LIBRIAMOCIASCUOLA
“Le pagine più belle”
Giovedì 29 Ottobre 2015
Incontro con la scrittrice
Francesca Caldiani
Classe 3°A
“Condividi con i compagni la pagina
più bella che tu abbia mai letto”
Divergent, Veronica Roth
“Un momento” la interrompo io “Quindi non hai idea di quale sia la mia
attitudine?”
“Si e no. La mia conclusione” spiega “è che hai mostrato pari
predisposizione per gli Abneganti, gli Intrepidi e gli Eruditi. Le persone
che ottengono questo tipo di risultato sono…” Si guarda alle spalle
come se temesse di veder comparire qualcuno dietro di sé.
“Sono chiamate…Divergenti.” Pronuncia l’ultima parola a voce così
bassa che quasi non la sento, e sul suo viso torna di nuovo quello
sguardo teso e preoccupato.
Gira intorno alla poltrona e si china su di me “Beatrice” sussurra “non
rivelare questa informazione a nessuno, per nessun motivo. È’ molto
importante.”
“Non ci è permesso comunicare i nostri risultati”. Annuisco “Lo so.”
“No.” Tori si inginocchia accanto alla porta e appoggia le braccia sui
braccioli. Ci sono solo pochi centimetri tra la mia faccia e la sua. “E’
una cosa diversa. Non ti sto dicendo di non rivelarli ora, intendo dire
che non devi parlarne con nessuno, mai, qualunque cosa accada.
La Divergenza è molto pericolosa. Capisci?”
Divergent, Veronica Roth
Non capisco come possa essere pericoloso un risultato inconcludente.
Tuttavia annuisco. Non avevo comunque intenzione di confidare l’esito
a nessuno.
“Okay.” Stacco le mani dai braccioli della poltrona e mi alzo.
Mi sento malferma.
“Ti consiglio di andare a casa” dice Tori. “Hai molte cose a cui pensare.
Aspettare insieme agli altri non ti aiuterebbe”.
“Devo dire a mio fratello dove vado.”
“Glielo faccio sapere io.”
Mi porto una mano alla fronte e, uscendo, fisso il pavimento. Non me la
sento di guardarla negli occhi, non me la sento di pensare alla
Cerimonia della Scelta di domani.
La decisione sta a me ora, a prescindere da quel che dice il test.
Abnegante. Intrepida. Erudita.
- Alessia La Marca
Resta anche domani, Gayle Forman
E' un peso schiacciante. Le emozioni si accumulano nel
petto, ho paura che possa scoppiare da un momento
all'altro. Mi concentro sulla mano di Adam che stringe la
mia.
All'improvviso ho bisogno di stringergli a mia volta la mano,
più di qualunque cosa abbia mai desiderato. Mi sforzo per
concentrare nella mano destra tutte le energie che mi sono
rimaste. Ma sono molto debole e non è un impresa facile.
E' la prova più difficile da superare.
Faccio appello a tutto il mio amore, alla forza che i nonni e
Kim e le infermiere e Willow mi hanno dato.
Resta anche domani, Gayle Forman
Immagino di accarezzare i riccioli biondi di Teddy, di tenere
sospeso un archetto sul violoncello, di intrecciare le dita a
quelle di Adam. E stringo.
Mi abbandono sul cuscino, esausta. Non so che cosa sia
successo.
Né se abbia avuto qualche effetto. Se sia stato percepito.
Se abbia importanza. Poi però sento Adam stringermi più
forte la mano e mi sembra che stringa il mio intero corpo.
Quasi potesse sollevarmi dal letto e rimettermi in piedi.
Sento il suo respiro accelerato e il suono della sua voce.
Per la prima volta oggi sento veramente la sua voce.
- Nicole De Pasquale
Città di carta, John Green
“Tutte le volte che ho pensato alla morte -poche lo ammetto- mi è
sempre tornato in mente quello che avevi detto tu, che i fili dentro di lui
si erano rotti. Ma ci sono migliaia di modi di vederla: forse le sue corde
si erano rotte, o forse la nave era affondata, o forse siamo fili d'erba e
le radici di tutti noi sono così intrecciate che nessuno muore finché c'è
qualcun'altro che resta in vita in vita.
