SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, è un ente ecclesiastico che opera da circa 30 anni in vari ambiti sociali e si rivolge a chi vive condizioni di emarginazione in Italia ed all’estero. L’impegno della Comunità inizia con i disabili, con la battaglia per il riconoscimento dei loro diritti nel 1968, mentre nel 1973 nasce la prima casa famiglia. L’intervento della Comunità si caratterizza per la scelta di condividere direttamente con gli ultimi a partire proprio dalla realtà delle case famiglia. Fin dall’inizio la Comunità attribuì notevole valore all’obiezione di coscienza, intesa non come una scelta, ma come un modo di essere e di vivere, ed infatti l’Associazione si occupa di servizio civile e obiezione di coscienza dal 1973 In particolare i progetti per i volontari in servizio civile partono dal legame con una situazione di povertà o ingiustizia, passano attraverso un’esperienza di condivisione e arrivano a percorsi di rimozione delle cause. Al di là della storia del servizio civile, dei singoli eventi che l’hanno caratterizzata, delle leggi promulgate relative all’obiezione di coscienza e al servizio civile, ciò che si vuole evidenziare è l’intento dei giovani volontari di promuovere la pace attraverso l’educazione alla nonviolenza, la difesa dei diritti umani, la cittadinanza attiva. 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE NZ00394 1 CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato3): Settore: Assistenza Area di intervento: Minori – Disabili - Anziani Codice: A01 – A02 – A06 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il progetto “GIOVANI E SOLIDARIETA 2’” si sviluppa nella provincia di Forlì e Cesena, ambito territoriale che conta in totale 337.993 abitanti e comprende 30 comuni: i comuni capoluogo e 2 fra quelli di maggiori dimensione dell’intera provincia (Savignano sul Rubicone 16.447 ab. e Predappio 6.396 ab) e riguarda l'attivazione di posizioni di servizio civile volontario nel territorio provinciale. Il comprensorio di Cesena, con 196.568 abitanti, rimane più popoloso di quello di Forlì, in cui risiedono 179.999 abitanti. La situazione è opposta per quanto riguarda i due Comuni capoluogo: Forlì presenta infatti una popolazione di 113.605 abitanti a fronte dei 94.078 di Cesena. (Fonte: Camera di Commercio Forlì - Cesena dati 2006) IL CONTESTO TERRITORIALE PER AREA DI INTERVENTO I disabili nel territorio provinciale I dati raccolti dalla Regione Emilia Romagna nel 2005 registrano nella nostra regione una presenza di disabili pari al 4,8% della popolazione, circa 480mila, di cui circa 11mila usufruiscono di servizi residenziali o diurni. FORLI’ A Forlì sono 385 i minori disabili inseriti nelle scuole di diverso livello e 488 i disabili adulti che frequentano corsi di formazione professionale, centri occupazionali e iniziative di riabilitazione, mentre 4500 persone percepiscono il trattamento economico INPS in quanto invalidi civili. Nella specifica area dei disabili medio-gravi gli utenti inseriti in strutture residenziali nel 2005 sono stati 93, l’8% in più degli utenti seguiti nel 2004; tale tipologia di risposta è stata praticata laddove si rilevava un bisogno di tipo relazionale forte, in quanto veniva a meno il sostegno familiare (genitori anziani). Gli utenti invece inseriti in centri socio-riabilitativi diurni nel 2005 sono stati 129, l’1,5% in più rispetto al 2004. Per quanto riguarda l’offerta di servizi analoghi del territorio è la seguente: Ubicazione territorio Forlì Soggetto Gestore Centri Diurni Centri Residenziali Coop. Sociale Il cammino Diurno Barsiano Gruppi appartamento via Maceri Malta Residenziale San Leonardo Residenziale L’Accoglienza Diurno San Leonardo Consorzio di Solidarietà Sociale –L’accoglienza Consorzio di Solidarietà Diurno via Ridolfi Sociale – Ass. Anfas Fondazione Don Pippo Diurno Luigi Lago Coop. Soc. Solidarietà Diurno via barsanti Intrapresa Coop. Soc. CAD Castrocaro Dovadola Modigliana Predappio Forlimpopoli Meldola S. Sofia Moby Dik Max Ten Diurno saturano da Diurno Modigliana Coop. Saturano Salus IPAB O.P. Zauli Montepolo Coop. Soc Kara B. Opera S. Camillo Cop. Soc. lamberto Valli Diurno Forlimpopoli Silenziosi Operai della Diurno Meldola Croce Coop. Soc. CAD Diurno S. Sofia Residenziale Don Pippo Residenziale c.so Diaz Comunità di Saturano Residenziale Dovadola Residenziale Modigliana Residenziale Predappio Residenziale Forlimpopoli Residenziale Meldola (Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007) Altri servizi erogati dal distretto sanitario, per i disabili medio-gravi sul territorio sono: - servizio di assistenza domiciliare, gestito in convenzione con 2 cooperative sociali che è stato erogato a 44 utenti nel 2005; - assegno di cura per favorire condizioni di domiciliarità con un numero di erogazioni per il 2005 pari a 30. La criticità principale che si può rilevare dall’analisi del territorio forlivese, dai contatti con l’utenza (disabili e famiglie) e dall’intervento stesso dell’associazione e dai dati generali sopra descritti, sono le seguenti: - assenza di reti familiari e insufficienti risposte alle problematiche dei genitori anziani di portatori di handicap; inoltre vi è un aumento di richieste di accoglienze in contesti di vita che permettano una maggiore autonomia della persona e di misure funzionali al mantenimento delle autonomie residue CESENA Nel territorio dell’A.S.L. di Cesena erano residenti 3.471 persone disabili nell’anno 2005, di età compresa da 0 a 65 anni, suddivise per fasce d’età nel modo seguente: Età 0/5 anni 6/13 anni 14/17 anni 18/24 anni 25/34 anni 35/44 anni 45/50 anni 51/65 anni N° N° 43 N° 357 N° 243 N° 337 N° 326 N° 567 N° 421 N° 1177 (Fonte:Regione Emilia Romagna nel 2004) Secondo la diversa patologia, le stesse persone erano così suddivise: PATOLOGIE Patologie neuromotorie Insufficienze mentali Patologie psichiatriche Sindrome di down Patologie organiche Patologie sensoriali Disturbi dell’apprendimento Patologie motorie Neoplasie Sindrome epilettica Diagnosi non specificata N° 446 604 574 113 493 228 257 121 464 120 51 (Fonte:Regione Emilia Romagna nel 2004) L’Unità Operativa Disabili Adulti dell’A.S.L. di Cesena poteva contare su una rete di servizi comprendente n° 10 centri residenziali, con n. 85 p osti disponibili, e n° 9 centri diurni. Altro dato si può ottenere dalle strutture che rispondono in maniera diretta ai bisogni dei disabili, come i centri socio-riabilitativi residenziali e diurni che offrono interventi e prestazioni ad alta protezione, rivolti a soggetti con grave disabilità e per i quali è necessario predisporre misure funzionali al mantenimento delle autonomie residue. L’attuale rete di strutture socio-riabilitative per disabili presenti nel nostro territorio è composta da 24 centri residenziali convenzionati per n. 172 posti disponibili e 22 centri semiresidenziali per n. 278 posti disponibili oltre ad altri 13 servizi diurni espressivamente dedicati alla promozione dell’inserimento lavorativo delle persone disabili. Strutture socioriabilitativi e residenziali Utenti centro socioriabilitativo residenziale Utenti centro socioriabilitativo diurni Utenti centro sociooccupazionale 2002 2003 2004 88 96 169 146 148 156 72 72 75 (Fonte: Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 -2007) Le criticità che si possono rilevare dall’analisi del territorio di Cesena e dai dati generali sopra descritti, dai contatti con l’utenza (disabili e famiglie) e dall’intervento stesso dell’associazione sono le seguenti: - - Differenza negativa tra il numero possibili disabili e posti nelle strutture socio-riabilitative nel territorio provinciale ci rivela un numero elevato di persone con disabilità che sono emarginate nel loro contesto familiare senza usufruire delle strutture e dei servizi di base; Scarsa informazione e supporto psicologico a favore dei soggetti disabili e delle loro famiglie: in quanto spesso la poca conoscenza dei servizi territoriali genera chiusura; mancanza di organizzazione dei centri socio-riabilitativi residenziali come nucleo e contesto familiare. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera nel settore disabili sul territorio provinciale principalmente attraverso due tipologie di strutture: i centri socio – riabilitativi diurni e le strutture residenziali ossia le Case Famiglia. 1. SEDE: COMUNITA’ DIURNA DI CONDIVISIONE Nello specifico progetto il centro socio – riabilitativo diurno che verrà coinvolto sarà: la Comunità Diurna di Condivisione di Cesena. II centro è nato all’interno della vasta e pluridecennale esperienza dell’Associazione Papa Giovanni XXIII ed è stata aperta nel gennaio 1998 quale risposta alle varie richieste provenienti da famiglie e case-famiglia. Struttura autorizzata al funzionamento quale centro socio riabilitativo diurno, secondo le vigenti norme regionali in materia, la Comunità Diurna ha visto in questi anni un costante aumento delle persone accolte, passando dalle 8 del primo anno di attività alle complessive ed attuali n. 18 persone accolte. La tabella sottostante evidenzia la tipologia di utenti del centro diurno che presentano nella maggior parte dei casi patologie medio-gravi, con difficoltà di movimento, di comunicazione e di relazione. Patologia Eta’ Sindrome Prade-Willy 28 Paralisi cerebrale post-trauma Autismo Artrite reumatoide Sindrome di down-autismo Cerebropatia infantile Tetraparesi spastica Sindrome di Rett Paraplegico epilettico Cerebropatia post trauma Ritardo mentale grave Autismo Anno di inserimento e previsione perm. 1999 – permanenza a lungo termine Percorso di inserimento Servizi Sociali 42 2004 – permanenza a lungo termine Servizi Sociali 32 1998 – permanenza a lungo termine 2002 – permanenza a lungo termine 1998 – permanenza a lungo termine 1998 – permanenza a lungo termine 1998 – permanenza a lungo termine 2005 – permanenza a lungo termine 2000 – permanenza a lungo termine 2002 – permanenza a lungo termine 1998 – permanenza a lungo termine 1983 – permanenza a lungo termine 1998 – permanenza a lungo termine 2006 – permanenza a lungo termine 2005 – permanenza a lungo termine 2007 – permanenza a lungo termine 2000 – permanenza a lungo termine 1999 – permanenza a lungo termine Servizi Sociali 48 43 51 48 22 33 43 51 41 Tetraparesi spastica Tetraparesi post trauma Autismo 52 27 Autismo 21 Cerebropatia infantile Tetraparesi spastica 35 32 45 (Fonte: associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali Servizi Sociali La collaborazione con l’A.S.L. territoriale si è consolidata e in questi anni è stata sempre più valorizzata la peculiarità dello stile e delle attività del Centro. Infatti tutti gli utenti vengono assegnati dai Servizi Sociali del territorio di Cesena con una previsione di permanenza a lungo termine dovuta all’aumento della domanda dei soggetti disabili del territorio e alle difficoltà delle famiglie di portatori di handicap di prendersene carico. Gli interventi che la Comunità Diurna di Condivisione ha effettuato ed effettuerà nell’anno 2007 sono: 3 incontri di equipe tra operatori e responsabile della struttura, come conoscenza dell’organizzazione del Centro Diurno e prima presentazione dei casi specifici di tutte le persone accolte. 1 incontro iniziale delle attività con tutta l’equipe degli operatori per favorire una buona interazione con gli altri educatori e nuove persone di riferimento. Accompagnamento quotidiano nel trasporto dalle residenze degli accolti al Centro Diurno Accoglienza quotidiana vissuta in gruppo. Educazione igienico – sanitaria - alimentare degli utenti del centro. 2 laboratori settimanali di MusicoTerapia nella Globalità dei Linguaggi, metodo Stefania Guerra Lisi, con le persone accolte handicappate gravi e gravissime. 1 mattina alla settimana partecipazione alla attività di acquaticità svolta presso la Piscina Comunale di Cesena, con un gruppo di accolti. 1 laboratorio settimanale di teatro e drammatizzazione, collaborando con gli operatori e due esperti volontari del Servizio Teatro della Comunità Papa Giovanni XXIII. 1 laboratorio settimanale artistico di pittura, che coinvolge tre accolti, affiancando una volontaria esperta in artistica. 2 laboratori settimanali di informatica applicata alla facilitazione della comunicazione. Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni, fiere, ecc. In estate 2 volte alla settimana per due mesi giornata trascorsa al mare, in spiaggia attrezzata di Pinarella di Cervia, con attività ludiche e ricreative. Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso l’albergo “Madonna delle Vette” della Comunità. Attività programmate in coproduzione con parrocchie ed enti del territorio 2. CASE FAMIGLIA Queste strutture sono disponibili all'accoglienza di minori disabili e persone adulte con gravi disabilità, presso le quali l'utente dimora anche per tutta la vita. Le persone accolte sono spesso prive di una rete familiare in grado di garantire l’assistenza e il supporto necessari nella vita quotidiana del disabile capace di compensare tali bisogni. Le strutture dell’Associazione rispondono alle richieste delle persone disabili collegandosi anche a Centri Diurni specifici e rappresentano un’opportunità per la persona disabile di sperimentare percorsi di recupero delle autonomie residue o di assumere nuove abilità nella gestione di sé e delle relazioni con gli altri. La presenza degli operatori garantisce alle persone inserite nella comunità un sostegno e un supporto costante 24/24 ore. Agli ospiti delle strutture vengono erogati, secondo programmi di lavoro personalizzati e da personale competente, specifici servizi di accompagnamento e supporto nello sviluppo delle autonomie personali e sociali. Nelle Case Famiglia della provincia sono ad ottobre 2007 inseriti: 17 minori disabili psichici, 41 adulti disabili psichici e 8 adulti disabili fisici mentre nelle sedi di attuazione di progetto coinvolte sono accolte al mese di ottobre 2007 i seguenti soggetti disabili: Età Patologia 21 23 Tetraparesi Sinistra - 100% Invalidita’ - Uso Carrozzina Tetraparesi Con Ipocusia 90% Invalidita’ Ritardo Mentale Medio Grave 80% Invalidita’ Autismo 100% Invalidita’ 25 Celebroleso 34 Autismo 22 Ritardo Mentale 49 30 Inzio accoglienza e previsione permanenza 1993 - permanenza a lungo termine 1994 - permanenza a lungo termine 1993 - permanenza a lungo termine 1993 - permanenza a lungo termine 1986 - permanenza a lungo termine 1985 - permanenza a lungo termine 1999 – permanenza a lungo termine Percorso di affido Affidato attraverso ss.ss Dimissione da un istituto Affido in altra famiglia saltato Affido consensuale Contatti con famiglia naturale Sporadici Sporadici Nulli Periodici Servizi sociali Nulli Servizi sociali Nulli Servizi sociali Sporadici 19 Handicap Psichico Grave 24 Handicap Psichico Grave 52 Psicosi 18 32 Ritardo Cognitivo Ritardo Cognitivo Minore Ritardo Mentale Medio Grave 80% Invalidita’ Autismo Minore Minore Minore Distrofia muscolare duchenne Ritardo Cognitivo 1995 – permanenza a lungo termine 1993 – permanenza a lungo termine 1983 – permanenza a lungo termine figlio adottivo 1998 – permanenza a lungo termine 2001 - permanenza a lungo termine 2000 - permanenza a lungo termine 2 mesi estivi + 2 mesi a natale 2001 - permanenza a lungo termine Servizi sociali Nulli Servizi sociali Periodici Servizi sociali Periodici Servizi sociali Servizi sociali Nulli Nulli Affido giudiziale ss.ss. Servizi sociali Nulli Associazione auser Adottata Nulli Nulli Nulli (Fonte: associazione Comunità Papa Giovanni XXIII) La tabella riporta i dettagli delle accoglienze dalle quali si possono evincere i seguenti tratti caratteristici relativi delle utenze: - sono per lo più giovani (tra i 12 anni e i 32) - la disabilità psichica e la diasbilità pscio-fisica si manifestano in egual misura - sono forme di disabilità medio-gravi - sono accoglienze a lungo termine - sono affidati dai Servizi Sociali del territorio - pochi accolti hanno contatti con la famiglia di origine Le accoglienze potrebbero modificare ma la fotografia effettuata nel mese di ottobre 2007 ci mostra un quadro generale sugli utenti disabili su cui vanno intervenire le case famiglia. Queste ultime nell’anno 2007 hanno ed andranno ad organizzare e strutturare azioni specifiche rivolte alle persone disabili. Data la necessità di garantire un servizio di base (assistenza igenico-personale, assistenza alimentare, ecc…) in un contesto familiare, gli operatori, in modo particolare nell’ultimo anno vista l’aumento di richieste, non sono riusciti a garantire un pieno sviluppo delle abilità e capacità dell’autonomia di ogni singolo disabile accolto, essendo solo in grado di seguire con percorsi specifici circa un accolto su due. Inoltre le case famiglie, lavorando sinergicamente sul territorio provinciale, ricevono svariate richieste di aiuto, in modo particolare nell’anno 2007 le strutture hanno supportato le famiglie di portatori di handicap (circa una ventina) tramite consulenze ed interventi di sussidarietà. I minori nel territorio provinciale Secondo il Piano Sociale di Zona 2005-2007 dei Comuni in questione, la tipologia delle situazioni familiari, la casistica e le problematiche presenti nel territorio sono tendenzialmente omogenee a quelle del contesto regionale. Viene confermata una tendenza all’aumento della conflittualità familiare e una scarsa capacità di gestione delle relazioni interpersonali a seguito di separazioni che si riflettono negativamente sullo sviluppo e sulla condizione affettivo relazionale dei minori. Un altro elemento di cambiamento storico è rappresentato dalla progressiva recente presenza di situazioni in carico ai servizi sociali di nuclei con prevalente difficoltà economica e abilitativi. I minori in carico al servizio sociale e il confronto tra i dati 2000 e 2004 evidenzia un progressivo aumento della casistica: sono stati n. 1600 i nuclei familiari seguiti nel 2004 con n. 2364 minori. Nel 2003 erano 1.100 nuclei con 1.311 minori in totale. L’analisi qualitativa evidenzia come nel 70% dei casi l’aspetto prevalente è quello connesso alle problematiche familiari di tipo relazionale. Viene stimato che oggi i nuclei monogenitoriali rappresentano circa il 18% dei nuclei familiari con minori. Per quanto concerne l’affidamento familiare, che è lo strumento più tradizionalmente utilizzato per attivare le risorse solidaristiche esterne alla famiglia di origine a tutela dei bambini, nel corso dell’anno 2004 ha riguardato numero 95 bambini del comprensorio forlivese (più 13% rispetto 2003). L’intervento è gestito in collaborazione con numero 8 associazioni di volontariato o promozione sociale (Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Paolo Babini, Don Giovanni Cane, Centro Aiuto alla vita, Comunità Emmanuel, Gli elefanti, Adamantina, G.A.D.). Andamento affidi Consensuali Giudiziali Totale 2001 27 58 85 2002 34 53 87 2003 32 52 84 2004 40 55 95 2005 55 68 123 2006 47 58 105 (Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007) Affidi familiari anno 2004 A famiglie esterne alla cerchia parentale (eterofamiliare)consensuale Di cui stranieri Di cui disabili certificati Di cui a part-time A famiglie esterne alla cerchia parentale (eterofamiliare)giudiziale Di cui stranieri Di cui disabili certificati Di cui a part-time A parenti consensuale(tempo p\part time) A parenti giudiziale(tempo p\part time) Totale Iniziato nel 2004 Concluso nel 2004 In corso al 31\12\2004 25 26 10 15 0 17 9 1 17 9 0 4 7 3 27 1 0 0 0 0 0 2 5 0 1 1 3 3 4 21 36 34 61 Iniziato nel 2005 17 Concluso nel 2005 18 In corso al 31\12\2005 7 14 0 0 17 13 0 1 9 7 0 2 35 8 0 0 0 3 0 8 0 7 5 15 0 0 0 0 57 62 61 (Fonte: Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 -2007) L’intervento principale nell’ambito della tutela dei minori è l’accoglienza in strutture residenziali. Nel corso del 2004 ha riguardato n. 104 bambini (+ 44% rispetto 2003) e n. 35 stranieri non accompagnati mentre nel 2005 ha riguardato 174 bambini. L’accoglienza residenziale è garantita nel territorio attraverso una rete di 23 strutture , ripartite tra case famiglia, comunità educative e comunità di tipo familiare, gestite da cooperative sociali, associazioni ed enti religiosi attraverso convenzioni con il Comune. Minori in struttura anno 2004 - 2005 In comunità educativa In comunità di tipo familiare In comunità di pronta accoglienza In casa famiglia In struttura per disabili In altro tipo di struttura In struttura residenziale con la madre Tot.minori inseriti in struttura Tot.minori inseriti 2005 49 Concluso nel 2006 In corso al 31\12\2006 30 20 49 Tot.minori inseriti 2006 69 19 5 7 6 13 38 25 0 16 53 11 0 6 48 9 0 10 6 15 0 4 54 24 0 14 27 10 13 7 20 147 105 94 80 174 Iniziato nel 2006 (Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007) Un altro strumento che viene utilizzato in questo settore da parte del Comune è l’adozione, forma di accoglienza che va accompagnata da molteplici interventi quali quelli dei servizi sociali sanitari, degli organi di giustizia, ecc… Mediamente negli ultimi anni vengono svolte circa n. 40 istruttorie di adozioni e si organizzano 3 - 4 corsi di informazione e preparazione delle famiglie che si propongono per l’adozione dove vengono anche utilizzati formatori della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. EVOLUZIONI DEL SERV. ADOZIONI: 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Richieste di istruttorie 37 39 39 34 39 33 Istruttorie gestiti 41 59 44 53 47 36 Nuovi affidi preadottivi 4 15 9 8 12 16 Affidi gestiti 19 19 24 17 38 32 (Fonte: programma attuativo 2007 Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 –2007) Le criticità che si possono rilevare dall’analisi del territorio e dai dati generali sopra descritti, sono le seguenti: - Difficoltà diffusa a vari livelli dell’esperienza genitoriale che si evidenzia con aumento crescente di accoglienza di minori in strutture residenziali - Impoverimento e difficoltà di gestione da parte dei minori della vita quotidiana L’intervento dell’Associazione sul territorio, nell’ambito sopra descritto, si struttura con differenti modalità e opera con differenti strumenti. I casi raccolti dall’Associazione nella provincia provengono principalmente dagli enti pubblici. Prioritario è il rapporto con i Comuni di Forlì e Cesena, inoltre molto frequenti sono le richieste dei Comuni/AUSL limitrofi. Un altro canale molto importante di accesso al Servizio proviene dagli organi giudiziari: arrivano richieste direttamente dai Tribunali per i Minorenni, dalle Questure, dalle stazioni dei Carabinieri e dalle stazioni di Polizia. Inoltre, è attivo un canale interno all’Associazione che viene utilizzato per divulgare rapidamente le richieste di bisogno rispetto a minori che non trovano risposte sul territorio competente e che, in accordo con i Servizi Sociali locali, possono essere anche collocati fuori territorio. A Forlì e Cesena esistono, poi, da anni, due Tavoli di Coordinamento tra la maggior parte di Ass.ni/Coop.ve che nel territorio si occupano di minori. Chi non riesce a rispondere ai bisogni proposti, porta al tavolo le richieste per socializzarle e cercare un risposta alternativa. Un altro canale molto importante è il mondo del volontariato cattolico, come Caritas diocesana e Centri di Ascolto parrocchiali, CAV, parrocchie … Infine c’è la libera utenza, cioè l’accesso diretto o indiretto, tramite parenti, ad esempio, di persone in stato di bisogno con figli minori (o mamme in gravidanza) che si rivolgono all’Associazione per chiedere aiuto. Si presentano, con sempre più frequenza soprattutto in libera utenza, famiglie disperate perché incapaci di gestire i figli adolescenti perché ribelli, senza rispetto e senza regole; la richiesta è di un percorso per i genitori stessi, affinché vengano sostenuti nel ruolo genitoriale. Inoltre si presentano famiglie aspiranti affidatarie e adottive per conoscere i percorsi e l’opera della Associazione in collaborazione con i Servizi Sociali. Viene sempre più spesso richiesta, soprattutto dai Servizi Sociali, ma non solo, la possibilità di realizzare, all’interno delle sedi dell’Ass.ne, incontri protetti tra i minori e i genitori. L’Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII garantisce agli enti pubblici, a quelli privati e alla cittadinanza la reperibilità telefonica su tre numeri 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, su tutto il territorio nazionale. Garantisce