Art Nouveau in Europa “Gli artisti hanno perduto qualsiasi contatto con la vita quotidiana, si lasciano assorbire completamente dai sogni della Grecia antica e dell’Italia che solo pochi si vantano di capire e che possono commuovere ben pochi” ! “Non voglio un’arte per pochi, come non voglio un’educazione per pochi o la libertà per pochi” ! “Che cosa ci importa dell’arte, se non tutti possono condividerla?” ! “Non è possibile dissociare l’arte dalla morale, dalla politica e dalla religione” ! William Morris “Artists have lost all contact with daily life, allow themselves to be completely absorbed by the dreams of ancient Greece and Italy, which only a few will have to understand” ! “I don't want an art for a few I don't want an education for a few or freedom for a few” ! “It is not possible to separate the art from morality, politics and religion” ! William Morris Albert Robida, La demolizione del vecchio mondo, Parigi 1892 Edward Okun, Picture, 1901 Edvard Munch, Il grido, 1895 Henri de Toulouse-‐Lautrec Jane Avril, 1893 Art Nouveau in Europa ! Francia e Belgio: “Art Nouveau” Austria: “Secessione Viennese” Germania: “Jugends^l” Catalogna: “Modernismo Catalano” Scandinavia: “nazional-‐roman^cismo nordico” Italia: “Libery” Inghilterra: “Modern Style” Victor Horta, Hotel Tassel, Bruxelles 1893 Victor Horta, Hotel Tassel, Bruxelles 1893 Victor Horta, Hotel Tassel, Bruxelles 1893 Victor Horta, Hotel Tassel, Bruxelles 1893 Victor Horta, Van Eetvelde House, Bruxelles 1897 Victor Horta, Van Eetvelde House, Bruxelles 1897 Victor Horta, Van Eetvelde House, Bruxelles 1897 Victor Horta, Van Eetvelde House, Bruxelles 1897 Victor Horta, Maison du Peuple, Bruxelles1897-‐1900 Victor Horta, Maison du Peuple, Bruxelles1897-‐1900 Henry Van de Velde (1863-‐1957) “Poco a poco arrivai alla conclusione che la ragione per cui le belle arti erano cadute in un sì lamentevole stato di decadenza era il fatto di essere sempre più esercitate come fine a se stesse, o prostituite alla soddisfazione della vanità umana. In forma di ‘pitture da cavalletto’ o di ‘sculture da salon’ erano ora esercitate senza il minimo riguardo alla loro eventuale destinazione, come ogni altro genere di beni di consumo” ! "Little by little I came to the conclusion that the reason for the fine arts had fallen was in decline because they were carried out only to satisfy human vanity. In the form of 'easel paintings' or of 'sculptures salon' were now carried out without the slightest regard to their eventual destination, like any other kind of consumer goods “ ! H. Van de Velde, Die Renaissance im modern Kunstgewerbe Henry van de Velde, Cover for the book of poems by Max Elskamp, Dominical, 1892 Henry Van de Velde, Casa Van de Velde, Uccle 1895 Henry Van de Velde, Bloemenwerf House, Uccle 1895 Henry Van de Velde, Casa Bloemenwerf, Uccle 1895 Henry Van de Velde, Chairs of the House of Uccle 1895 “Le mie speranze su ciò che si sarebbe ottenuto con la liberazione dalla tutela del passato e l’inizio di un nuovo periodo nel disegno erano altrettante vaste come le loro, ma le loro illusorie aspettative non bastavano a soddisfarmi. Sapevo che dovevo scavare molto più profondo, che lo scopo da raggiungere era molto più importante della semplice novità, che per sua stessa natura può essere solo effimera. Per arrivare a questo si doveva cominciare a sgomberare gli ostacoli che i secoli avevano accumulato sul nostro cammino, arginare gli assalti della bruttezza e sfidare ogni influenza capace di corrompere il gusto naturale… in virtù di una estetica fondata sulla ragione, e perciò immune dal capriccio .” H. Van de Velde, Die Renaissance im modern Kunstgewerbe “My hopes on what would have been obtained with the liberation from the past and the beginning new period in the drawing were as many as large as theirs, but their illusory expectations were not enough to satisfy me. I knew I had to