Magugliani Lisa – Porta Rossella
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economiche
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del territorio
•I problemi ambientali
Artide
L'Artide (o Artico) è l'insieme dei mari e
delle terre che circondano il Polo Nord,
compresi entro il Circolo Polare Artico.
La parte continentale è costituita dalle
coste settentrionali della Scandinavia,
della Russia europea, della Siberia,
dell'Alaska e del Canada.
Tra le isole, la maggiore è la
Groenlandia, la più grande del pianeta.
Le altre principali sono quelle
dell'arcipelago
canadese
(Baffin,
Ellesmere,
Principe
di
Galles,
Elisabetta,
ecc.),
della
Norvegia
(Svalbard) e della Russia (Kolgujev,
Nuova Zemlja, Terra del Nord, Nuova
Siberia, Vrangel).
Artide – Parte fisica
Nella sua zona centrale l'Artide è
costituito da una vastissima estensione
di ghiaccio perenne che galleggia sulla
superficie del Mar Glaciale Artico.
Il clima è molto rigido a causa della
scarsa incidenza dei raggi solari: le
temperature medie oscillano attorno ai 30° C e raramente si registrano
massime di +10° C. Le precipitazioni
sono scarse e prevalentemente nevose.
Durante il periodo del disgelo, dalle
coste continentali sfociano nel Mar
Glaciale Artico i fiumi Ob, Jenisej e
Lena (in Siberia) e Mackenzie (in
Canada).
Vasta distesa di ghiacci.
Gli iceberg
Gli iceberg sono enormi blocchi di ghiaccio che si staccano dalle
calotte polari e vanno alla deriva nei mari circostanti, finchè non si
sciolgono completamente. La loro formazione inizia con il cadere della
neve sulle distese polari e con la sua successiva trasformazione in
ghiaccio. Digradando verso la linea costiera il ghiaccio subisce un
primo compattamento ed in prossimità del mare il ghiacciaio viene
frantumato in grossi blocchi, detti iceberg, da onde, correnti e maree.
Essi galleggiano sulla superficie del mare, ma la parte emergente è pari
solo a 1/9 della loro massa complessiva.
Trasportati dalle correnti marine, gli iceberg spesso si allontanano
molto dalle regioni polari, ostacolando le rotte di navigazione.
In seguito a recenti rilevazioni, si è potuta constatare la progressiva
diminuzione degli iceberg, soprattutto nell'Artide. C'è grande
preoccupazione tra gli studiosi che stanno tentando di determinare le
possibili cause di questo allarmante fenomeno, probabilmente dovuto
al riscaldamento del pianeta per l'effetto serra.
Fenomeni atmosferici
Le aurore polari, boreale e australe, sono cortine di
luce intensamente colorata che appaiono nel cielo al
di sopra dei poli. Possono assumere anche forme
diverse, come raggi, archi, strisce e macchie. La luce
colorata
delle
aurore
polari
è
provocata
dall'incandescenza di particelle atomiche emesse dal
Sole, catturate dal campo magnetico terrestre e
convogliate al di sopra dei poli.
Durante alcuni mesi estivi nelle regioni prossime ai
poli, il Sole non si abbassa mai al di sotto
dell'orizzonte. Questo fenomeno, chiamato Sole di
mezzanotte, è determinato dalla rivoluzione della
Terra attorno alla stella e dall'inclinazione del suo
asse. Quando su uno dei due poli il giorno dura 24
ore, sull'altro incombe un identico periodo di
oscurità, durante il quale il Sole non sorge mai.
Suggestiva aurora polare.
Artide – Flora e fauna
La parte di terraferma non ricoperta dai ghiacci viene definita tundra,
termine che in russo significa "pianura senz'alberi". Il terreno è infatti
pianeggiante e privo di asperità e presenta un tipo di vegetazione
costituito da muschi, licheni, erbe e bassi cespugli radenti al suolo che
spesso formano compatti ciuffi detti cuscini o pulvini. Gli alberi non
riescono a crescervi a causa delle bassissime temperature e dei forti
venti invernali. Nella breve stagione estiva i fiori compaiono con
estrema rapidità.
