1. - Introduzione L’industria mineraria ha conosciuto negli ultimi decenni un profondo processo di trasformazione, che ha comportato un crescente interesse per i minerali industriali e contemporaneamente un crescente declino per delle attività minerarie tradizionali. Tali trasformazioni hanno comportato lo sviluppo di piccole e medie imprese private molto snelle e flessibili che hanno sostituito gli ingombranti apparati pubblici e privati, che decenni addietro si sono occupati della coltivazione di minerali metallici. La Sardegna, regione mineraria d’importanza mondiale, ha attraversato lo stesso processo di trasformazione che ha subito l’Italia e l’Europa, attuando una progressiva diversificazione della produzione, orientandola verso le innumerevoli riserve di minerali industriali. Il futuro dell’attività mineraria isolana, ormai privo del settore dei minerali metallici, sembra a questo punto dipendere quasi totalmente da quello dei minerali industriali, dalla sua capacità di adattarsi al veloce sviluppo industriale ed alle repentine variazioni delle richieste del mercato, attraverso la coltivazione selettiva di alto livello e la caratterizzazione chimica mineralogica a bocca di miniera accompagnata da un controllo degli standard merceologici e dalla diversificazione dei prodotti. E’ risaputo che il mercato italiano, è il maggior consumatore di prodotti utilizzati nell’industria ceramica. 1 La Sardegna riveste un ruolo di particolare importanza nella produzione nazionale di alcuni minerali industriali, quali argille per ceramica e bentonite. Nell’area del Sarcidano, all’interno di sedimenti terrigeni del Giurese, è presente una potente sequenza di argille illiticocaulinitiche, di particolare interesse minerario. La paragenesi mineralogica dei livelli argillosi è data da caolinite, illite, quarzo, e da feldspati, gesso e pirite, come minerali accessori. Per quanto riguarda le caratteristiche merceologiche, esse sono strettamente legate ai tenori in allumina e in ossidi di ferro. La parte residua dell’originario bacino di sedimentazione, preservata dall’erosione da un’importante copertura carbonatica, occupa oggi una superficie complessiva di circa 250 kmq, con una potenza media del banco mineralizzato di circa 10 metri. La stima dei giacimenti economicamente coltivabile, è funzione di diversi fattori. Fra questi, particolare importanza rivestono: la qualità e l’omogeneità del minerale, il rapporto utile-sterile, la potenza del banco mineralizzato, lo spessore del ricoprimento sterile e la localizzazione del giacimento minerario, da porre in relazione con problematiche di tipo logistico ed ambientale e infine, ma non in ultimo, la tecnologia e le quotazioni del mercantile. Per una corretta valutazione del rapporto utile/sterile, occorre considerare, oltre la copertura carbonatica, anche gli strati della formazione argillosa inutilizzabili che, causa l’elevata presenza di 2 sostanze organiche e di pirite, fanno venir meno i severi requisiti dalle specifiche di mercato. Le attuali specifiche di mercato consentono di ritenere economicamente coltivabili circa i 3/5 della serie argillosa. Questo risultato è conseguibile miscelando i livelli refrattari a caolinite prevalente, con i livelli argillosi-arenacei, a più basso tenore in alluminia. Ciò, permette di ottenere un prodotto che, oltre ad avere una buona plasticità ed una capacità legante in crudo, conferisce un buon comportamento in cottura contenendo i ritiri eccessivi ed evitando la formazione del cuore nero. Le attuali, quotazioni del mercantile e le tecnologie utilizzate nelle coltivazioni, consentono di ritenere economicamente coltivabili quei giacimenti la cui coltivazione comporti un’esportazione di un ricoprimento sterile, con potenza dell’ordine di 20 metri e un rapporto utile/sterile pari a ½. Tenuto conto di tutti questi fattori, è ragionevole pensare che circa il 10% della superficie complessiva sia di probabile interesse economico, con conseguenti riserve per oltre 120 milioni di tonnellate. 