LIBRIAMOCIASCUOLA “Le pagine più belle” Giovedì 29 Ottobre 2015 Incontro con la scrittrice Francesca Caldiani Classe 3°A “Condividi con i compagni la pagina più bella che tu abbia mai letto” Divergent, Veronica Roth “Un momento” la interrompo io “Quindi non hai idea di quale sia la mia attitudine?” “Si e no. La mia conclusione” spiega “è che hai mostrato pari predisposizione per gli Abneganti, gli Intrepidi e gli Eruditi. Le persone che ottengono questo tipo di risultato sono…” Si guarda alle spalle come se temesse di veder comparire qualcuno dietro di sé. “Sono chiamate…Divergenti.” Pronuncia l’ultima parola a voce così bassa che quasi non la sento, e sul suo viso torna di nuovo quello sguardo teso e preoccupato. Gira intorno alla poltrona e si china su di me “Beatrice” sussurra “non rivelare questa informazione a nessuno, per nessun motivo. È’ molto importante.” “Non ci è permesso comunicare i nostri risultati”. Annuisco “Lo so.” “No.” Tori si inginocchia accanto alla porta e appoggia le braccia sui braccioli. Ci sono solo pochi centimetri tra la mia faccia e la sua. “E’ una cosa diversa. Non ti sto dicendo di non rivelarli ora, intendo dire che non devi parlarne con nessuno, mai, qualunque cosa accada. La Divergenza è molto pericolosa. Capisci?” Divergent, Veronica Roth Non capisco come possa essere pericoloso un risultato inconcludente. Tuttavia annuisco. Non avevo comunque intenzione di confidare l’esito a nessuno. “Okay.” Stacco le mani dai braccioli della poltrona e mi alzo. Mi sento malferma. “Ti consiglio di andare a casa” dice Tori. “Hai molte cose a cui pensare. Aspettare insieme agli altri non ti aiuterebbe”. “Devo dire a mio fratello dove vado.” “Glielo faccio sapere io.” Mi porto una mano alla fronte e, uscendo, fisso il pavimento. Non me la sento di guardarla negli occhi, non me la sento di pensare alla Cerimonia della Scelta di domani. La decisione sta a me ora, a prescindere da quel che dice il test. Abnegante. Intrepida. Erudita. - Alessia La Marca Resta anche domani, Gayle Forman E' un peso schiacciante. Le emozioni si accumulano nel petto, ho paura che possa scoppiare da un momento all'altro. Mi concentro sulla mano di Adam che stringe la mia. All'improvviso ho bisogno di stringergli a mia volta la mano, più di qualunque cosa abbia mai desiderato. Mi sforzo per concentrare nella mano destra tutte le energie che mi sono rimaste. Ma sono molto debole e non è un impresa facile. E' la prova più difficile da superare. Faccio appello a tutto il mio amore, alla forza che i nonni e Kim e le infermiere e Willow mi hanno dato. Resta anche domani, Gayle Forman Immagino di accarezzare i riccioli biondi di Teddy, di tenere sospeso un archetto sul violoncello, di intrecciare le dita a quelle di Adam. E stringo. Mi abbandono sul cuscino, esausta. Non so che cosa sia successo. Né se abbia avuto qualche effetto. Se sia stato percepito. Se abbia importanza. Poi però sento Adam stringermi più forte la mano e mi sembra che stringa il mio intero corpo. Quasi potesse sollevarmi dal letto e rimettermi in piedi. Sento il suo respiro accelerato e il suono della sua voce. Per la prima volta oggi sento veramente la sua voce. - Nicole De Pasquale Città di carta, John Green “Tutte le volte che ho pensato alla morte -poche lo ammetto- mi è sempre tornato in mente quello che avevi detto tu, che i fili dentro di lui si erano rotti. Ma ci sono migliaia di modi di vederla: forse le sue corde si erano rotte, o forse la nave era affondata, o forse siamo fili d'erba e le radici di tutti noi sono così intrecciate che nessuno muore finché c'è qualcun'altro che resta in vita in vita. Quello che voglio