dig much deeper, that the aim was to reach far more importa than mere novelty, which by its very nature can only be ephemeral. To get to this you had to begin to clear the obstacles that the centuries had accumulated on our journey, stem the onslaught of ugliness and challenge each capable of corrupting influence the nat taste: look for a aesthetic founded on reason, and therefore immune from caprice. " “L’artista non si accontenta di costruire nell’ideale. Egli si occupa di tutto ciò che ci interessa e ci tocca. I nostri monumenti, le nostre case, i nostri mobili, i nostri vestiti, i minimi oggetti dei quali ogni giorno noi ci serviamo, sono incessantemente ripresi, trasformati dall’Arte che si mescola così a tutte le cose e rifà costantemente la nostra intera vita per renderla più elegante, più degna, più allegra e più sociale” "The artist is not content to build in the ideal. He takes care of everything that interests us and touch us. Our monuments, our homes, our furniture, our clothes, the smallest of which objects we use every day we are incessantly taken up, transformed from art that blends well in all things, and constantly draws our whole life to make it more elegant, more worthy, more cheerful and more social " William Morris (1834-‐1896) Henry Van de Velde: Van de Velde House, Weimar 1906 Henneberg House, Weimar 1913 Korner House, Chemnitz 1913 Durckheim House, Weimar 1912 Esche House, Chemnitz 1902 Schulenburg House, Gera 1913 Henry Van de Velde Furnishing, Weimar 1906 Henry Van de Velde Due interni della casa Esche Lauterbach 1906 Henry Van de Velde, Writing desk, 1900 ca. Henry Van de Velde Kunstgewerbeschule Weimar 1906-‐07 “Il singolo ornamento nasce necessariamente dalle due tre linee che noi tracciamo sulla carta. Ma una volta stabilite queste linee dominanti, tutto ciò che resta da fare è un lavoro di derivazione, in cui bisogna rendersi esattamente conto di quelle che la composizione nel suo insieme richiede, di quelle che sono vietate e di quelle che sono necessarie come integrazione. […] Ho voluto creare una forma che non lasciasse più campo libero allo sfrenato arbitrio della fantasia dell’artista, come non sarebbe permesso a un ingegnere di comportarsi secondo il suo arbitrio per l’aspetto esteriore di una locomotiva, di un ponte in ferro o di una aviorimessa”. H. Van de Velde "The single ornament necessarily arises from two or three lines that we draw on paper. But once established these dominant lines, all that remains to be done is a labor of derivation, where one needs to account for exactly those that the composition as a whole requires, of those that are prohibited and those that are needed as a supplement. [...] I wanted to create a form that does not leave the field open to the most unrestrained will of the artist's imagination, as an engineer would not be allowed to act according to his will, to the appearance of a locomotive, an iron bridge or a hangar " Hector Guimar, Sacro Cuore School, Parigi 1895 Viollet-‐le-‐Duc, Hotel de Ville, Paris 1863 Hector Guimar, Sacro Cuore School, Parigi 1895 Hector Guimar, Scuola del Sacro Cuore, Parigi 1895 Hector Guimard Castel Béranger Parigi 1896-‐99 Hector Guimard Castel Béranger Parigi 1896-‐99 Hector Guimard, Auditorium Humbert de Romans, Parigi 1897-‐1901 Hector Guimar, Entrances to the Paris Metro, 1898-‐1904 Hector Guimard, Entrance to Metro Avenue Mozart, Parigi 1900 Hector Guimard, Stazione metro Avenue Mozart, Parigi 1900 Ing. Idelfonso Cerdà, Plan Cerdà, Barcellona 1855 Antoni Gaudì, Palau Güell, Barcellona 1886-‐90 Antoni Gaudì, Palau Guell, Barcellona 1886-‐90 Antoni Gaudì, Palau Guell, Barcellona 1886-‐90 Antoni Gaudì, Palau Guell, Barcellona 1886-‐90 Antoni Gaudì, Palau Guell, Barcellona 1886-‐90 Antoni Gaudì, Palazzo Guell, Barcellona 1886-‐90 Antoni Gaudì, Palazzo Guell, Barcellona 1886-‐90 Antoni Gaudì, Palazzo Guell, Barcellona 1886-‐90