Area Qualità dell'Ambiente ed Energie Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Autorizzazione Dirigenziale Raccolta Generale n.11642/2013 del 21/11/2013 Prot. n.281106/2013 del 21/11/2013 Fasc.9.9 / 2008 / 227 Oggetto: Rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., alla Società FONDERIE GETTI SPECIALI DI COLOMBO GIUSEPPE DI CARLO & FIGLI SpA con sede legale ed operativa in Via Monte Grappa, 31 - San Giorgio su Legnano (MI), per l'attività di cui al punto 2.4 dell'Allegato VIII al medesimo decreto. IL DIRETTORE DEL SETTORE RIFIUTI, BONIFICHE E AUTORIZZAZIONI INTEGRATE AMBIENTALI Vista la Direttiva 2010/75/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento) (rifusione) - di modifica della Direttiva 2008/1/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15.01.2008 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento; Visto il D.Lgs. 03.04.2006 n. 152 "Norme in materia ambientale" e s.m.i. e in particolare il Titolo III-bis “L’autorizzazione integrata ambientale”; Visti inoltre: la Legge 07 Agosto 1990 n. 241 "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi" e s.m.i.; la LR 12 Dicembre 2003 n. 26 "Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche" e s.m.i. e la LR 11 Dicembre 2006 n. 24 "Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell'ambiente" e s.m.i., che all'art. 8 comma 2 e all'art.30 comma 6 lettera b), attribuisce alle Province l'esercizio delle funzioni amministrative relative al rilascio, al rinnovo e al riesame delle Autorizzazioni Integrate Ambientali a decorrere dalla data dell' 01 Gennaio 2008; la DGR Regione Lombardia 20.06.2008 n. 8/7492 "Prime direttive per l'esercizio uniforme e coordinato delle funzioni trasferite alle Province in materia di autorizzazione integrata ambientale (art. 8, comma 2, LR n. 24/2006)" e la DGR Regione Lombardia 30.12.2008 n. 8/8831 "Determinazioni in merito all'esercizio uniforme e coordinato delle funzioni trasferite alle Province in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale (art. 8, c.2, LR n. 24/2006)"; il DDS n. 14236 del 3.12.2008 e s.m.i. "Modalità per la comunicazione dei dati relativi ai controlli delle emissioni richiesti dall’autorizzazione integrata ambientale rilasciate ai sensi del d.lgs. 18 febbraio 2005, n. 59"; la DGR Regione Lombardia n. VIII/010124 del 07.08.2009 "Determinazioni in merito alle modalità e alle tariffe per il rilascio delle autorizzazioni integrate ambientali (art. 9 c. 4 DM 24 aprile 2008)"; la DGR Regione Lombardia 02.02.2012 n. IX/2970 "Determinazioni in merito alle procedure e modalità di rinnovo e dei criteri per la caratterizzazione delle modifiche per esercizio uniforme e coordinato dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) (art. 8, c.2, LR n. 24/06); la DGR 30.05.2012 - n. IX/3552 "Caratteristiche tecniche minime degli impianti di abbattimento per la riduzione dell’inquinamento atmosferico derivante dagli impianti produttivi e di pubblica utilità, soggetti alle procedure autorizzative di cui al D.Lgs. 152/06 e s.m.i. - Modifica e aggiornamento della DGR 1 agosto 2003 – n. 7/13943"; i documenti di riferimento adottati dalla Commissione europera - BREF "Reference Document on Best Available Techniques in the Smitheries and Foundries Industry May 2005"; Richiamata la nota datata 30.01.2008 (atti prov.li prot. 31957 del 05.02.2008), successivamente integrata con note datate 12.05.2008 (atti prov.li prot. 120319 del 19.05.2008), 30.09.2008 (atti prov.li prot. 239957 del 21.10.2008), 26.04.2010 (atti prov.li prot. 91543 del 06.05.2010), 17.05.2012 (atti prov.li prot. 83682 del 17.05.2012), 09.11.2012 (atti prov.li prot. 208815 del 09.11.2012), 19.11.2013 (atti prov.li prot. 278284 del 19.11.2013), 30.10.2013 (atti prov.li prot. 280095 del 20.11.2013), 18.11.2013 (atti prov.li prot. 279961 del 20.11.2013), la Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA con sede legale ed impianto IPPC in Via Monte Grappa, 31 - San Giorgio su Legnano (MI), ha presentato alla Provincia di Milano istanza di rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale per l'attività di cui al punto 2.4 dell'Allegato VIII al D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; Dato atto che: - con nota datata 10.09.2008 prot. 206675 la Provincia di Milano, in qualità di Autorità competente, ha provveduto ad avviare il procedimento per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi della L. 241/90 e s.m.i. e dell'art.29-quater del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., chiedendo contestualmente all'ARPA competente l'avvio della relativa istruttoria tecnica per la predisposizione dell'Allegato Tecnico, parte sostanziale ed integrante della stessa; - con nota datata 30.09.2008 (atti prov.li prot. 239957 del 21.10.2008), la Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA, ha correttamente effettuato gli adempimenti previsti dagli artt. 10 e 29-quater comma 3 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., al fine di garantire la partecipazione del pubblico al procedimento amministrativo, provvedendo alla pubblicazione di un "avviso al pubblico" sul quotidiano "La Prealpina" del 30 settembre 2008, di cui copia agli atti; - con nota datata 10.06.2011 prot. 97628 la Provincia di Milano ha espresso la propria interpretazione in merito alla assoggettabilità alla disciplina di cui all'attuale Titolo III-bis della Parte seconda del D.Lgs. 152/06 s.m.i. della attività svolta dalla Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA nell' impianto di Via Monte Grappa, 31 - San Giorgio su Legnano (MI); - l'Allegato Tecnico predisposto dall’ARPA della Lombardia – Dipartimento di Milano, di cui alla nota datata 02.12.2011 prot. 163281, pervenuta alla Provincia di Milano in data 30.12.2011 prot. 207617, è stato valutato e discusso in sede di Conferenza di Servizi tenutasi in data 28.05.2012, conclusa, come da relativo verbale agli atti, con l’assenso delle Amministrazioni partecipanti e di quelle regolarmente convocate, al rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale alla Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA Insediamento di Via Monte Grappa, 31 - San Giorgio su Legnano (MI), alle condizioni riportate nel verbale medesimo e nell’Allegato Tecnico, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, tenuto conto dei pareri espressi da parte degli Enti coinvolti; - ARPA Dipartimento di Milano con nota datata 31.05.2012 ha inviato integrazioni in merito al quadro prescrittivo dell'Allegato Tecnico discusso in sede di Conferenza di servizi del 28.05.2012; - la Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA con nota datata 09.11.2012 (atti prov.li prot. 208815 del 09.11.2012) ha presentato le integrazioni documentali richieste dagli Enti in sede di Conferenza di Servizi del 28.05.2012; - con nota prot. 1598 del 11.10.2013 (atti prov.li prot. 255792 del 22.10.2013), l'Ufficio d'Ambito della Provincia di Milano (ATO) ha trasmesso il parere tecnico, richiesto in sede di Conferenza di Servizi, relativamente alle integrazioni richieste alla Società in sede di Conferenza di Servizi del 28.05.2012 ed inviate con nota datata 09.11.2012; - con nota, inviata in data 29.10.13, a tutte le Parti e gli Enti interessati, la Provincia di Milano ha inoltrato la versione definitiva dell'Allegato Tecnico, per il perfezionamento dello stesso, comprensiva delle integrazioni al quadro descrittivo e prescrittivo, intervenute a seguito del ricevimento delle integrazioni e dei pareri trasmessi successivamente alla Conferenza di servizi; - con nota datata 19.11.13 prot. 278284 la Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA ha inviato, in risposta alla nota provinciale datata 29.10.13, le proprie osservazioni nel merito, recepite nell'Allegato Tecnico; Precisato che il presente provvedimento sostituisce ad ogni effetto le autorizzazioni riportate nell’elenco dell’Allegato IX al D.Lgs. 152/06 e s.m.i; Dato atto che l'impianto, per cui si richiede l'autorizzazione, è dotato della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001:2004 e che pertanto il rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata con il presente provvedimento, dovrà essere effettuato ogni 6 anni, dalla data di rilascio della autorizzazione, ai sensi dell'art. 29-octies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e la relativa domanda di rinnovo dovrà essere presentata 6 mesi prima della scadenza; Dato atto che la Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA ha effettuato: - in data 28.01.2008 e in data 18.11.2013 il versamento degli oneri istruttori dovuti, secondo quanto previsto dalla DGR Regione Lombardia n. 10124 del 07.09.2009, trasmettendo alla Provincia di Milano - Servizio Amministrativo AIA la relativa quietanza di pagamento, corredata dal report del foglio di calcolo, che rappresenta ai sensi dell'art. 5 del DM 24.04.2008 " Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal D.Lgs. n. 59/05" condizione di procedibilità; - in data 30.10.2013 (atti prov.li prot. 280095 del 20.11.2013) l'assolvimento dell'imposta di bollo ai sensi del D.P.R. 642/72 e della Legge 24 giugno 2013, n. 71; Richiamata la nota datata 08.05.13 prot. T1.2013.0013628 con la quale Regione Lombardia, trasmette le indicazioni operative di riferimento, emerse dal tavolo di coordinamento AIA del 26.03.13, in merito alle modalità di valutazione e monitoraggio del rispetto del limite per il parametro monossido di carbonio (CO) nelle emissioni derivanti dai processi di colata e raffreddamento forme degli impianti IPPC di cui al punto 2.4 dell'Allegato VIII alla Parte seconda del D.Lgs. 152/06 s.m.i.; Visti e richiamati: - gli artt. 32 e 33 del vigente Regolamento sull'Ordinamento degli Uffici e dei Servizi della Provincia di Milano; - gli artt. 57 e 59 dello Statuto della Provincia; - l'art. 107 comma 3 del D.Lgs. 18.08.2000 n. 267 "Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"; - l'art. 11 comma 5 del Regolamento sul sistema di controli interni di cui alla Delibera provinciale RG n. 15/2013 del 28/02/2013; - il Regolamento sui procedimenti amministrativi e sul diritto di accesso ai documenti, approvato con deliberazioni CP n. 23352/1184/91 del 18.11.1997 e n. 1034/1184/91 del 29.01.1998 e successive integrazioni; Richiamate: - la Delibera del Consiglio provinciale RG n. 53/2013 atti n. 159144/1.10/2013/5 del 26 giugno 2013 "Approvazione del Bilancio di previsione 2013, del Bilancio Pluriennale 2013-2015 e della Relazione Previsionale e Programmatica per il triennio 2013/2015"; - la Delibera della Giunta Provinciale RG n. 327/2013 atti n. 187151/5.4/2013/9 del 29 agosto 2013 "Approvazione del Piano della Performance/Piano Esecutivo di Gestione (PEG) 2013" Ob. n. 9638; Dato atto che il presente provvedimento è privo di riflessi finanziari di spesa; Ritenuta la regolarità della procedura seguita e la rispondenza degli atti alle norme citate; Tutto ciò premesso, in qualità di Autorità competente; AUTORIZZA il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale alla Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA con sede legale e impianto IPPC sito in San Giorgio su Legnano (MI) - Via Monte Grappa, 31, per l'attività di cui al punto 2.4 dell'Allegato VIII al D.Lgs. 152/06 e s.m.i., alle condizioni e prescrizioni di cui al relativo Allegato Tecnico facente parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, per le ragioni e alle condizioni sopra indicate e a quelle di seguito riportate: 1. ai sensi dell’art. 29-nonies comma 1 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., le successive modifiche progettate all’impianto, come definite dall’art. 5 comma 1 lettera I-bis) del medesimo decreto, dovranno essere preventivamente comunicate all’Autorità competente e, qualora previsto, preventivamente autorizzate; 2. ai sensi dell’art. 29-decies del Titolo III-bis del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., in caso di inosservanza delle prescrizioni di cui al presente provvedimento, l'Autorità competente procederà secondo la gravità delle infrazioni: a) alla diffida, assegnando un termine entro il quale devono essere eliminate le irregolarità; b) alla diffida e contestuale sospensione dell'attività autorizzata per un tempo determinato, ove sì manifestino situazioni di pericolo per l'ambiente; c) alla revoca dell'autorizzazione integrata ambientale e alla chiusura dell'impianto, in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e in caso di reiterate violazioni che determinino situazioni di pericolo e di danno per l'ambiente; 3. l'impianto per cui si richiede l'autorizzazione è dotato della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001:2004 e pertanto il rinnovo del presente provvedimento dovrà essere effettuato ogni 6 anni dalla data di rilascio. Ai sensi dell'art. 29-octies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., la Società dovrà presentare, ove interessata, formale istanza di rinnovo 6 mesi prima della scadenza dell'autorizzazione; 4. la presente autorizzazione potrà essere soggetta a norme regolamentari più restrittive (statali o regionali) che dovessero intervenire nello specifico e, ai sensi dell’art. 29-octies comma 4 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., potrà essere oggetto di riesame da parte dell'Autorità competente, anche su proposta delle Amministrazioni competenti in materia ambientale; 5. sono fatte salve le autorizzazioni e le prescrizioni stabilite da altre normative il cui rilascio compete ad altri Enti ed Organismi, nonché le disposizioni e le direttive vigenti per quanto non previsto dal presente atto, con particolare riguardo agli aspetti di carattere igienico - sanitario, di prevenzione e di sicurezza e tutela dei lavoratori nell’ambito dei luoghi di lavoro; 6. ai sensi dell’art. 29-decies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., l’esercizio delle attività di controllo, per la verifica del rispetto delle disposizioni e prescrizioni contenute nel presente provvedimento e relativo Allegato Tecnico saranno effettuate dell’ARPA della Lombardia; DANDO ATTO CHE a) il presente atto verrà notificato alla Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA con sede legale a San Giorgio su Legnano in Via Monte Grappa, 31, a mezzo PEC (Posta Elettronica Certificata) e produrrà i suoi effetti dalla data di avvenuta comunicazione/notifica; b) il presente provvedimento verrà inviato, a mezzo PEC (Posta Elettronica Certificata), agli Enti preposti al controllo (ARPA Dipartimento di Milano - Comune - ATO Provincia di Milano/Amiacque Srl), ciascuno per la parte di propria competenza e all'Albo Pretorio provinciale per la pubblicazione; c) verrà inoltre pubblicato sul sito web della Regione Lombardia - sistema "Modulistica IPPC on-line" e ai sensi dell'art.23 e 27 del D.Lgs. 33/2013 nella Sezione "Amministrazione trasparente" quale condizione legale di efficacia del presente provvedimento; d) il presente provvedimento verrà tenuto a disposizione del pubblico presso il Servizio Amministrativo A.I.A. – Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali dell’Area Qualità dell’Ambiente ed Energie della Provincia di Milano, come previsto dall’ art. 29-quater comma 13 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; e) ai sensi della L. 241/90 e s.m.i. il responsabile del procedimento e il funzionario proponente del presente atto è la Dott.ssa Laura Martini – Responsabile Servizio Amministrativo A.I.A.; f) ai sensi degli artt. 7 e 13 del D.Lgs. 196/03, i dati personali comunicati saranno oggetto da parte della Provincia di Milano di gestione cartacea ed informatica e saranno utilizzati esclusivamente ai fini del presente provvedimento. Il Titolare del trattamento dei dati è la Provincia di Milano nella persona del Presidente, il responsabile del trattamento dei dati personali ai fini della privacy è il Dott. Piergiorgio Valentini – Direttore del Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali. Ai sensi dell'art. 3 comma 4 della L.241/90 e s.m.i., si comunica che contro il presente atto può essere proposto ricorso al T.A.R. entro 60 gg. oppure al Presidente della Repubblica entro 120 gg. dalla data della notifica. Allegato: ALLEGATO TECNICO 04 AT alla Aut Dir RG 11642 del 21.11.13.pdf IL DIRETTORE DEL SETTORE RIFIUTI, BONIFICHE E AUTORIZZAZIONI INTEGRATE AMBIENTALI Dott. Piergiorgio Valentini Documento informatico firmato digitalmente ai sensi del T.U. 445/2000 e del D.Lgs. 82/2005 e rispettive norme di riferimento. L’imposta di bollo, ai sensi del DPR 642/72, risulta essere stata assolta dall'Istante con il pagamento di Euro 64,00 per n. 4 marche da bollo, da Euro 16, contrassegnate con i seguenti numeri di serie: 01120995195950, 01120995195949, 01120995195938, 01120995195927. L'Istante si farà carico della conservazione delle marche originali debitamente annullate. Milano, 20.11.2013 Il presente provvedimento è inviato al Responsabile del Servizio Archivio e Protocollo per la pubblicazione all'albo Pretorio On-Line nei termini di legge. Il Direttore Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali ALLEGATO TECNICO Identificazione del Complesso IPPC Ragione sociale FONDERIA GETTI SPECIALI DI COLOMBO GIUSEPPE DI CARLO & FIGLI SPA Sede legale e produttiva Via Monte Grappa, 31 - San Giorgio su Legnano (MI) Tipo di impianto Esistente ai sensi D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Codice e attività IPPC 2.4 Fonderie di metalli ferrosi con capacità di produzione > 20 tonnellate/giorno Fascicolo atti provinciali 9.9\2008\227 1 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali INDICE A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE ................................................................ 4 A.1 INQUADRAMENTO DEL COMPLESSO E DEL SITO ..................................................................4 A.1.1 INQUADRAMENTO DEL COMPLESSO PRODUTTIVO............................................................................4 A.1.2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO – TERRITORIALE DEL SITO...........................................................4 A.2 STATO AUTORIZZATIVO E AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE DALL’AIA ...................................5 B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO ........................................................................ 7 B.1 PRODUZIONI ................................................................................................................................7 B.2 MATERIE PRIME ..........................................................................................................................8 B.3 RISORSE IDRICHE ED ENERGETICHE ....................................................................................10 B.4 CICLI PRODUTTIVI.....................................................................................................................14 C. QUADRO AMBIENTALE.................................................................................................... 21 C.1 EMISSIONI IN ATMOSFERA E SISTEMI DI CONTENIMENTO..................................................21 C.2 EMISSIONI IDRICHE E SISTEMI DI CONTENIMENTO ..............................................................27 C.3 EMISSIONI SONORE E SISTEMI DI CONTENIMENTO .............................................................28 C.4 EMISSIONI AL SUOLO E SISTEMI DI CONTENIMENTO ..........................................................29 C.5 PRODUZIONE RIFIUTI ...............................................................................................................30 C.6 BONIFICHE.................................................................................................................................32 C.7 RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE...........................................................................................32 D. QUADRO INTEGRATO ...................................................................................................... 33 D.1 APPLICAZIONE DELLE MTD.....................................................................................................33 D.2 CRITICITÀ RISCONTRATE ........................................................................................................43 E. QUADRO PRESCRITTIVO ................................................................................................. 44 E.1 ARIA............................................................................................................................................44 E.1.1 VALORI LIMITE DI EMISSIONE ...............................................................................................................44 E.1.2 REQUISITI E MODALITÀ PER IL CONTROLLO......................................................................................45 E.2 ACQUA .......................................................................................................................................50 E.2.1 VALORI LIMITE DI EMISSIONE ...............................................................................................................50 E.2.2 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE ............................................................................................................50 E.2.3 PRESCRIZIONI GENERALI ......................................................................................................................51 E.3 RUMORE.....................................................................................................................................52 E.3.1 VALORI LIMITE .........................................................................................................................................52 E.3.2 REQUISITI E MODALITÀ PER IL CONTROLLO......................................................................................52 E.3.3 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE ............................................................................................................52 E.3.4 PRESCRIZIONI GENERALI ......................................................................................................................52 E.4 SUOLO........................................................................................................................................53 2 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali E.5 RIFIUTI ........................................................................................................................................53 E.5.1 REQUISITI E MODALITÀ PER IL CONTROLLO......................................................................................53 E.5.2 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE ............................................................................................................53 E.5.3 PRESCRIZIONI GENERALI ......................................................................................................................54 E.6 ULTERIORI PRESCRIZIONI .......................................................................................................55 E.7 MONITORAGGIO E CONTROLLO .............................................................................................56 E.8 PREVENZIONE INCIDENTI ........................................................................................................56 E.9 GESTIONE DELLE EMERGENZE ..............................................................................................57 E.10 INTERVENTI SULL’AREA ALLA CESSAZIONE DELL’ATTIVITÀ ...........................................57 E.11 APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DI PREVENZIONE E RIDUZIONE INTEGRATA DELL’INQUINAMENTO E RELATIVE TEMPISTICHE ...........................................................57 F. PIANO DI MONITORAGGIO............................................................................................... 