Il nuovo ambiente elettronico
Clementina Gily Reda
Scuola di liberalismo - Fondazione
Cortese
11 Aprile 2000
Il neo ambiente elettronico
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"Oggi, dopo oltre un secolo d'impiego
tecnologico dell'elettricità, abbiamo
esteso il nostro stesso sistema nervoso
centrale in un abbraccio globale che,
almeno per quanto concerne il nostro
pianeta, abolisce tanto il tempo quanto
lo spazio. Ci stiamo rapidamente
avvicinando
alla
fase
finale
dell'estensione dell'uomo: quella, cioè,
in cui, attraverso la simulazione
tecnologica, il processo creativo di
conoscenza verrà collettivamente esteso
all'intera società umana, proprio come,
tramite i vari media abbiamo esteso i
nostri sensi e i nostri nervi".
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Marshall Mc LUHAN, Gli strumenti
del comunicare, 1964
La neo - conversazione
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La conversazione è un discorso tra persone,
che si vedono e si parlano: nella neo conversazione viene meno il rapporto diretto
e la partecipazione dei gesti al dire comune.
Non si utilizzano moduli di linguaggio che
vanno dai gesti al silenzio.
Questo non indica che lo spettatore è un
ricettore - ma segnala una trasformazione nel
meccanismo
dell'affettività
e
della
partecipazione che indica il pericolo primo
della ricezione televisiva, l'eterodirezione
degli affetti, la difficoltà al consumo critico.
Pio XII scriveva il 17.2.50 "Non è esagerato
affermare che il futuro della società moderna
e la stabilità della sua vita interiore
dipendono in gran parte dal mantenimento di
un equilibrio tra la forza delle tecniche di
comunicazione e le capacità di reazione
dell'individuo".
Dinelli ‘99: Nel telespettatore solitario cambia
la partecipazione mimica
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"Il livello non verbale rimane attivo in forme silenziose anche tra gli adulti:
grazie a questo c'è, tra percezione, affetti e cognizione, una continuità e
integrazione... nelle correnti teorie degli affetti ci si riferisce di solito a
categorie affettive distinte- felicità-tristezza- rabbia - paura- disgusto interesse e forse vergogna. Si è anche postulato che a ciascuno di questi affetti
corrisponda un'espressione mimica del volto. Distinta e innata... Nella vita
reale, nel normale scambio faccia a faccia tra persone, si attiva di solito una
quasi impercettibile danza mimica: le persone si segnalano a vicenda i propri
stati emotivi interni e si sintonizzano tra loro, grazie a una continua, dinamica
e delicatissima trama di messaggi corporei. Guardando la TV la cosa è bene
diversa. In condizioni e momenti particolari di partecipazione può capitare che
lo spettatore attivi il proprio volto; ma alla lunga viene a mancare proprio
questa interazione delicata e sotterranea. L'intermediazione tecnologica
introduce pesanti rotture, specifiche per ogni mezzo tecnologico" : su questo
lavorano oggi psicologi come Damasio, Simona Argentieri, Sandro Rossi.
I nostri nuovi amici
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La conversazione audiovisiva (Bettetini
1984)
La conversazione è una joint production
(Stubbs 1981) retta da regole anomiche
che creano un ambiente d'incontro che
si improvvisa prammaticamente ma con
una solidità che diventa costume, senso
comune, luogo di creazione del
consorzio umano. La sua storia è la
storia della civiltà in diverse fasi di
sviluppo.
La neo - conversazione segnala un
diverso tipo di società di cui occorre
analizzare la diversità per poter
calibrare l'urgenza e la modalità
dell'etica della comunicazione.
