SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN
SERVIZIO CIVILE IN ITALIA
ENTE
1) Ente proponente il progetto:
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, è un ente
ecclesiastico che opera da circa 30 anni in vari ambiti sociali e si rivolge a chi vive
condizioni di emarginazione in Italia ed all’estero. L’impegno della Comunità inizia con i
disabili, con la battaglia per il riconoscimento dei loro diritti nel 1968, mentre nel 1973 nasce
la prima casa famiglia. L’intervento della Comunità si caratterizza per la scelta di
condividere direttamente con gli ultimi a partire proprio dalla realtà delle case famiglia.
Fin dall’inizio la Comunità attribuì notevole valore all’obiezione di coscienza, intesa non
come una scelta, ma come un modo di essere e di vivere, ed infatti l’Associazione si occupa
di servizio civile e obiezione di coscienza dal 1973 In particolare i progetti per i volontari in
servizio civile partono dal legame con una situazione di povertà o ingiustizia, passano
attraverso un’esperienza di condivisione e arrivano a percorsi di rimozione delle cause. Al di
là della storia del servizio civile, dei singoli eventi che l’hanno caratterizzata, delle leggi
promulgate relative all’obiezione di coscienza e al servizio civile, ciò che si vuole
evidenziare è l’intento dei giovani volontari di promuovere la pace attraverso l’educazione
alla nonviolenza, la difesa dei diritti umani, la cittadinanza attiva.
2) Codice di accreditamento:
3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE
NZ00394
1
CARATTERISTICHE PROGETTO
4) Titolo del progetto:
GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2
5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato3):
Settore: Assistenza
Area di intervento: Minori – Disabili - Anziani
Codice: A01 – A02 – A06
6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza
il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante
indicatori misurabili:
Il progetto “GIOVANI E SOLIDARIETA 2’” si sviluppa nella provincia di Forlì e Cesena, ambito
territoriale che conta in totale 337.993 abitanti e comprende 30 comuni: i comuni capoluogo e 2 fra
quelli di maggiori dimensione dell’intera provincia (Savignano sul Rubicone 16.447 ab. e Predappio
6.396 ab) e riguarda l'attivazione di posizioni di servizio civile volontario nel territorio provinciale. Il
comprensorio di Cesena, con 196.568 abitanti, rimane più popoloso di quello di Forlì, in cui risiedono
179.999 abitanti. La situazione è opposta per quanto riguarda i due Comuni capoluogo: Forlì presenta
infatti una popolazione di 113.605 abitanti a fronte dei 94.078 di Cesena. (Fonte: Camera di
Commercio Forlì - Cesena dati 2006)
IL CONTESTO TERRITORIALE PER AREA DI INTERVENTO
I disabili nel territorio provinciale
I dati raccolti dalla Regione Emilia Romagna nel 2005 registrano nella nostra regione una presenza di
disabili pari al 4,8% della popolazione, circa 480mila, di cui circa 11mila usufruiscono di servizi
residenziali o diurni.
FORLI’
A Forlì sono 385 i minori disabili inseriti nelle scuole di diverso livello e 488 i disabili adulti che
frequentano corsi di formazione professionale, centri occupazionali e iniziative di riabilitazione, mentre
4500 persone percepiscono il trattamento economico INPS in quanto invalidi civili.
Nella specifica area dei disabili medio-gravi gli utenti inseriti in strutture residenziali nel 2005 sono stati
93, l’8% in più degli utenti seguiti nel 2004; tale tipologia di risposta è stata praticata laddove si
rilevava un bisogno di tipo relazionale forte, in quanto veniva a meno il sostegno familiare (genitori
anziani). Gli utenti invece inseriti in centri socio-riabilitativi diurni nel 2005 sono stati 129, l’1,5% in più
rispetto al 2004.
Per quanto riguarda l’offerta di servizi analoghi del territorio è la seguente:
Ubicazione
territorio
Forlì
Soggetto Gestore
Centri Diurni
Centri Residenziali
Coop. Sociale Il cammino
Diurno Barsiano
Gruppi appartamento via
Maceri Malta
Residenziale
San
Leonardo
Residenziale
L’Accoglienza
Diurno San Leonardo
Consorzio di Solidarietà
Sociale –L’accoglienza
Consorzio di Solidarietà Diurno via Ridolfi
Sociale – Ass. Anfas
Fondazione Don Pippo
Diurno Luigi Lago
Coop. Soc. Solidarietà Diurno via barsanti
Intrapresa
Coop. Soc. CAD
Castrocaro
Dovadola
Modigliana
Predappio
Forlimpopoli
Meldola
S. Sofia
Moby Dik
Max Ten
Diurno saturano
da Diurno Modigliana
Coop. Saturano Salus
IPAB
O.P.
Zauli
Montepolo
Coop. Soc Kara B.
Opera S. Camillo
Cop. Soc. lamberto Valli
Diurno Forlimpopoli
Silenziosi Operai della Diurno Meldola
Croce
Coop. Soc. CAD
Diurno S. Sofia
Residenziale Don Pippo
Residenziale c.so Diaz
Comunità di Saturano
Residenziale Dovadola
Residenziale Modigliana
Residenziale Predappio
Residenziale Forlimpopoli
Residenziale Meldola
(Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007)
Altri servizi erogati dal distretto sanitario, per i disabili medio-gravi sul territorio sono:
- servizio di assistenza domiciliare, gestito in convenzione con 2 cooperative sociali che è stato
erogato a 44 utenti nel 2005;
- assegno di cura per favorire condizioni di domiciliarità con un numero di erogazioni per il 2005
pari a 30.
La criticità principale che si può rilevare dall’analisi del territorio forlivese, dai contatti con l’utenza
(disabili e famiglie) e dall’intervento stesso dell’associazione e dai dati generali sopra descritti, sono le
seguenti:
- assenza di reti familiari e insufficienti risposte alle problematiche dei genitori anziani di
portatori di handicap; inoltre vi è un aumento di richieste di accoglienze in contesti di vita che
permettano una maggiore autonomia della persona e di misure funzionali al mantenimento
delle autonomie residue
CESENA
Nel territorio dell’A.S.L. di Cesena erano residenti 3.471 persone disabili nell’anno 2005, di età
compresa da 0 a 65 anni, suddivise per fasce d’età nel modo seguente:
Età
0/5 anni
6/13 anni
14/17 anni
18/24 anni
25/34 anni
35/44 anni
45/50 anni
51/65 anni
N°
N° 43
N° 357
N° 243
N° 337
N° 326
N° 567
N° 421
N° 1177
(Fonte:Regione Emilia Romagna nel 2004)
Secondo la diversa patologia, le stesse persone erano così suddivise:
PATOLOGIE
Patologie neuromotorie
Insufficienze mentali
Patologie psichiatriche
Sindrome di down
Patologie organiche
Patologie sensoriali
Disturbi dell’apprendimento
Patologie motorie
Neoplasie
Sindrome epilettica
Diagnosi non specificata
N°
446
604
574
113
493
228
257
121
464
120
51
(Fonte:Regione Emilia Romagna nel 2004)
L’Unità Operativa Disabili Adulti dell’A.S.L. di Cesena poteva contare su una rete di servizi
comprendente n° 10 centri residenziali, con n. 85 p osti disponibili, e n° 9 centri diurni.
Altro dato si può ottenere dalle strutture che rispondono in maniera diretta ai bisogni dei disabili, come
i centri socio-riabilitativi residenziali e diurni che offrono interventi e prestazioni ad alta protezione,
rivolti a soggetti con grave disabilità e per i quali è necessario predisporre misure funzionali al
mantenimento delle autonomie residue. L’attuale rete di strutture socio-riabilitative per disabili presenti
nel nostro territorio è composta da 24 centri residenziali convenzionati per n. 172 posti disponibili e 22
centri semiresidenziali per n. 278 posti disponibili oltre ad altri 13 servizi diurni espressivamente
dedicati alla promozione dell’inserimento lavorativo delle persone disabili.
Strutture socioriabilitativi e
residenziali
Utenti centro socioriabilitativo
residenziale
Utenti centro socioriabilitativo diurni
Utenti centro sociooccupazionale
2002
2003
2004
88
96
169
146
148
156
72
72
75
(Fonte: Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 -2007)
Le criticità che si possono rilevare dall’analisi del territorio di Cesena e dai dati generali sopra descritti,
dai contatti con l’utenza (disabili e famiglie) e dall’intervento stesso dell’associazione sono le seguenti:
-
-
Differenza negativa tra il numero possibili disabili e posti nelle strutture socio-riabilitative nel
territorio provinciale ci rivela un numero elevato di persone con disabilità che sono emarginate
nel loro contesto familiare senza usufruire delle strutture e dei servizi di base;
Scarsa informazione e supporto psicologico a favore dei soggetti disabili e delle loro famiglie:
in quanto spesso la poca conoscenza dei servizi territoriali genera chiusura;
mancanza di organizzazione dei centri socio-riabilitativi residenziali come nucleo e contesto
familiare.
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera nel settore disabili sul territorio provinciale
principalmente attraverso due tipologie di strutture: i centri socio – riabilitativi diurni e le strutture
residenziali ossia le Case Famiglia.
1. SEDE: COMUNITA’ DIURNA DI CONDIVISIONE
Nello specifico progetto il centro socio – riabilitativo diurno che verrà coinvolto sarà: la Comunità
Diurna di Condivisione di Cesena. II centro è nato all’interno della vasta e pluridecennale esperienza
dell’Associazione Papa Giovanni XXIII ed è stata aperta nel gennaio 1998 quale risposta alle varie
richieste provenienti da famiglie e case-famiglia. Struttura autorizzata al funzionamento quale centro
socio riabilitativo diurno, secondo le vigenti norme regionali in materia, la Comunità Diurna ha visto in
questi anni un costante aumento delle persone accolte, passando dalle 8 del primo anno di attività alle
complessive ed attuali n. 18 persone accolte. La tabella sottostante evidenzia la tipologia di utenti del
centro diurno che presentano nella maggior parte dei casi patologie medio-gravi, con difficoltà di
movimento, di comunicazione e di relazione.
Patologia
Eta’
Sindrome
Prade-Willy
28
Paralisi
cerebrale
post-trauma
Autismo
Artrite
reumatoide
Sindrome di
down-autismo
Cerebropatia
infantile
Tetraparesi
spastica
Sindrome di
Rett
Paraplegico
epilettico
Cerebropatia
post trauma
Ritardo
mentale grave
Autismo
Anno di inserimento e
previsione perm.
1999 – permanenza a
lungo termine
Percorso di
inserimento
Servizi Sociali
42
2004 – permanenza a
lungo termine
Servizi Sociali
32
1998 – permanenza a
lungo termine
2002 – permanenza a
lungo termine
1998 – permanenza a
lungo termine
1998 – permanenza a
lungo termine
1998 – permanenza a
lungo termine
2005 – permanenza a
lungo termine
2000 – permanenza a
lungo termine
2002 – permanenza a
lungo termine
1998 – permanenza a
lungo termine
1983 – permanenza a
lungo termine
1998 – permanenza a
lungo termine
2006 – permanenza a
lungo termine
2005 – permanenza a
lungo termine
2007 – permanenza a
lungo termine
2000 – permanenza a
lungo termine
1999 – permanenza a
lungo termine
Servizi Sociali
48
43
51
48
22
33
43
51
41
Tetraparesi
spastica
Tetraparesi
post trauma
Autismo
52
27
Autismo
21
Cerebropatia
infantile
Tetraparesi
spastica
35
32
45
(Fonte: associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
Servizi Sociali
La collaborazione con l’A.S.L. territoriale si è consolidata e in questi anni è stata sempre più
valorizzata la peculiarità dello stile e delle attività del Centro. Infatti tutti gli utenti vengono assegnati
dai Servizi Sociali del territorio di Cesena con una previsione di permanenza a lungo termine dovuta
all’aumento della domanda dei soggetti disabili del territorio e alle difficoltà delle famiglie di portatori di
handicap di prendersene carico. Gli interventi che la Comunità Diurna di Condivisione ha effettuato ed
effettuerà nell’anno 2007 sono:
3 incontri di equipe tra operatori e responsabile della struttura, come conoscenza dell’organizzazione del Centro Diurno e prima presentazione dei casi specifici di tutte le persone accolte.
1 incontro iniziale delle attività con tutta l’equipe degli operatori per favorire una buona interazione
con gli altri educatori e nuove persone di riferimento.
Accompagnamento quotidiano nel trasporto dalle residenze degli accolti al Centro Diurno
Accoglienza quotidiana vissuta in gruppo.
Educazione igienico – sanitaria - alimentare degli utenti del centro.
2 laboratori settimanali di MusicoTerapia nella Globalità dei Linguaggi, metodo Stefania Guerra
Lisi, con le persone accolte handicappate gravi e gravissime.
1 mattina alla settimana partecipazione alla attività di acquaticità svolta presso la Piscina
Comunale di Cesena, con un gruppo di accolti.
1 laboratorio settimanale di teatro e drammatizzazione, collaborando con gli operatori e due
esperti volontari del Servizio Teatro della Comunità Papa Giovanni XXIII.
1 laboratorio settimanale artistico di pittura, che coinvolge tre accolti, affiancando una volontaria
esperta in artistica.
2 laboratori settimanali di informatica applicata alla facilitazione della comunicazione.
Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni,
fiere, ecc.
In estate 2 volte alla settimana per due mesi giornata trascorsa al mare, in spiaggia attrezzata di
Pinarella di Cervia, con attività ludiche e ricreative.
Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso l’albergo
“Madonna delle Vette” della Comunità.
Attività programmate in coproduzione con parrocchie ed enti del territorio
2. CASE FAMIGLIA
Queste strutture sono disponibili all'accoglienza di minori disabili e persone adulte con gravi disabilità,
presso le quali l'utente dimora anche per tutta la vita. Le persone accolte sono spesso prive di una
rete familiare in grado di garantire l’assistenza e il supporto necessari nella vita quotidiana del disabile
capace di compensare tali bisogni. Le strutture dell’Associazione rispondono alle richieste delle
persone disabili collegandosi anche a Centri Diurni specifici e rappresentano un’opportunità per la
persona disabile di sperimentare percorsi di recupero delle autonomie residue o di assumere nuove
abilità nella gestione di sé e delle relazioni con gli altri. La presenza degli operatori garantisce alle
persone inserite nella comunità un sostegno e un supporto costante 24/24 ore. Agli ospiti delle
strutture vengono erogati, secondo programmi di lavoro personalizzati e da personale competente,
specifici servizi di accompagnamento e supporto nello sviluppo delle autonomie personali e sociali.
Nelle Case Famiglia della provincia sono ad ottobre 2007 inseriti: 17 minori disabili psichici, 41 adulti
disabili psichici e 8 adulti disabili fisici mentre nelle sedi di attuazione di progetto coinvolte sono
accolte al mese di ottobre 2007 i seguenti soggetti disabili:
Età
Patologia
21
23
Tetraparesi Sinistra - 100%
Invalidita’ - Uso Carrozzina
Tetraparesi Con Ipocusia
90% Invalidita’
Ritardo Mentale Medio
Grave 80% Invalidita’
Autismo 100% Invalidita’
25
Celebroleso
34
Autismo
22
Ritardo Mentale
49
30
Inzio accoglienza e
previsione permanenza
1993 - permanenza a
lungo termine
1994 - permanenza a
lungo termine
1993 - permanenza a
lungo termine
1993 - permanenza a
lungo termine
1986 - permanenza a
lungo termine
1985 - permanenza a
lungo termine
1999 – permanenza a
lungo termine
Percorso di affido
Affidato attraverso
ss.ss
Dimissione da un
istituto
Affido in altra
famiglia saltato
Affido consensuale
Contatti con
famiglia naturale
Sporadici
Sporadici
Nulli
Periodici
Servizi sociali
Nulli
Servizi sociali
Nulli
Servizi sociali
Sporadici
19
Handicap Psichico Grave
24
Handicap Psichico Grave
52
Psicosi
18
32
Ritardo Cognitivo
Ritardo Cognitivo
Minore
Ritardo Mentale Medio
Grave 80% Invalidita’
Autismo
Minore
Minore
Minore
Distrofia muscolare
duchenne
Ritardo Cognitivo
1995 – permanenza a
lungo termine
1993 – permanenza a
lungo termine
1983 – permanenza a
lungo termine
figlio adottivo
1998 – permanenza a
lungo termine
2001 - permanenza a
lungo termine
2000 - permanenza a
lungo termine
2 mesi estivi + 2 mesi a
natale
2001 - permanenza a
lungo termine
Servizi sociali
Nulli
Servizi sociali
Periodici
Servizi sociali
Periodici
Servizi sociali
Servizi sociali
Nulli
Nulli
Affido giudiziale
ss.ss.
Servizi sociali
Nulli
Associazione
auser
Adottata
Nulli
Nulli
Nulli
(Fonte: associazione Comunità Papa Giovanni XXIII)
La tabella riporta i dettagli delle accoglienze dalle quali si possono evincere i seguenti tratti
caratteristici relativi delle utenze:
- sono per lo più giovani (tra i 12 anni e i 32)
- la disabilità psichica e la diasbilità pscio-fisica si manifestano in egual misura
- sono forme di disabilità medio-gravi
- sono accoglienze a lungo termine
- sono affidati dai Servizi Sociali del territorio
- pochi accolti hanno contatti con la famiglia di origine
Le accoglienze potrebbero modificare ma la fotografia effettuata nel mese di ottobre 2007 ci mostra un
quadro generale sugli utenti disabili su cui vanno intervenire le case famiglia.
Queste ultime nell’anno 2007 hanno ed andranno ad organizzare e strutturare azioni specifiche rivolte
alle persone disabili. Data la necessità di garantire un servizio di base (assistenza igenico-personale,
assistenza alimentare, ecc…) in un contesto familiare, gli operatori, in modo particolare nell’ultimo
anno vista l’aumento di richieste, non sono riusciti a garantire un pieno sviluppo delle abilità e capacità
dell’autonomia di ogni singolo disabile accolto, essendo solo in grado di seguire con percorsi specifici
circa un accolto su due. Inoltre le case famiglie, lavorando sinergicamente sul territorio provinciale,
ricevono svariate richieste di aiuto, in modo particolare nell’anno 2007 le strutture hanno supportato le
famiglie di portatori di handicap (circa una ventina) tramite consulenze ed interventi di sussidarietà.
