La Rivoluzione Francese
Approfondimenti
Valentina Signorile 4NL
Bibliografia
Fonti testuali:
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http://www.culturanuova.net/storia/2.moderna/rivoluzionefrancese.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Cluny
http://www.iviagginellastoria.it/rubriche-2/curiosita-e-misteri/524-la-ghigliottina.html
http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/vandea.htm
Fonti iconografiche:
• http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/21/Cluny-Abtei-Ostfluegelmtob.jpg/260px-Cluny-Abtei-Ostfluegel-mtob.jpg
• http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/af/Plan.abbaye.Cluny.png/2
50px-Plan.abbaye.Cluny.png
• http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/8f/Dehio_212_Cluny.jpg/250
px-Dehio_212_Cluny.jpg
• http://alternativedemocratiche.files.wordpress.com/2011/07/rivoluzione-12-1-10.jpg
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La Rivoluzione Francese non è stata solo ed
essenzialmente un tentativo di democratizzazione della
vita politica francese (abbattimento dell'assolutismo e
partecipazione popolare alla gestione del potere), e
nemmeno un avvicendamento, brusco, di alcune classi
sociali (la borghesia) ad altre (la nobiltà e il clero).
La Rivoluzione Francese è stata, nella sua componente
egemonica, un primo, grandioso ed organico tentativo
di sostituire il Cristianesimo come riferimento
culturale della vita pubblica, con una nuova visione
totalizzante della realtà, che poneva al centro una
soggettività umana concepita in termini di
antropocentrismo e di razionalismo.
La Rivoluzione e la Chiesa
• La Rivoluzione è stata un fenomeno violentemente anticristiano.
• Non si è limitata a togliere dei privilegi (giuridici) di cui il Clero godeva, ciò
che si potrebbe ancora chiamare separazione della Chiesa dallo Stato:
anzi ha sottomesso la Chiesa allo Stato, come se essa fosse una sua
sezione, un suo apparato, rendendo il clero una categoria di funzionari
statali.
• Non si è limitata a confiscare beni economici del Clero, ciò che, entro certi
limiti poteva apparire come condizione di ridistribuzione della ricchezza:
anzi la ricchezza confiscata alla Chiesa andò spesso nelle mani della ricca
borghesia.
• Ha preteso di ingerirsi della vita interna alla Chiesa, ad esempio
sopprimendo alcuni ordini religiosi, e pretendendo un giuramento di
fedeltà allo Stato.
• Ha distrutto Chiese e conventi, molti dei quali, come la Cattedrale di
Cluny, erano vere e proprie opere di altissimo interesse artistico, ha
profanato con furia reliquie e oggetti sacri ai credenti.
• Più ancora, ha perseguitato e ucciso in proporzioni massicce, sacerdoti,
suore, religiosi e semplici fedeli, che avevano il solo torto di essere
cristiani, fedeli alla Chiesa fondata da Cristo.
Abbazia di Cluny,
Borgogna
L’abbazia oggi
Nel 1789 l'Abbazia divenne bene
nazionale e con decreto del 2
novembre di quell'anno i beni
della Chiesa di Francia vennero
posti a disposizione della
Nazione. La Rivoluzione francese
fu fatale a Cluny: i fabbricati
vennero distrutti, previa vendita
di quanto in essi contenuto (dalle
tappezzerie ai mobili, per
arrivare fino agli oggetti di
culto). Nel 1793 vennero bruciati
gli archivi e saccheggiata la
grande biblioteca. Le terre
abbaziali furono vendute
nel 1798 per 2,14 milioni di
franchi. I fabbricati dell'abbazia
vennero utilizzati come cave di
pietra per gli edifici della zona
fino al 1813. Ad oggi, delle
strutture originali, non rimane
che l'8%.
Pianta e ricostruzione assonometrica
Strage della Vandea
La Rivoluzione fu un fenomeno
oggettivamente violento (la Chiesa vi conobbe la
prima PERSECUZIONE dal 313); secondo Chaunu la
Rivoluzione Francese ha causato 2 milioni di morti.
Si pensi solo alla Vandea (secondo di R.Secher, vi
sono stati almeno 120.000 morti per repressione
violenta da parte dei repubblicani).
I primi scontri, iniziati a Cholet, portarono alla sollevazione del 13 marzo, guidata
dai capi popolari Jacques Cathelineau, Gaston Bourdic, e Jean-Nicolas Stofflet, a
cui si unirono alcuni nobili realisti. In giugno, i ribelli, costituitisi in “Armata
cattolica e reale”, si impossessarono delle città di Saumur e Angers.
In pochi giorni seicento paesi della Vandea insorsero contro le truppe della
Repubblica, dando inizio ad un tragico periodo di combattimenti fratricidi. I
contadini devoti al re combatterono una spaventosa guerriglia, lanciandosi con
coraggio, armati spesso in modo primitivo, contro gli “azzurri”, i soldati della
Rivoluzione.
Di fronte al dilagare delle regioni circostanti, il governo rivoluzionario rispose con
estrema durezza, decretando la pena di morte per tutti i vandeani sorpresi con le
armi in pugno e adottando la tattica della terra bruciata.
La controffensiva repubblicana, che sbaragliò i ribelli a Cholet (17 ottobre), poi a
Le Mans e Savenay (dicembre), costò ai vandeani 15.000 morti e fu seguita nel
1794 da feroci ritorsioni sulla popolazione civile, che fomentarono ulteriori
movimenti di rivolta.
Guerra nella Vandea
La situazione migliorò gradualmente dopo la
rivoluzione termidoriana quando nel
dicembre 1794 il governo repubblicano
liberale annunciò l’amnistia per gli insorti,
concedendo ai vandeani la libertà di culto e
l’esenzione dalla coscrizione obbligatoria.
La ghigliottina
Grandi ceste, spugne, secchi pieni d'acqua, gendarmi e folla urlante
intorno al giustiziando, facevano da contorno al macabro spettacolo delle
esecuzioni pubbliche in Francia. Tragico epilogo di migliaia di vite umane.
Una boutade che ebbe il potere di far sorridere i parigini durante il
Terrore, recitava: « II dottor Guillotin ha trovato un rimedio efficacissimo
contro il mal di testa ». Il rimedio, naturalmente, consisteva in quella
terribile macchina che porta il suo nome e che aveva la funzione ben poco
terapeutica di decapitare la gente. Ma in realtà, il dottor Guillotin — al
contrario di quanto è generalmente ritenuto — non fu l'inventore della
ghigliottina, ma fu colui che, per fini umanitari, ne propose e ne ottenne
l'adozione.
Giuseppe Ignazio Guillotin
Nato a Saintes nel
1738, Giuseppe Ignazio
Guillotin intraprese ,
giovanissimo, gli studi religiosi.
Entrato nel noviziato dei
Gesuiti, insegnò nel collegio
Gesuita di Bordeaux; ma il suo
spirito indipendente gli fece
abbandonare dopo qualche
anno la carriera religiosa e si
trasferì a Parigi per studiare
medicina, materia per la quale
si sentiva portato. Conseguita
la laurea a pieni voti, si dedicò
alla professione, acquisendo
presto una larga rinomanza sia
per la sua capacità
professionale e sia per la sua
amabilità e la sua modestia.
Allo scoppio della Rivoluzione, nel 1789, il dottor Guillotin fu
eletto membro della Costituente, e in tale qualità, il
10 ottobre dello stesso anno, presentò all'Assemblea una
mozione con cui proponeva di adottare una nuova macchina
per decapitare i condannati a morte, che potesse
almeno alleviarne le sofferenze. Fino ad allora, infatti, le
esecuzioni capitali venivano eseguite sul
ceppo, mediante una scure con la lama a mezzaluna o con
una lunga e pesante spada. Questi attrezzi, molto spesso
fallivano il colpo, costringendo il boia a ripetere due o tre
volte la terribile operazione.
La mozione presentata dal dottor Guillotin all'Assemblea
Costituente fu accolta dai più con scetticismo o con
indifferenza, e l'autore, per indurre i suoi colleghi ad
approvare la sua proposta, disse loro con ingenua bonomia: «
Con questa macchina posso farvi saltare la testa in un batter
d'occhio e senza farvi soffrire ». L'Assemblea scoppiò a ridere,
ma la proposta fu rinviata. Solo il 3 maggio 1791, l'Assemblea
final-mente decretò l'adozione della macchina proposta dal
dottor Guillotin, con cui « ogni condannato a morte avrà la
testa troncata ».
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