Quello che voglio dire è che le metafore non ci mancano, ma bisogna
stare attenti a quella che si sceglie, perché fa molta differenza. Se tu
scegli i fili, le corde, vuol dire che stai immaginando un mondo in cui
puoi romperti in modo irreparabile. Se scegli l'erba, stai dicendo che
siamo tutti legati, all'infinito, che possiamo usare questo sistema di
radici non solo per capire gli altri, ma per diventare gli altri. Le metafore
hanno implicazioni. Capisci cosa intendo?
Mi piace l'idea dei fili, mi è sempre piaciuta. Perché è così che ci si
sente. Secondo me però fa sembrare la sofferenza più irrimediabile del
dovuto. Noi non siamo fragili come i fili ci fanno credere.
E mi piace anche l'immagine dell'erba. L'erba mi ha portato a te, mi ha
aiutato a immaginarti come una persona vera.
Città di carta, John Green
Noi però non siamo germogli diversi nati da una stessa pianta. Io non
posso essere te. Tu non puoi essere me. Puoi arrivare ad immaginare
abbastanza bene una persona, però mai a vederla alla perfezione.
Forse è più come hai detto prima, che dentro di noi si sono aperte delle
crepe. Ognuno all'inizio è una nave inaffondabile. Poi ci succedono
alcune cose: persone che si lasciano, che non ci amano, che non ci
capiscono o che noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci
facciamo del male, gli uni agli altri. E lo scafo comincia a creparsi. E
quando si rompe non c'è niente da fare, la fine è inevitabile.
Però c'è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e
quando andiamo a pezzi. Ed è solo in quei momenti che possiamo
vederci, perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri
attraverso le loro. Quand'è che noi due ci siamo trovati faccia a faccia?
Non prima di aver guardato dentro le nostre reciproche crepe. Prima di
allora, stavamo solo guardando le idee che avevamo dell'altro, come se
stessimo osservando una tenda alla finestra, e mai la stanza dietro.
Una volta che lo scafo va in pezzi, però, la luce entra. Ed esce.”
- Giulia Bracchi
Per questo mi chiamo Giovanni,
Luigi Garlando
Tutti i giorni,dal mattino alla sera, in attesa della telefonata giusta. Che
arriva quel sabato 23 maggio 1992: “La scorta è uscita con la sua auto
blindata e ha preso la strada di Punta Raisi”. La banda si mette in
azione: due corrono al cunicolo e collegano la scatolina all’ esplosivo;
uno va in auto all’ aeroporto; il mafioso della collina comincia a fumare
una sigaretta dietro l’altra, con il radiocomando a portata di mano.
Giovanni e sua moglie scendono dall’aereo e salgono sulla macchina
bianca corazzata di Giuseppe, che è più di un autista, è un amico ormai
per otto anni ha guidato Giovanni per le strade di Palermo. Ma stavolta
Giovanni vuole mettersi al volante: ha voglia di guidare. Francesca, che
soffre un po’ la macchina, si siede al suo fianco, così l’autista Giuseppe
prende posto dietro.
Davanti alla macchina bianca ce n’è una marrone e dietro una blu con
gli uomini della scorta.
Il piccolo corteo lascia l’aeroporto e si mette in marcia verso Palermo.
Per questo mi chiamo Giovanni,
Luigi Garlando
Alle 17:42 il mafioso che era andato all’aeroporto in auto li vede
passare e avvisa per telefono l’uomo in collina, che si prepara.
Giovanni è di buonumore,è contento di rivedere la sua terra,il suo
mare. Il mafioso sulla collina vede le tre macchine in fondo alla
strada,avvicina il dito alla levetta del radiocomando.
Sono le 17:56 di sabato 23 maggio 1992.
Non puoi neppure immaginartelo, l’inferno che ha provocato
l’esplosione di quei cinque quintali di tritolo. L’auto di Giovanni è
corazzata, ma sembra di carta stagnola. Muoiono Giovanni, la moglie e
i tre ragazzi della scorta che stanno sull’auto marrone: Antonio, Rocco
e Vito. Si salvano invece Giuseppe e i poliziotti dell’auto blu che stava
dietro.
