REPORT 1° anno Workplace Health Promotion Regione Lombardia Report ASL Lodi anno 2014 Dipartimento di Prevenzione Medico USSD : Prevenzione, Controllo e Orientamento al Cliente Indice 1. Prefazione 2. Razionale 3. Obiettivi 4. Il contesto territoriale 5. Le fasi operative 6. Gli strumenti 7. I costi 8. Il ruolo dell’ASL 9. Il campione pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. 3 3 6 7 7 8 8 9 9 9.1 Il campione lodigiano 9.2. Risultati del lodigiano 9.3 Altre evidenze 10. Buone Pratiche attuate 11. Accreditamento e visibilità 12. Bibliografia e sitografia pag. 16 pag. 18 pag. 18 2 di 18 1. Prefazione Un viaggio, una destinazione, diversi punti di partenza Il 2014 segna l’importante passaggio dalla costituzione di una rete locale di Aziende che Promuovono Salute - la Rete Lodigiana WHP all’integrazione del programma nel più ampio contesto regionale - la Rete Lombarda WHP - nel quale le aziende aderenti sono chiamate ad assumere un ruolo sempre più pro-attivo nei confronti della promozione di scelte adeguate per la salute, contribuendo ad elevare i determinanti sociali di salute ed il benessere della forza lavoro, con il fine ultimo di raggiungere risultati misurabili in termini di guadagno di salute e stato di benessere(*) complessivo inteso come derivato multifattoriale da patrimonio genetico, ambiente fisico e sociale, comportamenti e stili di vita sia individuali che collettivi. I programmi sono sostenuti da un importante evoluzione concettuale che, partendo dalla prevenzione intesa come mera anticipazione di eventi sfavorevoli, arriva a includervi l’idea di sviluppo di migliori condizioni di vita (promozione della salute) che si propongono di rafforzare le risorse, la consapevolezza e le competenze degli individui, proponendo investimenti sugli stili di vita, sulla formazione personale e sulle competenze collettive. Partendo da percorsi e contesti differenti, la rete regionale si pone l’obiettivo di creare ambienti favorevoli alla salute, allineando e riorientando le molteplici risorse verso questo fine ultimo e offre modelli di “Best Pactices” attuabili e sostenibili nelle specifiche realtà. (*) “Il benessere (wellness) è lo stato ottimale di salute di singoli individui e di gruppi di persone. Due sono gli aspetti fondamentali: la realizzazione delle massime potenzialità di un individuo a livello fisico, psicologico, sociale, spirituale ed economico, e l’appagamento delle aspettative del proprio ruolo nella famiglia, nella comunità, nella comunità religiosa, nel luogo di lavoro e in altri contesti” (OMS 2006: Who Health Promotion Glossary: new terms; traduzione DORS) 2. Razionale Gli interventi di promozione salute e prevenzione dei fattori di rischio comportamentali si basano sulle potenzialità di cambiamento delle persone nelle comunità in cui vivono, lavorano, studiano, ecc. Obiettivi prioritari della strategia europea Health 2020 promossa dalla World Health Organization (WHP) è il controllo delle patologie croniche ed il miglioramento del benessere, tanto più in un pese, l’Italia, tra i più longevi d’Europa caratterizzato da un crescente invecchiamento della popolazione. Le patologie croniche sono responsabili di oltre l’85% dei decessi e del 77% del burden disease a livello europeo. In Italia, secondo le stime riportate dal WHO (Non communicable disease country profile 2011), esse sono responsabili del 92% delle morti. In Fig. 1 è rappresentata la presenza di patologie croniche nella popolazione italiana, per genere ed età e la presenza della condizione di multicronicità. Fig.1: popolazione per presenza di malattie croniche gravi* (A) o in condizioni di multicronicità (B) per sesso e classi di età. *diabete, infarto miocardio, angina pectoris altre malattie del cuore, ictus, emorragia cerebrale, bronchite cronica, enfisema, cirrosi epatica, tumore maligno, parkinsonismo, Alzheimer, demenze. Relazione stato sanitario del paese 2012-2013, Ministero della salute. 3 di 18 E’ ormai acquisito che la prevenzione primaria può evitare una quota importante di decessi attribuibili a cause prevenibili; complessivamente, nel 2011 i decessi attribuibili al gruppo di cause prevenibili con interventi di prevenzione primaria ammontano a circa un terzo di tutti i decessi sotto i 75 anni di età: il 35,2% per gli uomini e il 18,5% per le donne. Gli stili di vita individuali “pesano” come determinanti di salute per circa il 50%, mentre circa il 20% è attribuibile a genetica e ambiente e il 10% circa al sistema sanitario (fig.2). Fig.2: Policies and Strategies to Promote Equity in Health. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe. Dahlgren G, Whitehead M. 1991. I modelli efficaci di promozione salute indicano, in estrema sintesi (fig. 3), di: individuare e intervenire sui determinanti di salute, per “dare vita agli anni” ovvero agire per migliorare la qualità della vita individuare i fattori di rischio di patologia per ridurli o eliminarli, al fine di “dare anni alla vita” ovvero aumentare la sopravvivenza Fig. 3: il modello dello European Health Promotion Indicators Development sullo sviluppo di salute. "Valutazione di efficacia e definizione di modello integrato di promozione della salute“. Davies et al. (2006) (progetto ex art. 12 lett. b) del d.lgs.229/99) Il modello teorico di riferimento per la progettazione di interventi di promozione salute è quello proposto da Green e Kreuter nel 1999: il modello PRECEDE-PROCEED; si prevede una valutazione exante e la progettazione (PRECEDE) cui seguono le fasi di implementazione e valutazione ex-post (PROCEED) come riassunto in fig.4. 4 di 18 Fig. 4 Relazioni esistenti tra interventi di promozione della salute e loro valutazione mod. da Green-Kreuter, Health Promotion Planning, 1999 Da qui altri modelli sono stati successivamente proposti, fino ad arrivare alla ideazione di un modello di riferimento della nuova Promozione della Salute in cui convergono e si integrano le conoscenze di altri fondamenti. In ogni caso i principi fondamentali sottintesi sono, semplificando: la salute e i relativi fattori di rischio dipendono da molteplici variabili poiché vi sono molteplici cause ed effetti comportamentali, ambientali e sociali, vi deve essere un’analisi multidimensionale e multisettoriale la consapevolezza che un ampio numero d’informazioni di carattere cognitivo-esortativo non conduce necessariamente allo sviluppo di comportamenti e atteggiamenti coerenti con le informazioni trasmesse quindi gli obiettivi degli interventi devono andare oltre l’esposizione di contenuti, fino ad allargarsi ad obiettivi in termini educativi per interventi efficaci è necessario agire sulle variabili che influenzano il comportamento sia individuale che collettivo –ovvero i determinanti predisponenti e rinforzant i- collocando le informazioni/conoscenze in un contesto relazionale-ambientale in grado di supportate/sostenere la coerenza di quanto proposto e di favorire/facilitare l’accessibilità alle risorse I fattori di rischio L’evidenza scientifica ha dimostrato che alcuni fattori di rischio modificabili, comportamentali o biologici, sono responsabili della maggior parte delle disabilità, con le correlazioni sintetizzate in Tab.1: FATTORI DI RISCHIO IPERTENSIONE FUMO ALCOOL IPERCOLESTEROLEMIA SOPRAPPESO DIETA ATTIVITÀ STRESS FISICA MALATTIE CARDIACHE/INFARTO CANCRO DIABETE MALATTIE RESPIRATORIE DEPRESSIONE Tab. 1: modificata da World Economy Forum, PricewaterhousecoppersHealth Research Institute Analisys 2007 e WHO Report 2004. 5 di 18 I workplaces rappresentano contesti “opportunistici”, microcosmi in cui le persone passano la maggior parte del proprio tempo, spesso in presenza di forti dinamiche relazionali; è noto che i comportamenti e le abitudini dannose per la salute risentono moltissimo di determinanti e delle dinamiche di tipo relazionale. Sulla base di questi presupposti, è semplice identificare i luoghi di lavoro quali setting privilegiati per la realizzazione di azioni tese alla modifica di abitudini e comportamenti a rischio; essi offrono la possibilità di incontrare la fascia di popolazione adulta, difficilmente raggiungibile in altri contesti comunitari, producono effetti positivi sia a livello individuale e aziendale sia nelle famiglie di appartenenza dei lavoratori esposti e della collettività. Il progetto WHP si propone di intervenire in 6 aree tematiche prioritarie, offrendo modelli per un totale di 49 Buone Pratiche (BP) e lasciando la possibilità ad ogni realtà di proporre iniziative differenti da quelle proposte, che siano supportate da azioni documentate ed efficaci. Ogni azienda che vorrà partecipare, dovrà essere in linea con i requisiti di ingresso, individuare ogni anno 2 aree tematiche e 3 BP per ogni area, per un totale di 18 BP da realizzare nell’arco temporale di 3 anni. Ogni anno dovranno essere mantenute e potranno essere implementate le BP avviate nell’anno precedente. (**) Buona Pratica: “insiemi di processi ed attività che, in armonia con i principi/valori/credenze e le prove di efficacia e ben integrati con il contesto ambientale, sono tali da poter raggiungere il miglior risultato possibile in una determinata situazione”. Sono azioni efficaci che possono essere esportate in altri ambiti e contesti”(Kahan e Goodstadt 2001;da: DORS, centro regionale documentazione per la promozione della salute; “Buone Pratiche cercasi”, Nov. 2011) Le BP hanno una duplice valenza: forniscono raccomandazioni per la composizione dei programmi migliori e costituiscono i fondamenti per un lavoro di qualità che tenga conto anche dei cambiamenti delle realtà nei contesti sociali. 