59 F.1 FINALITÀ DEL MONITORAGGIO ...............................................................................................59 F.2 CHI EFFETTUA IL SELF-MONITORING.....................................................................................59 F.3 PARAMETRI DA MONITORARE ................................................................................................59 F.3.1 IMPIEGO DI SOSTANZE ...........................................................................................................................59 F.3.2 RISORSA IDRICA ......................................................................................................................................60 F.3.3 RISORSA ENERGETICA...........................................................................................................................60 F.3.4 ARIA ...........................................................................................................................................................61 F.3.5 ACQUA.......................................................................................................................................................61 F.3.6 RUMORE ....................................................................................................................................................62 F.3.7 RADIAZIONI ...............................................................................................................................................62 F.3.8 RIFIUTI .......................................................................................................................................................63 F.4 GESTIONE DELL’IMPIANTO ......................................................................................................63 F.4.1 INDIVIDUAZIONE E CONTROLLO SUI PUNTI CRITICI ..........................................................................63 F.4.2 AREE DI STOCCAGGIO (VASCHE, SERBATOI, ETC.) ..........................................................................64 3 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali A. QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE A.1 INQUADRAMENTO DEL COMPLESSO E DEL SITO A.1.1 INQUADRAMENTO DEL COMPLESSO PRODUTTIVO La Società Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA svolge, fin dal 1938, l’attività di fonderia di seconda fusione di metalli ferrosi per la produzione di getti in ghisa grigia, sferoidale e speciali, per conto terzi e su disegno del committente. Nel corso degli anni la Società ha adeguato i propri impianti al progresso tecnologico; in particolare nel 2004 i forni fusori di tipo cubilotto a vento freddo sono stati dismessi e sostituiti con forni elettrici ad induzione. L’ultima modifica degli impianti fusori è stata realizzata nel 2007 con l’installazione del nuovo forno Fomet da 10 tonnellate. Il complesso IPPC, soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessato dalla seguente attività: N. ordine attività IPPC Codice IPPC Attività IPPC Capacità fusoria di progetto Numero addetti totali 1 2.4 Fonderia di metalli ferrosi con capacità di produzione > 20 ton/giorno 30 ton/giorno 61 Tabella A1 – Attività IPPC Le coordinate Gauss-Boaga del Polo Tecnologico sono: GAUSS-BOAGA X = E 1493342 Y = N 5046643 La condizione dimensionale dell’insediamento è descritta nella tabella seguente: Superficie totale 2 (m ) Superficie coperta 2 (m ) Superficie scoperta impermeabilizzata 2 (m ) (scolante *) Area a verde 2 (m ) Anno costruzione complesso Ultimo ampliamento Data prevista cessazione attività 24.365 13.081 10.640 635 1938 1972 - Tabella A2 – Condizione dimensionale dello stabilimento (*) Così come definita all’art.2, comma 1, lettera f) del Regolamento Regionale n. 4/06 recante la disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne. A.1.2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO – TERRITORIALE DEL SITO L'insediamento produttivo della Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA è ubicato nel Comune di San Giorgio su Legnano (MI) in Via Monte Grappa, 31. Secondo quanto previsto dal Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di San Giorgio su Legnano, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 27 del 22 luglio 2011 ed approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 3 del 13 gennaio 2012, l’area su cui insiste l’impianto, censita 4 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali all’estratto catastale al Foglio 4, Mappali 186, 187 e 193, è classificata come “Ambito D2 attività produttive da delocalizzare”. Nella tabella seguente sono riportate tutte le classificazioni di destinazione d’uso del territorio, previste dal vigente PGT, all’interno di un raggio di 500 metri dal confine dello stabilimento: Destinazioni d’uso principali Destinazione d’uso dell’area secondo il PGT vigente Ambito D2 – Zona per attività produttive da delocalizzare Ambito A – nucleo di antica formazione soggetta a modalità di intervento Distanza minima dal perimetro del complesso (m) Note 0 Area dello stabilimento produttivo 5 In direzione nord Ambito B1 – zona di completamento 5 Ambito B2 - zona di completamento Ambiti a verde pubblico residenziale, industriale, commerciale e attrezzature sportive Piani di Lottizzazione Vigenti e Piani di Lottizzazione Residenziali Approvati 260 In direzione est-sudovest In direzione nord 5 In direzione sud 300 In direzione sud Tabella A3 – Destinazioni d’uso nel raggio di 500 m All’interno del raggio di 500 m dall’impianto IPPC non sono presenti aree soggette a vincoli di tutela ambientale o paesaggistica. A.2 STATO AUTORIZZATIVO E AUTORIZZAZIONI SOSTITUITE DALL’AIA La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell’impianto produttivo in esame: Settore Aria Norme di riferimento Ente competente DPR 203/88 Art.12 Regione Lombardia DPR 203/88 Regione Lombardia DPR 203/88 Regione Lombardia DPR 203/88 Regione Lombardia Numero Autorizzazione e Data di emissione Autorizzazione definitiva di carattere generale dichiarata conseguente agli adempimenti ex DGR 41406/99 e s.m.i. Progetto di adeguamento inviato il 21.12.1990 Comunicazione di modifica non sostanziale inviata il 28.02.1996 Comunicazione di modifica non sostanziale inviata il 19.03.1999 5 N. d’ordine Scadenza Attività IPPC e NON Note Sostituite da AIA - 1 - SI - 1 - SI - 1 - 1 Relativa ad impianti granigliatura e sbavatura Relativa alla sostituzione dei 2 forni Crescenzi da 2,2 ton/cad con 1 forno Crescenzi da 5 ton SI SI Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Acqua Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie DPR 203/88 Regione Lombardia Comunicazione di modifica non sostanziale inviata il 23.06.2005 - 1 D.Lgs. 152/06 e smi Provincia di Milano Comunicazione di modifica sostanziale - 1 D.Lgs. 152/06 e smi Provincia di Milano Comunicazione art. 269, c. 14 - - T.U. 1775/1933 Regione Lombardia Concessione al prelievo idrico da pozzo n. 3618 del 04.03.2002 09.08.2029 1 Relativa al forno Crescenzi-Frati SI Installazione forno FOMET (10t) Installazione impianto pilota - SI - NO Tabella A4 – Stato autorizzativo Elenco delle certificazioni/registrazioni volontarie del complesso IPPC: Certificazione Norme di riferimento Ente certificatore Estremi della certificazione ISO UNI EN ISO 14001:2004 IGQ Certificato n. IT21266 del 30.04.2011 Scadenza N. d’ordine Attività IPPC e NON Note 30.04.2014 1 - L’attività complessivamente svolta non risulta soggetta alle disposizioni di cui all’art. 275 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. 6 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali B. QUADRO PRODUTTIVO - IMPIANTISTICO B.1 PRODUZIONI L’insediamento produttivo Fonderia Getti Speciali di Colombo G. di Carlo & figli SpA è una fonderia per la produzione di getti in ghisa grigia, sferoidale e speciali (ghise Ni Hard e Ni Resist) per conto terzi su disegno e specifiche del committente, destinati a vari settori industriali fra i quali l’industria meccanica, elettrica e dei mezzi di trasporto. L’attività si sviluppa su 3 turni/die per reparto fusorio e a giornata per i restanti reparti; per meglio precisare la situazione si riporta una tabella con l’elenco dei vari reparti e le indicazioni dei tempi di lavoro. Fase n. 1 2 3-4 3-4 Reparto Attività Orario di lavoro Note Fonderia - Forni Fusione e mantenimento ghisa Il reparto è in funzione 24 ore/gg per 345 gg/anno Nell’orario 22.00 – 06.00 i forni vengono utilizzati per la fusione, nelle restanti ore operano come forni di mantenimento I forni vengono fermati solo per il rifacimento del refrattario, mediamente 1 volta all’anno, per 5 giorni Anime Realizzazione anime con processi: Cold Box, Hot Box e autoindurente 1 turno di 8 ore, nel periodo diurno, per 5 gg/settimana - Realizzazione forme, colata getti 1 turno di 8 ore, nel periodo diurno, per 5 gg/settimana - Realizzazione forme, colata getti grossi 1 turno di 8 ore, nel periodo diurno, per 5 gg/settimana - - Fonderia – formatura automatizzata getti piccoli Fonderia – formatura “in campo” getti a mano 5 Fonderia - distaffatura Distaffatura e sterratura La distaffatura/sterratura dei getti piccoli è eseguita in linea con l’impianto per gli stessi tempi di funzionamento. La distaffatura dei grossi getti è eseguita per 3 ore/gg nel periodo diurno, per 5 gg/settimana 6 Fonderia – recupero e preparazione terre Preparazione terre Gli impianti operano con i medesimi orari dei relativi cantieri di formatura - 7 Finitura - granigliatura Granigliatura getti 1 turno di 8 ore, nel periodo diurno, per 5 gg/settimana - 7 Finitura - Sbavatura Sbavatura getti 1 turno di 8 ore, nel periodo diurno, per 5 gg/settimana - 7 Finitura – Trattamenti Termici T.T. dei getti Quando operativo, sulle 24 ore - - Manutenzione modelli (modelleria) Manutenzione delle attrezzature produttive (modelli e casse d’anima) Attività molto limitata (poche ore/settimana) svolta nel periodo diurno L’attività può comportare l’utilizzo di macchine di lavorazione del legno 7 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Officina manutenzione - Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Manutenzione di macchine e impianti Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali 1 turno di 8 ore, nel periodo diurno, per 6 gg/settimana Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali L’attività presso il reparto può comportare l’utilizzo di macchine utensili Lo stabilimento effettua fusioni campione di prova, per la messa a punto di particolari leghe, grazie ad un’unità fusoria ad induzione (impianto pilota) della potenza massima di 150 kW, dotata di due crogioli da 100 kg e 50 kg rispettivamente. Tale unità fusoria, installata nel reparto fonderia in posizione attigua ai forni fusori, viene impiegata esclusivamente per attività di prova di ricerca e sperimentazione. La seguente tabella riporta i dati relativi alle capacità produttive dell’impianto: Capacità produttiva dell’impianto N. ordine attività IPPC e non 1 Prodotto Capacità di progetto (*) Fusioni in ghisa t/a t/g 6.600 30 Capacità effettiva di esercizio (2012) (**) t/a t/g 2.292 10,2 Tabella B1 – Capacità produttiva (*) La Società precisa che la capacità di progetto, calcolata su 220 gg/anno teorici, è da intendersi come capacità fusoria; (**) La capacità di esercizio è invece riferita alla capacità di produzione di getti, calcolata su 224 gg/anno per l’anno 2012. Tutti i dati di consumo, produzione ed emissione che vengono riportati di seguito nell’allegato fanno riferimento all’anno produttivo 2012 e alla capacità effettiva di esercizio dello stesso anno riportato nella tabella precedente. B.2 MATERIE PRIME Quantità, caratteristiche e modalità di stoccaggio delle materie prime riferiti all’anno 2012, impiegate dall’attività produttiva vengono specificate nelle tabelle seguenti: Materia Prima Quantità consumata nell’anno 2012 (t/anno) Classe di pericolosità Stato fisico Quantità Specifica (kg per t di intermedio o prodotto finito) Ghisa in pani 1.502 Non pericoloso Solido 655 0,150 541 Non pericoloso Solido 236 Ferro silicio 11 Non pericoloso Solido 5 Ferro silicio magnesio 12 Non pericoloso Solido 5 Ferro Manganese 15 Non pericoloso Solido 7 Ferro Molibdeno 10 Non pericoloso Solido 4 Ferro Cromo 153 Non pericoloso Solido 67 Nichel metallico 16 Non pericoloso Solido 7 8 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Rame metallico 9 Non pericoloso Solido 4 Sabbia silicea 60 Non pericoloso Solido 26 Resina fenolica/furanica 20 Nocivo Liquido 9 Resina a freddo (beta set) 0 Nocivo Liquido 0 Catalizzatore (acido PTS) 11 Irritante Liquido 5 Sabbia prerivestita 25 Non pericoloso Solido 11 0,5 Non pericoloso Liquido 0,2 3,9 Facilmente infiammabile Liquido 1,7 0,8 Irritante, infiammabile Liquido 0,3 8.114 Non pericoloso Solido 50 Intonaci refrattari (vernici) in sospensione acquosa Intonaci refrattari (vernici) in sospensione alcolica Alcol isopropilico per diluizione vernici Premiscelato per formatura a verde Tabella B2 – Caratteristiche delle materie prime Materia Prima Modalità di stoccaggio Nichel metallico Rame metallico Box coperto e pavimentato Box coperto e pavimentato Big bags al coperto su superficie impermeabile Big bags al coperto su superficie impermeabile Fusti in ferro da 500 kg Fusti in ferro da 500 kg Big bags al coperto su superficie impermeabile Big bags/fusti/sacchi Fusti acciaio Sabbia silicea Silos Resina fenolica/ furanica Cisterna da 1000 litri Resina a freddo Cisterne da 1000 litri Catalizzatore (acido PTS) Cisterna da 1000 litri Sabbia prerivestita Intonaci refrattari (vernici) in sospensione acquosa Intonaci refrattari (vernici) Cassoni Ghisa in pani Ferro dolce correttivo Ferro silicio Ferro silicio magnesio Ferro Manganese Ferro Molibdeno Ferro Cromo Fusti in ferro Fusti in ferro Caratteristiche del deposito Quantità massima di stoccaggio (t) Al coperto in area esterna 500 All’interno del capannone 100 All’interno del capannone 7 All’interno del capannone 8 All’interno del capannone 2 All’interno del capannone 1 Al coperto sotto tettoia 40 All’interno del capannone All’interno del capannone All’interno del capannone + all’esterno sotto tettoia Al coperto su appositi bacini di raccolta Al coperto su appositi bacini di raccolta Al coperto su appositi bacini di raccolta Al coperto Al coperto su bacino di contenimento Al coperto su bacino di 5 1 9 10 8 1 4 10 3 3 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 in sospensione alcolica Alcol isopropilico per diluizione vernici Premiscelato per formatura a verde Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Cisterna con pallet e gabbia metallica contenimento Al coperto su bacino di contenimento Silos All’interno del capannone Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali 0,7 30 Tabella B2a – Caratteristiche dello stoccaggio delle materie prime Si precisa che il rottame di ferro acquistato è da qualificarsi come rottame ai sensi del Regolamento CE n. 333/2011 del 31 marzo 2011 recante i criteri che determinano quando alcuni tipi di rottami metallici cessano di essere considerati rifiuti (End of Waste) ai sensi della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. Tale materia prima viene infatti accompagnata da apposita “dichiarazione di conformità”, effettuata dal Responsabile della messa in commercio del rottame stesso. MOVIMENTAZIONE MATERIALI I materiali di carica del forno sono stoccati all’interno del reparto fonderia in area adiacente ai forni, su aree pavimentate; all’occorrenza sono prelevati e trasportati con pala gommata fino ai box di stoccaggio di servizio ai forni. Le materie prime per la fase di formatura sono invece stoccate in silos e trasferite ai cantieri di formatura con trasporto pneumatico, completamente automatizzato. Dall’impianto di lavorazione delle terre “a verde”, le terre vengono distribuite, a mezzo nastri e coclee dosatrici, all’impianto di formatura - Linea a verde. I semilavorati ed i prodotti finiti vengono movimentati attraverso i vari reparti di lavorazione o nelle aree di stoccaggio esterne, a seconda delle loro dimensioni e massa, all’interno di cassoni metallici o su appositi carri movimentati a mezzo carrelli elevatori, o mediante carri ponte. B.3 RISORSE IDRICHE ED ENERGETICHE CONSUMI IDRICI I consumi idrici legati agli usi all’interno dell’impianto (domestici, processo, raffreddamento) sono dati stimati sulla base dei consumi annui del 2010. Tali dati sono sintetizzati nella tabella seguente: Fonte Pozzo aziendale Acquedotto Prelievo annuo 2012 (*) Acque industriali 3 Usi domestici (m ) 3 3 Processo (m ) Raffreddamento (m ) Solo emergenza 8.079 Solo emergenza 1.400 Tabella B3 – Approvvigionamenti idrici (*) A causa della rottura dell’apparecchiatura elettronica di gestione dell’elettropompa il pozzo, nel 2012, è rimasto fermo ed il prelievo idrico per usi industriali è stato effettuato da acquedotto. L’approvvigionamento idrico avviene attraverso: • acquedotto comunale per tutti gli usi potabili – domestici e in condizioni di emergenza; • n. 1 pozzo aziendale (24 m3/h) per tutti gli utilizzi legati alle attività produttive - industriali, di servizio e per i servizi igienici: - umidificazione delle terre di fonderia (processo “a verde”); - raffreddamento terra recuperata; - reintegro delle acque della torre di lavaggio fumi. 10 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Le acque industriali vengono “perse” per evaporazione o, nel caso della torre di lavaggio, eliminate con i fanghi generati dal processo di depurazione. Per l’umidificazione delle terre di formatura è stato stimato un consumo giornaliero di circa 4 m3. Il raffreddamento dei forni avviene mediante sistemi a circuito chiuso, senza consumo di acqua. Solo in particolari condizioni di emergenza - rottura o malfunzionamento - è possibile utilizzare un sistema alternativo di raffreddamento con acqua prelevata dall’acquedotto, in ciclo aperto (scarico in S2 ed S4). Sia i punti di prelievo dall’acquedotto (n.2 utenze), che il pozzo industriale, sono dotati di contatori per la misurazione dei volumi d’acqua prelevati. All’interno dell’impianto IPPC sono presenti inoltre n.2 contatori asserviti all’impianto idrico antincendio, collegati alla rete idrica antincendio comunale. BILANCIO IDRICO Il volume delle acque scaricate viene “stimato” come differenza tra il volume delle acque prelevate (contatori) e il volume delle acque impiegato in alcune fasi del processo produttivo, che ne determinano la dispersione all’interno dei materiali o per evaporazione. Il bilancio idrico stimato dello stabilimento è il seguente: INGRESSO m USCITA 3 % m 3 % Acquedotto 8.079 100 Scarichi civili 1.400 17 Pozzo aziendale 0 (*) 0 Consumo per utilizzo nei processi (acque non scaricate) 6.679 83 TOTALE 8.079 100 TOTALE 8.079 100 (*) A causa della rottura dell’apparecchiatura elettronica di gestione dell’elettropompa il pozzo, nel 2012, è rimasto fermo ed il prelievo idrico per usi industriali è stato effettuato da acquedotto. PRODUZIONE DI ENERGIA Gruppo elettrogeno di emergenza L’impianto è dotato di un gruppo elettrogeno di emergenza (impianto M31), che interviene nel caso di interruzione dell’erogazione di energia dalla rete, per alimentare i motori dei ventilatori e delle pompe di raffreddamento dei forni, nonché le luci di emergenza della fonderia. Il gruppo elettrogeno, le cui ore di funzionamento sono inferiori a 50 h/a, è azionato da un motore diesel alimentato a gasolio per autotrazione, stoccato in apposito serbatoio a bordo macchina. L’impianto ha le seguenti caratteristiche: M31 1 IVECO AIFO 8316 1990 diesel Alternatore (kVA 120) Sigla dell’unità Identificazione dell’attività Costruttore Modello Anno di costruzione Tipo di macchina Tipo di generatore 11 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Tipo di impiego Fluido termovettore Temperatura camera di combustione (°C) Rendimento (%) emergenza - Impianti termici Le caratteristiche degli impianti termici presenti nello stabilimento per la produzione di energia termica per il riscaldamento degli ambienti di lavoro vengono riportate nella tabella seguente: Caratteristiche tecniche caldaie Sigla M40 M41 M42 Modello Caldaia Pensotti mod. 21 Cervinia 23/26 Bongioanni mod. IDEA 32TF Riscaldamento Locali mensa Locali laboratorio Metano 30,2 - Metano 34,8 - Belleli mod. PR1500 Palazzina uffici + produzione acqua calda servizi Metano 581,4 - 7 180 Tiraggio naturale 8 12 7 180 Tiraggio naturale 12 15 7 330 Tiraggio naturale 15 20 no no no tipo di combustibile impiegato potenzialità effettiva (kW) consumo combustibile (kg/h) funzionamento dell’impianto termico: - giorni/settimana - giorni/anno viscosità del combustibile (°E a 50 °C) zolfo totale (% in peso) temperatura fumi in uscita al camino (°C) portata fumi (Nm3/h) velocità fumi (m/s) 3 quantità di inquinanti (mg/Nm ) altezza camino dal suolo (m) raggio interno del camino (cm) presenza di sistemi e/o dispositivi di additivazione ed emulsionamento (specificare quantità e qualità sostanze impiegate) Altri impianti termici Nello stabilimento sono presenti ulteriori bruciatori, utilizzati per le attività di pre-riscaldo delle siviere, oltre ad una stufa di essiccazione delle anime: Potenza termica (kW) 6 350,6 5 5 5 230 Tipo Impianto Bruciatore riscaldo Bruciatore riscaldo caldaie Diffusori di calore (flambatori) Diffusori di calore (flambatori) Diffusori di calore (flambatori) Stufa di essiccazione (impianto M5) 12 Tipo di combustibile Metano Metano Metano Metano Metano Metano Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Produzione Identificazione dell’attività IPPC e non Tipologia combustibile Impianto Energia termica Potenza impianto Energia termica (kW) (MWh/anno) 1 Metano Caldaie 646,4 4.886 1 Metano Bruciatori 371,6 150 1 Metano Stufa 230 50 Tabella B4 – Produzione di energia La tabella seguente riporta le emissioni di CO2 derivanti dalle unità di produzione di energia termica sopra descritte: Tipo di combustibile Metano Energia prodotta da combustibili ed emissioni dirette conseguenti Quantità Fattore di PCI Energia annua emissione 3 (MJ/m ) (kWh) 3 3 (m ) (kgCO2/m ) 37.461 36 374.610 1,93 Emissioni complessive (tCO2/anno) 72,3 Tabella B5 – Emissioni di gas serra (CO2) CONSUMI ENERGETICI I dati specifici relativi ai consumi di energia elettrica sono disponibili separatamente per i forni fusori e per i forni di trattamento termico; il consumo di metano viene invece conteggiato in modo aggregato per tutto lo stabilimento. I consumi specifici di energia per tonnellata di materia finita prodotta sono riportati nella tabella seguente: Prodotto Termica (kWh/t) Elettrica (kWh/t) Totale (kWh/t) Getti in ghisa 54 2.103 2.157 Tabella B6 – Consumi energetici specifici La tabella riportata di seguito evidenzia il consumo di energia relativa agli anni dal 2008 al 2012: ENERGIA ELETTRICA Consumo (kWh) 2009 2010 N. d’ordine attività IPPC e non Impianto o linea di produzione 1 Forni fusori Forni di trattamento termico Altri utilizzi 8.118.159 5.864.030 732.942 438.792 2.920.33 2.044.141 1.996.102 2.200.729 1.921.735 TOTALE 11.771.434 8.346.963 8.154.208 6.691.800 7.333.634 1 1 2008 13 2011 2012 5.678.117 3.907.987 4.821.698 479.989 583.084 590.201 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali ENERGIA TERMICA N. d’ordine attività IPPC e non 1 Impianto o linea di produzione 2008 2009 Consumo (kWh) 2010 2011 2012 259.104 195.242 183.024 80.021 122.871 3 Consumo metano (m ) Fonderia 78.995 59.525 55.850 24.397 37.461 Tabella B7 – Consumi energetici Il consumo totale di combustibile per le produzioni di cui sopra, espresso in tep, è: Fonte energetica 2008 2009 2010 2011 2012 Energia elettrica (tep) 2.201 1.561 1.525 1.251 1.371 48 37 34 15 23 Metano (tep) B.4 CICLI PRODUTTIVI Le fasi attraverso le quali si realizza il processo produttivo sono le seguenti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Fusione Fabbricazione anime Formatura staffe Colata Distaffatura / sterratura Recupero terre e sabbie Finitura getti (granigliatura, taglio materozze, sbavatura/molatura, saldatura, trattamenti termici e verniciatura) Il ciclo produttivo si completa con alcune attività sussidiarie quali quelle connesse con la gestione dei modelli e delle casse d’anima (comprese le attività di manutenzione), i controlli di qualità nelle varie fasi produttive e sui prodotti finiti e le attività di manutenzione di macchine ed impianti. Per la realizzazione delle anime, la Società si affida principalmente a fornitori esterni specializzati; sono affidate all’esterno anche la maggior parte delle attività di sbavatura, molatura e parte dei trattamenti termici. DESCRIZIONE DELLE FASI PRODUTTIVE FASE 1) FUSIONE Il reparto fusorio è attualmente costituito da n. 4 forni elettrici ad induzione a crogiolo: • • • • N.1 Forno CRESCENZI FRATI con capacità pari a 14 t (impianto M1); N.1 Forno FOMET con capacità pari a 6,5 t (impianto M2); N.1 Forno RECEIVER TAGLIAFERRI con capacità pari a 6 t (impianto M3); N.1 Forno FOMET con capacità pari a 10 t (impianto M4). 14 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali I forni funzionano a ciclo continuo sulle 24 ore, operando nel periodo notturno come forni fusori e come forni di mantenimento del metallo in temperatura per le restanti ore. Le materie prime ferrose costituite da ghise in pani, ferro correttivo per fonderia, boccami e ritorni interni, ferroleghe e leghe metalliche, vengono prelevate dalle area di stoccaggio a servizio dei forni (box e fosse coperte), adiacente ai forni stessi, nelle quantità previste dalle varie “ricette” e caricate a mezzo gru nei forni. Dopo la fusione, il metallo liquido dai forni viene prelevato mediante apposite siviere e trasportato a mezzo carro ponte e/o carrelli trasportatori, alle zone di colata dei reparti. Per il trattamento della ghisa liquida, necessaria alla produzione di getti in ghisa sferoidale, vengono utilizzate due unità di trattamento; la prima con il sistema “Tundish Cover” (impianto M27), e la seconda con il sistema “a filo” (impianto M28). FASE 2) FABBRICAZIONE ANIME La Società acquista anime da fornitori esterni per circa il 90% del suo fabbisogno. Per le anime fabbricate internamente vengono utilizzati sia processi con sistemi di formatura a macchina (in cassa d’anima calda), che processi autoindurenti. Formatura anime per reparto getti a macchina Viene utilizzata n. 1 macchina Shell-Moulding (impianto M6) che utilizza sabbie pre-rivestite con resine fenoliche (resine termoindurenti). Questa tipologia di anime, normalmente, non necessita di successiva verniciatura con intonaci refrattari. Formatura anime per reparto getti a mano Viene utilizzato il processo autoindurente che impiega sabbie agglomerate con resine di tipo fenoliche e/o furaniche con catalizzatore acido (Acido paratoluensolfonico - PTS). In reparto è installato un mescolatore IMF da 10 ton/h (impianto M29), montato su carro mobile, che miscela la sabbia con la resina ed il catalizzatore; le casse d’anima sono riempite manualmente. Sulle anime prodotte, vengono successivamente applicati appositi intonaci refrattari (vernici), con ciclo manuale a pennello. Nella generalità delle applicazioni vengono utilizzati intonaci in soluzione acquosa che rappresentano circa l’80% del consumo di vernici; per particolari tipologie di anime a geometria complessa, vengono utilizzati intonaci in sospensione alcolica. L’essiccazione della vernice avviene in modo naturale, a temperatura ambiente; in alcuni casi per velocizzare l’essiccazione, vengono utilizzati flambatori a gas liquido. In reparto è installata una stufa di essiccazione delle anime (impianto M5), utilizzata per particolari produzioni, funzionante a gas metano, con potenza termica inferiore a 3 MW (30.000 kcal/h). FASE 3) FORMATURA STAFFE Per la realizzazione dei getti la Società utilizza sistemi di formatura in forma a perdere, sia con sistemi “a verde”, che con sistemi in sabbia-resina. Formatura automatizzata “a verde” La terra sintetica di formatura “a verde” viene preparata in un impianto automatico di recupero e preparazione delle terre (impianto M9), dove in una molazza (impianto di miscelazione) vengono introdotti in modo automatico sabbia, leganti inorganici argillosi, additivi carboniosi ed acqua; più 15 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali precisamente sono miscelate sabbie vecchie, sabbie nuove, premiscelato (bentonite + nero minerale) ed acqua. A mezzo nastri trasportatori la terra arriva alle tramogge della formatrice dell'impianto automatico RABUFFETTI (impianto M10), la cui capacità produttiva media è di 80 staffe/ora. Dalle tramogge la terra riempie per caduta la staffa posizionata sul modello; la formatrice, per mezzo di una pressione, comprime la terra sul modello, realizzando l’impronta del getto da produrre. Le mezze forme preparate avanzano lungo la linee. Dopo l’inserimento delle anime (operazione di ramolaggio) nella mezza forma inferiore e la sovrapposizione della mezza forma superiore (accoppiamento), le staffe così formate proseguono lungo la linea, su apposita strada mobile (carosello), verso la zona di colata. Le staffe, successivamente alla fase di raffreddamento del getto proseguono verso la postazione di distaffatura (M11) e da li ritornano in ciclo. Formatura “a mano” in sabbia-resina Il reparto formatura a mano è dotato di due mescolatori continui di sabbia agglomerata: - n. 1 mescolatore IMF (impianto M12) con produzione pari a 30 ton/h; - n. 1 mescolatore SOGEMI (impianto M13) con produzione pari a 24 ton/h. Questo tipo di formatura “autoindurente” utilizza una miscela di sabbia agglomerata con resine fenoliche e fenol-furaniche e un catalizzatore acido (Acido PTS), opportunamente dosati e miscelati direttamente dal mescolatore. La miscela di formatura dai mescolatori, montati su carro mobile che può essere spostato su binari lungo la campata del reparto, riempie per caduta le staffe da formare posizionate “in campo” in reparto. Le sabbie (nuove e rigenerate) sono stoccate in silos, mentre le resine ed i catalizzatori sono stoccati sia in silos che in apposite cisterne. Da qui i vari componenti vengono trasferiti in modo automatico, a mezzo di propulsori o attraverso pompe, ai mescolatori che producono le miscele di formatura, secondo ricette predefinite e programmate. Il completamento della forma attraverso l’inserimento delle anime e l’accoppiamento con la mezza superiore completa la formatura. Le operazioni di formatura e ramolaggio sono eseguite manualmente e la movimentazione dei modelli e delle staffe all’interno del cantiere di formatura avviene a mezzo di carro ponte. Per aumentare la refrattarietà delle superfici della forma a contatto con il metallo vengono applicati intonaci refrattari. FASE 4) COLATA La ghisa fusa destinata al reparto di formatura automatizzata viene trasferita, all’interno di apposite siviere, mediante carrello, dai forni fusori alla linea di colata. Le siviere vengono posizionate su di un carro che si muove lungo il fronte di colata del carosello. Da quest'ultimo la ghisa fusa viene colata direttamente nelle staffe in modo automatico, mediante il “ribaltamento” graduale della siviera regolato dall’operatore; le staffe proseguono lungo il carosello per il tempo necessario al raffreddamento dei getti, prima di essere avviate alla distaffatura. La ghisa destinata invece al reparto di formatura "a mano" è colata direttamente dalla siviera alle staffe, mediante la cosiddetta "colata in campo", regolata manualmente dall’operatore che posiziona correttamente la siviera sulla staffa ed aziona il volano che comando l’inclinazione della siviera. Tutte le operazioni di movimentazione delle siviere, dai forni fusori all'area di colata, avviene con carroponte. 16 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Le staffe colate sono quindi lasciate raffreddare sul posto fino a quando i pezzi non raggiungono la temperatura adatta per essere distaffati. FASE 5) DISTAFFATURA/STERRATURA Impianto automatico Terminato il raffreddamento, le forme colate sull’impianto RABUFFETTI di formatura automatizzata, raggiungono le postazioni di distaffatura (impianto M11), dove le forme vengono distrutte tramite appositi dispositivi meccanici. La motta costituita dalla terra di formatura e dal grappolo dei getti, dopo la separazione dalla staffa, viene trasferita su di una linea APRON per un ulteriore fase di raffreddamento. Al termine della linea, la motta cade su di una apposita griglia vibrante che ha la funzione di separare completamente il getto dai residui di terra. I getti, all’uscita del distaffatore, mediante un secondo trasportatore metallico a tapparelle (APRON), vengono avviati lungo la linea di “smaterozzatura” dove vengono staccati i dispositivi di colata e le materozze eventualmente ancora attaccate al getto. I getti vengono messi in cassoni metallici e trasportati con carrelli elevatori al reparto finitura. Le materozze ed i dispositivi di colata vengono trasportati negli appositi box del reparto forni, per essere riutilizzati come materiali di carica dei forni. Le terre recuperate, dopo appositi trattamenti, vengono stoccate in silos in attesa di essere avviate all’impianto di lavorazione terre per essere rimesse in circolo e riutilizzate nella fase 3: formatura staffe automatizzata. Cantiere di formatura manuale I getti colati in campo nel cantiere di formatura manuale, vengono distaffati con modalità differenti a seconda della loro dimensione e massa: • le forme di massa complessiva superiore a 15 tonnellate vengono aperte sollevando, a mezzo carro ponte, la staffa superiore e, successivamente, le singole staffe che compongono la forma, prima del prelievo del getto e del relativo sistema di colata (colatoi). La sabbia residua viene successivamente caricata nella tramoggia del distaffatore (M15 - griglia di di staffatura + M14 - fase di recupero) a mezzo di pale meccaniche; • le forme di massa complessiva inferiore alle 15 tonnellate vengono posizionate sopra la griglia del distaffatore vibrante (impianti M14 – fase di recupero + M15 - griglia di distaffatura) che, per effetto della vibrazione trasmessa, favorisce lo sgretolamento della terra che cade al di sotto della griglia. Dopo la distaffatura, le sabbie sono raccolte ed avviate, in modo automatico, agli impianti di recupero (M30). Le sabbie recuperate sono successivamente riutilizzate nel cantiere di formatura manuale per la formatura a mano delle staffe. FASE 6) RECUPERO TERRE E SABBIE Recupero terre di formatura “a verde” Le terre di formatura raccolte dalle fasi di distaffatura e sterratura (M11), mediante una serie di nastri (linea di ritorno terre) ed attraverso una serie di operazioni (deferrizzazione, vagliatura e separazione dei fini), vengono recuperate ed immesse nuovamente nel ciclo delle terre (Fase 3 – formatura “a verde” delle staffe). La percentuale di sabbia riutilizzata è praticamente del 100%, a meno delle perdite che si possono realizzare lungo il ciclo di ritorno/recupero delle terre (fuoriuscite e cadute dal distaffatore, nastri, ecc). 17 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali In relazione al fatto che in ogni ciclo di formatura viene introdotto un quantitativo di sabbia, corrispondente alle anime, che dopo colata e distaffatura incrementa la quantità della terra in circolo, ad ogni ciclo deve essere eliminata (come rifiuto CER 100908), una quota di terra corrispondente al peso delle anime introdotte (al netto degli eventuali residui grossolani eliminati nella fase di vagliatura delle terre e della quota di fini eliminata dai sistemi di aspirazione delle polveri - rifiuto CER 100912 presenti nel circuito di recupero delle terre). Recupero sabbie dalle forme in sabbia-resina Le sabbie derivanti dalla distaffatura delle forme in sabbia-resina vengono recuperate mediante un impianto di recupero di tipo meccanico (impianto M30), le cui fasi del ciclo di recupero sono le seguenti: • separazione delle parti metalliche dalla sabbia (deferrizzazione); • rottura dei grumi e setacciatura; • vagliatura; • trattamento meccanico della sabbia ed eliminazione dei fini (depolverazione). Al termine del processo la sabbia recuperata viene inviata a mezzo trasposto pneumatico ai relativi silos di stoccaggio. FASE 7) FINITURA GETTI (GRANIGLIATURA, TAGLIO MATEROZZE, SBAVATURA/MOLATURA, SALDATURA, TRATTAMENTI TERMICI E VERNICIATURA) I getti, dopo distaffatura/sterratura, sono trasferiti al reparto finitura. Qui subiscono una serie di lavorazioni di “pulizia” per eliminare i residui di terra di formatura, di smaterozzatura e di molatura/sbavatura per eliminare le parti metalliche superflue (attacchi di colata, materozze, bave metalliche). I residui di sabbia rimasti attaccati al pezzo vengono eliminati mediante operazione di granigliatura. La granigliatura è realizzata in modo automatico, mediante apposite macchine granigliatrici, di diverso tipo a seconda delle dimensione e tipologia dei getti, con impiego di graniglia metallica. Tutte le macchine sono a funzionamento automatico, completamente chiuse e dotate di autonomo impianto di aspirazione con successivo trattamento di depolverazione con filtri a tessuto. Le granigliatrici installate sono le seguenti: 1. 2. 3. 4. granigliatrice SIRSI (impianto M16) per getti medi e grandi; granigliatrice TOSCA (impianto M17) per getti medi/piccoli; granigliatrice OMSG (impianto M18) per getti piccoli; granigliatrice CM (impianto M19) per ri-granigliatura di getti medi/piccoli. Le operazioni di distacco dei dispositivi di colata e delle materozze, avviene di norma in modo manuale o a mezzo di cuneo idraulico per i getti di piccole dimensioni, con utilizzo di mole da taglio per i getti di grosse dimensioni. L’operazione di molatura e finitura dei getti avviene in larga parte, presso officine esterne e parzialmente anche in impianto, in apposita postazione all’interno di n. 2 box di sbavatura dotati di aspirazione a parete (impianti M20 – M21). Per la sbavatura dei getti piccoli vengono utilizzate n. 2 molatrici fisse VAGNONE BOERI (impianti M22 – M34), collegate ad un impianto di aspirazione, presidiato da un ciclone in serie con un filtro a tessuto. Le operazioni di saldatura si eseguono per preparare getti particolari o per eliminare eventuali difetti non strutturali presenti nei getti; si eseguono di norma mediante elettrodo in apposita postazione (impianto M32) dotata di impianto di captazione mobile che convoglia i fumi all’esterno. 18 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Su alcune tipologie di getti, vengono effettuati opportuni trattamenti termici (ferritizzazione, austenitizzazione, tempra, distensione). In reparto sono installati n. 3 forni FELIND a carro, riscaldati elettricamente (impianti M24 – M25 – M26); tali forni, per le specifiche modalità di utilizzo, non danno luogo ad alcuna emissione. Dopo il trattamento termico, le fusioni vengono nuovamente granigliate per eliminare lo strato di ossidi formatisi, mediante la macchina granigliatrice CM (impianto M19). CONTROLLO QUALITÀ Lungo le fasi del processo produttivo ed in fase di collaudo finale vengono effettuati controlli di qualità per verificare la conformità dei parametri di processo e di prodotto. I principali controlli effettuati sono: • analisi della composizione chimica della lega (mediante quantometro); • analisi delle caratteristiche chimico-fisiche della miscela di formatura; • controlli visivi e dimensionali sui getti; • controlli non distruttivi-ecografici; • controlli non distruttivi con liquidi penetranti; • controlli non distruttivi con apparecchiature Magnaflux; • prove meccaniche: durezza ecc.; • controlli micrografici-strutturali. REPARTO MANUTENZIONE MODELLI / OFFICINA MANUTENZIONE Per le attività di messa a placca dei modelli e di manutenzione delle attrezzature produttive in legno (modelli e casse d’anima) la fonderia dispone di un reparto modelleria dove sono presenti alcune macchine per la lavorazione del legno (sega a nastro - impianto M33, piallatrice a spessore, molatrice a disco abrasivo, trapano a colonna). Le suddette macchine sono collegate ad un impianto di aspirazione dotato di filtri a tessuto con scarico esterno. Per le attività di manutenzione ordinaria di macchine ed impianti, la Società dispone di apposito personale e di uno specifico reparto, dove sono presenti alcune macchine operatrici che all’occorrenza possono essere utilizzate. In particolare il reparto è dotato delle seguenti macchine: • • • • • • • tornio orizzontale; n. 2 trapani a colonna; trapano a bandiera; molatrice fissa affila utensili; saldatrice elettrica a filo; macchina per taglio al plasma; saldatrice elettrica ad elettrodi. L’utilizzo delle citate macchine è assolutamente occasionale e limitato agli interventi di emergenza; per gli interventi di manutenzione programmati e pianificati la Società si avvale di Ditte esterne. 19 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali SCHEMA A BLOCCHI PROCESSO PRODUTTIVO STOCCAGGIO MATERIE PRIME FASE 6 FASE 1 PREPARAZIONE CARICHE STOCCAGGIO MATERIE PRIME STOCCAGGIO MATERIE PRIME FASE 2 RECUPERO SABBIE E PREPARAZIONE TERRE FORMATURA ANIME FASE 3 FUSIONE FORMATURA STAFFE RAMOLAGGIO TRATTAMENTO GS FASE 4 COLATA RECUPERO BOCCAME RAFFREDDAMENTO FORME FASE 5 DISTAFFATURA STERRATURA GRANIGLIATURA FASE 7 SMATEROZZATURA SBAVATURA SPEDIZIONE CONTROLLI DI QUALITA’ 20 TRATTAMENTI TERMICI Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali C. QUADRO AMBIENTALE C.1 EMISSIONI IN ATMOSFERA E SISTEMI DI CONTENIMENTO EMISSIONI DIFFUSE Le emissioni diffuse si originano principalmente dalla fase di colata “in campo” delle forme. Il lay-out produttivo genera altresì emissioni di tipo diffuso correlate alle operazioni di movimentazione delle materie prime e dei residui polverulenti in cumuli. La movimentazione delle materie prime polverulente (sabbie, additivi, ecc.) è realizzata in circuito chiuso, a mezzo trasposto pneumatico. Sui depositi di stoccaggio temporaneo dei cumuli di residui polverulenti sono installati appositi sistemi di umidificazione “a pioggia” che vengono attivati manualmente prima e durante le fasi di movimentazione e carico dei vettori utilizzati per il trasporto agli impianti di recupero/smaltimento. Possono inoltre generarsi emissioni fuggitive dovute a potenziali perdite dei sistemi di captazione dei fumi derivanti dalle lavorazioni in atto nelle aree interne. EMISSIONI CONVOGLIATE Le emissioni in atmosfera, convogliate all’esterno degli ambienti di lavoro, previo trattamento in impianti di abbattimento, sono correlate alle seguenti operazioni: Fusione Le fasi operative che producono emissioni inquinanti (caricamento, fusione, scorifica), sono presidiate da aspirazione localizzata; le emissioni prodotte dai forni elettrici fusori, sono captate e convogliate ai seguenti impianti di depurazione presidiati un ciclone in serie con un filtro a tessuto: • • Forni M1-M2: Forno M3-M4: emissione E12 emissione E26 Entrambe le postazioni di sferoidizzazione (M27 - M28) sono presidiate da aspirazione localizzata, collegata all’aspirazione dei forni M3 ed M4 (emissione E26). Fabbricazione anime Le emissioni prodotte in fase di formatura anime per reparto getti a macchina (M6) sono captate e convogliate all’esterno (emissione E8). L’emissione prodotta in fase di formatura anime per reparto getti a mano (M29) non è captata (caricamento in cassone per caduta – ciclo chiuso). Le emissioni della stufa di essicazione (M5) sono captate e convogliate all’esterno (emissione E5). Formatura Staffe Le operazioni di formatura automatizzata “a verde” che sviluppano polveri (M9) sono presidiate da una specifica aspirazione che convoglia ad un impianto di depurazione ad umido, con torre di lavaggio (emissione E1). L’impianto di formatura Rabuffetti (M10) non è captato. Le emissioni prodotte nelle fasi di trasporto delle sabbie e formatura a mano in sabbia-resina (M12 e M13), sono captate e convogliate a due impianti di depurazione con filtro a tessuto (rispettivamente emissioni E4 ed E6). 