Il paesaggio spoglio e desolato della tundra.
La fauna delle regioni artiche è molto varia.
L'animale più caratteristico è l'orso bianco (o polare). Vi sono inoltre
cetacei (balene, megattere, balenottere, narvali, beluga), trichechi,
otarie e foche. L'alimentazione di questi animali è molto ridotta e per
vivere sfruttano le riserve di grasso accumulate nella stagione calda.
I mammiferi più diffusi sulla terraferma sono: renne, volpi, lupi e
diversi roditori tra cui i lemming. Tra i volatili: gru canadesi, gazze
marine, strolaghe, sterne, oche delle nevi, pernici bianche, pulcinelle di
mare, edredoni e grandi rapaci (aquila reale, poiana) anche notturni
(civetta delle nevi). La pernice bianca, per potersi mimetizzare nel
mutevole ambiente artico, cambia il colore del piumaggio addirittura
due volte all'anno.
Esemplare di orso bianco con i suoi cuccioli.
Artide – Popolazione
e attività economiche
Il gruppo etnico più consistente è quello eschimese (inuit) stimato in
100.000 unità e diffuso in Groenlandia, Canada, Alaska e nella Siberia
orientale; ciukci e jacuti vivono in Siberia mentre i lapponi nell'Europa
settentrionale.
Le loro principali fonti di sostentamento sono la caccia, la pesca e
l'allevamento di renne o caribù.
Altre risorse dell'Artide sono i cospicui giacimenti minerari di carbone,
criolite e grafite, gas naturale, oro e minerali preziosi, ma soprattutto di
petrolio.
Le vie di comunicazione, alle quali è legato lo sviluppo economico, sono
principalmente aeree e marine. La rete stradale si è ulteriormente
sviluppata in Alaska e quella ferroviaria in Siberia. Inoltre, lo sviluppo
delle comunicazioni aeree ha aperto al turismo regioni prima
irraggiungibili ma di notevole interesse naturalistico e paesaggistico
come, per esempio, le isole Svalbard, l'isola di Baffin e la Groenlandia.
Igloo, tipica abitazione eschimese.
Artide – Le esplorazioni
Cosa spinse l'uomo a intraprendere viaggi impegnativi e
spesso mortali in regioni così poco ospitali?
Oltre al forte spirito d'avventura e all'insaziabile desiderio di
conoscenza di molti uomini coraggiosi, l'esplorazione delle terre polari
artiche fu determinata principalmente dalla necessità di trovare una
via più breve per raggiungere l'Asia e dall'obiettivo di individuare
nuove rotte per la navigazione commerciale.
Oggigiorno le traversate di queste regioni sono soprattutto grandi
imprese sportive, compiute con strumenti sofisticati, ma è necessario
ricordare che gli esploratori del passato affrontarono viaggi spesso
eroici, con attrezzature, viveri e indumenti che la maggior parte delle
volte si rivelarono inadeguati. Molti dei loro nomi compaiono sulle
carte geografiche, a designare zone da essi scoperte o dedicate alla
memoria delle loro imprese.
Le prime esplorazioni risalgono al XVI sec., all'epoca delle grandi
scoperte geografiche, quando vennero cercati i passaggi a nord-est e a
nord-ovest, individuati però solo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del
secolo successivo.
Il passaggio a nord-est, un interminabile tragitto lungo le coste
settentrionali della Russia, fu percorso per la prima volta dallo svedese
A. E. Nordenskjold, al comando della nave Vega, nel 1878-1879.
Molte sono invece le vie possibili per il passaggio a nord-ovest, ma
tutte richiedono di avventurarsi nel dedalo di isole e canali
dell'Arcipelago Artico Canadese. Gran parte delle scoperte relative a
questa regione ebbero origine da una tragedia: fra il 1845 e il 1848 la
spedizione guidata da John Franklin e composta dalle navi Erebus e
Terror raggiunse lo stretto di Victoria, ma le due imbarcazioni
rimasero intrappolate nel pack e gli interi equipaggi perirono. Le
informazioni raccolte durante questi viaggi consentirono però di
disegnare con sempre maggior precisione le carte geografiche della
regione. Il passaggio a nord-ovest fu completato tra il 1903 e il 1906
dal norvegese Roald Amundsen, al comando della nave Gjoa, il quale
determinò la posizione del Polo Nord magnetico.