3. Obiettivi Rafforzare e valorizzare l’impresa come setting privilegiato per interventi di promozione della salute volti a modificare i comportamenti individuali e collettivi e a favorire corrette scelte per controllare i fattori di rischio generale di salute, attraverso: il miglioramento dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro la promozione della partecipazione attiva supporto e incoraggiamento alla crescita individuale Contribuire a una ampia area di fattori che possono migliorare la salute/sicurezza dei lavoratori traducendosi in un effettivo guadagno di salute. Sostenere l’attuazione di una politica del personale che incorpora attivamente le tematiche della promozione della salute in un servizio integrato per la salute-sicurezza sul lavoro. Identificare e divulgare modelli di buona pratica Supportare e implementare in continuo la rete sia in termini di numero di partecipazione aziendale sia in termini di miglioramento delle buone pratiche 6 di 18 4. Il contesto territoriale appare evidente la possibilità di un ampio margine per interventi di formazione/informazione e promozione di corretti stili di vita La realtà produttiva lodigiana è caratterizzata dalla presenza di aziende per lo più di piccole-medie dimensioni, cui è garantito il monitoraggio in continuo delle malattie e degli infortuni professionali, al fine di aumentare la sicurezza e di ridurre i rischi per la salute lavoro-correlati. I dati raccolti nel 2013 durante il programma WHP territoriale, su un campione di circa 1400 dipendenti del lodigiano, di cui 21.5% donne 78.5% uomini, hanno permesso di ottenere una “fotografia” della realtà territoriale che indicava una situazione di condizione ponderale lievemente migliore rispetto al dato nazionale di riferimento, abitudini alimentari migliorabili in una quota significativa di soggetti, consumo dannoso di alcool con dati di binge drinking meritevoli di attenzione così come una quota di fumatori superiore alla media nazionale; rispetto alla sedentarietà il dato della quota di soggetti inattivi era sovrapponibile alla media nazionale pari a circa il 40%. condizione ponderale: il 36.5% è in soprappeso e il 7.7% in condizione di obesità (coerentemente con la presenza di un numero maggiore di uomini, più spesso in soprappeso rispetto alle donne) abitudini alimentari: il 30% circa non consuma la colazione e il 70% non consuma spuntini; il 20% circa non consuma adeguatamente frutta e verdura secondo le raccomandazioni; più del 55% non consuma cereali integrali (e derivati), il consumo di pesce e legumi può essere implementato in circa il 40-48% del campione; il 40% non limita consumo di grassi, zuccheri e di sale il consumo rischioso di alcol è meritevole di attenzione, così come il fenomeno del binge drinking (14.2 vs. 6.3% dato ISTAT 2013) abitudine tabagica: i fumatori sono più della quota nazionale (31.% vs. 20.5% dato OSFADD al 2013), sia negli uomini (34.5% vs. 25.9% dato nazionale 2013) che nelle donne (22.5% vs. 15.8% dato nazionale 2013) inattività fisica: la quota dei sedentari è sovrapponibile al dato nazionale e si aggira intorno al 40%; meno del 30% coloro che praticano almeno il livello raccomandato di attività moderata/die (walking) e solo il 30% pratica attività con regolarità (quota lievemente inferiore al dato indagine TANGOS – ISTAT - CONI 2012 pari al 32%) In tale contesto appare evidente la possibilità di un ampio margine per interventi di formazione/informazione e promozione di corretti stili di vita, strutturati in modo specifico, appropriato e sostenibile per ogni singola realtà produttiva al fine di massimizzarne l’efficacia in termini di implementazione dell’empowerment e di guadagno di salute. 