anche una reperibilità “fisica” presso le strutture del territorio, ormai conosciute tranne quelle con indirizzi segreti per situazioni di protezione sociale (madri o minori abusati/maltrattati, neonati in stato di abbandono e adattabilità, ecc…). Dopo il primo filtro telefonico, realizzato dai responsabili/coordinatori, si vagliano le richieste e si valutano le possibili soluzioni da mettere in campo. Nel triennio ci sono state 486 richieste dagli enti pubblici, privati e dalla “libera utenza” così suddivise: • • • • Richieste di pronta accoglienza di una struttura per minori n.257 Richieste di pronta accoglienza in struttura per mamme, con figli o in gravidanza n. 68 Richieste di emergenza da parte di famiglie affidatarie in difficoltà n. 26 Richieste di emergenza da parte di famiglie di origine in difficoltà n. 135 Tutte le Case Famiglia coinvolte nel progetto sono disponibili per la Pronta Accoglienza residenziale nella fascia 0 – 18 e per le mamme, secondo le possibilità ricettive del momento e secondo il principio di paternità e maternità responsabile. Inoltre, l’Ass.ne mette a disposizione del territorio una struttura specifica per la pronta accoglienza di minori stranieri non accompagnati e alcune famiglie per la pronta accoglienza dei bambini da 0 a 3 anni. Il Comune di Forlì ed il Comune di Cesena, settore politiche sociali –area minori-, si sono dimostrati attenti e sensibili alle problematiche emergenti, ma sempre più in difficoltà nel farvi fronte, a causa dell’aumentata complessità delle situazioni, dell’alta aggressività degli utenti, dalla velocità con cui si modificano bisogni e richieste di aiuto, causata anche dalla varietà e molteplicità di etnie presenti sul territorio. Nel corso di questi ultimi anni, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nella provincia ha ricevuto dai diversi Comuni o da altri enti istituzionali del territorio, crescenti richieste di inserimento in case famiglia o altre strutture della Comunità con problematiche varie. A molti di questi minori si è riusciti a dare una risposta, anche mettendo in rete le risorse del terzo settore disponibili sul territorio: alcune strutture si sono rese disponibili per la Pronta Accoglienza, altre per progetti di proseguimento dell’inserimento del minore, a partire dai progetti individualizzati condivisi con le assistenti sociali del territorio competente, altri ancora collocati in famiglie affidatarie appartenenti anche ad Ass.ni/Coop. diverse da quelle in cui il minore era stato in origine inserito, mettendo così a disposizione della collettività le differenti e molteplici risorse del territorio, secondo una logica che mette al centro i bisogni del minore al di là delle appartenenze. L’inserimento dei volontari in servizio civile nelle strutture Case Famiglia, che vengono richiesti, darebbero un sostegno importante alla gestione delle attività e nei progetti rivolti ai minori contribuendo ad una più efficace progettualità assistenziale individuale. Le nostre strutture sono collegate al territorio provinciale perché accolgono minori stranieri e non; dal 2004 ad oggi sono passati: - 9 bimbi: - 3 italiani con problemi di famiglia: stato di abbandono scolastico, non accudimento personale da parte dei genitori e abbandono affettivo - 2 bimbi nigeriani mandati in pronta accoglienza e poi in affido per 11 mesi con preparazione per ulteriore affido, per tornare infine dai genitori. - 1 di 5 mesi perché non poteva essere riscaldata e protetta dal freddo esterno ove abitava. - 1 bimba per identici motivi - 1 bimbo di 18 mesi nigeriano come affido estivo per dare la possibilità ai genitori di lavorare - 1 neonata di 15 giorni come affido in stato di abbandono in ospedale, rimasta fino ai 5 mesi e poi andata in adozione - 1 di 10 anni che è stato inserito col padre nella terza fase della comunità terapeutica - 1 mamma con figlia piccola rumena in pronta accoglienza inserita dalla questura - 23 minori stranieri non accompagnati inseriti dalla questura o dai servizi sociali o dalla caritas oppure dalla polizia ferroviaria di varie nazionalità: Afgani, del Marocco, Cinesi, Rumeni, Sloveni, del Ghana - 10 minori italiani con problemi di vario tipo, allontanamento dai genitori per maltrattamenti e percosse oppure che i genitori affidano ai servizi per impossibilità di seguirli nella loro crescita o in conflitto con loro, o orfani di un genitore, oppure adozioni fallite. Al mese di ottobre 2007 sono accolti nelle sedi di attuazione di progetto 24 minori, la tabella sottostante mostra la suddivisione per fasce d’età. Eta’ 0 –3 4–7 8 – 11 12 – 15 16 – 17 TOTALE N° accoglienze 6 3 4 5 6 24 I minori sono stati affidati alle strutture da: Servizi Sociali, Questura, Forze dell’ordine in casi di emergenza e/o genitori in stato di bisogno. Le problematiche dei minori sono legate ai loro vissuti: abbandono, disadattamento familiare e/o sociale, maltrattamento psicologico e/o fisico, affidi precedenti falliti, accoglienza all’interno di istituti per minori. Vengono inseriti presso le strutture dell’associazione dai servizi sociali, dalla questura, dalle forze dell’ordine in casi di emergenza e dai genitori in difficoltà economica. I percorsi di accoglienza riguardante i minori sono i seguenti: - 7 affidamento familiare 5 affidamento illimitato - 9 affidamento temporaneo con possibilità di reinserimento nella famiglia/genitore di origine 2 appoggio diurno 1 affido estivo Le sedi di attuazione di progetto presentano alcuni elementi e modalità di intervento comuni, formando così una rete di servizi per le persone in disagio ed escluse dal contesto sociale della provincia. Queste sinergie tra le diverse strutture consolidano maggiormente i processi di partecipazione, cooperazione e coordinamento ai programmi e interventi comunitari. Oltre al lavoro di accoglienza residenziale (assistenza, attività ludiche ricreative, attività motorie, laboratori, ecc…) le 10 Case Famiglia della zona di Forlì e Cesena, nell’ottica della rimozione delle cause che creano l’ingiustizia, si sono assunte tutti quei progetti chiamati, genericamente, di “Sostegno alla Genitorialità”. Nello specifico sono stati realizzai: - “affido a domicilio” “famiglie tutor/famiglie d’appoggio” “percorso educativo con i genitori per il sostegno alla genitorialita’ ” “affido familiare” “tirocinio per famiglie aspiranti all’affido” partecipazione al gruppo di lavoro “INSIEME PER I MINORI – coordinamento di associazioni (incontri quindicinali o mensili) con la rappresentazione di numerose associazioni e cooperative. Gli anziani nel territorio forlivese Gli anziani residenti con un’età superiore ai 65, a livello provinciale, sono pari a 83.871, l’invecchiamento della popolazione anziana si caratterizza per: - una crescente femminilizzazione della fascia anziana (più dei 2/3 sono donne); - un progressivo aumento degli ultraottantenni; - aumento delle famiglie unipersonali per circa 2/3 composte da persone con età superiore a 60 anni. Popolazione anziana Popolazione 65 – 69 anni Popolazione 70 – 74 anni Popolazione 75 – 79 anni Popolazione 80 – 84 anni Popolazione 85 – 89 anni Popolazione > 89 anni 2002 2003 2004 5.331 5.454 5.652 6.092 6.114 6.150 5.570 5.485 5.475 3.730 4.174 4.484 2.166 1.928 1.840 1.382 1.430 1.539 (Fonte: Piano Sociale di Zona Forlì- Cesena 2005 -2007) Nello specifico tramite i costanti contatti con le parrocchie siamo a conoscenza della presenza nella zona del centro storico di Forlì di circa 200 anziani che vivono soli o al massimo con una badante, senza avere una famiglia o figli d'appoggio. Nelle zone limitrofe alla città ci sono stati segnalati da parroci e referenti di quartiere di altri circa 80 anziani che vivono soli. Nei prossimi anni si accentuerà il processo di invecchiamento: le previsioni, infatti, stimano nel 2010 una proporzione di anziani pari al 22% della popolazione, senza trascurare che elevato è anche il numero di anziani “fragili” cioè ad alto rischio di perdita della propria autonomia personale. In particolare la condizione di non autosufficienza influenza sia la qualità della vita dell’anziano, sia la domanda socio-assistenziale. L'assistenza agli anziani, in ambito provinciale, è tuttora soddisfacente, in quanto la quasi totalità dei comuni ha strutture socio-sanitarie e ricreative adeguate ed in grado di far fronte ai bisogni sempre più emergenti della popolazione anziana anche se la realtà, in costante evoluzione, non ci permette di dare risposte certe. Sussistono ancora, al riguardo, saldi legami con le famiglie di origine e sinora non si segnalano casi di abbandono e di emarginazione di anziani. In alcuni comuni della fascia collinare e montana si registrano invece particolari difficoltà dovute all'inadeguatezza dei mezzi di trasporto pubblico, alla distanza dai presidi ospedalieri della provincia, alla carenza di servizi sanitari specialistici e talora anche all'assenza di centri sociali e di servizi. In tali casi le competenti Aziende A.S.L. hanno aperto sportelli di zona per i prelievi, mentre nei comuni interessati si è fatto ricorso al volontariato. Gli enti locali hanno realizzato numerose iniziative volte a migliorare la condizione degli anziani (telesoccorso, assistenza domiciliare, integrazione delle rete delle case di riposo per i non abbienti, fornitura di pasti a domicilio, vacanze e costruzione di piccoli alloggi per anziani). Lo stato di attuazione, a livello provinciale dei servizi e delle strutture sociosanitarie previste dalla normativa regionale è anch'esso soddisfacente. Numerosi comuni hanno istituito servizi di assistenza domiciliare agli anziani ed erogato, tramite le Aziende A.S.L. territorialmente competenti, assegni di cura nonchè assegni di "minimo vitale". Sono state, altresì, realizzate strutture semiresidenziali e residenziali per gli anziani e, nel contempo, stipulate convenzioni con associazioni di volontariato per l'inserimento di anziani in lavori socialmente utili. Sono state anche attuate concrete iniziative per prevenire fenomeni di emarginazione e solitudine. I gruppi di volontariato, presenti nei territori comunali, che operano in ambito socio-assistenziale e culturale a favore degli anziani, sono molto attivi. Dall’analisi, effettuata dal Ministero degli Interni, si rileva una richiesta in aumento dei servizi sia tradizionali che nuovi, diversificati tra loro al fine di meglio rispondere a problematiche e situazioni particolari. Nel territorio forlivese sono stati realizzati: • consulenza professionale per la condivisione e la realizzazione di linee guida per l’organizzazione e gestione dei corsi di psicomotricità e/o di attività fisica per anziani in tutti i Comuni del territorio forlivese. La consulente sta attendendo una ricognizione in tutti i 15 Comuni al fine di organizzare poi un incontro fra tutti gli organizzatori di tali corsi;entro la fine del 2006 si prevede il completamento della ricognizione su corsi di attività fisica e sportiva rivolti agli anziani in tutti i comuni del comprensorio, finalizzata a creare collegamenti tra le esperienze e gli operatori del settore presenti sul territorio, attraverso la condivisione di linee giuda. I risultati della ricerca saranno presentati nell’ambito di un convegno che sarà organizzato nei primi mesi del 2007 dalla Casa di Riposo “Casa Mia” con il sostegno dell’Amministrazione comunale. • è stata avviata la collaborazione con l’associazione Delfi per la realizzazione del programma “Nuovi pensionati”, che mira a sviluppare percorsi di accompagnamento al cambiamento a favore dei neo-pensionati; il progetto si sviluppa, con il coinvolgimento delle Imprese del territorio (anche attraverso le Associazioni di categoria), al fine di realizzare percorsi di accompagnamento e sostegno rivolti a persone prossime alla pensione o neo-pensionate, che saranno adeguatamente formate a svolgere il ruolo di tutor di persone neo-assunte, consentendo loro di continuare a svolgere un ruolo attivo, mettendo a disposizione le competenze ed esperienze maturate. Per promuovere il progetto e sensibilizzare i potenziali fruitori, saranno attivate iniziative promozionali mirate. • sono stati acquistati e messi a disposizione condizionatori d’aria portatili