21 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Distaffatura / sterratura e Recupero terre e sabbie Le fasi di distaffatura e sterratura dell’impianto automatico (M11) che sviluppano polveri sono presidiate da aspirazione che convoglia ad un impianto di depurazione con una torre di lavaggio (emissione E1); anche le emissioni sviluppate dall’impianto di recupero terre a verde (M9) sono convogliate all’emissione E1. Nel cantiere di formatura manuale il distaffatore getti a mano (M14) e la linea di recupero sabbie (M15) sono posti all’interno di una apposita cabina, insonorizzata ed aspirata; l’aspirazione è presidiata da un filtro a tessuto e convogliata al punto emissivo E2. Dopo distaffatura delle forme in sabbia-resina, le sabbie sono raccolte ed avviate, in modo automatico, all’impianto di recupero (M30) collegato all’emissione E3, presidiata da un filtro a tessuto. Finitura getti Operazione di granigliatura: tutte le macchine sono a funzionamento automatico, completamente chiuse e dotate di autonomo impianto di aspirazione con successivo trattamento di depolverazione con filtri a tessuto. Le granigliatrici installate sono le seguenti: • • • • granigliatrice SIRSI (M16): emissione E14; granigliatrice TOSCA (M17): emissione E17; granigliatrice OMSG (M18): emissione E15; granigliatrice CM (M19): emissione E16. Operazione di molatura e finitura dei getti: gli impianti M20 e M21 sono dotati di aspirazione a parete (rispettivamente emissioni E24 e E23), mentre gli impianti M22 ed M34 sono collegati con un impianto di aspirazione presidiato da un ciclone in serie con un filtro a tessuto (emissione E25). Operazioni di saldatura: si eseguono di norma mediante elettrodo (M32) in apposita postazione dotata di impianto di captazione mobile che convoglia i fumi all’esterno (emissione E27). Trattamento termico: gli impianti M24, M25 e M26, per le specifiche modalità di utilizzo, non danno luogo ad alcuna emissione. Reparto manutenzione modelli / Officina manutenzione Macchine per la lavorazione del legno: le suddette macchine (M33) sono collegate ad un impianto di aspirazione dotato di filtri a tessuto con scarico esterno (emissione E28). 22 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali M11 Distaffatore linea Rubaffetti M14 Griglia di distaffatura getti grossi E2 M15 Linea recupero sabbie della griglia di distaffatura SEZIONE CAMINO 2 (m ) E1 ALTEZZA CAMINO (m) Impianto recupero terre - molazza SISTEMI DI ABBATTIMENTO M9 INQUINANTI Descrizione TEMP. 1 Sigla DURATA 1 PROVENIENZA EMISSIONE ATTIVITA’ IPPC e NON IPPC La seguente tabella riassume le emissioni atmosferiche significative dell’impianto: 10 h/gg 30 Polveri Torre di lavaggio 16 1,327 10 h/gg 25 Polveri; Fenoli; Formaldeide Filtri a tessuto 17 0,385 1 E3 M30 Impianto di recupero sabbie 10 h/gg 25 Polveri Filtri a tessuto 17 0,128 1 E4 M12 Mescolatore continuo IMF 10 h/gg 20 Polveri Filtri a tessuto 11 0,132 1 E5 M5 Stufa essicazione anime 2 h/gg 250 COV; Fenoli; Formaldeide Non previsto 10 0,032 1 E6 M13 Mescolatore continuo SOGEMI 6 h/gg 20 Polveri Filtri a tessuto 11 0,090 4.6 0,071 12 0,385 1 1 E8 M6 Macchina Shell Moulding M1 Forno Crescenzi Frati E12 M2 Forno Fomet 6,5 t 1 h/gg 40 12 h/gg 80 NH4; COV; Polveri; Non previsto Fenoli; Formaldeide Polveri; IPA; Metalli (As,Cd, Co, Ciclone + Filtri a tessuto Cr VI, Cu, Mn, Ni, Pb, Sn, V, Zn) 1 E14 M16 Granigliatrice SIRSI 10 h/gg 25 Polveri Filtri a tessuto 10 0,455 1 E15 M18 Granigliatrice OMSG 10 h/gg 25 Polveri Filtri a tessuto 10 0,08 1 E16 M19 Granigliatrice CM 8 h/gg 25 Polveri Filtri a tessuto 10 0,502 1 E17 M17 Granigliatrice TOSCA 8 h/gg 25 Polveri Filtri a tessuto 10 0,152 1 E23 M21 Box sbavatura 10 h/gg 25 Polveri Filtri a tessuto 10 0,196 23 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 1 E24 1 E25 M20 M22 M34 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Box sbavatura 10 h/gg 25 Polveri Filtri a tessuto 10 0,49 n.2 Mole fisse Vignone Boeri 8 h/gg 25 Polveri Ciclone + Filtri a tessuto 10 0,09 12 h/gg 80 Polveri; IPA; Metalli (As,Cd, Co, Cr VI, Cu, Mn, Ni,Pb, Sn, V, Zn) Filtri a tessuto 16 0,332 M3 Forno Resivier Tagliaferri M4 Forno Fomet 10 t E26 1 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie M27 n.2 Unità di trattamento GS M28 1 E27 M32 Saldatura fissa di processo 3 h/gg 80 Polveri; Fumi di saldatura Non previsto 8 0,023 1 E28 M33 Sega a nastro del reparto modelleria (falegnameria) 1 h/gg 25 Polveri Filtro a tessuto 6 0,023 Tabella C1 – Emissioni significative derivanti da impianti produttivi Tutte le emissioni dei sili di stoccaggio sono presidiate da sistemi di contenimento: Capacità (t) 8 30 50 22 22 15 7 Materiale stoccato Modalità di caricamento Emissione Sabbia silicea nuova Premiscelato Sabbia silicea rigenerata Sabbia rigenerata Sabbia rigenerata Sabbia rigenerata Sabbia da rigenerare A propulsione A propulsione Nastro trasportatore A propulsione A propulsione A propulsione A propulsione E1 E1 E1 E2 E2 E2 E2 Tabella C1a – Emissioni significative derivanti dai sili di stoccaggio materie prime polverulente EMISSIONI SCARSAMENTE RILEVANTI Caldaie La seguente tabella riassume le emissioni scarsamente rilevati presenti presso l’impianto: PROVENIENZA ATTIVITA’ IPPC e NON IPPC EMISSIONE 1 E29 M40 CALDAIA Pensotti (mensa) 1 E30 M41 CALDAIA Bongioanni (laboratorio) 1 E31 M42 CALDAIA Belleli (uffici + acqua calda servizi) 1 E32 M31 Gruppo elettrogeno di continuità (emergenza) Sigla Descrizione Tabella C2 – Emissioni scarsamente rilevanti 24 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Impianto Pilota Nell’impianto IPPC è presente un impianto pilota, impiegato esclusivamente per attività di prova di ricerca e sperimentazione. non produttivo. Tale impianto è da considerarsi scarsamente rilevante ai fini dell’inquinamento atmosferico ai sensi dell’art. 272 comma 1 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. (Parte I lettera jj) dell’Allegato IV alla Parte Quinta del medesimo decreto) in quanto non vengono impiegate sostanze cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene o sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente elevate, come individuate all’Allegato I alla Parte Quinta del citato decreto. Operazioni di saldatura In impianto è presente una officina meccanica dove occasionalmente vengono effettuate saldature. Oltre alla saldatrice fissa (M32) convogliata all’emissione E27, l’utilizzo delle altre macchine saldatrici è di tipo occasionale e limitato ad interventi di emergenza. L’attività di saldatura risulta pertanto essere saltuaria e non parte del ciclo produttivo; ai sensi della DDS Regione Lombardia n. 13228 del 17.12.2010, Allegato Tecnico n. 30, tale attività è da ritenersi quale emissione scarsamente rilevante. IMPIANTI/MACCHINARI NON CAPTATI All’interno dell’impianto IPPC non vengono captati i seguenti macchinari: - M10: impianto di formatura Rabuffetti - M24, M25 ed M26: n. 3 forni elettrici FELIND a carro, utilizzati per i trattamenti termici. Tali forni, per le specifiche modalità di utilizzo, non danno luogo ad alcuna emissione. - M29: mescolatore IMF da 10 ton/h del reparto getti a mano. Il caricamento dell’impianto avviene a ciclo chiuso per caduta in cassone. SISTEMI DI CONTENIMENTO EMISSIONI Le caratteristiche dei sistemi di abbattimento a presidio delle emissioni sono riportate di seguito: Sigla emissione 3 Portata max di progetto (aria: Nm /h) E1 52.000 Rendimento medio garantito (%) 95 E2 21.000 Filtro a tessuto PTS, Fenolo, Formaldeide 99 Tipologia del sistema di abbattimento Torre a umido Rifiuti prodotti dal sistema (t/anno) 90 16 16 5 Ricircolo effluente idrico sì - - - 0,5 4.884 no 120 - 120 - 120 - Sistema di riserva no no no no Trattamento acque e/o fanghi di risulta Manutenzione ordinaria (ore/settimana) no 1 1 1 1 Manutenzione straordinaria (ore/anno) 20 10 10 8 Sistema di Monitoraggio in continuo no no no no Inquinanti abbattuti Perdita di carico (mm c.a.) 3 Consumo d’acqua (m /h) Gruppo di continuità (combustibile) PTS 25 E3 7.200 Filtro a tessuto E4 5.100 Filtro a tessuto PTS PTS 99 99 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Sigla emissione Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali E6 E12 E14 E15 Portata max di progetto (aria: Nm /h) 3.000 15.000 9.300 Tipologia del sistema di abbattimento Filtro a tessuto Filtro a tessuto Filtro a tessuto PTS 20.000 Ciclone + Filtro a tessuto Metalli, PTS PTS PTS Rendimento medio garantito (%) 99 99 99 99 Rifiuti prodotti dal sistema (t/anno) 1 1,6 18 1 Ricircolo effluente idrico - - - - Perdita di carico (mm c.a.) 3 Consumo d’acqua (m /h) Gruppo di continuità (combustibile) 120 - 130 - 130 - 130 - Sistema di riserva no no no no Trattamento acque e/o fanghi di risulta Manutenzione ordinaria (ore/settimana) 1 1 1 1 Manutenzione straordinaria (ore/anno) 8 10 8 8 Sistema di Monitoraggio in continuo no no no no 3 Inquinanti abbattuti Sigla emissione E16 E17 E23 E24 5.000 Filtro a tessuto PTS 8.000 Filtro a tessuto PTS 10.000 Filtro a tessuto PTS 18.000 Filtro a tessuto Rendimento medio garantito (%) 99 99 99 99 Rifiuti prodotti dal sistema (t/anno) 3 4 10 17 Ricircolo effluente idrico - - - - Perdita di carico (mm c.a.) 3 Consumo d’acqua (m /h) Gruppo di continuità (combustibile) 120 - 140 - 130 - 130 - Sistema di riserva no no no no Trattamento acque e/o fanghi di risulta Manutenzione ordinaria (ore/settimana) 1 1 1 1 Manutenzione straordinaria (ore/anno) 8 16 16 16 Sistema di Monitoraggio in continuo no no no no 3 Portata max di progetto (aria: Nm /h) Tipologia del sistema di abbattimento Inquinanti abbattuti Sigla emissione PTS E25 E26 E28 Portata max di progetto (aria: Nm /h) 4.000 20.000 3.000 Tipologia del sistema di abbattimento Ciclone + Filtro a tessuto Filtro a tessuto Filtro a tessuto PTS PTS Polvere legno 98 99 98 3 Inquinanti abbattuti Rendimento medio garantito (%) 26 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Rifiuti prodotti dal sistema (t/anno) 1 2 0,1 Ricircolo effluente idrico - - - 120 120 100 Consumo d’acqua (m /h) - - - Gruppo di continuità (combustibile) - - - no no no Trattamento acque e/o fanghi di risulta - - - Manutenzione ordinaria (ore/settimana) 0,1 1 0,5 Manutenzione straordinaria (ore/anno) 2 16 2 Sistema di Monitoraggio in continuo no no no Perdita di carico (mm c.a.) 3 Sistema di riserva Tabella C3 – Sistemi di abbattimento emissioni in atmosfera C.2 EMISSIONI IDRICHE E SISTEMI DI CONTENIMENTO Le caratteristiche principali degli scarichi decadenti dall’insediamento produttivo sono descritte nella tabella seguente: SIGLA SCARICO LOCALIZZAZIONE (N-E) TIPOLOGIE DI ACQUE SCARICATE S1 - punto di scarico in via Monte Grappa N: 8° 54,930’ E: 45° 34,373’ Reflue domestiche + meteoriche S2 - punto di scarico in via Madonnina N: 8° 54,912’ E: 45° 34,425’ S3 - punto di scarico in via Madonnina N: 8° 54,838’ E: 45° 34,416’ S4 - punto di scarico in via Martiri della Libertà S5 - punto di scarico in via Martiri della Libertà Reflue domestiche mensa + meteoriche (*) Reflue domestiche + meteoriche pluviali FREQUENZA DELLO SCARICO mesi/ h/g g/sett anno RECETTORE SISTEMA DI ABBATTIMENTO Vasche settiche + Decantazione e disoleazione Vasche settiche + Disoleazione + Decantazione 9 6 12 Fognatura comunale 9 6 12 Fognatura comunale 9 6 12 Fognatura comunale Vasche settiche N: 8° 54,823’ E: 45° 34,396’ Reflue domestiche + meteoriche (*) 9 6 12 Fognatura comunale Vasca settica + Decantazione e disoleazione (dissabbiatrici terre e metalli) N: 8° 54,848’ E: 45° 34,350’ Reflue domestiche + meteoriche 9 6 12 Fognatura comunale Decantazione + Disoleazione Tabella C4 – Emissioni idriche (*) punto di scarico in caso di emergenza raffreddamento forni 27 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali La rete di scarico è di tipo misto e le acque reflue dirette agli scarichi da S1 a S5 sono rappresentate da acque reflue domestiche e acque meteoriche di dilavamento tetti e piazzali. Acque reflue industriali Tutti i circuiti di raffreddamento degli impianti produttivi sono a ciclo chiuso e non determinano scarichi di tipo industriale. I volumi di acqua prelevati vengono “persi” per evaporazione e in parte dispersi nei fanghi del trattamento sabbie. E’ previsto, solo in caso di emergenza (per guasti degli impianti), la possibilità di utilizzare circuiti di raffreddamento a ciclo aperto con recapito in fognatura ai punti di scarico S2 ed S4. Inoltre, all’impianto di abbattimento ad umido, posto a presidio dell’emissione E1, è previsto uno scarico di emergenza per troppo pieno che recapita in apposite vasche da cui viene poi asportato e smaltito come rifiuto. Acque reflue domestiche Le acque reflue domestiche provenienti dai servizi igienici sono trattate mediante fosse settiche (Imhoff), prima dello scarico nella rete fognaria. Le acque reflue domestiche provenienti dalla mensa, che recapitano al punto di scarico denominato S2, sono trattate in un’apposita vasca di disoleazione (eliminazione grassi). Acque meteoriche Le acque meteoriche di dilavamento di tetti e piazzali sono sottoposte a trattamento mediante sistemi costituiti da: - vasche dissabbiatrici per la separazione dei solidi sospesi, con diametro di 1,5 metri e altezza di 3 metri; - vasche di disoleazione, per la separazione dei liquidi leggeri, con diametro di 1,5 metri e altezza di 2,4 metri. Le vasche di trattamento (disoleatori e dissabbiatori), i pozzetti di raccolta e le caditoie sono sottoposte a periodica manutenzione e pulizia realizzata da una Società esterna specializzata. Nel piazzale esterno dell’impianto, nel corridoio di ingresso mensa, è presente un pozzo perdente per il recapito delle acque meteoriche di dilavamento del medesimo e relative coperture. C.3 EMISSIONI SONORE E SISTEMI DI CONTENIMENTO ZONIZZAZIONE ACUSTICA Il Comune di San Giorgio su Legnano ha approvato il Piano di Zonizzazione acustica con Delibera n. 29 del 28.09.2006. Secondo tale classificazione, l’area sulla quale è localizzato l’impianto IPPC ricade in “Classe IV – Aree ad intensa attività umana”. Classe Acustica Classe IV – Aree di intensa attività umana Limiti di emissione dB(A) Periodo di riferimento Diurno Notturno (06 - 22) (22 - 06) 60 50 Limiti di immissione dB(A) Periodo di riferimento Diurno Notturno (06 - 22) (22 - 06) 65 55 Tabella C4 – Valori limite di emissione ed immissione (tabelle B e C allegate al DPCM 14.11.1997) La classe acustica dei siti confinanti, lungo tutto il perimetro dello stabilimento (lati Nord, Sud, Est ed Ovest) risulta essere la Classe III “Aree di tipo misto”. 28 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali CICLO PRODUTTIVO Tutte le principali fasi produttive del ciclo di fonderia sono effettuate all’interno del sito con macchine, impianti ed attrezzature produttive caratterizzate da elevati livelli di automatizzazione, che determinano emissioni sonore di vario livello e con diverse caratteristiche. I forni di fusione sono attivi 24 ore su 24, con le seguenti modalità: • • • dalle ore 22.00 alle ore 06.00, dalla domenica al venerdì, lavorando come forni fusori; in tale fase vengono preparate le cariche di materiale metallico, introdotte nel forno e portate a fusione; dalle ore 7.30 alle ore 17.30, dal lunedì al venerdì, lavorando sia come forni di mantenimento della ghisa fusa, per alimentare i reparti produttivi dove si realizzano le forme e si colano i getti, che come forni fusori per mantenere pieno il forno, a mano a mano che si preleva la ghisa liquida; dalle ore 22.00 circa di venerdì alle ore 22.00 di domenica, lavorando come forni di mantenimento della temperatura della ghisa liquida. I forni non possono mai essere completamente svuotati e/o fermati, in quanto tali operazioni comporterebbero il danneggiamento del refrattario, senza il quale il forno non è più utilizzabile. Con il raffreddamento il refrattario del forno subirebbe deformazioni e fessurazioni e risulterebbe necessaria una sua demolizione ed un suo completo rifacimento. A servizio dei forni, per l’intera durata di funzionamento (24 ore) sono in funzione: - i sistemi di raffreddamento della parte elettrica (spire degli induttori), costituiti da un circuito ad acqua in ricircolo e da aria forzata; - i “servizi” (centralina oleodinamica e/o circuito di aria compressa) necessari per comandare le varie funzioni del forno stesso (apertura del “coperchio”, inclinazione e posizionamento del crogiolo, ecc); - gli impianti di aspirazione necessari per captare e depurare i fumi che dal forno si producono, in particolare durante le fasi di fusione del materiale caricato. Solo nel periodo diurno vengono svolte le attività di preparazione delle forme, delle anime e la colata dei getti e sono quindi funzionanti tutti i relativi impianti, compresi gli impianti di aspirazione delle emissioni. In relazione alle descritte situazioni tecnico produttive non è possibile identificare le singole fonti di emissione sonora e, pertanto, l’intero complesso produttivo è stato considerato come unica sorgente di emissione sonora e valutato in relazione alla sua risultante, in termini di livello equivalente di pressione sonora, misurata ai confini dello stabilimento (livello di emissione). C.4 EMISSIONI AL SUOLO E SISTEMI DI CONTENIMENTO Tutte le aree esterne, adibite allo stoccaggio ed alla movimentazione delle materie prime e dei rifiuti, sono pavimentate con calcestruzzo e dotate di un sistema di raccolta delle acque di dilavamento, che convoglia le stesse alle vasche di sedimentazione e disoleazione. Nel sito non sono presenti serbatoi interrati. La Società utilizza n.1 distributore mobile, da 3.350 litri, contenente gasolio per il rifornimento dei mezzi aziendali (pala meccanica, carrelli elevatori, furgone e camion). 29 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Di seguito si riporta la tabella riassuntiva dei serbatoi fuori terra presenti presso lo stabilimento: N° Capacità 3 (m ) Contenuto Ubicazione Note Sfiato 1 8 Sabbia silicea nuova Impianto terra, al coperto - Sotto impianto aspirazione E1 2 30 Premiscelato per formatura a verde (bentonite + nero minerale) Impianto terra, silos al coperto - Sotto impianto aspirazione E1 3 50 Sabbia silicea rigenerata 4 22 Sabbia nuova 5 22 Sabbia rigenerata 6 15 Sabbia rigenerata 7 7 Sabbia da rigenerare 8 2,5 9 2,5 10 2,5 Resina fenolica Impianto sabbia, sotto tettoia 11 7 Resina fenolica Impianto sabbia, sotto tettoia 12 3,35 Gasolio Area magazzino, sotto tettoia 13 12 Azoto liquido Area trattamenti termici, all’aperto Acido paratoluensolfonico (PTS - Catalizzatore) Acido paratoluensolfonico (PTS - Catalizzatore) Impianto terra, silos al coperto Impianto sabbia, sotto tettoia Impianto sabbia, sotto tettoia Impianto sabbia, sotto tettoia Impianto sabbia, sotto tettoia Impianto sabbia, al coperto Impianto sabbia, al coperto - Sotto impianto aspirazione E1 Sotto impianto aspirazione E2 Sotto impianto aspirazione E2 Sotto impianto aspirazione E2 Sotto impianto aspirazione E2 Vasca di contenimento Vasca di contenimento In cisterne con vasca di contenimento In cisterne con vasca di contenimento Distributore mobile da 3.350 litri dotato di vasca di contenimento In pressione soggetto a revisioni periodiche ASL - - - - Sono inoltre presenti i seguenti depositi di sostanze liquide: - oli lubrificanti esausti (Area 5 - rifiuti), in apposito locale; - bombole, all’aperto sotto tettoia, in apposita rastrelliera; - detergenti, in apposito locale; - intonaci refrattari, all’aperto sotto tettoia. C.5 PRODUZIONE RIFIUTI La gestione interna dei rifiuti viene effettuata secondo le modalità di seguito illustrate: Area 1: le terre esauste di fonderia (CER 100908), derivanti dall’impianto di formatura a verde o dall’impianto sabbia, sono stoccate sotto tettoia su piazzale asfaltato. Anche i fanghi prodotti dall’impianto di abbattimento ad umido sono smaltiti, insieme alle terre di fonderia, nell’apposito cassone. Il cumulo viene periodicamente prelevato dalla Società esterna per lo smaltimento; 30 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Area 2: le scorie prodotte dai forni fusori (CER 100903) vengono trasferite dal reparto forni ad un cassone coperto posizionato all’esterno, su piazzale asfaltato; il cassone di contenimento è di proprietà della Società esterna che effettua lo smaltimento; Area 3: i materiali refrattari usati (CER 161104) sono trasferiti dal reparto forni ad un apposito cassone coperto posizionato all’esterno, su piazzale asfaltato; Area 4: solo occasionalmente vengono effettuati smaltimenti di rottami di ferro derivanti da attività di manutenzione (CER 170405), stoccati in cumulo all’esterno in area scoperta; Area 5: gli oli usati (CER 130208*) sono raccolti in appositi fusti metallici stoccati nel locale di deposito degli oli esausti; Area 6: le maniche filtranti (CER 150203) provenienti dalla manutenzione dei filtri di aspirazione sono raccolte in big-bags e stoccate al coperto – capannone. Altre aree di stoccaggio dei rifiuti sono localizzate in un’area del parcheggio antistante l’ingresso della fonderia, situata dal lato opposto di via Monte Grappa: Area 7: le polveri prodotte dall’impianto di abbattimento delle emissioni e dal vaglio sabbiatrici (CER 100912) sono raccolte direttamente in big bags, posizionati sotto i filtri a maniche, i quali vengono chiusi e trasportati all’area di stoccaggio esterna; Area 8: gli imballaggi misti (CER 150106) sono stoccati all’aperto in sacconi/big bags; Area 9: gli imballaggi in legno, costituiti prevalentemente da bancali (CER 150103), sono stoccati all’aperto in cumulo. Presso l’impianto viene effettuato esclusivamente “deposito temporaneo” dei rifiuti ai sensi dell’art.183, comma 1, lettera bb) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. Tutti i rifiuti elencati sono inviati a recupero o a smaltimento mediante Ditte esterne autorizzate. Nella tabella sottostante si riporta una descrizione dei rifiuti prodotti e delle relative operazioni connesse a ciascuna tipologia di rifiuto: N. ordine Attività IPPC e NON Codice Stato Area Descrizione Rifiuti CER Fisico stoccaggio Modalità di stoccaggio e caratteristiche del deposito Destino (R/D) 1 100903 solido 2 All’aperto - in cassone coperto su piazzale asfaltato R10/R5 1 Forme e anime da fonderia utilizzate, 100908 solido diverse da quelle di cui alla voce 100907 1 Sotto tettoia - in cassone su piazzale asfaltato R13/ R10/R5 1 100912 Altri particolati diversi da quelli di solido cui alla voce 100911 7 All’aperto - in big bags R13/R5 1 130208* liquido 5 Locale deposito oli - in fusti R5 1 1 150106 150103 solido solido 8 9 All’aperto - in sacconi/big bags All’aperto - in cumulo D15 R13 1 150203 solido 6 All’interno del capannone - in big bags D15 1 161104 solido 3 All’aperto - in cassone coperto R10/R5 Scorie di fusione Altri oli per motori e ingranaggi e lubrificazione Imballaggi misti Imballaggi in legno Maniche filtranti esauste Altri rivestimenti e materiali refrattari 31 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 1 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie provenienti da lavorazioni metallurgiche diversi da 161103 170405 Rottami di ferro solido 4 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Scoperto - in cumulo Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali R13 Tabella C5 – Caratteristiche rifiuti prodotti C.6 BONIFICHE L’impianto IPPC in oggetto non è stato e non è attualmente soggetto alle procedure di cui al D.Lgs. 152/06 e s.m.i. relativo alle bonifiche ambientali. C.7 RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE Il Gestore del complesso industriale Fonderia Getti Speciali di Colombo Giuseppe di Carlo & Figli SpA ha dichiarato che l’impianto non è soggetto agli adempimenti di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.. 