5. Le fasi operative Si riportano in sintesi i punti principali e il cronoprogramma delle fasi attuative, comprensivi del passaggio dal progetto territoriale quello regionale: anno 2013 a. avvio del programma territoriale “Aziende che Promuovono Salute” redatto in armonia con il Decreto n. 11861/2012 e con le successive indicazioni della Regione Lombardia b. elaborazione ed invio dei Report aziendali relativi all’esito dei questionari raccolti durante l’adesione al progetto WHP territoriale c. recepimento della proposta di Regione Lombardia di costituzione della Rete Regionale di Aziende che Promuovono Salute d. invio di comunicazione ai referenti di un gruppo selezionato di aziende del territorio (gruppo “pilota”) anno 2014 e. invio, alle aziende individuate come “gruppo pilota”, del Manuale Regionale WHP 2014, opportunamente predisposto, e suoi successivi aggiornamenti e revisioni f. presentazione del programma regionale ai dipendenti e stakeholder delle aziende già iscritte al programma territoriale 2013, per mezzo di incontro presso l’ASL di Lodi 7 di 18 g. supporto alle aziende per la individuazione delle aree critiche specifiche anche sulla base degli esiti di cui al punto b) h. confronto continuo con i referenti del progetto presso ASL di Bergamo i. incontri con i referenti aziendali coinvolti j. interventi presso le aziende gli eventi fomrativi/informativi previsti come da requisiti del manuale k. supporto alle aziende nelle varie fasi operative (pianificazione online, rendicontazione online, ecc.) dell’ avanzamento lavori l. monitoraggio delle attività pianificate, elaborazione e feedback dati dei questionati compilati m. audit per accreditamento di fine anno 6. Gli strumenti molti gli strumenti forniti per supportare il programma in tutte le sue fasi. In ogni caso i materiali, in particolare i supporti formativi/informativi, sono in continua evoluzione sulla base delle necessità di volta in volta emergenti:. Si ricordano i principali: il Manuale elaborato ad hoc con indicazione dei requisiti di ingresso, fasi operative, proposte di BP numerosi allegati (poster, brochure, questionari, ecc) specifici per ogni area tematica e suddivisi per buone pratiche video e materiali di promozione/presentazione del programma questionario di auto-valutazione della qualità della gestione delle attività di promozione salute aziendali strumenti e-health utili per sostenere il cambiamento verso comportamenti protettivi o per migliorare il controllo sulla propria salute. sistema online per la gestione dei vari step del programma (pianificazione, rendicontazione, ecc) questionario anonimo strutturato ad hoc per tutti i dipendenti, da auto-compilare “in ingresso” conseguentemente all’iscrizione e alla presentazione del programma ai dipendenti; il questionario è compilabile anche direttamente online; le aziende possono predisporre spazi e strumentazione apposita per favorire l’accessibilità alla compilazione da parte dei lavoratori. Il questionario consta di n.32 domande e indaga le abitudini relative allo stile di vita alimentare, di attività fisica, di tabagismo e consumo di alcol, di rispetto delle norme di sicurezza stradale, di mobilità, e relative alla percezione dello stato di benessere. Le domande previste consentono di acquisire un set di indicatori utili ai fini del monitoraggio e alla valutazione dell’andamento del programma. Alcuni quesiti consentono di ricavare un codice di correlazione per il monitoraggio nel tempo dei parametri indagati. Il programma prevede infatti che il questionario venga fatto compilare anche “in uscita”, al termine dei 3 anni di programma, al fine di rilevare i cambiamenti nel tempo dei fattori di rischio indagati nella popolazione campione, i risultati ottenuti e il gradimento del programma. L’analisi delle risposte può fornire elementi di valutazione di efficacia del progetto in termini di guadagno di salute-benessere della popolazione campione. L’efficacia è la capacità di un programma di promozione della salute di andare incontro ai bisogni di salute di una determinata popolazione e di produrre risultati in termini di miglioramento della salute. 