I minori nel territorio provinciale
Secondo il Piano Sociale di Zona 2005-2007 dei Comuni in questione, la tipologia delle situazioni
familiari, la casistica e le problematiche presenti nel territorio sono tendenzialmente omogenee a
quelle del contesto regionale. Viene confermata una tendenza all’aumento della conflittualità familiare
e una scarsa capacità di gestione delle relazioni interpersonali a seguito di separazioni che si riflettono
negativamente sullo sviluppo e sulla condizione affettivo relazionale dei minori. Un altro elemento di
cambiamento storico è rappresentato dalla progressiva recente presenza di situazioni in carico ai
servizi sociali di nuclei con prevalente difficoltà economica e abilitativi. I minori in carico al servizio
sociale e il confronto tra i dati 2000 e 2004 evidenzia un progressivo aumento della casistica: sono
stati n. 1600 i nuclei familiari seguiti nel 2004 con n. 2364 minori. Nel 2003 erano 1.100 nuclei con
1.311 minori in totale. L’analisi qualitativa evidenzia come nel 70% dei casi l’aspetto prevalente è
quello connesso alle problematiche familiari di tipo relazionale. Viene stimato che oggi i nuclei
monogenitoriali rappresentano circa il 18% dei nuclei familiari con minori. Per quanto concerne
l’affidamento familiare, che è lo strumento più tradizionalmente utilizzato per attivare le risorse
solidaristiche esterne alla famiglia di origine a tutela dei bambini, nel corso dell’anno 2004 ha
riguardato numero 95 bambini del comprensorio forlivese (più 13% rispetto 2003). L’intervento è
gestito in collaborazione con numero 8 associazioni di volontariato o promozione sociale
(Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Paolo Babini, Don Giovanni Cane, Centro Aiuto alla
vita, Comunità Emmanuel, Gli elefanti, Adamantina, G.A.D.).
Andamento affidi
Consensuali
Giudiziali
Totale
2001
27
58
85
2002
34
53
87
2003
32
52
84
2004
40
55
95
2005
55
68
123
2006
47
58
105
(Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007)
Affidi familiari anno 2004
A famiglie esterne alla cerchia
parentale (eterofamiliare)consensuale
Di cui stranieri
Di cui disabili certificati
Di cui a part-time
A famiglie esterne alla cerchia
parentale (eterofamiliare)giudiziale
Di cui stranieri
Di cui disabili certificati
Di cui a part-time
A parenti consensuale(tempo
p\part time)
A parenti giudiziale(tempo
p\part time)
Totale
Iniziato
nel 2004
Concluso
nel 2004
In corso al
31\12\2004
25
26
10
15
0
17
9
1
17
9
0
4
7
3
27
1
0
0
0
0
0
2
5
0
1
1
3
3
4
21
36
34
61
Iniziato
nel 2005
17
Concluso
nel 2005
18
In corso al
31\12\2005
7
14
0
0
17
13
0
1
9
7
0
2
35
8
0
0
0
3
0
8
0
7
5
15
0
0
0
0
57
62
61
(Fonte: Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 -2007)
L’intervento principale nell’ambito della tutela dei minori è l’accoglienza in strutture residenziali. Nel
corso del 2004 ha riguardato n. 104 bambini (+ 44% rispetto 2003) e n. 35 stranieri non accompagnati
mentre nel 2005 ha riguardato 174 bambini. L’accoglienza residenziale è garantita nel territorio
attraverso una rete di 23 strutture , ripartite tra case famiglia, comunità educative e comunità di tipo
familiare, gestite da cooperative sociali, associazioni ed enti religiosi attraverso convenzioni con il
Comune.
Minori in struttura
anno 2004 - 2005
In comunità educativa
In comunità di tipo
familiare
In comunità di pronta
accoglienza
In casa famiglia
In struttura per disabili
In altro tipo di struttura
In struttura
residenziale con la
madre
Tot.minori inseriti in
struttura
Tot.minori
inseriti
2005
49
Concluso
nel 2006
In corso al
31\12\2006
30
20
49
Tot.minori
inseriti
2006
69
19
5
7
6
13
38
25
0
16
53
11
0
6
48
9
0
10
6
15
0
4
54
24
0
14
27
10
13
7
20
147
105
94
80
174
Iniziato
nel 2006
(Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007)
Un altro strumento che viene utilizzato in questo settore da parte del Comune è l’adozione, forma di
accoglienza che va accompagnata da molteplici interventi quali quelli dei servizi sociali sanitari, degli
organi di giustizia, ecc… Mediamente negli ultimi anni vengono svolte circa n. 40 istruttorie di adozioni
e si organizzano 3 - 4 corsi di informazione e preparazione delle famiglie che si propongono per
l’adozione dove vengono anche utilizzati formatori della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
EVOLUZIONI DEL
SERV. ADOZIONI:
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Richieste di
istruttorie
37
39
39
34
39
33
Istruttorie gestiti
41
59
44
53
47
36
Nuovi affidi preadottivi
4
15
9
8
12
16
Affidi gestiti
19
19
24
17
38
32
(Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007)
Le criticità che si possono rilevare dall’analisi del territorio e dai dati generali sopra descritti, sono le
seguenti:
- Difficoltà diffusa a vari livelli dell’esperienza genitoriale che si evidenzia con aumento
crescente di accoglienza di minori in strutture residenziali
- Impoverimento e difficoltà di gestione da parte dei minori della vita quotidiana
L’intervento dell’Associazione sul territorio, nell’ambito sopra descritto, si struttura con differenti
modalità e opera con differenti strumenti. I casi raccolti dall’Associazione nella provincia provengono
principalmente dagli enti pubblici. Prioritario è il rapporto con i Comuni di Forlì e Cesena, inoltre molto
frequenti sono le richieste dei Comuni/AUSL limitrofi. Un altro canale molto importante di accesso al
Servizio proviene dagli organi giudiziari: arrivano richieste direttamente dai Tribunali per i Minorenni,
dalle Questure, dalle stazioni dei Carabinieri e dalle stazioni di Polizia. Inoltre, è attivo un canale
interno all’Associazione che viene utilizzato per divulgare rapidamente le richieste di bisogno rispetto
a minori che non trovano risposte sul territorio competente e che, in accordo con i Servizi Sociali
locali, possono essere anche collocati fuori territorio. A Forlì e Cesena esistono, poi, da anni, due
Tavoli di Coordinamento tra la maggior parte di Ass.ni/Coop.ve che nel territorio si occupano di minori.
Chi non riesce a rispondere ai bisogni proposti, porta al tavolo le richieste per socializzarle e cercare
un risposta alternativa.
Un altro canale molto importante è il mondo del volontariato cattolico, come Caritas diocesana e
Centri di Ascolto parrocchiali, CAV, parrocchie … Infine c’è la libera utenza, cioè l’accesso diretto o
indiretto, tramite parenti, ad esempio, di persone in stato di bisogno con figli minori (o mamme in
gravidanza) che si rivolgono all’Associazione per chiedere aiuto.
Si presentano, con sempre più frequenza soprattutto in libera utenza, famiglie disperate perché
incapaci di gestire i figli adolescenti perché ribelli, senza rispetto e senza regole; la richiesta è di un
percorso per i genitori stessi, affinché vengano sostenuti nel ruolo genitoriale.
Inoltre si presentano famiglie aspiranti affidatarie e adottive per conoscere i percorsi e l’opera della
Associazione in collaborazione con i Servizi Sociali. Viene sempre più spesso richiesta, soprattutto
dai Servizi Sociali, ma non solo, la possibilità di realizzare, all’interno delle sedi dell’Ass.ne, incontri
protetti tra i minori e i genitori.
L’Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII garantisce agli enti pubblici, a quelli privati e alla cittadinanza
la reperibilità telefonica su tre numeri 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, su tutto il territorio
nazionale. Garantisce anche una reperibilità “fisica” presso le strutture del territorio, ormai conosciute
tranne quelle con indirizzi segreti per situazioni di protezione sociale (madri o minori
abusati/maltrattati, neonati in stato di abbandono e adattabilità, ecc…). Dopo il primo filtro telefonico,
realizzato dai responsabili/coordinatori, si vagliano le richieste e si valutano le possibili soluzioni da
mettere in campo.
Nel triennio ci sono state 486 richieste dagli enti pubblici, privati e dalla “libera utenza” così suddivise:
•
•
•
•
Richieste di pronta accoglienza di una struttura per minori n.257
Richieste di pronta accoglienza in struttura per mamme, con figli o in gravidanza n. 68
Richieste di emergenza da parte di famiglie affidatarie in difficoltà n. 26
Richieste di emergenza da parte di famiglie di origine in difficoltà n. 135
Tutte le Case Famiglia coinvolte nel progetto sono disponibili per la Pronta Accoglienza residenziale
nella fascia 0 – 18 e per le mamme, secondo le possibilità ricettive del momento e secondo il principio
di paternità e maternità responsabile. Inoltre, l’Ass.ne mette a disposizione del territorio una struttura
specifica per la pronta accoglienza di minori stranieri non accompagnati e alcune famiglie per la
pronta accoglienza dei bambini da 0 a 3 anni. Il Comune di Forlì ed il Comune di Cesena, settore
politiche sociali –area minori-, si sono dimostrati attenti e sensibili alle problematiche emergenti, ma
sempre più in difficoltà nel farvi fronte, a causa dell’aumentata complessità delle situazioni, dell’alta
aggressività degli utenti, dalla velocità con cui si modificano bisogni e richieste di aiuto, causata anche
dalla varietà e molteplicità di etnie presenti sul territorio. Nel corso di questi ultimi anni, l’Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII nella provincia ha ricevuto dai diversi Comuni o da altri enti istituzionali
del territorio, crescenti richieste di inserimento in case famiglia o altre strutture della Comunità con
problematiche varie.
A molti di questi minori si è riusciti a dare una risposta, anche mettendo in rete le risorse del terzo
settore disponibili sul territorio: alcune strutture si sono rese disponibili per la Pronta Accoglienza, altre
per progetti di proseguimento dell’inserimento del minore, a partire dai progetti individualizzati
condivisi con le assistenti sociali del territorio competente, altri ancora collocati in famiglie affidatarie
appartenenti anche ad Ass.ni/Coop. diverse da quelle in cui il minore era stato in origine inserito,
mettendo così a disposizione della collettività le differenti e molteplici risorse del territorio, secondo
una logica che mette al centro i bisogni del minore al di là delle appartenenze. L’inserimento dei
volontari in servizio civile nelle strutture Case Famiglia, che vengono richiesti, darebbero un sostegno
importante alla gestione delle attività e nei progetti rivolti ai minori contribuendo ad una più efficace
progettualità assistenziale individuale.
Le nostre strutture sono collegate al territorio provinciale perché accolgono minori stranieri e non; dal
2004 ad oggi sono passati:
- 9 bimbi:
- 3 italiani con problemi di famiglia: stato di abbandono scolastico, non accudimento
personale da parte dei genitori e abbandono affettivo
- 2 bimbi nigeriani mandati in pronta accoglienza e poi in affido per 11 mesi con
preparazione per ulteriore affido, per tornare infine dai genitori.
- 1 di 5 mesi perché non poteva essere riscaldata e protetta dal freddo esterno ove
abitava.
- 1 bimba per identici motivi
- 1 bimbo di 18 mesi nigeriano come affido estivo per dare la possibilità ai genitori
di lavorare
- 1 neonata di 15 giorni come affido in stato di abbandono in ospedale, rimasta fino
ai 5 mesi e poi andata in adozione
- 1 di 10 anni che è stato inserito col padre nella terza fase della comunità
terapeutica
- 1 mamma con figlia piccola rumena in pronta accoglienza inserita dalla questura
- 23 minori stranieri non accompagnati inseriti dalla questura o dai servizi sociali o
dalla caritas oppure dalla polizia ferroviaria di varie nazionalità: Afgani, del
Marocco, Cinesi, Rumeni, Sloveni, del Ghana
- 10 minori italiani con problemi di vario tipo, allontanamento dai genitori per
maltrattamenti e percosse oppure che i genitori affidano ai servizi per
impossibilità di seguirli nella loro crescita o in conflitto con loro, o orfani di un
genitore, oppure adozioni fallite.
Al mese di ottobre 2007 sono accolti nelle sedi di attuazione di progetto 24 minori, la tabella
sottostante mostra la suddivisione per fasce d’età.
Eta’
0 –3
4–7
8 – 11
12 – 15
16 – 17
TOTALE
N° accoglienze
6
3
4
5
6
24
I minori sono stati affidati alle strutture da: Servizi Sociali, Questura, Forze dell’ordine in casi di
emergenza e/o genitori in stato di bisogno. Le problematiche dei minori sono legate ai loro vissuti:
abbandono, disadattamento familiare e/o sociale, maltrattamento psicologico e/o fisico, affidi
precedenti falliti, accoglienza all’interno di istituti per minori. Vengono inseriti presso le strutture
dell’associazione dai servizi sociali, dalla questura, dalle forze dell’ordine in casi di emergenza e dai
genitori in difficoltà economica. I percorsi di accoglienza riguardante i minori sono i seguenti:
-
7 affidamento familiare
5 affidamento illimitato
-
9 affidamento temporaneo con possibilità di reinserimento nella famiglia/genitore di origine
2 appoggio diurno
1 affido estivo
Le sedi di attuazione di progetto presentano alcuni elementi e modalità di intervento comuni, formando
così una rete di servizi per le persone in disagio ed escluse dal contesto sociale della provincia.
Queste sinergie tra le diverse strutture consolidano maggiormente i processi di partecipazione,
cooperazione e coordinamento ai programmi e interventi comunitari. Oltre al lavoro di accoglienza
residenziale (assistenza, attività ludiche ricreative, attività motorie, laboratori, ecc…) le 10 Case
Famiglia della zona di Forlì e Cesena, nell’ottica della rimozione delle cause che creano l’ingiustizia, si
sono assunte tutti quei progetti chiamati, genericamente, di “Sostegno alla Genitorialità”.
Nello specifico sono stati realizzai:
-
“affido a domicilio”
“famiglie tutor/famiglie d’appoggio”
“percorso educativo con i genitori per il sostegno alla genitorialita’ ”
“affido familiare”
“tirocinio per famiglie aspiranti all’affido”
partecipazione al gruppo di lavoro “INSIEME PER I MINORI – coordinamento di
associazioni (incontri quindicinali o mensili) con la rappresentazione di numerose
associazioni e cooperative.
Gli anziani nel territorio forlivese
Gli anziani residenti con un’età superiore ai 65, a livello provinciale, sono pari a 83.871,
l’invecchiamento della popolazione anziana si caratterizza per:
- una crescente femminilizzazione della fascia anziana (più dei 2/3 sono donne);
- un progressivo aumento degli ultraottantenni;
- aumento delle famiglie unipersonali per circa 2/3 composte da persone con età superiore a
60 anni.
Popolazione
anziana
Popolazione 65 –
69 anni
Popolazione 70 –
74 anni
Popolazione 75 –
79 anni
Popolazione 80 –
84 anni
Popolazione 85 –
89 anni
Popolazione
>
89 anni
2002
2003
2004
5.331
5.454
5.652
6.092
6.114
6.150
5.570
5.485
5.475
3.730
4.174
4.484
2.166
1.928
1.840
1.382
1.430
1.539
(Fonte: Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 -2007)
Nello specifico tramite i costanti contatti con le parrocchie siamo a conoscenza della presenza nella
zona del centro storico di Forlì di circa 200 anziani che vivono soli o al massimo con una badante,
senza avere una famiglia o figli d'appoggio. Nelle zone limitrofe alla città ci sono stati segnalati da
parroci e referenti di quartiere di altri circa 80 anziani che vivono soli.
Nei prossimi anni si accentuerà il processo di invecchiamento: le previsioni, infatti, stimano nel 2010
una proporzione di anziani pari al 22% della popolazione, senza trascurare che elevato è anche il
numero di anziani “fragili” cioè ad alto rischio di perdita della propria autonomia personale. In
particolare la condizione di non autosufficienza influenza sia la qualità della vita dell’anziano, sia la
domanda socio-assistenziale. L'assistenza agli anziani, in ambito provinciale, è tuttora soddisfacente,
in quanto la quasi totalità dei comuni ha strutture socio-sanitarie e ricreative adeguate ed in grado di
far fronte ai bisogni sempre più emergenti della popolazione anziana anche se la realtà, in costante
evoluzione, non ci permette di dare risposte certe. Sussistono ancora, al riguardo, saldi legami con le
famiglie di origine e sinora non si segnalano casi di abbandono e di emarginazione di anziani. In
alcuni comuni della fascia collinare e montana si registrano invece particolari difficoltà dovute
all'inadeguatezza dei mezzi di trasporto pubblico, alla distanza dai presidi ospedalieri della provincia,
alla carenza di servizi sanitari specialistici e talora anche all'assenza di centri sociali e di servizi. In tali
casi le competenti Aziende A.S.L. hanno aperto sportelli di zona per i prelievi, mentre nei comuni
interessati si è fatto ricorso al volontariato. Gli enti locali hanno realizzato numerose iniziative volte a
migliorare la condizione degli anziani (telesoccorso, assistenza domiciliare, integrazione delle rete
delle case di riposo per i non abbienti, fornitura di pasti a domicilio, vacanze e costruzione di piccoli
alloggi per anziani). Lo stato di attuazione, a livello provinciale dei servizi e delle strutture sociosanitarie previste dalla normativa regionale è anch'esso soddisfacente. Numerosi comuni hanno
istituito servizi di assistenza domiciliare agli anziani ed erogato, tramite le Aziende A.S.L.
territorialmente competenti, assegni di cura nonchè assegni di "minimo vitale". Sono state, altresì,
realizzate strutture semiresidenziali e residenziali per gli anziani e, nel contempo, stipulate
convenzioni con associazioni di volontariato per l'inserimento di anziani in lavori socialmente utili.
Sono state anche attuate concrete iniziative per prevenire fenomeni di emarginazione e solitudine. I
gruppi di volontariato, presenti nei territori comunali, che operano in ambito socio-assistenziale e
culturale a favore degli anziani, sono molto attivi. Dall’analisi, effettuata dal Ministero degli Interni, si
rileva una richiesta in aumento dei servizi sia tradizionali che nuovi, diversificati tra loro al fine di
meglio rispondere a problematiche e situazioni particolari. Nel territorio forlivese sono stati realizzati:
• consulenza professionale per la condivisione e la realizzazione di linee guida per
l’organizzazione e gestione dei corsi di psicomotricità e/o di attività fisica per anziani in
tutti i Comuni del territorio forlivese. La consulente sta attendendo una ricognizione in tutti
i 15 Comuni al fine di organizzare poi un incontro fra tutti gli organizzatori di tali corsi;entro
la fine del 2006 si prevede il completamento della ricognizione su corsi di attività fisica e
sportiva rivolti agli anziani in tutti i comuni del comprensorio, finalizzata a creare
collegamenti tra le esperienze e gli operatori del settore presenti sul territorio, attraverso la
condivisione di linee giuda. I risultati della ricerca saranno presentati nell’ambito di un
convegno che sarà organizzato nei primi mesi del 2007 dalla Casa di Riposo “Casa Mia”
con il sostegno dell’Amministrazione comunale.
• è stata avviata la collaborazione con l’associazione Delfi per la realizzazione del
programma “Nuovi pensionati”, che mira a sviluppare percorsi di accompagnamento al
cambiamento a favore dei neo-pensionati; il progetto si sviluppa, con il coinvolgimento
delle Imprese del territorio (anche attraverso le Associazioni di categoria), al fine di
realizzare percorsi di accompagnamento e sostegno rivolti a persone prossime alla
pensione o neo-pensionate, che saranno adeguatamente formate a svolgere il ruolo di
tutor di persone neo-assunte, consentendo loro di continuare a svolgere un ruolo attivo,
mettendo a disposizione le competenze ed esperienze maturate. Per promuovere il
progetto e sensibilizzare i potenziali fruitori, saranno attivate iniziative promozionali mirate.
