Close this window to return to IVIS www.ivis.org International Congress of the Italian Association of Companion Animal Veterinarians May 19 – 21 2006 Rimini, Italy Next Congress : 62nd SCIVAC International Congress & 25th Anniversary of the SCIVAC Foundation May 29-31, 2009 - Rimini, Italy Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers 104 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Micosi nasali nel cane e nel gatto: aspetti clinici, diagnosi e trattamento Davide De Lorenzi Med Vet, SCMPA, Dipl ECVCP, Forlì Le cavità nasali e sinusali rappresentano un luogo ideale per la crescita è lo sviluppo di colonie micotiche: buio, calore, umidità ed anfrattuosità rappresentano infatti condizioni ottimali per qualsiasi micete. Vi sono numerose segnalazioni bibliografiche riferite a micosi intranasali nel cane e nel gatto; fra gli agenti eziologici riportati ricordiamo Aspergillus sp, Penicillium sp, Cryptococcus neoformans, Rhinosporidium seeberi, Trichosporon sp, Blastomyces dermatitidis, Histoplasma capsulatum, Alternaria sp, Exophialia sp e Scedosporium apiospermum. Fra tutti i funghi sopra ricordati, sicuramente Aspergillus fumigatus nel cane e Cryptococcus neoformans nel gatto assumono maggiore importanza clinica per la relativa frequenza con cui queste infezioni si rilevano nel nostro Paese. ASPERGILLOSI Aspergillus sp. é un micete saprofita, ubiquitario e presente in grandi quantità nel terreno, sulle piante di casa, in mobili e suppellettili fatti con fibre vegetali, attorno alle gabbie degli uccelli e nella polvere di casa. Tutte gli Aspergillus sono caratterizzati dalla loro particolare modalità di riproduzione conidiale: presenza di un conidioforo (detto anche stipe terminante) con un rigonfiamento denominato vescicola; su quest’ultima si formano le fialidi, o direttamente o attraverso una serie di corte cellule sterili dette metulae (Sterigmates); ogni fialide produce una catena di spore ramificate; l’insieme della vescicola, delle fialidi e delle spore prende il nome di testa aspergillare (Fig. 1). spore fialidi testa aspergillare in colonna vescicola conidioforo piede vescicola semisferica 1 serie di sterigmati Figura 1 - Struttura microscopica di Aspergillus fumigatus. Le spore hanno un tallo e una morfologia (tonde, rugose da 2 a 3 mm di diametro) tali da favorire sia la loro disseminazione, poiché minore è l’attrito con i movimenti dell’aria, sia il loro passaggio attraverso il tratto respiratorio fino agli alveoli polmonari, dove possono provocare micosi primarie, particolarmente in individui immunodepressi o compromessi. I ceppi riconosciuti patogeni sono oggi circa una ventina ma la grande maggioranza, sia in medicina umana che veterinaria, appartengono alla specie A. fumigatus, in ragione della sua termotolleranza a 37 °C. Patogenesi L’Aspergillosi rappresenta senza dubbio la micosi nasale più frequente nel cane ed è stata segnalata sporadicamente anche nel gatto. Generalmente sono colpiti cani maschi di razze meso- o dolicocefale, giovani (uno studio relativo a 60 casi di aspergillosi nasale canina ha evidenziato una età media di 3,3 anni nella popolazione colpita) generalmente in ottime condizioni di salute generale. Questa patologia è stata riportata in associazione a corpi estranei endonasali, traumi e neoplasie nasali ma apparentemente non esistono fattori predisponenti; studi immunologici eseguiti prima e dopo la terapia in cani con aspergillosi nasale hanno tuttavia evidenziato una disfunzione sia degli elementi linfoidi di derivazione B che di derivazione T che permane a lungo anche dopo l’eliminazione dell’agente eziologico. Anche nel cane così come nell’uomo, è segnalata una forma disseminata di questa micosi con coinvolgimento polmonare, osseo, renale e cerebrale ma, generalmente, pazienti con micosi nasale non mostrano altre localizzazioni della patologia e cani con aspergillosi disseminata non presentano coinvolgimento delle cavità nasali