7. I costi In Italia la proposta di programmi di promozione salute è supportata dalla normativa, ma la partecipazione dei lavoratori alle specifiche iniziative aziendali finalizzate al contenimento dei fattori di rischio generali è assolutamente volontaria, a differenza di quanto accade per i fattori di rischio lavoro-correlati. L’adesione alla rete regionale WHP è su base volontaria e non comporta costi; ogni azienda potrà stimare le spese sostenute per l’attuazione delle BP scelte, che possono essere imputabili a: stampa di materiale informativo/divulgativo, ore di formazione/informazione, ore/uomo impiegate, benefit di tipo economico come da requisiti per le singole aree tematiche, ecc. 8 di 18 8. Il ruolo dell’ ASL L’ASL si colloca come elemento guida e di supporto tecnico-scientifico a tale iniziativa regionale e si pone come struttura di riferimento con personale qualificato. Effettua un monitoraggio costante delle iniziative intraprese da ogni singola realtà aziendale. Ai fini dell’accreditamento, il personale opportunamente formato, valuta le modalità di attuazione delle BP, il materiale prodotto, i target raggiunti e la coerenza con i requisiti previsti dal programma. L’ASL, in quanto struttura sanitaria, mantiene attive iniziative di promozione salute e prevenzione primaria di patologie avviate diversi anni fa e continuamente aggiornate/implementate sulla base degli esiti. 9. Il campione Al mese di Dicembre 2014 la rete regionale consta di 296 aziende con circa 135.000 lavoratori coinvolti. 9.1 Il campione lodigiano Al programma regionale hanno aderito nel 2014, primo anno di attività, 11 aziende del territorio lodigiano: ambito sanitario: n.4 sedi dell’Azienda Ospedaliera (Lodi, S. Angelo lodigiano, Codogno e Casalpusterlengo); Centro Sacro Cuore di Gesu'-Fatebenefratelli, Azienda Servizi alla persona S.Chiara ambito alimentare: Gescar Srl e Inalca Spa ambito chimico/fitosanitario: Sipcam spa, Società Elettrochimica solfuri e cloroderivati, Trelleborg Coated Systems Italy numerosità 3.500 dipendenti questionario di ingresso: compilato da circa il 34% dei dipendenti (1100 questionari compilati circa); differenze di genere minime (45% donne vs. 50.7% uomini e alcuni non rispondenti) età media: 45,18 anni. 0 10 DONNE UOMINI NR 45,03% 50,71% 4,26% 20 30 40 50 60 70 80 90 100 NR= non rispondenti 9.2 i risultati del lodigiano risposte ai questionari si riportano i quesiti più significativi ed i risultati delle risposte, suddivisi per area tematica. Le percentuali indicate sono calcolate sul numero dei rispondenti, sia per gli uomini che per le donne. 9 di 18 A1. Promozione corretta alimentazione e fattori correlati QUESITI: IN MEDIA QUANTI FRUTTI CONSUMA AL GIORNO - IN MEDIA QUANTE PORZIONI DI VERDURA CONSUMA AL GIORNO QUANTE VOLTE ALLA SETTIMANA CONSUMA LEGUMI - QUANTE VOLTE ALLA SETTIMANA CONSUMA PESCE %donne 100 % uomini 90 % media 80 70 62,46 % 60 55,07 50 40 29,58 30 26,60 20 10 FRUTTA (porzioni/die) VERDURA (porzioni/die) LEGUMI tutti i giorni 4-5 volte 2-3 volte <=1 tutti i giorni 4-5 2-3 <=1 >=5 4 3 2 <=1 4 3 2 <=1 0 PESCE: porzioni/week (porzioni/week) commento: si conferma un ampio margine di implementazione di corretti stili alimentari; infatti il 30% circa non consuma adeguatamente frutta e più del 25% non consuma verdura secondo le raccomandazioni; più del 60% non consuma legumi in quantità adeguata e più del 55% non consuma pesce regolarmente. A2. Contrasto al fumo di tabacco QUESITO: RISPETTO AL FUMO LEI E’ DONNE 100 UOMINI 90 TUTTO rif nazionale DOXA 2014 80 70 64,80 61,45 % 60 50 40 30 24,77 22,15 20 13,30 13,00 10 0 FUMATORE NON FUMATORE EX-FUMATORE commento: i fumatori sono più della quota nazionale (24.77% vs. 22.15% dato Osfadd-Doxa al 2014), sia negli uomini (28.73% vs. 25.4% dato nazionale) che nelle donne (20.8% vs. 18.9 % dato nazionale), mentre le quote di ex-fumatori sono sovrapponibili; i dati rilevano un andamento territoriale stabile rispetto all’anno presedente. 10 di 18 A3. Promozione dell’attività fisica QUESITO: PRATICA ATTIVITÀ FISICA FUORI DAL LAVORO donne 100 uomini 90 tot 80 70 % 60 55,46 50 44,54 40 28,53 30 26,93 24,52 20,02 20 10 0 quasi mai <30min/die almeno 30 almeno 30 min/die min/die+ att <30 MIN >= 30 MIN INATTIVI ATTIVI intensa 1v /week commento: la quota dei sedentari è intorno al 56%; meno del 25% coloro che praticano almeno il livello raccomandato di attività moderata/die (walking) e solo il 20% pratica attività con regolarità. Dal confronto con i dati nazionali 2012 del sistema di sorveglianza PASSI si ha che la quota di adulti sedentari lodigiani è lievemente inferiore (55.46 vs. 67% dato Passi) e la quota degli attivi secondo raccomandazioni è maggiore (44% vs. 33% dato Passi) rispetto al dato nazionale. Nonostante questo, i dati dei soggetti sedentari sono meritevoli di azioni specifiche. Infatti, rispetto al campione dell’anno precedente, è aumentata la quota dei sedentari e diminuita quella di coloro che praticano almeno il livello raccomandato di attività moderata/die (walking) e attività con regolarità. A4. Sicurezza stradale e mobilità sostenibile QUESITO: COME SI RECA PREVALENTEMENTE