Roald Amundsen.
Artide – Le esplorazioni: Umberto Nobile
Il secondo obiettivo delle esplorazioni artiche fu quello di raggiungere
il Polo Nord. Il primo ad avvicinarsi (tra il 1893 e il 1896) fu il
norvegese F. Nansen che, lasciando la nave Fram imprigionata nei
ghiacci, si spinse sulla banchisa, con slitte trainate da cani. Nel 1900
l'italiano U. Cagni compì una simile impresa, ma il Polo fu raggiunto
solo 9 anni dopo dall'americano R. E. Peary.
I viaggi nell'Artico
cambiarono radicalmente quando alle navi e alle slitte si sostituirono i
velivoli. Nel 1926 il Polo Nord venne sorvolato per la prima volta con
un piccolo aereo e nello stesso anno riuscì nell'impresa il dirigibile
Norge, con a bordo Umberto Nobile e Roald Amundsen. Nobile tentò
di compiere una nuova trasvolata due anni dopo, con il dirigibile Italia,
su cui si imbarcarono anche alcuni scienziati. Durante il viaggio di
ritorno il dirigibile fu sbattuto dalla tempesta contro il pack e dalla
cabina sfasciata caddero pochi viveri, una radio, una tenda e 9 membri
dell'equipaggio; l'aeronave, così alleggerita, riprese quota ma non si
seppe mai la sua fine. La tenda venne colorata di rosso per renderla più
visibile. Alcuni uomini morirono, ma altri, tra cui Nobile, sopravvissero
per due mesi sul pack attendendo i soccorsi e tentando di inviare
segnali usando la radio rudimentalmente riparata. I soccorsi giunsero
da ogni parte, nel tentativo di trovare i superstiti, che fortunatamente
furono portati in salvo. Anche Amundsen partì con un aereo alla loro
ricerca ma perse la vita.
Nel 1958 il sottomarino Nautilus completò la traversata della regione
artica passando sotto il Polo Nord.
Il famoso dirigibile Italia dell’impresa di Nobile.
Antartide
L'Antartide (o Antartico) è un continente che occupa gran parte della
calotta polare australe, quasi interamente compreso nel Circolo Polare
Antartico e circondato dal Mar Glaciale Antartico.
Fanno parte della regione anche alcune isole esterne al Circolo Polare
Antartico e situate al limite della banchisa permanente, tra le quali le
Shetland, le Orcadi Australi, la Terra di Palmer e l'Isola Alessandro I.
E' un continente con numerose particolarità dal punto di vista
morfologico.
Per esempio, il Lago Wanda (in Nuova Zelanda), alimentato dalle
acque di fusione dei ghiacciai, è costituito alla superficie da acqua dolce
e ghiacciata, mentre in profondità vi è acqua salata ad una temperatura
di +25° C.
Inoltre, l'Antartide vanta il più lungo ghiacciaio della Terra, il
Beardmore Glacier, che fu il più grande ostacolo superato nel 1912
dalla spedizione Scott.
La Valle Secca è invece una valle senza neve nè ghiaccio e l'acqua dei
suoi laghi è tiepida.
Antartide – Parte fisica
L'Antartide è formata da un continente montuoso circondato da 3
oceani (Atlantico, Pacifico e Indiano) ed è quasi interamente ricoperta
da una calotta di ghiaccio il cui massimo spessore è di circa 4 km.
Questa enorme calotta, scivolando sul mare, vi ha formato nel tempo
numerose piattaforme permanenti e ghiacciate dette ice-shelf. Dalla
calotta antartica, durante l'estate, si staccano enormi iceberg.
Il profilo della regione è caratterizzato dall'estesa Penisola Antartica
che si protende verso l'America meridionale.