per affrontare situazioni critiche connesse alla calura estiva ed è stato realizzato un protocollo d’intervento con la Protezione civile. Alcuni condizionatori sono stati utilizzati per luoghi di aggregazione di persone anziane presso le circoscrizioni, per estendere il beneficio ad un maggior numero di persone. Sono stati inoltre condivise alcune modalità di attivazione congiunta fra i servizi (Pronto soccorso, SAA, Igiene Pubblica, SAD e ADI, Servizi sociali, volontariato) in situazioni di rischio, ed è stata realizzata una campagna informativa con la diffusione di opuscoli e consigli utili per affrontare un’eventuale emergenza caldo. • progetto dell’Associazione di Volontariato Auser presente in tutti i territori anche montani del comprensorio, per lo svolgimento di varie attività a supporto e sostegno della mobilità degli anziani con particolare riferimento alle zone collinari, completando la rete con i territori di Modigliana e Santa Sofia ; l’associazione, utilizzando le auto acquistate, oltre a consolidare i servizi di supporto alla mobilità degli anziani, estenderà a tutti i Comuni del territorio forlivese, anche nelle zone collinari, il servizio di spesa a domicilio, già attivato da anni a Forlì. • L’Associazione Anteas ha realizzato, con il sostegno del Comune di Forlì, un corso di informatica dedicato alle persone anziane. • L’Associazione A.d.a. (Associazione per i Diritti degli Anziani) realizza il progetto “Anziani in rete”che prevede attività formativa per l’alfabetizzazione informatica degli anziani e la creazione di un nuovo sito web per gli anziani. L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXII opera in stretta collaborazione con il Comune di Forlì e partendo da una comune riflessione sullo stato di abbandono di molti anziani del centro storico, è stato avviato dallo scorso anno un innovativo progetto di prossimità rivolto ad anziani soli in tutto il territorio cittadino: il progetto denominato “Anziani non più soli”, per la sua innovatività, ha incontrato il favore della Regione Emilia-Romagna, che ha concesso un contributo che copre una parte dei costi (per il resto sostenuti dall’Associazione stessa) per la realizzazione di iniziative strutturate per contrastare l'isolamento e la solitudine e garantire il mantenimento di opportunità di relazioni e di aggregazioni per la popolazione anziana a rischio di isolamento, e lo sviluppo di attività ed iniziative di servizi di prossimità. Il progetto intende promuovere azioni di contatto continuativo con persone anziane residenti sia nella città di Forlì sia nei Comuni del territorio. Si rivolge in particolar modo ad anziani con problemi di isolamento, ed agisce in correlazione con i servizi sociali e sociosanitari dei Comuni e dell’AUSL. il Comune di Forlì ha chiesto alle proprie circoscrizioni di individuare un referente in grado di segnalare ai servizi situazioni di anziani che vivano condizioni di isolamento e solitudine, nell’ambito del territorio di competenza. L’Associazione Papa Giovanni XXIII sta ampliando le proprie attività di sostegno alla domiciliarità degli anziani, di sviluppo delle relazioni sociali ed interpersonali, in collaborazione con le assistenti sociali dei servizi per gli anziani, i referenti presso le Circoscrizioni, le Parrocchie del territorio. L’Associazione desidera e soprattutto mira a far rinascere un sentimento di fiducia verso gli altri: molti anziani, infatti, tendono ad isolarsi, ad emarginarsi, diventano diffidenti nei confronti di chiunque e talvolta non riescono ad esprimere le proprie necessità. 7) Obiettivi del progetto: AREA INTERVENTO: DISABILI COMUNITA’ DIURNA CRITICITÀ DEL CONTESTO 1 Aumento portatori di handicap emarginati nel loro contesto familiare senza usufruire delle strutture e dei servizi di base OBIETTIVI SPECIFICI 1a. Implementazione delle attività esterne di promozione e dei servizi interni per promuovere l’integrazione sociale dei disabili INDICATORI -N° incontri pubblici effettuati -N° contatti con nuove famiglie di disabili -N° uscite mensili sul territorio -N° attività relazionali organizzate dal centro - N° di programmi definiti di attività di formazione all'autonomia - N° di attività sperimentali di 2a. Accrescere laboratorio di tipo quantitativamente e manuale/creativo qualitativamente i momenti - Analisi e valutazione del ludico-ricreativi in contesti “normali” degli accolti per creare raggiungimento degli obiettivi attraverso i questionari inseriti nuove opportunità di socializzazione, sensibilizzando nel sistema di monitoraggio accreditato presso l’Unsc; così il territorio. CASE FAMIGLIA CRITICITÀ DEL CONTESTO 1 Assenza di reti familiari e insufficienti risposte alle problematiche dei genitori anziani di portatori di handicap e l’aumento di richieste di accoglienze in contesti di vita che permettano una maggiore autonomia della persona e misure funzionali al mantenimento delle autonomie residue OBIETTIVI SPECIFICI 3b. Sviluppare le abilità e le autonomie personale degli utenti anche in ambiente diverso da quello strettamente abitativo, potenziare e mantenere conoscenze e abilità INDICATORI - N° percorsi individualizzati - N° famiglie che hanno contattato le case famiglie; - N° nuovi inserimenti - Analisi e valutazione del raggiungimento degli obiettivi attraverso i questionari inseriti 4b. Aumento del numero di nel sistema di monitoraggio accoglienze di portatori di accreditato presso l’Unsc; - N° attività sviluppo delle abilità handicap di genitori anziani AREA INTERVENTO: MINORI CASE FAMIGLIA CRITICITÀ’ DEL CONTESTO Difficoltà diffusa a vari livelli dell’esperienza genitoriale che si evidenzia con aumento crescente di accoglienza di minori in strutture residenziali OBIETTIVI SPECIFICI 5c. Migliorare qualitativamente i progetti “Sostegno alla genitorialità” 6c. Valorizzare le abilità dei minori sviluppando l’autonomia personale al fine di un reinserimento familiare INDICATORI - N° interventi di affido familiare - N° di progetti per la sensibilizzazione dell’affido - N° di minori e famiglie coinvolte - N° di minori reinseriti presso famiglie/genitori di origine - N° attività ludico-ricreative - N° responsabilità affidategli eseguite AREA INTERVENTO: ANZIANI SEGRETERIA DI ZONA PROGETTO ANZIANI NON PIU’ SOLI CRITICITÀ DEL CONTESTO 1 Emarginazione e Solitudine degli anziani residenti al centro di Forlì e nelle zone montane OBIETTIVI SPECIFICI 7d. Garantire la protezione dai rischi connessi alla solitudine e consentire ai destinatari del progetto la permanenza nel loro domicilio e nel loro ambiente di vita riducendo il ricorso all’istituzionalizzazione. INDICATORI - N° ricoveri in strutture residenziali, spesso richiesti per carenza della “rete” a cui attinge la persona. - N° anziani assistiti - N° Trasporti e accompagnamenti al giorno 8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile: COMUNITA’ DIURNA DI CONDIVISIONE AREA INTERVENTO: DISABILI 8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI L’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nella provincia di Forlì e Cesena ha attuato e attuerà le seguenti azioni preliminari e di ideazione per la sede specifica Comunità Diurna di Condivisione coinvolta nel progetto: - raccolta dei bisogni emergenti e delle difficoltà della struttura - colloquio Responsabile del Centro e progettista per verificare e ipotizzare la progettazione - intervista agli operatori del centro tramite un questionario per carpire i punti di forza e punti di debolezza dell’intervento - perlustrazione del progettista per individuare bisogni strutturali e adeguamento alle attività che vi si andranno a svolgere - consultazione con servizio disabili dell’associazione per avere un quadro generale dell’area di intervento - colloquio con consiglieri comunali per verificare margini di collaborazione - colloqui con famiglie di portatori di handicap già utenti del centro per verificare i risultati, margini di miglioramento e bisogni latenti sia dei parenti che del territorio contatto formatori specifici interni ed esterni all’ente, tramite colloqui di scrining istituzione di un gruppo di lavoro interno al Centro per definire obiettivi ed attività Verifica del budget delle strutture e delle risorse umane e materiali Inoltre si attueranno le seguenti attività di valutazione e verifica dopo i 12 mesi di progetto: - elaborazione ed analisi dei questionari inseriti nel sistema di monitoraggio accreditato per verifica dell’andamento e del raggiungimento degli obiettivi - indagine con interviste ad operatori ed utenti coinvolti sull’andamento - valutazione dei punti di forza, delle criticità e della sostenibilità degli esiti raggiunti - consultazione con i servizi sociali ed enti pubblici per valutazione dell’impatto sul territorio - redazione di una relazione finale - incontro tra tutti i principali soggetti operanti coinvolti per presentazione della valutazione generale e della relazione OBIETTIVO 1a. Implementazione delle attività esterne di promozione e dei servizi attivi per promuovere l’integrazione sociale dei disabili 2a.Accrescere quantitativamente e qualitativamente i momenti ludicoricreativi in contesti “normali” degli accolti per creare nuove opportunità di socializzazione, sensibilizzando così il territorio. AZIONI – ATTIVITA’ Area Recupero Sociale 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Areab psico fisico Recupero relazionale Verifica degli interventi e dei risultati ottenuti Formazione operatori Area Educativa e assistenza Area Ludica Area Espressivo occupazionale Area Suono e Danza Area Promozione dell’integrazione sociale 8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI ATTUAZIONE. Il programma delle attività della Comunità, finalizzate al recupero sociale, psico-fisico e relazionale di ogni persona accolta, viene svolto attraverso varie aree di intervento che qui di seguito vengono descritte. Queste aree non sono da considerarsi come comparti stagni, ma come tecniche o strumenti interagenti e implicanti un intervento globale dell'organizzazione della comunicazione e delle relazioni. Le attività previste per la realizzazione dello specifici piano di attuazione, rivolto all’area di intervento minori, del Centro Diurno “Comunità Diurna” sono le seguenti: Obiettivo 1a e 2a A) AREA EDUCATIVA -ASSISTENZA - Cura della propria persona attraverso l'educazione igienico-sanitaria-alimentare; - potenziamento dell'autonomia personale (vestirsi, mangiare, controllo sfinterico, ecc.); - cura personale degli accolti, attraverso la loro educazione igienico-sanitaria-alimentare. - semplici attività del fare quotidiano (cucina, riordinare, apparecchiare, ecc.); - potenziamento per chi le ha già acquisite delle capacità di lettura, scrittura, logicomatematica, ecc.); - uso del denaro; - potenziamento dell'orientamento nel tempo e nello spazio, conoscenza dell'orologio. - Accompagnamento quotidiano nel trasporto dalle residenze degli accolti al Centro - Momento di accoglienza vissuto in gruppo con attività di animazione e di stimolo Obiettivo 2a B) AREA RELAZIONALE - favorire la comunicazione sia verbale che non verbale attraverso il moltiplicarsi di occasioni di incontro e di scambio; - valutare l'adeguatezza del proprio e altrui comportamento in relazione alle regole sociali definite; - potenziale il processo di autonomia. Obiettivo 1a C) AREA MOTORIA E PSICOMOTORIA - Attività motoria: acquaticità presso la Piscina Comunale di Cesena e attività ludica a cavallo: partecipazione alla seduta settimanale di ippoterapia, svolta presso l’ippodromo di Cesena con un’esperta dell’ANFFAS - Attività psicomotoria: esplorazione dello spazio, attivazione delle funzioni sensoriali, percorsi psicomotori. Obiettivo 1a D) AREA SUONO/DANZA - Musicoterapia: canto, espressione strumentale, laboratorio dei suoni; - rilassamento con la musica; - danza: tecnica di base, espressione libera, organizzazione di danze semplici. Obiettivo 2a E) AREA LUDICA - Giochi organizzati o spontanei sia all'interno che all'esterno della Comunità; - Uscite organizzate. - Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni, fiere, ecc. - In estate 2 volte alla settimana per due mesi giornata trascorsa al mare, in spiaggia attrezzata di