o sinusali. Aspergillus entra nelle cavità nasali per inalazione di spore dall’ambiente o veicolato da corpi estranei vegetali; se il numero di spore è molto elevato e se l’inalazione di questi elementi è continuato nel tempo, il fungo riesce a svilupparsi nei seni frontali oppure nelle porzioni più caudali dei turbinati etmoidali. Il fungo non invade la mucosa e resta in superficie producendo sostanze che causano distruzione dei tessuti mucosali ed ossei sottostanti; questo fatto, associato al tipo di risposta cellulo-mediata e ad alla apparente stato di immunocompetenza del soggetto colpito dalla malattia rende questa patologia sovrapponibile alla rinosinusite erosiva cronica non invasiva descritta anche in pazienti umani. 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Quadro clinico Il sintomo più frequentemente evidenziato in corso di rinite aspergillare è lo scolo nasale profuso, monolaterale all’inizio della malattia ma che spesso diviene bilaterale per lisi del setto nasale o delle ossa frontali. Il materiale che fuoriesce spontaneamente o a seguito di starnuti è in genere catarrale-purulento, giallovedastro, denso e maleodorante. Non di rado si evidenziano strature ematiche o rinorragie profuse, in genere autolimitanti. Il cane in genere tenta di sottrarsi alla palpazione della superficie nasale e sinusale e raramente si possono avere lisi ossee e deformazioni evidenziabili dall’esterno. Il respiro è spesso rumoroso, a bocca aperta e l’espirato risulta maleodorante; non di rado si percepisce stertore inspiratorio. Un segno clinico fortemente indicativo anche se non patognomonico di infezione aspergillare è la presenza di ulcere ed erosioni del tartufo come conseguenza dal contatto prolungato con lo scolo nasale contenente una alta concentrazione di tossine micotiche. Nelle fasi più avanzate della malattia si notano anoressia ed abbattimento così come lacrimazione conseguente ad ostruzione del canale nasolacrimale e moderata linfoadenomegalia dei linfonodi zigomatici, sottomandibolari e cervicali. Diagnosi La diagnosi di Aspergillosi nasale può essere difficile da ottenere con certezza: molti tipi di indagine differenti possono essere utilizzati ma nessun test singolo è abbastanza accurato da risultare, da solo, sufficiente. Esamineremo di seguito i vari test diagnostici esaminando i pro ed i contro di ognuno di essi. Esame colturale: l’esame colturale da scolo nasale o da tampone nasale eseguito “alla cieca” non rappresenta una scelta valida perché sono segnalati falsi positivi, in animali sani o in animali con neoplasia nasale, fino al 40% degli individui testati. Allo stesso modo, animali con aspergillosi nasale possono risultare falsamente negativi all’esame colturale da scolo o tampone sia per la presenza di batteri di irruzione secondaria sia perché la colonia micotica è localizzata in profondità nei turbinati etmoidali o nei seni frontali e gli elementi fungini non raggiungono l‘esterno in numero adeguato per la coltura. L’esame colturale eseguito da biopsie sotto visione endoscopica diretta permette di isolare con certezza il tipo di fungo causa della patologia anche se non si conoscono differenze di terapia o prognosi fra specie diverse di Aspergillus o fra Aspergillus o Penicillium. Esame sierologico: sono state usate numerose metodiche per valutare i titoli anticorpali specifici nei confronti di Aspergillus sp. e fra questi ricordiamo la doppia diffusione in gel di agar (DDGA), l’immuno-elettroforesi (IE) ed il test ELISA; mentre le prime due metodiche risultano sensibili e specifiche, l’ELISA si è dimostrato molto meno affidabile. Un risultato negativo con DDGA deve comunque essere valutato in maniera critica in presenza di un quadro clinico, radiologico e rinoscopico di rinite aspergillare perché sono segnalate con relativa frequenza false negatività nelle fasi iniziali di malattia confermata istologicamente da biopsie nasali. In aggiunta, se l’agente