La sera stessa i mafiosi festeggiano l’attentatuni con una bottiglia di
champagne.
- Emanuele Borella
Twilight, Stephenie Meyer
Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei
mesi precedenti ne avessi avuta più di un occasione, ma di sicuro non
l'avrei immaginata così.
Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall'altra
parte della stanza stretta e lunga, e lui ricambiava con uno sguardo
garbato.
Era senz'altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un'altra
persona, qualcuno che amavo. Una maniera nobile, anche.
Conterà pur qualcosa.
Sapevo che se non fossi mai andata a Forks, non mi sarei trovata di
fronte la morte. Per quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a
pentirmi di quella scelta. Se la vita ti offre un sogno che supera
qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si
conclude.
Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con passo lento e
sfrontato, pronto a uccidermi.
- Atena Ceruti
Artemis Fowl, Eoin Colfer
Il ristorante era piombato nel caos. Il troll digrignò le zanne, tentando di
stritolare l’elmetto fra i suoi molari untuosi. Nonostante i filtri, Spinella sentì il
suo fiato fetido, e l’odore di pelliccia bruciata, mentre il fuoco gli si propagava
sulla schiena. La lingua verdastra del troll raspò la visiera, coprendola di bava.
La visiera! Era la sua sola speranza. Una mano di Spinella strisciò verso
l’interruttore dell’elmetto che azionava le luci da galleria.
Lo trovò e lo premette, e subito un fiotto di luce violenta eruppe dai faretti
gemelli posizionati sopra i suoi occhi. Il troll indietreggiò con un urlo
agghiacciante che mandò in frantumi dozzine di bicchieri e di bottiglie. Era
troppo, perfino per un bestione del suo calibro. Stordito, abbrustolito, e adesso
pure accecato! La paura e il dolore presero il controllo del suo micro cervello e
gli ordinarono di chiudere bottega. Il troll crollò a terra, rigido come uno
stoccafisso. Spinella rotolò via appena in tempo per evitare una zanna aguzza.
Sul ristorante calò il silenzio. . . a parte il tintinnio dei vetri, il crepitio della
pelliccia in fiamme e l’improvviso sospiro di sollievo collettivo, il capitano Tappo
si rialzò barcollando. C’erano un sacco di occhi fissi su di lei. . . occhi umani.
Era visibile al cento per cento. E quegli umani non sarebbero rimasti tranquilli
ancora per molto. Non era nella loro natura. Doveva procedere con una azione
di contenimento rapido.
- Luca Ghidelli
Cercando Alaska, John Green
Quando gli adulti, con lo stupido sorriso di chi crede di
saperla lunga, dicono: “I giovani si credono invincibili” non
sanno quanto hanno ragione.
La disperazione non fa per noi, perchè niente può ferirci
irreparabilmente. Ci crediamo invincibili perchè lo siamo.
Non possiamo nascere, e non possiamo morire.
Come l’energia, possiamo solo cambiare forma,
dimensioni, manifestazioni. Gli adulti, invecchiando, lo
dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire.
Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle
nostre parti non ha inizio e non ha una fine, e dunque non
può fallire.
- Ambra Vitali
Eclipse (Twilight), Stephenie Meyer
La sua voce era neutra e inquietante. "Bada a ciò che fai".
Jacob ridacchiò.
"Fammi spazio, Bella", disse aprendo ancora di più il sacco a pelo.
Lo guardai scandalizzata. C'era poco da meravigliarsi della reazione di
Edward.
"N-n-n-", cercai di protestare.
"Non essere stupida" disse esasperato. "Non preferisci conservare tutte
e dieci le dita dei piedi?".
Stipò il proprio corpo nello spazio minuscolo e fece forza nella cerniera
per chiudersela alle spalle .
A quel punto non potevo più oppormi, anche perché non volevo. Era
troppo caldo.
Le sue braccia si strinsero attorno a me e mi premevano con decisione
contro il suo petto nudo. Il calore era irresistibile, come l'aria dopo
un'immersione subacquea prolungata. Ebbe un fremito quando,
impaziente, affondai le dita nella sua pelle.