• sono stati acquistati e messi a disposizione condizionatori d’aria portatili per affrontare
situazioni critiche connesse alla calura estiva ed è stato realizzato un protocollo
d’intervento con la Protezione civile. Alcuni condizionatori sono stati utilizzati per luoghi di
aggregazione di persone anziane presso le circoscrizioni, per estendere il beneficio ad un
maggior numero di persone. Sono stati inoltre condivise alcune modalità di attivazione
congiunta fra i servizi (Pronto soccorso, SAA, Igiene Pubblica, SAD e ADI, Servizi sociali,
volontariato) in situazioni di rischio, ed è stata realizzata una campagna informativa con la
diffusione di opuscoli e consigli utili per affrontare un’eventuale emergenza caldo.
• progetto dell’Associazione di Volontariato Auser presente in tutti i territori anche montani
del comprensorio, per lo svolgimento di varie attività a supporto e sostegno della
mobilità degli anziani con particolare riferimento alle zone collinari, completando la rete
con i territori di Modigliana e Santa Sofia ; l’associazione, utilizzando le auto acquistate,
oltre a consolidare i servizi di supporto alla mobilità degli anziani, estenderà a tutti i
Comuni del territorio forlivese, anche nelle zone collinari, il servizio di spesa a domicilio,
già attivato da anni a Forlì.
• L’Associazione Anteas ha realizzato, con il sostegno del Comune di Forlì, un corso di
informatica dedicato alle persone anziane.
• L’Associazione A.d.a. (Associazione per i Diritti degli Anziani) realizza il progetto “Anziani
in rete”che prevede attività formativa per l’alfabetizzazione informatica degli anziani e la
creazione di un nuovo sito web per gli anziani.
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXII opera in stretta collaborazione con il Comune di Forlì e
partendo da una comune riflessione sullo stato di abbandono di molti anziani del centro storico, è
stato avviato dallo scorso anno un innovativo progetto di prossimità rivolto ad anziani soli in tutto il
territorio cittadino: il progetto denominato “Anziani non più soli”, per la sua innovatività, ha incontrato il
favore della Regione Emilia-Romagna, che ha concesso un contributo che copre una parte dei costi
(per il resto sostenuti dall’Associazione stessa) per la realizzazione di iniziative strutturate per
contrastare l'isolamento e la solitudine e garantire il mantenimento di opportunità di relazioni e di
aggregazioni per la popolazione anziana a rischio di isolamento, e lo sviluppo di attività ed iniziative di
servizi di prossimità. Il progetto intende promuovere azioni di contatto continuativo con persone
anziane residenti sia nella città di Forlì sia nei Comuni del territorio. Si rivolge in particolar modo ad
anziani con problemi di isolamento, ed agisce in correlazione con i servizi sociali e sociosanitari dei
Comuni e dell’AUSL. il Comune di Forlì ha chiesto alle proprie circoscrizioni di individuare un referente
in grado di segnalare ai servizi situazioni di anziani che vivano condizioni di isolamento e solitudine,
nell’ambito del territorio di competenza. L’Associazione Papa Giovanni XXIII sta ampliando le proprie
attività di sostegno alla domiciliarità degli anziani, di sviluppo delle relazioni sociali ed interpersonali, in
collaborazione con le assistenti sociali dei servizi per gli anziani, i referenti presso le Circoscrizioni, le
Parrocchie del territorio. L’Associazione desidera e soprattutto mira a far rinascere un sentimento di
fiducia verso gli altri: molti anziani, infatti, tendono ad isolarsi, ad emarginarsi, diventano diffidenti nei
confronti di chiunque e talvolta non riescono ad esprimere le proprie necessità.
7) Obiettivi del progetto:
AREA INTERVENTO: DISABILI
COMUNITA’ DIURNA
CRITICITÀ DEL CONTESTO 1
Aumento portatori di handicap
emarginati nel loro contesto
familiare senza usufruire delle
strutture e dei servizi di base
OBIETTIVI SPECIFICI
1a. Implementazione delle
attività esterne di promozione e
dei servizi interni per
promuovere l’integrazione
sociale dei disabili
INDICATORI
-N° incontri pubblici effettuati
-N° contatti con nuove famiglie
di disabili
-N° uscite mensili sul territorio
-N° attività relazionali
organizzate dal centro
- N° di programmi definiti di
attività di formazione
all'autonomia
- N° di attività sperimentali di
2a. Accrescere
laboratorio di tipo
quantitativamente e
manuale/creativo
qualitativamente i momenti
- Analisi e valutazione del
ludico-ricreativi in contesti
“normali” degli accolti per creare raggiungimento degli obiettivi
attraverso i questionari inseriti
nuove opportunità di
socializzazione, sensibilizzando nel sistema di monitoraggio
accreditato presso l’Unsc;
così il territorio.
CASE FAMIGLIA
CRITICITÀ DEL CONTESTO 1
Assenza di reti familiari e
insufficienti risposte alle
problematiche dei genitori
anziani di portatori di handicap
e l’aumento di richieste di
accoglienze in contesti di vita
che permettano una maggiore
autonomia della persona e
misure funzionali al
mantenimento delle autonomie
residue
OBIETTIVI SPECIFICI
3b. Sviluppare le abilità e le
autonomie personale degli
utenti anche in ambiente
diverso da quello strettamente
abitativo, potenziare e
mantenere conoscenze e abilità
INDICATORI
- N° percorsi individualizzati
- N° famiglie che hanno
contattato le case famiglie;
- N° nuovi inserimenti
- Analisi e valutazione del
raggiungimento degli obiettivi
attraverso i questionari inseriti
4b. Aumento del numero di nel sistema di monitoraggio
accoglienze di portatori di accreditato presso l’Unsc;
- N° attività sviluppo delle abilità
handicap di genitori anziani
AREA INTERVENTO: MINORI
CASE FAMIGLIA
CRITICITÀ’ DEL CONTESTO
Difficoltà diffusa a vari livelli
dell’esperienza genitoriale che
si evidenzia con aumento
crescente di accoglienza di
minori in strutture residenziali
OBIETTIVI SPECIFICI
5c. Migliorare qualitativamente i
progetti “Sostegno alla
genitorialità”
6c. Valorizzare le abilità dei
minori sviluppando l’autonomia
personale al fine di un
reinserimento familiare
INDICATORI
- N° interventi di affido familiare
- N° di progetti per la
sensibilizzazione dell’affido
- N° di minori e famiglie
coinvolte
- N° di minori reinseriti presso
famiglie/genitori di origine
- N° attività ludico-ricreative
- N° responsabilità affidategli
eseguite
AREA INTERVENTO: ANZIANI
SEGRETERIA DI ZONA
PROGETTO ANZIANI NON PIU’ SOLI
CRITICITÀ DEL CONTESTO 1
Emarginazione e Solitudine
degli anziani residenti al centro
di Forlì e nelle zone montane
OBIETTIVI SPECIFICI
7d. Garantire la protezione dai
rischi connessi alla solitudine e
consentire ai destinatari del
progetto la permanenza nel loro
domicilio e nel loro ambiente di
vita riducendo il ricorso
all’istituzionalizzazione.
INDICATORI
- N° ricoveri in strutture
residenziali, spesso richiesti per
carenza della “rete” a cui attinge
la persona.
- N° anziani assistiti
- N° Trasporti e
accompagnamenti al giorno
8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di
vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane
con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile:
COMUNITA’ DIURNA DI CONDIVISIONE
AREA INTERVENTO: DISABILI
8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
L’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nella provincia di Forlì e Cesena ha attuato e
attuerà le seguenti azioni preliminari e di ideazione per la sede specifica Comunità Diurna di
Condivisione coinvolta nel progetto:
- raccolta dei bisogni emergenti e delle difficoltà della struttura
- colloquio Responsabile del Centro e progettista per verificare e ipotizzare la
progettazione
- intervista agli operatori del centro tramite un questionario per carpire i punti di forza e
punti di debolezza dell’intervento
- perlustrazione del progettista per individuare bisogni strutturali e adeguamento alle
attività che vi si andranno a svolgere
- consultazione con servizio disabili dell’associazione per avere un quadro generale
dell’area di intervento
- colloquio con consiglieri comunali per verificare margini di collaborazione
-
colloqui con famiglie di portatori di handicap già utenti del centro per verificare i
risultati, margini di miglioramento e bisogni latenti sia dei parenti che del territorio
contatto formatori specifici interni ed esterni all’ente, tramite colloqui di scrining
istituzione di un gruppo di lavoro interno al Centro per definire obiettivi ed attività
Verifica del budget delle strutture e delle risorse umane e materiali
Inoltre si attueranno le seguenti attività di valutazione e verifica dopo i 12 mesi di progetto:
- elaborazione ed analisi dei questionari inseriti nel sistema di monitoraggio accreditato
per verifica dell’andamento e del raggiungimento degli obiettivi
- indagine con interviste ad operatori ed utenti coinvolti sull’andamento
- valutazione dei punti di forza, delle criticità e della sostenibilità degli esiti raggiunti
- consultazione con i servizi sociali ed enti pubblici per valutazione dell’impatto sul
territorio
- redazione di una relazione finale
- incontro tra tutti i principali soggetti operanti coinvolti per presentazione della
valutazione generale e della relazione
OBIETTIVO
1a. Implementazione
delle attività esterne
di promozione e dei
servizi attivi per
promuovere
l’integrazione sociale
dei disabili
2a.Accrescere
quantitativamente e
qualitativamente i
momenti ludicoricreativi in contesti
“normali” degli accolti
per creare nuove
opportunità di
socializzazione,
sensibilizzando così il
territorio.
AZIONI –
ATTIVITA’
Area Recupero
Sociale
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Areab psico
fisico
Recupero
relazionale
Verifica degli
interventi e dei
risultati ottenuti
Formazione
operatori
Area Educativa
e assistenza
Area Ludica
Area Espressivo
occupazionale
Area Suono e
Danza
Area
Promozione
dell’integrazione
sociale
8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI
ATTUAZIONE.
Il programma delle attività della Comunità, finalizzate al recupero sociale, psico-fisico e
relazionale di ogni persona accolta, viene svolto attraverso varie aree di intervento che qui di
seguito vengono descritte. Queste aree non sono da considerarsi come comparti stagni, ma
come tecniche o strumenti interagenti e implicanti un intervento globale dell'organizzazione
della comunicazione e delle relazioni.
Le attività previste per la realizzazione dello specifici piano di attuazione, rivolto all’area di
intervento minori, del Centro Diurno “Comunità Diurna” sono le seguenti:
Obiettivo 1a e 2a
A) AREA EDUCATIVA -ASSISTENZA
- Cura della propria persona attraverso l'educazione igienico-sanitaria-alimentare;
- potenziamento dell'autonomia personale (vestirsi, mangiare, controllo sfinterico, ecc.);
- cura personale degli accolti, attraverso la loro educazione igienico-sanitaria-alimentare.
- semplici attività del fare quotidiano (cucina, riordinare, apparecchiare, ecc.);
- potenziamento per chi le ha già acquisite delle capacità di lettura, scrittura, logicomatematica, ecc.);
- uso del denaro;
- potenziamento dell'orientamento nel tempo e nello spazio, conoscenza dell'orologio.
- Accompagnamento quotidiano nel trasporto dalle residenze degli accolti al Centro
- Momento di accoglienza vissuto in gruppo con attività di animazione e di stimolo
Obiettivo 2a
B) AREA RELAZIONALE
- favorire la comunicazione sia verbale che non verbale attraverso il moltiplicarsi di occasioni
di incontro e di scambio;
- valutare l'adeguatezza del proprio e altrui comportamento in relazione alle regole sociali
definite;
- potenziale il processo di autonomia.
Obiettivo 1a
C) AREA MOTORIA E PSICOMOTORIA
- Attività motoria: acquaticità presso la Piscina Comunale di Cesena e attività ludica a cavallo:
partecipazione alla seduta settimanale di ippoterapia, svolta presso l’ippodromo di Cesena
con un’esperta dell’ANFFAS
- Attività psicomotoria: esplorazione dello spazio, attivazione delle funzioni sensoriali, percorsi
psicomotori.
Obiettivo 1a
D) AREA SUONO/DANZA
- Musicoterapia: canto, espressione strumentale, laboratorio dei suoni;
- rilassamento con la musica;
- danza: tecnica di base, espressione libera, organizzazione di danze semplici.
Obiettivo 2a
E) AREA LUDICA
- Giochi organizzati o spontanei sia all'interno che all'esterno della Comunità;
- Uscite organizzate.
- Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi,
manifestazioni, fiere, ecc.
- In estate 2 volte alla settimana per due mesi giornata trascorsa al mare, in spiaggia
attrezzata di Pinarella di Cervia, con attività ludiche e ricreative.
- Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso l’albergo
“Madonna delle Vette” della Comunità.
Obiettivo 1a e 2a
F) AREA ESPRESSIVO/OCCUPAZIONALE
- laboratori settimanali di teatro e drammatizzazione, collaborando con gli operatori, due
esperti volontari del Servizio Teatro della Comunità Papa Giovanni XXIII e la Parrocchia di S.
Biagio di Roncofreddo e quella di S. Mauro ove si realizzano annualmente alcuni spettacoli
- laboratori settimanali artistico di pittura, che coinvolge tre accolti, affiancando una volontaria
esperta in artistica con la realizzazione di una mostra annuale presso la parrocchia di cui
sopra.
- laboratori settimanali di informatica applicata alla facilitazione della comunicazione con un
accolto che utilizza il computer con il dito del piede destro, collaborando con lui nella ricezione
e nell’invio della posta elettronica, nella navigazione sulla rete internet, nell’uso di programmi
specifici per l’uso facilitato del computer.
- Tecniche manipolative;
- laboratorio di cucina con la collaborazione do “Acqua e Farina”: ideazione e organizzazione
di attività culinarie; divisi in gruppi gli accolti sperimentano l’elaborazione di semplici piatti.
- utilizzo del computer quale strumento di comunicazione;
- laboratori di cucito, del legno, della carta, della stoffa, di cucina, ecc.;
- laboratori di assemblaggio di semplici oggetti;
- giardinaggio e orticultura.
Nella Comunità Diurna vengono i vari laboratori secondo la Globalità dei Linguaggi (GdL),
disciplina della comunicazione e dell’espressione con tutti i linguaggi. “Dar senso ai
comportamenti insensati” è il progetto-metodo-obiettivo di ricerca-azione più tipico della GdL,
che implica la fede nei potenziali umani e l’impiego di tutte le risorse di comunicazione ed
espressione.
Il disabile è spesso totalmente a carico della famiglia, si ritiene utile offrire un affiancamento al
disabile tramite le attività del Centro Diurno che costituisca anche un sostegno concreto per i
familiari. Per promuovere l’integrazione sociale il centro si propone come strumento di
inserimento protetto tramite la partecipazione ad eventi territoriali organizzati da altri enti con
utenti e a banchetti informativi sul territorio.
Obiettivo 1a e 2a
G) AREA VERIFCA E VALUTAZIONE
Il Centro inoltre attuerà un’azione di verifica degli interventi e dei risultati ottenuti tramite le
seguenti attività:
- 3 incontri tra operatori e la Responsabile della struttura, come conoscenza dell’organizzazione del Centro Diurno e prima presentazione dei casi specifici di tutte le persone
accolte.
- incontri d’equipe
- somministrazione di questionari e colloqui per far esprimere le loro necessità
- analisi dei bisogni degli accolti
- analisi dei miglioramenti psico fisici e relazionali raggiunti dai disabili
Obiettivo 2a
H) AREA FORMATIVA
Gli operatori verranno invitati a corsi di formazione per l’aggiornamento su:
- Globalità dei Linguaggi (GdL)
- Costruzione di percorsi individualizzati
- Interventi per l’integrazione sociale
Obiettivo 2a
I) AREA PROMOZIONALE E DI SENSIBILIZZAZIONE
- Attività programmate in coproduzione con parrocchie ed enti del territorio, di
rappresentazioni teatrali e di mostre artistiche.
Partecipazione a eventi e feste pubbliche
Organizzazione di un incontro pubblico per sensibilizzare il territorio e le famiglie sul tema
della disabilità e sul tema del “dopo di noi” con la partecipazione del presidente dell’ass.ne
Don Oreste Benzi
8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE
ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE
TITOLO.
COMUNITA’ DIURNA DI CONDIVISIONE – 6 volontari e 6 dipendenti
Ruolo nella struttura
Competenze ed attività
Educatrice professionale/coordinatrice
Educatrice professionale –
responsabile della struttura.
musicoarterapeuta nella
Globalità dei Linguaggi;
rapporti con Istituzioni e
Enti del territorio; formatrice
di operatori di altri centri
Educatore generico
OSS in riqualifica – esperto
in attività teatro per disabili,
rapporti territorio, uscite
Operatore Socio Sanitario qualificato ed OSS – diacono
educatore generico
permanente cura rapporti
con diocesi di Cesena e
volontariato
Operatore Socio Sanitario qualificato ed OSS – cura degli ambienti
educatore generico
e laboratorio cucina
Educatore generico
Laureato, educatore,
esperto laboratorio
computer e mosaico
Rapporto
Dipendente
Dipendente
Dipendente
Dipendente
Dipendente
Operatore Socio Sanitario qualificato ed
educatore generico
OSS – cura materiale
documentazione video
attività varie
Dipendente
Collaboratore attività centro
Volontario
Collaboratore
Laureando in Scienze
dell’Educazione, cura
attrezzatura attività psicomotoria
esperto attività giardinaggio
Operatore socio Sanitario centro
Affiancamento gravissimi
Volontario
Educatore professionale e responsabile
del Servizio Teatro della Comunità,
esperto nelle attività teatrali
Esperto nelle attività teatrali membro del
Servizio Teatro della Comunità
Supervisione e guida dei
laboratori settimanali di
teatro
Guida e animazione dei
laboratori settimanali di
teatro
laboratori settimanali di
teatro
Volontaria
Laureata in Accademia Belle Arti,
esperta nelle attività artistiche
Volontario
Volontario
Volontario
8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO.
Nella struttura opereranno numero 1 volontario in servizio civile. Il volontario sarà impiegato
per 6 ore giornaliere dal lunedì al venerdì, gli orari verranno decisi e fissati nella fase di avvio
al servizio da parte degli operatori locali di progetto, che potranno prevedere un servizio antimeridiano o post-meridiano. Il Centro è aperto dalle ore 8.00 alle ore 16.00.
Il volontario e l’Olp converranno alla compilazione di un piano di impiego a seconda dei
bisogni della sede e delle attitudini e delle capacità del giovane.
1 incontro iniziale con tutta l’equipe degli operatori per favorire una buona interazione con
gli altri educatori e persone di riferimento.
Accompagnamento quotidiano nel trasporto dalle residenze degli accolti al Centro Diurno,
affiancando l’operatore responsabile presente con la possibilità di guidare i mezzi messi a
disposizione
Partecipazione quotidiana al momento di accoglienza vissuto in gruppo, coinvolgendosi
nell’attività di animazione e di stimolo, prendendosi cura di uno specifico accolto.
Affiancamento del personale nella cura personale degli accolti, attraverso la loro
educazione igienico-sanitaria-alimentare.
Supporto ai laboratori settimanali di MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi, metodo
Stefania Guerra Lisi, con le persone accolte handicappate gravi e gravissime.
1 mattina alla settimana partecipazione alla attività di acquaticità svolta presso la Piscina
Comunale di Cesena, con un gruppo di accolti.