dire è che le metafore non ci mancano, ma bisogna stare attenti a quella che si sceglie, perché fa molta differenza. Se tu scegli i fili, le corde, vuol dire che stai immaginando un mondo in cui puoi romperti in modo irreparabile. Se scegli l'erba, stai dicendo che siamo tutti legati, all'infinito, che possiamo usare questo sistema di radici non solo per capire gli altri, ma per diventare gli altri. Le metafore hanno implicazioni. Capisci cosa intendo? Mi piace l'idea dei fili, mi è sempre piaciuta. Perché è così che ci si sente. Secondo me però fa sembrare la sofferenza più irrimediabile del dovuto. Noi non siamo fragili come i fili ci fanno credere. E mi piace anche l'immagine dell'erba. L'erba mi ha portato a te, mi ha aiutato a immaginarti come una persona vera. Città di carta, John Green Noi però non siamo germogli diversi nati da una stessa pianta. Io non posso essere te. Tu non puoi essere me. Puoi arrivare ad immaginare abbastanza bene una persona, però mai a vederla alla perfezione. Forse è più come hai detto prima, che dentro di noi si sono aperte delle crepe. Ognuno all'inizio è una nave inaffondabile. Poi ci succedono alcune cose: persone che si lasciano, che non ci amano, che non ci capiscono o che noi non capiamo, e ci perdiamo, sbagliamo, ci facciamo del male, gli uni agli altri. E lo scafo comincia a creparsi. E quando si rompe non c'è niente da fare, la fine è inevitabile. Però c'è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi. Ed è solo in quei momenti che possiamo vederci, perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro. Quand'è che noi due ci siamo trovati faccia a faccia? Non prima di aver guardato dentro le nostre reciproche crepe. Prima di allora, stavamo solo guardando le idee che avevamo dell'altro, come se stessimo osservando una tenda alla finestra, e mai la stanza dietro. Una volta che lo scafo va in pezzi, però, la luce entra. Ed esce.” - Giulia Bracchi Per questo mi chiamo Giovanni, Luigi Garlando Tutti i giorni,dal mattino alla sera, in attesa della telefonata giusta. Che arriva quel sabato 23 maggio 1992: “La scorta è uscita con la sua auto blindata e ha preso la strada di Punta Raisi”. La banda si mette in azione: due corrono al cunicolo e collegano la scatolina all’ esplosivo; uno va in auto all’ aeroporto; il mafioso della collina comincia a fumare una sigaretta dietro l’altra, con il radiocomando a portata di mano. Giovanni e sua moglie scendono dall’aereo e salgono sulla macchina bianca corazzata di Giuseppe, che è più di un autista, è un amico ormai per otto anni ha guidato Giovanni per le strade di Palermo. Ma stavolta Giovanni vuole mettersi al volante: ha voglia di guidare. Francesca, che soffre un po’ la macchina, si siede al suo fianco, così l’autista Giuseppe prende posto dietro. Davanti alla macchina bianca ce n’è una marrone e dietro una blu con gli uomini della scorta. Il piccolo corteo lascia l’aeroporto e si mette in marcia verso Palermo. Per questo mi chiamo Giovanni, Luigi Garlando Alle 17:42 il mafioso che era andato all’aeroporto in auto li vede passare e avvisa per telefono l’uomo in collina, che si prepara. Giovanni è di buonumore,è contento di rivedere la sua terra,il suo mare. Il mafioso sulla collina vede le tre macchine in fondo alla strada,avvicina il dito alla levetta del radiocomando. Sono le 17:56 di sabato 23 maggio 1992. Non puoi neppure immaginartelo, l’inferno che ha provocato l’esplosione di quei cinque quintali di tritolo. L’auto di Giovanni è corazzata, ma sembra di carta stagnola. Muoiono Giovanni, la moglie e i tre ragazzi della scorta che stanno sull’auto marrone: Antonio, Rocco e Vito. Si salvano invece Giuseppe e i poliziotti dell’auto blu che stava dietro. La sera stessa i mafiosi festeggiano l’attentatuni con una bottiglia di champagne. - Emanuele Borella Twilight, Stephenie Meyer Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un occasione, ma di sicuro non l'avrei immaginata così. Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall'altra parte della stanza stretta e lunga, e lui ricambiava con uno sguardo garbato. Era senz'altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un'altra persona, qualcuno che amavo. Una maniera nobile, anche. Conterà pur qualcosa. Sapevo che se non fossi mai andata a Forks, non mi sarei trovata di fronte la morte. Per quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude. Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con passo lento e sfrontato, pronto a uccidermi. - Atena Ceruti Artemis Fowl, Eoin Colfer Il ristorante era piombato nel caos. Il troll digrignò le zanne, tentando di stritolare l’elmetto fra i suoi molari untuosi. Nonostante i filtri, Spinella sentì il suo fiato fetido, e l’odore di pelliccia bruciata, mentre il fuoco gli si propagava sulla schiena. La lingua verdastra del troll raspò la visiera, coprendola di bava. La visiera! Era la sua sola speranza. Una mano di Spinella strisciò verso l’interruttore dell’elmetto che azionava le luci da galleria. Lo trovò e lo premette, e subito un fiotto di luce violenta eruppe dai faretti gemelli posizionati sopra i suoi occhi. Il troll indietreggiò con un urlo agghiacciante che mandò in frantumi dozzine di bicchieri e di bottiglie. Era troppo, perfino per un bestione del suo calibro. Stordito, abbrustolito, e adesso pure accecato! La paura e il dolore presero il controllo del suo micro cervello e gli ordinarono di chiudere bottega. Il troll crollò a terra, rigido come uno stoccafisso. Spinella rotolò via appena in tempo per evitare una zanna aguzza. Sul ristorante calò il silenzio. . . a parte il tintinnio dei vetri, il crepitio della pelliccia in fiamme e l’improvviso sospiro di sollievo collettivo, il capitano Tappo si rialzò barcollando. C’erano un sacco di occhi fissi su di lei. . . occhi umani. Era visibile al cento per cento. E quegli umani non sarebbero rimasti tranquilli ancora per molto. Non era nella loro natura. Doveva procedere con una azione di contenimento rapido. - Luca Ghidelli Cercando Alaska, John Green Quando gli adulti, con lo stupido sorriso di chi crede di saperla lunga, dicono: “I giovani si credono invincibili” non sanno quanto hanno ragione. La disperazione non fa per noi, perchè niente può ferirci irreparabilmente. Ci crediamo invincibili perchè lo siamo. Non possiamo nascere, e non possiamo morire. Come l’energia, possiamo solo cambiare forma, dimensioni, manifestazioni. Gli adulti, invecchiando, lo dimenticano. Hanno una gran paura di perdere, di fallire. Ma quella parte di noi che è più grande della somma delle nostre parti non ha inizio e non ha una fine, e dunque non può fallire. - Ambra Vitali Eclipse (Twilight), Stephenie Meyer La sua voce era neutra e inquietante. "Bada a ciò che fai". Jacob ridacchiò. "Fammi spazio, Bella", disse aprendo ancora di più il sacco a pelo. Lo guardai scandalizzata. C'era poco da meravigliarsi della reazione di Edward. "N-n-n-", cercai di protestare. "Non essere stupida" disse esasperato. "Non preferisci conservare tutte e dieci le dita dei piedi?". Stipò il proprio corpo nello spazio minuscolo e fece forza nella cerniera per chiudersela alle spalle . A quel punto non potevo più oppormi, anche perché non volevo. Era troppo caldo. Le sue braccia si strinsero attorno a me e mi premevano con