La promozione delle abilità sociali: proposte di intervento nella scuola Alessandra Notarnicola Dipartimento di Psicologia Università degli Studi di Bari E mail [email protected] SKILLSTREAMING = INTEGRABILITARE IL PROCESSO DI ABILITAZIONE, SVILUPPO DI COMPORTAMENTI, COSTITUISCE UN “SUPPORTO” ESSENZIALE AL PROCESSO PIU’ AMPIO DELL’INTEGRAZIONE SOCIALE La socialità Stare in rapporto costruttivo e reciprocamente gratificante con l’altro È l’indicatore critico, il vero specchio, della maturazione del carattere e della personalità globale del bambino • OPINIONE COMUNE: Il rapporto interpersonale si apprende ma non si insegna; si costruisce e si modella poco a poco grazie a continui processi di apprendimento Quando tutto funziona…. L’insegnante ha un ruolo indiretto interviene come ATTORE SOCIALE nel flusso delle relazioni della classe, in via incidentale, con un ATTEGGIAMENTO NON INVASIVO; DI ATTESA Ma quando qualcosa si inceppa? I bambini “problema” Soggetti che, non possiedono un repertorio sufficiente di abilità sociali e affrontano i fatti normali della vita quotidiana con immaturità, aggressività o eccessiva remissività (Quay, 1979). I comportamenti disfunzionali • interferiscono con il benessere personale del soggetto e con lo sviluppo di soddisfacenti interazioni sociali • Sono emessi in quantità eccessiva Legge sull’educazione dei ragazzi handicappati 94/142 “L’educazione dei ragazzi handicappati deve avvenire contemporaneamente e nello stesso ambiente di quella dei normodotati…” L’INSERIMENTO NON ASSICURA L’INTEGRAZIONE Un’ottima modalità per aumentare le probabilità che l’integrazione abbia successo è quella di insegnare direttamente agli alunni le cosiddette abilità sociali A chi si insegnano le abilità sociali? Bambini normodotati con disturbo del comportamento (= trovano gratificazioni in comportamenti o ruoli disadattivi) Bambini/persone con handicap mentale (= difficoltà strutturali ad avviare gli apprendimenti sociali, carenza di abilità) Perché non tutti apprendono un comportamento sociale accettabile? 1. Lo studente comportamento non sa qual’è il giusto da emettere (mancanza di modelling o flessibilità comportamentale) 2. Egli lo sa, ma non ha mai provato ad emetterlo (mancanza di rinforzo) 3. Le sue condizioni emotive inibiscono l’emissione del comportamento desiderato COME? Alcuni preferiscono esortare i propri alunni a “comportarsi bene”, anziché insegnare loro a stabilire una positiva interazione reciproca. È strano chiedere ad uno studente di leggere bene prima di avergli insegnato l’abilità necessaria per farlo (Morse, 1982) Come? INTERVENIRE IN NEGATIVO: •vincoli, divieti •sollecitazioni moralistiche a “non fare” •“spogliare” autoritariamente di comportamenti disadattivi INTERVENIRE POSITIVO: IN • Offrire alternative comportamentali praticabili, con programmazione competente in modo che sia il bambino stesso a spogliarsene gradatamente da sé Perché insegnare le abilità sociali? • Facilita l’integrazione sociale • In età evolutiva, previene il disadattamento scolastico, la delinquenza e la non accettazione dei pari • In età adulta previene i problemi di adattamento • Rafforza lo sviluppo della personalità Chi dovrebbe insegnare le abilità sociali? • • • • Insegnanti curricolari e di sostegno Operatori sociali Psicologi Consulenti didattici (pedagogisti) LA PROPOSTA METODOLOGICA DI McGINNIS E COLL. • APPRENDIMENTO STRUTTURATO: METODO ATTIVO DI SOCIOTERAPIA EDUCATIVA L’APPRENDIMENTO STRUTTURATO Assunto di base