Pinarella di Cervia, con attività ludiche e ricreative. - Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso l’albergo “Madonna delle Vette” della Comunità. Obiettivo 1a e 2a F) AREA ESPRESSIVO/OCCUPAZIONALE - laboratori settimanali di teatro e drammatizzazione, collaborando con gli operatori, due esperti volontari del Servizio Teatro della Comunità Papa Giovanni XXIII e la Parrocchia di S. Biagio di Roncofreddo e quella di S. Mauro ove si realizzano annualmente alcuni spettacoli - laboratori settimanali artistico di pittura, che coinvolge tre accolti, affiancando una volontaria esperta in artistica con la realizzazione di una mostra annuale presso la parrocchia di cui sopra. - laboratori settimanali di informatica applicata alla facilitazione della comunicazione con un accolto che utilizza il computer con il dito del piede destro, collaborando con lui nella ricezione e nell’invio della posta elettronica, nella navigazione sulla rete internet, nell’uso di programmi specifici per l’uso facilitato del computer. - Tecniche manipolative; - laboratorio di cucina con la collaborazione do “Acqua e Farina”: ideazione e organizzazione di attività culinarie; divisi in gruppi gli accolti sperimentano l’elaborazione di semplici piatti. - utilizzo del computer quale strumento di comunicazione; - laboratori di cucito, del legno, della carta, della stoffa, di cucina, ecc.; - laboratori di assemblaggio di semplici oggetti; - giardinaggio e orticultura. Nella Comunità Diurna vengono i vari laboratori secondo la Globalità dei Linguaggi (GdL), disciplina della comunicazione e dell’espressione con tutti i linguaggi. “Dar senso ai comportamenti insensati” è il progetto-metodo-obiettivo di ricerca-azione più tipico della GdL, che implica la fede nei potenziali umani e l’impiego di tutte le risorse di comunicazione ed espressione. Il disabile è spesso totalmente a carico della famiglia, si ritiene utile offrire un affiancamento al disabile tramite le attività del Centro Diurno che costituisca anche un sostegno concreto per i familiari. Per promuovere l’integrazione sociale il centro si propone come strumento di inserimento protetto tramite la partecipazione ad eventi territoriali organizzati da altri enti con utenti e a banchetti informativi sul territorio. Obiettivo 1a e 2a G) AREA VERIFCA E VALUTAZIONE Il Centro inoltre attuerà un’azione di verifica degli interventi e dei risultati ottenuti tramite le seguenti attività: - 3 incontri tra operatori e la Responsabile della struttura, come conoscenza dell’organizzazione del Centro Diurno e prima presentazione dei casi specifici di tutte le persone accolte. - incontri d’equipe - somministrazione di questionari e colloqui per far esprimere le loro necessità - analisi dei bisogni degli accolti - analisi dei miglioramenti psico fisici e relazionali raggiunti dai disabili Obiettivo 2a H) AREA FORMATIVA Gli operatori verranno invitati a corsi di formazione per l’aggiornamento su: - Globalità dei Linguaggi (GdL) - Costruzione di percorsi individualizzati - Interventi per l’integrazione sociale Obiettivo 2a I) AREA PROMOZIONALE E DI SENSIBILIZZAZIONE - Attività programmate in coproduzione con parrocchie ed enti del territorio, di rappresentazioni teatrali e di mostre artistiche. Partecipazione a eventi e feste pubbliche Organizzazione di un incontro pubblico per sensibilizzare il territorio e le famiglie sul tema della disabilità e sul tema del “dopo di noi” con la partecipazione del presidente dell’ass.ne Don Oreste Benzi 8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE TITOLO. COMUNITA’ DIURNA DI CONDIVISIONE – 6 volontari e 6 dipendenti Ruolo nella struttura Competenze ed attività Educatrice professionale/coordinatrice Educatrice professionale – responsabile della struttura. musicoarterapeuta nella Globalità dei Linguaggi; rapporti con Istituzioni e Enti del territorio; formatrice di operatori di altri centri Educatore generico OSS in riqualifica – esperto in attività teatro per disabili, rapporti territorio, uscite Operatore Socio Sanitario qualificato ed OSS – diacono educatore generico permanente cura rapporti con diocesi di Cesena e volontariato Operatore Socio Sanitario qualificato ed OSS – cura degli ambienti educatore generico e laboratorio cucina Educatore generico Laureato, educatore, esperto laboratorio computer e mosaico Rapporto Dipendente Dipendente Dipendente Dipendente Dipendente Operatore Socio Sanitario qualificato ed educatore generico OSS – cura materiale documentazione video attività varie Dipendente Collaboratore attività centro Volontario Collaboratore Laureando in Scienze dell’Educazione, cura attrezzatura attività psicomotoria esperto attività giardinaggio Operatore socio Sanitario centro Affiancamento gravissimi Volontario Educatore professionale e responsabile del Servizio Teatro della Comunità, esperto nelle attività teatrali Esperto nelle attività teatrali membro del Servizio Teatro della Comunità Supervisione e guida dei laboratori settimanali di teatro Guida e animazione dei laboratori settimanali di teatro laboratori settimanali di teatro Volontaria Laureata in Accademia Belle Arti, esperta nelle attività artistiche Volontario Volontario Volontario 8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO. Nella struttura opereranno numero 1 volontario in servizio civile. Il volontario sarà impiegato per 6 ore giornaliere dal lunedì al venerdì, gli orari verranno decisi e fissati nella fase di avvio al servizio da parte degli operatori locali di progetto, che potranno prevedere un servizio antimeridiano o post-meridiano. Il Centro è aperto dalle ore 8.00 alle ore 16.00. Il volontario e l’Olp converranno alla compilazione di un piano di impiego a seconda dei bisogni della sede e delle attitudini e delle capacità del giovane. 1 incontro iniziale con tutta l’equipe degli operatori per favorire una buona interazione con gli altri educatori e persone di riferimento. Accompagnamento quotidiano nel trasporto dalle residenze degli accolti al Centro Diurno, affiancando l’operatore responsabile presente con la possibilità di guidare i mezzi messi a disposizione Partecipazione quotidiana al momento di accoglienza vissuto in gruppo, coinvolgendosi nell’attività di animazione e di stimolo, prendendosi cura di uno specifico accolto. Affiancamento del personale nella cura personale degli accolti, attraverso la loro educazione igienico-sanitaria-alimentare. Supporto ai laboratori settimanali di MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi, metodo Stefania Guerra Lisi, con le persone accolte handicappate gravi e gravissime. 1 mattina alla settimana partecipazione alla attività di acquaticità svolta presso la Piscina Comunale di Cesena, con un gruppo di accolti. Collaborazione al laboratorio settimanale di teatro e drammatizzazione, collaborando con gli operatori e due esperti volontari del Servizio Teatro della Comunità Papa Giovanni XXIII. Partecipazione al laboratorio settimanale artistico di pittura, che coinvolge tre accolti, affiancando una volontaria esperta in artistica. Partecipazione ai laboratori settimanali di informatica applicata alla facilitazione della comunicazione con un accolto che utilizza il computer con il dito del piede destro, collaborando con lui nella ricezione e nell’invio della posta elettronica, nella navigazione sulla rete internet, nell’uso di programmi specifici per l’uso facilitato del computer. Nei prossimi tre mesi, partecipazione alla seduta settimanale di ippoterapia, svolta presso l’ippodromo di Cesena con un’esperta dell’ANFFAS, come accompagnamento e assistenza durante la turnazione delle 5 persone coinvolte. Nel periodo primaverile ed estivo uscita settimanale: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni, fiere, ecc. In estate 2 volte alla settimana per due mesi partecipazione durante la giornata trascorsa al mare, in spiaggia attrezzata di Pinarella di Cervia, con attività ludiche e ricreative. Nel mese di luglio settimana di soggiorno montano ad Alba di Canazei (TN) presso l’albergo “Madonna delle Vette” della Comunità. Attività programmate in coproduzione con parrocchie ed enti del territorio di rappresentazioni teatrali e di mostre artistiche, collaborando all’allestimento, alla cura e a garantire la presenza del Centro durante gli eventi, anche in giornate prefestive e festive. Curare il rapporto con le famiglie, facendosi tramite tra queste e i responsabili del centro. Partecipare al primo momento assembleare di accoglienza, utilizzando semplici strumenti musicali e coinvolgendosi nelle drammatizzazioni e nelle attività iniziali, stimolando la partecipazione di tutti. Collaborare nella cura personale degli accolti attraverso la loro educazione alimentare. Partecipare alle attività di socializzazione e di integrazione svolte fuori dal centro, anche con periodi di soggiorno estivo in montagna e al mare, per permettere agli accolti di vivere una bella esperienza di vacanza, là dove sono tutti. Partecipare alla formazione teorico/pratica permanente imperniata sulla Metodologia della Globalità dei Linguaggi di Stefania Guerra Lisi, svolta dalla responsabile del Centro esperta in questa disciplina (vedi curriculum allegato) utilizzata per la realizzazione dei laboratori ideati per le persone disabili più gravemente colpite nelle loro capacità comunicative. Partecipazione ai laboratori di cucina aiutando gli operatori e seguendo un gruppo specifico. Partecipare ai momenti di verifica delle singole attività svolte, attuati sia con incontri individuali con i responsabili che con incontri di gruppo periodici. CASE FAMIGLIA (Area di intervento: disabili e minori) 8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI L’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nella provincia di Forlì e Cesena ha attuato e attuerà le seguenti azioni preliminari e di ideazione del progetto rispetto alle strutture “Casa Famiglia”: - - individuazione delle strutture che vogliono essere coinvolte nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA 2’ istituzione di un gruppo di lavoro: Responsabili Locali, ideatore del progetto e personale della sede centrale di gestione del servizio civile raccolta da tutte le strutture della zona dei bisogni emergenti e delle difficoltà intervista agli operatori delle strutture tramite un questionario per carpire i loro bisogni ed obiettivi perlustrazione delle strutture, per individuare bisogni strutturali e adeguamento alle attività che vi si andranno a svolgere consultazione con servizio minori della zona e servizio disabili per avere un quadro generale delle aree di intervento colloquio con consiglieri comunali per verificare margini di collaborazione verifica della corrispondenza dei bisogni rilevati e capacità di offerta delle strutture coinvolte verifica dei requisiti tecnici e delle compatibilità organizzative delle sedi di attuazione diprogetto impostazione e comunicazione agli operatori delle strutture delle linee generali del progetto partecipazione attiva nei consigli COPRESC FC contatto formatori specifici interni ed esterni all’ente, tramite colloqui di scrining individuazione di attività da porre in essere per l’organizzazione di corsi di formazione per gli operatori inerenti ai temi generali del progetto Ricerca e contatto strutture dove svolgere formazioni, affinché siano luoghi adeguati allo svolgimento delle attività e attrezzate con i giusti ausili alla formazione Ricerca e contatto con partner e coopromotori per il progetto Verifica del budget delle strutture e delle risorse umane e materiali Inoltre si attueranno le seguenti attività di valutazione e verifica dopo i 12 mesi di progetto: - elaborazione ed analisi dei questionari inseriti nel sistema di monitoraggio accreditato - per verifica dell’andamento e del raggiungimento degli obiettivi indagine con interviste ad operatori ed utenti coinvolti sull’andamento valutazione dei punti di forza, delle criticità e della sostenibilità degli esiti raggiunti consultazione con i servizi sociali ed enti pubblici per valutazione dell’impatto sul territorio redazione di una relazione finale incontro tra tutti i principali soggetti operanti coinvolti per presentazione della valutazione