Collaborazione al laboratorio settimanale di teatro e drammatizzazione, collaborando con
gli operatori e due esperti volontari del Servizio Teatro della Comunità Papa Giovanni
XXIII.
Partecipazione al laboratorio settimanale artistico di pittura, che coinvolge tre accolti,
affiancando una volontaria esperta in artistica.
Partecipazione ai laboratori settimanali di informatica applicata alla facilitazione della
comunicazione con un accolto che utilizza il computer con il dito del piede destro,
collaborando con lui nella ricezione e nell’invio della posta elettronica, nella navigazione
sulla rete internet, nell’uso di programmi specifici per l’uso facilitato del computer.
Nei prossimi tre mesi, partecipazione alla seduta settimanale di ippoterapia, svolta presso
l’ippodromo di Cesena con un’esperta dell’ANFFAS, come accompagnamento e
assistenza durante la turnazione delle 5 persone coinvolte.
Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi,
manifestazioni, fiere, ecc.
In estate 2 volte alla settimana per due mesi partecipazione durante la giornata trascorsa
al mare, in spiaggia attrezzata di Pinarella di Cervia, con attività ludiche e ricreative.
Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso
l’albergo “Madonna delle Vette” della Comunità.
Attività programmate in coproduzione con parrocchie ed enti del territorio di
rappresentazioni teatrali e di mostre artistiche, collaborando all’allestimento, alla cura e a
garantire la presenza del Centro durante gli eventi, anche in giornate prefestive e festive.
Curare il rapporto con le famiglie, facendosi tramite tra queste e i responsabili del centro.
Partecipare al primo momento assembleare di accoglienza, utilizzando semplici strumenti
musicali e coinvolgendosi nelle drammatizzazioni e nelle attività iniziali, stimolando la
partecipazione di tutti.
Collaborare nella cura personale degli accolti attraverso la loro educazione alimentare.
Partecipare alle attività di socializzazione e di integrazione svolte fuori dal centro, anche
con periodi di soggiorno estivo in montagna e al mare, per permettere agli accolti di vivere
una bella esperienza di vacanza, là dove sono tutti.
Partecipare alla formazione teorico/pratica permanente imperniata sulla Metodologia della
Globalità dei Linguaggi di Stefania Guerra Lisi, svolta dalla responsabile del Centro
esperta in questa disciplina (vedi curriculum allegato) utilizzata per la realizzazione dei
laboratori ideati per le persone disabili più gravemente colpite nelle loro capacità
comunicative.
Partecipazione ai laboratori di cucina aiutando gli operatori e seguendo un gruppo
specifico.
Partecipare ai momenti di verifica delle singole attività svolte, attuati sia con incontri
individuali con i responsabili che con incontri di gruppo periodici.
CASE FAMIGLIA
(Area di intervento: disabili e minori)
8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
L’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nella provincia di Forlì e Cesena ha attuato e
attuerà le seguenti azioni preliminari e di ideazione del progetto rispetto alle strutture “Casa
Famiglia”:
-
-
individuazione delle strutture che vogliono essere coinvolte nel progetto GIOVANI E
SOLIDARIETA 2’
istituzione di un gruppo di lavoro: Responsabili Locali, ideatore del progetto e
personale della sede centrale di gestione del servizio civile
raccolta da tutte le strutture della zona dei bisogni emergenti e delle difficoltà
intervista agli operatori delle strutture tramite un questionario per carpire i loro bisogni
ed obiettivi
perlustrazione delle strutture, per individuare bisogni strutturali e adeguamento alle
attività che vi si andranno a svolgere
consultazione con servizio minori della zona e servizio disabili per avere un quadro
generale delle aree di intervento
colloquio con consiglieri comunali per verificare margini di collaborazione
verifica della corrispondenza dei bisogni rilevati e capacità di offerta delle strutture
coinvolte
verifica dei requisiti tecnici e delle compatibilità organizzative delle sedi di attuazione
diprogetto
impostazione e comunicazione agli operatori delle strutture delle linee generali del
progetto
partecipazione attiva nei consigli COPRESC FC
contatto formatori specifici interni ed esterni all’ente, tramite colloqui di scrining
individuazione di attività da porre in essere per l’organizzazione di corsi di formazione
per gli operatori inerenti ai temi generali del progetto
Ricerca e contatto strutture dove svolgere formazioni, affinché siano luoghi adeguati
allo svolgimento delle attività e attrezzate con i giusti ausili alla formazione
Ricerca e contatto con partner e coopromotori per il progetto
Verifica del budget delle strutture e delle risorse umane e materiali
Inoltre si attueranno le seguenti attività di valutazione e verifica dopo i 12 mesi di progetto:
- elaborazione ed analisi dei questionari inseriti nel sistema di monitoraggio accreditato
-
per verifica dell’andamento e del raggiungimento degli obiettivi
indagine con interviste ad operatori ed utenti coinvolti sull’andamento
valutazione dei punti di forza, delle criticità e della sostenibilità degli esiti raggiunti
consultazione con i servizi sociali ed enti pubblici per valutazione dell’impatto sul
territorio
redazione di una relazione finale
incontro tra tutti i principali soggetti operanti coinvolti per presentazione della
valutazione generale e della relazione
AREA INTERVENTO: DISABILI
OBIETTIVO
3b. Sviluppare le abilità e
l’autonomia personale in
ambiente diverso da quello
strettamente abitativo,
potenziare e mantenere
conoscenze e abilità
4b. Aumento del numero di
accoglienze di portatori di
handicap di genitori anziani
AZIONI –
ATTIVITA’
Area indagine e
mappatura del
territorio
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Area Motoria
Area Assistenziale ed
educativa
Area ricreativa e
ludica
Area formazione
Area Promozione e
sensibilizzaione
Area Accoglienza
AREA INTERVENTO: MINORI
OBIETTIVO
5c. Migliorare
qualitativamente
i progetti
“Sostegno alla
genitorialità”
6c. Valorizzare
le abilità dei
minori
sviluppando
l’autonomia
personale al fine
di un
reinserimento
familiare
AZIONI –
ATTIVITA’
Area ricreativa e
ludica
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Area
Assistenziale ed
educativa
Area Motoria
Area Sostegno
alla genitorialità
Area
sensibilizzazione
e formazione
8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI
ATTUAZIONE.
CASA FAMIGLIA
Le "Case Famiglia" sono comunità educative residenziali con dimensioni e caratteristiche
affettive, educative, funzionali e organizzative di tipo familiare. Esse si caratterizzano per la
convivenza stabile e continuativa di figure genitoriali che, condividendo in un legame diretto
con persone in difficoltà (minori e disabili), tendono insieme a vivere una relazione di tipo
genitoriale, un ambiente familiare sostitutivo a quello d'origine; per tutti la casa-famiglia
costituisce domicilio abituale. Nella Casa Famiglia viene stimolata la creatività e l'iniziativa dei
soggetti; essi sviluppano le capacità specifiche e acquisiscono stima di sé. La casa famiglia
diventa loro base sicura con valenza terapeutica e riabilitativa.
•
stabile convivenza dei minori e dei disabili con figure di riferimento significative in
grado di permettere una maggiore personalizzazione degli interventi educativi, con
•
•
•
•
modalità di relazioni interpersonali dirette, immediate e individualizzate;
organizzazione della vita quotidiana in base ad un modello di vita familiare rispettoso
dei ritmi, delle capacità e potenzialità delle persone accolte;
utilizzo, secondo le specifiche patologie o problematicità di cui i minori o disabiili sono
portatrici, di competenze e professionalità appartenenti ai Servizi presenti sul territorio
(psicoterapia, logopedia, fisioterapia, ecc.)
finalizzazione di ogni progetto ed intervento educativo inteso allo sviluppo delle
capacità specifiche e della consapevolezza del Sé, in ordine all'autonomia personale,
alla capacità di relazione interpersonale, all'assunzione di responsabilità,
compatibilmente con la situazione di ogni persona accolta;
collaborazione con i servizi sociali per favorire la relazione tra il minore e il mondo che
lo circonda, attraverso l’attuazione di attività sia all’interno che all’esterno della
struttura.
AREA INTERVENTO: DISABILI
Le attività previste per la realizzazione dello specifici piano di attuazione, rivolto all’area di
intervento disabili, sono le seguenti:
Obiettivo 3b e 4b
AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA
- cura igienico sanitaria personale (i disabili vengono assistiti ed aiutati nello svolgimento della
pulizia igienica personale quotidiana);
- cura alimentare;
- servizio di trasporto (gli operatori hanno il compito di accompagnare gli utenti nelle sedi delle
varie attività esterne alla struttura, essendo provvisti di un pulmino attrezzato per l’handicap);
- incontri mensili con i Servizi Sociali (gli operatori insieme agli accolti incontrano gli assistenti
sociali e si confrontano sull’andamento della situazione e delle condizioni di vita degli stessi
utenti e su come migliorarle);
- attività di riordino e pulizia per gli accolti (attività quotidiane alle quali gli accolti sono invitati e
aiutati a svolgere per responsabilizzarsi e rendersi conto del loro grado di autonomia e di
crescita personale);
- predisposizione e revisione dei programmi individualizzati (incontri di confronto tra gli
operatori circa l’andamento del percorso individuale dei disabili);
- attività terapeutiche individuali settimanali (gli accolti seguono distinte terapie in base al loro
specifico bisogno che accompagnano le attività quotidiane);
- somministrazione di farmaci agli accolti sotto cura medica farmacologica;
Obiettivo 3b e 4b
AREA RICREATIVE E LUDICA
per aiutare la nascita e lo sviluppo delle relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia,
che permettano la condivisione e la reciproca conoscenza, per trascorrere del tempo libero
insieme e consentano l’espressione delle capacità artistiche, creative, motorie e del mondo
interiore del disabile:
- utilizzo del computer (esempio giochi multimediali);
- attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a
matita, a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata)
- escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo
libero all’aria aperta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio
mostre o visite organizzate);
- attività mensile di animazione e di festa organizzate dal Gruppo Scout Predappio 1
dell’Agesci ove tutti i minori e disabili delle strutture partecipano sviluppando le relazioni
sociali ed interpersonali
- organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori organizzano un periodo di
vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni
quotidiani in montagna o al mare).
Obiettivo 3b e 4b
AREA MOTORIA
La pratica di uno sport individuale, meglio ancora di squadra, contribuisce alla
riorganizzazione della personalità, cioè dell’area cognitiva, corporea, affettiva e relazionale.
- recupero fisiologico ( apparato cardio-respiratorio, apparato osseo e muscolare, ecc…)
- affiancamento alle sessioni di acquaticità/rilassamento in piscina ove tutti gli utenti
partecipano ( attività che consente agli accolti di sviluppare le capacità motorie del nuoto che
permette loro di sperimentarsi in un ambiente diverso, fare movimento, rilassarsi attraverso
determinate tecniche e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di Predappio (FC).
- sviluppo delle abilità motorie consentite dall’uso di una carrozzina o di particolari disabilità
(coordinazione generale, coordinazione oculo-manuale, capacità di anticipazione motoria,
ecc...)
- attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi che in bicicletta; attività ludiche).
- basket in carrozzina a cadenza settimanale in una palestra dotata d’impianto e di linee di
campo, nonché di facile accesso per le carrozzine
- attività di ippoterapia, una volta a settimana presso ANFAS
Obiettivo 3b e 4b
AREA INDAGINE E MAPPATURA DEL TERRITORIO
- attuazione di indagini specifiche per verificare qualitativamente e quantitativamente la
situazione dei genitori con portatori di handicap tramite:
colloqui con i servizi sociali
colloqui con i referenti di quartiere
colloqui con altre associazioni
- elaborazione dei dati e individuazione di risposte mirate
Obiettivo 3b
AREA FORMAZIONE
- formazione degli operatori ( attraverso la partecipazione a corsi interni e a quelli organizzati
dal territorio circa le problematiche legate alla condizione di disabilità, alla sua gestione e
possibili cambiamenti da compiere).
- incontri di preparazione delle attività di promozione
Obiettivo 4b
AREA PROMOZIONE SENSIBILIZZAZIONE
- consulenza ed aiuto alle famiglie dei portatori di handicap nel territorio (organizzazione di
incontri per permettere il confronto e un possibile sostegno reciproco e aiuto);
- recupero sociale, educazione e integrazione dei portatori di handicap tramite incontri di
sensibilizzazione sul territorio (eventi il cui obiettivo è la graduale accettazione e integrazione
della disabilità con la “normalità”).
Obiettivo 4b
AREA ACCOGLIENZA
- pianificazione delle attività di accoglienza degli operatori
- predisposizione e verifica degli ambienti in base alle diverse disabilità
- preparazione degli indumenti e di tutto il necessario per la permanenza del disabile
- incontro di conoscenza tra gli operatori (padre e madre) e i nuovi accolti
- colloquio psci-sociale per verificare lo stato mentale e fisico dell’accolto
- adempimento delle parti burocratiche con i servizi sociali
- festa di accoglienza con tutti gli accolti della sede e della famiglia
AREA INTERVENTO: MINORI
Le attività previste per la realizzazione dello specifici piano di attuazione, rivolto all’area di
intervento minori, sono le seguenti:
Obiettivo 6c
AREA RICREATIVA E LUDICA
Per aiutare la nascita e lo sviluppo delle relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia,
che permettano la condivisione e la reciproca conoscenza, per trascorrere del tempo libero
insieme e consentano l’espressione e la valorizzazione delle capacità artistiche, creative,
motorie e del mondo interiore del minore:
- giochi di società;
- giochi organizzati all’aperto (nella piscina gonfiabile, giochi da giardino …);
- attività di lettura ( racconti, libri, fiabe, quotidiani )
- visione di film ( assistita e adatta all’età dei singoli) ;
- utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio giochi
multimediali);
- attività di educazione musicale (ascolto, canto, apprendimento di uno strumento musicale);
- attività di manipolazione attraverso l’utilizzo di diversi materiali (creta, carta, ceramica, legno,
stoffa);
- organizzazione di laboratori di decoupage, di pirografia, di taglio e cucito;
- attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a
matita, a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata)
- escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo
libero all’aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in bicicletta, sia sfruttando le
occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite organizzate);
- attività mensile di animazione e di festa organizzate dal Gruppo Scout Predappio 1
dell’Agesci ove tutti i minori e disabili delle strutture partecipano sviluppando le relazioni
sociali ed interpersonali
- organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori organizzano un periodo di
vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni
quotidiani in montagna o al mare).
Obiettivo 6c
AREA MOTORIA
- affiancamento nello svolgimento delle varie attività sportive ( attività che consentono ai
minori di sviluppare le capacità motorie che permettono loro di sperimentarsi e di aumentare
la fiducia in se stessi e negli altri e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di
Predappio (FC)..
- attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi che in bicicletta; attività ludiche);
Obiettivo 6c
AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA
- cura igienico sanitaria personale (i minori vengono assistiti ed aiutati nello svolgimento della
pulizia igienica personale quotidiana);
- servizio di trasporto (gli operatori hanno il compito di accompagnare gli utenti nelle sedi delle
varie attività esterne alla struttura);
- attività di riordino e pulizia per minori (attività quotidiane alle quali gli accolti sono invitati e
aiutati a svolgere per responsabilizzarsi e rendersi conto del loro grado di autonomia e di
crescita personale);
- attività di sostegno scolastico;
- predisposizione e revisione dei programmi individualizzati
- colloqui mensili con i minori in affido condotti da una psicologa;
Obiettivo 5c
AREA “SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’
Prevenzione del disagio e creazione di una rete di sostegno attorno alle famiglie più fragili,
così da impedire l’allontanamento dei bambini dal nucleo familiare nel momento in cui si
dovessero affrontare situazioni “critiche”. Nello specifico sono:
“AFFIDO A DOMICILIO”
Interventi a favore di bambini in situazioni particolari ( molto piccoli, ammalati, figli di genitori
separati che hanno tempi di lavoro inconciliabili con i tempi di cura, ecc…) possano restare
nelle loro case con una persona che si occupa di loro e affianca la madre nello svolgimento
delle funzioni genitoriali.
“FAMIGLIE TUTOR/FAMIGLIE D’APPOGGIO”
Affiancamento a una famiglia un’altra famiglia per condividere le responsabilità educative sui
figli. Alcune famiglie dell’Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII a conclusione di esperienze di
affido o accoglienza in casa famiglia, hanno scelto di rimanere in appoggio alle famiglie dei
bambini che avevano accolto anche se ora i bambini sono ritornati presso le loro famiglie
d’origine.
“PERCORSO EDUCATIVO CON I GENITORI PER IL SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ ”
Attivazione di due gruppi di auto-mutuo aiuto per genitori in difficoltà. Il primo gruppo è
costituito da genitori che non hanno i figli con sé, ma presso altre famiglie che li hanno accolti
temporaneamente in affido. Il gruppo è gestito da due psicologi del servizio sociale e da una
operatrice del privato sociale. Il secondo gruppo è costituito da famiglie che hanno i figli con
sé a casa, ma che in qualche modo hanno bisogno dei servizi sociali e/o educativi per
crescerli. Il gruppo è gestito da un operatore della Comunità e da un’educatrice del privato
sociale.n tutto sono coinvolti una cinquantina di famiglie, arrivate la maggior parte come libera
utenza e non in carico al Servizio Sociale.
AFFIDO FAMILIARE
Nelle sue forme più varie (residenziale, diurno, estivo, di bimbi piccolissimi stranieri, part-time
… ) parte da questo presupposto: trovare famiglie disponibili ad accogliere temporaneamente
un minore privo dell’ambiente familiare adatto per crescere, nella certezza che all’interno del
progetto vi sono operatori che affiancano e sostengono la famiglia affidataria e operatori che
affiancano e sostengono la famiglia di origine, perché là dove è possibile il bambino torni a
vivere con i suoi genitori naturali.
Oltre agli affidi residenziali, e a quelli “sperimentali” (a domicilio, diurni, per brevi periodi …) da
tre anni l’Associazione con il Comune di Forlì e Cesena e con le altre Ass.ni lavorano con i
minori nella promozione e sostegno dell’affido estivo. Nel 2003 si sono realizzati circa 20 affidi
estivi; nel 2004, 44 e nel 2005 si sono realizzati 50 affidi. Molte famiglie che hanno accolto
bambini per l’estate si sono rese poi disponibili a proseguire l’affido in forma residenziale, là
dove il progetto lo prevedeva. Anche il numero degli affidi residenziali è molto aumentato in
tre anni sul territorio provinciale: tante famiglie si sono accostate all’affido grazie alle
esperienze estive e la cultura dell’accoglienza e della solidarietà è cresciuta in tutta la città.
“TIROCINIO PER FAMIGLIE ASPIRANTI ALL’AFFIDO”
Il progetto è nato grazie al fatto che anche il rapporto tra l’Ass.ne Comunità Papa Giovanni
XXIII con i Servizi Sociali è cresciuto molto e si è arricchito di momenti fissi di confronto e
programmazione del lavoro; a questi incontri, a cui di solito partecipano tutte le assistenti
sociali del Comune e gli operatori del privato sociale, si aggiungono alcuni Tavoli Tecnici di
lavoro sui singoli progetti. In uno di questi tavoli è nata la proposta, fatta dall’équipe affidi del
Comune alle Ass.ni, di poter offrire alle famiglie che aspirano a diventare famiglie affidatarie
un periodo di “tirocinio” presso le Case Famiglia per aiutare la coppia che si accosta all’affido
ad un percorso di consapevolezza. Questo tirocinio dovrebbe diventare parte integrante
dell’istruttoria per avere l’idoneità ad essere famiglia affidataria.