IL FARE = potere dirompente sul piano cognitivo l’apprendimento sociale si veicola tramite l’attività del soggetto, oltre che per mezzo di ristrutturazioni cognitive interne L’APPRENDIMENTO STRUTTURATO Modello psicoeducativo di tipo comportamentale per l’insegnamento delle abilità sociali ARTICOLAZIONE IN 4 FASI • • • • MODELING (cosa fare) ROLEPLAYING (come fare) FEEDBACK (perché farlo) GENERALIZZAZIONE (quando farlo) IL MODELING Apprendimento per imitazione = Cosa fare 1. L’apprendimento per osservazione 2. L’effetto di inibizione e disinibizione 3. L’effetto di facilitazione comportamentale Ottimo strumento per insegnare nuovi comportamenti IL MODELING: FATTORI FONDAMENTALI • LE CARATTERISTICHE DEL MODELLO -esperto, di prestigio, ricompensato • MODALITA’ DI PRESENTAZIONE DEL MODELLO -modo chiaro, pochi dettagli, gradualità di difficoltà (fading), persone diverse • CARATTERISTICHE DELL’OSSERVATORE -Consapevole, simile, ricompensato IL MODELING: LA LETTERATURA Efficace con bambini e adolescenti • Studi su Aggressività (Bandura et al., 1961) • Studi su Amicizia • Studi su Creatività • Studi su Condivisione IL MODELING COSA FARE? • SCENETTA DAL VIVO eseguita dai due conduttori • Illustrare i passi comportamentali (singoli comportamenti) che compongono un’abilità nella giusta sequenza • Attinenza con vita reale • Indicare su tabellone i passi • Presentare almeno 2 esempi per ogni abilità IL MODELING PRINCIPI GUIDA • • • • • Situazioni attinenti alla vita reale Il modello è rinforzato Tutti gli esempi portano a risultati positivi Vanno riprodotti tutti i passi Non presentare più di un’abilità alla volta PENSARE AD ALTA VOCE = MODELING VERBALE MODELING VERBALE • è una NARRAZIONE, mette in luce il processo cognitivo che sottende l’esecuzione dell’abilità = PENSARE AD ALTA VOCE IL MODELING: Condizione necessaria ma non sufficiente Dà risultati positivi solo a breve termine IL ROLE PLAYING La situazione in cui viene richiesto ad un individuo di simulare un ruolo (comportarsi in un certo modo) mai sostenuto in precedenza, oppure se il ruolo è già proprio, esercitarlo in circostanze diverse da quelle usuali (Mann, 1956) • Grande efficacia nel modificare in senso adattivo i comportamenti del soggetto IL ROLE PLAYING FATTORI FONDAMENTALI 1. 2. 3. 4. La scelta dello studente di partecipare Il suo coinvolgimento La capacità di improvvisare La presenza costante di una ricompensa dopo che l’azione è stata compiuta IL ROLE PLAYING LA LETTERATURA • ESPERIMENTO-TIPO: – DIFENDERE UNA CONVINZIONE • • • • • STUDI SU: Frequenza scolastica Abilità sociali Accettazione dei bambini handicappati ecc ROLE PLAYING COME? Dopo la presentazione del modello, avviare una discussione sul rapporto tra l’abilità osservata e ciò che succede nella vita quotidiana riferendosi al FUTURO Il role playing anziché riprodurre i fatti del passato deve cercare di rappresentare ipoteticamente la situazione futura ROLE PLAYING COME? • Attore (scelto dal conduttore o volontario) • Co-attore (scelto dall’attore) • Scena (ambiente fisico, fatti, umori, personaggi) • Osservatori (indizi percettivi, passi comportamentali • Conduttori ROLE PLAYING PRINCIPI GUIDA • Un alunno descrive una situazione in cui può rilevarsi utile l’abilità (attore) • L’alunno sceglie un co-attore (simile alla persona con cui ha problemi) • Fornisce informazioni sulla situazione reale • Si ripassano i passi (Tabellone) • Pensare ad alta voce • Si definiscono le responsabilità di ogni partecipante • Un