32 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali D. QUADRO INTEGRATO D.1 APPLICAZIONE DELLE MTD La tabella seguente riassume lo stato di applicazione delle migliori tecniche disponibili per la prevenzione integrata dell’inquinamento, individuate per l’attività di fusione dei metalli ferrosi. DESCRIZIONE DELLA TECNICA BAT STATO DI APPLICAZIONE NOTE FASE DI LAVORAZIONE / MATRICE AMBIENTALE GESTIONE DEI FLUSSI DI MATERIALI Tutti i materiali in ingresso, in relazione alle loro caratteristiche merceologiche, vengono stoccati in specifiche aree. Le materie prime sono stoccate con i seguenti criteri: • Ghisa in pani (pos. D1), stoccata in area esterna su pavimento, sotto tettoia; • Rottame di acciaio (pos. D2), stoccato in reparto fonderia, ed all’esterno su pavimento, sotto tettoia; • Boccami, ritorni e scarti interni (pos. D3); stoccati all’esterno su pavimento impermeabilizzato. 1 Adottare stoccaggi separati dei vari materiali in ingresso, prevenendo deterioramenti e pericoli APPLICATA TOTALMENTE Le sabbie e gli additivi per le terre di formatura (bentonite + nero minerale) vengono stoccati in appositi silos, ed in particolare: • n° 1 silos da 10 t per sabbie (pos. D4); • n° 1 silos da 30 t per premiscelato (nero minerale + bentonite) (pos. D5). Le ferroleghe sono stoccate in magazzino (pos. D6). I materiali ausiliari per i forni (refrattari), sono stoccati all’esterno su pavimento, sotto tettoia (pos. D7). I prodotti per la formatura in sabbia-resina, sono stoccati in una specifica area (pos. D8) all’interno di apposite cisterne dotate di bacini di contenimento: 3 • 1 cisterne da 2,5 m per la resina; 3 • 1 cisterna da 7 m per la resina; 3 • 2 cisterne da 2,5 m per il catalizzatore. Le sabbie nuove sono stoccate in due silos: • n. 1 silos da 30 t (pos. D21); 33 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali • n. 1 silos da 25 t (pos D22). Vengono, inoltre, stoccate, in area esterna sotto tettoia (pos. D9), resine e catalizzatore 3 all’interno di cisternette da 1 m di capacità. 2 Stoccaggio dei rottami e dei ritorni interni su superfici impermeabili e dotate di sistemi di raccolta e trattamento del percolato. In alternativa lo stoccaggio può avvenire in aree coperte. APPLICATA TOTALMENTE 3 Riutilizzo interno dei boccami e dei ritorni APPLICATA TOTALMENTE 4 Stoccare separatamente i vari tipi di residui e rifiuti, in modo da favorirne il corretto riutilizzo, riciclo o smaltimento APPLICATA TOTALMENTE 5 Utilizzo di materiali alla rinfusa o contenitori riciclabili APPLICATA TOTALMENTE 34 Sono, inoltre, presenti i seguenti stoccaggi: • 1 deposito oli lubrificanti (pos. D11); • 1 deposito bombole gas compressi (ossigeno, acetilene, CO2, Argon) (pos. D10); 3 • 1 distributore mobile da circa 3 m , per il gasolio per autotrazione (pos. D12); • 1 deposito detergenti; • 1 deposito intonaci refrattari. I rottami di acciaio utilizzati, sono stoccati in reparto al coperto. I rottami utilizzati sono sfridi e scarti di lavorazione e materiali selezionati, esenti da oli, grassi, ecc. I ritorni interni (boccami e scarti), sono stoccati all’esterno, su area pavimentata con sistema di raccolta del percolato (trattamento di flottazione e di eliminazione degli oli). Tutto il boccame ed i ritorni interni e gli eventuali scarti di fusione sono regolarmente riutilizzati nel ciclo produttivo della fonderia come costituenti delle cariche dei forni fusori. Tutti i rifiuti ed i residui derivanti dalle varie fasi del ciclo produttivo, vengono stoccati separatamente in aree specifiche, suddivise secondo il tipo di rifiuto/residuo (codice CER). Tutti i rifiuti /residui vengono avviati a smaltimento o ad attività di riutilizzo, conformemente alle indicazioni della vigente normativa. In particolare, le aree di depositi di rifiuti sono le seguenti: - Scorie di fusione CER 100903 (Dep.2); - Terre esauste CER 100908 (Dep.1); - Polveri impianti aspirazione CER 100912 (Dep.7); - Refrattari utilizzati CER 161104 (Dep.3); - Oli usati CER 130208* (Dep.5); - Imballaggi in legno CER 150103 (Dep.9); - Imballaggi misti CER 150106 (Dep.8); - Rottami di ferro CER 170405 (Dep.4); - Filtri e Maniche filtranti esauste CER 150203 (Dep.6). Nel limite del possibile, tutte le principali materie prime e materiali ausiliari vengono approvvigionati allo stato sfuso (ghise in pani, rottami, sabbie, bentonite, additivi per terre, resine e catalizzatori) o in big bag che successivamente vengono riciclati per contenere i rifiuti polverulenti. Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 6 7 8 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Alcune resine e catalizzatori vengono 3 approvvigionati in cisternette da 1 m , riciclabili. La fonderia realizza una gamma di prodotti omogenei per famiglie, con elevato grado di specializzazione. Tutti i cicli di fabbricazione Utilizzo di modelli di vengono analizzati e progettati dall’Ufficio simulazione, modalità di Tecnico aziendale, ottimizzando le fasi gestione e procedure per APPLICATA produttive, in particolare per quanto attiene i aumentare la resa dei metalli e TOTALMENTE sistemi di colata ed alimentazione dei getti, per ottimizzare i flussi di viene utilizzato un apposito Software (SOLID materiali CAST) allo scopo di ottenere i risultati qualitativi richiesti e ottimizzare le rese (peso colato/peso netto). AREA FUSORIA BAT PER LA FUSIONE DEI METALLI FERROSI Criteri di scelta del forno fusorio La scelta del forno fusorio si basa su criteri economici e tecnici. Attualmente la Società produce Per la fusione dell’acciaio si esclusivamente getti in ghisa, utilizzando tre utilizzano sia forni elettrici ad forni fusori elettrici, ad induzione a crogiolo. arco (EAF), che forni ad induzione (IF), con criteri di La scelta di questi tipi di forni risponde alle scelta basati su ragioni tecniche esigenze di flessibilità produttiva richiesta dal (es: capacità, tipologia di mercato (in termini di qualità e quantità di acciaio, ecc.). Grazie alla ghisa liquida) e di maggiore semplicità di notevole capacità di affinazione, APPLICATA EAF permette la fusione di gestione (minor personale e ridotti interventi di TOTALMENTE materiali di recupero di bassa manutenzione dei refrattari), rispetto ai forni qualità, che rappresenta un cubilotti a vento freddo, utilizzati fino al 2000 e successivamente dimessi e sostituiti con forni vantaggio in termini di riciclo, elettrici. ma che richiedono un La scelta di abbandonare i forni cubilotto è appropriato trattamento delle emissioni attraverso un sistema stata operata anche in relazione al maggiore di depurazione. impatto ambientale che questi forni avevano Per la fusione della ghisa si rispetto ai forni elettrici. possono impiegare: il cubilotto, i forni elettrici ad arco, ad induzione ed i forni rotativi. Fusione della ghisa al forno elettrico ad induzione I forni attualmente in uso sono: • 1 Forno elettrico CRESCENZI – FRATI ad induzione, da 14 t di capacità; • 1 Forno elettrico FOMET ad induzione, da 6,5 t di capacità; • 1 Forno elettrico FOMET ad induzione, da 10 t di capacità; Impiego di energia elettrica a PARZIALMENTE Tutti e tre i forni sono a crogiolo e operano a media frequenza per i nuovi APPLICATA frequenza di rete – 50 Hz. I tre forni vengono impianti. utilizzati, sia per le attività di fusione, sia come forni di mantenimento della ghisa fusa. Viene utilizzato inoltre, esclusivamente come forno di attesa per il mantenimento del metallo in temperatura, un forno TAGLIAFERRI ad induzione a canale, da 6 t di capacità. 35 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 9 10 11 12 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali L’attività di fusione è svolta, normalmente, solo nel periodo notturno per utilizzare la maggior disponibilità di energia ed i minori costi dell’energia elettrica. Durante il periodo diurno, i forni sono utilizzati per il mantenimento della ghisa fusa alla temperatura richiesta (1.450 °C); in tali condizioni operative, la resa energetica dei forni a crogiolo a frequenza di rete è analoga a quella dei forni a media frequenza. I forni fusori sono raffreddati ad acqua, in circuiti chiusi. Attualmente non viene effettuato alcun Dove applicabile, recuperare il NON recupero energetico, in quanto le modeste calore APPLICABILE quantità di calore disponibili, non giustificano l’investimento. Tutto il rottame utilizzato è costituito da materiale selezionato, esente da sporco, olio e grassi; le condizioni di stoccaggio al coperto all’interno del capannone del reparto forni prevengono possibili ossidazioni. Il boccame ed i ritorni stoccati all’esterno su pavimento impermeabilizzato vengono Usare rottami e ritorni puliti utilizzati tal quali per due motivi: APPLICATA evitando ruggine, sporcizia e TOTALMENTE • utilizzare l’effetto protettivo della silice (a sabbia pH acido), sul refrattario del forno (pigiata acida), con positivi effetti sulla durata del refrattario; • eliminare i significativi consumi energetici (e relativi costi) necessari per le eventuali operazioni di granigliatura del boccame per eliminare i residui di sabbia presenti. Tutti e 3 i forni fusori sono dotati di aspirazione con dispositivi di captazione con Captare i gas di scarico cappe mobili. Tali sistemi di aspirazione, utilizzando tecniche idonee ad APPLICATA consentono di captare, in modo ottimale, le ottimizzare la captazione degli TOTALMENTE emissioni prodotte in tutte le fasi di effluenti, durante tutte le fasi del funzionamento dei forni (introduzione cariche, ciclo operativo del forno fusione, mantenimento, scarifica e spillatura) Le aspirazioni dei forni, vengono convogliate a specifici impianti di depurazione, e precisamente: Utilizzo, ove necessario, di 3 APPLICATA • Forni M1 ed M2: Asp. 20.000 Nm /h sistemi di depurazione a secco (emissione E12 con ciclone + filtro a TOTALMENTE delle emissioni tessuto); 3 • Forno M4 ed M3: Asp. 20.000 Nm /h (Emissione E26 con filtro a tessuto). Trattamento del metallo (sferoidizzazione) 36 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Adottare una tecnica di sferoidizzazione senza sviluppo di gas. 13 14 In alternativa catturare i fumi di MgO utilizzando un coperchio o una copertura con dispositivi di estrazione o una cappa mobile. Depolverare le emissioni prodotte dal trattamento usando filtri a maniche, rendendo possibile l’eventuale riutilizzo delle polveri di MgO (se esiste un mercato locale). APPLICATA TOTALMENTE Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali La sferoidizzazione della ghisa viene effettuata in una apposita unità di trattamento, con introduzione della lega sferoidizzante in siviera, attraverso un “filo” contenente la lega FeSiMg. L’operazione è svolta in modo automatico, in ambiente chiuso, tenuto in depressione da apposita aspirazione che raccoglie tutti i fumi prodotti dal processo. Vengono utilizzati anche metodi di sferoidizzazione con “Siviera a coperchio” e “Sandwich” nei quali la lega sferoidizzante è posizionata nel fondo della siviera di trattamento prima dell’introduzione della ghisa liquida. In tutte le postazioni di trattamento, i fumi che si sviluppano vengono captati attraverso l’aspirazione a servizio dei forni, e successivamente depurati (E12 ed E26). Le polveri derivanti dalla depurazione delle emissioni del processo di sferoidizzazione (principalmente costituiti da ossidi di Mg), convogliate al medesimo impianto di filtrazione a servizio dei forni, non possono essere separate e, pertanto vengono avviate a smaltimento assieme agli altri residui della depurazione delle emissioni. AREA FORMATURA BAT PER LE TECNICHE DI PRODUZIONE GETTI CON FORMA PERSA NON APPLICABILE Formatura in terra a verde 15 16 Chiudere tutte le unità operative degli impianti di lavorazione delle terre (griglia vibrante, distaffatura della sabbia, raffreddatori, unità di miscelazione), e depolverare le emissioni in accordo con i livelli di emissione associate alle BAT; se sussistono idonee condizioni di mercato, le polveri di abbattimento possono trovare un riutilizzo all’estero. Per quanto riguarda le parti fini aspirate nelle diverse postazioni del ciclo di lavorazione e di recupero (distaffatura, dosaggio e movimentazione) le BAT sono rappresentate dalle tecniche che ne consentono il re-impiego nel circuito delle terre. Utilizzare tecniche di recupero delle terre. Le aggiunte di sabbia nuova dipendono dalla quantità di anime presenti e dalla loro compatibilità con le APPLICATA TOTALMENTE Tutte le fasi del ciclo di recupero delle terre a verde, sono presidiate da idonea aspirazione. Il ciclo di recupero terre, compresa anche la molazza e le fasi di distaffatura della linea RABUFFETTI, sono presidiate da una specifica aspirazione con portata di 52.000 3 Nm /h, che, dopo depurazione con torre di lavaggio, convoglia alla Emissione E1. NON APPLICABILE I fanghi derivanti dai sistemi di depurazione delle emissioni, in relazione alle caratteristiche qualitative richieste dalla terra di formatura, non possono essere riutilizzate nel ciclo delle terre e sono avviati allo smaltimento. APPLICATA TOTALMENTE 37 Le terre di formatura, dopo la distaffatura, vengono avviate al ciclo di riutilizzo. Le perdite di terra che si realizzano lungo l’intero ciclo, vengono compensate dalla Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie 17 18 Captazione delle emissioni dalle aree di produzione, movimentazione e stoccaggio delle anime prima della distribuzione. 19 Utilizzo di intonaci refrattari a base di H2O, in sostituzione degli intonaci con solvente ad alcol, per la verniciatura di forme ed anime nelle fonderie con produzioni di media e grande serie. L’utilizzo di vernici ad alcol rappresenta una BAT nel caso di: • produzioni di forme ed anime complesse e di grandi dimensione; • utilizzo di sistemi con sabbia e silicato di sodio; • produzione di getti in magnesio; • produzione di getti in acciaio al manganese, con vernici a base di MgO. Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali sabbia derivante dalle anime introdotte nella forma e dalla aggiunta di circa 1% di sabbia nuova. tecniche di recupero impiegate. Per le sole terre a verde, la percentuale di recupero raggiungibile è del 98%. Sistemi con elevate percentuali di anime con leganti incompatibili con il sistema di recupero, possono raggiungere percentuali di riutilizzo fra il 90 e il 94%. Minimizzare l’utilizzo di resine e leganti utilizzando sistemi di controllo del processo (manuali o automatici) e di controllo della miscelazione. Per le produzioni di serie con frequenti cambi dei parametri produttivi le BAT consistono nell’utilizzare sistemi di archiviazione elettronica dei parametri produttivi. Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Formatura chimica I mescolatori utilizzati nel cantiere di formatura manuale sono dotati di moderni sistemi computerizzati di controllo e dosaggio dei vari componenti della miscela di formatura (sabbia nuova, sabbia rigenerata, resina, catalizzatore), che garantiscono il controllo ottimale del processo, minimizzando i APPLICATA consumi delle resine e del catalizzatore entro i TOTALMENTE limiti definiti nelle varie “ricette” impostate e memorizzate dal programma gestionale del PLC. Tutti i parametri di processo sono definiti e controllati mediante il Sistema di Gestione aziendale (sistema certificato secondo gli standard UNI EN ISO 9001:2000). Il reparto anime è dotato di 1 macchina di formatura presidiata da aspirazione, che garantisce la captazione delle emissioni delle APPLICATA polveri e dei vapori che si possono generare nelle fasi di formatura delle anime. TOTALMENTE L’aspirazione, con una portata complessiva di 3 3.950 Nm /h, viene convogliata alla Emissione E8. Gli intonaci refrattari vengono utilizzati sia per alcuni tipi di anime, sia nel reparto a mano che produce i grossi getti, con formatura “in campo”, per le operazioni di finitura delle superfici interne delle forme. Vengono utilizzati intonaci refrattari a base di zirconio e grafite, sia in acqua che in sospensione alcolica. APPLICATA TOTALMENTE I medesimi prodotti vengono utilizzati anche per l’applicazione sulle anime di grossa dimensione e forma complessa, realizzate con processo autoindurente (sabbia resina). Gli intonaci refrattari vengono applicati a pennello sulla forma posizionata “in campo” nel reparto. L’essiccazione degli intonaci viene effettuata naturalmente in aria ambiente o, in alcuni casi in particolare nel periodo invernale, attraverso l’utilizzo di flambatori a gas. Entrambe le predette tecniche di verniciatura rappresentano 38 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 20 delle BAT per le fonderie con produzioni di piccole serie di getti e per le fonderie con produzioni su commessa. In queste tipologie di fonderie, lo sviluppo di tecniche con vernici ad acqua è legato alla disponibilità di sistemi di essiccazione a microonde o altre tecniche di essiccazione. Quando vengono utilizzate vernici ad alcol, le BAT sono rappresentate dall’utilizzo di sistemi di captazione delle emissioni prodotte, fissi o mobili, fatta eccezione per le fonderie con produzione di grossi getti con formatura “in campo”, ove le cappe non possono essere utilizzate. In aggiunta, nel caso di produzione di anime con sistemi a base di resine fenoliche-poliuretaniche indurite con ammina, le BAT prevedono: • abbattimento delle emissioni prodotte utilizzando idonei sistemi quali assorbimento su carbone attivo, abbattitori chimici (scrubber), post combustione, biofiltrazione; • recupero delle ammine dalle soluzioni esauste di abbattimento degli impianti chimici, per quantità che consentano l’operazione in termini economici; • utilizzo di resine formulate con solventi a base aromatica o a base vegetale. Le BAT hanno come obiettivo la minimizzazione della quantità di sabbia avviata alla discarica, utilizzando sistemi di rigenerazione e/o di riutilizzo. Nel caso di rigenerazione, si applicano le seguenti condizioni: 21 Per le sabbie con leganti con indurimento a freddo (i.e. sabbie con resina furanica), utilizzo di sistemi di recupero di tipo meccanico ad eccezione dei sistemi con silicato di sodio. La resa del processo di recupero è del 75-80%. Area Qualità dell’Ambiente ed Energie NON APPLICABILE Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali La Fonderia non utilizza sistemi di formatura anime con resine fenoliche poliuretaniche, con indurimento con ammine (processo Ashland). Tutte le sabbie derivanti dalla formatura chimica in sabbia resina, dopo la di staffatura, sono avviate ad un impianto di recupero e successivamente riutilizzate nei medesimi cantieri di formatura. APPLICATA TOTALMENTE Per la rigenerazione delle sabbie derivanti dal reparto formatura a mano (sabbia e resina fenol-furanica) la Fonderia dispone di un impianto di recupero PRAMAGGIORE di tipo meccanico. La resa media dell’impianto è superiore all’80%. 39 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Miscele di terra a verde e sabbie con leganti organici vengono rigenerate utilizzando processi di recupero meccanico-termico-meccanico, sfogliatura per abrasione o pneumatica. La sabbia recuperata può essere riutilizzata per la produzione di anime nella misura dal 40 al 100%, e per la produzione di forme nella misura dal 90 al 100%. 