano ad accordarsi continuamente con loro per il governo del territorio. Si imponeva così la frammentazione feudale: l’unica possibile divisione del potere in un’epoca di debolezza del potere centrale. Tra IX e X l’impero era ancora in vita, anche se indebolito e diviso. Ma esisteva soprattutto l’ideale dell’impero come potere universale, e come tale fu ripreso dai successori al trono imperiale germanico che tentarono di rinnovarlo nel corso del Basso Medioevo, tra X e XIII secolo. La decadenza tra IX e X secolo Quando, nel corso del IX secolo, l’Impero carolingio si divise in più regni e in feudi indipendenti, e anche l’Impero bizantino diede segni di debolezza, nuove invasioni da parte di popoli ostili si susseguirono in vaste regioni dell’Europa creando un clima di insicurezza e paura. A est, la minaccia più grave era rappresentata dagli Slavi e soprattutto dagli Ungari, una popolazione nomade proveniente dalle steppe dell’Asia. Gli Arabi erano padroni del Mediterraneo, quando l’impero dei Franchi si indebolì moltiplicarono le loro incursioni verso le coste dell’Italia e della Francia. I pirati musulmani erano detti Saraceni . Nel corso del IX e X secolo le loro razzie si verificarono con sempre maggiore frequenza: tutte le principali città costiere subirono saccheggi (ad esempio Genova, Marsiglia, Taranto, Bari), ma non furono risparmiati Roma e altri centri ancora più lontani dal mare. I Saraceni giunsero anche alle porte di Parigi, in Piemonte e in Svizzera. Infine, nel corso del IX secolo gli Arabi occuparono la Sicilia e Palermo divenne la capitale di un fiorente regno. Fin dall’antichità, la penisola scandinava Medioevo: religione, politica e cultura Un punto di riferimento per le popolazioni Con l’Editto di tolleranza del 313, fortemente voluto dall’imperatore Costantino, l’Impero romano aveva cessato definitivamente di perseguitare i cristiani, stabilendo la libertà di culto per tutte le religioni. E nel 380 l’Imperatore Teodosio stabiliva, con l’Editto di Tessalonica, che il cristianesimo era l’unica religione ammessa nell’impero. La donazione di Costantino, affresco del XII sec., Roma, Chiesa dei Quattro santi incoronati. Le incursioni di Saraceni, Ungari e Normanni nell’Europa dopo la divisione dell’impero (IX-XII secolo) REGNO DI NORVEGIA REGNO DI SVEZIA Mare del REGNO DI r Nord DANIMARCA M a Oceano REGNO DI INGHILTERRA PR I NCI PATO Atlantico R E G NO D I R E G NO D I F RA NCIA Una testa di drago, ornamento della prua di una nave vichinga. REGNO R. DI DI LEON E CASTIGLIA NAVARRA CONTEA DI BARCELLONA V sec. REGNO DI POLONIA DI K I EV G E R M A N IA R E G NO D’ U N G H E R IA REGNO DI BORGOGNA REGNO DI CROAZIA SERBIA Roma O BU DI RIA LGA Mar Nero GEORGIA Costantinopoli IMPERO BIZANTINO Tunisia Incusioni normanne Incusioni ungare M a re M e d i t e r r aneo Incusioni saracene © Loescher Editore – Torino 18 tributi: compenso, in denaro o in merci preziose, che un popolo vincitore esigeva da una popolazione sottomessa. Oggi il termine indica una tassa che l’autorità pubblica (ad esempio, in Italia Comune, Regione o Stato) impone ai propri cittadini. ltico REGNO DEGLI ANGLOSASSONI 3. La Chiesa nell’Alto Ba REGNO DI DANIMARCA e quella danese erano occupate da un insieme di popoli germanici che chiamavano se stessi Vichinghi. Da sempre insediati lungo le coste, i Vichinghi erano soprattutto abili costruttori di navi e marinai. Percorrendo le rotte del Mare del Nord e del Mar Baltico, essi si dedicavano da secoli al commercio (pesce, pellicce, pietre dure) e alla pirateria. Quando, dopo l’830, le terre in cui abitavano e le loro tradizionali attività non furono più sufficienti a mantenere la loro popolazione, i Vichinghi presero a spostarsi in gruppi sempre più numerosi per saccheggiare, come facevano gli Ungari e i Saraceni, ma anche per cercare nuovi territori in cui insediarsi. Nella loro espansione i Vichinghi si spinsero verso nord-ovest, raggiunsero e colonizzarono l’Islanda, la Groenlandia