AL LAVORO uomini MEZZI PUBBLICI donne IN MOTO IN BICI IN AUTO A PIEDI 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % 11 di 18 QUESITO: NELL’ULTIMO ANNO HA PROVOCATO INCIDENTI STRADALI Il dato è intorno al 5% sia tra le donne che tra gli uomini QUESITO: EVITO DI SALIRE IN AUTO SE IL GUIDATORE HA BEVUTO ALCOLICI Si rileva che mai o raramente circa il 9% degli uomini adottano tale pratica di sicurezza, più tipica delle donne che solo per una quota del 3,5% riferiscono di adottarla mai o raramente QUESITO: USA LE CINTURE DI SICUREZZA SEMPRE uomini SPESSO donne RARAMENTE MAI 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % commento: ancora irrilevante la quota di chi si reca al lavoro non utilizzando l’auto; interessante il fatto che circa il 10&ì% degli uomini non sempre evita di salire su un qauto guidata da chi ha consumato alcolici e che il 17% circa degli uomini non usa regolarmente le cinture di sicurezza vs. il 6%circa delle donne non solite ad una pratica di protezione personale che dovrebbe ormai essere considerata di routine. A5. Alcol e sostanze Il grafico riporta i dati relativi al consumo rischioso di alcol (alcolici e superalcolici) e relativi al fenomeno del binge drinking. DONNE 100 UOMINI 90 MEDIA 80 rif. Nazionale 2013 70 % 60 50 40 30 23,16 14,67 20 10 9,86 6,17 6,30 1,76 1,50 5,38 5,74 7,40 0 BINGE SUPER-ALCOLICO COCKTAIL ALCOLICO VALORI MEDI >1v/die >1v/die vs. RIF NAZION ALE ALTRO commento: il consumo di alcol, seppur meritevole di monitoraggio non è superiore al dato nazionale di riferimento; più marcato invece il fenomeno del consumo dannoso quale il binge drinking (14.67 vs. 6.3% dato ISTAT 2013), soprattutto tra gli uomini (23.16% uomini vs. 6,17% donne). 12 di 18 A6. Benessere personale e sociale e conciliazione famiglia-lavoro QUESITO: IN GENERALE DIREBBE CHE LA SUA SALUTE E’ uomini ECCELLENTE donne MOLTO BUONA BUONA PASSABILE SCADENTE 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 % commento: è noto che le donne hanno una speranza di vita superiore agli uomini, ma la loro qualità della vita è complessivamente peggiore. I dati nei grafici confermano che una quota maggiore di uomini rispetto alle donne percepisce la propria salute come molto buona o eccellente. Di fatto un quota maggiore di donne rispetto agli uomini percepisce lo scoraggiamento, la stanchezza, l’essere giù di morale e una vita “scadente o passabile”; solo il 50% delle donne vs. il 63.11% degli uomini riferiscono la percezione di uno stato di felicità. QUESITO: NELLE UTLIME 4 SETTIMANE, PER QUANTO TEMPO SI E’ SENTITO 40 donne 36,87 uomini % 35 30 25 23,35 21,25 20 15 12,25 10,71 10 8,46 6,68 4,90 5 0 MOLTO QUASI SEMPRE TOTALE SEMPRE TRISTE e SCORAGGIATO MOLTO QUASI SEMPRE SEM PRE STANCO TOTALE MOLTO QUASI SEMPRE SEMPRE SFINITO TOTALE MOLTO QUASI SEMPRE TOTALE SEMPRE COSI' GIU' DI MORALE CHE NULLA AVREBBE POTUTO TIRARLA SU' 13 di 18 9.3 Altre evidenze Tra i fattori nutrizione-correlati, antropometrici e comportamentali, si riporta l’analisi dei seguenti: 9.3.1 Stato ponderale, ricavato dai dati riferiti di peso e altezza DONNE UOMINI TOTALE rif. Istat 2013 100 90 80 % 70 56,11 51,2 60 50 35,5 32,67 40 30 20 10 7,05 10,3 4,17 3,00 0 SOTTOPESO NORMOPESO SOVRAPPESO OBESITA' TOT. commento: il 32.67% è in soprappeso e il 7.05% in condizione di obesità, dati lievemente inferiori rispetto al riferimento nazionale Istat 2013 (soprappeso 35.5%, obesità 10.3%), a conferma dell’andamento già in precedenza rilevato 9.3.2 Stato ponderale rispetto all’abitudine tabagica 59,50 56,70 53,75 9. 31,30 33,28 30,04 6,90 2,00 3,72 6,30 9,49 6,72 MAI FUMATORI (rif. Doxa2014) FUMATORI SOTTOPESO NORMOPESO SOVRAPPESO OBESITA' commento: una preoccupazione frequentemente riferita da coloro che si approcciano a smettere o che vorrebbero smettere di fumare è l’aumento di peso cui presumono di andare incontro; interessante notare che, contrariamente a questa percezione, i “mai fumatori” sono più spesso in normopeso che in condizioni di eccesso ponderale rispetto ai fumatori con dati coerenti sia a livello territoriale che nazionale (indagine Doxa 2014 sull’abitudine tabagica degli italiani). Nel nostro campione, in particolare, la quota di soggetti obesi è maggiore nei fumatori che nei mai fumatori, andamento riscontrabile anche per la condizione di sottopeso. 