conduttore aiuta l’attore indicando i passi sul tabellone, l’altro osserva attore e partecipanti • Tutti gli alunni partecipano almeno una volta come attori • Un bambino non deve mai emettere comportamenti indesiderati nel role playing IL ROLE PLAYING: Condizione necessaria ma non sufficiente Dà risultati positivi solo a breve termine IL FEEDBACK INFORMAZIONALE Far presente all’alunno quanto egli ha saputo correttamente simulare un certo ruolo e in che misura i comportamenti da lui emessi si sono avvicinati a quelli corretti presentati dal modello • RINFORZATORE = qualsiasi evento che aumenti la successiva probabilità di emissione di un dato comportamento FEEDBACK INFORMAZIONALE PERCHE’? Poiché l’A.S. è un approccio comportamentale il feedback deve riguardare comportamenti ben precisi • • • • Ascoltare le reazioni del co-attore Ascoltare i commenti degli osservatori Ascoltare i conduttori Commenti dell’attore SOLO CRITICHE COSTRUTTIVE E RINFORZI RINFORZATORE 1. TANGIBILE O MATERIALE es. denaro 2. SOCIALE come la lode, l’approvazione 3. AUTORINFORZATORE autovalutazione Per avere efficacia il feedback informazionale dovrà comprendere tutti e tre i tipi di rinforzatore. Il r. materiale è la base sulla quale funzionano i livelli superiori di r. Lo scopo è quello di eliminare gradualmente quello tangibile e di mantenere costante quello sociale IL RINFORZAMENTO FATTORI FONDAMENTALI • • • • • • Tipo di rinforzatore Tempestività del rinforzamento Rapporto tra rinforzatore e risposta Qualità e quantità Possibilità di rinforzamento Rinforzamento intermittente (o parziale) Si otterranno dagli alunni le migliori prestazioni quando si daranno loro sufficienti occasioni di ricevere immediatamente il rinforzatore più gradito, in quantità sufficiente, in un rapporto di causalità con il comportamento da essi emesso e secondo un programma di rinformazamento intermittente SISTEMA DI RINFORZAMENTO • PROGRAMMA SISTEMATICO • TOKEN ECONOMY (gettoni SCAMO) – – – – Per aver rispettato regole Per aver partecipato attivamente Per esercizi a casa Per aver impiegato l’attività in altri contesti • PROGRAMMA DI RINF. INTERMITTENTE • EFFETTO-ONDA (> del rimprovero) FEEDBACK INFORMAZIONALE PRINCIPI GUIDA 1. Erogare il rinforzo se son stati eseguiti tutti i passi 2. Erogare il rinforzo immediatamente dopo azione 3. Rinforzare co-attore per disponibilità 4. Garantire varie occasioni di role playing per garantire a tutti di esser rinforzati 5. Quantità del rinforzo=qualità dell’azione 6. Rinforzare i miglioramenti È importante che l’alunno ottenga risultati positivi FEEDBACK INFORMAZIONALE Flessibilità comportamentale = Insegnare alternative comportamentali da aggiungere al proprio repertorio di abilità IL RINFORZAMENTO: Condizione necessaria ma non sufficiente L’evoluzione del comportamento è più stabile e duratura MA Affinché il r. risulti efficace i comportamenti da rinforzare devono comparire con una certa frequenza ed essere sufficientemente adeguati LA GENERALIZZAZIONE 1. CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO E PERSONALE EDUCATIVO 2. SISTEMI DI RINFORZAMENTO 3. SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO ED ISTRUZIONI DIRETTE GENERALIZZAZIONE LA COMPONENTE PIU’ IMPORTAMENTE DELL’APPRENDIMENTO STRUTTURATO ESERCIZI A CASA • Gradualità = prima più semplici, poi via via più complessi e impegnativi AMBIENTE FISICO REGOLA DEGLI ELEMENTI IDENTICI CONTESTO, MATERIALE DIDATTICO E PERSONALE EDUCATIVO • Impartire le istruzioni in ambienti