La macchina degli affetti
• "tra madre e bambino, e poi tra individui comunicanti in genere, si
sviluppa una danza sottile di contatto, eccitazione, acquietamento: una
danza di piccoli gesti, richiami di attenzione, sguardi, che non implica
alcun livello intellettuale in quanto tale, e ha piuttosto come oggetto
appunto gli affetti vitali che la semplice eccitazione e attivazione". Non
è proprio così con la tv: ma "possiamo fare l'ipotesi che il nostro
piccolo gioco col telecomando abbia in certa misura le stesse basi:
vagando qua e là tra i programmi, a un livello cognitivo cerchiamo
qualcosa che ci interessi, o curiosiamo per vedere cosa c'è in giro. Ma
allo stesso tempo forse stiamo cercando una modulazione di stimoli di
vario livello e natura che soddisfi i nostri bisogni di regolazione psicofisica e psico-.affettiva. Del benessere fa peraltro parte anche
l'interesse per ciò che si guarda"
Media metafore
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Il paragone tra i generi è un mezzo
per
capirne
la
definizione:
McLuhan per primo ha teorizzato
la mescolanza dei media, che
nascono sviluppando temi dei
media che li hanno preceduti e poi
rioperano su di essi enfatizzando le
differenze.
"L'ibrido, ossia l'incontro tra due
media, è un momento di verità e di
rivelazione dal quale nasce una
nuova forma"
"Tutti i media sono metafore attive
in quanto hanno il potere di
tradurre l'esperienza in forme
nuove" (M.McLuhan 1963)
Metamorfosi dei media
• Si
pensi
alla
frammentarietà introdotta
dal giornale - palinsesto
• La fotografia ed il cinema
cambiano il tempo reale in
tempo del montaggio
• Con la radio e la
televisione il tempo si fa
continuo ed alternativo
• Il mondo virtuale è il
trionfo del tempo ritmato
Il ritmo nuovo del conoscere
• Segna la nascita
dell’epoca della neo –
oralità (Ong)
• Dove si passa dal
brainframe alfabetico
all’analogico (De
Kerkhove)
• La conoscenza parte dal
confine e ponendo la
connessione (Deleuze)
cronotopo
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Cambia il tempo, ma anche lo spazio,
quindi, nel tempo ritmato è tornato
prepotentemente
il corpo come
conoscenza
(Merleau
Ponty,
Galimberti)
Meyrowitz Oltre il senso del luogo
descrive quel che tutti esperiamo nella
televisione e nel virtuale, l'abolizione
dello spazio come definizione di un
ambiente determinato.
Quando partecipiamo alla Guerra del
Golfo o partecipiamo della fiction Un
posto al sole siamo immersi in una
noosfera dai confini sfumati tra sogno e
realtà, cui solo un patto di credulità
precedente fornisce i connotati della
realtà e della finzione.
La danza e …
Davide “danzava con tutte le sue forze
davanti al Signore”. Platone che
“furono proprio quegli dei che si
sono stati offerti comecompagni di
danza a farci dono del ritmo e
dell’armonia come espressioni del
piacere”. Emanuele Tesauro nel
1663 scrive “quell’arte nobilissima
che è la danza di cui si dice ella
esser nata da principio col mondo
stesso”. Ma poi la danza divenne
degna solo di Salomè, di Dioniso,
del Sabba, per il sospetto verso il
corpo. Nietzsche: ‘tra santi e
prostitute, tra Dio e mondo, la
danza”.
Patti comunicativi
•
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Il patto di credulità si istituisce tra
lo spettatore e il teatro. Il patto
comunicativo è qui dare credito ad
una finzione dichiarata, in cui però
si richiede una qualche forma di
adesione alla verità di una
ricostruzione: un attore o una storia
né credibile né rivelativa è un
insuccesso.
Il neo - spazio è lo spazio della
fiction
anche
quando
dà
informazione: cioè per essere
inteso nella sua effettività richiede
analisi semiotiche a diversi livelli,
per attuare una decodifica non
aberrante.
Neo-spazio virtuale
• La significatività del
modello del teatro porta
ad intendere che il
nuovo mondo si stende
tra veglia e sonno, come
bene dimostra il
virtuale, che richiede
una neo - educazione.
• Per un neo - uomo, in
un neo - tempo, in un
neo - spazio.
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