14 di 18 9.3.3 stato ponderale rispetto attività fisica praticata quasi mai <30min/die 62,45 almeno 30 min/die almeno 30 min/die+ att intensa 1v/week 48,77 35,79 28,98 11,23 4,21 5,71 SOTTOPESO 2,86 NORMOPESO SOVRAPPESO OBESITA' commento: è immediato notare che la quota maggiore di normopeso si ha tra coloro che praticano regolarmente almeno 30 min di attività fisica/die o più, mentre la quota maggiore di soprappeso e obesità si ha nei soggetti che non praticano quasi mai o praticano attività meno di 30 min/die. Per contro la quota minore di normopeso si ha tra coloro che non ne praticano quasi mai o meno di 30 min/die, e la quota minore di soprappeso e obesità tra coloro che ne praticano secondo raccomandazioni (almeno 30 min/die). 9.3.4 presenza di fattori protettivi (FP) nell’ interessante lavoro di Ford S. Healthy Living Is the Best Revenge, si mostra come l’aderenza alle raccomandazioni per 4 stili di vita protettivi possa avere un impatto significativo di riduzione del rischio di insorgenza delle principali patologie cronico-degenerative quali patologie cardiovascolari, diabete, tumori. Lo studio evidenzia anche l’eterogeneità della potenziale riduzione del rischio che è possibile osservare combinando in vario modo i 4 fattori protettivi (non aver mai fumato, IMC<30, attività fisica per 3,5 o più ore/settimana, pattern di consumo alimentare con score superiore al valore mediano derivato da elevato consumo di frutta e verdura, cereali integrali e scarso di carni rosse). Adjusted Hazard Ratio (aHR) e 95% intervallo di confidenza (CIs) per incidenza di diabete, infarto miocardio, ictus e cancro, per numero di fattori protettivi. Studio su 23153 soggett idi età tra 35-65 anni da European Prospective Investigation Into Cancer and Nutrition–Potsdam study; risultati stratificati per età e aggiustati per sesso, stato occupazionale e culturale. Follow-up di circa 8 anni. 15 di 18 Non potendo arrivare a studi così articolati, abbiamo preso spunto per indagare la quota di soggetti che, nel progetto in corso, presentano 1 o più Fattori Protettivi (FP); i risultati sotto riportati mostrano che la maggior parte della popolazione maschile e circa la metà della popolazione femminile è sono protetti da 1 solo fattore; vi è una lieve differenza di genere nella quota di soggetti protetti da 2 o più fattori, a favore del genere femminile. 100 DONNE UOMINI 90 80 70 60 53,57 47,18 50 37,35 40 33,91 30 20 13,22 9,95 10 1,84 1,54 0,41 1,03 0 O FP 1 FP 2FP 3 FP 4 FP commento: si sono considerati come fattori protettivi: - essere normopeso - non aver mai fumato - consumare quotidianamente 2 o più porzioni di frutta e 3 o più porzioni di verdura - fare 30 min. o più di attività fisica al giorno seppur è vero che una piccola quota è del tutto priva di fattori protettivi, la maggior parte della popolazione ne ha solo 1 e la quota di coloro che hanno tutti e 4 i fattori protettivi non arriva all’1.5% 10. Buone Pratiche attuate In questo primo anno di lavoro le 11 aziende della nostra ASL di competenza hanno avviato 70 BP, dimostrando che l’interesse per gli argomenti trattati è andato oltre il mero soddisfacimento dei requisiti tecnici previsti dal programma. Per alcune realtà è stata un’opportunità per formalizzare e dare valore a programmi di salute già in essere presso l’azienda a prescindere dalla rete regionale, per altre l’adesione è stato uno stimolo per attuare programmi rimasti fino a quel momento solo sulla carta, per altre ancora l’occasione di intraprendere un cammino del tutto nuovo. Le aree tematiche su cui è caduta la scelta preferenziale per il primo anno di attività sono: promozione della corretta alimentazione (100% delle ditte, con il 47% delle BP) benessere personale e sociale e conciliazione famiglia–lavoro (55% delle ditte, con il 27% delle BP) promozione dell’attività fisica (27% delle ditte, con il 8.6% delle BP) contrasto al fumo di tabacco (18% delle ditte, con il 8.6% delle BP) sicurezza stradale e mobilità sostenibile (18% delle ditte, con il 8,6% delle BP) Si riporta uno schema delle BP avviate, evidenziando che l’unica area tematica non perseguita è stata quella relativa alla prevenzione del consumo dannoso di alcol (area n.5). 16 di 18 B U O N E 1.1 frutta e verdura in mensa 1.2 distributori snack 1.3 refezione 1.4 formazione su porzioni 1.5 codice colori 1.6 campagna info 1.8 altro (prog. Cuore) 2.3 policy smoke-free 2.4 counselling medico 2.5 valutaz. fumatori da medico 2.6 campagna info 3.1 att. fisica in azienda 3.3 convenzioni/permialità 3.5 campagna info 3.6 iniziative interne P R A T I C H E 4.1 criteri acquisti con sicurezze 4.2 procedura gestione veicoli 4.8 corso guida sicura 2 2 2 1 1 3 1 11 6 1 2 8 4 1 1 1 2 2 scelta da 11 az. totale 33 BP scelta da 2 az. totale 6 BP scelta da 3 az. totale 6 BP scelta da 2 az. totale 6 BP non scelta, nessuna BP 6.1 suggerimenti dipendenti 6.2 formazione 6.3 benefit 6.5 iniziative collettive 6.9 supporto sponsor donaz. 