"Caspita sei ghiacciata, Bella", si lamentò.
Eclipse (Twilight), Stephenie Meyer
"Sc-c-c-cusa", balbettai.
"Cerca di rilassarti", suggerì, mentre l'ennesimo fremito mi scuoteva
con violenza. "Tra un minuto sarai al caldo. Certo, se ti togliessi i vestiti
ti scalderesti più in fretta". Da Edward venne un ruggito secco.
"E' un dato di fatto" si giustificò Jacob "Corso accelerato di
sopravvivenza".
"L-lascia p-perdere, Jake" dissi con rabbia, malgrado il mio corpo
stesso si rifiutasse di tenerlo lontano. "C-osa vuoi c-che me ne f-faccia
di d-dieci dita dei p-p-piedi".
"Lascia perdere il succhiasangue" suggerì Jacob, compiaciuto "E'
soltanto geloso". "Certo che sì" La voce di Edward era di nuovo
vellutata, sotto controllo, una musica sussurrata nell'oscurità. "Non hai
la minima idea di quanto mi piacerebbe poter fare ciò che stai facendo
per lei, randagio".
"Così va la vita" ribatté Jacob allegro, ma il suo tono si fece subito più
amaro.
"Se non altro, sai che anche lei vorrebbe che ci fossi tu al mio posto".
- Michela Cucchi
Ella e il drago, Nicoletta Ceccoli
A giocare ad ardere pretendenti insieme al suo fedele
drago, il suo unico, forse il suo possibile amore. Anche le
principesse, del resto, per certi versi sono draghi: creature
antiche, misteriose e incomprensibili. Ci piace proprio
perche sono così.
Sarebbe bello finire questa storia raccontando di come un
semplice taglialegna di bell’aspetto, o un barcaiolo dal
cuore puro, o un conte dalla pelle di color cioccolato,
venuto da molto lontano inspirato da vero amore, sia
riuscito a offrire alla principessa parole autentiche, lucide
come l’oro e tenaci come l’acciaio, parole capaci di
resistere alla fiamma prodigiosa del fiato di Thorp.
- Carolina Alvarado
Città di carta, John Green
“Hai scarrozzato tu il MIO sedere in giro per il mondo, non
perché sei taaanto-importante per me ma semplicemente
perché avevo bisogno di un passaggio e tu eri quella più a
portata di mano? Sarebbe questo il genere di cose che hai
fatto stanotte per me?”
Non mi guardò. Rimase a fissare la parete del negozio di
mobili davanti a sé.
“Pensi che avessi davvero bisogno di te? Non credi che
avrei potuto dare a Myrna Mountweazel un Benadryl in
modo che dormisse beatamente sotto il letto dei miei e io
prendessi indisturbata le chiavi? O avrei potuto infilarmi
nella tua stanza a rubarti le chiavi della macchina mentre
dormivi? Non avevo bisogno di te idiota.
Ho scelto te. E tu a tua volta hai scelto me.” Ora mi stava
guardando.
Città di carta, John Green
“È come una promessa, per stanotte, perlomeno. In salute
e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza
e in povertà. Finché l'alba non ci separi.”
Accesi il motore e uscii dal parcheggio, ma anche volendo
credere a quella storia del lavoro di squadra, continuavo a
sentirmi incastrato da lei e volevo avere l'ultima parola.
“Ok, ma quando la Sea Word Incorporated o chi per lei
scriverà una lettera alla Duke University dicendo che lo
scellerato Quentin Jacobsen si è introdotto nella loro
proprietà alle quattro e mezza del mattino in compagnia di
una giovane dallo sguardo selvaggio, la Duke University
non la prenderà bene. E lo stesso vale per i miei genitori.”
- Greta Lamera
La Storia Infinita, Michael Ende
“Mi piacerebbe sapere.” mormoro fra sé e sé.
“Che diavolo c'è in un libro fintanto che è chiuso.
Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate
sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro,
perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito
c'è lì di colpo una storia tutta intera. Ci sono personaggi
che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili
avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle
tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani.
Tutte queste cose in qualche modo sono già nel libro.
Per viverle bisogna leggerlo, questo è chiaro. Ma dentro ci
sono fin da prima. Vorrei proprio sapere come.”
E d'improvviso si sentì avvolgere da un'atmosfera quasi
solenne. Si sistemò comodamente, afferrò il libro, aprì la
prima pagina e comincio a leggere.
- Irene Pesenti
Il Piccolo Principe, Antoine De Saint Exupéry
Mi ci volle un po' di tempo per capire da dove venisse.
Il piccolo principe, che mi faceva un sacco di domande, sembrava non
capire mai le mie. Sono state delle parole pronunciate a caso che, poco
a poco, mi hanno rivelato tutto. Così, quando vide il mio aereo per la
prima volta, mi domandò: “Che cos' è quella cosa?”
“Non è una cosa. Vola. É un aereo. Il mio aereo.”
Ero fiero di fargli sapere che volavo. Allora lui esclamò: “Ma come? Sei
caduto dal cielo?”
“Si” risposi io, modestamente.
“Ah, questo é buffo!…” E il piccolo principe scoppiò in una graziosa
risata, che mi irritò molto. Esigo che si prendano sul serio i miei guai.
Poi aggiunse: “Allora anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?”
Immediatamente intravidi una luce nel mistero della sua presenza, e
l'interrogai brusco: “Dunque tu vieni da un altro pianeta?”
Ma lui non rispose. Scuotendo la testa, continuando a guardare il mio
aereo: “Di sicuro non puoi essere arrivato da molto lontano a bordo di
quello…” E sprofondò in una lunga fantasticheria.
- Erika Aurino
Colpa delle stelle, John Green
“E’ una metafora. Metti la roba che
uccide tra i denti, ma non le dai il
potere di farlo.”
- Kimberly Roncalli
Amicizie tossiche, Mireille Bouret
“Cos'é l'amicizia? L'amicizia si può definire
come un rapporto nel quale essere se
stessi, senza falsi pudori. Un rapporto in cui
accettare le critiche, purché siano costruttive
e non si basino sui valori. Un rapporto
caratterizzato dal piacere, a volte dal
conflitto, ma per la maggior parte
dall'accettazione della nostra individualità.”
- Stefano Peran
Hunger Games, Suzanne Collins
“Il canto della rivolta”
“Sono le cose che amiamo di più a
distruggerci”
- Francesca Cullhaj
Bambina Affittasi, Jacqueline Wilson
Se fossi più grande abiterei per conto mio in una
casa bella, grande e moderna, e avrei un'enorme camera
da letto tutta per me, con tutte le mie cose e dei letti a
castello speciali fatti apposta per me, in modo da poter
sempre dormire sul più alto, e poi avrei una sveglia di
Topolino come quella di Justine, e poi una serie gigante di
colori a tempera tutti per me, e anche dei pennarelli, così
nessuno potrebbe più farseli prestare per poi rovinarmeli
completamente, e poi avrei il mio televisore personale e
scegliere solo i programmi che piacciono a me, e starei
alzata tutte le sere fino a mezzanotte e mangerei tutti i
santi giorni da McDonald's, e avrei una grossa auto
superveloce per correre a tutta birra a far visita alla mia
mamma ogni volta che no ho voglia.
- Andrea Paolella
Per questo mi chiamo Giovanni,
Luigi Garlando
Ci sedemmo intorno ai tavolini del kursaal. Oltre a noi, c'era un solo
uomo anziano, che leggeva il giornale e beveva un caffè. Papà ordinò
un' insalata di piovra e patate, io un mega cheeseburger con patatine
fritte. Mentre aspettavamo che ci portassero i piatti, papà mi stupì con
un altro gioco di prestigio. Tirò fuori dallo zaino un carciofo.
“Sai come si chiama la corona di foglie del carciofo?” mi chiese.
“No”
“Cosca.”
“Cosca?”
“Cosca. Ma è una parola che non si usa quasi più, adesso ha un altro
significato: gruppo di mafiosi. Cosca o anche famiglia. Quando
Giovanni tornò a lavorare a Palermo, la città era come questo carciofo:
ogni quartiere, una cosca di mafiosi.”
“Come si entra in una famiglia, papà? Devi essere parente?”
“No. Devi fare un giuramento, promettere fedeltà e rispettare la cosca.”
“Un giuramento come nelle sette segrete?.”
Per questo mi chiamo Giovanni,
Luigi Garlando
“Come avviene il giuramento?”
“Con una cerimonia. Un uomo, di solito abbastanza anziano,
un uomo d' esperienza pronuncia un discorso all' aspirante
mafioso, mentre altri due membri della famiglia ascoltano e
fanno dei testimoni.”
“Quindi l'uomo d'onore parla, i due testimoni ascoltano. E
quello che deve entrare nella famiglia?”
“Ascolta anche lui. Gli chiedono se accetta di entrare nella
cosa, lui risponde di sì, allora l'uomo d'onore chiede ai due
testimoni di pungere il dito del nuovo mafioso con una spina
di arancia amara e di versare una goccia di sangue su
un'immaginetta sacra. Infine bruciano la figurina: il nuovo
mafioso deve tenerla in mano finché il fuoco si spegne e
pronunciare queste parole: "Le mie carni debbono bruciare
come questo santino se non manterrò fede al giuramento".”
- Mohamed El Shami
Colpa delle stelle, John Green
“Sono innamorato di te, e non sono il tipo da
negare a me stesso il semplice piacere di
dire cose vere. Sono innamorato di te, e so
che l’amore non è che un grido nel vuoto, e
che l’oblio è inevitabile, e che siamo tutti
dannati e che verrà un giorno in cui tutti i
nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so
che il sole inghiottirà l’unica terra che
avremo mai, e sono innamorato di te.”
- Francesca Bocciarelli
Per questo mi chiamo Giovanni,
Luigi Garlando
Giovanni, nella sua stanza sta studiando la lezione di storia
che riguarda a Garibaldi e rimane dal suo "obbedisco"
quando il re gli ordina di abbandonare la marcia verso nord
attraverso al penisola.
In quel momento entra suo padre, che per mestiere si
occupa di aprire negozi di giocattoli, e si mette a
chiacchierare con lui gli domanda cos'è successo al suo
compagno Simone, che si è rotto un braccio.
Cadendo forse non in modo accidentale e, sfogliando
l'album di figurine del figlio, commenta distrattamente che
non è possibile che non l'abbia ancora finito, visto che
spende tutta la sua paghetta; Giovanni risponde che ha
molta sfortuna, ma svia il discorso.
- Margot Mattusi
L’amico ritrovato, Fred Uhlman
“La politica riguardava gli adulti; noi avevamo già i
nostri problemi. E quello che ci pareva più urgente
era imparare a fare il miglior uso possibile della
vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire
quale scopo avesse, se l'aveva, e a chiederci
quale potesse essere la condizione umana in
questo cosmo spaventoso e incommensurabile.
Questi sì che erano veri dilemmi, quesiti di valore
eterno, assai più importanti per noi dell'esistenza
di due personaggi ridicoli ed effimeri come Hitler e
Mussolini.”
- Rachele Amara
Il bambino con il pigiama a righe,
John Boyne
“Shmuel non piangeva più.
Guardava il pavimento, come per
convincere la sua anima a non vivere più nel
suo corpicino, ma scivolare via e volare
attraverso la porta fino in cielo, veleggiando
fra le nuvole fino a sparire lontano e non
tornare mai più in questo mondo.”
- Leonardo Prandelli
Altre Citazioni
prese dai nostri libri preferiti
“Noi crediamo in atti ordinari di coraggio.
Nel coraggio che porta una persona a darsi
da fare per gli altri.”
—
Veronica Roth, Divergent (leggi degli Intrepidi)
“La felicità si può trovare
anche negli attimi più
tenebrosi....se solo
qualcuno si ricorda
di accendere la luce.”
— J.K. Rowling, Harry Potter
(Albus Silente)
«Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso
rischi mortali per te. Credevo che servisse a
proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che
l’hai allevato come una bestia da macello…»
«Ma è commovente, Severus» osservò Silente,
serio.«Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?»
«A lui?» Urlò Piton «Expecto Patronum!»
Dalla punta della sua bacchetta affiorò la cerva
d’argento: atterrò sul pavimento dell’ufficio, fece un
balzo e si tuffò fuori dalla finestra. Silente la guardò
volar via e quando il suo bagliore argenteo svanì si
rivolse a Piton, con gli occhi pieni di lacrime.
«Dopo tutto questo tempo?»
«Sempre» rispose Piton.
— J.K. Rowling, Harry Potter
“Sembrava passata un'eternità, un'eternità che
sembrava breve ma allo stesso tempo infinita. Alcuni
infiniti sono più grandi di altri infiniti.”
— John Green, Colpa delle stelle
“Il piacere dei ricordi mi era stato portato via perché
non c'era più nessuno con cui ricordare.
A quel che pareva, perdere il proprio compagno di
memorie era come perdere i ricordi stessi, come se le
cose che avevamo fatto fossero meno vere e
importanti, adesso, di quanto non fossero state solo
poche ore prima.”
— John Green, Colpa delle stelle
“Ecco il brutto: da quassù non vedi la ruggine, la vernice
scrostata, ma capisci che razza di posto è davvero. Vedi
quanto è falso. Non è nemmeno di plastica, persino la
plastica è più consistente. E’ una città di carta.
Guardala, Quentin: guarda tutti quei viottoli, quelle strade
che girano su se stesse, quelle case che sono state
costruite per cadere a pezzi. Tutte quelle persone di carta
che vivono nelle loro case di carta, che si bruciano il
futuro pur di scaldarsi. Tutti quei ragazzini di carta che
bevono birra che qualche cretino ha comprato loro in
qualche discount di carta. Cose sottili e fragili come carta.
E tutti altrettanto sottili e fragili.
Ho vissuto qui per diciotto anni e non ho mai incontrato
qualcuno che si preoccupasse delle cose che contano
davvero.”
— John Green, Città di carta
L'11 novembre, al mattino presto, l'aria
largamente penetrata nel Nautilus mi rivelò che
eravamo tornati alla superficie, per il rinnovo
delle provviste d'ossigeno. Mi diressi alla scala
centrale e salii sulla piattaforma.
Erano le sei. Trovai tempo coperto, mare grigio
ma calmo: appena un'onda lunga. […]
A poco a poco la bruma si dissipò sotto i raggi
solari. L'astro radioso valicava l'orizzonte
orientale. Il mare s'infiammò nel suo sguardo
come una massa di polvere da sparo. Le nubi
alte nel cielo presero toni vividi ma
ammirevolmente sfumati, molte lingue di gatto
annunciavano, intanto, una giornata ventosa.
— Jules Verne, Ventimila leghe sotto i mari
“Concedere tempo a chi non se lo
merita è uno degli errori peggiori
che un essere umano possa fare.”
—
Marco Malvaldi, Il telefono senza fili
“Le mete della vita, così come gli ostacoli, non
sono mai nel posto giusto, si disse; e hanno la
malaugurata abitudine di spostarsi nel giro di
qualche secondo. Ora li vedi, e un attimo dopo non
sono più lì dove dovevano essere, ma da tutt'altra
parte.”
“Isabel esitò. -Alcune risposte giungono più che
altro sottoforma di domande- disse”
—
Alexander McCall Smith, Le affascinanti manie degli altri
“Un anno di vita è sempre qualcosa di
compiuto. Accadono spesso fatti negativi che
mai si ripeteranno uguali. Ma, nel corso della
nostra esistenza, quegli stessi fatti che ci
hanno ferito, o solo fatto un po' soffrire,
potranno tornare a ripetersi sotto altre forme, in
altre situazioni, e se la prima volta abbiamo
saputo affrontarli ci faranno soffrire di meno.”
— Louisa May Alcott, Piccole Donne
“Addio” disse la volpe. “Ecco il mio
segreto. E’ molto semplice: non si
vede bene che con il cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi.”
“L’essenziale è invisibile agli occhi”
ripetè il piccolo principe, per ricordarsi.
— Antoine De Saint Exupéry, Il Piccolo Principe
THE END
Scarica

La presentazione della 3A