Obiettivo 5c
AREA SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE
Sensibilizzazione all’accoglienza e formazione permanente degli educatori/operatori che
lavorano o vivono nelle strutture con i minori accolti. La maggior parte di questi progetti sono
realizzati sul territorio provinciale e prevedono il finanziamento della provincia o del Centro
Servizi per il Volontariato, serie di incontri di formazione giuridica con alcuni giudici del
Tribunale per i Minorenni di Bologna e un avvocato sul tema del tutore, curatore speciale,
avvocato dei bambini. Promuovere i progetti di “sostegno alla genitorialità” tramite i servizi
sociali.
8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE
ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE
TITOLO.
In sintesi il rapporto lavorativo del personale coinvolto e necessario per la realizzazione delle attività nel
punto 8.2.: 367volontari e 3 dipendenti
Case famiglia SANT’ANDREA – 5 volontari
Ruolo nella struttura
Coordinatore dela sede - Educatore e responsabile di
Casa Famiglia – Attività educative con minori accolti –
gestione della casa –consulente per l’affido - Figura
genitoriale materna – OLP di riferimento per la
struttura
Coordinatore dela sede Educatore di Casa FamigliaFigura genitoriali paterna- Collaborazione nella
gestione della casa
Rapporto
Volontaria
Volontario
Porta in serate un disabile abitante nella struttura
svago- piscina e basket per disabili
Volontario
Collaborazione Baby sitter minori
Volontaria
Collaborazione Trasporti e faccende domestiche
Volontaria
Case famiglia San Leonardo – 3 volontari
Ruolo nella struttura
Educatore professionale – Figura genitoriale
paterna - Attività educative con minori – gestione
della casa soprattutto per quanto riguarda la cura
degli spazi esterni e il trasporto delle personegestione banco alimentare- gestione piccolo
laboratorio per il recupero dei metalli- gestione di
un centro di raccolta/distribuzione panni
Educatore professionale- Figura genitoriale
materna – Attività educative e scolastiche con i
minori - gestione della casa (pulizie, lavanderia,
cucina) – servizio maternità difficile – consulta
comunale delle associazioni familiari – consulta
diocesana degli organismi socio-assistenziali –
attività di realizzazione di bomboniere per
autofinanziamento – OLP di riferimento per la
struttura
gestione della casa soprattutto per quanto riguarda
la cura degli spazi esterni e il trasporto delle
persone- gestione banco alimentare- gestione
piccolo laboratorio per il recupero dei metalligestione di un centro di raccolta/distribuzione panni
Case famiglia Mamma del cielo – 6 volontari
Ruolo nella struttura
Educatore professionale – Attività educative e ludiche
con minori – gestione della casa – animatore gruppo
adolescenti ass. com. Papa giovanni XXIII - animatore
gruppo bambini ass. com. Papa giovanni XXIII. – OLP
di riferimento per la struttura
Animatore - Attività educative e ludiche con minori –
gestione della casa
Educatore professionale –gestione della casa
Laureanda in scienze della formazione -svolgimento
attività scolastiche pomeridiane
Animatrice - Attività educative e ludiche con minori –
Collaborazione gestione della casa
Attività educative e ludiche con minori –
Collaborazione gestione della casa
Rapporto
Volontario
Volontaria
Volontario
Rapporto
Volontario
Volontaria
Volontario
Volontaria
Volontaria
Volontaria
Case famiglia “RAFFAELLA” Nucleo familiare Severi – 6 volontari
Ruolo nella struttura
Rapporto
Educatore. Counselor di 1^ livello.Attività educative
con i minori gestione dei rapporti con i Servizi sociali
Stesura dei P.E.I. OLP di riferimento per la struttura
Volontario
Operatore sociale c/o Comunità Papa Giovanni XXIII
Coop.
Sociale a.r.l
Educatore ed Avvocato. Attività educative con i
Volontaria
minori. Gestione della casa
Assistente domiciliare - Aiuta a fare il bagno al
Volontario
ragazzo con grave disabilità fisica
Medico - Segue gli aspetti sanitari dei ragazzi con
Volontario
handicap: flebo,punture...
Animatore - Attività educative, accompagna i minori
Volontaria
alle attività fuori la struttura, gestione della casa
Animatore - Attività educative Aiuta a fare i compiti ai
Volontaria
bambini
Case famiglia La Speranza Via Ghibellina – 5 volontari
Ruolo nella struttura
Coordinatore dela sede - Educatore e responsabile di
Casa Famiglia - Figura materna - OLP di riferimento
per la struttura
Animatore - Attività educative . Aiuta a fare i compiti ai
bambini . Porta gli accolti nella struttura in serate
svago - Collaborazione gestione della casa
Educatore professionale - Attività educative Aiuta a
fare i compiti ai bambini Porta gli accolti nella struttura
in serate svago - Collaborazione gestione della casa
Animatore - Attività educative Aiuta a fare i compiti ai
bambini Porta gli accolti nella struttura in serate svago
- Collaborazione gestione della casa
Educatore professionale - Attività educative Aiuta a
fare i compiti ai bambini Porta gli accolti nella struttura
in serate svago - Collaborazione gestione della casa
Rapporto
Volontaria
Volontario
Volontario
Volontario
Volontario
Case famiglia San Pietro - Predappio – 2 volontari e 2 dipendenti
Ruolo nella struttura
Rapporto
Educatore professionale – Figura genitoriali paterna
Attività educative con minori – gestione della casa
soprattutto per quanto riguarda la cura degli spazi
esterni e il trasporto delle persone-gestione della casa
dipendente
– animatore in comunità del servizio di zona
obiezione e pace partecipo agli incontri del copresc
Forlì-Cesena come consigliere.
Consulente per l’affido Figura genitoriale materna
dipendente
Attività educative con minori – gestione della casa –
OLP di riferimento per la struttura
Porta in Piscina un disabile in carrozzina abitante nella
volontario
struttura e basket in carrozzina
Animatore - Collaborazione Attività educative con
minori – gestione della casa soprattutto per quanto
volontario
riguarda la cura degli spazi esterni
Case famiglia famiglia Tappari – 2 volontari
Ruolo nella struttura
Educatore professionale - Counselor di 1^ livello OLP di riferimento per la struttura - Figura genitoriale
paterna - Attività educative con minori – gestione
della casa - attività: accompagnamento
nell’apprendimento scolastico Accompagnamento
Attivita ginnico/sportive, musicali mantenimento della
forma psicofisica gestione dei momenti liberi con
giochi, passeggiate, attività creative collaborazione in
attività di segreteria relative sia alla sede operativa sia
all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII –
zona di Forlì (contatti con case famiglia dell’APG23 e
di altre associazioni, con Servizi Sociali) sviluppo di
relazioni con realtà operanti nel territorio;
Educatore professionale - Figura genitoriale materna
- Attività educative con minori – gestione della casa attività: accompagnamento nell’apprendimento
scolastico– Esperienza quindicinale in progetti
assistenzialiCasa famiglia “S. Alberto” famiglia Clerici – 2 volontari
Ruolo nella struttura
Educatore Professionale -Figura genitoriale paterna Attività educative con minori – gestione della casa Coordinatore responsabile di strutture sociali
Figura genitoriale materna - Attività educative con
minori – gestione della casa -OLP di riferimento per la
struttura - Laurea in Scienze Motorie - Condivisione
Rapporto
Volontario
volontaria
Rapporto
Volontario
Volontario
diretta con gli utenti. Esecuzione di tutte le attività che
gli utenti svolgono giornalmente (attività sportive,
trasporti).
Progettazione ed esecuzione di eventuali progetti
mirati con gli utenti in relazione ai progetti educativi.
Casa famiglia “Maria Chiara” di Savignano sul Rubiconde – 2 volontari e 1
dipendente
Ruolo nella struttura
Rapporto
Educatore Professionale Figura genitoriale paterna
- OLP di riferimento per la struttura Attività
educative con minori – gestione della casa Accompagnare con i mezzi della casa gli accolti
negli ambiti di socializzazione da loro frequentati,
dipendente
Seguire alcuni dei minori della casa nel percorso di
recupero scolastico, aiutandoli nei compiti in genere
Collaborare alla manutenzione dell’ambiente
esterno alla struttura, coinvolgendo le persone
adulte con problematiche psichiche
Figura genitoriale materna - Attività educative con
minori – gestione della casa - - Condivisione diretta
volontaria
con gli utenti. Esecuzione di tutte le attività che gli
utenti svolgono giornalmente (attività, trasporti).
Animatore - Attività educative con minori – gestione
Volontaria
della casa
Case famiglia “Santa Paola” Roncofreddo – 4 volontari
Ruolo nella struttura
Rapporto
Coordinatore della sede - Educatore e responsabile di
Casa Famiglia - figura genitoriale materna - corso
personale educatvo delle comunita’ d’accoglienza
sostegno, ascolto di minori e disabili istituito dalla
regione Emilia Romagna - Attività educative con
minori – gestione della casa -OLP di riferimento per
volontaria
la struttura - Condivisione diretta con gli utenti.
Esperienza ventennale nella casa famiglia, gestisce la
casa – fa sostegno e accompagnamento delle
persone accolte-referente del servizio maternità
difficile, segue diverse situazioni esterne alla
struttura-cura i rapporti con gli enti pubblici
Laureando in scienze dell’educazione Collabora nella gestione della casa-famiglia.
Animatore di un gruppo parrocchiale, è impegnato in
diverse attività sportive. Attività culturali Ginnastica a
scopo terapeutico Trasporto disabile
Laureato in biologia,operatore sociale in una
coperativa sociale.
Segue in particolare alcune attività con i ragazzi di
casa: giardinaggio, orto, manutenzione, lavorazione
legno.
Collabora nei lavori di casa, si prende cura in
particolare di un disabile.
Anima le serate.
volontario
volontario
volontario
8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO.
La figura dei volontari all’interno della struttura comunitaria costituisce un’importante risorsa
che arricchisce il livello qualitativo delle stimolazioni relazionali per gli ospiti e che può
integrare l’attività educativa proposta. Inoltre la presenza dei volontari all’interno di contesti
strutturati come le Case Famiglia può facilitare l’apertura verso l’esterno e la partecipazione
ad opportunità aggregative offerte dal territorio. Ogni volontario verrà inserito rispettivamente
in una casa famiglia dell’Associazione coinvolta nel progetto ed elencate precedentemente. I
volontari potranno essere impegnati per 6 ore giornaliere dal lunedì al venerdì, gli orari
verranno decisi e fissati nella fase di avvio al servizio da parte degli operatori locali di
progetto, che potranno prevedere un servizio anti-meridiano o post-meridiano. Il volontario e
l’Olp converranno alla compilazione di un piano di impiego a seconda dei bisogni della sede e
delle attitudini e delle capacità del giovane.
AREA INTERVENTO: MINORI
Le attività previste per i volontari in servizio civile sono le seguenti:
AREA RICREATIVA E LUDICA
- Aiutare la nascita e lo sviluppo di relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia
- animazione e partecipazione a giochi di società; giochi organizzati all’aperto;
- supporto ad attività di lettura ( racconti, libri, fiabe, quotidiani )
- organizzazione di visione di film ( assistita e adatta all’età dei singoli) ;
- aiuto nell’utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio
giochi multimediali);
- partecipazione nelle attività di educazione musicale (ascolto, canto, apprendimento di uno
strumento musicale);
- partecipazione attiva alle attività mensili di animazione e di festa organizzate dal Gruppo
Scout Predappio 1 dell’Agesci ove il volontario stimolerà gli accolti nello sviluppo delle
relazioni sociali ed interpersonali
- collaborazione nelle attività di:
manipolazione attraverso l’utilizzo di diversi materiali (creta, carta, ceramica, legno, stoffa);
laboratori di decoupage, di pirografia, di taglio e cucito;
pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e
l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata)
- accompagnamento in escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di
trascorrere del tempo libero all’aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in
bicicletta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite
organizzate);
- partecipazione ed organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori
organizzano un periodo di vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del
tempo lontano dagli impegni quotidiani in montagna o al mare).
AREA MOTORIA
- affiancamento nello svolgimento delle varie attività sportive ( attività che consentono ai
minori di sviluppare le capacità motorie che permettono loro di sperimentarsi e di aumentare
la fiducia in se stessi e negli altri e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di
Predappio (FC).
- organizzazione e partecipazione ad attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi che in
bicicletta; attività ludiche);
AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA
- servizio di trasporto;
- sostegno nelle attività di sostegno scolastico;
AREA “SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’
I volontari verranno coinvolti a seconda del caso e della situazione specifica nei progetti di
“Sostegno alla genitorialità” nello specifico:
- attività di segreteria
- interventi educativi relazionali diurni a sostegno di minori
- partecipazione e collaborazione agli incontri di Tirocinio per famiglie aspiranti all’affido
AREA SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE
Sensibilizzazione all’accoglienza e formazione permanente degli educatori/operatori che
lavorano o vivono nelle strutture con i minori accolti. La maggior parte di questi progetti sono
realizzati sul territorio provinciale e prevedono il finanziamento della provincia o del Centro
Servizi per il Volontariato, serie di incontri di formazione giuridica con alcuni giudici del
Tribunale per i Minorenni di Bologna e un avvocato sul tema del tutore, curatore speciale,
avvocato dei bambini …
AREA INTERVENTO: DISABILI
Le attività previste per i volontari in servizio civile sono le seguenti:
AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA
- servizio di trasporto
- attività di cogestione di responsabilità insieme all’utente disabile al fine di aumentare le
autonomie e i fattori di crescita personale;
- accompagnamento ad attività terapeutiche individuali settimanali (gli accolti seguono distinte
terapie in base al loro specifico bisogno che accompagnano le attività quotidiane);
AREA RICREATIVE E LUDICA
- supporto ed aiuto nell’utilizzo del computer (esempio giochi multimediali);
- collaborazione ed organizzazione di attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di
colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta
riciclata)
- partecipazione attiva alle attività mensili di animazione e di festa organizzate dal Gruppo
Scout Predappio 1 dell’Agesci ove il volontario stimolerà gli accolti nello sviluppo delle
relazioni sociali ed interpersonali
- organizzazione di escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di
trascorrere del tempo libero all’aria aperta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal
territorio, ad esempio mostre o visite organizzate);
- partecipazione e collaborazione nell’organizzazione di soggiorni estivi.
AREA MOTORIA
- supporto nel recupero fisiologico ( apparato cardio-respiratorio, apparato osseo e muscolare,
ecc…)
- affiancamento ed aiuto alle sessioni di acquaticità/rilassamento in piscina ove tutti gli utenti
partecipano ( attività che consente agli accolti di sviluppare le capacità motorie del nuoto che
permette loro di sperimentarsi in un ambiente diverso, fare movimento, rilassarsi attraverso
determinate tecniche e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di Predappio (FC).
- supporto ed aiuto nelle sviluppo delle abilità motorie consentite dall’uso di una carrozzina o
di particolari disabilità (coordinazione generale, coordinazione oculo-manuale, capacità di
anticipazione motoria, ecc...)
- organizzazione di attività all’aperto ( passeggiate e attività ludiche).
- accompagnamento e supporto nelle attività di basket in carrozzina a cadenza settimanale in
una palestra dotata d’impianto e di linee di campo, nonché di facile accesso per le carrozzine
- accompagnamento e aiuto nello sviluppo di attività di ippoterapia, una volta a settimana
presso ANFAS
AREA PROMOZIONE SENSIBILIZZAZIONE
- partecipazione e aiuto nell’organizzazione di incontri e attività di educazione e integrazione
dei portatori di handicap.
SEGRETERIA DI ZONA
(Area di intervento: anziani)
8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
Il progetto nasce da una necessità del territorio, da una sensibilità di alcuni operatori
dell’associazione ed in modo particolare dalla richiesta del Comune di Forlì per far fronte ai
problemi della solitudine e delle conseguenti diminuzioni delle capacità psico-fisiche da parte
della popolazione anziana. Il progetto già in corso vuole implementare qualitativamente e
quantitativamente le attività già esistenti quindi verrà effettuata, prima dell’avvio in servizio del
volontario, una verifica generale sulla situazione di partenza, nello specifico di:
- risorse umane
- risorse strumentali occorrenti per il proseguimento ed il raggiungimento dell’obiettivo
fissato
-
bisogni della popolazione anziana coinvolta
Inoltre verrà comunicato ai servizi sociali e agli anziani dell’inserimento e dell’intervento di un
volontario in servizio civile.
Le attività preparatorie specifiche per il progetto relativo all’area di intervento ANZIANI sono:
- colloqui e contatti con i servizi sociali per verificare la situazione di partenza
- colloqui e contatti con: Don Bruno di San Martino in strada, Paroco del Centro storico
di Forlì, Don Giovanni di Bussecchio e i preti di Forlimpopoli, Don Emanuele di San
Giuseppe Artigiano
- consultazione degli archivi parrocchiali con i dati delle persone,
- segnalazione da parte dei servizi sociali, parroci e referenti di quartiere delle persone
veramente sole che necessitano di un sostegno
- verifica da parte dei parroci e/o assistenti sociali della fattibilità degli interventi
- presentazione da parte di questi ultimi dei nostri operatori (soprattutto i sacerdoti si
rivelano un buon tramite per arrivare all'anziano poichè l'anziano si fida)
- stesura e verifica del budget
Inoltre si attueranno le seguenti attività di valutazione e verifica dopo i 12 mesi di progetto:
- elaborazione ed analisi dei questionari inseriti nel sistema di monitoraggio accreditato
per verifica dell’andamento e del raggiungimento degli obiettivi
- indagine con interviste ad operatori ed utenti coinvolti sull’andamento
- valutazione dei punti di forza, delle criticità e della sostenibilità degli esiti raggiunti
- consultazione con i servizi sociali ed enti pubblici per valutazione dell’impatto sul
territorio
- redazione di una relazione finale
- incontro tra tutti i principali soggetti operanti coinvolti per presentazione della
valutazione generale e della relazione
OBIETTIVO
7d. Garantire la
protezione dai rischi
connessi alla solitudine
e consentire ai
destinatari del progetto
la permanenza nel loro
domicilio e nel loro
ambiente di vita
riducendo il ricorso
all’istituzionalizzazione.
AZIONI –
ATTIVITA’
Gestione e
segreteria
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
Mappatura del
territorio e avvio
progetto
Socio-assistenzale
di base
creazione relazioni
e momenti
aggregativi
Relazione e
comunicazione con
servizi sociali e
territoriali
8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI
ATTUAZIONE.