e, molto probabilmente, le coste dell’America settentrionale. Verso sud-est, invece, essi crearono basi commerciali sulle coste del Baltico e da qui penetrarono, per svolgere i loro commerci, lungo i corsi dei grandi fiumi che solcano la pianura russa. Per queste vie giunsero fino all’Impero bizantino e al Mar Nero. Un terzo gruppo si diresse verso ovest e si dedicò alle incursioni e ai saccheggi sulle coste dell’Inghilterra, della Francia, della Germania, dove furono chiamati «Normanni», cioè «uomini del Nord». In quest’area, i Normanni invasero terre ricche e fertili e non si limitarono al saccheggio, ma pretesero il pagamento di tributi ; nell’887 si fecero addirittura assegnare dal re di Francia Carlo III il Grosso, l’ultimo discendente dai Carolingi, un vasto feudo che da loro prese il nome di Normandia. I Normanni si spinsero anche verso il Mediterraneo, dove, tra l’XI e il XII secolo, cacciarono gli Arabi dalla Sicilia e dal Meridione d’Italia e fondarono un regno. RE GN La divisione dell’impero tra i tre figli di Ludovico il Pio stabilita dall’Accordo di Verdun (843) Alessandria © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 19 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo L’Impero romano si affidava alla Chiesa affinché questa garantisse l’unità religiosa, indispensabile per mantenere stabile e forte l’immenso regno. Nella lunga stagione delle invasioni e delle migrazioni dei popoli germanici, caratterizzata dall’indebolimento delle autorità civili, sempre più i vescovi, accanto al ruolo di guida spirituale, esercitarono la mansione di amministratori delle città al centro delle loro diocesi. Abbiamo inoltre già accennato all’indispensabile opera di mediazione esercitata dalle autorità ecclesiastiche per giungere a una qualche forma di convivenza e poi alla fusione tra le componenti latina e germanica della società dei regni romano-barbarici. La Chiesa in poche parole era rimasta l’unico punto di riferimento della popolazione. Fin basilica: al tempo dell’Impero romano la basilica (dal greco basiliké che significa «portico reale») di una città era una grande costruzione aperta al pubblico in cui si amministrava la giustizia e si tenevano assemblee e trattative commerciali. Era dunque un edificio civile. Quando il cristianesimo si affermò e divenne l’unica religione ammessa, le basiliche vennero ampliate e adattate a luogo di culto. Il battesimo di Clodoveo in una miniatura del XIV sec., Parigi, Biblioteca Nazionale. Testa colossale in marmo di Costantino I, IV sec., Roma, Musei capitolini. dalle prime invasioni barbariche, i vescovi riuscirono in molti casi a limitare i saccheggi e le violenze dei popoli invasori, aiutarono i re a organizzare il loro Stato e offrirono a tutti, Latini e Germani, senza distinzioni, gli insegnamenti della fede cristiana e la preziosa eredità del sistema amministrativo e giuridico dell’Impero romano. Nello stesso tempo, la conversione al cristianesimo dei re barbari (ad esempio quella di Clodoveo, re dei Franchi dal 481 al 511) e delle loro popolazioni, metteva in qualche modo queste monarchie sotto la tutela della Chiesa: essa forniva ai sovrani legittimità, consiglieri (dalle fila dei vescovi e dei monaci) e autorevolezza morale. Il crescente prestigio morale, politico e culturale Per tutto l’Alto Medioevo, tra V e VIII secolo, solo la Chiesa forniva aiuto ai più poveri in tempi di guerra e carestia. Chi possedeva beni, infatti, veniva invitato a donarne una parte ai vescovi e questi li utilizzavano non solo per costruire e abbellire grandi basiliche , ma anche per organizzare distribuzioni di viveri. In questo modo, già verso la fine del VI secolo, la Chiesa rappresentava, ad esempio in Italia, una terza potenza accanto a Bizantini e Longobardi. Proprio a causa di questa autorità, per un certo periodo i re Longobardi cercarono l’alleanza con il papa. Nel 728, ad esempio, il re longobardo Liutprando donò al papa Gregorio II il castello di