L'Antartide possiede un'altitudine media 3 volte più elevata di quella di
qualsiasi altro continente (la cima più alta, il Monte Vinson, supera i
5000 m) e questa è una delle cause delle temperature incredibilmente
basse. Il clima, infatti, è ancora più freddo di quello della regione artica:
temperature vicine allo zero si rilevano solo in estate e nelle regioni
costiere. La temperatura media invernale è invece di circa -60° C.
Nel luglio del 1983, presso la base scientifica russa di Vostok, è stata
registrata la temperatura più bassa mai rilevata sulla Terra: -89,6° C.
Il clima dell'Antartide, però, non è sempre stato così gelido. Il
ritrovamento di felci fossili è la prova di un clima subtropicale, intorno
ai 70 milioni di anni fa.
Vi sono anche vulcani spenti o quiescenti. L'unico tuttora in attività è il
Monte Erebus, scoperto nel 1841 da J. C. Ross e scalato per la prima
volta nel 1908 dai membri della spedizione Shackleton.
Il vulcano Erebus (3794 m).
Antartide – Flora e fauna
Nonostante la rigidità del clima, l'Antartide è ricca di vita.
Una vegetazione simile a quella della tundra, costituita da muschi e
licheni, cresce nelle zone costiere e insulari. Nell'interno del continente,
invece, vivono solo alcune alghe unicellulari che possono restare
inglobate nel ghiaccio.
Vari animali vivono lungo le coste: elefanti marini, foche, otarie,
gabbiani, procellarie e pinguini. Questi ultimi, che si raggruppano in
colonie formate da numerosi individui, appartengono a specie diverse:
tra le più note vi sono il pinguino imperatore (alto più di un metro), il
pinguino maggiore e il pinguino di Adelia. Nei mari circostanti
abbonda il plancton, riserva alimentare per crostacei, molluschi, pesci e
cetacei. Le acque antartiche, inoltre, abbondano di krill, un piccolo
crostaceo fondamentale nella dieta delle balene.
A causa dell'estrema inospitalità del clima, sono pochi gli animali che
trascorrono tutto l'anno sul continente antartico. Durante l'estate però,
molte specie tra le quali pinguini, balene e foche, raggiungono
l'Antartide per sfruttarne l'abbondanza di nutrimento e la disponibilità
di zone costiere adatte alla riproduzione.
Famiglia di pinguini imperatori.
Antartide – Popolazione
e attività economiche
Operazione di carotaggio
dei ghiacci polari.
Le condizioni climatiche sono davvero proibitive per
l'uomo.
Non esistono infatti stabili insediamenti umani
sull'Antartide ma vi sono basi militari, meteorologiche e
scientifiche istituite dai vari stati fra i quali il continente
è stato diviso in sfere d'influenza. Le attività di ricerca
riguardano principalmente il clima, le reazioni
dell'organismo umano a condizioni estreme e
l'individuazione di risorse minerarie ed energetiche
sepolte sotto chilometri di ghiaccio. L'Antartide offre,
infatti, prospettive importanti per l'economia del
mondo: è accertato che vi sono apprezzabili riserve di
carbone, di gas naturale e, sotto il Mare di Ross, di
petrolio. Per il momento non esiste la possibilità di uno
sfruttamento che sia economicamente conveniente.
Eventuali interventi dovranno, in ogni modo, avvenire
senza apportare modifiche all'ambiente naturale. Con
un accordo internazionale del 1990 si è stabilito di
proteggere il territorio antartico per evitare danni a
tutto il pianeta.
Antartide – Le esplorazioni
Esplorare l'ostile continente antartico e raggiungere il Polo Sud furono
gli scopi di numerose spedizioni. Il primo a toccare il Polo fu Roald
Amundsen, nel 1912, con quattro compagni di viaggio e quattro slitte
trainate da cani. La spedizione di Amundsen precedette di poco quella
dell'inglese R. Scott, anch'essa formata da cinque persone, che
morirono tragicamente nel viaggio di ritorno a causa del freddo, della
terribile fatica e dell'esaurimento delle scorte alimentari.
Ernest Shackleton, anch'egli inglese, fu protagonista di varie spedizioni
all'inizio del Novecento. Pur non riuscendo a raggiungere per primo il
Polo, raccolse una gran mole di informazioni che consentirono,
soprattutto, di localizzare il Polo Sud magnetico.