naturali • Contesto più simile possibile al contesto naturale • Accorgimenti che aumentino la somiglianza tra contesto educativo e naturale • Raccomandare ad insegnanti, genitori e pari di rinforzare ogni abilità impiegata correttamente • Insegnare le abilità in diversi contesti attraverso la simulazione di ruoli SISTEMI DI RINFORZAMENTO • Erogare il r. immediatamente dopo l’azione desiderata • Elargire il r. con programma intermittente • Ridurre la frequenza con cui viene rinforzato il comportamento • Erogare r. naturali SOVRAPPRENDIMENTO, RIPASSO ED ISTRUZIONI DIRETTE • Ottenere il sovrapprendimento attraverso l’esercizio, le simulazioni, compiti a casa • Sottrarre sistematicamente le istruzioni ed un eventuale ripasso • Istruzioni dirette • Fornire occasioni COMPITI A CASA SCHEDA ESERCIZI PER CASA Studente…………….. Data……………. Abilità.……………………………………. Passi: 1 2 3 4 Con chi? Quando? Cosa è accaduto? Come ho fatto? Perché? MODALITA’ DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI GRUPPI Tecniche per selezionare gli studenti e le abilità sociali specifiche da potenziare, in modo da suddividere i diversi studenti in gruppi per progettare un insegnamento individualizzato MODALITA’ DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI GRUPPI • Ad insegnanti e/o operatori sociali • Genitori • Bambini stessi MODALITA’ DI VALUTAZIONE PER LA FORMAZIONE DEI GRUPPI • • • • • Interviste (per bambini o adulti) Questionari (auto o etero-valutazioni) Osservazioni (dal vivo o per analogia) Scale di valutazione comportamentale Rilevazioni sociometriche (classifiche e valutazioni dei pari) SCHEDA DI VALUTAZIONE DELLE ABILITA’ SOCIALI PER LO STUDENTE PER GLI INSEGNANTI “Mi riesce facile ascoltare quando qualcuno mi sta parlando?” ASCOLTARE: lo studente sembra ascoltare quando qualcuno parla o si sforza di capire cosa viene detto? CHIEDERE AIUTO: lo studente capisce quando ha bisogno di aiuto e sa poi chiedere aiuto in modo garbato? RINGRAZIARE: lo studente ringrazia gli altri per essere stato aiutato o perché gli è stato fatto un favore? “Quando ne ho bisogno so chiedere aiuto?” “Ringrazio chiunque mi abbia fatto un piacere?” 1 2 3 4 5 Quasi mai Raram ente Ogni tanto Spesso Quasi sempre SITUAZIONE PROBLEMATICA: ………………………………………… TABELLA RIASSUNTIVA DELLE ABILITA’ SOCIALI PER LA VALUTAZIONE PRE E POST… • SCHEDA RICAPITOLATIVA DEI PROGRESSI • SCHEDA DI PADRONANZA DELLE ABILITA’ LA FORMAZIONE DI UN GRUPPO DI APPRENDIMENTO STRUTTURATO GRUPPI RISTRETTI GRUPPI NUMEROSI Omogeneità dei deficit Intera classe 5-8 alunni Prevenzione 2 insegnanti-capigruppo Sottogruppi dirigere il role playing osservare Osservazione per tutti I CONDUTTORI DEL GRUPPO DUPLICE COMPITO CONDUZIONE OSSERVAZIONE ABILITA’ GENERALI Entusiasmo, sensibilità, empatia, abilità di comunicare SPECIFICHE Conoscere il programma, saper guidare e programmare il role playng, fungere da modello, fornire esempi, erogare rinforzo, affrontare i problemi di gruppo PARTECIPAZIONE DEI GENITORI • È importante coinvolgerli dall’inizio per sostenere la GENERALIZZAZIONE • Attraverso: – Una lettera di consenso informato – il diario di casa – Un’udienza scolastica REGOLE 1. POCHE E CHIARE – – – Stare composti Prestare ascolto Rispettare i turni 2. PARTECIPAZIONE DEGLI ALUNNI 3. CONCRETE NON ASTRATTE 4. CARTELLONE 5. RIPASSO PROMEMORIA DI REGOLE DI GRUPPO STRATEGIE DIDATTICHE PER FACILITARE LA PARTECIPAZIONE E PREVENIRE COMPORTAMENTI-PROBLEMA Passare frequentemente da un’attività all’altra Evitare la noia non prolungando l’attività “Presenza”: consapevolezza del comportam. Creare un’atmosfera di gruppo positiva: 1. 