Sutri, vicino a Viterbo. Da questo possedimento cominciò a svilupparsi il futuro Stato della Chiesa, che in seguito altri sovrani avrebbero arricchito con nuove donazioni per dimostrare la loro fedeltà al papa. Crebbe dunque la forza politica della Chiesa, ma essa si affermò anche come centro della vita culturale. Intorno ai capi della Chiesa si radunarono i pochi uomini di lettere e di studio del tempo. Le gerarchie ecclesiastiche, infatti, incoraggiarono l’opera dei conoscitori della letteratura e delle leggi di Roma antica, e si preoccuparono di salvare dalla distruzione molti testi – greci e latini – dei secoli precedenti che dovevano essere ricopiati a mano. In quest’opera di salvataggio si distinsero, in particolare, i monaci benedettini. I monasteri benedettini Gli storici concordano nel sottolineare l’importanza dell’opera svolta per tutto il Medioevo dai numerosi monasteri dove vivevano comunità stabili di monaci ispirati soprattutto dalla Regola di San Benedetto da Norcia (498-543). Ricordiamo che in questi monasteri ogni giorno i monaci dedicavano parte del loro tempo alla preghiera, parte al lavoro e parte allo studio. Il lavoro consisteva principalmente nella coltivazione dei campi che circondavano il monastero, dai quali i monaci ricavavano il cibo necessario per se stessi, per i pellegrini e per i poveri che vivevano nei pressi del monastero. I nullatenenti, anzi, spesso, trovavano accoglienza e assistenza all’interno del monastero. Per secoli i monaci si dedicarono alla bonifica delle paludi, all’espansione delle terre coltivabili, al miglioramento delle tecniche agricole, all’allevamento del bestiame. In un’epoca di disordini e insicurezza, mantennero viva l’economia dell’Europa, garantendo le basi della successiva ripresa della produzione e degli scambi. Inoltre, alcuni di questi monaci (i monaci «amanuensi»), che possedevano la poco diffusa abilità del leggere e dello scrivere, si dedicavano alla raccolta e alla copiatura degli antichi manoscritti e al loro l’abbellimento con splendide illustrazioni, dette «miniature». In questo modo, assicurarono la conservazione delle testimonianze della cultura antica, consegnandole intatte ai secoli successivi. Ogni monastero aveva una sua biblioteca, dove almeno i figli delle famiglie più importanti potevano ricevere un’istruzione. Papato e impero, anime religiosa e civile della cristianità Per gli uomini dell’Alto Medioevo, l'essere cristiani, l’appartenenza alla Chiesa rappresentava una condizione ovvia e costituiva il fondamento della dignità umana. L’uomo medievale, indipendentemente dalla propria estrazione sociale, era parte della società cristiana (l’unica christianitas) considerata un corpo con due anime, la civile e la religiosa, unite nel perseguimento degli stessi fini. L’ambito del potere civile e di quello religioso non erano dunque divisi, L’abbazia di Montecassino, fondata da Benedetto da Norcia nel 529: della costruzione originaria oggi non resta più nulla. Ottone II consegna il pastorale al vescovo Adalberto, particolare della porta bronzea della cattedrale di Gniezno, XII sec. ma, al contrario, strettamente legati l’uno all’altro. L'incoronazione di Carlo Magno suggellata nell’800 per mano di papa Leone III, sembrava confermare per sempre questa concezione: l’imperatore, la cui prima attribuzione, secondo il modello germanico, era quella di supremo capo militare, era legittimato nel suo potere temporale (cioè nel suo essere guida civile del regno) dalla sua funzione di protettore e difensore della Chiesa, mentre a sua volta il papa esercitava il supremo potere spirituale : benediceva la missione dell’imperatore e l’assisteva (e in parte guidava) con l’aiuto del suo clero. Unico scopo di entrambi era l’affermazione della legge di Dio sulla terra e il conseguimento della vita eterna, ciascuno avendo onorato la propria vocazione entro l’unica Chiesa di Cristo. © Loescher Editore – Torino 20 V sec. potere temporale e spirituale: il potere