eziologico è Penicil- 105 lium sp. il test può risultare negativo nel caso che vengono ricercati anticorpi solo per Aspergillus sp. Altri autori riportano una percentuale di falsi positivi pari al 6% con questo test a pari al 15% con l’IE. In relazione a quanto fino a qui detto, i tests sierologici devono essere usati in associazione ad altre tecniche diagnostiche e valutati in maniera critica, alla luce di diagnostica per immagini, rinoscopia, citologia ed istologia. Diagnostica per immagini: l’esame radiografico rappresenta un utile test di screening se si sospetta una micosi nasale. Devono essere eseguite almeno tre proiezioni: laterolaterale, “a bocca aperta” e “sky line”; in particolare la proiezione a bocca aperta permette di paragonare le due cavità nasali e di evidenziare zone a maggiore radiotrasparenza, determinate dalla lisi dei turbinati endonasali mentre la proiezione “sky line” permette di esaminare i seni frontali ed identificare accumulo di materiale fluido al loro interno. Di sicuro, uno studio radiografico ben eseguito consente spesso di individuare lesioni riferibili (ma non patognomoniche) a micosi nasale ma che difficilmente si potranno evidenziare l’esatta diffusione della malattia e quadri di lisi ossea che possono dare ragione di insuccessi terapeutici o peggio di gravi complicazioni sempre derivanti dalla terapia per allagamento delle cavità nasali. L’esame TC permette di evidenziare l’integrità della lamina cribrosa dell’etmoide e questa valutazione risulta di particolare importanza quando la micosi coinvolge le porzioni più caudali delle cavità nasali per la possibile penetrazione del farmaco utilizzato nella terapia a livello di strutture del SNC. Rinoscopia: l’esame rinoscopico rappresenta una procedura fondamentale per la diagnosi di micosi nasale e deve essere eseguito con strumentazione adeguata, dopo avere eseguito le valutazioni diagnostiche o tomografiche; queste ultime, infatti, aiutano l’endoscopista nell’individuazione delle zone più significative da esaminare ed inoltre il sanguinamento dai siti di biopsia potrebbe alterare il quadro radiografico o TC. Lo strumento ideale per eseguire una rinoscopia anterograda è rappresentato da un’ottica rigida lunga e sottile: la più impiegata, poiché utilizzabile in una vasta gamma di pazienti è l’ottica di diametro 2,7 mm, lunghezza 18 cm ed angolo di visione frontale di 30°. Questo endoscopio permette di eseguire una rinoscopia accurata sia nei gatti adulti che praticamente nei cani di tutte le taglie. L’aspetto endoscopico che viene evidenziato tipicamente nelle aspergillosi nasali è quello di una rarefazione anche notevolissima dei turbinati con presenza di ampi spazi all’interno della cavità nasale, spazi generalmente occupati da abbondante materiale viscoso giallo-verdastro a volte mescolato a sangue coagulato. Il materiale per l’esame citologico può essere raccolto sia tramite spazzolamento che per mezzo di pinza bioptica. In questo ultimo caso la biopsia viene allestita per schiacciamento, ovvero posta su un vetrino portaoggetto e schiacciata con forza da un secondo vetrino che viene direttamente staccato dal campione senza strisciarlo. Un recente studio ha dimostrato l’inefficacia, in presenza di aspergillosi nasale, dei campionamenti citologici eseguiti da striscio diretto dello scolo nasale e da tampone endonasale mentre ha evidenziato la significatività della raccolta tramite spazzolamento e schiacciamento da biopsia sotto visione endoscopica diretta. 