OBIETTIVO
Garantire la protezione dai rischi connessi alla solitudine e consentire ai destinatari del
progetto la permanenza nel loro domicilio e nel loro ambiente di vita riducendo il ricorso
all’istituzionalizzazione
SEGRETERIA DI ZONA (Area di intervento: anziani)
Il progetto Anziani non più soli per la realizzazione del piano di attuazione si prefigge le
seguenti azioni che si suddividono in attività specifiche:
Obiettivo 7d
MAPPATURA TERRITORIO e AVVIO PROGETTO
- ricevimento delle richieste di aiuto da parte di: Servizi Sociali, Parrocchie, referenti
delle diverse circoscrizioni, altre associazioni
- verifica della situazione di vita dell’anziano
- rilevazione dei bisogni degli anziani
- programmazione degli interventi
Obiettivo 7d
SOCIO-ASSISTENZALE DI BASE
- seguire con progetti personalizzati particolarmente flessibili
- aiuto gli anziani nella gestione della propria economia domestica
- aiuto gli anziani nelle pratiche igenico-sanitarie
- aiuto nella gestione delle relazioni con terzi (es. altri inquilini condominiali)
- sostegno nell’accesso a servizi
- visite periodiche presso l’abitazione dell’anziano
- accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio per
commissioni varie
- accompagnamento a visite mediche, approvvigionamento accompagnado le persone
nei supermercato in posta e nei negozi in genere ,ecc
- aiuto nel disbrigo delle pratiche amministrative
- aiuto nella deambulazione e fare passeggiate
- sostegno psicologico nelle scelte quotidiane soprattutto attraverso conversazioni e
compagnia
- espletamento commissioni in nome e per conto dell’anziano
- aiuto e facilitazione nell’assunzione dei cibi
- aiuto nella deambulazione
Obiettivo 7d
CREAZIONE RELAZIONI E MOMENTI AGGREGATIVI
- visite periodiche presso l’abitazione dell’anziano
- conversazione con l’anziano : sostegno morale attraverso la conversazione con
l’anziano per istaurare una relazione che aiuti a condividere la solitudine
- creazione delle reti relazionali con anziani che sono difficilmente conoscibili dai servizi
- ricrearsi un sentimento di fiducia verso gli altri
- trovare alcune possibilità di soluzioni
- accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio
- instaurato un rapporto fiduciario con l’anziano
- aiutarli gli anziani ad esprimere i propri bisogni
Obiettivo 7d
RELAZIONE E COMUNICAZIONE CON SERVIZI SOCIALI E TERRITORIALI
- contatto con persone anziane residenti e sia nella città di Forlì sia nei Comuni del
territorio.
- comunicazione dei bisogni rilevati degli anziani seguiti alle assistenti sociali
- comunicazione trimestale alle asl dell’andamento del progetto
- notifica immediata agli enti pubblici di nuovi casi non seguiti
- confronto mensile con l’associazionismo che lavora nel medesimo campo
- contatti con parrocchie e le circoscrizioni per monitoraggio della situazione “anziani
soli” e per verificare i risultati ottenuti
Obiettivo 7d
ATTIVITA’ DI GESTIONE E SEGRETERIA
- ricezione delle richieste di aiuto da parte degli anziani bisognosi
- ricevere segnalazioni di anziani soli da parte dei servizi sociali
- rendicontazione qualitativa e quantitativa del progetto
- coordinamento di equipe
- gestione del personale coinvolto nel progetto e delle risorse finanziarie
8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE
ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE
TITOLO.
SEGRETERIA - ANZIANI – 1 dipendente e 3 volontari
Ruolo nella struttura
Educatore professionale - assistente di base esperienze maturate come assistenza a ragazze
con disabilità psichica - olp di riferimento per la
struttura - attivita di socializzazione anziani soli,
accompagnamo a fare la spesa, a visite
mediche, passeggiate ecc.
Collaborazione attività di socializzazione
Educatore professionale
Animatore e segretaria del progetto
Rapporto
dipendente
volontaria
volontario
volontaria
8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO.
Il volontario assegnato alle sede di attuazione denominata SEGRETERIA parteciperà e
seguirà il progetto: Anziani non più soli . che è strettamente collegato alle attività dei servizi
socio-assistenziali comunali, con particolare riguardo a quelli domiciliari. Il collegamento si
realizza con l'inserimento del volontario nelle attività giornaliere di assistenza domiciliare e di
collegamento con le strutture socio-sanitarie territoriali supportando ed integrando i servizi
erogati dall'Ente e dalle Associazioni di Volontariato.
Il volontario svolgerà attività di segreteria e gestione del progetto per 10 ore settimanali, nello
specifico:
- ricezione delle richieste di aiuto da parte degli anziani bisognosi
- ricevere segnalazioni di anziani soli da parte dei servizi sociali
- aiuto alla stesura della rendicontazione qualitativa e quantitativa del progetto
- partecipazione a coordinamento di equipe
- ricevimento delle richieste di aiuto da parte di: Servizi Sociali, Parrocchie, referenti
delle diverse circoscrizioni, altre associazioni
- accompagnamento olp per verifica della situazione di vita dell’anziano
- rilevazione guidato dei bisogni degli anziani
- programmazione degli interventi
Progetto Anziani Non più soli:
La volontaria collaborerà, con gli operatori domiciliari per favorire la permanenza dell’adulto a
casa, aiutando le stesse nella relazione con la persona, nella mobilizzazione dello stesso,
nella preparazione del pasto se necessario. La volontaria in alcuni casi sarà chiamata ad
accompagnare lo stesso per eventuali attività quali visite mediche, spese, disbrigo pratiche
varie, mantenimento rapporti con amici e parenti facendo da mediatore tra l’utente e il mondo
circostante. Nel progetto di sostegno dell’adulto e dell’anziano importante sarà la funzione di
ascolto che la volontaria dovrà attuare per aiutare tali utenti a sentirsi meno soli e a sentirsi
importanti per qualcuno che non dedica loro solo pochi minuti ma un tempo più dilazionato.
Nello specifico:
SOCIO-ASSISTENZALE DI BASE
- seguire con progetti personalizzati particolarmente flessibili
- supportare ed aiutare gli anziani nella gestione della propria economia domestica
- aiutare gli anziani nelle pratiche alimentari
- aiutare nella gestione delle relazioni con terzi (es. altri inquilini condominiali)
- sostegno nell’accesso a servizi
- visite periodiche presso l’abitazione dell’anziano
- accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio
- accompagnamento a visite mediche
- approvvigionamento accompagnando le persone nei supermercato in posta e nei
negozi in genere ,ecc
-
aiuto nella deambulazione
espletamento commissioni in nome e per conto dell’anziano
CREAZIONE RELAZIONI E MOMENTI AGGREGATIVI
- conversazione con l’anziano : sostegno morale attraverso la conversazione con
l’anziano per istaurare una relazione che aiuti a condividere la solitudine
- creare delle reti relazionali con anziani che sono difficilmente conoscibili dai servizi
- ricrearsi un sentimento di fiducia verso gli altri
- trovare alcune possibilità di soluzioni
- accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio
- instaurato un rapporto fiduciario con l’anziano
- aiutarli gli anziani ad esprimere i propri bisogni
RELAZIONE E COSTANTE COMUNICAZIONE CON SERVIZI SOCIALI E TERRITORIALI
- contatto continuativo con persone anziane residenti e sia nella città di Forlì sia nei
Comuni del territorio.
- comunicazione dei bisogni rilevati degli anziani all’operatore locale di progetto
- aiuto all’OLP nella gestione dei contatti con parrocchie e le circoscrizioni per
monitoraggio della situazione “anziani soli” e per verificare i risultati ottenuti
.
9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:
12
10)Numero posti con vitto e alloggio:
10
11)Numero posti senza vitto e alloggio:
0
12)Numero posti con solo vitto:
2
13)Numero ore di servizio settimanali dei volontari.
30
14)Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :
5
15)Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:
I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a:
- rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
- rispettare le regole delle strutture, orari, linguaggio e abitudini consolidate
- mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze
acquisite durante lo svolgimento del servizio civile
- disponibilità a trasferimenti in italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e
promozione del scv
- flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone a cui si presta servizio
Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione
non è possibile prendere giornate di permesso.
CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE
16)Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto:
Sede di
N. attuazione
del progetto
1
2
3
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASAFAMIGLIA
S.ALBERTO
ComunitàPapa
Giovanni XXIII
Cooperativa
Sociale a r.l.
COMUNITA
DIURNA DI
CONDIVISIONE
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
SANTA MARIA
CHIARA
4
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
S.PIETRO 2
5
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
S.ANDREA
Comune
CESENA
CESENA
Cod.
ident.
sede
N.
vol.
per
sede
Cognome e nome
Data di
nascita
26717
1
MARIANI TANIA
14/11/1971
MRNTNA71S54C573L
VIA S.TOMMASO 2353, CAP:
26674
47023
1
AMADUZZI FLORA
04\09\55
MDZFLR55P44H542D
Indirizzo
VIA TARGHINI 3675 CAP:
47023
Nominativi degli Operatori Locali di Progetto
C.F.
SAVIGN
ANO SUL
RUBICO
NE
Cesena
VIA CAPPONA RURALE II
131 CAP:
47039
13813
1
QUACQUARELLI
PASQUALE
22/01/65
QCQPQL65A22A285W
PREDAP
PIO Forlì
VIA CA' DI SOTTO 31
CAP:47016
15203
1
ORSINI ROBERTA
03/10/68
RSNRRT68R43D704F
FORLi'
VIA BIDENTE 241 CAP:
47100
26686
1
GUERRINI MONICA
24\08\69
GRRMNC69M64D704E
6
7
8
9
10
11
12
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
NUCLEO
FAMILIARE
SEVERI
CHIODONI
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
DELLA
SPERANZA
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
NUCLEO
FAMILIARE
TAPPARI
DALL'AGATA
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
MAMMA DEL
CIELO
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
S.LEONARDO
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
SANTA PAOLA
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
SEGRETERIA DI
ZONA
FORLi'
FORLi'
FORLi'
VIA LUGHESE 99 CAP: 47100 26700
1
SEVERI DANIELE
04\05\66
SVRDNL66E04Z133T
26698
1
PAOLA FERRARI
19\04\63
FRRPLA63D59F761G
VIA LUGHESE 99 CAP: 47100 26701
1
TAPPARI DANIELE
16\09\67
TPPDNL67P16A662D
VIA GHIBELLINA 22 CAP:
47100
FORLi'
VIA E.TORRICELLI N 23
64757
1
SERVADEI
MORGAGNI FABIO
31\1\78
SRVFBA78A31D704Y
FORLi'
VIA PINO III N°7
26706
1
PULITINI ELENA
17/05/66
PLTLNE66E57H199W
CESENA
VIA CURIEL 325
RONCOFREDDO.
4661
1
FRANZETTI FRANCA
24/09/50
FRNFNC50P64L682R
FORLIì
VIA COLOMBO 7
26680
1
DREI DANIELA
31/10/67
DREDNL67R71D704D
vedi allegati 1
17) Altre figure impiegate nel Progetto:
TUTOR
N.
1
2
Sede di
attuazione
del progetto
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASAFAMIGLIA
S.ALBERTO
Comunità Papa
Giovanni XXIII
Cooperativa
Sociale a r.l.
COMUNITA
DIURNA DI
CONDIVISIONE
3
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
SANTA MARIA
CHIARA
4
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
S.PIETRO 2
5
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
Comune
CESENA
Indirizzo
N.
Cod.
vol.
ident.
per
sede
sede
VIA TARGHINI 3675
26717
CAP: 47023
Cognom
ee
nome
Data
di
nasci
ta
RESP. LOCALI ENTE ACC.
C.F.
Cognom
ee
nome
Data
di
nasci
ta
C.F.
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
VIA S.TOMMASO
2353, CAP: 47023
26674
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
SAVIGNANO
SUL
RUBICONE
Cesena
VIA CAPPONA
RURALE II 131
CAP: 47039
13813
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
PREDAPPIO
Forlì
VIA CA' DI SOTTO
31 CAP:47010
15203
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
FORLi'
VIA BIDENTE 241
CAP: 47100
26686
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
H
1968
D704X
Marinella 1964
CESENA
6
7
8
9
10
11
12
CASA FAMIGLIA
S.ANDREA
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
NUCLEO
FAMILIARE
SEVERI
CHIODONI
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
DELLA
SPERANZA
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
NUCLEO
FAMILIARE
TAPPARI
DALL'AGATA
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
MAMMA DEL
CIELO
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
S.LEONARDO
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
CASA FAMIGLIA
SANTA PAOLA
ASSOCIAZIONE
COMUNITA' PAPA
GIOVANNI XXIII
SEGRETERIA DI
ZONA
FORLi'
FORLi'
VIA LUGHESE 99
CAP: 47100
26700
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
VIA GHIBELLINA 22
26698
CAP: 47100
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
FORLi'
VIA LUGHESE 99
CAP: 47100
26701
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
FORLi'
VIA E.TORRICELLI
N 23
64757
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
FORLi'
VIA PINO III N°7
26706
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
CESENA
VIA CURIEL 325
RONCOFREDDO.
4661
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
FORLI’
VIA COLOMBO 7
26680
1
Fabbri
Daniele
14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704
1968
D704X
Marinella 1964
H
vedi allegati 2
18)Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile
nazionale:
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse
nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza
sostitutiva al servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero.
Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori
che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non
debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione
e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività
dell’Ente.
L’Associazione ha implementato da dieci anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei
progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane ed estere, dove
opera.
Nel corso di tutto l’anno solare riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei
giovani, cosi come durante tutto l’anno portiamo avanti azioni di sensibilizzazione,
discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN.
Programma di promozione del progetto:
a. Incontro pubblico (all’atto dell’eventuale approvazione del progetto a
bando) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare domanda
il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei giovani che hanno
concluso il periodo di SCN in progetti analoghi dell’Ente, con preferenza di
quelli attivati nello stesso territorio, se presenti. Tempo: 3 ore
b. Interventi nelle scuole: almeno 3 moduli da 2 ore ciascuno per incontri
formativi nelle scuole superiori della provincia/e interessata/e al progetto
Tempo: 6 ore
c. “Volontariamente party – il Servizio Civile in festa”: occasione promozionale
che coinvolge i volontari impegnati in tutti i progetti dell’Ente, sia in Italia
che all’estero, e gli ex volontari. Si tiene ogni anno a Rimini nel mese di
luglio e prevede al suo interno una manifestazione pubblica (con un
convegno) in cui i giovani incontrano il territorio. Tempo: 9 ore
d. Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione
Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale (nel mese
di maggio) alla Fiera di Rimini, e a cui partecipano persone provenienti da
tutta Italia e da diverse zone estere. Tempo: 20 ore
e. Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere
di pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace
dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta
testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di
volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero. Tempo: 30
ore
f. Attività diverse per cui non è possibile quantificare, per loro natura, un
tempo di realizzazione, come: promozione su siti web, interventi in qualità
di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e
seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello
informativo telefonico, etc. - Accoglienza permanente in orario di apertura
della segreteria di zona per i giovani che chiedano informazioni sia
direttamente che tramite telefono o posta elettronica;
g. Organizzazione di laboratori di educazione alla pace e sensibilizzazione sul
servizio civile nelle scuole superiori del territorio provinciale; (annualmente
20 ore di cui 8 specifiche sul servizio civile volontario) Tempo: 8 ore
h. Depliant, volantino e manifesti sul servizio civile nazionale volontario, che
viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente;
i. Partecipazione ad eventi particolari: Festa Annuale del Volontariato
organizzata da Assiprov a Forlì e Meeting di Rimini con stand e banchetti,
presidiati da proprio personale stand informativo. Tempo: 12 ore
j. Cooperazione e collaborazione con il COPRESC(Coordinamento
Provinciale Enti di Servizio Civile) per la promozione. In occasione della
pubblicazione dei bandi per la selezione di giovani da impiegare in progetti
di servizio civile, gli enti aderenti concordano di promuovere il servizio civile
sul territorio, realizzando attività di promozione, coordinata e congiunta, del
bando e di orientamento dei giovani alla scelta del progetto ed evitando che
ognuno promuova solo il proprio servizio civile o che si trascuri quel lavoro
di rigenerazione della risorsa presso scuole e altri contesti. Nello specifico Il
Copresc FC promuoverà nell'intero territorio della provincia i progetti di
servizio civile degli enti aderenti attraverso:
- i propri sportelli informativi di Forlì e Cesena;
- il proprio sito internet www.coprescfc.it da cui, all'uscita del bando,
saranno consultabili delle schede riassuntive di tutti i progetti attivi
nella provincia;
- la realizzazione di materiale pubblicitario di vario tipo (cartoline,
pieghevoli, opuscoli, locandine, manifesti,...);
- i Centri Informagiovani della provincia di Forlì – Cesena;
- i giornali locali (Corriere di Romagna, Forlì Forlì, Il Resto del
Carlino, la Voce);
- l’emittente televisiva TeleRomagna, attraverso alcuni speciali che
promuoveranno i progetti e le esperienze di servizio civile nazionale,
avvalendosi della testimonianza di ragazze e ragazzi già in servizio
civile;
- le emittenti Radiofoniche Radio Centrale e Radio Studio Delta,
attraverso spot promozionali;
- banchetti informativi allestiti in occasione di eventi organizzati sul
territorio provinciale (Festa del volontariato, Festa per i volontari di
servizio civile nazionale, Festa del Centro per la pace, Salone
dell’orientamento, ecc...) e presso le sedi universitarie.
Tempo: 20 ore
k. Cooperazione e collaborazione con il COPRESC(Coordinamento
Provinciale Enti di Servizio Civile) per la sensibilizzazione rivolte all’intera
comunità e specificatamente ai giovani su:
- Carta d’impegno etico e previsioni della L.R.20/03: valori
dell’obiezione di coscienza e tematiche collegate (nonviolenza,
difesa civile, povertà, solidarietà, mondialità e intercultura, pace e
diritti umani, ecc.)
- Servizio civile svolto sia in Italia che all’estero, con le dirette
testimonianze dei giovani già coinvolti
Tempo: 12 ore
PER UN TOTALE DI ORE 120
19)Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari:
Si prevede di utilizzare il sistema di selezione approvato dal direttore generale del servizio
civile con determinazione del 30 maggio 2002
20)Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale
indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):
NO
21)Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto:
L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, in quanto ente di prima classe, ha elaborato
sistemi di monitoraggio interno per la valutazione del progetto, dichiarati all’atto
dell’accreditamento nell’apposito sistema.