2. 3. 4. • Diversitrsi…imparando! FREQUENZA E DURATA DELLE SESSIONI • 3 VOLTE A SETTIMANA • 20-40 MINUTI • ALLA FINE DI OGNI GIORNO, 10 MIN PER TRASCRIVERE LE ATTIVITA’ SCHEDA DI CONTROLLO SULLE OPERAZIONI DI PREPARAZIONE DEL GRUPPO L’aula è preparata (sedie, lavagna, tabellone) L’ora e la durata sono programmate I capigruppo conoscono il programma I genitori e altri conoscono obiettivi e tecniche Teacher skill checklist per ogni alunno Student skill checklist per ogni alunno Regole del gruppo stabilite Programma di rinforzo stabilito e spiegato agli alunni Menu’ di rinforzatori OGGETTI Cibo (dolci, pop corn) Matite, carta, adesivi, giornalini, note positive al preside ATTIVITA’ Lavorare al PC Usare i colori Temperare le matite Dipingere Fare un intervallo Sentire la musica Usare il cronometro COME MOTIVARE GLI ALUNNI • Dove e quando si terrà il gruppo (luogo speciale!) • Scegliere le abilità da potenziare tenendo conto delle preferenze degli alunni • Le prime = assicurano miglior successo • Rinforzare gli alunni ogni volta che l’abilità viene impiegata FORMULAZIONE DEI PASSI COMPORTAMENTALI • Indicare il nome dell’abilità • Aiutare gli alunni a formulare i passi • Tabellone SESSIONE INTRODUTTIVA Per incoraggiare alunni a partecipare alle attività di gruppo e spiegare obiettivi 1. 2. 3. 4. 5. PRESENTAZIONI dei conduttori e partecipanti Illustrare le ABILITA’ SOCIALI Spiegare le procedure (modeling, role plaiyng, feedback, generalizzazione) Definire regole del gruppo (PROMEMORIA) Spiegare il SISTEMA DI RINFORZO (menù) E’ IMPORTANTE COINVOLGERE I RAGAZZI SESSIONE INIZIALE • • • • RIPASSARE REGOLE (PROMEMORIA) RIPASSARE SISTEMA DI RINFORZO COMPILARE UNA LISTA DELLE ABILITA’ RIPASSARE LE PROCEDURE DI APPRENDIMENTO DELLE ABILITA’ • SCOMPORRE L’ABILITA’ IN DIVERSI PASSI PER RENDERLA PIU’ FACILE • PASSARE ALLA PRIMA ABILITA’ SESSIONI SUCCESSIVE • • • • • • • • COMMENTO DEGLI ESERCIZI A CASA PRESENTARE NUOVA ABILITA’ FORMULARE I PASSI MODELING DISCUSSIONE DEL MODELING ROLE PLAYING FEEDBACK INFORMAZIONALE COMPITI A CASA (GENERALIZZAZIONE) LE ABILITA’ SOCIALI 5 SEZIONI 1. 2. 3. 4. 5. Abilità prerequisite per la vita di classe Abilità per fare o mantenere amicizie Abilità di gestione delle emozioni Abilità per controllare l’aggressività Abilità per gestire lo stress LA SCELTA DELLE ABILITA’ • OBIETTIVO = favorire lo sviluppo globale del ragazzo e soddisfare i suoi bisogni • Abilità importanti per genitori e insegnanti • Una disposizione favorevole da parte di genitori, insegnanti e compagni incrementa la probabilità che tali abilità verranno rinforzate nella vita reale SEQUENZA DELLE ABILITA’ • Sempre raccordate con i bisogni immediati dei ragazzi • Scegliere prima quelle che danno una maggior probabilità di successo (amicizie, vita di classe ecc.) STIMOLI PITTOGRAFICI PER I PIU’ PICCOLI GUARDA NEGLI OCCHI ASCOLTA FERMATI E PENSA PASSI COMPORTAMENTALI • Ciascuna abilità viene scomposta mediante TASK ANALYSIS in precisi PASSI COMPORTAMENTALI • PRIMO PASSO = controllare impulsi, bloccare la reazione istintiva alla situazione conflittuale (contare fino a 5, fare 3 respiri…) • PENSARE AD ALTA VOCE anche i passi che vengono formulati solo mentalmente (ad es. “pensa alle alternative”) 1° sezione: Abilità prerequisite per la vita di classe • • • • • • • • • • • • • Ascoltare Chiedere aiuto Ringraziare Portare l’occorrente per la