106 Citologia: i campioni allestiti per schiacciamento o spazzolato vengono colorati con colorazioni rapide del tipo Romanowsky (May-Grunwald-Giemsa, Diff Quik®) ed esaminati al microscopio ottico: il quadro esaminato mostra invariabilmente una flogosi neutrofilica, con presenza di batteri fagocitati in numero variabile, ma generalmente elevato. I miceti si possono presentare come ammassi di materiale nero-verdastro, difficilmente interpretabili, circondati da cellule infiammatorie. In presenza di simili ammassi è necessario cercare con attenzione lungo i bordi per evidenziare magari solo singole ife che sporgono e possono aiutare nella diagnosi. Le ife di Aspergillus sp. e di Penicillium sp. hanno caratteristiche morfologiche comuni: si tratta di ife a pareti parallele, settate, larghe 4-6 micron che presentano ramificazioni a 45° (Fig. 2a). L’affinità al colorante varia e si possono evidenziare ife intensamente basofile di colore blu, oppure di colore verde scuro o ancora si possono presentare come sagome non colorate circondate da detriti e neutrofili. A volte è possibile evidenziare anche spore che hanno l’aspetto di piccole sfere verdastre dal diametro di 1,5-2 micron mentre solo occasionalmente si repertano teste aspergillari che hanno caratteristiche morfologiche tipiche per ogni specie di Aspergillus e ne permettono l’identificazione precisa (Fig. 2b). L’enorme vantaggio dell’esame citologico risiede nella possibilità di potere formulare una diagnosi di micosi nasale mentre il paziente è ancora in anestesia e di permettere l’esecuzione della terapia nella medesima seduta anestesiologica. CONCLUSIONI: una diagnosi affidabile di micosi nasale deriva dall’associazione di almeno tre delle possibili procedure sopra descritte. Personalmente attribuisco molta importanza ad una diagnostica per immagine compatibile (preferibilmente TC) associata ad un quadro rinoscopico caratteristico e alla fondamentale evidenziazione del micete nell’esame citologico. Il tutto ovviamente supportato da un quadro clinico di scolo nasale cronico. Terapia Nel tempo, si sono elaborate numerose terapie per la micosi nasale nel cane; vedremo di seguito le varie possibilità terapeutiche descritte in letteratura sottolineando per ognuna di esse vantaggi e svantaggi. Terapia sistemica: in passato sono stati impiegati numerosi principi attivi per la terapia delle aspergillosi nasali ma i farmaci ritenuti più efficaci sono rappresentati da due derivati imidazolici di sintesi il fluconazolo e l’itraconazolo. Il Fluconazolo viene impiegato nel cane alla dose di 2.5-5 mg/kg per bocca ogni 12 ore per almeno 10 settimane mentre l’Itraconazolo può essere utilizzato anche nel gatto (gatto: 10 mg/kg per bocca ogni 24 ore per 10 settimane almeno e cane: 5 mg/kg per bocca ogni 12 ore per 10 settimane per 10 settimane). Questi farmaci hanno effetti collaterali che devono essere conosciuti; in particolare l’itraconazolo può causare lesioni epatiche (in alcuni lavori è riportata la sospensione della terapia in numero variabile dal 5 al 10% dei pazienti a causa di sintomi riferibili ad insufficienza epatica grave) per cui un frequente monitoraggio della funzionalità epatica risulta indispensabile durante la terapia con questo farmaco. Ancora, il costo di questi farmaci è considerevole e la terapia per un cane di trenta chili da prolungarsi per 3 mesi costa quasi 2000 euro. 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC FIGURA 2a FIGURA 2b Figura 2 - a) ife settate di Aspergillus sp. b) teste aspergillari di Aspergillus fumigatus. Per l’itraconazolo è riportata una percentuale di guarigione del 60-70% nel cane e per il fluconazolo è riportata una guarigione nel 60% sempre nel cane. Terapia topica: è opinione universalmente accettata che le terapie topiche (cioè portando il farmaco direttamente a contatto con la mucosa nasale ed i miceti) siano più efficaci di quelle sistemiche. I farmaci che vengono impiegati nella terapia topica sono essenzialmente due, il Clotrimazolo e l’Enilconazolo. Enilconazolo: questo farmaco è stato il primo impiegato nella terapia topica del cane. Il farmaco viene introdotto attraverso cateteri inseriti chirurgicamente (trapanazione) nelle cavità nasali e/o nelle cavità sinusali, a seconda della diffusione della patologia alla dose di 10 mg/kg (il prodotto contiene 50mg/ml e viene diluito in soluzione fisiologica per renderlo più fluido