spirituale riguarda le attività che danno vita alla Chiesa come comunità di credenti: la preghiera, la predicazione del Vangelo, i sacramenti. Il potere temporale, invece, riguarda realtà materiali: l’amministrazione delle ricchezze, le leggi, i rapporti di potere tra principi e le guerre. © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 21 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo 4. La società alto medievale La società europea dell’Alto Medioevo era divisa in tre ordini, cioè in tre gruppi sociali rigidamente distinti e all’interno dei quali tutti gli uomini avevano una posizione e un compito precisi. I tre ordini erano costituiti da: 1)i membri della Chiesa, il clero, dediti alla preghiera; 2)i nobili e i guerrieri, che avevano il compito di difendere tutti gli altri; 3)il popolo lavoratore, composto principalmente da contadini. Un presunto ritratto di Carlomagno, miniatura di una Bibbia carolingia dell’870-875 d.C. Il papa, in posizione dominante rispetto a laici e uomini di chiesa, in un affresco trecentesco di Andrea Bonaiuto, Firenze, Santa Maria Novella. Compito della Chiesa era dunque vigilare sui costumi, sulla cultura, sul rispetto dei giuramenti di fedeltà tra sovrano e suoi vassalli. Essa, perciò, oltre che un enorme potere spirituale, esercitava anche una decisiva influenza politica; non va inoltre dimenticato che i papi guidavano direttamente un loro Stato (lo Stato della Chiesa) ed erano perciò anche veri e propri sovrani. A loro volta, i sovrani europei, e soprattutto gli eredi germanici dei carolingi (che erano di diritto re d’Italia), si consideravano investiti del compito di mantenere la pace anche all’interno della Chiesa – intesa come l’intera comunità dei fedeli – e cercarono di limitare i suoi poteri in campo civile. Nel Basso Medioevo, da questo rapporto di alleanza inevitabile, ma anche difficile, nacquero contrasti sempre più accesi tra papato e impero. Il clero Gli uomini di Chiesa avevano il compito di assistere spiritualmente la popolazione, garantendo, con la loro preghiera, il favore di Dio sui fedeli e sulle loro attività. Ai gradini più bassi della gerarchia c’erano i sacerdoti e i monaci, mentre ruoli più importanti venivano ricoperti da vescovi e abati, rispettivamente capi della Chiesa di una città o di un monastero. Poiché lo stesso Carlo Magno e i suoi successori attribuivano spesso ai più importanti ecclesiastici il ruolo di feudatari, spesso il vescovo o l’abate erano a capo anche di un’ampia parte del territorio, ossia oltre al potere spirituale esercitavano anche il potere temporale. La nobiltà I nobili erano signori dei castelli (luoghi di difesa sempre più indispensabili, soprattutto nei periodi bui tra IX e X secolo) e grandi proprietari terrieri; non avevano necessità di lavorare per sopravvivere. Godevano di grande ricchezza, prestigio e potere, e avevano il compito di proteggere la comunità con le armi. Appartenevano a quest'ordine i cavalieri, che erano la parte più importante degli eserciti. La loro arma più temibile era la lancia, micidiale se puntata contro il nemico durante una carica, dove acquistava una forza d’impatto tremenda. Per il combattimento corpo a corpo, invece, si utilizzava una pesante spada. Grandi scudi di cuoio e ferro, insieme a corazze a maglie metalliche sem- pre più spesse, proteggevano il cavaliere dagli assalti degli avversari. Questa pratica di guerra richiedeva lungo allenamento e un fisico robusto, cavalcatura e armi esigevano inoltre notevoli spese: solo i nobili potevano permettersi tutto ciò. I nobili feudatari volevano evitare che, alla loro morte, il feudo venisse diviso in parti uguali tra i figli maschi, perché questo avrebbe portato, in breve tempo, a creare feudi sempre più piccoli e deboli. Nel corso del IX e X secolo, quindi, si impose ovunque la «legge del maggiorasco», che prevedeva che l’intero feudo venisse ereditato dal figlio maschio primogenito. I maschi «cadetti» (cioè i minori di età), esclusi dai vantaggi dell’eredità, si mettevano allora al servizio di qualche signore come soldati a cavallo e combattevano per lui contro i feudi vicini o provvedevano a costringere i contadini al pagamento dei tributi o allo svolgimento di qualche lavoro. Quando i cavalieri non trovavano posto presso un castellano e non c’erano guerre nelle quali servire, si trasformavano facilmente in predoni, disposti a tutto pur di racimolare il necessario per vivere. Fu l’intervento della Chiesa a determinare il mutamento di tali costumi: essa desiderava infatti indirizzare la forza di questi aspri combattenti alla difesa della cristianità contro pagani e infedeli, e al sostegno dei poveri e dei deboli. Già verso la fine del X secolo si diffuse così, a partire dalla Francia, la richiesta di stabilire «tregue di Dio»: per un certo periodo, ad esempio in Quaresima e a Pasqua, i cavalieri si impegnavano solennemente a non uccidere chi non portasse armi, a non infierire sul clero, sui contadini e sui Due monaci al lavoro nei campi in una miniatura dell’XI-XII sec. mercanti e a non saccheggiare le chiese. Altro sbocco alle attitudini violente dei cavalieri venne con la creazione di giochi in cui potessero misurare le proprie forze senza nuocere agli inermi. Nacquero in questo modo i tornei , nel corso dei quali i cavalieri si lanciavano alla carica gli uni contro gli altri, per mostrare il proprio coraggio e venire poi premiati dai loro pari. I cavalieri divennero gli eroi dell’epoca medievale: leggende, canti e poemi celebravano le loro imprese generose a difesa dei più deboli e della fede cristiana, contro barbari e predoni musulmani. Il popolo lavoratore Il popolo sostentava con il proprio lavoro se stesso e i due ordini maggiori della società. I commercianti erano pochissimi, e raramente si avventuravano per le pericolose strade europee dell’epoca. Poco numerosi erano anche gli artigiani, i cui prodotti erano comunque destinati quasi sempre all’uso del signore. Il popolo era perciò costituito in massima parte da contadini, tra i quali non prevalevano gli uomini liberi, ma i servi della gleba , individui obbligati per l’intera vita ad accudire le terre e i beni del castellano. In battaglia, i contadini liberi facevano parte della fanteria: affrontavano cioè il nemico a piedi e con scarso armamento. Erano poveri, analfabeti, e disprezzati dai membri degli altri ordini. V sec. servi della gleba: l’espressione viene dal latino gleba, parola che significa «zolla di terra», e indicava i contadini destinati a lavorare per tutta la vita la terra per conto del signore, in condizioni di assoluta servitù. Tweet Storia p. 358 Un contadino e un soldato, Ferrara, Museo della Cattedrale. © Loescher Editore – Torino 22 Acquamanile a forma di cavaliere, XIII sec., Firenze, Museo del Bargello. © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 23 L’Alto Medioevo L’Alto Medioevo 5. L’economia dell’Alto Medioevo: il «sistema curtense» L’organizzazione della curtis L’atto di vassallaggio in una miniatura medievale, Heidelberg, Biblioteca dell’Università. Contadini e pastori al lavoro in una miniatura, Chantilly, Musée Condé. Il sistema curtense Terreni del feudo Pars dominica Pars colonica Parte comunitaria Terreni più fertili lavorati dai servi della gleba Terre lavorate a mezzadria Boschi e pascoli Mentre, tra IX e X secolo, le invasioni e le scorrerie dei barbari erano frequentissime e la povertà si diffondeva, la popolazione delle campagne tendeva a stringersi attorno ai castelli per sentirsi protetta. La vita economica delle comunità si riorganizzò quindi attorno all’azienda agricola dei nobili feudatari. Nacque il cosiddetto «sistema curtense»: ogni attività ruotava intorno al centro, rappresentato dalla dimora del signore feudale, dalle abitazioni di servi e contadini e dai luoghi della comunità, il mulino, la fucina, la chiesa e la forca per le punizioni esemplari contro chi infrangeva le leggi stabilite dal signore. Il castello e le abitazioni circostanti costituivano quindi la curtis («corte») e tutta la vita degli abitanti del feudo si svolgeva tra questo centro e le campagne che lo circondavano. La dimora del signore era posta al centro dei suoi possedimenti e dominava lo spazio della corte. La terra del feudo veniva abitualmente divisa in tre parti. 1)La pars dominica (cioè «parte del signore») comprendeva i suoli più fertili e veniva coltivata dai servi della gleba, che lavoravano gratuitamente per il padrone. Il signore poteva imporre loro qualsiasi genere di tributo e mansione, dall’aratura alla mietitura, alla cura del bestiame. In cambio i servi avevano diritto solo al vitto e all’alloggio. Nella pars dominica si trovavano il castello, le abitazioni dei servi stessi, attrezzature agricole importanti come il mulino, il frantoio e i forni, e i laboratori degli artigiani. 2)La pars colonica («parte dei coloni») comprendeva terre meno fertili e veniva concessa in affitto a contadini liberi. Era coltivata con il sistema della mezzadria, un accordo che prevedeva che metà del raccolto andasse al padrone come pagamento dell’affitto e metà restasse al contadino. Il mezzadro era inoltre tenuto a svolgere alcuni servizi, chiamati corvée, a vantaggio del signore. Ad esempio, doveva trascorrere almeno un paio di giornate La dura fatica dei contadini in una miniatura dal Salterio della regina Maria, XIV secolo, Londra, British Library. alla settimana nella pars dominica per aiutare i servi nei lavori più impegnativi. Grazie al potere di banno , il signore tendeva poi a estendere arbitrariamente la propria autorità: il contadino era spesso costretto a pagare una tassa per l’utilizzo del mulino o del forno e, con il tempo, fu lentamente obbligato a risiedere sempre nello stesso luogo. risorsa essenziale per la sopravvivenza di molte famiglie, in un’epoca in cui le rese agricole erano scarse e la produzione era quasi sempre destinata al signore. Un’economia basata sull’autoconsumo L’economia organizzata intorno alle corti dei signori era di tipo chiuso perché la quasi 3)La parte della comunità era costituita totale mancanza di traffici e commerci imda grandi foreste, da pascoli, da fiumi, pediva lo scambio dei prodotti della terra o da paludi. In queste terre, contadini e dell’artigianato. Spesso anche la vendita sui abitanti dei villaggi potevano raccogliere mercati della città più vicina era impossibilegna e frutti selvatici o cacciare. La parle. Si trattava dunque di un’economia basata sull’autoconsumo, dove ogni merce era te comune del feudo era insomma una utilizzata nello stesso luogo in cui era prodotta, inclusi il vestiario, gli utensili di ogni giorno e gli strumenti per il lavoro dei campi. Unica eccezione a questo sistema era dato dai beni che dovevano per forza essere acquistati altrove: ad esempio il ferro necessario alla forgiatura della armi o il sale indispensabile per la conservazione degli alimenti. Ma, in generale, si badava in primo luogo a produrre il necessario alla sopravvivenza della famiglia del contadino e alla soddisfazione dei bisogni del signore. [ I NODI DELLA STORIA p. 40] Il baratto, miniatura del 1028 da Montecassino, Biblioteca dell’Abbazia. © Loescher Editore – Torino 24 V sec. potere di banno: espressione derivante dalla parola ban, che nelle lingue germaniche indicava il potere del signore supremo esercitato sui propri sudditi. Nell’Alto Medioevo il banno poteva riguardare sia obblighi (ad esempio quello di lavorare per un certo periodo di tempo la terra del signore) sia divieti (ad esempio la proibizione di cacciar nelle riserve del signore) e tutti coloro che non erano vincolati da un giuramento vassallatico erano tenuti a rispettarlo. © Loescher Editore – Torino 529 Benedetto da Norcia fonda l'abbazia di Montecassino 529-534 Giustiniano fa pubblicare il Corpus iuris civilis VIII sec. La sella con le staffe si diffonde in Occidente IX sec. I Vichinghi mettono a punto il drakkar 1000 25