Magugliani Lisa – Porta Rossella Home Page -ARTIDE -ANTARTIDE •Parte fisica •Parte fisica •Gli iceberg •Flora e fauna •Fenomeni atmosferici •Popolazione e attività •Flora e fauna •Popolazione e attività economiche •Le esplorazioni •Umberto Nobile economiche •Le esplorazioni •La suddivisione del territorio •I problemi ambientali Artide L'Artide (o Artico) è l'insieme dei mari e delle terre che circondano il Polo Nord, compresi entro il Circolo Polare Artico. La parte continentale è costituita dalle coste settentrionali della Scandinavia, della Russia europea, della Siberia, dell'Alaska e del Canada. Tra le isole, la maggiore è la Groenlandia, la più grande del pianeta. Le altre principali sono quelle dell'arcipelago canadese (Baffin, Ellesmere, Principe di Galles, Elisabetta, ecc.), della Norvegia (Svalbard) e della Russia (Kolgujev, Nuova Zemlja, Terra del Nord, Nuova Siberia, Vrangel). Artide – Parte fisica Nella sua zona centrale l'Artide è costituito da una vastissima estensione di ghiaccio perenne che galleggia sulla superficie del Mar Glaciale Artico. Il clima è molto rigido a causa della scarsa incidenza dei raggi solari: le temperature medie oscillano attorno ai 30° C e raramente si registrano massime di +10° C. Le precipitazioni sono scarse e prevalentemente nevose. Durante il periodo del disgelo, dalle coste continentali sfociano nel Mar Glaciale Artico i fiumi Ob, Jenisej e Lena (in Siberia) e Mackenzie (in Canada). Vasta distesa di ghiacci. Gli iceberg Gli iceberg sono enormi blocchi di ghiaccio che si staccano dalle calotte polari e vanno alla deriva nei mari circostanti, finchè non si sciolgono completamente. La loro formazione inizia con il cadere della neve sulle distese polari e con la sua successiva trasformazione in ghiaccio. Digradando verso la linea costiera il ghiaccio subisce un primo compattamento ed in prossimità del mare il ghiacciaio viene frantumato in grossi blocchi, detti iceberg, da onde, correnti e maree. Essi galleggiano sulla superficie del mare, ma la parte emergente è pari solo a 1/9 della loro massa complessiva. Trasportati dalle correnti marine, gli iceberg spesso si allontanano molto dalle regioni polari, ostacolando le rotte di navigazione. In seguito a recenti rilevazioni, si è potuta constatare la progressiva diminuzione degli iceberg, soprattutto nell'Artide. C'è grande preoccupazione tra gli studiosi che stanno tentando di determinare le possibili cause di questo allarmante fenomeno, probabilmente dovuto al riscaldamento del pianeta per l'effetto serra. Fenomeni atmosferici Le aurore polari, boreale e australe, sono cortine di luce intensamente colorata che appaiono nel cielo al di sopra dei poli. Possono assumere anche forme diverse, come raggi, archi, strisce e macchie. La luce colorata delle aurore polari è provocata dall'incandescenza di particelle atomiche emesse dal Sole, catturate dal campo magnetico terrestre e convogliate al di sopra dei poli. Durante alcuni mesi estivi nelle regioni prossime ai poli, il Sole non si abbassa mai al di sotto dell'orizzonte. Questo fenomeno, chiamato Sole di mezzanotte, è determinato dalla rivoluzione della Terra attorno alla stella e dall'inclinazione del suo asse. Quando su uno dei due poli il giorno dura 24 ore, sull'altro incombe un identico periodo di oscurità, durante il quale il Sole non sorge mai. Suggestiva aurora polare. Artide – Flora e fauna La parte di terraferma non ricoperta dai ghiacci viene definita tundra, termine che in russo significa "pianura senz'alberi". Il terreno è infatti pianeggiante e privo di asperità e presenta un tipo di vegetazione costituito da muschi, licheni, erbe e bassi cespugli radenti al suolo che spesso formano compatti ciuffi detti cuscini o pulvini. Gli alberi non riescono a crescervi