22 23 24 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie APPLICATA TOTALMENTE Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Come riportato in precedenza, tutta la terra di formatura a verde, contenente la parte di sabbia derivante dalle anime, viene avviata al ciclo di recupero delle terre. Tutta la sabbia recuperata viene riutilizzata per la produzione delle forme a verde, al netto della quota eccedente. Tutti i parametri chimico-fisici della terra di formatura, vengono monitorati, in automatico, Monitorare la qualità e la APPLICATA ad ogni ciclo di miscelazione. composizione delle sabbie TOTALMENTE Le caratteristiche delle sabbie recuperate, rigenerate. vengono controllate nell’ambito del SGQ aziendale. COLATA, RAFFREDDAMENTO E DISTAFFATURA Nelle linee di produzione di serie, aspirare le emissioni La fase di raffreddamento delle forme della prodotte durante la colata e linea automatizzata RABUFFETTI, dopo la racchiudere le linee di sovra copertura (separazione della motta raffreddamento, captare le dalla staffa), è presidiate da un’aspirazione emissioni prodotte. PARZIALMENTE che confluisce nell’impianto di aspirazione della sovra copertura/sterratua (postazione APPLICATA Racchiudere le postazioni di chiusa all’interno di apposita cabina distaffatura/sterratura, e trattare insonorizzata), collegate ad un impianto di le emissioni utilizzando cicloni, depurazione con torre di lavaggio tipo associati a sistemi di Scrubber (emissione E1). depolverazione ad umido o a secco. Per le produzioni di grossi getti, Le caratteristiche strutturali del capannone colati “in campo” o “in fossa”, APPLICATA che ospita il reparto di formatura “in campo” ove il lay-out non consente di TOTALMENTE installare cappe per aspirazione dei grossi getti garantiscono una adeguata ventilazione. localizzata, realizzare una adeguata ventilazione generale. FINITURA GETTI All’uscita dell’impianto di formatura i getti vengono avviati alle operazioni di finitura che consistono nella pulitura delle superfici esterne dei pezzi in apposite macchine mediante graniglia metallica. Tutte le operazioni di granigliatura dei getti Captazione e trattamento sono realizzate all’interno di specifiche mediante l’impiego di sistemi a macchine granigliatrici dotate di impianti di secco o ad umido, delle APPLICATA aspirazione e depolverazione delle emissioni emissioni prodotte nelle fasi di TOTALMENTE prodotte, costituiti da sistemi di filtrazione a taglio dei dispositivi di colata, di secco con filtri a tessuto, e precisamente: granigliatura e sbavatura dei • granigliatrice SIRSI (M16): E14; getti. • granigliatrice TOSCA (M17): E17; • granigliatrice OMSG (M18): E15; • granigliatrice CM (M19): E16. Per la sbavatura dei getti vengono utilizzati 40 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 25 26 27 28 Utilizzo di combustibili puliti nei forni di trattamento. Gestione automatizzata dei forni di Trattamento Termico e del controllo dei bruciatori. Captazione ed evacuazione dei gas esausti prodotti nelle varie fasi della finitura. Separazione delle diverse tipologie di acque reflue. Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali APPLICATA TOTALMENTE due appositi Box e due molatrici fisse, dotati di aspirazione e successivo trattamento con filtri a tessuto: • box n. 1 (M20): E24; • box n. 2 (M21): E23; • molatrici fisse (M22 – M34): E25. I forni per i trattamenti termici sono di tipo elettrico. APPLICATA TOTALMENTE Il ciclo dei forni è automatico e controllato con apparecchiature elettroniche. Tutte le emissioni prodotte dalle fasi di finitura descritte sono opportunamente captate e trattate, ove necessario. ACQUE DI SCARICO Le attività della Fonderia originano scarichi idrici riconducibili a: • acque meteoriche di dilavamento; • acque nere provenienti dai servizi igienici. APPLICATA TOTALMENTE NON APPLICATA 29 Massimizzare i ricircoli interni delle acque di processo ed il loro riutilizzo multiplo. APPLICATA TOTALMENTE 30 Trattamento, utilizzando opportune tecniche, di tutte le acque dei processi di depurazione delle emissioni e, in generale, di tutte le acque reflue. APPLICATA TOTALMENTE 31 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Non vengono scaricate acque di processo o acque di raffreddamento. In relazione alla datazione dello stabilimento e della relativa rete fognaria gli scarichi esistenti (da S1 a S5) sono di tipo misto. Tutte le acque di raffreddamento (forni fusori, centralina idraulica dell’impianto di formatura, raffreddamento ed essicazione aria compressa) sono inserite in circuiti chiusi con ricircolo. Le acque meteoriche, prima dello scarico, vengono trattate con sistemi di decantazione dei solidi in sospensione ed eliminazione oli (scarichi S1 – S4 – S5). Le acque nere originate dalla palazzina mensa vengono scaricate in fognatura pubblica dopo trattamento di eliminazione degli oli (scarico S2). Lo scarico S3 non è presidiato in quanto relativo principalmente ad acque nere. RIDUZIONE DEL RUMORE Particolare attenzione è stata rivolta al problema del rumore, sia per gli aspetti che interessano l’ambiente interno, sia per l’impatto verso l’ambiente esterno. In particolare sono stati realizzati interventi Sviluppo ed implementazione di tecnico-impiantistici di riduzione e/o APPLICATA tutte le strategie di riduzione del contenimento dei livelli di rumore su tutte le TOTALMENTE rumore utilizzabili, con misure fasi del processo produttivo che generano generali o specifiche. livelli di pressione sonora significativi. Nel dettaglio sono stati realizzati i seguenti interventi: • utilizzo di soluzioni costruttive che 41 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali consentano un elevato effetto di assorbimento delle onde sonore in tutte le parti dell’impianto di caricamento dei forni, soggette a ricevere la caduta dei materiali ferrosi di carica (tramogge, skipp di carico); • realizzazione di una cabina fonoisolante nella postazione di distaffatura/sterratura della linea di formatura a verde; • applicazione di silenziatori sui camini degli impianti di aspirazione; • realizzazione di una cabina fonoisolante sul ventilatore dell’impianto di aspirazione della distaffatura (emissione E1). 32 33 Utilizzo di sistemi di chiusura ed isolamento delle unità e delle APPLICATA Vedi elenco interventi sopra riportato. fasi lavorative con produzione TOTALMENTE di elevati livelli di emissione sonora, quali i distaffatori. RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DIFFUSE Criticità rispetto alla collocazione. Le BAT in questo caso riguardano le emissioni non prodotte direttamente nel processo produttivo ma in sezioni di impianto che ad esso sono connesse, come ad esempio gli stoccaggi e la movimentazione dei materiali. Le indicazioni riguardano in questo caso i provvedimenti preventivi e tutti gli accorgimenti da mettere in atto sistematicamente. Le emissioni diffuse che vengono prodotte dall’attività della Fonderia sono relative alle fasi di movimentazione delle materie prime e dei residui costituiti da materiale polverulento. APPLICATA TOTALMENTE Tutte le fasi di movimentazione dei materiali polverulenti (sabbie, additivi, ecc) sono effettuate in un circuito chiuso a mezzo trasporto pneumatico. I rifiuti polverulenti (terre esauste e scorie) sono stoccati in appositi cassoni scarrabili coperti atti ad evitare il trasporto eolico. Le polveri degli impianti di abbattimento sono raccolte e stoccate in Big Bags chiusi. I reparti ed i piazzali esterni vengono regolarmente puliti a mezzo di moto spazzatrice. GESTIONE AMBIENTALE 34 35 36 37 Sviluppare un Sistema di Gestione Ambientale e procedure di verifica, esaminati e validati da un organismo di certificazione accreditato. Definizione da parte dei vertici aziendali di una politica ambientale. Pianificare e formalizzare le necessarie procedure in materia di ambiente, implementandole adeguatamente. Verificare le prestazioni ambientali ed adottare le azioni correttive necessarie. APPLICATA TOTALMENTE APPLICATA TOTALMENTE APPLICATA TOTALMENTE APPLICATA TOTALMENTE 42 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 38 39 Preparare e pubblicare regolari rapporti ambientali che descrivano tutti gli aspetti ambientali significativi, e che permettano, anno dopo anno, il confronto con gli obiettivi ambientali, e con i dati di settore (BENCHMARKING). Aderire ad un sistema internazionale di accordi volontari, quali EMAS o UNI EN ISO 14001. Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali APPLICATA TOTALMENTE APPLICATA TOTALMENTE Certificazione ISO 14001:2004 ottenuta il 30/04/11 con scadenza 30/04/2014. Tabella D1 – Stato di applicazione delle BAT D.2 CRITICITÀ RISCONTRATE ARIA La principale criticità è legata alla collocazione urbanistica dell’insediamento che – allo stato attuale – risulta di fatto situato in pieno centro abitato. Le operazioni di verniciatura con intonaci a solvente, effettuata sulla formatura manuale realizzata “in campo”, sono effettuate in zona non presidiata da sistema di captazione e aspirazione. ACQUA L’attività svolta rientra tra quelle assoggettate a R.R. 04/06 “Disciplina e regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26”, tuttavia le reti di scarico non risultano separate per tipologia e recapito. SUOLO La pavimentazione della zona stoccaggio materie prime non risulta integra. 43 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali E. QUADRO PRESCRITTIVO E.1 ARIA E.1.1 VALORI LIMITE DI EMISSIONE Nella tabella sottostante si riporta l’identificazione dei punti di emissione in atmosfera e i relativi valori limite: EMISSIONE PROVENIENZA Sigla Descrizione M9 Impianto recupero terre - molazza M11 Distaffatore linea Rubaffetti M14 Griglia di distaffatura getti grossi M15 Linea recupero sabbie della griglia di distaffatura E1 E2 E3 M30 E4 M12 E5 E6 E8 Impianto di recupero sabbie Mescolatore continuo IMF M5 Stufa essicazione anime M13 Mescolatore continuo SOGEMI M6 Macchina Shell Moulding M1 Forno Crescenzi Frati E12 PORTATA 3 [Nm /h] DURATA [h/g] INQUINANTI VALORE LIMITE 3 [mg/Nm ] 52.000 10 h/gg Polveri 10 21.000 10 h/gg Polveri 10 7.200 12 h/gg Polveri 10 5.100 10 h/gg Polveri 10 COV (1) 50 Fenoli (1) 5 Formaldeide (1) 10 6 h/gg Polveri 10 1 h/gg NH3 COV (1) Polveri Fenoli (1) Formaldeide (1) 5 50 10 5 10 Polveri 10 IPA 0,01 2.000 3.000 3.950 20.000 M2 2 h/gg 12 h/gg Forno Formet 6,5t Σ Pb, Mn, Cu, V, Sn, Zn e composti Σ Cr VI, Ni, Co, As, Cd e composti 5 1 E14 M16 Granigliatrice SIRSI 15.000 10 h/gg Polveri 10 E15 M18 Granigliatrice OMSG 9.300 10 h/gg Polveri 10 E16 M19 Granigliatrice CM 5.000 8 h/gg Polveri 10 E17 M17 Granigliatrice TOSCA 8.000 8 h/gg Polveri 10 E23 M21 Box sbavatura 10.000 10 h/gg Polveri 10 44 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 E24 E25 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Box sbavatura 18.000 10 h/gg Polveri 10 M22 n.2 Mole fisse Vagnone Boeri 4.000 8 h/gg Polveri 10 M34 M3 Forno Resivier Tagliaferri Polveri 10 M4 Forno Fomet 10 t IPA 0,01 20.000 12 h/gg M27 n.2 Unità di trattamento GS M28 E* E28 Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali M20 E26 E27 Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali M32 Saldatura fissa di processo Verniciatura con intonaci a solvente - M33 Sega a nastro del reparto modelleria (falegnameria) 1.000 3 h/gg - - 3.000 1 h/gg Σ Pb, Mn, Cu, V, Sn, Zn e composti Σ Cr VI, Ni, Co, As, Cd e composti 5 1 Polveri 10 Polveri 3 COV (2) vedi nota Polveri 10 Tabella E1 – Emissioni in atmosfera Dove: COV (1) Per COV si intende la misura del Carbonio Organico Totale (come somma dei COV non metanici e metanici) espresso come C e misurato con apparecchiatura FID tarata con propano. Il valore limite è da intendersi comprensivo delle concentrazioni rilevate di Formaldeide e Fenoli. Per COV si intende la misura del Carbonio Organico Totale (come somma dei COV non metanici e metanici) espresso come C e misurato con apparecchiatura FID tarata con propano. Le emissioni di COV, fermo restando il limite inderogabile di utilizzo di 5 t/anno di COV, derivanti dal processo di verniciatura con intonaci a solvente (E*) non sono soggette a limitazioni qualora il consumo complessivo di PV non sia superiore alle 2 t/anno. COV E* (2) Quantità di prodotto verniciante (P.V.) in kg/anno Quantità massime (% sui P.V. utilizzati) di COV senza impianto di abbattimento P.V. fino a 2000 Non sono definiti limiti di percentuale di COV 2000≤ P.V. ≥ 4000 75% 4000≤ P.V. ≥ 6000 65% 6000≤ P.V. ≥ 10000 50% Le limitazioni prescritte sono da intendersi successivamente ai lavori di adeguamento di cui al Paragrafo E11 - Tabella E3 – Interventi da attuare – al fine di rimuovere le criticità riscontrate. Il Gestore dovrà inoltrare opportuna comunicazione circa la loro realizzazione e provvedere entro 90 gg al ciclo di campionamento necessario per la loro caratterizzazione. E.1.2 REQUISITI E MODALITÀ PER IL CONTROLLO 1. Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento dovranno essere coincidenti con quanto riportato nel Piano di monitoraggio e controllo del presente Allegato Tecnico. 45 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali 2. I controlli degli inquinanti dovranno essere eseguiti nelle condizioni di esercizio dell’impianto per le quali lo stesso è stato dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate nel ciclo tecnologico e descritte. 3. Il ciclo di campionamento dovrà essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al metodo UNICHIM 158/1988 ed eventuali aggiornamenti, con riferimento alla descrizione del ciclo produttivo in essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell’effluente gassoso e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei criteri, della durata, del tipo e del numero dei campionamenti previsti. 4. I risultati delle analisi eseguite alle emissioni dovranno riportare i seguenti dati: a. Concentrazione degli inquinanti espressa in mg/Nm3; b. Portata dell’aeriforme espressa in Nm3/h; c. Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali ( 273,15 °K e 101,323 kPa); d. Temperatura dell’aeriforme espressa in °C; e. Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo; f. Se nell’effluente gassoso, il tenore volumetrico di ossigeno è diverso da quello di riferimento, la concentrazione delle emissioni deve essere calcolata mediante la seguente formula: E= 21 − O2 * EM 21 − O2 M Dove: E = concentrazione da confrontare con il limite di legge EM = concentrazione misurata O2M = Tenore di ossigeno misurato OM = tenore di ossigeno di riferimento 5. I valori limite di emissione ed il tenore volumetrico dell’ossigeno di riferimento sono riferiti al volume di effluente gassoso rapportato alle condizioni normali, previa detrazione del tenore volumetrico di vapore acqueo, così come definito dalla normativa di settore. Il tenore volumetrico dell’ossigeno è quello derivante dal processo. Qualora il tenore volumetrico di ossigeno fosse diverso da quello di riferimento, le concentrazioni misurate dovranno essere corrette secondo quanto definito dalla normativa di settore. 6. I risultati delle verifiche effettuate, accompagnati dai dati di cui ai sopraccitati punti 3 e 4 dovranno essere conservati presso l’impianto a disposizione dell’Autorità di Controllo. 7. Qualora venga adottato un sistema di rilevazione in continuo degli inquinanti, dotato di registrazione su supporto cartaceo o magnetico, atto ad evidenziare eventuali anomalie dei presidi depurativi, i referti prodotti dallo stesso saranno considerati sostitutivi dell’analisi periodica. 8. I valori limite di emissione prescritti si applicano ai periodi di normale funzionamento dell’impianto, intesi come periodi in cui l’impianto è in funzione con esclusione dei periodi di avviamento e arresto e dei periodi in cui si verificano anomalie o guasti tali da non permettere il rispetto dei valori stessi. 46 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali E.1.3 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE 9. Le fasi di avvio, arresto e guasto dovranno seguire le seguenti prescrizioni: Fase di avvio La fase di avvio, ossia di riscaldo dei forni in assenza di carica da avviare alla fusione, ai sensi della DGR 30.12.2008 n. 8/8831, non potrà superare i 5 giorni se l’intervento prevede l’essicazione e l’assestamento della camera e del refrattario in essa contenuti o i 2 giorni se la camera di fusione rimane la medesima senza subire interventi strutturali. Fase di arresto La fase di arresto intesa come periodo di raffreddamento controllato del forno fino allo spegnimento, corrisponde come comunicato dalla Società a 56 ore (2-3 giorni). La fase di arresto del forno in seguito a guasto non potrà avere tempistiche inferiori o uguali alle 56 ore. Fase di guasto In caso di guasto del sistema di abbattimento collegato al forno fusorio, quest’ultimo dovrà essere arrestato entro la tempistica individuata dalla Società per l’arresto, ovvero per il tempo necessario per portare a compimento il ciclo di fusione in atto e garantire lo svuotamento del materiale fuso. 10. Tutti i punti di emissione dovranno essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee segnalazioni. 11. I punti di prelievo dovranno essere adeguatamente raggiungibili e l’accesso dovrà possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti. 12. I punti di misura e campionamento delle emissioni dovranno essere conformi ai criteri generali fissati dalla norma UNI EN 10169:2001. 13. Tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano gas, fumi e polveri, dovranno essere provvisti ciascuno di fori di campionamento del diametro di almeno 100 mm. In presenza di presidi depurativi, le bocchette di ispezione/campionamento dovranno essere previste a monte ed a valle degli stessi. Tali fori, dovranno essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusura metallica. Nella definizione della loro ubicazione si dovrà fare riferimento alla norma UNI-EN 10169:2001 e successive eventuali integrazioni e modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche. Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni (opportunamente documentate), comunque, concordate con l’ARPA territorialmente competente. 14. Tutte le emissioni tecnicamente convogliabili dovranno essere presidiate da un idoneo sistema di aspirazione localizzato ed inviate all’esterno dell’ambiente di lavoro e disperse in atmosfera tramite camini per i quali dovranno essere opportunamente definiti dimensione ed altezza così da evitare accumuli locali e consentire uno sviluppo delle valutazioni delle emissioni coerente con la norma UNI EN 10169:2001 e tutte quelle necessarie a quantificare le emissioni residue derivanti dall’esercizio degli impianti di cui trattasi. 15. Non sono ammesse emissioni diffuse quando queste – sulla base delle migliori tecnologie disponibili – siano tecnicamente convogliabili; l’onere della dimostrazione della non convogliabilità tecnica è posta in capo al Gestore dell’impianto, che deve opportunamente dimostrare e supportare tale condizione; in ogni caso, le operazioni che possono provocare emissioni di tipo diffusivo dovranno comunque essere il più possibile contenute e, laddove fossero previsti impianti di aspirazione localizzata per la bonifica degli ambienti di lavoro, gli stessi dovranno essere progettati avendo cura di ridurre al minimo necessario la portata di 47 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali aspirazione, definendo opportunamente il posizionamento dei punti di captazione nelle zone ove sono eseguite le operazioni interessate. 16. Dovranno essere evitate emissioni fuggitive, sia attraverso il mantenimento in condizioni di perfetta efficienza dei sistemi di captazione delle emissioni, sia attraverso il mantenimento strutturale degli edifici che non devono permettere vie di fuga delle emissioni stesse. 17. Gli effluenti gassosi non dovranno essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. 18. Tutte le emissioni derivanti da impianti con caratteristiche tecniche e costruttive simili, aventi emissioni con caratteristiche chimico-fisiche omogenee, dovranno – ove tecnicamente possibile – essere convogliate in un unico punto al fine di raggiungere valori di portata pari ad almeno 2.000 Nm3/h. Contenimento della polverosità 19. Il Gestore dovrà attuare opportuni sistemi di contenimento della polverosità a presidio di tutte le zone dell’insediamento potenziali fonte di emissioni diffuse, quali le aree di stoccaggio dei materiali a diverso titolo presenti nell’insediamento, i trasporti di materiali, le vie di transito interne dei veicoli, etc. Al fine del controllo e della limitazione della diffusione delle polveri, il Gestore dovrà attuare le previsioni di cui alla Parte I dell’Allegato V alla Parte V del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., incrementando – se del caso – i sistemi di contenimento già previsti e/o in essere. Le misure di cui sopra dovranno essere attuate compatibilmente con le esigenze specifiche degli impianti, scegliendo adeguatamente quelle più appropriate. Impianti di contenimento 20. Tutti i sistemi di contenimento installati o di cui successivamente si rendesse necessaria la modifica o l’installazione ex novo, compresi i relativi sistemi di controllo, dovranno essere compatibili con le sostanze in uso, con i cicli di lavorazione in essere e soddisfare i requisiti minimi previsti dalla DGR 13943/03, per impianti di abbattimento esistenti, e della DGR 3552/12, per impianti di abbattimento nuovi. 21. Dovranno essere tenute a disposizione le schede tecniche degli impianti di abbattimento installati attestanti le caratteristiche progettuali e di esercizio nonché le apparecchiature di controllo presenti ed i criteri di manutenzione previsti. 22. Gli impianti di abbattimento funzionanti secondo un ciclo ad umido che comporta lo scarico anche parziale, continuo o discontinuo, sono consentiti solo se lo scarico derivante dall’utilizzo del sistema è trattato nel rispetto delle norme vigenti. 23. Qualunque interruzione nell’esercizio degli impianti di abbattimento necessaria per la loro manutenzione o dovuta a guasti accidentali, qualora non siano presenti equivalenti impianti di abbattimento di riserva, dovrà comportare la fermata, limitatamente al ciclo tecnologico ad essi collegato, dell’esercizio degli impianti industriali, dandone comunicazione entro le otto ore successive all’evento all’Autorità Competente, al Comune e all’ARPA competente per territorio. 24. La comunicazione dovrà contenere indicazioni circa le misure adottate o che si intendono adottare per il ripristino della funzionalità del presidio. Gli impianti produttivi potranno essere riattivati solo dopo la rimessa in efficienza degli impianti di abbattimento a loro collegati. 