22)Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento
(eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il
servizio):
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA’PAPA GIOVANNI XXIII
23)Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre
quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:
NESSUNO
24)Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla
realizzazione del progetto:
Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate alle attività del
progetto e alle risorse tecniche previste alla voce 26:
RISORSE FINANZIARIE FORMAZIONE SPECIFICA
Voci di spesa formazione
specifica
Materiale didattico
Organizzazione logistica
Formatori
Spese per produzione materiale
di promozione
Totale spesa A
Risorse finanziarie
500 euro
300 euro
2000 euro
500 euro
3.300 euro
Obiettivo 1a e 2a
RISORSE FINANZIARIE SEDE: COMUNITA’ DIURNA SOCIALE
Voci di spesa risorse tecniche
e strumentali
Materiale didattico manuale per
laboratori
Ammortamento Automezzo
Materiale per laboratorio cucina
Ausili facilitazione attività disabili
Attività acquaticità
Carburante per escursioni e
spostamenti
Personale, con indicazione del
tempo destinato esclusivamente
al progetto di servizio civile:
Totale spesa D
Risorse finanziarie
800 euro
1000 euro
500 euro
500 euro
500 euro
1000 euro
1500 euro
5.800 euro
Obiettivo 3b - 4b – 5c – 6c
RISORSE FINANZIARIE – SEDI: CASE FAMIGLIA
Voci di spesa risorse tecniche e
strumentali
Ammortamento automezzi
Personale specifico
Attività riabilitative
Risorse finanziarie
5000 euro
2000 euro
1000 euro
Materiale ludico e scolastico (libri,
pennarelli, cartelloni, quaderni, ecc… )
Materiale per laboratori di decoupage,
pittura, patchwork, collage ( pennelli; colla;
acquarelli; pennarelli; colori a tempera, a
matita, a dito, a cera; materiale in legno;
cartone; stoffa; tele; creta)
Materiale per attività sportive esterne
(palloni da calcio, pallavolo, basket in
carrozina, canestro, biciclette)
Attrezzi “ad personam”
Materiale di facile consumo per l’igiene
(guanti monouso, spugnette, detergenti
per igiene personale) e vestiario
Carburante per trasporti
Ingresso e corsi in Piscina Comunale
Corsi in palestra per attività di
riabilitazione
Totale spesa B
800 euro
1.500 euro
500 euro
500 euro
400 euro
4.000 euro
800 euro
400 euro
16.900 Euro
Obiettivo 7d
RISORSE FINANZIARIE – SEDE: SEGRETERIA
Voci di spesa risorse tecniche
e strumentali
Spese di Segreteria per ricevere
richieste e gestione generale del
progetto
Carburante relativo a mezzo
fornito dall’ente
Ammortamento automezzo
Personale, con indicazione del
tempo destinato esclusivamente
al progetto di servizio civile
Totale spesa C
Risorse finanziarie
1500 euro
2000 euro
1000 euro
1000 euro
5.500 euro
TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE (A + B + C + D) =
31.500 euro
25)Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo
concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto:
PARROCCHIA SAN BIAGIO DI RONCOFREDDO con il concreto e specifico apporto su:
- promozione del progetto utilizzando i canali informativi, i momenti di incontro e di
formazione
- disponibilità di teatro e sale per la messa in scena dello spettacolo annuale e nella
realizzazione di laboratori artistici ed espressivi
PARROCCHIA SAN MAURO PASCOLI con il concreto e specifico apporto su:
- promozione del progetto
- disponibilità di teatro e sale per la messa in scena dello spettacolo annuale e nella
realizzazione di laboratori artistici ed espressivi
“ACQUA e FARINA”
- collaborazione nella realizzazione dei laboratori di cucina mettendo a disposizione
attrezzature e materiale d’uso
-
promozione del progetto
OPERA S. CAMILLO con il concreto e specifico apporto su:
- mette a disposizione gratuitamente per le attività e sessioni di acquaticità per i
minori e i disabili coinvolti nel progetto: piscina per disabili con discesa facilitata,
corrimano a norma, attrezzi vari per sessioni, ecc…
- promozione del progetto di servizio civile.
SCOUT PREDAPPIO con il concreto e specifico apporto su:
- organizzazione mensile di momenti aggregativi, di festa e di animazione per i minori
e disabili delle case famiglia coinvolte
- promozione del progetto di servizio civile
- inserimento di accolti (disabili e minori) nelle attività associative Lupetti e Reparto
INCONTRO SENZA BARRIERE con il concreto e specifico apporto su:
- mette a disposizione le proprie attrezzature e strutture per l’attività di basket in
carrozzina: palestra abilitata per disabili, attrezzi sportivi (birilli, cerchi, palloni,
casacche, divise, ecc…), assicurazione per i partecipanti, ecc…
- promozione del progetto di servizio civile
BANCA ETICA
- promozione del progetto di servizio civile presso le proprie circoscrizioni locali
PACIAMOCI
- promozione del progetto attraverso la diffusione di materiale stampato e informatico
veicolato dai propri associati
ISTITUTO CORTIVO Centro Professionale presso la sede periferica della provincia di
Forlì e Cesena, nello specifico apporto su:
- promozione del progetto attraverso gli spazi del Centro
- collaborazione alla costruzione del corso di formazione “Tutors di servizio civile-2°
livello” per i tutors impegnati nel progetto
COPRESC di Forlì-Cesena con il concreto e specifico apporto su:
- sensibilizzazione congiunta su:
- Carta d’impegno etico e previsioni della L.R.20/03: valori
dell’obiezione di coscienza e tematiche collegate (nonviolenza,
difesa civile, povertà, solidarietà, mondialità e intercultura, pace e
diritti umani, ecc.)
- Servizio civile svolto sia in Italia che all’estero, con le dirette
testimonianze dei giovani già coinvolti;
- promozione congiunta del bando e orientamento dei giovani alla
scelta del progetto;
- Formazione coordinata e congiunta per gli operatori locali di
progetto e le figure accreditate degli enti della provincia.
Vedi allegati 3
26)Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:
Obiettivo 1a e 2a
CENTRO DIURNO
- Aula ludico-ricreativa, multimediale ed audiovisivi
- Laboratori attrezzati ( laboratorio ergoterapico, laboratorio attività manipolative,
laboratorio per attività espressivo, …)
- Il volontario potrà disporre di materiale didattico specifico per disabili (giochi in
scatola e testi, fogli colorati, cartelloni, tempere, registratore musicale,
videoregistratore)
- sede di riunioni di equipe
-
piscina smontabile fuori terra
2 pulmini attrezzato con sollevatore per il trasporto di disabili in carrozzina;
2 personal computer per la predisposizione delle relazioni di verifica, dell’analisi dei
questionari di soddisfazione e in altre pratiche che si rendessero necessarie.
2 peronal computer con relativi software per utilizzo e facilitazioni persone disabili
materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per
igiene personale).
Materiale per laboratorio di cucina: attrezzi, alimenti
Obiettivo 3b - 4b – 5c – 6c
CASE FAMIGLIA
-
10 Auto e 4 pulmini attrezzati con sollevatore per il trasporto di disabili in carrozzina
Testi didattici specialistici
Materiale per le attività creative e di cancelleria di vario genere
Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per
igiene personale)
- Giochi per tutte le face di età dai 7 ai 18
- Materiale scolastico sia per i minori accolti che per esterni
- Attrezzature sportive (biciclette, palloni, materiale specifico, ecc…)
- Libri per minori
- Materiale per laboratorio di musicoterapia e danza (stereo, musica,…)
- Materiale per laboratori di disegno,decoupage, pittura, patchwork, collage (
pennelli; colla; acquarelli; pennarelli; colori a tempera, a matita, a dito, a cera;
materiale in legno; cartone; tele)
Carrozzine per disabili
Obiettivo 7d
SEGRETERIA
-
Segreteria dell’Associazione a Forlì
Automezzo messo a disposizione dall’Associazione
Strumentazione informatica, tutti i mezzi di comunicazione (telefono, fax, internet,
fotocopiatrice, scanner)
Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per
igiene personale)
Aula per lo svolgimento della Formazione Specifica e per eventuali incontri di
tutoraggio.
Il volontario potrà disporre di materiale didattico specifico per svolgere le attività previste dal
progetto (giochi in scatola e testi per disabili e minori, fogli colorati, cartelloni, tempere,
registratore musicale, videoregistratore)
CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI
27)Eventuali crediti formativi riconosciuti:
NESSUNO
28)Eventuali tirocini riconosciuti :
"Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di n 9 crediti formativi di
tirocinio per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2
rilasciata dalla Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi telematica
Pegaso come quanto deliberato dal Comitato tecnico in data 28 settembre 2007."
"Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di n 10 crediti formativi di
tirocinio per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2
rilasciata dal Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione dell'Università degli Studi di
Ferrara come quanto deliberato dal Consiglio di Facoltà in data 2 ottobre 2007 ."
"Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di crediti formativi di tirocinio
per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2
rilasciata dalla Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna"
"Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di crediti formativi di tirocinio
per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2
rilasciata dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bologna"
Vedi allegati 4
29)Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento
del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:
Il progetto “GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2” consente l’acquisizione delle seguenti
competenze, a seconda delle sedi di attuazione di progetto e delle attività svolte dai
volontari, rinvenibili nel “PRONTUARIO PROVVISORIO ED IN PROGRESSIONE DELLE
COMPETENZE EVENTUALMENTE ATTRIBUIBILICON “DICHIARAZIONE” FORMALE
DELLA REGIONE IN CAPO AI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE”, predisposto dalla
Regione Emilia-Romagna, come da allegati 3:
1 – COMPETENZE DI BASE
E’ in grado di:
- Riconoscere il ruolo e le funzioni delle Autonomie Locali e dei loro organi di governo
2 COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI
2c)
PERSONE CON HANDICAP ( O DISABILI)
- E’ in grado di:
- Assistere la persona handicappata, in condizione di medio o grave insufficienza
mentale e/o alterazioni psichiche / compromessa attività motoria / incapacità della cura di se
stesso.
- Applicare tecniche di animazione, socializzazione (attività di intrattenimento,
occupazionali, culturali, sportive, di gioco ecc...) per favorire l’integrazione dei singoli e dei
gruppi.
- Mantenere condizioni di igiene ambientale, nonché pulizia e cura della persona.
- Aiutare nell’assunzione dei pasti, nella deambulazione e nell’uso corretto degli
ausili
- Utilizzare gli automezzi per disabili
- Applicare le principali norme igieniche, di sicurezza e di primo soccorso.
- Calibrare la propria relazione d’aiuto in ragione dei bisogni del disabile e della sua
famiglia
- Distinguere le figure professionali operanti nel settore cura/recupero delle persone
disabili, riconoscendone ruoli e competenze specifiche
- Individuare le principali caratteristiche di un servizio residenziale, semiresidenziale e
domiciliare per disabili
2d – 2f) MINORI, SCUOLA E PROGETTI ESTIVI
E’ in grado di:
-
Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione
dei singoli e dei gruppi;
Di accompagnare e supportare il minore nell’attività di studio e ricreativa;
Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di
socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale.
Utilizzare le tecniche specifiche di animazione, attività di intrattenimento (giochi, musica,
film), attività culturali (drammatizzazione), supporto alle attività scolastiche (compiti).
2b) ANZIANI:
E’ in grado di :
- collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione e
di ricostruzione della rete relazionale.
- collaborare all’utilizzo di tecniche di animazione: attività di intrattenimento (giochi, musica,
film etc), attività occupazionali (disegno, falegnameria, cucina, pittura), attività culturali (visite
e gite, raccolta di storie personali, drammatizzazioni), sostegno ai legami familiari (feste,
accompagnamento), supporto ad attività a valenza assistenziali (supporto nella
deambulazione o nelle passeggiate – ginnastica di gruppo – aiuto nel momento del pasto e
della merenda – riattivazione individuale – stimolazione cognitiva in senso lato)
3 - COMPETENZE TRASVERSALI
E’ in grado di:
- Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia
- Collaborare con il personale dell’Ente, con i colleghi e con i professionisti coinvolti nel
progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere
- Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari
- Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità
- Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza
- Lavorare in team per produrre risultati collettivi
- Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli utenti
- Fronteggiare situazioni di emergenza/imprevisti, controllando la propria emotività rispetto
a situazioni di difficoltà.
Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della “Dichiarazione delle
competenze, a valere come credito formativo” (allegati 3), e riconosciute dalla Regione
1
Emilia- Romagna in attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003 .
Inoltre il progetto “GIOVANI E SOLIDARIETÀ 2” rende possibile l'acquisizione delle seguenti
competenze,rilevabili secondo il sistema di valutazione e monitoraggio accreditato presso
l'Ufficio Nazionale Servizio Civile dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
1. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto all’applicazione delle principali strategie di
relazione d’aiuto;
2. Capacità di integrarsi con altre figure professionali nella costruzione e gestione del lavoro di
equipe;
3. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto alle tecniche fondamentali dell’assistenza di base
a soggetti disabili sia fisici che psichici
4. Conoscenza delle strategie di reinserimento sociale;
5. Conoscenza ed esperienza pratica in merito alle principali metodologie del lavoro in rete con
le istituzioni;
6. Capacità di mediazione nonviolenta dei conflitti;
7. Conoscenza di base delle strategie di tutela dei diritti umani
Le suddette competenze verranno certificate e riconosciute dal Consorzio Condividere Papa
Giovanni XXIII quale Ente terzo, secondo il protocollo di intesa denominato “Protocollo di
intesa fra il Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII e l’associazione Comunità Papa
Giovanni XXIII per il riconoscimento delle competenze acquisibili attraverso la partecipazione
a progetti di servizio civile nazionale ai sensi della legge n 64/2001 e successive circolari e
direttive”.
__________________________________________________________________________
1
si richiama il testo dell’articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione Emilia-Romagna
stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile volontario di cui
all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego, un'adeguata
valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione richiesta per le
selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che
indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai volontari
durante il servizio civile, in coerenza le figure messe a concorso. In proposito potrebbero esserci
analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà prevista
dall’articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle proprie
competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per le stesse
finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonché dal documento di programmazione
triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative;
Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003 "NORME PER
L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E PER
TUTTO L'ARCO DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA
FORMAZIONE PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art.
5, primo comma ("Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle
competenze acquisite. Il riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni
comunitarie, per conseguire un diploma, una qualifica professionale o altro titolo riconosciuto. A tal fine
la Regione promuove accordi con le componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la
definizione di procedure per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di
utilizzazione delle diverse competenze, nonchè per il riconoscimento delle competenze acquisite nel
mondo del lavoro, utilizzabili come crediti per i percorsi formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli
studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività di istruzione o di formazione professionale successiva
all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono richiedere il rilascio del libretto formativo personale,
nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni conseguite.
2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio atto le
caratteristiche del libretto formativo,
nonchè le modalità per il rilascio dello stesso a tutti coloro che lo richiedono.
3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi dell'educazione
non formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonchè
dichiarazioni di autoformazione.")
Vedi allegati 5
Formazione generale dei volontari
30) Sede di realizzazione:
I corsi di formazione generale saranno tenuti in alcune delle seguenti sedi:
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Calamino 18 – 47854 – San Savino di
Monte Colombo (RN)
b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 232 – 47900 – Marebello (RN)
c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
31)Modalità di attuazione:
La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto
l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo
nazionale.
32)Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed
eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il
servizio:
SI
ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII
33)Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
Partendo dai contenuti previsti per la formazione generale, nella determina “Linee guida per
la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” del 4 aprile 2006, la
metodologia di realizzazione prevista per la stessa è la seguente:
Elementi metodologici generali:
Lezioni frontali (almeno per il 50% del monte ore complessivo).
Dinamiche non formali (almeno per il 20% del monte ore complessivo):
- Training
- Teatro dell’Oppresso (TDO)
- Simulazioni
- Giochi di ruolo
- Materiali video
- Dibattiti
- Brainstorming
- Lavoro di gruppo
- Formazione di Gruppo
- Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi
- Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo
- Materiali cartacei (dossier etc.)
- Libri e testi
- Cd-Rom tematici
- Testimonianze
- Auto-formazione
- Verifiche periodiche
- Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente,
eventualmente offerte dal territorio
- Cineforum
- Laboratori tematici
La metodologia attiva, utilizzata nei tempi previsti dalla determina del 4 aprile 2006, è
finalizzata al coinvolgimento dei volontari in: lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni,
testimonianze e momenti di dibattito.
L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che su alcune
tematiche trattate nelle formazione generale, quali il concetto di gruppo e la sue dinamiche,
il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti, tutti possediamo delle preconoscenze, convincimenti e opinioni, è quindi importante che i momenti formativi offrano
innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno
di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni.
La formazione generale si effettua in modo residenziale, cercando ove possibile di unire
volontari di progetti diversi, per favorire un ambiente pedagogicamente adeguato
all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e
contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile.
Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula (come da sistema di
tutoraggio accreditato) con gli specifici compiti di:
- organizzazione logistica
-
creazione gruppo e facilitazione relazioni interpersonali
valutazione e verifica dell’efficienza e dell’efficacia dei moduli
mediazione e gestione dei conflitti all’interno del gruppo
La formazione generale è suddivisa in due corsi residenziali che verranno effettuati nel
corso dei primi 5 mesi di servizio civile volontario, come da determina.
34)Contenuti della formazione:
Il percorso formativo proposto si compone di contenuti utili allo sviluppo delle mansioni
richieste ma ancor prima punta ad offrire ai volontari un’occasione di educazione alla
cittadinanza attiva ed alla coscienza di essere attuatori del sacro dovere di difesa della
patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e
nonviolenti.
La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più
ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si
presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale.
Primo Corso: formazione generale “introduzione e strumenti”
Questo evento verrà effettuato nel corso del primo mese di Servizio Civile Volontario
1) L’identità del gruppo in formazione
Conoscenza fra i volontari
Costruire un’identità di gruppo
Condivisione di motivazioni e aspettative
Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile
Si tratta di un laboratorio nel quale il formatore lavorerà alla definizione di un’identità di
gruppo dei volontari partendo dal background individuale e di gruppo. Il gruppo, nel corso
del modulo, si collocherà rispetto al servizio civile condividendo idee, aspettative,
motivazioni ed obiettivi individuali.
2) Presentazione dell’Ente
L'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII:
Approfondimenti
La storia
I valori
La mission dell’ente
Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi
L’intervento sociale dell’ente
Modus operandi
Ambiti e tipologie d’intervento
Beneficiari
Il progetto di servizio civile
Durante la lezione, per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si
troveranno a svolgere il servizio civile, vengono presentate la storia, le caratteristiche
specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’ente.
3) Il lavoro per progetti
Metodologia della progettazione: dalla definizione degli obiettivi alla valutazione dei
risultati attesi
Valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto
Si presenterà ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la
struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici.
Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti
del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per
apportare eventuali migliorie.
4) Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e
differenze tra le due realtà
La storia del servizio civile la sua evoluzione:
La storia dell’Obiezione di Coscienza
Dalla legge 772/72 alla legge 230/98
I valori e le finalità della legge 64/2001
Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze
Gli attori del servizio civile:
UNSC
Enti (figure coinvolte nel servizio civile)
I Volontari
5) Il dovere di difesa della patria
La Costituzione italiana:
- vivere il dettato costituzionale nella quotidianità
- sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05
Diritti Umani:
- dichiarazione dei diritti umani
- organismi di tutela
- strumenti di osservazione e monitoraggio dei diritti umani
- strumenti e tecniche di tutela e difesa dei diritti umani
6) La difesa civile non armata e nonviolenta
Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili
Le forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta
I moduli 4, 5 e 6, essendo a nostro avviso strettamente collegati, verranno affrontati in
successione.
Partendo dall’origine dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e ripercorrendo la storia
che ha portato alla situazione attuale, si approfondiranno il concetto di difesa civile e difesa
popolare nonviolenta, riportando alcuni esempi storici, fino ad arrivare alla legge 64/2001 e
al sistema del servizio civile. La costituzione, approfondita nel modulo 5, servirà da
riferimento trasversale all’analisi e approfondimento delle diverse tematiche.