a causa delle bassissime temperature e dei forti venti invernali. Nella breve stagione estiva i fiori compaiono con estrema rapidità. Il paesaggio spoglio e desolato della tundra. La fauna delle regioni artiche è molto varia. L'animale più caratteristico è l'orso bianco (o polare). Vi sono inoltre cetacei (balene, megattere, balenottere, narvali, beluga), trichechi, otarie e foche. L'alimentazione di questi animali è molto ridotta e per vivere sfruttano le riserve di grasso accumulate nella stagione calda. I mammiferi più diffusi sulla terraferma sono: renne, volpi, lupi e diversi roditori tra cui i lemming. Tra i volatili: gru canadesi, gazze marine, strolaghe, sterne, oche delle nevi, pernici bianche, pulcinelle di mare, edredoni e grandi rapaci (aquila reale, poiana) anche notturni (civetta delle nevi). La pernice bianca, per potersi mimetizzare nel mutevole ambiente artico, cambia il colore del piumaggio addirittura due volte all'anno. Esemplare di orso bianco con i suoi cuccioli. Artide – Popolazione e attività economiche Il gruppo etnico più consistente è quello eschimese (inuit) stimato in 100.000 unità e diffuso in Groenlandia, Canada, Alaska e nella Siberia orientale; ciukci e jacuti vivono in Siberia mentre i lapponi nell'Europa settentrionale. Le loro principali fonti di sostentamento sono la caccia, la pesca e l'allevamento di renne o caribù. Altre risorse dell'Artide sono i cospicui giacimenti minerari di carbone, criolite e grafite, gas naturale, oro e minerali preziosi, ma soprattutto di petrolio. Le vie di comunicazione, alle quali è legato lo sviluppo economico, sono principalmente aeree e marine. La rete stradale si è ulteriormente sviluppata in Alaska e quella ferroviaria in Siberia. Inoltre, lo sviluppo delle comunicazioni aeree ha aperto al turismo regioni prima irraggiungibili ma di notevole interesse naturalistico e paesaggistico come, per esempio, le isole Svalbard, l'isola di Baffin e la Groenlandia. Igloo, tipica abitazione eschimese. Artide – Le esplorazioni Cosa spinse l'uomo a intraprendere viaggi impegnativi e spesso mortali in regioni così poco ospitali? Oltre al forte spirito d'avventura e all'insaziabile desiderio di conoscenza di molti uomini coraggiosi, l'esplorazione delle terre polari artiche fu determinata principalmente dalla necessità di trovare una via più breve per raggiungere l'Asia e dall'obiettivo di individuare nuove rotte per la navigazione commerciale. Oggigiorno le traversate di queste regioni sono soprattutto grandi imprese sportive, compiute con strumenti sofisticati, ma è necessario ricordare che gli esploratori del passato affrontarono viaggi spesso eroici, con attrezzature, viveri e indumenti che la maggior parte delle volte si rivelarono inadeguati. Molti dei loro nomi compaiono sulle carte geografiche, a designare zone da essi scoperte o dedicate alla memoria delle loro imprese. Le prime esplorazioni risalgono al XVI sec., all'epoca delle grandi scoperte geografiche, quando vennero cercati i passaggi a nord-est e a nord-ovest, individuati però solo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo successivo. Il passaggio a nord-est, un interminabile tragitto lungo le coste settentrionali della Russia, fu percorso per la prima volta dallo svedese A. E. Nordenskjold, al comando della nave Vega, nel 1878-1879. Molte sono invece le vie possibili per il passaggio a nord-ovest, ma tutte richiedono di avventurarsi nel dedalo di isole e canali dell'Arcipelago Artico Canadese. Gran parte delle scoperte relative a questa regione ebbero origine da una tragedia: fra il 1845 e il 1848 la spedizione guidata da John Franklin e composta dalle navi Erebus e Terror raggiunse lo stretto di Victoria, ma le due imbarcazioni rimasero intrappolate nel pack e gli interi