generale e della relazione AREA INTERVENTO: DISABILI OBIETTIVO 3b. Sviluppare le abilità e l’autonomia personale in ambiente diverso da quello strettamente abitativo, potenziare e mantenere conoscenze e abilità 4b. Aumento del numero di accoglienze di portatori di handicap di genitori anziani AZIONI – ATTIVITA’ Area indagine e mappatura del territorio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Area Motoria Area Assistenziale ed educativa Area ricreativa e ludica Area formazione Area Promozione e sensibilizzaione Area Accoglienza AREA INTERVENTO: MINORI OBIETTIVO 5c. Migliorare qualitativamente i progetti “Sostegno alla genitorialità” 6c. Valorizzare le abilità dei minori sviluppando l’autonomia personale al fine di un reinserimento familiare AZIONI – ATTIVITA’ Area ricreativa e ludica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Area Assistenziale ed educativa Area Motoria Area Sostegno alla genitorialità Area sensibilizzazione e formazione 8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI ATTUAZIONE. CASA FAMIGLIA Le "Case Famiglia" sono comunità educative residenziali con dimensioni e caratteristiche affettive, educative, funzionali e organizzative di tipo familiare. Esse si caratterizzano per la convivenza stabile e continuativa di figure genitoriali che, condividendo in un legame diretto con persone in difficoltà (minori e disabili), tendono insieme a vivere una relazione di tipo genitoriale, un ambiente familiare sostitutivo a quello d'origine; per tutti la casa-famiglia costituisce domicilio abituale. Nella Casa Famiglia viene stimolata la creatività e l'iniziativa dei soggetti; essi sviluppano le capacità specifiche e acquisiscono stima di sé. La casa famiglia diventa loro base sicura con valenza terapeutica e riabilitativa. • stabile convivenza dei minori e dei disabili con figure di riferimento significative in grado di permettere una maggiore personalizzazione degli interventi educativi, con • • • • modalità di relazioni interpersonali dirette, immediate e individualizzate; organizzazione della vita quotidiana in base ad un modello di vita familiare rispettoso dei ritmi, delle capacità e potenzialità delle persone accolte; utilizzo, secondo le specifiche patologie o problematicità di cui i minori o disabiili sono portatrici, di competenze e professionalità appartenenti ai Servizi presenti sul territorio (psicoterapia, logopedia, fisioterapia, ecc.) finalizzazione di ogni progetto ed intervento educativo inteso allo sviluppo delle capacità specifiche e della consapevolezza del Sé, in ordine all'autonomia personale, alla capacità di relazione interpersonale, all'assunzione di responsabilità, compatibilmente con la situazione di ogni persona accolta; collaborazione con i servizi sociali per favorire la relazione tra il minore e il mondo che lo circonda, attraverso l’attuazione di attività sia all’interno che all’esterno della struttura. AREA INTERVENTO: DISABILI Le attività previste per la realizzazione dello specifici piano di attuazione, rivolto all’area di intervento disabili, sono le seguenti: Obiettivo 3b e 4b AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA - cura igienico sanitaria personale (i disabili vengono assistiti ed aiutati nello svolgimento della pulizia igienica personale quotidiana); - cura alimentare; - servizio di trasporto (gli operatori hanno il compito di accompagnare gli utenti nelle sedi delle varie attività esterne alla struttura, essendo provvisti di un pulmino attrezzato per l’handicap); - incontri mensili con i Servizi Sociali (gli operatori insieme agli accolti incontrano gli assistenti sociali e si confrontano sull’andamento della situazione e delle condizioni di vita degli stessi utenti e su come migliorarle); - attività di riordino e pulizia per gli accolti (attività quotidiane alle quali gli accolti sono invitati e aiutati a svolgere per responsabilizzarsi e rendersi conto del loro grado di autonomia e di crescita personale); - predisposizione e revisione dei programmi individualizzati (incontri di confronto tra gli operatori circa l’andamento del percorso individuale dei disabili); - attività terapeutiche individuali settimanali (gli accolti seguono distinte terapie in base al loro specifico bisogno che accompagnano le attività quotidiane); - somministrazione di farmaci agli accolti sotto cura medica farmacologica; Obiettivo 3b e 4b AREA RICREATIVE E LUDICA per aiutare la nascita e lo sviluppo delle relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia, che permettano la condivisione e la reciproca conoscenza, per trascorrere del tempo libero insieme e consentano l’espressione delle capacità artistiche, creative, motorie e del mondo interiore del disabile: - utilizzo del computer (esempio giochi multimediali); - attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) - escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo libero all’aria aperta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite organizzate); - attività mensile di animazione e di festa organizzate dal Gruppo Scout Predappio 1 dell’Agesci ove tutti i minori e disabili delle strutture partecipano sviluppando le relazioni sociali ed interpersonali - organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori organizzano un periodo di vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni quotidiani in montagna o al mare). Obiettivo 3b e 4b AREA MOTORIA La pratica di uno sport individuale, meglio ancora di squadra, contribuisce alla riorganizzazione della personalità, cioè dell’area cognitiva, corporea, affettiva e relazionale. - recupero fisiologico ( apparato cardio-respiratorio, apparato osseo e muscolare, ecc…) - affiancamento alle sessioni di acquaticità/rilassamento in piscina ove tutti gli utenti partecipano ( attività che consente agli accolti di sviluppare le capacità motorie del nuoto che permette loro di sperimentarsi in un ambiente diverso, fare movimento, rilassarsi attraverso determinate tecniche e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di Predappio (FC). - sviluppo delle abilità motorie consentite dall’uso di una carrozzina o di particolari disabilità (coordinazione generale, coordinazione oculo-manuale, capacità di anticipazione motoria, ecc...) - attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi che in bicicletta; attività ludiche). - basket in carrozzina a cadenza settimanale in una palestra dotata d’impianto e di linee di campo, nonché di facile accesso per le carrozzine - attività di ippoterapia, una volta a settimana presso ANFAS Obiettivo 3b e 4b AREA INDAGINE E MAPPATURA DEL TERRITORIO - attuazione di indagini specifiche per verificare qualitativamente e quantitativamente la situazione dei genitori con portatori di handicap tramite: colloqui con i servizi sociali colloqui con i referenti di quartiere colloqui con altre associazioni - elaborazione dei dati e individuazione di risposte mirate Obiettivo 3b AREA FORMAZIONE - formazione degli operatori ( attraverso la partecipazione a corsi interni e a quelli organizzati dal territorio circa le problematiche legate alla condizione di disabilità, alla sua gestione e possibili cambiamenti da compiere). - incontri di preparazione delle attività di promozione Obiettivo 4b AREA PROMOZIONE SENSIBILIZZAZIONE - consulenza ed aiuto alle famiglie dei portatori di handicap nel territorio (organizzazione di incontri per permettere il confronto e un possibile sostegno reciproco e aiuto); - recupero sociale, educazione e integrazione dei portatori di handicap tramite incontri di sensibilizzazione sul territorio (eventi il cui obiettivo è la graduale accettazione e integrazione della disabilità con la “normalità”). Obiettivo 4b AREA ACCOGLIENZA - pianificazione delle attività di accoglienza degli operatori - predisposizione e verifica degli ambienti in base alle diverse disabilità - preparazione degli indumenti e di tutto il necessario per la permanenza del disabile - incontro di conoscenza tra gli operatori (padre e madre) e i nuovi accolti - colloquio psci-sociale per verificare lo stato mentale e fisico dell’accolto - adempimento delle parti burocratiche con i servizi sociali - festa di accoglienza con tutti gli accolti della sede e della famiglia AREA INTERVENTO: MINORI Le attività previste per la realizzazione dello specifici piano di attuazione, rivolto all’area di intervento minori, sono le seguenti: Obiettivo 6c AREA RICREATIVA E LUDICA Per aiutare la nascita e lo sviluppo delle relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia, che permettano la condivisione e la reciproca conoscenza, per trascorrere del tempo libero insieme e consentano l’espressione e la valorizzazione delle capacità artistiche, creative, motorie e del mondo interiore del minore: - giochi di società; - giochi organizzati all’aperto (nella piscina gonfiabile, giochi da giardino …); - attività di lettura ( racconti, libri, fiabe, quotidiani ) - visione di film ( assistita e adatta all’età dei singoli) ; - utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio giochi multimediali); - attività di educazione musicale (ascolto, canto, apprendimento di uno strumento musicale); - attività di manipolazione attraverso l’utilizzo di diversi materiali (creta, carta, ceramica, legno, stoffa); - organizzazione di laboratori di decoupage, di pirografia, di taglio e cucito; - attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) - escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo libero all’aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in bicicletta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite organizzate); - attività mensile di animazione e di festa organizzate dal Gruppo Scout Predappio 1 dell’Agesci ove tutti i minori e disabili delle strutture partecipano sviluppando le relazioni sociali ed interpersonali - organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori organizzano un periodo di vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni quotidiani in montagna o al mare). Obiettivo 6c AREA MOTORIA - affiancamento nello svolgimento delle varie attività sportive ( attività che consentono ai minori di sviluppare le capacità motorie che permettono loro di sperimentarsi e di aumentare la fiducia in se stessi e negli altri e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di Predappio (FC).. - attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi che in bicicletta; attività ludiche); Obiettivo 6c AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA - cura igienico sanitaria personale (i minori vengono assistiti ed aiutati nello svolgimento della pulizia igienica personale quotidiana); - servizio di trasporto (gli operatori hanno il compito di accompagnare gli utenti nelle sedi delle varie attività esterne alla struttura); - attività di riordino e pulizia per minori (attività quotidiane alle quali gli accolti sono invitati e aiutati a svolgere per responsabilizzarsi e rendersi conto del loro grado di autonomia e di crescita personale); - attività di sostegno scolastico; - predisposizione e revisione dei programmi individualizzati - colloqui mensili con i minori in affido condotti da una psicologa; Obiettivo 5c AREA “SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ Prevenzione del disagio e creazione di una rete di sostegno attorno alle famiglie più fragili, così da impedire l’allontanamento dei bambini dal nucleo familiare nel momento in cui si dovessero affrontare situazioni “critiche”. Nello specifico sono: “AFFIDO A DOMICILIO” Interventi a favore di bambini in situazioni particolari ( molto piccoli, ammalati, figli di genitori separati che hanno tempi di lavoro inconciliabili con i tempi di cura, ecc…) possano restare nelle loro case con una persona che si occupa di loro e affianca la madre nello svolgimento delle funzioni genitoriali. “FAMIGLIE TUTOR/FAMIGLIE D’APPOGGIO” Affiancamento a una famiglia un’altra famiglia per condividere le responsabilità educative sui figli. Alcune famiglie dell’Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII a conclusione di esperienze di affido o accoglienza in casa famiglia, hanno scelto di rimanere in appoggio alle famiglie dei bambini che avevano accolto anche se ora i bambini