25. Con riferimento alle fasi di colata e raffreddamento delle forme effettuate lungo il carosello del Reparto di Formatura Automatica dei getti (“formatura a verde” delle staffe) la Società dovrà presentare, entro 6 mesi dalla notifica di cui al presente provvedimento, uno 48 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali studio di fattibilità che indichi la eventuale possibilità di captazione delle emissioni diffuse provenienti da tali fasi, comprensivo di proposta di Piano di monitoraggio del parametro monossido di carbonio (CO). Criteri di manutenzione 26. Gli interventi di controllo e manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati al monitoraggio dei parametri significativi dal punto di vista ambientale dovranno essere eseguiti secondo quanto riportato nel Piano di Monitoraggio del presente allegato. 27. Le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dovranno essere definite in specifica procedura operativa predisposta dal Gestore ed opportunamente registrate. In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali: • manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza quindicinale; • manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni fornite dal costruttore dell’impianto (libretto d'uso/manutenzione o assimilabili); in assenza delle indicazioni di cui sopra con frequenza almeno semestrale; • controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, etc.) al servizio dei sistemi d’estrazione ed eventuale depurazione dell'aria. 28. Tutte le operazioni di manutenzione dovranno essere annotate in apposito registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove riportare: • la data di effettuazione dell’intervento; • il tipo di intervento (ordinario, straordinario, etc.); • la descrizione sintetica dell'intervento; • l’indicazione dell’autore dell’intervento. Tale registro dovrà essere tenuto a disposizione delle Autorità preposte al controllo. 29. Nel caso in cui si rilevi per una o più apparecchiature, connesse o indipendenti, un aumento della frequenza degli eventi anomali, le tempistiche di manutenzione e la gestione degli eventi dovranno essere riviste in accordo con l’ARPA territorialmente competente. 30. Il Gestore dovrà, in particolare, relazionare in merito alle modalità di gestione previste in caso di eventuali guasti/avarie dell’impianto di contenimento asservito alla emissione E1, al fine di prevenire e limitare i conseguenti impatti ambientali. E.1.4 PRESCRIZIONI GENERALI 31. Il Gestore dovrà garantire il rispetto dei valori limite prescritti e l’assenza di molestie olfattive generate dalle emissioni residue derivanti dal complesso delle attività svolte. 32. Qualora i limiti prescritti non fossero garantiti il Gestore dovrà provvedere alla installazione di ulteriori ed idonei sistemi di contenimento, le cui caratteristiche dovranno rispondere ai requisiti minimi della DGR 30.05.2012 n. IX/3552, dandone comunicazione alle Autorità di controllo (Provincia e ARPA). 33. Qualora il Gestore si veda costretto a: • interrompere in modo parziale l’attività produttiva; • utilizzare gli impianti a carico ridotto o in maniera discontinua; e conseguentemente sospendere, anche parzialmente, l’effettuazione delle analisi previste dall’autorizzazione dovrà trasmettere tempestivamente opportuna comunicazione motivata all’Autorità Competente, al Comune e all’ARPA territorialmente competente. 49 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali E.1.5 EVENTI INCIDENTALI/MOLESTIE OLFATTIVE 34. Il Gestore dovrà procedere alla definizione di un sistema di gestione ambientale tale da consentire lo sviluppo di modalità operative e di gestione dei propri impianti in modo da limitare eventi incidentali e/o anomalie di funzionamento, contenere eventuali fenomeni di molestia e – nel caso intervenissero eventi di questo tipo - in grado di mitigarne gli effetti, garantendo il necessario raccordo con le diverse autorità interessate. 35. Laddove comunque si evidenziassero fenomeni di inquinamento olfattivo il Gestore, congiuntamente ai servizi locali di ARPA Lombardia, dovrà ricercare ed oggettivare dal punto di vista sensoriale le emissioni potenzialmente interessate all’evento e le cause scatenanti del fenomeno secondo i criteri definiti dalla Linee Guida Regionali sulle emissioni odorigene di cui alla DGR 3018/12. Al fine di caratterizzare il fenomeno, i metodi di riferimento da utilizzare sono il metodo UNICHIM 158/88 per la definizione delle strategie di prelievo e osservazione del fenomeno ed UNI EN 13275/2004 per la determinazione del potere stimolante dal punto di vista olfattivo della miscela di sostanze complessivamente emessa. E.2 ACQUA E.2.1 VALORI LIMITE DI EMISSIONE Gli scarichi decadenti dall’impianto dovranno essere conformi ai limiti di cui alla Tab. 3 dell’ Allegato V alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06 s.m.i. e alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene nonché alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie. Inoltre dovranno essere in ogni istante rispettati i limiti stabiliti dall’Ufficio d’Ambito ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. all’art. 107, indicati nell’art. 14 del “Regolamento per l’utenza dei servizi di raccolta, allontanamento, depurazione e scarico dei reflui” di cui al Decreto del Presidente della Provincia n. 2 – provvedimento n.3 del 2 maggio 2011. E.2.2 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE 1. Lo scarico delle acque meteoriche di dilavamento delle superfici scolanti potrà essere recapitato in fognatura previo trattamento di decantazione e disoleazione. Le strutture utilizzate per il trattamento delle acque meteoriche (vasche di decantazione, disoleatore) dovranno essere mantenute sempre in condizioni efficienti. Qualsiasi avaria o guasto dovrà essere immediatamente comunicato ad Amiacque Srl e alla Segreteria Tecnica per l’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO). 2. Le fosse biologiche, le vasche interrate e il disoleatore dovranno essere regolarmente mantenute efficienti e svuotate dai residui almeno una volta all’anno. I rifiuti risultanti da tali operazioni dovranno essere smaltiti nel rispetto delle disposizioni normative di settore. 3. Dovrà essere prevista l’installazione, per ogni linea fognaria di raccolta di reflui domestici e acque meteoriche, dei pozzetti di campionamento posizionati a valle dei sistemi di trattamento e immediatamente a monte di ogni possibile commistione con altre linee fognarie, che dovranno avere le seguenti dimensioni minime: apertura 50 x 50 cm, invaso sotto il livello di scarico di 50 cm di altezza, il condotto di uscita del pozzetto di campionamento deve essere posizionato ad una quota inferiore rispetto a quello d’ingresso (minimo 1 DN). 4. I pozzetti di prelievo campioni dovranno essere a perfetta tenuta, mantenuti in buono stato e sempre facilmente accessibili per i campionamenti, ai sensi del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., Titolo III, Capo III, art. 101; periodicamente dovranno essere asportati i fanghi ed i sedimenti presenti sul fondo dei pozzetti stessi. La mancanza di pozzetti di campionamento aventi le caratteristiche di cui sopra dovrà essere supportata da documentati impedimenti tecnici e dovranno essere indicati sistemi e modalità alternative di prelievo. 50 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali 5. Tutti gli scarichi dovranno essere presidiati da idonei strumenti di misura, in alternativa potranno essere ritenuti idonei i sistemi di misura delle acque di approvvigionamento e in tal caso lo scarico si intenderà di volume pari al volume di acqua approvvigionata; comunque tutti i punti di approvvigionamento idrico dovranno essere dotati di idonei strumenti di misura dei volumi prelevati, posti in posizione immediatamente a valle del punto di presa e prima di ogni possibile deviazione. 6. Gli strumenti di misura di cui ai punti precedenti dovranno essere mantenuti sempre funzionanti ed in perfetta efficienza, qualsiasi avaria, disfunzione o sostituzione degli stessi deve essere immediatamente comunicata ad Amiacque Srl e alla Segreteria Tecnica per l’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO); qualora gli strumenti di misura dovessero essere alimentati elettricamente, dovranno essere dotati di conta ore di funzionamento collegato all’alimentazione elettrica dello strumento di misura, in posizione immediatamente a monte dello stesso, tra la rete di alimentazione e lo strumento oppure di sistemi di registrazione della portata. 7. Qualsiasi modifica quali-quantitativa degli scarichi dovrà essere preventivamente autorizzata dall’Autorità competente. E.2.3 PRESCRIZIONI GENERALI 8. Il Gestore dovrà adottare tutti gli accorgimenti atti ad evitare che qualsiasi situazione prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi; qualsiasi evento accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla qualità dei reflui scaricati, dovrà essere comunicato tempestivamente al Gestore della fognatura/impianto di depurazione, al dipartimento ARPA competente per territorio e all’Autorità Competente per l’AIA. 9. Dovranno essere adottate, per quanto possibile, tutte le misure necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi idrici anche mediante l’impiego delle MTD per il ricircolo e il riutilizzo dell’acqua. 10. Le superfici scolanti esterne, le cui acque meteoriche di dilavamento recapitano in pozzo perdente, senza separazione, non potranno essere adibite alle attività di cui all’art. 3 comma 1 del R.R. 4/06. 11. Dovrà essere sempre garantito il libero accesso all’insediamento produttivo del personale di Amiacque Srl incaricato dei controlli che potrà effettuare tutti gli accertamenti ed adempiere a tutte le competenze previsti dall’art. 129 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., nonché tutti gli accertamenti riguardanti lo smaltimento dei reflui anche prendendo visione o acquisendo copia della documentazione formale prevista da leggi e regolamenti. 12. Entro 6 mesi dalla notifica del presente provvedimento il Gestore dello scarico dovrà presentare alla Segreteria Tecnica per l’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) e ad Amiacque Srl, per la necessaria approvazione, un progetto finalizzato ad eliminare le portate meteoriche eccedenti la prima pioggia recapitate nella rete fognaria pubblica, individuando per le stesse un recapito alternativo nel rispetto della normativa vigente in materia di scarichi e fatti salvi gli eventuali divieti di cui al D.Lgs. 152/06 e s.m.i., art. 94 per le zone di rispetto delle acque sotterranee destinate al consumo umano, erogate a terzi mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di pubblico interesse. Il progetto dovrà inoltre individuare le misure atte a ridurre il più possibile l’estensione delle superfici scolanti, così come definite dall’art. 2 del R.R. 4/06. Il progetto dovrà contenere un crono-programma per la realizzazione delle opere previste da valutare, quindi, secondo la complessità delle opere stesse. 51 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali 13. Il progetto sopra menzionato dovrà prevedere la separazione delle linee di raccolta e recapito delle acque meteoriche dalla linea di raccolta e recapito dei reflui domestici, in modo tale che il recapito avvenga separatamente. 14. Qualora non ci fossero le condizioni per eliminare completamente dalla rete fognaria pubblica lo scarico delle acque meteoriche eccedenti la prima pioggia, il progetto di cui ai punti precedenti dovrà adeguatamente motivare tale impossibilità e comunque individuare le possibili misure atte a ridurre le portate meteoriche recapitate nella rete fognaria pubblica. 15. In presenza di acque di seconda pioggia assoggettate alle disposizioni del R.R. 4/06 il progetto di cui ai punti precedenti deve relazionare circa l’eventuale adozione degli interventi previsti dalla DGR 21.06.2006 n. 8/2772 nell’Allegato A, punto 3. 16. Con riferimento allo scarico in pubblica fognatura delle acque di emergenza del circuito raffreddamento forni e delle acque di lavaggio dello stabilimento (pavimenti interni e superfici scolanti esterne), il Gestore dovrà presentare, entro 30 giorni dalla notifica del presente provvedimento, all’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), ad Amiacque Srl, ARPA e Autorità competente una relazione tecnica che descriva in maniera dettagliata la fase del processo produttivo dalla quale ha origine lo scarico, i quantitativi e la tipologia di tali acque. E.3 RUMORE E.3.1 VALORI LIMITE La Società dovrà rispettare i livelli di immissione ed emissione sonora definiti dal Piano di Zonizzazione acustica del Comune di San Giorgio su Legnano, con riferimento alla Legge 447/95 e al DPCM del 14 novembre 1997. E.3.2 REQUISITI E MODALITÀ PER IL CONTROLLO 1. Le modalità di presentazione dei dati delle verifiche di inquinamento acustico vengono riportati nel Piano di Monitoraggio. 2. Le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal DM del 16 marzo 1998 da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine. E.3.3 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE 3. Entro 3 mesi dalla notifica del presente provvedimento di AIA la Società dovrà presentare una relazione di verifica del rispetto dei limiti di immissione ed emissione nonché del criterio differenziale ai recettori sensibili. La modalità e i punti di misura dovranno essere preventivamente concordati con il Comune e con ARPA territorialmente competente. Qual’ora i risultati evidenziassero il superamento dei limiti indicati, la Società dovrà contestualmente presentare un piano di risanamento acustico. E.3.4 PRESCRIZIONI GENERALI 4. Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle emissioni sonore, dovrà essere redatta, secondo quanto previsto dalla DGR n.7/8313 dell’08.03.2002, una valutazione previsionale di impatto acustico. Una volta realizzati le modifiche o gli interventi previsti, dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento e presso i principali recettori ed altri punti da concordare con il Comune ed ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora, nonché il rispetto dei valori limite differenziali. Sia i risultati dei rilievi effettuati, contenuti all’interno di una valutazione di impatto acustico, sia la valutazione previsionale di impatto acustico dovranno essere presentati all’Autorità Competente, al Comune e ad ARPA dipartimentale. 52 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali E.4 SUOLO 1. Dovranno essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne. 2. Entro 3 mesi dalla notifica del presente provvedimento di AIA la Società dovrà ripristinare la pavimentazione esterna di tutto lo stabilimento, ove si presenti fessurata. 3. Dovrà essere mantenuta in buono stato la pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di carico e scarico, effettuando sostituzioni del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato. 4. Le operazioni di carico, scarico e movimentazione dovranno essere condotte con la massima attenzione al fine di non far permeare nel suolo alcunché. 5. Qualsiasi sversamento, anche accidentale, dovrà essere contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco. 6. Le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione dei serbatoi fuori terra ed interrati e delle relative tubazioni accessorie dovranno essere effettuate conformemente a quanto disposto dal Regolamento Locale d’Igiene – tipo della Regione Lombardia (Titolo II, cap. 2, art. 2.2.9 e 2.2.10), ovvero dal Regolamento Comunale d’Igiene, dal momento in cui venga approvato, e secondo quanto disposto dal Regolamento Regionale n. 2 del 13.05.2002, art. 10. 7. L’eventuale dismissione di serbatoi interrati dovrà essere effettuata conformemente a quanto disposto dal Regolamento Regionale n. 1 del 28.02.2005, art. 13. Indirizzi tecnici per la conduzione, l’eventuale dismissione, i controlli possono essere ricavati dal documento “Linee guida – Serbatoi interrati” pubblicato da ARPA Lombardia (Aprile 2004). 8. La Società dovrà segnalare tempestivamente all’Autorità Competente ed agli Enti competenti ogni eventuale incidente o altro evento eccezionale che possa causare inquinamento del suolo. E.5 RIFIUTI E.5.1 REQUISITI E MODALITÀ PER IL CONTROLLO 1. I rifiuti in uscita dall’impianto e sottoposti a controllo, le modalità e la frequenza dei controlli, nonché le modalità di registrazione dei controlli effettuati dovranno essere coincidenti con quanto riportato nel Piano di Monitoraggio del presente provvedimento. E.5.2 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE 2. Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto, dovranno essere impermeabilizzate, e realizzate in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa di possibili sversamenti; i recipienti fissi e mobili dovranno essere provvisti di accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e svuotamento. 3. Le aree adibite allo stoccaggio dei rifiuti dovranno essere di norma opportunamente protette dall’azione delle acque meteoriche; qualora, invece, i rifiuti siano soggetti a dilavamento da parte delle acque piovane, dovrà essere previsto un idoneo sistema di raccolta delle acque di percolamento, che andranno successivamente trattate nel caso di contaminazione. 4. I fusti e le cisternette contenenti i rifiuti non dovranno essere sovrapposti per più di 3 piani ed il loro stoccaggio dovrà essere ordinato, prevedendo appositi corridoi d’ispezione. 53 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali 5. E’ consentito stoccare all’aperto in cumuli esclusivamente rifiuti non pericolosi, quali verde, rottami metallici, scorie di acciaieria e rifiuti inerti, come definiti dall’art. 2, comma 1, lettera e), del D.Lgs. 36/03, a patto che sia garantito il corretto idoneo sistema di raccolta delle acque di percolamento. 6. I serbatoi per i rifiuti liquidi: • dovranno riportare una sigla di identificazione; • dovranno possedere sistemi di captazione degli eventuali sfiati che dovranno essere inviati ad apposito sistema di abbattimento; • potranno contenere un quantitativo massimo di rifiuti non superiore al 90% della capacità geometrica del singolo serbatoio; • dovranno essere provvisti di segnalatori di livello ed opportuni dispositivi antitraboccamento; • se dotati di tubazioni di troppo pieno, ammesse solo per gli stoccaggi di rifiuti non pericolosi, lo scarico dovrà essere convogliato in apposito bacino di contenimento. 7. I mezzi utilizzati per la movimentazione dei rifiuti dovranno essere tali da evitare la dispersione degli stessi; in particolare: • i sistemi di trasporto di rifiuti soggetti a dispersione eolica dovranno essere carterizzati o provvisti di nebulizzazione; • i sistemi di trasporto di rifiuti liquidi dovranno essere provvisti di sistemi di pompaggio o mezzi idonei per fusti e cisternette; • i sistemi di trasporto di rifiuti fangosi dovranno essere scelti in base alla concentrazione di sostanza secca del fango stesso. E.5.3 PRESCRIZIONI GENERALI 8. Dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, nonché la loro pericolosità. 9. Il Gestore dovrà tendere verso il potenziamento delle attività di riutilizzo e di recupero dei rifiuti prodotti nell’ambito del proprio ciclo produttivo e/o privilegiando il conferimento ad impianti che effettuino il recupero dei rifiuti. 10. L’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul e nel suolo sono severamente vietati. 11. Il deposito temporaneo dei rifiuti dovrà rispettare la definizione di cui all’art. 183, comma 1, lettera bb) del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; qualora le suddette definizioni non vengano rispettate, il produttore di rifiuti è tenuto a darne comunicazione all’Autorità Competente ai sensi dell’Art. 29-nonies del citato Decreto. 12. Per il deposito di rifiuti infiammabili dovrà essere acquisito il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) secondo quanto previsto dal Decreto del Ministero dell’Interno 4 maggio 1998; all’interno dell’impianto dovranno comunque risultare soddisfatti i requisiti minimi di prevenzione incendi (uscite di sicurezza, porte tagliafuoco, estintori, ecc.). 13. I rifiuti dovranno essere stoccati per categorie omogenee e dovranno essere contraddistinti da un codice CER, in base alla provenienza ed alle caratteristiche del rifiuto stesso; è vietato miscelare categorie diverse di rifiuti, in particolare rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi; dovranno essere separati i rifiuti incompatibili tra loro, ossia che potrebbero reagire; le aree adibite allo stoccaggio dovranno essere debitamente contrassegnate al fine di rendere nota la natura e la pericolosità dei rifiuti, nonché eventuali norme di comportamento. 14. La movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti, da effettuare in condizioni di sicurezza, dovrà: • evitare la dispersione di materiale pulverulento nonché gli sversamenti al suolo di liquidi; • evitare l’inquinamento di aria, acqua, suolo e sottosuolo, ed ogni danno a flora e fauna; 54 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 • • • • Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali evitare per quanto possibile rumori e molestie olfattive; produrre il minor degrado ambientale e paesaggistico possibile; rispettare le norme igienico-sanitarie; garantire l’incolumità e la sicurezza degli addetti all’impianto e della popolazione. 15. La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato dalla loro movimentazione e informato della pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno indossare idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato. 16. La detenzione e l’attività di raccolta degli oli, delle emulsioni oleose e dei filtri oli usati, dovrà essere organizzata e svolta secondo le modalità previste dal D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 95 e dovrà rispettare le caratteristiche tecniche previste dal DM 16 maggio 1996, n. 392. In particolare, gli impianti di stoccaggio presso i detentori di capacità superiore a 500 litri dovranno soddisfare i requisiti tecnici previsti nell’Allegato C al citato DM. 17. Le batterie esauste dovranno essere stoccate in apposite sezioni coperte, protette dagli agenti meteorici, su platea impermeabilizzata e munita di un sistema di raccolta degli eventuali sversamenti acidi. Le sezioni di stoccaggio delle batterie esauste dovranno avere caratteristiche di resistenza alla corrosione ed all’aggressione degli acidi. I rifiuti in uscita dall’impianto, costituiti da batterie esauste, dovranno essere conferite al Consorzio obbligatorio batterie al piombo esauste e rifiuti piombosi, direttamente o mediante consegna ai suoi raccoglitori incaricati o convenzionati. 