2. - Miniere – minerali di I° categoria Sono considerati minerali di prima categoria quelli che in passato avevano importanza strategica, i quali venivano considerati indispensabili per la sicurezza di un paese e che, pertanto, richiedevano uno sfruttamento controllato per garantirne la 3 disponibilità nel tempo. In questa categoria, oltre ai minerali metalliferi, rientrano anche i minerali industriali, quali le argille refrattarie. Come indicato nelle Tabelle “A”, di seguito allegate, il settore industriale che riveste maggiore importanza, nel Comprensorio del Sarcidano, è quello delle materie prime per l’industria ceramica. 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Dalle stesse si desume che, attualmente, nel territorio de Comprensorio, sono in vigenza “10” Concessioni Minerarie; “34” Concessioni Minerarie in Istruttoria; “44” Permessi Minerari in Istruttoria; “10” Permessi Minerari; “1” Autorizzazione di Indagine in Istruttoria. - Delle “10” Concessioni Minerarie vigenti solo quattro di esse sono attività minerarie in produzione; in tre di queste, ubicate, rispettivamente, nel territorio di Escalaplano, Laconi e Nurallao, si estraggono minerali per ceramica, mentre nella quarta, ubicata nel territorio di Villanovatulo, dove viene coltivata un’argilla Bentonitica assorbente, è stato associato un impianto per la produzione di lettiere per gatti. - Delle “34” Concessioni Minerarie in Istruttoria, 32 hanno per oggetto le argille per ceramica e 2 la barite (il cui titolare è la Società Bariosarda Spa); - Dei “44” Permessi Minerari in Istruttoria, 42 hanno per oggetto le argille per ceramica, mentre 2, di proprietà della Società Sardinia Gold Mining Spa, sono relativi a oro, argento, rame, piombo, zinco, molibdeno, arsenico, antimonio, mercurio, wolframio, cobalto e vanadio; - I “10” Permessi Minerari riguardano solo ed esclusivamente argille; - L’unica Autorizzazione di Indagine in Istruttoria, di proprietà della Società Sardinia Gold Mining Spa, ha per oggetto i minerali di oro e argento. 19 La seguente Tabella “B” indica, per ciascun Comune, la situazione attuale dei diversi titoli. Tabella “B” COMUNI TIPOLOGIA NUMERO SITUAZIONE ETTARI Escalaplano Autorizzazione di Indagine in Istruttoria Concessione Mineraria Permesso Minerario Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria 1 Esterzili Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria 1 2 215 Genoni Concessione Mineraria Permesso Minerario in Istruttoria 1 2 390 Isili Concessione Mineraria Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria 1 1 492,1209 1 1 4 In Istruttoria 200 535 Concessione Mineraria Concessione Mineraria Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria 2 2 5 In Istruttoria 819,4088 440 2 8 645 Concessione Mineraria Concessione Mineraria Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria 1 1 6 113,7 41,3742 Laconi Nurallao 1 1 2 3 2 2 0 In Istruttoria In Istruttoria In Istruttoria 945,268 105 388 565 20 COMUNI Nurri TIPOLOGIA NUMERO Concessione Mineraria Concessione Mineraria in Istruttoria Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria Permesso Minerario in Istruttoria 1 8 Concessione Mineraria in Istruttoria Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria Permesso Minerario in Istruttoria 1 Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario Permesso Minerario in Istruttoria 1 Serri Concessione Mineraria in Istruttoria 1 Seulo Concessione Mineraria Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario in Istruttoria 1 1 Villanovatulo Concessione Mineraria Concessione Mineraria in Istruttoria Permesso Minerario in Istruttoria 2 6 Orroli Sadali 1 1 3 5 1 1 1 3 1 SITUAZIONE ETTARI 206 Trasformata in Titolo In Istruttoria 602 294 1348 895 Trasformata in Titolo In Istruttoria 602 778 895 1 1 360 Rinunciata 399,56 2 698,1209 4 2.1. - Argille per ceramica. La totalità dei giacimenti sardi è concentrata nel “Bacino Giurese” del Sarcidano, (Sardegna centro-orientale): Funtana Piroi 21 (Escalaplano), Pizzu Rubiu (Nurallao), Is Pillus (Isili), Corona Sa Guardia e Santa Sofia (Laconi), Funtana Murtas (Orroli) ecc. Le caratteristiche deposizionali e giacimentologiche permettono di realizzare una coltivazione selettiva per singoli livelli, la cui miscelazione in cava consente di rispondere, in maniera ottimale, alle sempre più esigenti specifiche di mercato. Le argille del Sarcidano alimentano tre diversi tipi di produzione industriale: -Piastrelle per ceramica per circa il 90% della produzione; -Refrattari per la siderurgia per circa il 5% della produzione; -Clinker per il restante 5% della produzione. Queste argille, per oltre un quarantennio, hanno costituito la maggiore riserva nazionale per la preparazione dei refrattari del contenuto medio di Al2 O3 (> = 30%) ed in Fe 2 O3 (< = 2%). Le attuali esigenze di mercato hanno reso estremamente marginale questo utilizzo, mentre è andato via via crescendo l’interesse per il loro impiego nella produzione di piastrelle per pavimentazione, grazie alla loro caratteristica di conferire agli impasti una notevole resistenza a crudo. Infatti, l’evento della monocottura, ha fatto sì che si prospettasse l’individuazione di nuovi materiali che presentassero caratteristiche ottimali. In questo nuovo contesto, che si è andato delineando, ha assunto un ruolo predominante la produzione di “grès 22 d’impasto”, “grès bianco” e “grès porcellanato” i cui costituenti di base sono: -argille illitiche-caolinittiche per il 50-60%; -sabbie quarzifere per il 30-35%; -feldspati per il 15-20%. Nella produzione di grès d’impasto fra i materiali illiticocaulinittici utilizzati prevalgono nettamente quelli provenienti dalla Germania, dalla Francia e dalla Inghilterra. Tuttavia la pressante esigenza di riduzione dei costi di produzione fa sì che sia in aumento l’interesse per i giacimenti Italiani; in particolar modo l’interesse è rivolto verso i giacimenti presenti nell’area del Sarcidano. Infatti, si rileva che, dalle analisi chimiche ottenute mettendo a confronto i tre gruppi di materiali esteri con quelle del Sarcidano, le argille del Sarcidano occupano una posizione intermedia fra quelle Tedesche e quelle Inglesi e Francesi. Inoltre, la resistenza meccanica a crudo delle argille del Sarcidano rispetta pienamente le specifiche di mercato previste per i gres d’impasto. La temperatura ottimale di cottura è di 1235-1240°C, alla quale corrisponde un ritiro lineare minore o uguale a quello delle argille Tedesche che, in assoluto, sono le più presenti nel comparto ceramico italiano. Alla temperatura ottimale di cottura il cotto assume diverse colorazioni che vanno dal grigio scuro, al grigio chiaro, al bianco, 23 rispettivamente, per tenori di Fe totale maggiore o uguale al 2,5%, intorno al 2% e minore del 1,5%. Mentre per intervalli di temperatura compresi fra i 1000 e 1200°C i colori variano dall’arancio, al rosa chiaro sino al bianco avorio. Pertanto, questi dati lasciano ben sperare che, in un prossimo futuro, le argille del Comprensorio, con opportune miscele, possano sostituire, almeno in parte, le argille di importazione. La miniera di Escalaplano, “Funtana Piroi”, della Società SVIMISA, con una produzione di circa 110.000 t/anno è caratterizzata da tenori in Al2O3 compresi tra il 27-30%. Essa rappresenta la realtà più importante e produttiva dell’intero comparto del Sarcidano occupando stabilmente 9 unità lavorative/giorno, di cui 8 operai e 1 impiegato. La miniera di Nurallao, “Pizzu Rubiu”, della Società Caolino Panciera Spa, produce annualmente circa 81.000 t/anno con tenori in Al2O3 del 24%. In essa trovano occupazione stabilmente 6 unità lavorative/giorno, di cui 5 operai e 1 impiegato. Nel mese di giugno 2000 ha ripreso la produzione la “Miniera di S. Sofia”, ubicata nel territorio di Laconi, che ha una capacità produttiva che può essere stimata, sulla base dei dati a disposizione, in 40.500 t/anno e una pianta organica di 5 unità lavorative/giorno, di cui 3 operai e 2 impiegati. Ora, rapportando la produzione di argille per ceramica del Comparto del Sarcidano, pari a 188.000 t/anno, con la Produzione 24 Regionale, stimata in 216.000 t/anno, si evidenzia come l’ 87% della Produzione Regionale provenga dalle miniere di Escalaplano, Nurallao e Laconi. 2.2. - Bentonite La storia delle bentoniti Sarde inizia intorno agli anni sessanta e da allora l’entità del mercantile prodotto ha conosciuto un continuo crescendo. I primi giacimenti furono individuati, intorno agli anni quaranta, nel territorio di Laconi e da allora in altre località del Sarcidano, quali Nurallao e Villanovatulo. La bentonite è un’argilla costituita prevalentemente da montmorillonite, roccia originata da alterazione chimica di materiale igno-vetroso, generalmente costituito da tufo o cenere vulcanica. Il campo di applicazione delle bentonite è estremamente vario; di seguito vengono elencati i principali impieghi: - Perforazione petrolifera; - Pellettizzazione dei minerali di ferro, nell’industria siderurgica; processo meccanico e termico di agglomerazione attraverso la quale il minerale finemente macinato è impastato con acqua; - Preparazione di mangimi, in agricoltura e nell’industria agraria; - Per la chiarificazione e stabilizzazione di vini, oli e succhi di frutta, nell’industria alimentare; 25 - Industria cartaria e farmaceutica; - Industria civile come impermeabilizzante. Dalla metà degli anni ottanta ha preso piede un’importante attività estrattiva delle argille assorbenti per la produzione di lettiere per animali; infatti, nel territorio di Villanovatulo, sulla sinistra del Flumendosa, attualmente viene coltivata una buona roccia bentonitica, di colore verdognolo chiaro, alla quale è associata un’impianto per la produzione di lettiere animali. 2.3 - Combustibili fossili Nei territori di Sadali e Seulo, incassati nei terreni del Perico, si trovano modeste lenti di antracite che in passato sono state oggetto di coltivazione. Allo stato attuale, nonostante l’ottima qualità del minerale, non è pensabile un loro sfruttamento dal punto di vista economico; infatti il giacimento non costituisce un’entità compatta ma è costituito da piccole lenti mineralizzate di modesta potenza, tettonicamente portate a quote diverse e disposte in modo irregolare. 26 3. - Cave – minerali di II° categoria. I giacimenti di minerali di II° categoria (sabbia, ghiaia, ecc.) rappresentano una risorsa abbondante e pertanto sono lasciati alla disponibilità del proprietario del suolo. Infatti, l’alta disponibilità dei giacimenti fa sì che questi materiali non siano considerati di importanza strategica. Da ciò deriva anche il loro basso valore economico e conseguentemente l’area di mercato di questi materiali è ristretta nell’ambito di alcune decine di km. Nella Tabella “C” è riportato l’elenco delle cave esistenti nel Comprensorio del Sarcidano, con l’indicazione del Comune di riferimento, della denominazione della cava, delle tipologie dei materiali oggetto dell’autorizzazione, del titolare dell’autorizzazione e della superfice espressa in ettari. Tabella “C” COMUNE Escalaplano Escolca Gesturi Gesturi Laconi PR NU NU CA CA NU Laconi Nurri Nurri Sadali Sadali Serri NU NU NU NU NU NU DENOMINAZIONE CAVA Perdixeddarba Carrogas Cracchera Sa Canna Funtanamela MATERIALE TITOLARE ETTARI Sabbia F.lli Locci 18,000 Granito arenizzato Puddu Antonio 5,200 Sabbia Sanna Francesco 5,407 Sabbia Sollai Salvatore 19,761 Dolomia Manca Antonio 6,000 Sa Perda cava blocchi di Melis Pranu Pirastu Trachite Fra 7,850 S. Antonio Calcare Impresa Martini Giovanni B. 0,000 S. Antonio Granito Puddu Antonio 2,625 Funtana Accargius Calcare Impresa Costruzioni Cau Livia 4,131 Funtana Accargius Calcare Porcu Paolino - (Carcangiu G.M.) 5,000 Erchi - Corti su Pranu Sabbia-Calcare Puddu Antonio 6,730 27 Nel territorio del Sarcidano esistono livelli di conglomerati quarzosi, di interesse giacimentologico per la produzione di sabbie per vetreria. La produzione era orientata prevalentemente ad uso civile (inerti per calcestruzzo) e solo in piccola percentuale destinata ad alimentare le vetrerie. Attualmente non è pensabile un loro massiccio sfruttamento, in quanto appare di più immediato interesse il giacimento di sabbie silicie di Florinas. 28 4. - Linee di sviluppo Le imprese “Sarde” presentano, rispetto alle imprese operanti in altre realtà della penisola, un forte differenziale negativo di gestione derivante dalle particolari condizioni ambientali, dove, per differenziale negativo, si intendono maggiori costi e minori ricavi, Pertanto, un’impresa che, operando nella penisola, con un determinato fatturato annuo risulta essere economicamente produttiva, potrebbe correre il rischio di non esserlo in un contesto come il nostro. A conferma di tutto ciò, basti pensare agli importanti costi di trasporto, dovuti all’insularità, dai quali, oggettivamente, derivano maggiori oneri rispetto alle imprese concorrenti che operano in altre realtà, non gravate da tali elementi negativi. Allo stato attuale, dall’analisi delle risorse, sia in fase di coltivazione sia potenzialmente coltivabili, è evidente come il settore che presenti notevoli potenzialità sia quello della produzione di argille per la ceramica. E’ risaputo che il principale mercato per le argille del Sarcidano è sempre stato quello del Comprensorio di Sassuolo, fatta eccezione per una piccola quantità di minerale che attualmente è lavorata in Sardegna. Il costo del minerale è sensibilmente condizionato dal trasporto; infatti, il costo di una tonnellata di mercantile franco Sassuolo è circa il doppio rispetto al costo a bocca di miniera. 29 Questi dati portano a diverse considerazioni: A) Lavorazione in loco della materia prima. La possibilità di una lavorazione in loco, creando opportune miscele, genererebbe un valore aggiunto del minerale tale da consentire una produzione economicamente competitiva. La realizzazione di queste iniziative, permetterebbe di ridurre quel differenziale negativo, “gap”, dovuto agli elevati costi di trasporto, a cui sono soggette le imprese che operano in Sardegna. Conseguentemente si avrebbe una diminuzione del traffico pesante nella rete stradale pubblica, con conseguente riduzione delle polveri, dei danni alle strade e, quindi, dei possibili pericoli. Infatti, basti pensare che, a fronte di una produzione di 200 t/anno qual’è quella stimata per l’anno duemila, si sviluppa una rete di traffico stradale pari a 31 tir/giorno. B) Ricerche geofisiche. Avviare una serie di ricerche, con metodi geofisici di tipo speditivi, per localizzare i corpi geologici sotterranei e definirne le dimensioni e le loro proprietà fisiche. Individuate le formazioni di particolare interesse, intensificare le ricerche con metodi tipo diretto tali da determinare le caratteristiche tecniche, la composizione chimica e mineralogica e la consistenza dei diversi giacimenti individuati. Precedere le attività estrattive con una adeguata campagna di sondaggi in modo tale da garantire una adeguata continuità sia quantitativa e sia qualitativa, con la possibilità di creare opportune miscele e conseguentemente valorizzare le diverse argille presenti nel giacimento. 30 C) Recupero e riqualificazione dei siti di attività dismesse. Le aree di attività dismesse rappresentano uno dei principali problemi che affliggono l’area del Sarcidano; solo con l’art. 9 della legge N° 21 del 1990 è stato introdotto l’obbligo del ripristino ambientale. Esempi tipici sono le cave di argilla presenti nei territori di Isili, Nurallao e Villanovatulo (Foto A, B, C, D, E, F) che, per anni, hanno rappresentato il principale produttore di argille dell’isola. E’ risaputo che le aree di antica tradizione mineraria hanno subito, ad opera dell’uomo, delle enormi trasformazioni morfologiche ed alterazioni dei suoli generando un substrato non idoneo per l’insediamento delle specie vegetali. Il paesaggio così trasformato risulta molto esposto a fenomeni di dissesto, di erosione eolica e idrica, con conseguente alterazione delle falde acquifere . Ulteriore problema può essere anche la desertificazione che si verifica in corrispondenza della zona di scavo, dove rimangono a vista delle pareti rocciose non vegetabili. Le finalità del recupero dovranno essere sempre quelle di riportare il suolo allo stato originario, operando, a tal fine, degli interventi di rimodellamento, al termine del quale si abbia, come risultato, un assetto il più possibile pregevole, sia dal punto di vista morfologico e paesaggistico sia dal punto di vista ecosistematico. Le modalità di recupero dovranno concludersi con la ricostituzione del manto vegetale che assolva la funzione protettiva prestando una particolare attenzione alla scelta delle specie vegetali. D) Messa in sicurezza delle aree di attività dismesse. Il problema delle messa in sicurezza dei siti minerari si è andato evolvendosi nel corso degli ultimi anni, basti pensare che, sino a pochi anni fa, il problema veniva affrontato in modo alquanto 31 superficiale; tante è vero che, le pendenze dei fronti, sia in fase di coltivazione sia alla fine dei lavori, erano finalizzate alla massimizzazione del recupero del minerale non curandosi dei rischi derivanti dallo sfruttamento “selvaggio”. I pendii residui delle attività di scavo possono presentare seri problemi di stabilità. Diversi possono essere i rimedi possibili, e vanno dalla rimodellazione delle pareti ad interventi conservativi mediante bullonatura, iniezioni di cementi o resine. E) Individuare un’area dimessa per la realizzazione di una discarica di inerti. Attualmente, in tutto il territorio del Comprensorio, manca una discarica per lo smaltimento dei materiali di risulta dell’edilizia. La scelta di un’area “dismessa” per la realizzazione di una discarica controllata è morfologicamente adeguata. Nei territori di Isili e Villanovatulo si ha a disposizione una vasta area già dotata di strade di collegamento dove, i grossi vuoti lasciati dalle vecchie coltivazioni, si adattano perfettamente a tale scopo. La realizzazione di tale iniziativa permetterebbe di conseguire il duplice obbiettivo: 1. diventare un ricettore di tali materiali, evitando, contemporaneamente, sia il riempimento delle discariche urbane, sia, come spesso avviene, che questi materiali di risulta vengano abbandonati nelle periferie dei centri urbani; 2. associare ad esso un possibile riutilizzo, qualora il mercato e la tecnologia lo permettano, attraverso un opportuno trattamento di frantumazione fino all’ottenimento di una granulometria commerciabile, creando contemporaneamente nuove opportunità di lavoro. 32 Foto (A) Foto (B) 33 Foto (C) Foto (D) 34 Foto (E) Foto (F) 35