sono ritornati presso le loro famiglie d’origine. “PERCORSO EDUCATIVO CON I GENITORI PER IL SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ ” Attivazione di due gruppi di auto-mutuo aiuto per genitori in difficoltà. Il primo gruppo è costituito da genitori che non hanno i figli con sé, ma presso altre famiglie che li hanno accolti temporaneamente in affido. Il gruppo è gestito da due psicologi del servizio sociale e da una operatrice del privato sociale. Il secondo gruppo è costituito da famiglie che hanno i figli con sé a casa, ma che in qualche modo hanno bisogno dei servizi sociali e/o educativi per crescerli. Il gruppo è gestito da un operatore della Comunità e da un’educatrice del privato sociale.n tutto sono coinvolti una cinquantina di famiglie, arrivate la maggior parte come libera utenza e non in carico al Servizio Sociale. AFFIDO FAMILIARE Nelle sue forme più varie (residenziale, diurno, estivo, di bimbi piccolissimi stranieri, part-time … ) parte da questo presupposto: trovare famiglie disponibili ad accogliere temporaneamente un minore privo dell’ambiente familiare adatto per crescere, nella certezza che all’interno del progetto vi sono operatori che affiancano e sostengono la famiglia affidataria e operatori che affiancano e sostengono la famiglia di origine, perché là dove è possibile il bambino torni a vivere con i suoi genitori naturali. Oltre agli affidi residenziali, e a quelli “sperimentali” (a domicilio, diurni, per brevi periodi …) da tre anni l’Associazione con il Comune di Forlì e Cesena e con le altre Ass.ni lavorano con i minori nella promozione e sostegno dell’affido estivo. Nel 2003 si sono realizzati circa 20 affidi estivi; nel 2004, 44 e nel 2005 si sono realizzati 50 affidi. Molte famiglie che hanno accolto bambini per l’estate si sono rese poi disponibili a proseguire l’affido in forma residenziale, là dove il progetto lo prevedeva. Anche il numero degli affidi residenziali è molto aumentato in tre anni sul territorio provinciale: tante famiglie si sono accostate all’affido grazie alle esperienze estive e la cultura dell’accoglienza e della solidarietà è cresciuta in tutta la città. “TIROCINIO PER FAMIGLIE ASPIRANTI ALL’AFFIDO” Il progetto è nato grazie al fatto che anche il rapporto tra l’Ass.ne Comunità Papa Giovanni XXIII con i Servizi Sociali è cresciuto molto e si è arricchito di momenti fissi di confronto e programmazione del lavoro; a questi incontri, a cui di solito partecipano tutte le assistenti sociali del Comune e gli operatori del privato sociale, si aggiungono alcuni Tavoli Tecnici di lavoro sui singoli progetti. In uno di questi tavoli è nata la proposta, fatta dall’équipe affidi del Comune alle Ass.ni, di poter offrire alle famiglie che aspirano a diventare famiglie affidatarie un periodo di “tirocinio” presso le Case Famiglia per aiutare la coppia che si accosta all’affido ad un percorso di consapevolezza. Questo tirocinio dovrebbe diventare parte integrante dell’istruttoria per avere l’idoneità ad essere famiglia affidataria. Obiettivo 5c AREA SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE Sensibilizzazione all’accoglienza e formazione permanente degli educatori/operatori che lavorano o vivono nelle strutture con i minori accolti. La maggior parte di questi progetti sono realizzati sul territorio provinciale e prevedono il finanziamento della provincia o del Centro Servizi per il Volontariato, serie di incontri di formazione giuridica con alcuni giudici del Tribunale per i Minorenni di Bologna e un avvocato sul tema del tutore, curatore speciale, avvocato dei bambini. Promuovere i progetti di “sostegno alla genitorialità” tramite i servizi sociali. 8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE TITOLO. In sintesi il rapporto lavorativo del personale coinvolto e necessario per la realizzazione delle attività nel punto 8.2.: 367volontari e 3 dipendenti Case famiglia SANT’ANDREA – 5 volontari Ruolo nella struttura Coordinatore dela sede - Educatore e responsabile di Casa Famiglia – Attività educative con minori accolti – gestione della casa –consulente per l’affido - Figura genitoriale materna – OLP di riferimento per la struttura Coordinatore dela sede Educatore di Casa FamigliaFigura genitoriali paterna- Collaborazione nella gestione della casa Rapporto Volontaria Volontario Porta in serate un disabile abitante nella struttura svago- piscina e basket per disabili Volontario Collaborazione Baby sitter minori Volontaria Collaborazione Trasporti e faccende domestiche Volontaria Case famiglia San Leonardo – 3 volontari Ruolo nella struttura Educatore professionale – Figura genitoriale paterna - Attività educative con minori – gestione della casa soprattutto per quanto riguarda la cura degli spazi esterni e il trasporto delle personegestione banco alimentare- gestione piccolo laboratorio per il recupero dei metalli- gestione di un centro di raccolta/distribuzione panni Educatore professionale- Figura genitoriale materna – Attività educative e scolastiche con i minori - gestione della casa (pulizie, lavanderia, cucina) – servizio maternità difficile – consulta comunale delle associazioni familiari – consulta diocesana degli organismi socio-assistenziali – attività di realizzazione di bomboniere per autofinanziamento – OLP di riferimento per la struttura gestione della casa soprattutto per quanto riguarda la cura degli spazi esterni e il trasporto delle persone- gestione banco alimentare- gestione piccolo laboratorio per il recupero dei metalligestione di un centro di raccolta/distribuzione panni Case famiglia Mamma del cielo – 6 volontari Ruolo nella struttura Educatore professionale – Attività educative e ludiche con minori – gestione della casa – animatore gruppo adolescenti ass. com. Papa giovanni XXIII - animatore gruppo bambini ass. com. Papa giovanni XXIII. – OLP di riferimento per la struttura Animatore - Attività educative e ludiche con minori – gestione della casa Educatore professionale –gestione della casa Laureanda in scienze della formazione -svolgimento attività scolastiche pomeridiane Animatrice - Attività educative e ludiche con minori – Collaborazione gestione della casa Attività educative e ludiche con minori – Collaborazione gestione della casa Rapporto Volontario Volontaria Volontario Rapporto Volontario Volontaria Volontario Volontaria Volontaria Volontaria Case famiglia “RAFFAELLA” Nucleo familiare Severi – 6 volontari Ruolo nella struttura Rapporto Educatore. Counselor di 1^ livello.Attività educative con i minori gestione dei rapporti con i Servizi sociali Stesura dei P.E.I. OLP di riferimento per la struttura Volontario Operatore sociale c/o Comunità Papa Giovanni XXIII Coop. Sociale a.r.l Educatore ed Avvocato. Attività educative con i Volontaria minori. Gestione della casa Assistente domiciliare - Aiuta a fare il bagno al Volontario ragazzo con grave disabilità fisica Medico - Segue gli aspetti sanitari dei ragazzi con Volontario handicap: flebo,punture... Animatore - Attività educative, accompagna i minori Volontaria alle attività fuori la struttura, gestione della casa Animatore - Attività educative Aiuta a fare i compiti ai Volontaria bambini Case famiglia La Speranza Via Ghibellina – 5 volontari Ruolo nella struttura Coordinatore dela sede - Educatore e responsabile di Casa Famiglia - Figura materna - OLP di riferimento per la struttura Animatore - Attività educative . Aiuta a fare i compiti ai bambini . Porta gli accolti nella struttura in serate svago - Collaborazione gestione della casa Educatore professionale - Attività educative Aiuta a fare i compiti ai bambini Porta gli accolti nella struttura in serate svago - Collaborazione gestione della casa Animatore - Attività educative Aiuta a fare i compiti ai bambini Porta gli accolti nella struttura in serate svago - Collaborazione gestione della casa Educatore professionale - Attività educative Aiuta a fare i compiti ai bambini Porta gli accolti nella struttura in serate svago - Collaborazione gestione della casa Rapporto Volontaria Volontario Volontario Volontario Volontario Case famiglia San Pietro - Predappio – 2 volontari e 2 dipendenti Ruolo nella struttura Rapporto Educatore professionale – Figura genitoriali paterna Attività educative con minori – gestione della casa soprattutto per quanto riguarda la cura degli spazi esterni e il trasporto delle persone-gestione della casa dipendente – animatore in comunità del servizio di zona obiezione e pace partecipo agli incontri del copresc Forlì-Cesena come consigliere. Consulente per l’affido Figura genitoriale materna dipendente Attività educative con minori – gestione della casa – OLP di riferimento per la struttura Porta in Piscina un disabile in carrozzina abitante nella volontario struttura e basket in carrozzina Animatore - Collaborazione Attività educative con minori – gestione della casa soprattutto per quanto volontario riguarda la cura degli spazi esterni Case famiglia famiglia Tappari – 2 volontari Ruolo nella struttura Educatore professionale - Counselor di 1^ livello OLP di riferimento per la struttura - Figura genitoriale paterna - Attività educative con minori – gestione della casa - attività: accompagnamento nell’apprendimento scolastico Accompagnamento Attivita ginnico/sportive, musicali mantenimento della forma psicofisica gestione dei momenti liberi con giochi, passeggiate, attività creative collaborazione in attività di segreteria relative sia alla sede operativa sia all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – zona di Forlì (contatti con case famiglia dell’APG23 e di altre associazioni, con Servizi Sociali) sviluppo di relazioni con realtà operanti nel territorio; Educatore professionale - Figura genitoriale materna - Attività educative con minori – gestione della casa attività: accompagnamento nell’apprendimento scolastico– Esperienza quindicinale in progetti assistenzialiCasa famiglia “S. Alberto” famiglia Clerici – 2 volontari Ruolo nella struttura Educatore Professionale -Figura genitoriale paterna Attività educative con minori – gestione della casa Coordinatore responsabile di strutture sociali Figura genitoriale materna - Attività educative con minori – gestione della casa -OLP di riferimento per la struttura - Laurea in Scienze Motorie - Condivisione Rapporto Volontario volontaria Rapporto Volontario Volontario diretta con gli utenti. Esecuzione di tutte le attività che gli utenti svolgono giornalmente (attività sportive, trasporti). Progettazione ed esecuzione di eventuali progetti mirati con gli utenti in relazione ai progetti educativi. Casa famiglia “Maria Chiara” di Savignano sul Rubiconde – 2 volontari e 1 dipendente Ruolo nella struttura Rapporto Educatore Professionale Figura genitoriale paterna - OLP di riferimento per la struttura Attività educative con minori – gestione della casa Accompagnare con i mezzi della casa gli accolti negli ambiti di socializzazione da loro frequentati, dipendente Seguire alcuni dei minori della casa nel percorso di recupero scolastico, aiutandoli nei compiti in genere Collaborare alla manutenzione dell’ambiente esterno alla struttura, coinvolgendo le persone adulte con problematiche psichiche Figura genitoriale materna - Attività educative con minori – gestione della casa - - Condivisione diretta volontaria con gli utenti. Esecuzione di tutte le attività che gli utenti svolgono giornalmente (attività, trasporti). Animatore - Attività educative con minori – gestione Volontaria della casa Case famiglia “Santa Paola” Roncofreddo – 4 volontari Ruolo nella struttura Rapporto Coordinatore della sede - Educatore e responsabile di Casa Famiglia - figura genitoriale materna - corso personale educatvo delle comunita’ d’accoglienza sostegno, ascolto di minori e disabili istituito dalla regione Emilia Romagna - Attività educative con minori – gestione della casa -OLP di riferimento per volontaria la struttura - Condivisione diretta con gli utenti. Esperienza ventennale nella casa famiglia, gestisce la casa – fa sostegno e accompagnamento delle persone accolte-referente del servizio maternità difficile, segue diverse situazioni esterne alla struttura-cura i rapporti con gli enti pubblici Laureando in scienze