18. Le condizioni di utilizzo di trasformatori contenenti PCB ancora in funzione, qualora presenti all’interno dell’impianto, sono quelle di cui al DM Ambiente 11 ottobre 2001; il deposito di PCB e degli apparecchi contenenti PCB in attesa di smaltimento, dovrà essere effettuato in serbatoi posti in apposita area dotata di rete di raccolta sversamenti dedicata; la decontaminazione e lo smaltimento dei rifiuti sopradetti dovrà essere eseguita conformemente alle modalità ed alle prescrizioni contenute nel D.Lgs. 22 maggio 1999, n. 209, nonché nel rispetto del programma temporale di cui all’art. 18 della Legge 18 aprile 2005, n.62. 19. Per i rifiuti da imballaggio dovranno essere privilegiate le attività di riutilizzo e recupero. E’ vietato lo smaltimento in discarica degli imballaggi e dei contenitori recuperati, ad eccezione degli scarti derivanti dalle operazioni di selezione, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. E’ inoltre vietato immettere nel normale circuito dei rifiuti urbani imballaggi terziari di qualsiasi natura. E.6 ULTERIORI PRESCRIZIONI 20. Ai sensi dell’Art. 29 nonies del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., il Gestore è tenuto a comunicare all’Autorità Competente variazioni nella titolarità della gestione dell’impianto ovvero modifiche progettate dell’impianto, così come definite dall'articolo 5, comma 1, lettera l bis) del citato Decreto. 21. Il Gestore del complesso IPPC dovrà comunicare tempestivamente all’Autorità Competente, al Comune e all’ARPA territorialmente competente eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull’ambiente nonché eventi di superamento dei limiti prescritti. 22. Ai sensi dell’Art. 29 decies comma 5 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., al fine di consentire le attività di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo, il Gestore dovrà fornire tutta l’assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all’impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria. 55 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali 23. La Società dovrà effettuare la misura dell’irraggiamento radioattivo all’esterno di ogni contenitore utilizzato per il trasporto dei rottami all’atto dell’ingresso in impianto. Le misure dovranno essere condotte in modo da permettere di rilevare la presenza di sostanze radioattive nei carichi medesimi, in considerazione dei fattori fisici correlati. Ai fini dell’accettabilità dei materiali non dovranno essere superati i valori di attività ed i valori di concentrazione indicati ai punti 1.2 e 1.3 dell’Allegato I al D.Lgs. 230/95 e s.m.i., con le condizioni dei successivi punti 1.4, 1.5 e 1.6 del medesimo Allegato. Un ulteriore controllo visivo dovrà essere effettuato al momento dello scarico o prima che sia avviato a lavorazione al fine di individuare eventuali sorgenti schermate o contenitori delle medesime. Dopo la fusione la Società dovrà effettuare un adeguato controllo radiometrico sui provini all’atto della produzione. 24. L’eventuale presenza, all’interno del sito produttivo, di qualsiasi manufatto contenente amianto non più utilizzato e/o che possa disperdere fibre ne dovrà comportare la rimozione; l’allontanamento dall’area di lavoro dei suddetti materiali e tutte le operazioni di bonifica dovranno essere realizzate ai sensi della Legge n. 257/92. In particolare, in presenza di coperture in cemento-amianto dovrà essere effettuata la caratterizzazione delle stesse al fine della valutazione dello stato di conservazione mediante il calcolo dell’indice di degrado (ID) ex DDG 18.11.2008 n. 13237. Qualora dal calcolo dell’ID si rendesse necessaria l’esecuzione di interventi di bonifica dovrà essere privilegiata la rimozione, così come espressamente previsto dalla citata DDG; delle operazioni di cui sopra, dovrà obbligatoriamente essere effettuata preventiva comunicazione agli Enti competenti ed all’ARPA Dipartimentale. Nel caso in cui i manufatti di cui trattasi non necessitino di interventi di bonifica dovrà comunque essere garantita la sorveglianza secondo le modalità espresse nella DDG di cui sopra. E.7 MONITORAGGIO E CONTROLLO Il monitoraggio e controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel Piano relativo descritto al Paragrafo F. Tale Piano verrà adottato dalla Società a partire dalla data di adeguamento alle prescrizioni previste dal presente provvedimento di AIA, che dovrà essere comunicata secondo quanto previsto all’art. 29 decies, comma 1, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; sino a tale data il monitoraggio verrà eseguito conformemente alle prescrizioni già in essere nelle varie autorizzazioni settoriali. Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di Monitoraggio dovranno essere tenute a disposizione degli Enti responsabili del controllo e inserirti nei sistemi informativi predisposti da ARPA Lombardia (AIDA) secondo la DGR n. 14236 del 03.12.2008 e s.m.i.. Sui referti di analisi dovranno essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo, la data e l’ora di effettuazione dell’analisi, gli esiti relativi e dovranno essere firmati da un tecnico abilitato. L’Autorità ispettiva effettuerà due controlli ordinari nel corso del periodo di validità dell’Autorizzazione rilasciata, di cui il primo orientativamente entro sei mesi dalla comunicazione da parte della Società di avvenuto adeguamento alle disposizioni AIA. E.8 PREVENZIONE INCIDENTI Il Gestore dovrà mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti (pericolo di incendio e scoppio e pericoli di rottura di impianti, fermata degli impianti di abbattimento, reazione tra prodotti e/o rifiuti incompatibili, sversamenti di materiali contaminanti in suolo e in acquee superficiali, anomalie sui sistemi di controllo e sicurezza degli impianti produttivi e di 56 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali abbattimento), e garantire la messa in atto dei rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull’ambiente. E.9 GESTIONE DELLE EMERGENZE Il Gestore dovrà provvedere a mantenere aggiornato il Piano di emergenza, fissare gli adempimenti connessi in relazione agli obblighi derivanti dalle disposizioni di competenza dei Vigili del Fuoco e degli Enti interessati e mantenere una registrazione continua degli eventi anomali per i quali si attiva il Piano di emergenza. E.10 INTERVENTI SULL’AREA ALLA CESSAZIONE DELL’ATTIVITÀ Dovrà essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso dovrà essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto all’Art. 6, comma 16, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. E.11 APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DI PREVENZIONE E RIDUZIONE INTEGRATA DELL’INQUINAMENTO E RELATIVE TEMPISTICHE Il Gestore, nell’ambito dell’applicazione dei principi dell’approccio integrato e di prevenzioneprecauzione, dovrà aver attuato, entro i limiti temporali indicati nella Tabella seguente, al fine di promuovere un miglioramento ambientale qualitativo e quantitativo, quelle BAT “NON APPLICATE” o “PARZIALMENTA APPLICATE” o “IN PREVISIONE” individuate al paragrafo D1 e che vengono prescritte in quanto coerenti, necessarie ed economicamente sostenibili per la tipologia di impianto presente. BAT PRESCRITTA NOTE / TEMPISTICHE BAT n. 22 - Nelle linee di produzione di serie, aspirare le emissioni prodotte durante la colata e racchiudere le linee di raffreddamento, captare le emissioni prodotte Racchiudere le postazioni di sovra copertura/sterratura, e trattare le emissioni utilizzando cicloni, associati a sistemi di depolverazione ad umido o a secco. La Società dovrà presentare entro 6 mesi dalla notifica del presente provvedimento una relazione di fattibilità sulla applicabilità della BAT n.22 “BAT Area Formatura - BAT per le tecniche di produzione getti con forma persa Colata, raffreddamento e distaffatura” al ciclo produttivo. 57 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Inoltre, il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze realizzando, a partire dalla data di notifica della presente provvedimento, quanto riportato nella tabella seguente: INTERVENTO ARIA TEMPISTICHE Le operazioni di verniciatura con intonaci a solvente dovranno essere eseguite in zona presidiata da sistema di captazione ed espulsione verso l’esterno. Le caratteristiche dei camini dovranno essere conformi alla norme vigenti. Entro 3 mesi dalla notifica del presente provvedimento Con riferimento alle fasi di colata e raffreddamento delle forme effettuate lungo il carosello del Reparto di Formatura Automatica dei getti (“formatura a verde” delle staffe) la Società dovrà presentare uno studio di fattibilità che indichi la eventuale possibilità di captazione delle emissioni diffuse provenienti da tali fasi, comprensivo di proposta di Piano di monitoraggio del parametro monossido di carbonio (CO). Entro 6 mesi dalla notifica del presente provvedimento Il Gestore dovrà, in particolare, relazionare in merito alle modalità di Entro 15 gg dalla notifica del gestione previste in caso di eventuali guasti/avarie dell’impianto di presente contenimento asservito alla emissione E1, al fine di prevenire e provvedimento limitare i conseguenti impatti ambientali. Dovrà essere presentato un progetto finalizzato ad eliminare le portate meteoriche eccedenti la prima pioggia recapitate nella rete fognaria pubblica. Entro 6 mesi dalla notifica del presente provvedimento Con riferimento allo scarico in pubblica fognatura delle acque di emergenza del circuito raffreddamento forni e delle acque di lavaggio dei pavimenti dello stabilimento, il Gestore dovrà presentare, all’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), ad Amiacque Srl, ARPA e Autorità competente, una relazione tecnica che descriva in maniera dettagliata la fase del processo produttivo dalla quale ha origine lo scarico, i quantitativi e la tipologia di tali acque. Entro 30 giorni dalla notifica del presente provvedimento SUOLO Dovrà essere ripristinata la pavimentazione esterna di tutto lo stabilimento dove si presenta fessurata. Entro 3 mesi dalla notifica del presente provvedimento RUMORE Dovrà essere presentata una relazione di impatto acustico per la verifica del rispetto dei limiti di immissione ed emissione nonché del criterio differenziale. I punti di indagine dovranno essere concordati con ARPA e Comune. Qualora i risultati evidenziassero il superamento dei limiti indicati, la Società dovrà contestualmente presentare un piano di risanamento acustico. Entro 3 mesi dalla notifica del presente provvedimento ACQUA Tabella E3 – Interventi da attuare 58 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Monitoraggio Attività Autorizzative e di Controllo Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali F. PIANO DI MONITORAGGIO F.1 FINALITÀ DEL MONITORAGGIO La tabella seguente specifica le finalità del monitoraggio e dei controlli attualmente effettuati e di quelli proposti per il futuro. Monitoraggi e controlli Attuali Proposte Obiettivi del monitoraggio e dei controlli Valutazione di conformità all’AIA - X Aria X X Acqua - X Suolo - X Rifiuti X X Rumore X X Gestione codificata dell’impianto o parte dello stesso in funzione della precauzione e riduzione dell’inquinamento - X Raccolta di dati nell’ambito degli strumenti volontari di certificazione e registrazione (EMAS, ISO) - X X X - X Raccolta di dati ambientali nell’ambito delle periodiche comunicazioni (es. INES) alle autorità competenti Raccolta di dati per la verifica della buona gestione e l’accettabilità dei rifiuti per gli impianti di trattamento e smaltimento Tabella F1 - Finalità del monitoraggio F.2 CHI EFFETTUA IL SELF-MONITORING La tabella F2 rileva, nell’ambito dell’auto-controllo proposto, chi effettua il monitoraggio. Gestore dell’impianto (controllo interno) X Società terza contraente (controllo interno appaltato) X Tabella F2- Autocontrollo F.3 PARAMETRI DA MONITORARE F.3.1 IMPIEGO DI SOSTANZE Non è previsto, alla data odierna, alcun piano di sostituzione e/o riduzione di materia prima e/o ausiliarie utilizzate nel ciclo produttivo. Qualora la Società intervenga riducendo o sostituendo sostanze impiegate nel ciclo produttivo, a favore di sostanze meno pericolose dovrà compilare una tabella con le seguenti indicazioni: n.ordine Attività IPPC e NON Nome della sostanza Codice CAS Frase di rischio Anno di riferimento Tabella F3- Impiego di sostanze 59 Quantità annua totale (t/anno) Quantità specifica (t/t di prodotto) Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali F.3.2 RISORSA IDRICA La tabella seguente individua il monitoraggio dei consumi idrici che si intende realizzare per ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica: Consumo Frequenza annuo di lettura totale 3 (m /anno) Consumo annuo specifico 3 (m /t di prodotto finito) Consumo annuo per fasi di processo 3 (m /anno) % ricircolo Tipologia Anno di riferimento Fase di utilizzo Acqua di pozzo X Usi industriali Annuale X X - - Acqua da acquedotto X Usi civili + raffreddamento emergenza Annuale X - - - Tabella F4 - Risorsa idrica F.3.3 RISORSA ENERGETICA Le tabelle seguenti riassumono gli interventi di monitoraggio previsti ai fini della ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa energetica: N.ordine Tipologia Attività Anno Combustibile IPPC e non di + Energia o intero riferimento Elettrica complesso 1 Metano X 1 Gasolio Energia elettrica X 1 X Tipo di utilizzo Produttivo/ civile Autotrazione Produttivo/ civile Consumo Frequenza annuo di totale rilevamento (kWh3 m /anno) Consumo Consumo annuo annuo per specifico fasi di (kWhprocesso 3 m /t di (kWhprodotto 3 m /anno) finito) Mensile X X - Annuale X X X Annuale X X X Tabella F5 – Combustibili ed Energia Elettrica Prodotto Consumo termico (kWh/t di prodotto) Consumo energetico (kWh/t di prodotto) Consumo totale (kWh/t di prodotto) Getti di ghisa X X X Tabella F6 – Consumo energetico specifico 60 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali F.3.4 ARIA La seguente tabella individua, per ciascun punto di emissione, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo da utilizzare: Modalità di controllo Parametro Polveri CO (3) COV Ammoniaca IPA Fenoli Formaldeide Metalli (As,Cd, Co,Cr VI, Cu,Mn,Ni,Pb, Sn,V,Zn,) Emissione Metodi (1) (2) Continuo Discontinuo - Annuale UNI EN 13284-2.2003 - Annuale UNI EN 15058 E1-E2-E3-E4-E6-E8-E12E14-E15-E16-E17-E23E24-E25-E26-E27-E28 + emissione verniciatura da classificare emissione da classificare E5-E8 + emissione verniciatura da classificare E8 E12 E2-E5-E8 E2-E5-E8 - Annuale UNI EN 12619:2002 - Annuale Annuale Annuale Annuale UNICHIM 632:84 UNI EN 1948:2000 NIOSH 2546 NIOSH 2016 E12-E26 - Annuale UNI EN 14385:2004 Tabella F7 – Inquinanti da monitorare (1) Il ciclo di campionamento volto alla determinazione degli inquinanti emessi dovrà essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero essere adottati nella tematica, con particolare riferimento all’obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in essere, delle caratteristiche fluidodinamiche dell’effluente gassoso e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei criteri, della durata del tipo e del numero di campionamenti ivi previsti. (2) Per la determinazione degli inquinanti prescritti dovranno essere utilizzati unicamente i metodi indicati nella Tabella di cui sopra o equivalenti secondo i criteri fissati dalla UNI CEN – TS 14793:2005. (3) Il monitoraggio di tale parametro è collegato a quanto previsto dalle BAT di settore e unicamente finalizzato alla conoscenza del contributo emissivo per una futura definizione dei limiti alle emissioni (vedi verbale 26.03.13 del tavolo coordinamento IPPC regionale). F.3.5 ACQUA La seguente tabella individua per ciascuno scarico, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato: Tempistiche di controllo S1-S2-S3S4-S5 Continuo Discontinuo Solidi sospesi totali Cromo tot (Cr) X X - Annuale Annuale Cromo VI X - Annuale Nichel (Ni) e composti Piombo (Pb) e composti Rame (Cu) e composti Zinco (Zn) e composti X X X X - Annuale Annuale Parametro 61 Annuale Annuale Metodi (*) APAT IRSA-CNR Manuale n.29/2003 Metodo n. 2090 B Metodo n. 3150 Metodo n. 3150 C/2903 Metodo n. 3220 Metodo n. 3230 Metodo n. 3250 Metodo n. 3320 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 X X X Aldeidi Fenoli Idrocarburi Totali Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie - Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Metodo n. 5010 Metodo n. 5070 Metodo n.5520 A/C/98 Annuale Annuale Annuale Tabella F8- Inquinanti monitorati (*) Qualora i metodi analitici e di campionamento impiegati siano diversi dai metodi previsti dall’autorità competente di cui all’allegata Tabella o non siano stati indicati, il metodo prescelto dovrà essere in accordo con la UNI 17025. F.3.6 RUMORE Le campagne di rilievi acustici prescritte al Paragrafo E.3 dovranno rispettare le seguenti indicazioni: gli effetti dell'inquinamento acustico andranno principalmente verificati presso i recettori esterni, nei punti concordati con ARPA Dipartimentale e Comune; la localizzazione dei punti presso cui eseguire le indagini fonometriche dovrà essere scelta in base alla presenza o meno di potenziali recettori alle emissioni acustiche generate dall'impianto in esame; in presenza di potenziali recettori le valutazioni saranno effettuate presso di essi, viceversa, in assenza degli stessi, le valutazioni saranno eseguite al perimetro aziendale. • • • La seguente tabella riporta le informazioni che la Società fornirà in riferimento alle indagini fonometriche prescritte: Codice univoco identificativo del punto di monitoraggio Descrizione e localizzazione del punto (al perimetro/in corrispondenza di recettore specifico: descrizione e riferimenti univoci di localizzazione) Categoria di limite da verificare (emissione, immissione assoluto, immissione differenziale) Classe acustica di appartenenza del recettore Modalità della misura (durata e tecnica di campionamento) Campagna (Indicazione delle date e del periodo relativi a ciascuna campagna prevista) X X X X X X Tabella F9 – Verifica d’impatto acustico F.3.7 RADIAZIONI Nella tabella successiva si riportano i controlli radiometrici su materie prime o rifiuti trattati che la Società effettua: Materiale controllato Modalità di controllo Frequenza controllo Acciaio e ferro correttivo Strumentale + procedura A tutte le forniture Tabella F10 – Controllo radiometrico 62 Modalità di registrazione dei controlli effettuati Registro cartaceo presente in azienda Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie F.3.8 RIFIUTI La tabella seguente riporta il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in uscita dal complesso: CER Quantità annua prodotta (t) Quantità specifica (*) Eventuali controlli effettuati Frequenza controllo Modalità di registrazione dei controlli effettuati Anno di riferimento X X X X X X X - Verifica analitica della non pericolosità Una volta all’anno o all’occorrenza Cartaceo da tenere a disposizione degli enti di controllo Nuovi Codici Specchio Nuovi Codici Specchio - Tabella F11 – Controllo rifiuti in uscita (*) riferita al quantitativo in t di rifiuto per tonnellata di materia finita prodotta relativa ai consumi dell’anno di monitoraggio F.4 GESTIONE DELL’IMPIANTO F.4.1 INDIVIDUAZIONE E CONTROLLO SUI PUNTI CRITICI Le tabelle seguenti specificano i sistemi di controllo previsti sui punti critici, riportando i relativi controlli (sia sui parametri operativi che su eventuali perdite) e gli interventi manutentivi: Fase di processo interessata / aspetto ambientale Tipo di controllo Frequenza Conformità merceologica del materiale all’ordine Analisi chimiche Materie prime ferrose (ferro e/o acciaio correttivo, ghise) Fusione Impianti di abbattimento emissioni Verifica di assenza di contaminazione radioattiva (controllo radiometrico) Registrazione No Tutti i carichi o lotti in ingresso Controllo parametri dei forni In continuo, disponibile in qualsiasi momento sui sinottici di comando Controllo temperature ghisa liquida Ogni colata Controllo pressostati In continuo e mensile Certificati analitici Certificato controlli in origine e/o registrazione esito controllo su DDT/Registro Interno Modulo interno SGQ Modulo interno SGQ Cartaceo su schede Funzionamento meccanico Funzionamento ventilatori Giornaliero Registro Trimestrale Stato delle maniche Semestrale Funzionamento sistema pulse-jet Trimestrale Funzionamento scrubber Mensile Funzionamento cicloni Annuale Registro Cartaceo su schede Cartaceo su schede Cartaceo su schede Cartaceo su schede 63 Allegato alla Autorizzazione Dirigenziale R.G. 11642/2013 del 21/11/2013 prot. 281106 Pompa torre di lavaggio Consumi: Energia elettrica totale Energia forni elettrici Metano totale Settore Rifiuti, Bonifiche e Autorizzazioni Integrate Ambientali Area Qualità dell’Ambiente ed Energie Servizio Amministrativo Autorizzazioni Integrate Ambientali Meccanico Funzionamento pompa Trimestrale Cartaceo su schede Lettura contatori Giornaliera/settimanale Specifica modulistica Tabella F12 – Controlli sui punti critici Macchina/Impianto Impianti di abbattimento emissioni Tipo di intervento Frequenza Sostituzione maniche All’occorrenza Filtri silos Controllo visivo e sostituzione filtro All’occorrenza Fosse biologiche e vasche interrate Pulizia Annuale Tabella F13 – Interventi di manutenzione dei punti critici individuati F.4.2 AREE DI STOCCAGGIO (VASCHE, SERBATOI, ETC.) Si riportano la frequenza e la metodologia delle prove programmate delle strutture adibite allo stoccaggio e sottoposte a controllo periodico (anche strutturale). Aree stoccaggio Tipo di controllo Frequenza Modalità di registrazione Bacini di contenimento (prodotti liquidi e distributore gasolio per autotrazione) Verifica integrità (visiva) Annuale Registro interno Tabella F14 – Aree di stoccaggio 64