Nel 1914 Shackleton affrontò un terribile viaggio nelle acque antartiche
su una barca a remi, per mettere in salvo i membri del proprio
equipaggio dopo che la nave da lui guidata era affondata nel Mare di
Weddel; nel 1922 morì nel corso dell'ennesima spedizione.
Come le esplorazioni dell'Artide, anche quelle dell'Antartide
cambiarono del tutto con l'avvento degli aerei.
Un pallone aerostatico,
protagonista di molte spedizioni.
Antartide – La suddivisione del territorio
L'Antartide non costituisce un'entità politica e il suo status è
regolato dal Trattato Antartico firmato a Washington il 01/12/1959.
Il trattato impegna gli Stati firmatari e quelli aderenti ad utilizzare
la regione solo per scopi pacifici e per la ricerca scientifica. Vi sono
comunque sette Paesi (Argentina, Cile, Australia, Nuova Zelanda,
Francia, Gran Bretagna e Norvegia) che rivendicano la sovranità su
buona parte del continente.
Fin dall'Ottocento, infatti, l'Antartide ha sempre interessato molte
nazioni, a causa della possibile importanza sia strategica e militare,
sia economica, per la ricerca e lo sfruttamento di risorse minerarie.
Dal 1981 anche l'Italia fa parte del gruppo di Paesi che hanno
sottoscritto il Trattato Antartico. Nel 1985, inoltre, il governo
italiano ha varato un programma nazionale di ricerche in Antartide
che ha poi portato alla costruzione della base scientifica di Baia
Terra Nova.
Questo importante trattato è stato rinnovato nel 1991, quando si è
anche stabilita la sospensione per i successivi 50 anni dello
sfruttamento delle risorse minerarie ed è stato proposto un progetto
per la conservazione dell'ambiente polare.
La base scientifica estiva italiana di Baia
Terra Nova, sulla costa del Mare di
Ross, aperta dal 20/12/1986.
I problemi ambientali
L'effetto serra è dovuto al particolare comportamento delle molecole di
vapore acqueo e di alcuni gas, definiti gas serra,
che funzionano come le lastre di vetro di una serra, trattenendo una
parte del calore del Sole all'interno dell'atmosfera. Se così non
avvenisse, il calore si disperderebbe rapidamente nello spazio e
durante la notte sulla Terra ci sarebbero temperature rigidissime.
L'effetto serra è dunque un fenomeno naturale, che ha favorito lo
sviluppo della vita sul nostro pianeta. Oggi, tuttavia, la presenza
eccessiva di anidride carbonica e di altri gas nell'atmosfera, a causa
dell'inquinamento, intensifica l'effetto serra e può provocare un
aumento sensibile della temperatura della superficie terrestre, con
conseguenze sul clima.
Sulla base degli attuali consumi di combustibili fossili, alcuni scienziati
stimano che nei prossimi quarant'anni il livello di anidride carbonica
presente nell'atmosfera potrebbe raddoppiare. A ciò corrisponderebbe
un aumento della temperatura sulla Terra di 3 o 4 gradi. Di
conseguenza si assisterebbe al parziale scioglimento dei ghiacciai e
delle calotte polari e al successivo innalzamento del livello del mare,
tanto che le località costiere più basse sarebbero sommerse.
La macchia
rossa in
corrispondenza
dell’Antartide
rappresenta
l’area in cui lo
strato di ozono è
più sottile.
Lo strato d'ozono presente nella stratosfera blocca gran parte delle
radiazioni ultraviolette emesse dal Sole e protegge la Terra dai loro
effetti nocivi su tutte le forme viventi. E' perciò molto importante
evitare che il "buco", formatosi in corrispondenza del Polo Sud, si
allarghi. Da quando ne fu accertata la presenza, furono stretti accordi
internazionali per eliminare dalla produzione e dal consumo i gas
responsabili del fenomeno (in particolare i CFC). Occorreranno, però,
parecchi anni per poterne annullare gli effetti, e intanto lo strato di
ozono continuerà ad assottigliarsi.
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Le terre polari - Il Liceo Cavalieri