lezione Seguire le istruzioni Portare a termine un compito Partecipare alla conversazione Aiutare un adulto Rivolgere domande Ignorare le distrazioni Correggere gli errori Decidere cosa fare Fissare un obiettivo Abilità prerequisite per la vita in classe • PORTARE A TERMINE UN COMPITO PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Chiediti: “ho finito il mio lavoro?” Esercitarsi a rivedere tutte le parti del compito 2. Controlla tutte le domande per esserne sicuro Ricordare agli alunni di completare le parti lasciate in sospeso 3. Quando sei certo di aver terminato, consegna Rispettare le regole della classe per la consegna 4. Dì a te stesso “benissimo! Ho finito!” Analizzare varie autoricompense 2° sezione: Abilità per fare o mantenere amicizie • • • • • • • • • • • Presentarsi agli altri Avviare una conversazione Concludere una conversazione Partecipare Osservare le regole del gioco Chiedere un favore Fare un complimento Accettare un complimento Proporre un’idea Condividere Chiedere scusa Abilità per fare o mantenere amicizie • CHIEDERE SCUSA PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Chiediti: ”devo chiedere scusa per quello che ho fatto?” Spiegare che a volte si fanno cose di cui ci si pente e chieder scusa ci fa sentir meglio e che è importante essere sinceri 2. Valuta le scelte possibili: a. Chiedere scusa a voce b. Scrivere un biglietto Spiegare quando è opportuno usare una delle due forme 3. Scegli il momento e il luogo opportuno Spiegare come si sceglie luogo e momento opportuni 4. Agisci con sincerità in base alla scelta fatta Spiegare linguaggio del corpo e mimica che esprimono sincerità 3° sezione: Abilità di gestione delle emozioni • • • • • • • • • • Conoscere le proprie emozioni Comunicare le proprie emozioni Cogliere le emozioni altrui Capire le emozioni altrui Mostrare sensibilità verso gli altri Controllare la propria collera Affrontare la collera degli altri Esprimere affetto Affrontare la paura Ricompensarsi Abilità di gestione delle emozioni • CONTROLLARE LA PROPRIA COLLERA PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. FERMATI UN ATTIMO E CONTA FINO A 10 Spiegare che è importante concedersi il tempo necessario per calmarsi e riflettere 2. Valuta le scelte possibili a) dire al tuo interlocutore il motivo perché sei arrabbiato b) uscire un momento c) fare un esercizio di rilassamento Spiegare come comunicarlo alla persona in modo che non si arrabbi a sua volta Gli alunni chiederanno all’insegnante di poter uscire un po’ (2-3 minuti) Gli alunni dovrebbero conoscere tecniche di rilassamento 3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno dovrebbe tentarne un’altra 4° sezione: Abilità per controllare l’aggressività • • • • • • • • • Dar prova di autocontrollo Chiedere un’autorizzazione Reagire alle provocazioni Evitare i guai Non lasciarsi coinvolgere nei litigi Problem solving Accettare le conseguenze Affrontare le accuse Trovare un accordo Abilità per controllare l’aggressività • REAGIRE ALLE PROVOCAZIONI PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Fermati un attimo e conta fino a cinque Spiegare che questa tecnica può aiutare l’alunno a mantenere l’autocontrollo 2. Valuta le scelte possibili a) ignorare la provocazione b) spiegare che cosa stai provando in maniera educata e gentile c) dare un motivo perché la persona smetta di provocare Sottolineare che ignorare la provocazione per poco tempo non sempre funziona e si dovrà probabilmente perseverare in tale atteggiamento (es. allontananarsi) Se l’altro non smette si potrà suggerire all’alunno di riferirlo all’insegnante ecc 3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno dovrebbe tentarne un’altra 5° sezione: Abilità per gestire lo stress • • • • • • • • • • • • • • • • Affrontare la noia Individuare la causa di un problema Fare una rimostranza Affrontare una rimostranza Saper perdere Avere spirito sportivo Affrontare l’esclusione Affrontare l’imbarazzo Affrontare l’insuccesso Accettare un rifiuto Opporre un rifiuto Rilassarsi Affrontare la pressione del gruppo Resistere al desiderio di prendere cose altrui Prendere una decisione Essere sinceri Abilità per gestire lo stress • SAPER PERDERE PASSI SPUNTI PER LA DISCUSSIONE 1. Dì a te stesso. “Qualcuno deve pur perdere, e non è così grave se non ho vinto” Memorizzando questa affermazione l’alunno potrà controllare meglio i propri impulsi 2. Valuta le scelte possibili a) offrire il tuo aiuto a qualcuno b) fare qualcosa che ti piace c) fare un esercizio di rilassamento Proporre la propria collaborazione a insegnanti o genitori. Gli alunni dovrebbero fare un elenco delle attività piacevoli Gli alunni dovrebbero aver appreso le tecniche di rilassamento 3. Metti in pratica la scelta fatta Se la scelta non funziona, l’alunno dovrebbe tentarne un’altra STRATEGIE PER UN APPRENDIMENTO EFFICACE – Incentivare la consapevolezza del linguaggio del corpo proprio e altrui – Scambio dei ruoli (per sviluppare empatia e gestire ansia) – Insegnamento diretto della generalizzazione (gestione della classe) – Modeling naturale dell’insegnante – Contrattazione delle contingenze (obiettivo e ricompensa vengono CONTRATTATE) – Automonitoraggio (schede) – Monitoraggio dell’insegnante – Sostegno esterno e rinforzo naturale (preparare il terreno) – Diario di casa sull’esercizio delle abilità – Autoricompensa – Stimoli, segnali esterni (verbali, schede e poster promemoria) – Giochi sulle abilità sociali – Tabella dell’attività della settimana (disegni e premi) – Cartellina delle abilità sociali – Videotapes Grazie per la vostra attenzione. TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 1. Tecniche didattiche per prevenzione – – – – Preparare programma e orario Definire regole Predisporre ambiente favorevole Definire i limiti del comportamento dell’alunno – Prompting (aiuto o suggerimento) – semplificazione TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 2. Tecniche per la gestione dei comportamenti lievi – – – – – – – – – – Ignorare sistematicamente e rinforzo contemporaneo per comp. appropriato Controllo del comp. Tramite VICINANZA Bloccare il comp. Tramite SEGNALI Risvegliare l’interesse Scaricare la tensione con l’umorismo Ristrutturare il programma previsto Eliminare fonti di distrazione Riferimento ai valori del bambino Allontanamento tattico (Fargli fare una pausa) Valutazione obiettiva dei fatti TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di comportamento modificazione del = IL RINFORZO POSITIVO • SOCIALE (elogio, approvazione, attenzione) – Verbale e non verbale • • • MATERIALE (ricompense concrete: MENU’) SIMBOLICO (attestato, gettoni) DI GRUPPO (ricompensa a tutti) TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di comportamento modificazione del = IL MODELLAGGIO (Shaping) • Nelle prime lezioni si rinforzano anche comp. imprecisi e approssimativi TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = PIANI EDUCATIVI INDIVIDUALIZZATI Fase 1: identificare comportamento-bersaglio da modificare Fase 2: individuare comportamento adeguato-incompatibile con quello bersaglio Fase 3: Raccogliere dati di linea di base Fase 4: Scegliere un rinforzo adeguato (esame delle preferenze) Fase 5: Stabile la frequenza di erogazione del rinforzo (continuo vs intermittente) Fase 6: Controllare l’andamento delle modificazioni comportamentali TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = L’ESTINZIONE Il principio è opposto a quello del rinforzo. Se un comp. non viene più rinforzato, si attenuerà gradualmente in frequenza, intensità, durata poiché non esiste più una motivazione valida per attivarlo Prima che una risposta si estingua è possibile che si intensifichi temporaneamente in frequenza (picco precedente l’estinzione) TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 3. Tecniche di modificazione del comportamento = LA SOSPENZIONE DEL RINFORZO (TIME OUT) È una tecnica di estinzione, con la quale si allontana il ragazzo da vari tipi di rinforzo positivo nel momento in cui altre forme di estinzione più blande non sortiscono effetti. Si usa solo in casi estremi, poiché con questo metodo si allontana dall’ambiente di apprendimento (luogo isolato) TECNICHE PER LA GESTIONE DEI PROBLEMI DEL COMPORTAMENTO 4. Tecniche relazionali Creare e mantenere un rapporto positivo insegnate-alunno costituisce l’elemento fondamentale per ottenere una modificazione del comportamento dell’alunno • Incoraggiamento empatico • Ridurre la sensazione di minaccia (incoraggiare!) IL PERCHE’ L’analisi funzionale • Attribuire VALORE al comportamento problema • Stabilire l’ALLEANZA con la funzione svolta dal comportamento problema • Il comportamento problema, per quanto dannoso, strano o controproducente ha un valore funzionale per il soggetto • Vantaggio solo a breve termine, poiché a lungo termine produce gravi danni IL PERCHE’ L’analisi funzionale • Accettiamo la funzione, perché legittima • Ma non la forma perché problematica • Aiutiamo la persona a manifestare la funzione con forme positive di comportamento IL PERCHE’ L’analisi funzionale • TUTTI I COMPORTAMENTI HANNO UN FINE • Valutare e interpretare le funzioni svolte dal comportamento problema Es. “Rubare per ottenere oggetto desiderato” “Piangere per attirare attenzione dell’insegnante preferita” Punto chiave dell’alleanza psicoeducativa La convinzione che ogni comportamento svolga una sua funzione ci spinge ad affinare i nostri strumenti di lettura delle dinamiche che avvengono nella situazione portando rispetto per le motivazioni del soggetto Punto chiave dell’alleanza psicoeducativa • Alleandoci con la funzione valorizziamo le intenzioni del soggetto e queste sono la sua parte più profonda, più vicina alle sue motivazioni e ai suoi bisogni Punto chiave dell’alleanza psicoeducativa • Le funzioni sono tutte positive e accettabili? • No … le alleanze pericolose! • (Il bambino che aggredendo evita la riabilitazione) • Stabilire che un comportamento è funzionale ad un soggetto non equivale a giustificarlo (un bimbo che urla per attirare l’attenzione) • interventi sul soggetto e le sue abilità comunicative e sul contesto: responsività e ascolto • È necessario ricercare funzioni attuali, presenti nelle varie situazioni del soggetto • L’AF osserva e valuta la CIRCOLARITA’ DELLE INTERAZIONI, delle comunicazioni e delle azioni-reazioni che coinvolgono il comp. probl. quello degli altri e il livello di stimolazione che il sogg. produce COMP. PROBL ANTECENDENTI EFFETTI CONSEGUENZE