6.11 servizi infanzia/anziani 6.12 time saving 6.13 altro (giornale interno) 4 5 5 1 1 1 1 1 scelta da 6 az. totale 19 BP Corretta Alimentazione: le aziende sono apparse non solo molto interessate, ma anche già coinvolte con progetti interni e comunque con canali aperti alla facilitazione dell’avvio delle BP scelte. L’iniziativa “Codice colori”, attuabile nelle realtà con servizio mensa, è stata scelta anche perché sembra essere stata percepita, insieme alla BP relativa agli snack salutari, come una tra le più efficaci nel rispondere alla richiesta di facilitare le scelte di salute per il lavoratore, come “messa in campo” di un’azione concreta e facilmente sostenibile. Benessere personale e sociale/conciliazione famiglia lavoro: si è riscontrata l’esigenza della formazione aggiornata; le iniziative sociali di vario tipo ed i benefit rendicontati, nascevano già come patrimonio di alcune realtà particolarmente attente e strutturare per poterle sostenere. Promozione dell’attività fisica: le BP più facilmente sostenibili sono risultate le campagne informative; alcune difficoltà si riscontrano nell’attuazione di iniziative in strutture/locali predisposti, anche per la necessità di conciliare vari aspetti organizzativi (quali ad es. turni di lavoro, ecc). Alcune realtà considerano la possibilità di avviare o promuovere gruppi di cammino, eventualmente in accordo con altri attori territorialmente coinvolti. Contrasto al fumo di tabacco: è sempre un’area di grande interesse, non solo a garanzia della salute del lavoratore ma anche a tutela della sicurezza di alcune realtà che possono presentare rischi chimici. Per tali realtà l’attuazione di BP in questo ambito è stata l’occasione per portare a termine processi già internamente attuati, conferendo omogeneità ai requisiti. In questo ambito importante supporto è fornito dai medici competenti chiamati alla valutazione, al counselling breve, al follow-up oltre e alla rendicontazione. Sicurezza stradale e mobilità sostenibile: nonostante all’area tematica sia stato riconosciuto notevole interesse, non è stata scelta come preferenziale, forse anche in considerazione della valutazione aziendale del bilancio costo/beneficio, che – in particolare per realtà con autoveicoli in numero limitato – non è apparso potesse avere ricadute “su ampia scala” come per altre aree tematiche; alcune aziende hanno scelto di pianificare in quest’area negli anni successivi. 17 di 18 11. Accreditamento e Visibilità aziendale In data 5 Dicembre 2014 si è svolto, presso la sede dell’ASL, l’incontro per il rilascio dell’accreditamento delle aziende iscritte, che hanno tutte dato concreto avvio al numero minimo di “Buone Pratiche” previste dal programma. Un valore aggiunto del programma regionale è la possibilità dell’azienda di aumentare la propria visibilità anche per il tramite delle risorse online. Sul sito www.enwhp.org è possibile visualizzare le aziende aderenti al Lombardy WHP network, così come sul sito www.retewhplombardia.org è possibile sottoscrivere la Dichiarazione di Lussemburgo, consentendo all’Ufficio Nazionale di contatto della la rete WHP di utilizzare il nome dell’azienda per attività di publicizzazione e come esempio per avvicinare altre aziende al network. Inoltre l’azienda potrà utilizzare il logo ENWHP (European Network for Workplace Health Promotion)di “Luogo di lavoro che Promuove salute”, acquisito in fase di accreditamento, per valorizzare la propria realtà quale setting per il benessere del lavoratore-cittadino. 12. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALI Manuale WHP Regione Lombardia, 2014 Glossario OMS (traduzione DORS 2010): nuovi termini Relazione stato sanitario del paese 2012-2013, Ministero della salute. Policies and Strategies to Promote Equity in Health. Copenhagen: WHO Regional Office for Europe. Dahlgren G, Whitehead M. 1991. Azioni sostenibili di promozione della salute (Sustainable health promotion actions) da Green LW, Kreuter MW: Health Promotion Planning: An Educational and Environmental Approach (2nd ed.). Mountain View, CA, Mayfield, 1999 Report Osfadd-Doxa 2014 Uso e abuso di alcol in Italia, Report ISTAT, anni 2012-2013 Healthy Living Is the Best Revenge; Ford S. et al:Arch Intern. Med. vol 169 (no. 15), aug 10/24, 2009 18 di 18