7) Conflitto e nonviolenza
Elementi fondamentali del conflitto
Dimensioni e livelli del conflitto
Individuazione di strategie di gestione nonviolenta dei conflitti
Gli strumenti della nonviolenza
Abbiamo deciso di dedicare a questo argomento un modulo a parte in quanto riteniamo la
gestione del conflitto di centrale importanza nella relazione in generale ed in particolare
nella relazione d’aiuto che caratterizzerà l’intervento dei volontari in servizio civile presso
l’ente, nonché della costruzione della pace.
L’obiettivo principale sarà quello di analizzare il concetto di conflitto, mettendo in luce i
luoghi comuni che ne riguardano il significato e approfondendone le caratteristiche principali
e gli ambiti nei quali esso si può manifestare. Se ne evidenzierà la “dimensione creativa”
mettendo in luce le potenzialità che possono derivare da una sua gestione all’interno delle
relazioni con se stessi e con gli altri.
Si introdurrà infine il tema della gestione nonviolenta dei conflitti come modalità di
prevenzione delle situazioni di guerra e di violenza, attraverso la descrizione di alcuni
esempi storici.
8) La normativa vigente e la carta di impegno etico
La carta di impegno etico
Le norme attuali
9) Diritti e doveri del volontario del servizio civile
Ruolo del volontario
Diritti e doveri del volontario in servizio civile
Nei moduli 8 e 9, partendo dalla “Carta di impegno etico”, si analizzeranno le norme messe
a punto dal legislatore per la gestione del Servizio Civile Nazionale, approfondendo quelli
che sono i diritti e i doveri dell’ente e del volontario, alla luce della circolare sulla gestione.
Secondo Corso: formazione generale “approfondimenti e ulteriori strumenti”
Questo evento verrà effettuato nel corso del quarto mese di Servizio Civile volontario
1) L’identità del gruppo in formazione
Ri-definizione dell’identità di gruppo
Recupero delle motivazioni iniziali
Durante questo laboratorio si recupereranno, tramite attività interattive e dinamiche, gli
aspetti motivazionali, l’identità di gruppo e le aspettative iniziali che hanno portato i volontari
alla scelta del servizio civile.
2) Il conflitto e la nonviolenza
Modello M-m e modello E
Pace positiva e pace negativa
Il conflitto interpersonale e l’esperienza di servizio civile
Si approfondirà il tema della nonviolenza, affrontato nel 1° modulo ed in più si analizzeranno
alcune situazioni conflittuali che i volontari hanno vissuto o stanno vivendo nella loro
esperienza di servizio civile, cercando di farne emergere potenzialità ed elementi positivi,
rimanendo in un ottica di gestione e non evitamento del conflitto.
3) La solidarietà e le forme di cittadinanza
Ruolo del volontario in servizio civile nella società
Concetto di cittadinanza attiva
Ruolo delle istituzioni e del Terzo Settore
Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo
Il ruolo degli organismi internazionali.
4) Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato
Le forme di associazionismo sociale
I diversi attori sociali: pubblico e privato
Il volontariato: quali competenze?
5) La protezione civile
Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile
Concetto di rischio: P x V x E
Il metodo Augustus
Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni
Nei moduli 3, 4 e 5 l’obiettivo è quello di offrire ai volontari una visione ampia della società e
delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e
sottosviluppo. Si analizzerà il concetto di cittadinanza attiva e solidarietà sociale per poi
estendere l’analisi sulle attività sociali e di volontariato delle istituzioni e del Terzo Settore.
Si cercherà inoltre di allargare la riflessione in maniera più ampia possibile, consapevoli di
vivere in un mondo oramai completamente globalizzato.
Infine si affronterà il tema della Protezione Civile come esempio di cittadinanza attiva,
facendone emergere le affinità con la tematica della difesa della patria, centrale quando si
parla di servizio civile volontario.
6) Lavoro per progetti
Verifica e valutazione della fase di inserimento dei volontari
Analisi dell’andamento del servizio: punti di debolezza e punti di forza
Volontari in servizio civile: quale crescita umana e professionale?
Dopo circa 4 mesi dall’avvio al servizio, il formatore condurrà i volontari ad analizzare e
verificare l’andamento del loro servizio sotto diversi aspetti e cercherà di rispondere ai
quesiti aperti che sono sorti in questa prima fase.
Alla fine di ognuno dei due eventi formativi si effettuerà una verific, al fine di fare emergere
criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti
necessari ad un maggiore efficacia dell’evento.
35) Durata:
Moduli formativi
L’identità del gruppo in formazione
Presentazione dell’Ente
Il lavoro per progetti
Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile
Nazionale:
evoluzione
storica,
affinità
e
differenze tra le due realtà
Il dovere di difesa della patria
La difesa civile non armata e nonviolenta
Conflitto e nonviolenza
La normativa vigente e la carta di impegno etico
Diritti e doveri del volontario del servizio civile
La solidarietà e le forme di cittadinanza
Servizio civile nazionale, associazionismo e
volontariato
La protezione civile
TOTALE ORE
Ore
Ore
Totale
lezione dinamiche ore
frontale non form.
2
4
6
2
1
3
2
1
3
2
1
3
2
2
2
2
3
1
1
1
6
1
0
2
3
3
8
3
3
3
2
1
3
2
1
3
24
20
44
Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari
36) Sede di realizzazione:
I corsi di formazione specifica si realizzeranno presso:
PRIMO LIVELLO
a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Calamino 18 – 47854 – San Savino di
Monte Colombo (RN)
b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 232 – 47900 – Marebello (RN)
c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)
SECONDO LIVELLO
d) Segreteria Zona Forlì – Via Colombo 7 – 47100 Forlì
e) Centro Diurno “cOMUNITà Diurna di Condivisione” via S.tommaso 2353 –
47023 Cesena
37) Modalità di attuazione:
La formazione verrà attuata in proprio, presso l’ente e con formatori dell’ente o
professionisti ed esperti delle tematiche trattate..
38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:
PRIMO LIVELLO
Nome cognome
CRISTINA GIUNGI
NICOLA LAPENTA
LUCA PIERI
DAVIDE RAMBALDI
TANIA PRESEPI
MARIA PAOLA
CAMPORESI
Luogo di
nascita
Rimini (RN)
Bra (CN)
Bologna
(BO)
Bologna
(BO)
Rimini (RN)
Data di
nascita
03/03/1973
09/04/1974
Codice fiscale
GNGCST73D43H294O
LPNNCL74D09B111P
07/04/1954
PRILCU54D07A944U
04/05/1959
RMBDVD59E04A944G
17/11/1975
PRSTNA75S57H294B
Forlì (FC)
26/04/1975
CMPMPL75D66D704V
Luogo di
nascita
Lugo di
Ravenna
(RA)
Forlì
Roncofredo
(FC)
Liestal
(Svizzera)
Data di
nascita
Codice fiscale
SECONDO LIVELLO
Nome cognome
GALLAMINI
NICOLETTA
GHETTI ELISABETTA
FLORA AMADUZZI
SEVERI DANIELE
11/06/1982
GLLNLT82H51E730E
22/02/1966
GHTLBT66B62D704X
04/09/1955
MDZ FLR 55P44 H542D
04/05/1966
SVRDNL66E092133T
FABBRI DANIELE
GASPARINI
STEFANO
Forl’ (FC)
14/06/1968
FBBDNL68H14D704X
Urbino (PU)
26/09/1955
GSPSFN55P26L500N
39) Competenze specifiche del/i formatore/i:
PRIMO LIVELLO
NOME COGNOME
CRISTINA GIUNGI
NICOLA LAPENTA
LUCA PIERI
DAVIDE RAMBALDI
TANIA PRESEPI
MARIA PAOLA
CAMPORESI
COMPETENZE SPECIFICHE
Laureata in psicologia con esperienze pluriennali circa le
tematiche di relazione di aiuto, relazione educativa e
sviluppo e recupero psicologico. Da anni membro
dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
Responsabile del servizio civile, con esperienza
pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto,
formazione al servizio civile di obiettori di coscienza,
volontari ed operatori, educazione alla pace.
Laureato in scienze politiche con esperienza pluriennale
circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza,
disabilità, inserimento al lavoro, formazione di operatori
sociali e pace.
Laureato in scienze dell’educazione con esperienza
pluriennale di lavoro con la disabilità, ed in ambito
formativo. Educatore e responsabile della formazione
presso SERT di San Giovanni in Persiceto (BO)
Psicologa,
iscritta
all’albo.
Specializzazione
in
psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione
d’aiuto, colloqui clinici con bambini, adolescenti e pazienti
affetti da disturbi psichiatrici.
Psicologa,
iscritta
all’albo.
Specializzazione
in
psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione
d’aiuto, devianza in età adolescenziale, disturbi
borderline della personalità. Conduzione di attività di
gruppo
SECONDO LIVELLO
NOME COGNOME
NICOLETTA
GALLAMINI
ELISABETTA
GHETTI
FLORA AMADUZZI
SEVERI DANIELE
FABBRI DANIELE
STEFANO
GASPARINI
COMPETENZE SPECIFICHE
Assistente sociale area minori e famiglie, iscritta all’alboB
cod.2074\b,educatrice animatrice,soccorritore assistenza
pubblica. Esperta nella relazione con le persone accolte
nelle strutture minori e anziani visitati a domicilio.
Psicoterapia - psicologia dei rapporti di gruppo – logoterapia
del linguaggio
“MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi” per interagire
con i disabili attraverso le capacità residue.
Consulente per l’affidamento famigliare, diplomato come
tecnico per servizi sociali, diplomato come “Counsellor di primo
livello” presso l’istituto IACP di Roma.
Educatore professionale, formatore esperto in percorsi di
educazione alla pace, responsabile casa famiglia multiutenza
responsabile per la zona forlì per il servizio civile
Educatore professionale, esperienza pluridecennale in
Centro Diurno per disabili, responsabile del Centro di
Documentazione dell’associazione.
Si allegano Curriculum Vitae
Vedi allegati 6
40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:
La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovani
XXIII, si struttura su due livelli:
Un primo livello che prevede la partecipazione contemporanea di tutti i volontari in servizio
Civile, all'occorrenza suddivisi in gruppi di max 25 persone, a carattere residenziale. Questi
incontri si terranno in concomitanza degli eventi di formazione generale.
Un secondo livello che prevede una serie di incontri periodici, fra i volontari che prestano
servizio sul medesimo territorio.
La metodologia adottata è classificabile come metodologia attiva in quanto favorisce il
coinvolgimento dei volontari, non solo in lezioni frontali ma anche lavori di gruppo,
simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito.
Entrambi i livelli hanno come obiettivo la fornitura dei contenuti specifici necessari ai
volontari per la realizzazione delle azioni previste dal progetto ma si differenziano per
tempistica e periodicità degli eventi formativi.
Elementi metodologici generali:
-
Lezioni frontali
Training
Teatro dell’Oppresso (TDO)
Simulazioni
Giochi di ruolo
Materiali video
Dibattiti
Brainstorming
Lavoro di gruppo
Materiali cartacei (dossier etc.)
Libri e testi
Cd-Rom tematici
Testimonianze e lezioni di esperti in materia
Verifiche periodiche
Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente
offerte dal territorio
Cineforum
Laboratori tematici
41) Contenuti della formazione:
Come indicato al precedente punto 40 la formazione specifica si realizza su due
livelli, entrambi volti a fornire le competenze utili a concorrere alla realizzazione
degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto.
PRIMO LIVELLO
I contenuti caratterizzanti di questo primo livello, che coinvolge simultaneamente
tutti i volontari in servizio civile presso l'ente sono:
•
Dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause (durante il primo
corso residenziale)
Analisi ed approfondimento di:
- Fondamenti teorici della condivisione diretta
- La differenza tra condividere e prestare un servizio
- Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società
-
nuova
La società del gratuito
L’obiettivo specifico di questo modulo formativo si inserisce nel percorso più
generale di conoscenza dell’ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.
Alla base del lavoro quotidiano portato avanti nelle strutture di accoglienza
dell’associazione sta proprio la condivisione diretta con gli “ultimi”, come strumento
di rimozione delle cause che stanno alla radice delle ingiustizie sociali. Al volontario
verranno introdotti quelli che sono i fondamenti teorici di questa modalità operativa.
•
La relazione d'aiuto (durante il primo ed il secondo corso residenziale)
Elementi generali ed introduttivi
- Il rapporto “aiutante-aiutato”
- Le principali fasi della relazione di aiuto
- La fiducia
- Le difese all’interno della relazione di aiuto
- Presa in carico della persona aiutata
- Ascolto ed empatia
- Gestione della rabbia e dell’aggressività
- Il disagio psicologico dei minori
- L’handicap fisico e psichico
- La devianza
Elementi di approfondimento
1.Area Minori
-
suddivisi per aree
Il mondo interno del bambino
Il passaggio dalla dipendenza all’autonomia
L’attaccamento
Il vissuto psicologico del bambino in affido
L’induzione di ruolo nelle relazioni educative
La gestione dell’aggressività nella relazione con il
minore
2.Area Handicap Fisico e Psichico
- Il vissuto psicologico della persona con handicap
- Le principali forme di handicap psichico
- Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative
3.Area Devianza
-
•
Le radici della devianza
Principali manifestazioni comportamentali della
devianza
Analisi di casi borderline
La conquista della fiducia e la gestione
dell’aggressività nella relazione di aiuto con
adolescenti devianti
Il lavoro per progetti (nel corso dell’ultimo mese di servizio)
Verifica, valutazione ed analisi di:
- Obiettivi del progetto
- Andamento del servizio
- Competenze acquisite
- Il sistema formativo
L’obiettivo di questo ultimo modulo è quello di avere un quadro complessivo e una
valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. A tal fine il formatore
guiderà il gruppo all’analisi e alla rielaborazione del servizio svolto cercando di
cogliere i punti critici e gli aspetti problematici incontrati. Farà emergere i punti di
forza e, sulla base di questi, stimolerà il gruppo a migliorare e ri-progettare
l’esperienza di servizio civile.
Si effettuerà un laboratorio di auto-valutazione delle competenze. In una prima fase
di lavoro individuale, ogni volontario ricostruirà la storia del proprio servizio civile:
analizzerà le azioni svolte e prenderà in esame le conoscenze, le capacità e le
caratteristiche personali necessarie all’espletamento di ognuna di esse. Il formatore,
sulla base del lavoro precedente, inviterà ognuno dei volontari a costruire un proprio
profilo dal punto di vista delle conoscenze e competenze acquisite ed un ipotesi sul
proprio percorso formativo e professionale futuro, che verrà esplicitato in modo
assembleare.
SECONDO LIVELLO
Questo secondo livello di formazione specifica si caratterizza per l'ulteriore
specificità dell' esperienza di servizio civile nel contesto territoriale.
I contenuti degli incontri periodici sono:
• Viaggio formativo nel contesto territoriale e nella realtà dell’ente
Conoscenza dei servizi sociali territoriali e delle strutture dell’Associazione presenti
nella provincia. Il formatore guiderà il gruppo, attraverso un vero e proprio viaggio
formativo, nella visita delle strutture principali dell’Associazione.
• L’intervento dell’associazione nel territorio
Evoluzione storica e cambiamenti metodologici nell’intervento ricolto a minori e
disabili dell’associazione. Il territorio sociale della zona: bisogni, punti di forza e di
debolezza. La rimozione delle cause che creano ingiustizia.
• “MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi”
-
-
Principi e fondamenti della Globalità dei Linguaggi (GdL), disciplina formativa nella
comunicazione ed espressione con finalità di ricerca, educazione, animazione,
riabilitazione, terapia:
- unità psicosomatica umana; potenziali umani; comunicazione ed
espressione; sinestesia; vicarietà dei sensi; autonomia;
integrazione.
- Teorie specifiche della GdL:
- Stili Prenatali. Emo-tono-fonosimbolismo. Corpo tripartito.
Riflessiologie corpo – bocca – mano – mente.
- Simbologia del colore, del movimento, delle materie. Morfogenesi
dell’energia vitale. Gli archetipi.
- I “Quattro Elementi”. Sviluppo dell’essere umano dalla vita
prenatale: sviluppo sensoriale, psicomotorio, delle attività manuali,
delle tracce espressive, del linguaggio dal non-verbale al verbale.
Metodologia della GdL:
- Metodologia dell’osservazione dei comportamenti psicosensomotori. Metodologia della terapia psicomotoria. Metodologia e
pratica della programmazione individualizzata. Artiterapia e
Musicoterapica nella GdL.
•La relazione con le persone accolte nelle strutture minori, disabili e anziani visitati a
domicilio.
La relazione con le persone “dal minori all’anziano”.
- Aspettative e preoccupazioni
- Cosa mi aspetto di dare e di ricevere dall'esperienza di Servizio Civile .
- La relazione umana: scambio .
- Il contatto con qualcuno diverso(e che non ci piace).
- L'aiuto che diamo a volte, non è l'aiuto, di cui l'altro ha bisogno.
- I principi del servizio sociale valgono anche qui: centralità della persona
che deve essere considerata nella sua globalità.
• La comunicazione nella relazione di aiuto
- “la comunicazione” verbale e non verbale e le sue funzioni.
-
le condizioni personali, del educatore per una relazione d’aiuto.
sentimenti ed emozioni : come gestire la conflittualità ( rabbia, gioia, vergogna) che
cos’è il conflitto nella relazione
• Psicologia dei lavori di gruppo
- Incontrare gli altri: strumenti psicologici di conoscenza e di analisi della persona e
della relazione di aiuto nella condivisione diretta
- La tipologia di relazione
• Cittadinanza attiva ed educazione alla pace
Introduzione tramite laboratori specifici alle tematiche: pace, diritti umani, globalizzazione
ed economia mondiale. I volontari, insieme al formatore, saranno chiamati successivamente
ad applicare i laboratori in alcune scuole medie inferiori e superiori del territorio.
42) Durata:
PRIMO LIVELLO
Modulo formativo
Quando
Durata
A La condivisione diretta e la rimozione
Nel corso del primo mese
6h
delle cause
B La relazione di aiuto:
- elementi generali ed introduttivi
Nel corso del primo mese
14 h
- elementi di approfondimento
suddivisi per aree
C La relazione di aiuto:
- elementi di approfondimento
Nel corso del quarto mese
12 h
suddivisi per aree
D Il lavoro per progetti
Nel corso dell’ultimo mese
8h
Durata totale primo livello (A+B+C+D)
40 h
SECONDO LIVELLO
Modulo formativo
Quando
E Viaggio formativo nel contesto territoriale e
dell’ente.
Lezioni frontali
durata 8 h
Laboratori formativi
durata 8 h
L’intervento dell’associazione nel
territorio
La relazione con le persone accolte nelle
strutture minori, disabili e anziani visitati a
domicilio.
Psicologia dei lavori di gruppo
Cittadinanza attiva ed educazione alla
pace
La comunicazione nella relazione di
aiuto
“MusicArTerapia nella Globalità dei
Linguaggi”
Durata totale secondo livello (E)
Durata
8h
6h
6h
4h
4h
10 h
8h
46
DURATA TOTALE FORMAZIONE SPECIFICA:
(A+B+C+D)+E = 86
Altri elementi della formazione
43)Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica)
predisposto:
Si rimanda al piano di Monitoraggio verificato dall UNSC in sede di accreditamento
Data 22 ottobre 2007
Il Progettista
Il Responsabile del Servizio Civile Nazionale
dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
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GIOVANi e SOLIDARIETA` 2 - Associazione Comunità Papa