in ragione di 1 parte di farmaco in 10 di NaCl) due volte al giorno per 10-15 giorni. Anche se l’efficacia della terapia è considerata buona (80%-90% dei casi trattati sono guariti con una somministrazione) si possono frequentemente verificare delle complicazioni la più frequente delle quali consiste nella rimozione prematura dei 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 107 cateteri, cosa questa che richiede una ulteriore anestesia per il loro riposizionamento. Clotrimazolo: questo principio attivo rappresenta, attualmente, la terapia di scelta per l’aspergillosi nasale del cane. Il clotrimazolo è applicabile sia con cateteri inseriti chirurgicamente (analogamente a quanto gia descritto per l’enilconazolo) che attraverso allagamento atraumatico delle cavità rinosinusali con una tecnica recentemente descritta ed attualmente maggiormente impiegata della precedente. Il farmaco viene utilizzato in soluzione liquida all’1% (1 grammo di clotrimazolo in 10 ml di glicole polietilenico) ed impiegato in quantità variabile da circa 30 a circa 60 ml a seconda della taglia del cane. Questa terapia ha efficacia in circa l’80% dei casi dopo una singola somministrazione e di circa 90% dopo una seconda applicazione di farmaco ed in genere la sintomatologia (scolo, epistassi e starnuti) si risolvono entro 2 settimane dalla somministrazione. Un controllo endoscopico a distanza di 3-4 settimane dalla terapia è fortemente consigliabile per evidenziare una eventuale ricrescita micotica ed eseguire una ulteriore applicazione di farmaco prima della ricomparsa dei sintomi. Alla terapia antimicotica è opportuno associare una terapia antibiotica ad ampio spettro, per 2 settimane, a causa della concomitante infezione batterica che costantemente si associa alla micosi nasale. La patogenicità di C. neoformans è causata, come in A. fumigatus, dalla sua termoresistenza a 37° che ne permette la replicazione all’interno dell’organismo, specialmente in quelle zone dove la temperatura corporea è generalmente più bassa (cavità nasali) e dalle caratteristiche della sua capsula. CRIPTOCOCCOSI Patogenesi Agente eziologico Questa micosi rappresenta la patologia fungina nasale più frequente nel gatto mentre è segnalata solo sporadicamente in questa sede nel cane. Il fungo entra nell’organismo generalmente per via inalatoria grazie alle dimensioni estremamente ridotte che assume quando si trova nell’ambiente esterno a causa della disidratazione della capsula. Dalle cavità nasali il micete si diffonde sia per contiguità (SNC dal naso) che con l’aria inspirata (polmoni) che, ancora, per via ematica (reni, cute, etc). Questa patologia rappresenta, in medicina umana, una frequente e spesso mortale complicazione nei pazienti malati di AIDS ed una immunodeficienza sottostante è stata ipotizzata come fattore predisponente nel gatto. Tuttavia la prevalenza di individui FIV+ e FeLV+ nella popolazione di animali affetti da Criptococcosi non è superiore a quella di una popolazione di gatti non colpiti dalla patologia fungina anche se lo stato di sieropositività per FIV e FeLV si è visto influenzare in maniera negativa l’esito della terapia con itraconazolo. Questi funghi producono proteasi e lipasi di vari tipi che sono ritenute responsabili delle lisi ossee e tissutali che spesso si evidenziano nelle cavità nasali dei gatti con questa patologia. L’età sembra ininfluente nell’evoluzione della patologia mentre in uno studio risultano più colpiti gatti maschi e di razza siamese; nel cane, al contrario, sembrano maggiormente predisposti animali giovani adulti di razza alano e pinscher. Cryptococcus è un micete lievitiforme capsulato particolarmente diffuso nei terreni contaminati da feci di piccione (var. neoformans) o da foglie di eucalipto marcescenti (var. gattii). Il genere Cryptococcus include 37 specie ma di queste solamente una C. neoformans è patogena per gli animali e per l’uomo. Come gia accennato esistono due varietà (var. neoformans e var. gattii) anche se recentemente è stata proposta la creazione di una terza varietà (var. grubii) sulla base di studi molecolari relativi alle caratteristiche di membrana del fungo. Questi miceti si riproducono generalmente asessualmente tramite blastoconidi ovvero gemmazioni che nel Cryptococcus hanno classicamente forma a goccia poiché a base stretta (Fig. 3). A volte, specialmente in terreni colturali, le gemmazioni si possono ritrovare in serie e formare strutture pseudo-ifali. Un’altra caratteristica tipica di questo agente eziologico è la capsula mucopolisaccaridica che tipicamente non si colora con i coloranti di Romanowsky e che si presenta come un aloe chiaro attorno al corpo del fungo (Fig. 4). Figura 4 - Morfologia di Cryptococcus sp. Quadro clinico Figura 3 - Gemmazione a goccia. I sintomi dell’infezione nasale (segnalata in oltre 80% dei gatti con criptococcosi) non sono differenti da quelli gia descritti per Aspergillus sp.: starnuti ad accessi e scolo 108 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Figura 5 - Macrofago con Cryptococcus intracitoplasmatico. nasale uni- o bilaterale di tipo mucoso e muco-purulento che non risponde alle terapie antibiotiche empiriche; a questo può seguire anoressia, disidratazione e dimagrimento. Se è presente anche una lesione a livello rinofaringeo assieme ai sintomi sopra descritti si può avere respiro stertoroso e deglutizioni a vuoto. Nel cane la localizzazione nasale è occasionale mentre più frequenti risultano le localizzazioni a occhi e SNC. variabile da un sottile alone fino ad uno spessore maggiore del diametro della cellula stessa. Come gia ricordato la gemmazione è generalmente singola ed a base stretta e questi miceti inducono una flogosi prevalentemente granulomatosa, con presenza di macrofagi che spesso mostrano miceti intracitoplasmatici (Fig. 5). L’esame colturale può essere eseguito su comuni terreni come Agar-Sabouraud a 37° e mostra la crescita di colonie dall’aspetto liscio, mucoide, lucido e brillante di colore bianco sporco; l’esame colturale da solo non è sufficiente a confermare l’infezione perché questo micete è stato isolato anche da lavaggi nasali di animali sani. I quadri radiografici del cranio mostrano in genere aumento di radiodensità nelle cavità nasali riferibili ad accumulo di fluido o presenza di neoformazione ma sono descritti quadri con lisi di turbinati ed erosione delle ossa nasali che possono simulare una neoplasia maligna. Particolare importanza assume il test di agglutinazione su lattice per l’antigene capsulare (Serum Latex Cryptococcal Antigen Agglutination Test – LCAT) che può essere eseguito su siero, urine o LCR. Si tratta di un test molto sensibile e specifico e, ad alti titoli anticorpali corrispondono quadri più gravi di malattia anche se titoli anticorpali alti non indicano scarsa risposta alla terapia. Un titolo uguale o maggiore di 1:1 deve essere considerato positivo. Diagnosi Terapia L’esame citologico dello scolo nasale, da aspirato di lesioni cutanee, umor acqueo e liquido cefalorachidiano rappresenta un metodo rapido ed efficace per individuare il Cryptococcus. Nonostante numerose colorazioni (Inchiostro di China, Nuovo blu di Metilene) siano state impiegate per evidenziare questo agente eziologico, le comuni colorazioni di Romanowsky (Wright, Diff Quik®, etc,) risultano tutte adeguate. Al microscopio ottico il Cryptococcus appare come struttura rotonda dal diametro variabile da 3 a 8 µ con presenza di una capsula che non si colora e che ha diametro Fra i vari antimicotici impiegati nella terapia della criptoccosi il fluconazolo e l’itraconazolo sono stati impiegati con successo nel gatto. Il fluconazolo è attualmente considerato come farmaco di scelta e viene impiegato alla dose di 50 mg/kg po bid per un periodo variabile da 3 a 6 mesi. Indirizzo per la corrispondenza: Davide De Lorenzi This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee