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PSC COMUNE DI MOLINELLA
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RELAZIONE ILLUSTRATIVA
di Giuseppe Campos Venuti
Bologna, Marzo 2009
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INDICE
1. Dal comune agricolo al sistema metropolitano bolognese………………………………….5
2. Dal PRG del 1969 al PRG del 1999…………………………………………………………..6
3. Dalla Legge Sullo alla Legge Regionale 20.2000………………………………………... …9
4. Il PTCP e l’Associazione intercomunale Terre di Pianura…………………………………10
5. La strategia del PSC di Molinella…………………………………………………………….13
6. Nuovi Insediamenti Residenziali nel RUE e nel PSC……………………………………...14
7. Nuovi Insediamenti Produttivi nel RUE e nel PSC…………………………………………17
8. Dotazioni Territoriali e Infrastrutture…………………………………………………………18
9. La Tangenziale…………………………………………………………………………………20
10. Paesaggio, Ambiente, Ecologia…………………………………………………………….23
11. Gli elaborati del PSC: Quadro Conoscitivo, VALSAT/VAS-VINCA e Tavole…………..26
12. Norme di attuazione………………………………………………………………………….28
13. L’attuazione del piano e la produzione edilizia……………………………………………31
Tabelle riepilogative dei dati sintetici comunali………………………………………………..35
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1. Dal comune agricolo al sistema metropolitano bolognese
Tornare ad occuparmi del piano urbanistico di Molinella dopo quarant’anni, è stato
certamente un regalo di cui sono grato alla vita. Anche perchè Molinella è indubbiamente
molto cambiata da allora – in meglio, almeno questa è la mia impressione -, ma la sua
atmosfera è ancora quella che io ricordavo. Le nebbie invernali che avvolgono le
campagne e l’abitato sono sempre le stesse, magiche oggi, come erano ieri. E anche
l’atmosfera del capoluogo non è cambiata, ma è impossibile non riconoscere che il centro
abitato, è più grande, più ricco e certamente più bello di allora.
L’Italia non è più quella di quarant’anni fa e altrettanto si può dire per la pianura
bolognese. Il reddito è cresciuto ovunque, ma è cambiata completamente la fonte del
reddito; il passaggio dall’agricoltura all’industria diffusa – che era appena iniziato – si è
completato, dando infine anche a Molinella la prevalenza al terziario. Infatti gli addetti
all’agricoltura, che nel Comune al 1961 erano il 63%, sono caduti al 9% nel 2001 e oggi
tutti sembrano aver dimenticato il mondo contadino di allora; gli addetti all’industria che nel
1961 erano già al 21%, sono passati al 41%, ma ormai il terziario a Molinella è arrivato al
50% degli addetti. Così è cambiata la dimensione demografica del Comune, perchè la
popolazione – che nel dopoguerra superava i 13.000 abitanti – fino al 1991 è calata,
attratta prima dalla città di Bologna e poi dalla sua cintura; ma poi è cresciuta rapidamente
negli ultimi quindici anni, superando oggi i 15.000 abitanti.
L’abitato del capoluogo è passato da 5.000 a 9.000 abitanti; e l’incremento quantitativo,
questa volta non è andato a detrimento della qualità. I servizi si sono moltiplicati, le strade
sono meglio tenute di allora, il verde è presente ovunque fra gli edifici privati e negli spazi
pubblici. La popolazione sparsa delle campagne, che nel 1969 aveva già cominciato a
concentrarsi negli abitati frazionali, si è negli anni ulteriormente accentrata; e la
popolazione sparsa nel 2001 si è ridotta al 12% di tutta la popolazione comunale. Come il
capoluogo, anche i centri frazionali sono, comunque, cresciuti di popolazione: S.Pietro
Capofiume è il maggiore, con 1.650 abitanti nel 2001, mentre S.Martino in Argine e
Marmorta non arrivano alle 800 unità.
Mentre la popolazione del Comune calava fino a quindici anni fa, il patrimonio
abitativo cresceva sempre in modo consistente, anche se con andamento irregolare a
decenni alterni. Alla fine i circa 3.300 alloggi iniziali sono quasi raddoppiati raggiungendo
6.200 alloggi nel 2001, con una media di 460 alloggi nei primi quattro decenni, che però
sono cresciuti a 1.086 alloggi nell’ultimo decennio intercensuario. Molinella è, infatti, ormai
chiaramente integrata al sistema metropolitano bolognese; e malgrado l’ancora
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insufficente collegamento ferroviario e il non buono collegamento stradale, è diventata
meta di delocalizzazione per numerose famiglie che a Molinella hanno acquistato la casa.
E così gli alloggi in proprietà, a Molinella arrivano oggi, infatti, all’83% del patrimonio
abitativo.
Molinella è, dunque, ormai una componente organica del sistema metropolitano
bolognese. Il costo degli alloggi ancora accessibile, i collegamenti con l’area centrale non
buoni, ma sufficienti, l’indubbia qualità dei servizi pubblici e dell’amministrazione civica,
l’abitato gradevole e con molto verde, tutte queste caratteristiche rendono la qualità della
vita a Molinella, preferibile per molti a quella di un quartiere periferico di Bologna città. Il
piano urbanistico comunale dovrà, dunque, partire da questa situazione, come del resto
ha già fatto per tutta la pianura il piano d’area vasta della Provincia approvato nel 2004.
I parametri di misura della potenzialità edificatoria sono stati definiti e assunti sia dal
PSC che dal RUE così come concertato nel marzo del 2008 dalla Provincia di Bologna in
accordo con il Comitato Interistituzionale per l’elaborazione dei PSC associati. Una scelta
certamente innovativa per il Comune di Molinella, che vedrà nella Superficie Utile (Su) la
misura che si utilizzerà per esprimere l’entità dei diritti edificatori, nel calcolo dell’Indice di
Utilizzazione territoriale (Ut) e dell’indice di Utilizzazione fondiaria (Uf). Nel Quadro
Conoscitivo redatto dall’Associazione intercomunale, si è definito l’alloggio medio, sulla
base dei dati desunti dall’attività edilizia sul territorio comunale del periodo 1995 – 2004:
105 mq di Superficie Complessiva e 79 mq di Superficie Utile, con un fattore di
conversione pari a 0,75 (Su = 0,75 x Sc).
2. Dal PRG del 1969 al PRG del 1999
Certamente anche la disciplina urbanistica
è molto cambiata negli ultimi
quarant’anni; ma già allora, il PRG del 1969 approfittò della maturazione culturale
provocata dal dibattito sulla riforma – poi fallita – e delle riforme parziali adottate in
mancanza di quella. Quel piano applicò, dunque, i primi elementi di riformismo urbanistico,
ponendo per la prima volta il problema di combattere la dispersione insediativa nelle
campagne e di cominciare a controllare la dimensione dell’espansione residenziale e
produttiva, per combattere la formazione della rendita urbana.
Il piano si impegnava innanzi tutto a completare e saturare le lottizzazioni che
avevano gestito in disordine lo sviluppo del dopoguerra; favorendo l’uso dei lotti ancora
inutilizzati (circa 900 alloggi consentiti nei Completamenti), rispetto alla edificazione nelle
aree di Espansione (circa 500 alloggi previsti). Il dimensionamento complessivo del piano,
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fu di circa 1400 alloggi per quindici anni, superiore al trend corrente della produzione
edilizia, ma assai misurato rispetto alle esasperate abitudini dell’epoca; proprio in quegli
anni, infatti, il Comune di Bologna stava analogamente ridimensionando le sue previsioni
residenziali, che nel PRG del dopoguerra miravano a costruire nel capoluogo un milione di
stanze, quando l’intera Provincia contava appena 840.000 abitanti. Nello stesso tempo il
PRG evitava le eccessive densità fondiarie; nei Completamenti prescriveva, infatti, un
indice prevalente di 0,33 mq.Sc/mq.St, contro l’odierno 0,25 mq.Sc/mqSt, oggi trasformato
in 0,19 mq.Su/mqSt , mentre nelle Espansioni prescriveva un indice di 0,17 mq.Sc/mq.St,
contro l’odierno 0,15 mq.Sc/mq.St, oggi trasformato in 0,11 mq.Su/mqSt. Tutti livelli che,
per l’epoca, erano assai contenuti. Mentre per i servizi pubblici, il piano prescriveva
ambiziosamente che lo standard crescesse da 13,73 mq./abitante a 39,90 mq./abitante.
Quegli obiettivi urbanistici, indubbiamente assai innovativi per l’epoca, furono
compresi e praticati, condizionando positivamente fin da allora lo sviluppo del Comune.
Insieme a questa valida strategia di trasformazione qualitativa, il PRG del 1969 ebbe il
coraggio di proporre fin da allora l’eliminazione dell’attraversamento del capoluogo da
parte della strada provinciale Zenzalino. Mentre, però, le altre previsioni urbanistiche
comunali furono puntualmente rispettate, le istituzioni di livello territoriale – Provincia e
Regione – non ebbero i mezzi finanziari per realizzare la Tangenziale di Molinella, che a
tutt’oggi resta un grave problema da risolvere.
Dopo quindici anni, il nuovo PRG del 1984 mantenne la linea delle Espansioni non
esasperate (+850 alloggi previsti), quasi prevedendo il basso incremento della produzione
abitativa negli anni 80 (+367 alloggi nel decennio); mentre la nuova legge urbanistica
regionale spingeva a stimolare le previsioni del Recupero Edilizio (+300 alloggi previsti),
che nel piano precedente era soltanto consentito. Indubbiamente esuberanti erano,
invece, le previsioni per le zone produttive: 77 ettari, di cui 72 nel capoluogo, nel decennio
largamente inutilizzati. Buono, infine, lo standard obiettivo per i servizi pubblici (42,2
mq./abitanti); che sarà perseguito con decisione nell’attuazione del piano. Confermata la
previsione della Tangenziale sulla Zenzalino; ma, almeno dalla Relazione al piano, non
traspare un grande impegno per la sua realizzazione.
Assai più impegnativo è certamente il PRG del 1999, che giunge mentre la disciplina
urbanistica regionale è largamente maturata e prossima all’adozione della riforma. Nel
frattempo il processo di concentrazione insediativa è decisamente avanzato anche nel
Comune di Molinella, rafforzando in particolare il capoluogo, dove si realizzano una buona
quantità di efficaci servizi; infatti, lo standard dei servizi pubblici sfiora ormai i 30 metri
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quadri per abitante richiesti dalla legge regionale. Mentre nel 1991 il patrimonio abitativo
comunale conta 5.124 alloggi, per il 76% occupato da proprietari.
Il PRG 1999 conferma la strategia di concentrazione insediativa, privilegiando
essenzialmente
il capoluogo; rispetto al trend della produzione edilizia dell’ultimo
decennio – pari a circa 1000 alloggi – le previsioni comunali del PRG propongono di
realizzare in quindici anni 1.470 alloggi (calcolando oggi l’alloggio medio sui 79 metri
quadri di Superficie Utile - già 105 mq Sc - e non sui 120 metri di Superficie Complessiva,
ipotizzati nel 1999), localizzati per l’80% nel capoluogo. Più abbondanti sono le previsioni
del sistema produttivo, pari a 65 ettari, a cui si aggiungono circa 14 ettari di terziario
nell’area dell’Ex zuccherificio. Il PRG 1999, pur costruito con le vecchie leggi, anticipa il
metodo della perequazione urbanistica per l’acquisizione gratuita delle aree per servizi
pubblici, che sarà introdotto con la successiva Legge Regionale 20.2000; richiedendo
nelle aree di espansione la cessione gratuita compensativa al Comune, in misura pari al
35% dell’area di intervento. Ciò consente al PRG di garantire largamente lo standard
regionale di 30 metri quadri per abitante, superando i 40 metri quadri per abitante teorico.
La Tangenziale, destinata ad eliminare l’attraversamento del capoluogo da parte della
Strada Provinciale Zenzalino, è disegnata accuratamente dal piano, confermando la
chiusura ad occidente della circonvallazione, che già esiste ad est con un tracciato di
lunghezza assolutamente scoraggiante. Il PRG propone, infine, un vincolo paesaggistico
per la Vallazza, l’Idice ed il Canale Lorgana.
Il PRG del 99, nell’ambito del Capoluogo, lascia però in eredità all’attuazione che
precede il futuro PSC, una soluzione che riguarda tra gli altri un Comparto (ex C3.2 oggi
AC6.2) di intervento formato da tre Ambiti, con un’estensione di circa 38 ha., definito
dall’Ufficio Tecnico il “Compartone”. Il vecchio piano poneva nel primo ambito, più grande,
compreso fra la Ferrovia e la prevista Tangenziale, l’intera capacità edificatoria del
Comparto, quantificabile in circa 550 alloggi, mentre lasciava agli altri due, più piccoli,
posti nel cuore dell’abitato, su via Bentivogli e via Romagne, tutti i servizi ( verde pubblico
attrezzato, attrezzature sportive e servizi scolastici) per un’estensione di 13 ha. Una
Variante adottata nel 2003, non migliora la situazione; infatti divide in due il Compartone,
individuandolo come C3.2a (18 ha) e C3.2b (20 ha), ma mantiene l’intera capacità
edificatoria oltre la ferrovia ed i servizi nel centro urbano; riduce, inoltre, il contributo alla
realizzazione della tangenziale dal 50% al 30% ed elimina l’onere di realizzare il
sottopassaggio in corrispondenza della stazione ferroviaria. In conclusione, una soluzione
urbanisticamente inaccettabile, perchè sottraeva i nuovi servizi alla zona oltre la ferrovia
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che più ne avrebbe avuta necessità, mentre aumentava le dotazioni territoriali del centro
già largamente servito.
3. Dalla Legge Sullo alla Legge Regionale 20.2000
A Bologna e in Emilia Romagna le istituzioni elettive si sono fortemente impegnate
per l’approvazione della riforma urbanistica, che portava il nome del ministro
democristiano Sullo. La riforma consisteva nell’acquisizione generalizzata a prezzi di
mercato, delle aree agricole che i Comuni urbanizzavano e poi rivendevano agli utilizzatori
senza sovrapprezzi di sorta; questo era allora giustamente considerato il metodo migliore
per regolare una crescita urbana equa per i privati, ricca di servizi pubblici e senza
speculazioni immobiliari. Il metodo dell’esproprio da applicare in modo prevalente, se non
nella misura generale richiesta dalla legge, fu quindi utilizzato volontariamente dai
maggiori Comuni della regione quando la riforma fu affossata; accantonando, così, il
metodo della cessione gratuita compensativa del 50% delle aree di espansione, che
inizialmente era stato scelto dai Comuni del Piano Intercomunale bolognese, ma poi
bocciato dagli organi di controllo prefettizio.
Nei Comuni più piccoli, però, l’esproprio prevalente non si diffuse facilmente e di
conseguenza le aree per i servizi non furono largamente disponibili. Il Decreto nazionale
sugli Standard intervenne, comunque, nel 1968 ad imporre una responsabilità giuridica
agli operatori immobiliari nei confronti dei servizi pubblici. E numerosi PRG – primo fra i
quali quello di Molinella del 1969 -, resero obbligatoria con le Norme di Attuazione, la
cessione gratuita al Comune della aree relative alle urbanizzazioni primarie e secondarie,
secondo le prescrizioni della Legge Ponte del 1967, cessione da registrare nelle
Convenzioni relative ai Piani Particolareggiati di iniziativa privata. Così, mentre a Bologna,
Modena o Reggio Emilia si continuò in prevalenza ad espropriare per l’attuazione dei
PRG, nei Comuni minori si diffuse il metodo della cessione compensativa all’interno dei
Comparti di intervento urbanistico; per i “servizi di quartiere” l’area diventò allora gratuita e
l’esproprio si utilizzava soltanto per i “servizi generali”, cioè per quelli di maggiore
dimensione, di norma mancanti nei piccoli comuni. La questione in Emilia Romagna fu poi
sancita dalla Legge Regionale 47.’78, che rendeva obbligatoria la cessione gratuita delle
aree per i servizi pubblici nei Comparti di intervento e fissava lo standard minimo regionale
a 30 metri quadri per abitante.
Fino all’inizio degli anni 80, l’esproprio diffuso nei maggiori comuni fu ancora
possibile, ma presto il prezzo di mercato dei suoli inedificati urbani e periurbani, non fu più
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comparabile con quello dei suoli agricoli; e nei centri abitati gli espropri dagli anni 90
diventarono, di fatto, quasi impossibili. In questa nuova situazione del mercato
immobiliare, se anche la riforma Sullo, pensata per la Generazione dell’Espansione
urbana, fosse diventata legge, non sarebbe più stata utilizzabile per la nuova Generazione
della Trasformazione urbana. Ancora una volta grazie all’Istituto Nazionale di Urbanistica,
prese allora a maturare un’altra riforma, che aveva fra i suoi punti principali il tema delle
aree necessarie per la città pubblica. Non a caso la questione emerse in Emilia Romagna,
dove la perequazione urbanistica – cioè la cessione gratuita di aree a compenso dei diritti
di edificazione attribuiti dal piano comunale --, si era già proposta nel 1962, con
l’operazione del Piano Intercomunale bolognese. E nel 1994 la perequazione urbanistica
fu di nuovo utilizzata con il Preliminare del PRG di Reggio Emilia, che la utilizzava per
acquisire i 3/4 di tutte le aree per i servizi pubblici, lasciando all’esproprio la quota
rimanente.
Con la Legge Regionale 20.2000 dell’Emilia Romagna la perequazione urbanistica
diventò il metodo generalizzato per l’acquisizione di tutte le aree necessarie alla città
pubblica. Questa nuova riforma risolve anche un altro problema critico per il governo del
territorio; infatti elimina la immediata prescrittività del piano generale che, diventando
programmatico, non crea automaticamente diritti privati e doveri pubblici. Così le previsioni
di medio periodo del nuovo Piano Strutturale Comunale, diventano “indirizzi”; mentre
l’edificabilità privata e la pubblicità delle aree per i servizi, diventano esecutive con il Piano
Operativo Comunale. Quest’ultimo ha una concreta previsione quinquennale, ma anche
una scadenza di pari durata per le previsioni non realizzate. Con il nuovo meccanismo i
diritti privati non hanno più valore a tempo indefinito, offrono a compenso aree gratuite e
opere di interesse pubblico, mentre – vantaggio non indifferente – scompare la
squalificante pratica delle varianti da adottare per ogni attuazione necessaria a cambiare
un dettaglio del piano generale. La nuova riforma affronta, dunque, alla radice i problemi
nati con il regime immobiliare del 2000; e i piani urbanistici della regione e della provincia,
iniziano a sperimentare una disciplina completamente diversa da quella praticata per
mezzo secolo.
4. Il PTCP e l’Associazione intercomunale Terre di Pianura
Nel bolognese la prima importante nuova sperimentazione della riforma, è
rappresentata dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale adottato nel 2004.
Questo probabilmente è il migliore piano di area vasta in tutto il Paese e sceglie una
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essenziale pianificazione strategica per le infrastrutture, gli insediamenti, l’ambiente e il
paesaggio, senza privilegiare l’uno o l’altro di questi aspetti disciplinari; con una disciplina
territoriale del tutto diversa da quella di scala comunale, nei confronti della quale propone
o rifiuta soltanto le grandi scelte, senza interferire con le decisioni locali. Questa chiara
concezione strategica, ha permesso alla Provincia di Bologna di rifiutare senza equivoci
politici il progetto di “Romilia”, un insediamento di 300 ettari proposto in mezzo alla
campagna, nel Comune di Medicina fra Bologna e Imola, destinato a finanziare un nuovo
grande stadio di calcio privato; e ciò perchè l’insediamento contrastava platealmente con
la strategia infrastrutturale, insediativa, ambientale e paesistica del PTCP.
La strategia del PTCP di Bologna è riassunta dallo slogan “da provincia a città
grande”, laddove la tesi dello sviluppo policentrico non penalizza certo il capoluogo, ma
tende ad un progressivo riequilibrio territoriale, per realizzare il quale il piano indica i
necessari strumenti. In primo luogo il Servizio Ferroviario Metropolitano – per altro già
avviato -, basato sull’uso promiscuo delle 8 linee ferroviarie che si diramano da Bologna,
da utilizzare per il trasporto cadenzato locale, trasformando diversi Comuni della provincia
in veri e propri quartieri periferici della “città grande”; sul modello che da trenta anni ha
fatto la fortuna di molti sistemi metropolitani tedeschi. La scelta del ferro non trascura di
affrontare la soluzione della congestionata Tangenziale bolognese, per la quale si propone
un Passante sostitutivo nella pianura settentrionale; mantenendo per l’uso locale residuo
della Tangenziale, un pedaggio destinato a finanziare il Sistema Ferroviario Metropolitano.
Per la viabilità comprensoriale la prima priorità è rappresentata dalla Trasversale di
Pianura, già in corso di graduale attuazione; il che esclude la possibilità di finanziare per il
medio periodo la Strada Provinciale Zenzalino che interessa Molinella.
La strategia insediativa di area vasta esclude una crescita consistente di Bologna – il
cui PSC ha già fatto propria questa scelta –, proponendo una crescita moderata per i
centri della provincia già dotati di una adeguata gamma di servizi e in particolare per quelli
collegati dal S.F.M.; e Molinella ha entrambe queste caratteristiche. Per lo sviluppo è
privilegiata la direttrice nord verso Ferrara e Padova, lungo la quale sono indicati i due
principali “poli funzionali” previsti a Funo e ad Altedo, lungo la ferrovia e l’autostrada, con
destinazioni integrate, ricreative, commerciali e per il tempo libero. La politica ambientale e
paesistica ha finalmente con il PTCP una disciplina severa e concreta; fuori dalla retorica
rivendicativa, ma legata alle condizioni e alle esigenze reali del territorio e alla
compresenza di queste con le potenzialità insediative e infrastrutturali.
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Un aspetto particolare delle innovazioni della Legge Regionale 20.2000, è quello
relativo alla diffusione della pianificazione intercomunale coordinata. E l’intera provincia di
Bologna, anche sulla spinta del PTCP, è già coperta di Associazioni intercomunali in fase
di più o meno avanzata pianificazione; le tre associazioni della pianura sono quelle che si
sono mosse prima e meglio, considerando di rappresentare ormai la “città della pianura”,
con oltre 200.000 abitanti e almeno una diecina di Comuni che possono ritenersi quartieri
della “città grande”. E Molinella si trova fra questi.
Ho assistito fin dall’inizio al lavoro di pianificazione svolto da queste associazioni e
devo dire che la qualità disciplinare è, comprensibilmente, assai più matura di quella che
io ricordo per la pianificazione intercomunale bolognese di quarant’anni fa. In particolare
per l’Associazione Terre di Pianura, sulla scorta delle prescrizioni della legge 20.2000, il
quadro conoscitivo ricco e assai dettagliato ha consentito di costruire un Documento
Preliminare del Piano Strutturale e uno Schema Direttore Intercomunale di alta qualità. E’
partendo da queste elaborazioni istituzionali, ratificate da tutti i Comuni interessati, che è
stato costruito il presente Piano Strutturale Comunale di Molinella; mentre gli altri Comuni
dell’Associazione stanno facendo altrettanto.
Documento Preliminare del PSC di Associazione e Schema Direttore Intercomunale
hanno rispettato fedelmente le strategie del PTCP, per le infrastrutture, gli insediamenti,
l’ambiante e il paesaggio. Un solo inconveniente è giusto ammettere esplicitamente, quale
critica agli strumenti approvati dall’Associazione. Infatti per gli aspetti infrastrutturali,
ambientali e paesistici, la formulazione a scala intercomunale ha sviluppato correttamente
le strategie territoriali, ma per gli aspetti insediativi i dimensionamenti sono stati formulati
in forma rigida, non lasciando ai PSC margini di elasticità e prospettando attese
immobiliari per le proprietà interessate già esplicitamente definite. Ciò è avvenuto
certamente per raggiungere un preciso accordo sui dimensionamenti dei diversi Comuni e
il prezzo dell’accordo è stato proprio quello di arrivare a dimensionamenti tipo PRG,
piuttosto che ad indirizzi tipo PSC. Si deve però riconoscere che l’accordo sul
dimensionamento non ha individuato grandezze esagerate e non ha, dunque, violato la
strategia equilibrata suggerita dal PTCP.
In conclusione, è su questa base che è stato costruito il nuovo PSC di Molinella,
approfittando al meglio delle premesse offerte dal PTC della Provincia di Bologna e dal
Documento Preliminare e dallo Schema Direttore Intercomunale dell’Associazione Terre di
Pianura.
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5. La strategia del PSC di Molinella
La riforma urbanistica proposta dall’INU nel 1995, tradotta in pratica dalla Legge
Regionale 20.2000, ha suddiviso in tre parti il vecchio PRG: il Piano Strutturale Comunale
programmatico e non più prescrittivo, il Piano Operativo Comunale per l’attuazione con
scadenza quinquennale e il Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE). Fu certamente un
errore non definire quest’ultimo per quel che in effetti è, cioè il Piano di Governo
dell’Esistente; perchè è destinato a gestire nel Territorio Urbanizzato e nel Territorio
Rurale, le prevalenti parti private e pubbliche che non necessitano di cambiamenti radicali,
utilizzando una disciplina simile a quella del vecchio PRG, prescrittiva e a tempo
indeterminato. Sembrerebbe logico che la gestione dell’esistente e quella delle
trasformazioni significative siano elaborate e poi adottate contestualmente, ma così non è
stato; e la maggior parte dei Comuni – a cominciare da quello di Bologna – hanno adottato
il PSC assai prima del RUE.
A Molinella, al contrario, si è scelto di svolgere unitariamente il doppio processo.
Specialmente nel capoluogo, il tessuto edificato esistente è stato preso in esame insieme
alle crescite future; anche perchè i dettagliati indirizzi del PSC di Associazione
prescrivevano precise dimensioni insediative sia per l’uso dei residui inutilizzati di PRG da
inserire nel RUE, sia per le nuove previsioni da realizzare con il POC. La disciplina del
RUE prende, naturalmente, le mosse da quella del PRG 1999, che però è stata molto
semplificata, per rendere più spedita la gestione dell’esistente e delle sue relativamente
modeste possibilità di adattamento. Del RUE fa, comunque, parte anche l’esistente
virtuale; perchè oltre agli Interventi Diretti normati per i singoli edifici, comprende anche i
Piani Urbanistici Attuativi già approvati dal Consiglio Comunale e già in corso di
realizzazione e quelli adottati subito prima del PSC.
In particolare nel capoluogo, formulata con il RUE la disciplina per la gestione
dell’esistente, lo stesso Documento Preliminare del PSC di Associazione propone di
utilizzare una serie di aree inedificate poste ai margini dell’abitato, ma interne alla
Circonvallazione e alla futura Tangenziale; queste aree misurano una superficie territoriale
di 136 ettari e saranno utilizzate dai PUA residui adottati subito prima del PSC (47 ettari) e
dalle future previsioni da realizzare con il POC (89 ettari). Attribuendo a queste ultime
previsioni la densità edificatoria di 1.100 mq.Su/ha - già 1.500 mq.Sc/ha - (pari a 0,11
mqSu/mqSt - già 0,15 mqSc/mqSt - analoga a quella che ha dato buoni risultati con il PRG
1999), l’edificabilità risulterebbe superiore a quella fissata dagli indirizzi del Preliminare; a
questo punto il PSC di Associazione si è limitato a indicare uno spazio da non edificare
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pari a 27 ettari, collocato ai margini nord-orientali dell’abitato, destinandolo genericamente
a verde.
Pur considerando indiscutibili le formulazioni dimensionali del PSC Preliminare di
Associazione e condividendo la scelta di non edificare i 27 ettari per non superare le
dimensioni indicate, è sembrato, comunque, inopportuno concentrare una vasta area a
verde pubblico all’estrema periferia del capoluogo; la cui realizzazione e manutenzione
rappresenterebbe un alto costo per le finanze comunali e sarebbe - tra l’altro – difficile da
raggiungere da gran parte dell’abitato. Per l’area da non edificare si è allora formulata una
precisa soluzione alternativa, capace di suggerire un originale disegno urbano per l’intero
capoluogo.
Questo disegno prevede che i 27 ettari di superficie a verde siano distribuiti lungo
l’intera Circonvallazione, creando una cintura verde intorno a tutto l’abitato. E l’attuazione
del verde sarà affidata ai privati, che in questa fascia potranno costruire poche ville,
immerse nelle alberature da piantare a fianco della Circonvallazione. La cintura verde sarà
così realizzata senza oneri per il Comune, ma l’effetto sarà quello di una fitta cortina
alberata che circonda la città; scorrendo sulla nuova Tangenziale, sulla Circonvallazione e
sulla Strada Provinciale San Donato già esistente, l’abitato sarà nascosto nel verde
creando un significativo effetto paesistico e il tessuto urbano sarà separato dalle arterie di
traffico.
6. Nuovi Insediamenti Residenziali nel RUE e nel PSC
La parte del RUE relativa al Territorio Urbanizzato disciplinata a mezzo di Interventi
Diretti, riguarda nel 2008 per l’intero Comune 15.303 abitanti, con 5.372 alloggi e occupa
una superficie urbanizzata di circa 500 ettari. Nel solo capoluogo di Molinella si tratta di
9.188 abitanti (60% del totale), con 3.585 alloggi (67% del totale) e circa 360 ettari di
superficie urbanizzata (72% del totale); mentre per le altre frazioni riguarda 6.115 abitanti,
con 1.787 alloggi e una superficie urbanizzata di circa 135 ettari. In tutto il Comune il
Territorio Urbanizzato comprende 264 ettari di Insediamenti Residenziali e Produttivi e
circa 59 ettari di Servizi Pubblici (attrezzature, verde e parcheggi), oltre a circa 180 ettari di
Strade e Ferrovie; con uno standard molto alto, pari a 38 mq/abitante (19 mq. di verde),
che nel capoluogo sale a 51 mq/abitante ( 27 mq. di verde). Il dato è di grande significato
e corregge anche l’affermazione del Quadro Conoscitivo redatto dall’Associazione
intercomunale, relativa alla scarsa presenza di verde pubblico.
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Gli indirizzi programmatici non prescrittivi, già precisati dal Documento Preliminare
elaborato e aggiornato dall’Associazione, indicano per le previsioni residenziali sia i residui
del PRG ’99 da utilizzare con PUA da adottare prima del PSC, sia le previsioni del PSC da
realizzare su terreni inedificati e in luogo di edifici da riqualificare o sostituire.
Ottemperando a queste previsioni, per i residui del PRG ’99 sono stati adottati cinque PUA
nel capoluogo per 669 alloggi e un PUA a San Martino in Argine per 51 alloggi. Nel
capoluogo con uno dei PUA residui (ex comparto D7.1, già destinato a terziario e
commercio, oggi AC6.3), si è voluta con una Variante dimezzare, ma non sopprimere, la
dimensione commerciale del comparto posto dal vecchio PRG all’ingresso dell’abitato
sulla Zenzalino; integrando questa previsione a nuove previsioni residenziali, da attuare
nel breve periodo; e per farlo si è utilizzata la potenzialità edificatoria aggiuntiva prevista
nella delibera del Consiglio Comunale di Molinella, che stralcia 81 alloggi dal precedente
comparto PEEP C1.3. del Capoluogo, attribuendoli alle decisioni dell’Amministrazione
Comunale. Gli alloggi residui assegnati al Comune di Molinella, da 715 possono così salire
a 720, restando compresi nei limiti fissati dal Documento Preliminare dell’Associazione.
Quanto agli altri PUA residui del capoluogo, il maggiore (ex C3.2 sub1 oggi AC6.2
sub1) è quello posto fra la Ferrovia e la Tangenziale, che insieme ai più piccoli (ex C3.2
sub2 e C3.2 sub3 oggi AC6.2 sub2 e AC6.2 sub3) posti su via Bentivogli e su via
Romagne è stato adottato in Variante alla Variante del 2003; allo scopo di correggere il
PRG ’99, restituendo al comparto tutta la quota di servizi da cedere gratuitamente, pari al
35% della superficie territoriale, che gli era stata parzialmente sottratta, impoverendo di
servizi proprio il nuovo insediamento posto oltre la Ferrovia e meno prossimo ai servizi del
centro esistente. I 3 comparti AC6.2 del PUA, contano rispettivamente 353,103 e 92
alloggi e cedono gratuitamente per servizi, parcheggi e verde pubblico circa 13 ettari
(quello maggiore anche l’area per la Tangenziale). Il comparto AC6.1 (ex C3.1) posto su
via Murri, conta 50 alloggi e cede gratuitamente circa 1 ettaro per servizi, parcheggi e
verde pubblico inclusa anche l’area per la tangenziale. Il comparto AC6.4 (ex C3.3) nella
frazione di San Martino in Argine, coerentemente con le previsioni del Piano Regolatore
del 1999 che lo hanno visto nascere, viene adottato prima del PSC portando una
dotazione di parcheggi pubblici e verde pubblico di circa 1,2 ettari. Complessivamente
l’adozione dei PUA residui prima del PSC, determina diritti acquisiti da inserire nel RUE
per 720 alloggi e circa 17 ettari di nuove dotazioni territoriali ottenute senza spese per il
Comune.
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Per ciò che riguarda le nuove previsioni residenziali programmate per i futuri POC, gli
indirizzi del Documento Preliminare sono seguiti puntualmente; 980 alloggi complessivi,
927 nel capoluogo e 53 nelle frazioni di San Martino in Argine (36 alloggi), Marmorta (10
alloggi) e San Pietro Capofiume (8 alloggi). Gli alloggi del capoluogo sono divisi fra le 18
ville della cintura verde alberata (che di fatto corrispondono a 39 alloggi medi) e gli 888
alloggi del tessuto urbano, suddivisi in quattro Ambiti; tre compresi fra la Ferrovia e la
Tangenziale, uno da 334 alloggi a cavallo di via Meucci e due sul tratto finale della via
Zenzalino (da 40 e 98 alloggi), mentre il più vasto da 446 alloggi è posto fra la Strada
Provinciale San Donato e il centro abitato. A questi vanno aggiunte le riqualificazioni
residenziali per 266 alloggi (di cui solo 13 nelle frazioni). Complessivamente si tratta di
1246 alloggi ( di cui 66 nelle frazioni), che corrispondono convenzionalmente a 2975
abitanti teorici, di cui 163 nelle frazioni ( 2,34 abitanti teorici per ogni 75 mq di Su – già 100
mq Sc). La nuova Superficie urbanizzata sarà, invece, complessivamente di quasi 93
ettari, rispettivamente 89 ettari nel capoluogo e meno di 4 ettari nelle frazioni. Di tale
superficie la cessione gratuita del 45% non riguarda i 27 ettari della cintura verde privata e
offre al Comune oltre 30 ettari di Dotazioni territoriali, dei quali 28,6 nel capoluogo;
superficie che, comunque, tocca circa 120 metri quadri per ogni nuovo abitante.
Con il PSC si è scelto di rispettare il paesaggio della pianura bolognese, rifiutando di
realizzare a Molinella edifici alti , sgradevolmente stagliati nella prospettiva dell’area vasta.
Nei nuovi insediamenti sono, quindi, previsti edifici a due piani oltre al terreno, se destinato
a negozi o autorimesse – praticamente 9 metri di altezza -; che nelle trasformazioni
urbane cresceranno di un piano, non oltrepassando, comunque, i 12 metri. La scelta
paesaggistica sembra, in ogni caso, confermata dalle preferenze del mercato; perchè la
maggior parte degli acquirenti degli alloggi nei centri della pianura bolognese, preferiscono
un nuovo ambiente urbano, ricco di verde e di servizi, che non ricordi in alcun modo le
eccessive dimensioni edilizie della grande città.
Le ville occuperanno l’area dei 27 ettari da non urbanizzare, avranno una densità di
0,011 mq.Su/mq.St - già 0,015 mq.Sc/mq.St - un lotto minimo di 15.000 mq.St e una
Superficie permeabile pari ad almeno il 90% del totale, pianteranno lungo la Tangenziale e
la Circonvallazione 4.050 alberi (150 alberi per ettaro) e altrettanti arbusti, collocati su
dune artificiali per ridurre ulteriormente l’inquinamenti acustico; non avranno accessi carrai
sulle strade provinciali, ma saranno accessibili dalla maglia viaria interna del centro
urbano. Gli Ambiti del tessuto urbano occuperanno complessivamente un’area di oltre 89
ettari, di cui cederanno gratuitamente il 45% per le Dotazioni Territoriali, che sarà collocato
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in modo da servire sia i nuovi, sia i preesistenti insediamenti. Questi Ambiti avranno una
edificabilità di 0,11 mq.Su/mq.St - già 0,15 mq.Sc/mqSt - una Superficie permeabile pari
ad almeno il 70% del totale e l’obbligo di piantare almeno 100 alberi per ettaro; saranno
serviti da una sola viabilità principale e da una accessibilità secondaria a fondo cieco.
Le Dotazioni Territoriali ottenute gratuitamente dai PUA già approvati e da approvare
in futuro, saranno usate sulla base delle leggi vigenti per gli standard dei Servizi Pubblici;
ma ad essi si applicherà anche l’art. 1. commi 258 e 259 della Legge Finanziaria 2008. Ciò
significa che nelle aree delle Dotazioni Territoriali potranno trovare posto interventi pubblici
e privati convenzionati di Edilizia Residenziale Sociale; nella misura che il PSC di Molinella
fissa in generale con un limite massimo aggiuntivo del 10% per ogni nuovo insediamento.
7. Nuovi Insediamenti Produttivi nel RUE e nel PSC
La quota di Insediamenti Produttivi già inserita nel RUE perchè esistenti, ammonta a
78 ettari, raccogliendo in larga misura le previsioni del PRG ’99. Unica modifica
sostanziale, è nel capoluogo quella relativa alla zona industriale di via Bentivogli che,
essendo state le aziende relative completamente ammodernate, viene oggi esclusa dalle
ipotesi di trasformazione previste dal vecchio piano. I PUA già adottati e approvati inseriti
nel RUE, sono tutti nel capoluogo e coprono quasi 35 ettari di Superficie territoriale, con
una capacità edificatoria di circa 120.000 mq.Sc/mq. Le aree industriali sono tutte disposte
sui due lati di via del Barattino, futura sede della nuova Strada Provinciale n.6.
Gli indirizzi programmatici anticipati dal Documento Preliminare del PSC di
Associazione, indicano di utilizzare per le nuove previsioni produttive industriali, le aree
poste lungo via del Barattino subito dopo quelle già approvate; due nuovi Ambiti per oltre
26 ettari, con una capacità edificatoria di circa 79.000 mq.Sc/mq. Le cessioni gratuite di
aree pari al 15% della Superficie territoriale, saranno utilizzate principalmente per allargare
via del Barattino, mentre le alberature da piantumare (30 alberi per ettaro) saranno
collocate sull’area a verde privato (10% del totale), lungo la sede stradale. Il Documento
Preliminare dell’Associazione registra anche l’accordo che prevede l’eventualità di
aggiungere 30 ettari di Superficie territoriale produttiva alle previsioni programmate, nel
caso di un rapido utilizzo delle aree previste dagli indirizzi formulati in precedenza.
Sempre in base alle indicazioni del Documento Preliminare il PSC di Molinella
conferma le destinazioni commerciali e terziarie per l’area dell’ex Zuccherificio posta ai
confini con la Provincia di Ferrara, per la quale è – comunque – tassativamente esclusa la
destinazione residenziale data la sua posizione; riproponendo, ancora una volta,
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l’interrogativo sul perchè la Regione Emilia Romagna abbia a suo tempo rifiutato la
proposta avanzata da privati di riqualificazione produttiva per l’area dell’ex Zuccherificio,
utilizzando la Legge Regionale 19.’98.
8. Dotazioni Territoriali e Infrastrutture
Il Comune di Molinella, con i suoi 12.787 ettari di estensione e 15.303 abitanti, dispone
oggi di Dotazioni Territoriali che superano il minimo di legge (30mq/abitante);
complessivamente si tratta oggi di quasi 60 ettari, che corrispondono ad uno standard
comunale di 39 metri quadri per abitante. Naturalmente i servizi più importanti sono
concentrati nel capoluogo: il Centro Sanitario-Assistenziale integrato (che comprende
anche il Poliambulatorio e la Casa protetta per anziani), due istituti scolastici superiori ( un
Tecnico Commerciale e un Professionale), 17 classi di scuola media, oltre a scuole
elementari, materne ed asili nido, un grande Centro Polisportivo (calcio, piscina, tennis e
palestra), una biblioteca, un cinema-teatro in corso di restauro ed una scuola di musica,
parchi pubblici per circa 28 ettari, le attrezzature dei Carabinieri, della Guardia di Finanza
e della Protezione Civile e naturalmente gli uffici della Pubblica Amministrazione. Tutti
questi servizi e attrezzature, fanno sì che nel capoluogo lo standard salga a 56 metri
quadri a persona.
L’alto livello dei servizi del capoluogo, non ha privato di servizi le frazioni; che, anche se
piccole, sono dotate sempre di scuole elementari e materne, talvolta di asilo nido e spesso
di piccoli giardini pubblici, malgrado la presenza della campagna circostante. Le
attrezzature religiose, oltre che nel capoluogo, sono presenti in tutte le frazioni, con le
attrezzature complementari e i tradizionali impianti sportivi parrocchiali. E finalmente è
buona la dotazione di parcheggi diffusi, con aree che corrispondono a 3.800 posti
macchina.
I Piani Urbanistici Attuativi già approvati e quelli adottati prima del PSC, rappresentano
diritti acquisiti per le proprietà private, ma anche per le aree in cessione gratuita al
Comune già convenzionate; ciò aumenterà considerevolmente lo standard attuale dei
servizi, che passerà da 39 a 53 metri quadri per abitante. In modo particolare il verde
pubblico, che già tocca oggi i 19 metri quadri a persona, salirà a 29 metri quadri; un valore
notevole per la qualità dell’ambiente e del paesaggio urbano.
Se infine gli indirizzi del PSC dovessero realizzarsi completamente attraverso i POC, la
cessione di aree in forma gratuita per la città pubblica, rappresenterà poco meno della
metà di tutta la nuova superficie urbanizzata; per arrivare ad una superficie complessiva
18
della città pubblica, pari a circa 144 ettari. E con una popolazione comunale aumentata del
20%, lo standard delle Dotazioni territoriali dovrebbe arrivare, nel Capoluogo, a quasi 90
metri quadri per abitante; con un verde pubblico destinato a superare i 40 metri a persona
per tutto il territorio comunale, particolarmente concentrato nel capoluogo.
Le previsioni relative alla rete infrastrutturale per la mobilità, riprendono quelle proposte
dal PTCP: il tracciato del SFM, con le relative stazioni e i connessi parcheggi scambiatori,
nonchè la maglia esistente e prevista della viabilità primaria. Il SFM svolge un ruolo
strategico per la mobilità, soprattutto di tipo pendolare, da e per Bologna. Considerando la
notevole congestione di tutti gli assi stradali in avvicinamento alla città, il trasporto
ferroviario cadenzato dovrà sottrarre al massimo l’utenza al mezzo individuale,
riequilibrando il rapporto fra mobilità privata e trasporto collettivo. Terminati i lavori di
elettrificazione della linea, si attende ora che i finanziamenti nazionali, ma anche la scelta
regionale per gli investimenti, permettano di acquistare le motrici e le carrozze necessarie
a realizzare il Servizio Ferroviario Metropolitano sull’asta prioritaria che collega Bologna a
Molinella. Il PSC prevede che sulla vecchia Zenzalino, da declassare una volta realizzata
la Tangenziale e sulla via Meucci, che già oggi traversa la ferrovia, siano realizzati dei
passaggi a livello automatici, approfittando dei lavori per il SFM. I passaggi a livello
automatici dovrebbero garantire una interruzione del traffico sulle due strade locali, pari
solo ad un lungo tempo semaforico; in tal modo sarà moltiplicata l’accessibilità della nuova
zona urbanizzata oltre la ferrovia, che già le quattro rotonde sulla Tangenziale apriranno a
molteplici penetrazioni dall’esterno e dall’interno dell’abitato.
Il Comune di Molinella è presente nello schema generale del Piano della Mobilità
Provinciale, con una infrastruttura viaria di grande importanza che, però, per il medio
periodo le Amministrazioni pubbliche non sono in grado di finanziare; si tratta della
alternativa alla Strada Provinciale n.6 Zenzalino, che ancor oggi attraversa completamente
il centro del capoluogo, con effetti di grave impatto ambientale ed urbanistico. La
soppressione di questo attraversamento, resta comunque l’obiettivo prioritario da
raggiungere per alleggerire la pressione del traffico, abbattere il rumore e cancellare
l’inquinamento atmosferico nel centro di Molinella. Il PSC ha, dunque, scelto di impegnarsi
a fondo per realizzare questa infrastruttura attesa da decenni; considerandola anche quale
condizione tassativa per la sostenibiltà ambientale dello sviluppo del capoluogo.
Avanzando a questo scopo l’originale soluzione indicata, per realizzarla con il sostegno
degli operatori privati.
19
Nel centro urbano di Molinella sono, inoltre, previste alcune rotatorie destinate a
snellire il locale traffico su gomma. Nell’area produttiva a sud del capoluogo, lungo via
Barattino - che l’ Accordo Territoriale di Associazione propone quale futura sede della
Strada Provinciale n.6 – il PSC prevede di potenziare la sede stradale, anche in questo
caso, con il contributo degli operatori che realizzeranno i nuovi previsti Ambiti di
espansione produttiva.
9. La Tangenziale
E’ certamente assai impegnativa la scelta strategica del Comune di Molinella, che
riguarda la realizzazione della variante alla Strada Provinciale Zenzalino. Una Tangenziale
che scavalcherà l'abitato verso nord-ovest, oltre la Ferrovia Bologna-Portomaggiore, già
prevista fin dal PRG del 1969. Purtroppo, benchè l’abbia inserita come prioritaria nel suo
Piano per la Mobilità, la Provincia di Bologna non è ancor oggi in grado di finanziare
l’opera. Infrastruttura indispensabile, perchè il traffico sulla Zenzalino – importante arteria
che da Bologna, conduce ad Argenta e Portomaggiore in Provincia di Ferrara – arriva a
1500 veicoli pesanti e circa 8000 veicoli leggeri al giorno, cioè in pratica ad oltre 3 milioni e
mezzo di veicoli equivalenti all’anno.
Impossibile il finanziamento pubblico, l’unica soluzione possibile è quella di ricercare
il finanziamento privato volontario; nella convinzione che, per gli operatori privati che
costruiranno a Molinella nei prossimi anni, l’intervento sia necessario in ragione dei propri
legittimi interessi. Proprio perchè gli operatori privati sono interessati a realizzare le
previsioni edilizie che rientrano negli indirizzi del PSC; la cui sostenibilità è, però, legata
alla realizzazione di una arteria capace di sottrarre il capoluogo all’insostenibile traffico che
oggi l’attraversa. Gli amministratori comunali hanno opportunamente interpellato gli
operatori immobiliari coinvolti e li hanno trovati disponibili ad impegnarsi nell’operazione;
anche se la situazione critica del mercato edilizio, giustifica in questo periodo delle
comprensibili esitazioni ad impegnarsi per il breve termine. Mentre la Provincia di Bologna
si è dichiarata disponibile ad offrire, insieme al Comune, una copertura politica e tecnica
alla originale iniziativa.
La soluzione del problema non è, dunque, impossibile, ma esige buona volontà e
impegno da parte di tutti, Provincia, Comune e operatori privati; perché lasciare irrisolta
per altri 10 o 20 anni la questione della Tangenziale, a Molinella non è tollerabile. La
Tangenziale, dalla rotonda della Zenzalino alla Strada Provinciale San Donato, è lunga
poco più di 2 chilometri e mezzo; una arteria a tre corsie larga metri 10,50, il cui costo
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compreso il ponte sulla ferrovia, secondo i calcoli effettuati dalla Provincia, arriva a circa 5
milioni di Euro. Cifra consistente per i magri bilanci pubblici, ma che potrebbe suddividersi
fra i quasi 1.300 alloggi realizzabili nel capoluogo di Molinella nei prossimi 6-8 anni, fra il
RUE e il primo POC; con un aggravio non certo esagerato da aggiungere agli oneri di
urbanizzazione. Mentre sulla trasformazione urbanistica dell'ex Zuccherificio, qualora si
realizzasse, dovrà gravare il costo del tratto di nuova Provinciale, che prosegue in
provincia di Ferrara verso Portomaggiore.
E' questo il metodo che si sta applicando per singole opere di interesse pubblico, in
diversi Comuni della Regione e della Provincia, senza creare problemi economici e
operativi rilevanti; ma che, in questo caso, dovrebbe assumere una caratteristica più
complessa, perchè estesa per fasi relative a strumenti attuativi successivi. La maggiore
difficoltà sarà, allora, organizzativa. Perché il contributo sarà suddiviso per la prima fase di
attuazione, fra gli operatori compresi nei PUA adottati subito prima del PSC; e
successivamente dovrà essere attribuito per una seconda fase di attuazione, agli operatori
compresi nel primo POC. Realizzando, quindi, l'infrastruttura per fasi di attuazione, che
saranno completate nel giro di 6-8 anni. Una operazione del genere sarà possibile, solo se
avrà il contributo attivo del gestore istituzionale di massima responsabilità; cioè la
Provincia, che ha stipulato un Accordo Procedimentale, ai sensi dell’art.15 L 241.1990,
con il Comune, incaricandosi con questo di sovrintendere al progetto e alle diverse fasi di
attuazione. Una operazione esemplare, da riprendere in tutta la Provincia e nella Regione;
che sembra la sola in grado di risolvere un problema di viabilità, altrimenti destinato a
restare sul tappeto.
Secondo l’Accordo Procedimentale l'operazione sarà, dunque, suddivisa in 2 fasi di
attuazione. La prima sarà finanziata con gli insediamenti messi in moto dal RUE nel
capoluogo; realizzando contemporaneamente il tratto iniziale della Tangenziale per quasi
700metri, dall’ingresso dell’abitato fino al ponte sulla ferrovia, che offrirà subito un doppio
accesso al centro urbano; e il tratto terminale, di oltre 800 metri, che offrirà un altro
accesso da nord al centro urbano e realizzerà la connessione con la strada Provinciale
San Donato. Il costo di questa prima fase, dovrebbe essere di circa 2.300.000 Euro; e
suddiviso fra i circa 669 alloggi del RUE adottati prima del PSC, comporterà per tutti questi
alloggi, un aggravio di spesa pari a circa 30 Euro al metro quadro di Superficie
complessiva.
La seconda fase attuativa sarà finanziata dal primo POC. L’applicazione anticipata
dell’articolo 18 della Legge 20.2000, indicherà gli ambiti urbanistici suggeriti per
21
l'attuazione in questo primo POC, che sono quelli coinvolti marginalmente dalla
Tangenziale da
questi finanziata. Aggiungendo a questi almeno gli ambiti di
riqualificazione del capoluogo, si può immaginare che nel centro urbano il POC renderà
attuabili almeno 540 alloggi. Su questi sarà possibile ripartire il costo del tratto della
Tangenziale da completare, complessivamente circa 1000 metri, per una spesa prevista di
circa 2.700.000 Euro; che mediamente corrisponde ad una incidenza di quasi 50 Euro al
metro quadro di Superficie complessiva per le nuove costruzioni.
L'aggravio di costo sugli operatori privati dovrebbe definirsi “contributo di sostenibilità ",
infatti la realizzazione della Tangenziale rappresenta la condizione indispensabile, per una
crescita del capoluogo sottratta all’insopportabile attraversamento del traffico. Questo
aggravio, in fondo, intacca modestamente l'incremento di valore immobiliare che l'area
resa edificabile dal POC subisce, grazie a questa scelta urbanistica che è di competenza
esclusivamente comunale. Mentre, per altro, la realizzazione dell'opera stradale,
costituisce il fattore determinante per l'aumento di valore dell'area. Al vantaggio per gli
operatori direttamente coinvolti, si unirà allora quello dell'intera comunità molinellese; che
nel giro di pochi anni vedrebbe realizzarsi un'opera di valore decisivo, attesa ormai da
decenni. Un altro successivo POC, potrà investire l'attuazione dell'area compresa fra
l'abitato attuale di Molinella e la strada provinciale San Donato; e potrà fornire, sempre
con l'applicazione del contributo di sostenibilità, i finanziamenti necessari per adeguare il
tratto urbano della strada provinciale e del restante tracciato della circonvallazione
orientale.
Meno impegnativa, ma anche questa importante, è l'applicazione del metodo
proposto per la Tangenziale, allo scopo di allargare la via Barattino nel tratto terminale di
circa 700 metri, prima dell'incrocio con via Saragat. In questo caso, gli oneri di
urbanizzazione che gli operatori dovranno sostenere per l'attuazione dei 20 ettari di area
produttiva prevista dal nuovo PSC, dovrebbero essere sufficenti a sostenere la spesa
necessaria per l’ampliamento della strada necessaria alla zona industriale. Mentre la
eventuale
ulteriore
crescita
produttiva,
ipotizzata
dal
Documento
Preliminare
dell’Associazione per il futuro dopo questo PSC, comporterà - se mai sarà decisa - il
rifacimento di almeno altri 900 metri della stessa via Barattino, sempre a carico dei relativi
oneri di urbanizzazione. Non dimenticando che, in prospettiva, proprio il tratto terminale
attuale della strada provinciale prima del capoluogo, sarà sostituito da via Barattino.
22
10. Paesaggio, Ambiente, Ecologia
Come efficacemente illustra il Quadro Conoscitivo dell’Associazione, parte integrale
del PSC di Molinella, il territorio delle Terre di Pianura contiene un patrimonio complesso
di risorse ambientali, paesaggistiche e storico-culturali: da quelle di carattere più naturale
– ma risultanti da una lunga attività di bonifica del territorio – costituite dai corsi d’acqua e
dalle zone umide, a quelle storico-testimoniali, rappresentate da centri e nuclei storici, da
insediamenti sparsi sia di alto rilievo storico-architettonico che di rilievo minore, da percorsi
di connessione di derivazione storica, da zone di interesse archeologico, fra le quali la
grande matrice spaziale della centuriazione romana.
Questi elementi e caratteri sono da tempo al centro dell’attenzione della
pianificazione urbanistica e territoriale per quanto riguarda il loro riconoscimento e la loro
tutela; azioni esercitate dai piani con puntuali individuazioni che sono riprese e anche
integrate (perimetrazione delle fasce di tutela dei corsi d’acqua minori, individuazione dei
beni di valore storico-architettonico e dei beni di pregio storico-culturale e testimoniale) nei
vari elaborati del Quadro Conoscitivo di Associazione, alla luce delle nuove disposizioni
sia della Legge Regionale 20.2000, che del PTCP. E’ ai successivi livelli di definizione del
PSC e soprattutto al RUE, che tocca individuare i contenuti operativi delle varie forme di
tutela di questo vasto patrimonio.
Pur nella diffusa presenza di tutti i tipi di risorsa nel territorio dell’Associazione, sono
in questo riconoscibili due fondamentali matrici: quella più prettamente ambientale nel
settore settentrionale del territorio, legata al sistema delle acque e al paesaggio della
bonifica; e quella più legata alla struttura storico-insediativa del territorio e in particolare
alla centuriazione, nel settore meridionale. Le articolazioni delle Unità di Paesaggio (UdP)
di livello provinciale (PTCP), in Unità di Paesaggio di livello intercomunale individuate dal
Quadro Conoscitivo di Associazione – UdP delle valli e della bonifica e UdP della
centuriazione -, rispecchiano queste diverse matrici e possono essere assunte come
altrettanti sistemi spaziali di valorizzazione integrata delle rispettive risorse.
Per quanto riguarda la tutela del patrimonio di “valore storico testimoniale” o “di tipo
rurale”, il Comune utilizzando una recentissima schedatura del patrimonio edilizio sparso
in territorio extraurbano (realizzata nel 2007), ha prodotto una individuazione più puntuale
di questo patrimonio. Il PSC nella sua parte cogente ( tavole 2.1, 2.2 e 2.3 ), definisce,
infatti, sia le “corti rurali” ancora complessivamente conservate nella loro condizione
testimoniale, sia quelle “corti rurali” nelle quali solo alcuni edifici ancora conservano la loro
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condizione di storicità testimoniale. A queste due situazioni vengono attribuiti indirizzi di
conservazione, utilizzando i criteri tecnici che sono più puntualmente individuati (tipologie
edilizie e modalità di intervento) nel RUE. Nel PSC sono stati, infine, verificati e riportati i
beni architettonici e storici vincolati ai sensi del Decreto Legislativo 42.2004; inoltre sono
stati individuati (come non era stato fatto nelle UdP del PTCP) gli edifici comunali tutelati
ope-legis( sempre nelle tavole 2.1, 2.2 e 2.3 ).
I punti di forza della Unità di Paesaggio delle valli e della bonifica sono rappresentati
in primo luogo dalle zone umide: valle La Vallazza, valli di Marmorta (prossime a quelle
dell’Oasi di Campotto), stazione del Parco del Delta del Po, valle di Selva Malvezzi.
Notevole rilievo hanno i principali corsi d’acqua, prevalentemente pensili: il grande asse
fluviale del Reno, il torrente Idice e i principali scoli e canali collettori del sistema di
bonifica. Senza trascurare i paesaggi delle colture estensive e quelli della rada presenza
insediativa.
Il tema della valorizzazione compatibile si incentra sulla possibilità di mettere a
sistema tutte queste risorse, sulla creazione di itinerari che ne rendano possibile la
fruizione
a
scopi
di
osservazione
naturalistica,
didattici,
ricreativi,
sportivi
e
sull’allestimento dei servizi che una simile fruizione richiede. L’utenza potenziale di questo
sistema è rappresentata dall’intero bacino metropolitano bolognese, ma anche da settori di
ambito extraprovinciale, in particolare quello ferrarese dalle prestigiose risorse ambientali,
quali la riserva naturale di Campotto e la stazione del Parco del Delta del Po, attigua al
confine orientale dell’Associazione. L’interconnessione delle varie risorse genera uno
schema territoriale a pettine, in cui sulla grande dorsale del Reno, qui con andamento
ovest/est, vanno ad attestarsi ortogonalmente i sottosistemi ambientali connessi al Canale
Navile, alle valli Benni e al torrente Idice.
Il contenuto di naturalità delle varie aree va salvaguardato nelle forme opportune e
ove possibile accresciuto; da questo punto di vista, l’inclusione di gran parte di tali aree
entro specifiche Zone di Protezione Speciale (ZPS) ed entro Siti di Interesse Comunitario
(SIC), costituisce il presupposto indispensabile per la salvaguardia. Un’ulteriore garanzia
in questa direzione è anche l’individuazione di tutte le risorse in gioco, come altrettante
componenti della Rete Ecologica provinciale e locale, dotate di specifiche forme di tutela
operate dalla pianificazione territoriale e ambientale.
Le azioni più mirate al recupero di naturalità, appaiono necessarie in particolari settori
o segmenti del sistema spaziale corrispondente alla Unità di Paesaggio. Soprattutto
appare da sostenere e incentivare la rinaturalizzazione di alvei e perialvei dei principali
24
corsi d’acqua – del Reno innanzitutto –, sottraendoli alle forme di sfruttamento agricolo cui
anch’essi vengono assoggettati. Le forme di fruizione compatibile delle risorse, sono
invece quelle a minimo impatto ambientale; quindi la rete dei percorsi che la sorreggono,
dovrà essere organizzata per l’uso pedonale, ciclabile ed equestre. Le direttrici entro cui
individuare questi percorsi sono rappresentate innanzitutto dalla grande asta del Reno e
dall’Idice, lungo la quale è ipotizzabile la realizzazione di un grande percorso di raccordo.
Per quanto riguarda le possibili ricadute economiche connesse a queste forme di
valorizzazione ambientale, il campo di riferimento può essere soprattutto individuato nella
possibile diversificazione dell’attività delle aziende agricole, in direzione dei servizi
integrativi e di supporto alla fruizione ambientale: fattorie didattiche, ricettività agrituristica,
ristorazione, vendita di prodotti tipici. Si tratta di servizi che possono essere offerti anche
dai contesti urbani più prossimi ai vari sottosistemi, considerando anche la loro
accessibilità tramite il SFM. Altri centri che entrano in più diretta relazione con il quadro
delle risorse, sono quelli di San Martino in Argine, Selva Malvezzi, Marmorta e la stessa
Molinella (Valle La Vallazza), per quanto attiene al sottosistema dell’Idice; quelli di S.
Pietro Capofiume, per quanto riguarda il sottosistema del Reno e per le aree umide ad
esso vicine.
Assai elevata sarà la qualità ambientale ed ecologica del sistema urbano, in
particolare quella dei nuovi insediamenti a prevalenza residenziale, sia per quelli appena
inseriti nel RUE prima dell’adozione del PSC, sia per quelli previsti dai nuovi indirizzi
affidati ai POC. La quota di area permeabile attrezzata a prato, oscillerà dal 50% al 70%,
fino al 90% della zona a ville; garantendo una influenza positiva sull’atmosfera urbana e
un diffuso ripascimento delle falde freatiche. La maggiore innovazione sarà, però, quella
della grande quantità di nuove alberature piantate negli insediamenti; circa 2000 alberi nei
nuovi comparti del RUE, oltre 10.000 alberi nei futuri Ambiti dei POC e oltre 2000 alberi
messi a dimora nelle aree cedute per attrezzature e verde pubblico. Si tratta di un
contributo ecologico assai notevole che 14.000 nuovi alberi e altrettanti arbusti, daranno
per assorbire l’Anidride Carbonica emessa dalle auto circolanti nell’abitato, oltre a quello
che offriranno per la rigenerazione dell’atmosfera urbana e l’arricchimento del paesaggio
cittadino. Fra le nuove alberature piantate nel tessuto urbano e quelle della nuova cintura
verde, nel giro di 10-15 anni Molinella promette di diventare una vera e propria cittadina
del verde.
Sulla spinta delle leggi regionali e nazionali, ma anche perchè il mercato comincia a
comprendere la validità della politica energetica, il PSC ed il RUE di Molinella sono
25
impegnati a fondo per qualificare radicalmente le prestazioni energetiche dei nuovi edifici
da realizzare; e ciò, con una spesa aggiuntiva per la costruzione, relativamente modesta.
Le normative indicate dal Regolamento Edilizio-tipo regionale e recepite dal RUE
nell’Allegato A1, recante disposizioni dell’apposito “Atto sui requisiti
di rendimento
energetico e sulla certificazione energetica degli edifici” della Regione, ridurranno nelle
nuove costruzioni del 60% il consumo energetico e del 46% le emissioni energetiche;
ripagando in pochi anni agli
abitanti l’investimento effettuato e offrendo un grande
beneficio ecologico a tutto l’ambiente urbano. Si tratta di un contributo immediato al
rispetto del Protocollo di Kyoto, di un primo passo che progressivamente potrà estendersi
a tutto il patrimonio edilizio, di un risultato ecologico di grande valore innescato dal PSC.
11. Gli elaborati del PSC: Quadro Conoscitivo, VALSAT/VAS-VINCA e Tavole
Gli
elaborati
che
costituiscono
il
PSC
di
Molinella,
prendono
vita
dalla
documentazione complessivamente prodotta per la Conferenza di Pianificazione del Piano
Strutturale Intercomunale delle Terre di Pianura: il Quadro Conoscitivo, la VALSAT/VASVINCA e i relativi elaborarti grafici.
Il Quadro Conoscitivo offre un'organica rappresentazione dello stato del territorio e
dei processi evolutivi che lo caratterizzano. L’insieme di tutta questa documentazione è
una fotografia molto accurata di come è Molinella oggi e di come si è evoluta nei dieci anni
il cui sviluppo è stato governato dal PRG 1999, preparandola alla nuova disciplina
urbanistica; e costituisce riferimento necessario per la definizione degli obiettivi e dei
contenuti del PSC e per la valutazione di sostenibilità delle sue scelte. Il sistema
economico sociale, con un’analisi della struttura socio-demografica, dell’assetto
dell’occupazione e della struttura produttiva (industria e terziario), vengono esaminati nel
primo capitolo; il sistema naturale e ambientale, nei suoi caratteri fisici generali e nelle
risorse di particolare interesse naturalistico, sono oggetto del secondo capitolo e il sistema
territoriale è oggetto del terzo ed ultimo capitolo. Il Quadro Conoscitivo ripropone gli
allegati del documento intercomunale, in merito allo studio del traffico e del sistema
ferroviario metropolitano; così come ripropone le cartografie che illustrano il sistema
litologico morfologico, idrografico, idrogeologico, idrografico, le politiche ambientali, gli
insediamenti storici e l’assetto del territorio rurale. E’ presente, inoltre, un’analisi della
microzonizzazione sismica del territorio comunale ed una mappatura acustica dello
stesso, completando con due allegati il Quadro Conoscitivo ed aggiornandolo alla
normativa nazionale vigente in campo acustico e sismico.
26
La Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale (VALSAT/VAS), unita alla
valutazione di Incidenza Ambientale (VIA) per i siti ambientali di Rete Natura 2000 (SICZPS), prevista dalla Legge Regionale 20.2000, è la sintesi di un processo sistematico che
ha valutato le conseguenze ambientali delle proposte programmatiche e pianificatorie del
PSC; finalizzato ad assicurare che queste proposte vengano incluse in modo completo, fin
dalle prime fasi del processo decisionale. La VALSAT ha consentito di valutare, per ogni
nuovo Ambito di intervento sia residenziale che produttivo, gli effetti cumulativi e sinergici
dell'insieme delle scelte di pianificazione urbanistiva, sintetizzando tali risultati in schede di
lavoro; obiettivo primario della VALSAT è proprio la valutazione preventiva degli impatti
conseguenti alle scelte di pianificazione, che si è sviluppata attraverso l'acquisizione dei
dati conoscitivi sullo stato dell'ambiente, del territorio e delle infrastrutture. Lo Studio di
incidenza ambientale (VIA), ha valutato le interferenze tra la le opere-attività previste dal
nuovo PSC e il sistema ambientale dei cinque siti della Rete Natura 2000, che interessano
il territorio comunale; valutando l’interferenza con le risorse naturali presenti nei siti, i
fattori di alterazione morfologica del territorio, i fattori di inquinamento e infine il rischio di
incidenti.
La VALSAT, unita alla VIA, costituisce inoltre la sintesi non tecnica del rapporto
ambientale, necessaria alla valutazione di assoggettabilità a VAS, prevista dal Decreto
Legislativo 4.2008.
Gli elaborati cartografici hanno come base lo Schema Direttore intercomunale
approvato dall’Associazione di Terre di Pianura e redatto collegialmente da tutti e sei i
Comuni, che costituisce la tavola 1. Si è scelto, poi, di produrre tutte le tavole del PSC su
ortofoto ed alcune su base CTR, per meglio illustrare la correlazione tra il territorio
comunale e le scelte di pianificazione. Il primo elaborato del Piano - tavole.2.1, 2.2. e 2.3 ha come oggetto i vincoli e le tutele desunte dal PTCP, ossia l’elemento prescrittivo delle
nuove norme; si è scelto di utilizzare tre tavole su base CTR, in scala 1:10.000. Seguono
poi le tavole innovative rispetto al vecchio PRG, in quanto l’assenza di prescrittività dello
stesso si rende manifesta con una grafia non precisata catastalmente e disegnata a forma
di “nuvola”, che delinea lo Schema di Assetto Strutturale Nord e Sud su base ortofoto in
scala 1:10.000 ( tavole 3.1 e 3.2). La strategia del PSC è illustrata, nel dettaglio, per il
capoluogo con la tavola 4.1 e per le frazioni, con la tavola 4.2, realizzate sia su base
ortofoto, che su base CTR (tavole 4.1 bis e 4.2 bis) in scala 1:5.000. I servizi pubblici e la
mobilità sono l’oggetto delle tavole 5.1 per il capoluogo e 5.2 per le frazioni, mentre il
commercio è analizzato nelle tavole 6.1 e 6.2, sempre distinte per il capoluogo e per le
27
frazioni e tutte su base ortofoto, in scala 1:10.000. Gli indirizzi del PSC per il RUE, sia per
il tessuto consolidato degli Interventi Diretti, che per il tessuto urbanizzabile disciplinato dai
PUA già approvati o adottati prima del PSC, sono graficizzati nella tavola 7.1 per il
capoluogo e nella tavola 7.2 per le frazioni, su base ortofoto e in scala 1:5.000. L’ultimo
documento degli elaborati grafici del PSC, individua gli indirizzi della rete ecologica, così
come sono stati ereditati dal Documento intercomunale su base CTR, in scala 1:35.000.
12. Norme di attuazione
Le Norme di Attuazione del PSC sono diverse da quelle dei PRG che abbiamo
abbandonato, ma non del tutto. Infatti, il primo capitolo – come in genere succedeva per il
PRG – riguarda le Disposizioni Generali; ma già il secondo, che riguarda le Tutele,
descrive le sole norme del PSC che hanno un valore direttamente cogente. Il terzo e il
quarto capitolo riguardano l’Assetto Strutturale di progetto, in generale e per gli ambiti
territoriali; mentre il quinto capitolo riguarda le Dotazioni Territoriali, quelle che prima
definivamo “standard”.
Le Disposizioni Generali iniziano con il riferimento necessario alla validità del PSC,
che – non essendo stata approvata la legge di riforma nazionale per il governo del
territorio – in base alla Legge 20.2000 della Regione Emilia Romagna, sostituisce il PRG
della ancora sopravvissuta Legge Urbanistica del 1942; e separa il piano in tre
componenti, il Piano Strutturale Comunale, il Regolamento Urbanistico Edilizio e il Piano
Operativo Comunale. Sono tutte e tre le componenti del piano, a realizzare insieme gli
obiettivi di governo per le città ed il territorio. Nel caso di Molinella, le norme ricordano che
l’efficacia del PSC nasce da una preventiva elaborazione realizzata in forma associata, da
parte dei Comuni delle Terre di Pianura: Baricella, Budrio, Granarolo, Malalbergo,
Minerbio e Molinella.
Degli elaborati costitutivi del PSC, fanno parte quelli redatti collegialmente
dall’Associazione, il Documento Preliminare e il relativo Schema Direttore, ma anche il
Quadro Conoscitivo e la VALSAT. Elaborati specifici del PSC di Molinella, sono la
Relazione Illustrativa, le Norme di Attuazione e gli elaborati grafici. Fra questi ultimi si
distinguono quelli del PSC e quelli relativi agli Indirizzi per il RUE, che costituisce uno
strumento a sé stante, adottato separatamente dal Consiglio Comunale. Concludendo il
primo capitolo, le norme stabiliscono nuove forme di salvaguardia per un periodo non
superiore a 5 anni, norme che sospendono gli interventi contrastanti con il PSC; le norme
28
formulano poi la disciplina generale del RUE e del POC e descrivono le definizioni e le
sigle della nuova pratica urbanistica.
Il capitolo sulle Tutele, individuando gli elementi che il PSC recepisce in forma
cogente dal PTCP, si suddivide in Tutele Ambientali (natura, paesaggio ed ecologia),
Tutela dei Beni storico-culturali e testimoniali (edifici ed infrastrutture) e Tutele per la
Vulnerabilità e la Sicurezza territoriali (sostanzialmente relative all’idraulica). Le norme,
dette anche “invarianti”, sono le uniche già cogenti nel PSC e si riferiscono – centri storici
a parte – al Territorio Rurale.
L’Assetto Strutturale di progetto è affrontato nel terzo capitolo per le disposizioni
generali, a cominciare dalla classificazione del territorio in Urbanizzato, Urbanizzabile e
Rurale. La parte che riguarda il dimensionamento del piano, è affrontata – contrariamente
a quanto fa la L.U. del 1942 – non in forma cogente, ma attraverso indirizzi potenziali per
lo sviluppo urbano residenziale, produttivo e delle dotazioni territoriali. Incrociando tali
indirizzi, le norme introducono la grande innovazione relativa alla Edilizia Residenziale
Sociale, da realizzare sulle aree delle dotazioni territoriali a costo zero, in proprietà
pubblica o privata convenzionata; l’ERS è aggiuntiva rispetto al dimensionamento stabilito
dall’Associazione, in misura non inferiore al 10%, incrementabile fino al 20% in caso siano
presenti finanziamenti pubblici.
Il terzo capitolo definisce poi la disciplina per le Unità di Paesaggio e gli indirizzi per
la Rete Ecologica. Le modalità di attuazione del PSC prendono le mosse dalla disciplina a
tempo indefinito stabilita dal RUE con un orientamento di conservazione flessibile; e poi
definiscono gli indirizzi per le eventuali trasformazioni più radicali del territorio da
urbanizzare, ma anche di quello già urbanizzato per cui si sceglie la riqualificazione.
L’attuazione delle trasformazioni è normata dal rapporto fra diritti edificatori privati e
perequazione urbanistica; rapporto nel quale l’attribuzione dei diritti edificatori alle
proprietà immobiliari, avviene in contropartita alla cessione gratuita al Comune delle aree
necessarie per la città pubblica, in forma perequata fra tutte le proprietà.
Nel quarto capitolo l’Assetto Strutturale di progetto affronta le disposizioni per gli
Ambiti Territoriali; sistemi più complessi dei comparti del vecchio PRG, perchè in base alla
Legge Regionale 20.2000, coinvolgono nel POC, sia l’attuazione diretta da parte delle
proprietà delle aree selezionate dal Comune, sia la eventuale attuazione concorsuale, a
partire dai parametri urbanistici e ambientali minimi fissati dalle norme; assumendo solo
con il POC il valore cogente e prescrittivo, che però scade se non utilizzato entro 5 anni.
29
Nel Territorio Urbanizzato, cioè nelle aree già edificate, le norme definiscono
l’attuazione attraverso il RUE, della città storica, degli ambiti consolidati e di quelli
specializzati per attività produttive; ma anche l’attuazione attraverso il POC degli ambiti
sottratti al RUE perchè destinati alla riqualificazione. Nel Territorio Urbanizzabile, cioè
nelle aree inedificate, le norme definiscono l’attuazione attraverso il POC, a scadenza
quinquennale, degli Ambiti per nuovi insediamenti urbani residenziali e di quelli per nuove
attività produttive; con particolare attenzione alle prestazioni ambientali dei nuovi
insediamenti. Infine, le norme affrontano il Territorio Rurale, generalmente affidato al RUE,
tranne nel caso di particolari interventi individuati dal PSC e attuati con il POC. Il capitolo
si conclude con le direttive per interventi particolari del RUE e del POC.
L’ultimo capitolo riguarda le Dotazioni Territoriali, le Infrastrutture e gli Impianti vari; e
precisa subito le caratteristiche del concorso dei privati alla loro realizzazione, non
trascurando di definirne le prestazioni ecologiche. Le norme ripropongono per le Dotazioni
Territoriali i servizi pubblici già individuati dalle apposite leggi nazionali e regionali, ai quali
– dopo la innovazione approvata con la Legge Finanziaria 2008 – si è aggiunta l’edilizia
economica e popolare e le relative aree; aprendo così una nuova prospettiva urbanistica
per l’ERS. Anche per le Dotazioni Territoriali le norme definiscono i parametri urbanistici e
ambientali da rispettare. Ricordando, infine, le dimensioni minime delle dotazioni: 30 mq /
abitante per gli insediamenti residenziali, 100 mq / mq di superficie utile per gli
insediamenti terziari, 15 % della superficie territoriale per gli insediamenti produttivi. E
confermando il ricorso generalizzato alla perequazione urbanistica per acquisire le aree
della città pubblica.
Il capitolo affronta, infine, la disciplina delle Infrastrutture e degli Impianti vari: la loro
classificazione, la derivazione dal PTCP e dal Piano per la Mobilità Provinciale, le
indicazioni grafiche per la materia e gli indirizzi per il RUE e per il POC. Concludendo con
una dettagliata trattazione delle Distanze di Rispetto, relative alle infrastrutture e agli
impianti.
In conclusione, una normativa assai più essenziale – proprio perchè strutturale – di
quella tradizionale del PRG; che non tralascia, però, di scendere nei dettagli, quando
questi sono indispensabili a definire l’attuazione del piano.
30
13. L’attuazione del piano e la produzione edilizia
Il PSC adottato dal Consiglio Comunale di Molinella entro il mandato amministrativo
2004-2009, sarà trasmesso alla Provincia di Bologna e ai Comuni dell’Associazione Terre
di Pianura e depositato presso la sede municipale, per 60 giorni a partire dalla
pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale dell’avviso di adozione avvenuta. Entro
quegli stessi 60 giorni, enti, organismi pubblici – la Provincia in primo luogo -, associazioni
e singoli cittadini coinvolti dalla previsioni del PSC, potranno formulare osservazioni e
proposte. A questo punto si sarà insediata l’ Amministrazione del nuovo mandato 20092014; che, approfittando dell’Accordo Procedimentale stretto con la Provincia, risponderà
alle osservazioni e proposte di questa, degli enti pubblici, delle associazioni e dei cittadini,
arrivando alla approvazione finale del PSC fra l’autunno 2009 e l’inverno successivo. E il
PSC entrerà in vigore alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. Nel
frattempo il Comune avrà pubblicato anche il RUE, sempre per 60 giorni, entro i quali
riceverà anche su questo osservazioni e proposte, alle quali risponderà approvando
direttamente il RUE, che entrerà in vigore come il PSC alla pubblicazione sul Bollettino
Ufficiale della Regione.
PSC e RUE di Molinella dovrebbero, quindi, essere in vigore nell’inverno 2009-2010;
e ciò permetterà di completare la fase pianificatoria con l’adozione di un POC, nei primi
mesi del 2010. La strategia adottata per la realizzazione della Tangenziale e l’accordo
formulato con i privati interessati alla sua attuazione in base all’articolo 18 della Legge
20.2000, condiziona le scelte del primo POC; che investiranno gli Ambiti prossimi alla
Tangenziale, ai quali potranno o meno aggiungersi altri Ambiti da Riqualificare e con
minore probabilità da altri Ambiti da Urbanizzare ex-novo. Il processo attuativo inizierà con
l’applicazione della perequazione urbanistica agli Ambiti prescelti
e con la prima
sperimentazione relativa all’ERS all’interno di questi Ambiti. Il processo perequativo non è
sconosciuto a Molinella, dove l’aveva già utilizzato il PRG 1999; mentre del tutto nuova
sarà l’operazione dell’ERS, che nasce dalle innovazioni della Legge Finanziaria 2008.
L’attuazione del PSC sarà ricca di altre innovazioni. In primo luogo quella della
Tangenziale, per la cui gestione la collaborazione fra Provincia, Comune e privati, sarà
indispensabile per cogliere il prezioso risultato atteso da anni. Altra innovazione sarà
quella della cintura verde, destinata a cingere la cittadina; e per questa gli operatori che
realizzerano le ville e il Comune di Molinella, sono impegnati a collaborare per la
progettazione e l’attuazione dell’area privata da piantumare. Meno innovativi gli altri
31
elementi del PSC da realizzare; ma anche negli Ambiti dei nuovi tessuti abitati, la notevole
densità delle alberature da mettere a dimora, l’alta percentuale di suolo da mantenere
impermeabile a prato e la grande qualità ambientale dei futuri insediamenti, segneranno di
certo una notevole una diversità positiva, rispetto alla pur gradevole caratteristica del
centro urbano attuale.
I problemi della innovazione proposti dal PSC potrebbero, comunque, essere
affrontatiti e risolti senza troppe difficoltà. Il vero problema che l’attuazione del PSC dovrà
affrontare sarà, però, quello delle ripercussioni negative che la crisi economica mondiale e
nazionale potrebbero avere sulla produzione edilizia a Molinella. La produzione edilizia
italiana ha già segnato nell’inverno 2008-2009, significativi segnali di crisi; il rallentamento
delle vendite di alloggi, si ripercuote infatti sulla nuova produzione. Né è dato sapere se
l’andamento della crisi edilizia – non ancora drammatica al febbraio 2009 -,potrà
ulteriormente peggiorare e in quale misura. Per quanto riguarda Molinella, si potrebbe
pensare ad una maggiore capacità di tenuta, rispetto alla città di Bologna, perchè gli
alloggi prodotti a Molinella appartengono ad un settore più economico del mercato
bolognese; ma anche questa ipotesi positiva potrebbe essere delusa in futuro.
Il Comune di Molinella, i suoi amministratori e i suoi cittadini, gli operatori che a
Molinella lavorano potrebbero, dunque, dover affrontare l’attuazione del PSC 2009, nelle
scomode condizioni create dalla crisi edilizia. Di fronte a questa deprecabile eventualità –
che tutti ci auguriamo non sin realizzi – si può fare, però, una constatazione esplicitamente
positiva, dovuta alla grande novità creata con la Legge 20.2000, che ha generato il PSC di
Molinella. Infatti il nuovo PSC, programmatico e non più prescrittivo come i vecchi PRG,
ha evitato di creare i valori immobiliari non necessari, che oggi entrerebbero in collisione
con il vento della crisi. La gestione graduale e non immediata nel tempo, che la nuova
forma di piano assicura, costituisce il valido strumento con il quale far fronte alla crisi,
riducendo una parte dei problemi che questa crea.
Meno investimenti, meno lavoro, meno beni privati prodotti e meno beni pubblici
ceduti in contropartita; questo sarebbe l’effetto negativo inevitabile della crisi, se questa
non fosse limitata, ma arrivasse alle peggiori conseguenze. Però il processo di
pianificazione che stiamo portando avanti, non ne risulterebbe bloccato, ma solo
gradualmente e proporzionalmente rallentato. Le conseguenze più negative di una crisi
severa, sarebbero per il piano quelle di rallentare la realizzazione della Tangenziale; che –
mancati i finanziamenti pubblici, che hanno anticipato la crisi - è organicamente legata alla
produzione edilizia privata. In ogni caso, l’innovazione che abbiamo strenuamente voluto
32
con l’adozione della riforma regionale della Legge 20.2000, ci permetterebbe di affrontare
con maggiore serenità, una dura crisi edilizia con la quale, certamente, tutti speriamo di
non doverci confrontare.
E’ questa una conclusione realista per la relazione generale del PSC, ma
indubbiamente non pessimista; proprio perchè le eventuali circostanze non positive, ci
permettono di constatare come il nuovo strumento che Molinella si è dato per il governo
della città e del territorio, ha le qualità intrinseche necessarie per affrontare difficoltà assai
difficili da superare con strumenti di altra natura. Uno strumento, per altro, il Piano
Strutturale Comunale, che propone per Molinella – in un avvenire che ci auguriamo più
roseo – una brillante strategia di sviluppo sostenibile, ambientale, sociale, produttivo,
andando ancora più avanti, sulla buona strada che si era scelta quarant’anni fa.
33
34
Tabelle riepilogative dei dati sintetici comunali
1. La prima tabella è la sintesi dei dati analitici territoriali riferiti alle previsioni
residenziali, di riqualificazione e produttive relative agli indirizzi del PSC del
territorio comunale.
2. La seconda tabella è la sintesi dei dati riferiti al territorio urbanizzato e urbanizzabile
del Comune di Molinella prima dell’adozione del PSC.
3. La terza tabella riporta i dati globali risultanti dalla somma dello stato di fatto ( prima
dell’adozione del PSC) e delle ipotetiche realizzazioni degli indirizzi del PSC per il
territorio urbanizzato e urbanizzabile.
35
36
riferita
alla
riferita
alla
Tabella 1
comunale (12.787 ha)
%
TOTALE COMUNE
comunale (12.787 ha)
St
0,34
44,04
0,02
2,43
TOTALE FRAZIONI
alla
0,00
GUARDA
riferita
0,39
MARMORTA
%
0,00
1,33
SELVA MALVEZZI
St
IN
0,72
0,33
0,00
MARTINO
PIETRO
St
41,61
MIRAVALLE
ARGINE
SAN
CAPOFIUME
SAN
comunale (12.787 ha)
%
MOLINELLA
0,27
35,10
0,03
3,20
0,00
0,00
0,00
0,00
3,20
0,00
0,25
31,90
ha
Produttiva e Terziaria spazi
Residenziale
ha
Destinazione
Destinazione
0,33
42,21
0,02
2,33
0,00
0,35
0,00
0,00
1,56
0,42
0,31
39,88
ha
(Sdt)
attrezzature
N°. alloggi
4
0,00
1246
0,00
66
0
10
0
0
35
21
0,00
1180
n°
collettivi (1A=79 mq Su)
Dotazioni territoriali
3
2
1
SINTESI DEI DATI ANALITICI TERRITORIALI RELATIVI AGLI INDIRIZZI DEL PIANO STRUTTUALE COMUNALE
0,00
2975
0,00
163
0
25
0
0
86
52
0,00
2812
n°
teorici
Abitanti
5
Valore
0,00
142
0,00
143
0
142
0
0
181
81
0,00
142
mq
37
0,95
121,36
0,06
7,96
0,00
0,74
0,00
0,00
6,09
1,14
0,89
113,39
ha
(1+2+3)
Sdt per abitate Complessivo
6
riferita
alla
St
87,99
TOTALE FRAZIONI
riferita
alla
St
38
(*)
Tabella 2
comunale (12.787 ha)
%
TOTALE COMUNE
comunale (12.787 ha)
0,90
115,18
0,05
6,34
0,00
0,34
0,08
1,42
0,53
3,97
0,85
108,84
0,84
106,15
0,16
20,34
0,38
8,48
1,43
0,04
6,55
3,46
0,67
86,81
ha
collettivi
abitazioni
0,00
5372
0,00
1787
68
397
185
99
325
713
0,00
3585
n°
(21.10.2001)
al censimento
N°.
4a
Gli abitati di Miravalle sono censiti in San Martino in Argine.
1,83
233,95
0,69
10,73
GUARDA
alla
16,98
MARMORTA
riferita
16,80
SELVA MALVEZZI
%
6,85
16,94
19,69
1,14
145,96
MIRAVALLE
St
IN
PIETRO
MARTINO
ARGINE
SAN
CAPOFIUME
SAN
comunale (12.787 ha)
%
MOLINELLA
ha
ha
(Sdt)
spazi
Produttiva e Terziaria
territoriali
Residenziale
Dotazioni
3
attrezzature
2
Destinazione Destinazione
1
abitazioni
0,00
1411
0,00
277
0
69
15
0
107
86
0,00
1134
n°
adozione PSC
da PUA – ante
derivanti
N°.
4b
0,00
18021
0,00
6813
322
1496
550
*
2142
2303
0,00
11208
n°
Abitanti
5
0,00
59
0,00
30
12
57
0
0
31
15
0,00
78
mq
abitate
Sdt
6
per
SINTESI DEI DATI ANALITICI TERRITORIALI RELATIVI AL TERRITORIO URBANIZZATO E URBANIZZABILE PRIMA DELL'ADOZIONE DEL PSC
3,57
456,33
0,90
114,67
11,11
25,80
18,31
8,31
24,02
27,12
2,67
341,66
ha
(1+2+3)
Complessivo
Valore
7
riferita
alla
riferita
alla
(*)
Tabella 3
comunale (12.787 ha)
%
TOTALE COMUNE
comunale (12.787 ha)
St
1,18
150,28
0,07
9,54
0,00
0,34
0,08
1,42
3,73
3,97
1,10
140,74
1,16
148,36
0,18
22,67
0,38
8,83
1,43
0,04
8,11
3,88
0,98
125,69
ha
(Sdt)
attrezzature
collettivi
abitazioni
0,00
5372
0,00
1787
68
397
185
99
325
713
0,00
3585
n°
(21.10.2001)
al censimento
N°.
4a
Gli abitati di Miravalle sono censiti in San Martino in Argine.
2,17
277,99
0,71
90,42
TOTALE FRAZIONI
alla
10,73
GUARDA
riferita
17,37
MARMORTA
%
16,80
18,27
SELVA MALVEZZI
St
IN
20,41
1,47
6,85
MARTINO
PIETRO
St
187,57
MIRAVALLE
ARGINE
SAN
CAPOFIUME
SAN
comunale (12.787 ha)
%
MOLINELLA
ha
Produttiva e Terziaria spazi
Residenziale
ha
Destinazione
Destinazione
Dotazioni territoriali
3
2
1
abitazioni
0,00
2657
0,00
343
0
79
15
0
142
107
0,00
2314
n°
adozione PSC
da PUA – ante
derivanti
N°.
4b
0,00
20996
0,00
6976
322
1521
550
*
2228
2355
0,00
14020
n°
Abitanti
5
0,00
71
0,00
32
12
58
0
0
36
16
0,00
90
mq
abitate
Sdt
6
per
4,51
39
576,63
0,96
122,63
11,11
26,54
18,31
8,31
30,11
28,26
3,55
453,99
ha
(1+2+3)
Complessivo
Valore
7
DATI ANALITICI TERRITORIALI GLOBALI, SOMMA DELLO STATO DI FATTO E DELLE IPOTETICHE REALIZZAZIONEI DEGLI INDIRIZZI DEL PSC
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Untitled - Comune di Molinella