decisione contro il suo petto nudo. Il calore era irresistibile, come l'aria dopo un'immersione subacquea prolungata. Ebbe un fremito quando, impaziente, affondai le dita nella sua pelle. "Caspita sei ghiacciata, Bella", si lamentò. Eclipse (Twilight), Stephenie Meyer "Sc-c-c-cusa", balbettai. "Cerca di rilassarti", suggerì, mentre l'ennesimo fremito mi scuoteva con violenza. "Tra un minuto sarai al caldo. Certo, se ti togliessi i vestiti ti scalderesti più in fretta". Da Edward venne un ruggito secco. "E' un dato di fatto" si giustificò Jacob "Corso accelerato di sopravvivenza". "L-lascia p-perdere, Jake" dissi con rabbia, malgrado il mio corpo stesso si rifiutasse di tenerlo lontano. "C-osa vuoi c-che me ne f-faccia di d-dieci dita dei p-p-piedi". "Lascia perdere il succhiasangue" suggerì Jacob, compiaciuto "E' soltanto geloso". "Certo che sì" La voce di Edward era di nuovo vellutata, sotto controllo, una musica sussurrata nell'oscurità. "Non hai la minima idea di quanto mi piacerebbe poter fare ciò che stai facendo per lei, randagio". "Così va la vita" ribatté Jacob allegro, ma il suo tono si fece subito più amaro. "Se non altro, sai che anche lei vorrebbe che ci fossi tu al mio posto". - Michela Cucchi Ella e il drago, Nicoletta Ceccoli A giocare ad ardere pretendenti insieme al suo fedele drago, il suo unico, forse il suo possibile amore. Anche le principesse, del resto, per certi versi sono draghi: creature antiche, misteriose e incomprensibili. Ci piace proprio perche sono così. Sarebbe bello finire questa storia raccontando di come un semplice taglialegna di bell’aspetto, o un barcaiolo dal cuore puro, o un conte dalla pelle di color cioccolato, venuto da molto lontano inspirato da vero amore, sia riuscito a offrire alla principessa parole autentiche, lucide come l’oro e tenaci come l’acciaio, parole capaci di resistere alla fiamma prodigiosa del fiato di Thorp. - Carolina Alvarado Città di carta, John Green “Hai scarrozzato tu il MIO sedere in giro per il mondo, non perché sei taaanto-importante per me ma semplicemente perché avevo bisogno di un passaggio e tu eri quella più a portata di mano? Sarebbe questo il genere di cose che hai fatto stanotte per me?” Non mi guardò. Rimase a fissare la parete del negozio di mobili davanti a sé. “Pensi che avessi davvero bisogno di te? Non credi che avrei potuto dare a Myrna Mountweazel un Benadryl in modo che dormisse beatamente sotto il letto dei miei e io prendessi indisturbata le chiavi? O avrei potuto infilarmi nella tua stanza a rubarti le chiavi della macchina mentre dormivi? Non avevo bisogno di te idiota. Ho scelto te. E tu a tua volta hai scelto me.” Ora mi stava guardando. Città di carta, John Green “È come una promessa, per stanotte, perlomeno. In salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, in ricchezza e in povertà. Finché l'alba non ci separi.” Accesi il motore e uscii dal parcheggio, ma anche volendo credere a quella storia del lavoro di squadra, continuavo a sentirmi incastrato da lei e volevo avere l'ultima parola. “Ok, ma quando la Sea Word Incorporated o chi per lei scriverà una lettera alla Duke University dicendo che lo scellerato Quentin Jacobsen si è introdotto nella loro proprietà alle quattro e mezza del mattino in compagnia di una giovane dallo sguardo selvaggio, la Duke University non la prenderà bene. E lo stesso vale per i miei genitori.” - Greta Lamera La Storia Infinita, Michael Ende “Mi piacerebbe sapere.” mormoro fra sé e sé. “Che diavolo c'è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c'è lì di colpo una storia tutta intera. Ci sono personaggi che io non conosco ancora e ci sono tutte le possibili avventure e gesta e battaglie, e qualche volta ci sono delle tempeste di mare oppure si arriva in paesi e città lontani. Tutte queste cose in qualche modo sono già nel libro. Per viverle bisogna leggerlo, questo è chiaro. Ma dentro ci sono fin da prima. Vorrei proprio sapere come.” E d'improvviso si sentì avvolgere da un'atmosfera quasi solenne. Si sistemò comodamente, afferrò il libro, aprì la prima pagina e comincio a leggere. - Irene Pesenti Il Piccolo Principe, Antoine De Saint Exupéry Mi ci volle un po' di tempo per capire da dove venisse. Il piccolo principe, che mi faceva un sacco di domande, sembrava non capire mai le mie. Sono state delle parole pronunciate a caso che, poco a poco, mi hanno rivelato tutto. Così, quando vide il mio aereo per la prima volta, mi domandò: “Che cos' è quella cosa?” “Non è una cosa. Vola. É un aereo. Il mio aereo.” Ero fiero di fargli sapere che volavo. Allora lui esclamò: “Ma come? Sei caduto dal cielo?” “Si” risposi io, modestamente. “Ah, questo é buffo!…” E il piccolo principe scoppiò in una graziosa risata, che mi irritò molto. Esigo che si prendano sul serio i miei guai. Poi aggiunse: “Allora anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?” Immediatamente intravidi una luce nel mistero della sua presenza, e l'interrogai brusco: “Dunque tu vieni da un altro pianeta?” Ma lui non rispose. Scuotendo la testa, continuando a guardare il mio aereo: “Di sicuro non puoi essere arrivato da molto lontano a bordo di quello…” E sprofondò in una lunga fantasticheria. - Erika Aurino Colpa delle stelle, John Green “E’ una metafora. Metti la roba che uccide tra i denti, ma non le dai il potere di farlo.” - Kimberly Roncalli Amicizie tossiche, Mireille Bouret “Cos'é l'amicizia? L'amicizia si può definire come un rapporto nel quale essere se stessi, senza falsi pudori. Un rapporto in cui accettare le critiche, purché siano costruttive e non si basino sui valori. Un rapporto caratterizzato dal piacere, a volte dal conflitto, ma per la maggior parte dall'accettazione della nostra individualità.” - Stefano Peran Hunger Games, Suzanne Collins “Il canto della rivolta” “Sono le cose che amiamo di più a distruggerci” - Francesca Cullhaj Bambina Affittasi, Jacqueline Wilson Se fossi più grande abiterei per conto mio in una casa bella, grande e moderna, e avrei un'enorme camera da letto tutta per me, con tutte le mie cose e dei letti a castello speciali fatti apposta per me, in modo da poter sempre dormire sul più alto, e poi avrei una sveglia di Topolino come quella di Justine, e poi una serie gigante di colori a tempera tutti per me, e anche dei pennarelli, così nessuno potrebbe più farseli prestare per poi rovinarmeli completamente, e poi avrei il mio televisore personale e scegliere solo i programmi che piacciono a me, e starei alzata tutte le sere fino a mezzanotte e mangerei tutti i santi giorni da McDonald's, e avrei una grossa auto superveloce per correre a tutta birra a far visita alla mia mamma ogni volta che no ho voglia. - Andrea Paolella Per questo mi chiamo Giovanni, Luigi Garlando Ci sedemmo intorno ai tavolini del kursaal. Oltre a noi, c'era un solo uomo anziano, che leggeva il giornale e beveva un caffè. Papà ordinò un' insalata di piovra e patate, io un mega cheeseburger con patatine fritte. Mentre aspettavamo che ci portassero i piatti, papà mi stupì con un altro gioco di prestigio. Tirò fuori dallo zaino un carciofo. “Sai come si chiama la corona di foglie del carciofo?” mi chiese. “No” “Cosca.” “Cosca?” “Cosca. Ma è una parola che non si usa quasi più, adesso ha un altro significato: gruppo di mafiosi. Cosca o anche famiglia. Quando Giovanni tornò a lavorare a Palermo, la città era come questo carciofo: ogni quartiere, una cosca di mafiosi.” “Come si entra in una famiglia, papà? Devi essere parente?” “No. Devi fare un giuramento, promettere fedeltà e rispettare la cosca.” “Un giuramento come nelle sette segrete?.” Per questo mi chiamo Giovanni, Luigi Garlando “Come avviene il giuramento?” “Con una cerimonia. Un uomo, di solito abbastanza anziano, un uomo d' esperienza pronuncia un discorso all' aspirante mafioso, mentre altri due membri della famiglia ascoltano e fanno dei testimoni.” “Quindi l'uomo d'onore parla, i due testimoni ascoltano. E quello che deve entrare nella famiglia?” “Ascolta anche lui. Gli chiedono se accetta di entrare nella cosa, lui risponde di sì, allora l'uomo d'onore chiede ai due testimoni di pungere il dito del nuovo mafioso con una spina di arancia amara e di versare una goccia di sangue su un'immaginetta sacra. Infine bruciano la figurina: il nuovo mafioso deve tenerla in mano finché il fuoco si spegne e pronunciare queste parole: "Le mie carni debbono bruciare come questo santino se non manterrò fede al giuramento".” - Mohamed El Shami Colpa delle stelle, John Green “Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l’amore non è che un grido nel vuoto, e che l’oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l’unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te.” - Francesca Bocciarelli Per questo mi chiamo Giovanni, Luigi Garlando Giovanni, nella sua stanza sta studiando la lezione di storia che riguarda a Garibaldi e rimane dal suo "obbedisco" quando il re gli ordina di abbandonare la marcia verso nord attraverso al penisola. In quel momento entra suo padre, che per mestiere si occupa di aprire negozi di giocattoli, e si mette a chiacchierare con lui gli domanda cos'è successo al suo compagno Simone, che si è rotto un braccio. Cadendo forse non in modo accidentale e, sfogliando l'album di figurine del figlio, commenta distrattamente che non è possibile che non l'abbia ancora finito, visto che spende tutta la sua paghetta; Giovanni risponde che ha molta sfortuna, ma svia il discorso. - Margot Mattusi L’amico ritrovato, Fred Uhlman “La politica riguardava gli adulti; noi avevamo già i nostri problemi. E quello che ci pareva più urgente era imparare a fare il miglior uso possibile della vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire quale scopo avesse, se l'aveva, e a chiederci quale potesse essere la condizione umana in questo cosmo spaventoso e incommensurabile. Questi sì che erano veri dilemmi, quesiti di valore eterno, assai più importanti per noi dell'esistenza di due personaggi ridicoli ed effimeri come Hitler e Mussolini.” - Rachele Amara Il bambino con il pigiama a righe, John Boyne “Shmuel non piangeva più. Guardava il pavimento, come per convincere la sua anima a non vivere più nel suo corpicino, ma scivolare via e volare attraverso la porta fino in cielo, veleggiando fra le nuvole fino a sparire lontano e non tornare mai più in questo mondo.” - Leonardo Prandelli Altre Citazioni prese dai nostri libri preferiti “Noi crediamo in atti ordinari di coraggio. Nel coraggio che porta una persona a darsi da fare per gli altri.” — Veronica Roth, Divergent (leggi degli Intrepidi) “La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi....se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce.” — J.K. Rowling, Harry Potter (Albus Silente) «Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi mortali per te. Credevo che servisse a proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che l’hai allevato come una bestia da macello…» «Ma è commovente, Severus» osservò Silente, serio.«Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?» «A lui?» Urlò Piton «Expecto Patronum!» Dalla punta della sua bacchetta affiorò la cerva d’argento: atterrò sul pavimento dell’ufficio, fece un balzo e si tuffò fuori dalla finestra. Silente la guardò volar via e quando il suo bagliore argenteo svanì si rivolse a Piton, con gli occhi pieni di lacrime. «Dopo tutto questo tempo?» «Sempre» rispose Piton. — J.K. Rowling, Harry Potter “Sembrava passata un'eternità, un'eternità che sembrava breve ma allo stesso tempo infinita. Alcuni infiniti sono più grandi di altri infiniti.” — John Green, Colpa delle stelle “Il piacere dei ricordi mi era stato portato via perché non c'era più nessuno con cui ricordare. A quel che pareva, perdere il proprio compagno di memorie era come perdere i ricordi stessi, come se le cose che avevamo fatto fossero meno vere e importanti, adesso, di quanto non fossero state solo poche ore prima.” — John Green, Colpa delle stelle “Ecco il brutto: da quassù non vedi la ruggine, la vernice scrostata, ma capisci che razza di posto è davvero. Vedi quanto è falso. Non è nemmeno di plastica, persino la plastica è più consistente. E’ una città di carta. Guardala, Quentin: guarda tutti quei viottoli, quelle strade che girano su se stesse, quelle case che sono state costruite per cadere a pezzi. Tutte quelle persone di carta che vivono nelle loro case di carta, che si bruciano il futuro pur di scaldarsi. Tutti quei ragazzini di carta che bevono birra che qualche cretino ha comprato loro in qualche discount di carta. Cose sottili e fragili come carta. E tutti altrettanto sottili e fragili. Ho vissuto qui per diciotto anni e non ho mai incontrato qualcuno che si preoccupasse delle cose che contano davvero.” — John Green, Città di carta L'11 novembre, al mattino presto, l'aria largamente penetrata nel Nautilus mi rivelò che eravamo tornati alla superficie, per il rinnovo delle provviste d'ossigeno. Mi diressi alla scala centrale e salii sulla piattaforma. Erano le sei. Trovai tempo coperto, mare grigio ma calmo: appena un'onda lunga. […] A poco a poco la bruma si dissipò sotto i raggi solari. L'astro radioso valicava l'orizzonte orientale. Il mare s'infiammò nel suo sguardo come una massa di polvere da sparo. Le nubi alte nel cielo presero toni vividi ma ammirevolmente sfumati, molte lingue di gatto annunciavano, intanto, una giornata ventosa. — Jules Verne, Ventimila leghe sotto i mari “Concedere tempo a chi non se lo merita è uno degli errori peggiori che un essere umano possa fare.” — Marco Malvaldi, Il telefono senza fili “Le mete della vita, così come gli ostacoli, non sono mai nel posto giusto, si disse; e hanno la malaugurata abitudine di spostarsi nel giro di qualche secondo. Ora li vedi, e un attimo dopo non sono più lì dove dovevano essere, ma da tutt'altra parte.” “Isabel esitò. -Alcune risposte giungono più che altro sottoforma di domande- disse” — Alexander McCall Smith, Le affascinanti manie degli altri “Un anno di vita è sempre qualcosa di compiuto. Accadono spesso fatti negativi che mai si ripeteranno uguali. Ma, nel corso della nostra esistenza, quegli stessi fatti che ci hanno ferito, o solo fatto un po' soffrire, potranno tornare a ripetersi sotto altre forme, in altre situazioni, e se la prima volta abbiamo saputo affrontarli ci faranno soffrire di meno.” — Louisa May Alcott, Piccole Donne “Addio” disse la volpe. “Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.” “L’essenziale è invisibile agli occhi” ripetè il piccolo principe, per ricordarsi. — Antoine De Saint Exupéry, Il Piccolo Principe THE END