equipaggi perirono. Le informazioni raccolte durante questi viaggi consentirono però di disegnare con sempre maggior precisione le carte geografiche della regione. Il passaggio a nord-ovest fu completato tra il 1903 e il 1906 dal norvegese Roald Amundsen, al comando della nave Gjoa, il quale determinò la posizione del Polo Nord magnetico. Roald Amundsen. Artide – Le esplorazioni: Umberto Nobile Il secondo obiettivo delle esplorazioni artiche fu quello di raggiungere il Polo Nord. Il primo ad avvicinarsi (tra il 1893 e il 1896) fu il norvegese F. Nansen che, lasciando la nave Fram imprigionata nei ghiacci, si spinse sulla banchisa, con slitte trainate da cani. Nel 1900 l'italiano U. Cagni compì una simile impresa, ma il Polo fu raggiunto solo 9 anni dopo dall'americano R. E. Peary. I viaggi nell'Artico cambiarono radicalmente quando alle navi e alle slitte si sostituirono i velivoli. Nel 1926 il Polo Nord venne sorvolato per la prima volta con un piccolo aereo e nello stesso anno riuscì nell'impresa il dirigibile Norge, con a bordo Umberto Nobile e Roald Amundsen. Nobile tentò di compiere una nuova trasvolata due anni dopo, con il dirigibile Italia, su cui si imbarcarono anche alcuni scienziati. Durante il viaggio di ritorno il dirigibile fu sbattuto dalla tempesta contro il pack e dalla cabina sfasciata caddero pochi viveri, una radio, una tenda e 9 membri dell'equipaggio; l'aeronave, così alleggerita, riprese quota ma non si seppe mai la sua fine. La tenda venne colorata di rosso per renderla più visibile. Alcuni uomini morirono, ma altri, tra cui Nobile, sopravvissero per due mesi sul pack attendendo i soccorsi e tentando di inviare segnali usando la radio rudimentalmente riparata. I soccorsi giunsero da ogni parte, nel tentativo di trovare i superstiti, che fortunatamente furono portati in salvo. Anche Amundsen partì con un aereo alla loro ricerca ma perse la vita. Nel 1958 il sottomarino Nautilus completò la traversata della regione artica passando sotto il Polo Nord. Il famoso dirigibile Italia dell’impresa di Nobile. Antartide L'Antartide (o Antartico) è un continente che occupa gran parte della calotta polare australe, quasi interamente compreso nel Circolo Polare Antartico e circondato dal Mar Glaciale Antartico. Fanno parte della regione anche alcune isole esterne al Circolo Polare Antartico e situate al limite della banchisa permanente, tra le quali le Shetland, le Orcadi Australi, la Terra di Palmer e l'Isola Alessandro I. E' un continente con numerose particolarità dal punto di vista morfologico. Per esempio, il Lago Wanda (in Nuova Zelanda), alimentato dalle acque di fusione dei ghiacciai, è costituito alla superficie da acqua dolce e ghiacciata, mentre in profondità vi è acqua salata ad una temperatura di +25° C. Inoltre, l'Antartide vanta il più lungo ghiacciaio della Terra, il Beardmore Glacier, che fu il più grande ostacolo superato nel 1912 dalla spedizione Scott. La Valle Secca è invece una valle senza neve nè ghiaccio e l'acqua dei suoi laghi è tiepida. Antartide – Parte fisica L'Antartide è formata da un continente montuoso circondato da 3 oceani (Atlantico, Pacifico e Indiano) ed è quasi interamente ricoperta da una calotta di ghiaccio il cui massimo spessore è di circa 4 km. Questa enorme calotta, scivolando sul mare, vi ha formato nel tempo numerose piattaforme permanenti e ghiacciate dette ice-shelf. Dalla calotta antartica, durante l'estate, si staccano enormi iceberg. Il profilo della regione è caratterizzato dall'estesa Penisola Antartica che si protende verso l'America meridionale. L'Antartide possiede un'altitudine media 3 volte più elevata di quella di qualsiasi altro continente (la cima più alta, il Monte Vinson, supera i 5000 m) e questa è una delle cause delle temperature incredibilmente basse. Il clima, infatti, è ancora più freddo di quello della regione artica: temperature vicine allo zero si rilevano solo in estate e nelle regioni costiere. La temperatura media invernale è invece di circa -60° C. Nel luglio del 1983, presso la base scientifica russa di Vostok, è stata registrata la temperatura più bassa mai rilevata sulla Terra: -89,6° C. Il clima dell'Antartide, però, non è sempre stato così gelido. Il ritrovamento di felci fossili è la prova di un clima subtropicale, intorno ai 70 milioni di anni fa. Vi sono anche vulcani spenti o quiescenti. L'unico tuttora in attività è il Monte Erebus, scoperto nel 1841 da J. C. Ross e scalato per la prima volta nel 1908 dai membri della spedizione Shackleton. Il vulcano Erebus (3794 m). Antartide – Flora e fauna Nonostante la rigidità del clima, l'Antartide è ricca di vita. Una vegetazione simile a quella della tundra, costituita da muschi e licheni, cresce nelle zone costiere e insulari. Nell'interno del continente, invece, vivono solo alcune alghe unicellulari che possono restare inglobate nel ghiaccio. Vari animali vivono lungo le coste: elefanti marini, foche, otarie, gabbiani, procellarie e pinguini. Questi ultimi, che si raggruppano in colonie formate da numerosi individui, appartengono a specie diverse: tra le più note vi sono il pinguino imperatore (alto più di un metro), il pinguino maggiore e il pinguino di Adelia. Nei mari circostanti abbonda il plancton, riserva alimentare per crostacei, molluschi, pesci e cetacei. Le acque antartiche, inoltre, abbondano di krill, un piccolo crostaceo fondamentale nella dieta delle balene. A causa dell'estrema inospitalità del clima, sono pochi gli animali che trascorrono tutto l'anno sul continente antartico. Durante l'estate però, molte specie tra le quali pinguini, balene e foche, raggiungono l'Antartide per sfruttarne l'abbondanza di nutrimento e la disponibilità di zone costiere adatte alla riproduzione. Famiglia di pinguini imperatori. Antartide – Popolazione e attività economiche Operazione di carotaggio dei ghiacci polari. Le condizioni climatiche sono davvero proibitive per l'uomo. Non esistono infatti stabili insediamenti umani sull'Antartide ma vi sono basi militari, meteorologiche e scientifiche istituite dai vari stati fra i quali il continente è stato diviso in sfere d'influenza. Le attività di ricerca riguardano principalmente il clima, le reazioni dell'organismo umano a condizioni estreme e l'individuazione di risorse minerarie ed energetiche sepolte sotto chilometri di ghiaccio. L'Antartide offre, infatti, prospettive importanti per l'economia del mondo: è accertato che vi sono apprezzabili riserve di carbone, di gas naturale e, sotto il Mare di Ross, di petrolio. Per il momento non esiste la possibilità di uno sfruttamento che sia economicamente conveniente. Eventuali interventi dovranno, in ogni modo, avvenire senza apportare modifiche all'ambiente naturale. Con un accordo internazionale del 1990 si è stabilito di proteggere il territorio antartico per evitare danni a tutto il pianeta. Antartide – Le esplorazioni Esplorare l'ostile continente antartico e raggiungere il Polo Sud furono gli scopi di numerose spedizioni. Il primo a toccare il Polo fu Roald Amundsen, nel 1912, con quattro compagni di viaggio e quattro slitte trainate da cani. La spedizione di Amundsen precedette di poco quella dell'inglese R. Scott, anch'essa formata da cinque persone, che morirono tragicamente nel viaggio di ritorno a causa del freddo, della terribile fatica e dell'esaurimento delle scorte alimentari. Ernest Shackleton, anch'egli inglese, fu protagonista di varie spedizioni all'inizio del Novecento. Pur non riuscendo a raggiungere per primo il Polo, raccolse una gran mole di informazioni che consentirono, soprattutto, di localizzare il Polo Sud magnetico. Nel 1914 Shackleton affrontò un terribile viaggio nelle acque antartiche su una barca a remi, per mettere in salvo i membri del proprio equipaggio dopo che la nave da lui guidata era affondata nel Mare di Weddel; nel 1922 morì nel corso dell'ennesima spedizione. Come le esplorazioni dell'Artide, anche quelle dell'Antartide cambiarono del tutto con l'avvento degli aerei. Un pallone aerostatico, protagonista di molte spedizioni. Antartide – La suddivisione del territorio L'Antartide non costituisce un'entità politica e il suo status è regolato dal Trattato Antartico firmato a Washington il 01/12/1959. Il trattato impegna gli Stati firmatari e quelli aderenti ad utilizzare la regione solo per scopi pacifici e per la ricerca scientifica. Vi sono comunque sette Paesi (Argentina, Cile, Australia, Nuova Zelanda, Francia, Gran Bretagna e Norvegia) che rivendicano la sovranità su buona parte del continente. Fin dall'Ottocento, infatti, l'Antartide ha sempre interessato molte nazioni, a causa della possibile importanza sia strategica e militare, sia economica, per la ricerca e lo sfruttamento di risorse minerarie. Dal 1981 anche l'Italia fa parte del gruppo di Paesi che hanno sottoscritto il Trattato Antartico. Nel 1985, inoltre, il governo italiano ha varato un programma nazionale di ricerche in Antartide che ha poi portato alla costruzione della base scientifica di Baia Terra Nova. Questo importante trattato è stato rinnovato nel 1991, quando si è anche stabilita la sospensione per i successivi 50 anni dello sfruttamento delle risorse minerarie ed è stato proposto un progetto per la conservazione dell'ambiente polare. La base scientifica estiva italiana di Baia Terra Nova, sulla costa del Mare di Ross, aperta dal 20/12/1986. I problemi ambientali L'effetto serra è dovuto al particolare comportamento delle molecole di vapore acqueo e di alcuni gas, definiti gas serra, che funzionano come le lastre di vetro di una serra, trattenendo una parte del calore del Sole all'interno dell'atmosfera. Se così non avvenisse, il calore si disperderebbe rapidamente nello spazio e durante la notte sulla Terra ci sarebbero temperature rigidissime. L'effetto serra è dunque un fenomeno naturale, che ha favorito lo sviluppo della vita sul nostro pianeta. Oggi, tuttavia, la presenza eccessiva di anidride carbonica e di altri gas nell'atmosfera, a causa dell'inquinamento, intensifica l'effetto serra e può provocare un aumento sensibile della temperatura della superficie terrestre, con conseguenze sul clima. Sulla base degli attuali consumi di combustibili fossili, alcuni scienziati stimano che nei prossimi quarant'anni il livello di anidride carbonica presente nell'atmosfera potrebbe raddoppiare. A ciò corrisponderebbe un aumento della temperatura sulla Terra di 3 o 4 gradi. Di conseguenza si assisterebbe al parziale scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari e al successivo innalzamento del livello del mare, tanto che le località costiere più basse sarebbero sommerse. La macchia rossa in corrispondenza dell’Antartide rappresenta l’area in cui lo strato di ozono è più sottile. Lo strato d'ozono presente nella stratosfera blocca gran parte delle radiazioni ultraviolette emesse dal Sole e protegge la Terra dai loro effetti nocivi su tutte le forme viventi. E' perciò molto importante evitare che il "buco", formatosi in corrispondenza del Polo Sud, si allarghi. Da quando ne fu accertata la presenza, furono stretti accordi internazionali per eliminare dalla produzione e dal consumo i gas responsabili del fenomeno (in particolare i CFC). Occorreranno, però, parecchi anni per poterne annullare gli effetti, e intanto lo strato di ozono continuerà ad assottigliarsi.