dell’educazione Collabora nella gestione della casa-famiglia. Animatore di un gruppo parrocchiale, è impegnato in diverse attività sportive. Attività culturali Ginnastica a scopo terapeutico Trasporto disabile Laureato in biologia,operatore sociale in una coperativa sociale. Segue in particolare alcune attività con i ragazzi di casa: giardinaggio, orto, manutenzione, lavorazione legno. Collabora nei lavori di casa, si prende cura in particolare di un disabile. Anima le serate. volontario volontario volontario 8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO. La figura dei volontari all’interno della struttura comunitaria costituisce un’importante risorsa che arricchisce il livello qualitativo delle stimolazioni relazionali per gli ospiti e che può integrare l’attività educativa proposta. Inoltre la presenza dei volontari all’interno di contesti strutturati come le Case Famiglia può facilitare l’apertura verso l’esterno e la partecipazione ad opportunità aggregative offerte dal territorio. Ogni volontario verrà inserito rispettivamente in una casa famiglia dell’Associazione coinvolta nel progetto ed elencate precedentemente. I volontari potranno essere impegnati per 6 ore giornaliere dal lunedì al venerdì, gli orari verranno decisi e fissati nella fase di avvio al servizio da parte degli operatori locali di progetto, che potranno prevedere un servizio anti-meridiano o post-meridiano. Il volontario e l’Olp converranno alla compilazione di un piano di impiego a seconda dei bisogni della sede e delle attitudini e delle capacità del giovane. AREA INTERVENTO: MINORI Le attività previste per i volontari in servizio civile sono le seguenti: AREA RICREATIVA E LUDICA - Aiutare la nascita e lo sviluppo di relazioni interpersonali all’interno della casa famiglia - animazione e partecipazione a giochi di società; giochi organizzati all’aperto; - supporto ad attività di lettura ( racconti, libri, fiabe, quotidiani ) - organizzazione di visione di film ( assistita e adatta all’età dei singoli) ; - aiuto nell’utilizzo del computer sia a scopo scolastico che durante il tempo libero (esempio giochi multimediali); - partecipazione nelle attività di educazione musicale (ascolto, canto, apprendimento di uno strumento musicale); - partecipazione attiva alle attività mensili di animazione e di festa organizzate dal Gruppo Scout Predappio 1 dell’Agesci ove il volontario stimolerà gli accolti nello sviluppo delle relazioni sociali ed interpersonali - collaborazione nelle attività di: manipolazione attraverso l’utilizzo di diversi materiali (creta, carta, ceramica, legno, stoffa); laboratori di decoupage, di pirografia, di taglio e cucito; pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) - accompagnamento in escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo libero all’aria aperta, ad esempio con passeggiate sia a piedi che in bicicletta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite organizzate); - partecipazione ed organizzazione di soggiorni estivi (due volte l’anno gli operatori organizzano un periodo di vacanza durante il quale insieme agli utenti e trascorrono del tempo lontano dagli impegni quotidiani in montagna o al mare). AREA MOTORIA - affiancamento nello svolgimento delle varie attività sportive ( attività che consentono ai minori di sviluppare le capacità motorie che permettono loro di sperimentarsi e di aumentare la fiducia in se stessi e negli altri e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di Predappio (FC). - organizzazione e partecipazione ad attività all’aperto ( passeggiate, sia a piedi che in bicicletta; attività ludiche); AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA - servizio di trasporto; - sostegno nelle attività di sostegno scolastico; AREA “SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ I volontari verranno coinvolti a seconda del caso e della situazione specifica nei progetti di “Sostegno alla genitorialità” nello specifico: - attività di segreteria - interventi educativi relazionali diurni a sostegno di minori - partecipazione e collaborazione agli incontri di Tirocinio per famiglie aspiranti all’affido AREA SENSIBILIZZAZIONE E FORMAZIONE Sensibilizzazione all’accoglienza e formazione permanente degli educatori/operatori che lavorano o vivono nelle strutture con i minori accolti. La maggior parte di questi progetti sono realizzati sul territorio provinciale e prevedono il finanziamento della provincia o del Centro Servizi per il Volontariato, serie di incontri di formazione giuridica con alcuni giudici del Tribunale per i Minorenni di Bologna e un avvocato sul tema del tutore, curatore speciale, avvocato dei bambini … AREA INTERVENTO: DISABILI Le attività previste per i volontari in servizio civile sono le seguenti: AREA ASSISTENZIALE ED EDUCATIVA - servizio di trasporto - attività di cogestione di responsabilità insieme all’utente disabile al fine di aumentare le autonomie e i fattori di crescita personale; - accompagnamento ad attività terapeutiche individuali settimanali (gli accolti seguono distinte terapie in base al loro specifico bisogno che accompagnano le attività quotidiane); AREA RICREATIVE E LUDICA - supporto ed aiuto nell’utilizzo del computer (esempio giochi multimediali); - collaborazione ed organizzazione di attività di pittura attraverso l’utilizzo di diversi tipi di colori ( tempere, acquarelli,a cera, a matita, a dito) e l’ utilizzo di tele e fogli particolari (carta riciclata) - partecipazione attiva alle attività mensili di animazione e di festa organizzate dal Gruppo Scout Predappio 1 dell’Agesci ove il volontario stimolerà gli accolti nello sviluppo delle relazioni sociali ed interpersonali - organizzazione di escursioni nel territorio ( periodiche gite che prevedono la possibilità di trascorrere del tempo libero all’aria aperta, sia sfruttando le occasioni ed eventi offerti dal territorio, ad esempio mostre o visite organizzate); - partecipazione e collaborazione nell’organizzazione di soggiorni estivi. AREA MOTORIA - supporto nel recupero fisiologico ( apparato cardio-respiratorio, apparato osseo e muscolare, ecc…) - affiancamento ed aiuto alle sessioni di acquaticità/rilassamento in piscina ove tutti gli utenti partecipano ( attività che consente agli accolti di sviluppare le capacità motorie del nuoto che permette loro di sperimentarsi in un ambiente diverso, fare movimento, rilassarsi attraverso determinate tecniche e di divertirsi insieme) presso l’Opera S. Camillo di Predappio (FC). - supporto ed aiuto nelle sviluppo delle abilità motorie consentite dall’uso di una carrozzina o di particolari disabilità (coordinazione generale, coordinazione oculo-manuale, capacità di anticipazione motoria, ecc...) - organizzazione di attività all’aperto ( passeggiate e attività ludiche). - accompagnamento e supporto nelle attività di basket in carrozzina a cadenza settimanale in una palestra dotata d’impianto e di linee di campo, nonché di facile accesso per le carrozzine - accompagnamento e aiuto nello sviluppo di attività di ippoterapia, una volta a settimana presso ANFAS AREA PROMOZIONE SENSIBILIZZAZIONE - partecipazione e aiuto nell’organizzazione di incontri e attività di educazione e integrazione dei portatori di handicap. SEGRETERIA DI ZONA (Area di intervento: anziani) 8.1 PIANI DI ATTUAZIONE PREVISTI PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI Il progetto nasce da una necessità del territorio, da una sensibilità di alcuni operatori dell’associazione ed in modo particolare dalla richiesta del Comune di Forlì per far fronte ai problemi della solitudine e delle conseguenti diminuzioni delle capacità psico-fisiche da parte della popolazione anziana. Il progetto già in corso vuole implementare qualitativamente e quantitativamente le attività già esistenti quindi verrà effettuata, prima dell’avvio in servizio del volontario, una verifica generale sulla situazione di partenza, nello specifico di: - risorse umane - risorse strumentali occorrenti per il proseguimento ed il raggiungimento dell’obiettivo fissato - bisogni della popolazione anziana coinvolta Inoltre verrà comunicato ai servizi sociali e agli anziani dell’inserimento e dell’intervento di un volontario in servizio civile. Le attività preparatorie specifiche per il progetto relativo all’area di intervento ANZIANI sono: - colloqui e contatti con i servizi sociali per verificare la situazione di partenza - colloqui e contatti con: Don Bruno di San Martino in strada, Paroco del Centro storico di Forlì, Don Giovanni di Bussecchio e i preti di Forlimpopoli, Don Emanuele di San Giuseppe Artigiano - consultazione degli archivi parrocchiali con i dati delle persone, - segnalazione da parte dei servizi sociali, parroci e referenti di quartiere delle persone veramente sole che necessitano di un sostegno - verifica da parte dei parroci e/o assistenti sociali della fattibilità degli interventi - presentazione da parte di questi ultimi dei nostri operatori (soprattutto i sacerdoti si rivelano un buon tramite per arrivare all'anziano poichè l'anziano si fida) - stesura e verifica del budget Inoltre si attueranno le seguenti attività di valutazione e verifica dopo i 12 mesi di progetto: - elaborazione ed analisi dei questionari inseriti nel sistema di monitoraggio accreditato per verifica dell’andamento e del raggiungimento degli obiettivi - indagine con interviste ad operatori ed utenti coinvolti sull’andamento - valutazione dei punti di forza, delle criticità e della sostenibilità degli esiti raggiunti - consultazione con i servizi sociali ed enti pubblici per valutazione dell’impatto sul territorio - redazione di una relazione finale - incontro tra tutti i principali soggetti operanti coinvolti per presentazione della valutazione generale e della relazione OBIETTIVO 7d. Garantire la protezione dai rischi connessi alla solitudine e consentire ai destinatari del progetto la permanenza nel loro domicilio e nel loro ambiente di vita riducendo il ricorso all’istituzionalizzazione. AZIONI – ATTIVITA’ Gestione e segreteria 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Mappatura del territorio e avvio progetto Socio-assistenzale di base creazione relazioni e momenti aggregativi Relazione e comunicazione con servizi sociali e territoriali 8.2 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER LA REALIZZAZIONE DEI PIANI DI ATTUAZIONE. OBIETTIVO Garantire la protezione dai rischi connessi alla solitudine e consentire ai destinatari del progetto la permanenza nel loro domicilio e nel loro ambiente di vita riducendo il ricorso all’istituzionalizzazione SEGRETERIA DI ZONA (Area di intervento: anziani) Il progetto Anziani non più soli per la realizzazione del piano di attuazione si prefigge le seguenti azioni che si suddividono in attività specifiche: Obiettivo 7d MAPPATURA TERRITORIO e AVVIO PROGETTO - ricevimento delle richieste di aiuto da parte di: Servizi Sociali, Parrocchie, referenti delle diverse circoscrizioni, altre associazioni - verifica della situazione di vita dell’anziano - rilevazione dei bisogni degli anziani - programmazione degli interventi Obiettivo 7d SOCIO-ASSISTENZALE DI BASE - seguire con progetti personalizzati particolarmente flessibili - aiuto gli anziani nella gestione della propria economia domestica - aiuto gli anziani nelle pratiche igenico-sanitarie - aiuto nella gestione delle relazioni con terzi (es. altri inquilini condominiali) - sostegno nell’accesso a servizi - visite periodiche presso l’abitazione dell’anziano - accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio per commissioni varie - accompagnamento a visite mediche, approvvigionamento accompagnado le persone nei supermercato in posta e nei negozi in genere ,ecc - aiuto nel disbrigo delle pratiche amministrative - aiuto nella deambulazione e fare passeggiate - sostegno psicologico nelle scelte quotidiane soprattutto attraverso conversazioni e compagnia - espletamento commissioni in nome e per conto dell’anziano - aiuto e facilitazione nell’assunzione dei cibi - aiuto nella deambulazione Obiettivo 7d CREAZIONE RELAZIONI E MOMENTI AGGREGATIVI - visite periodiche presso l’abitazione dell’anziano - conversazione con l’anziano : sostegno morale attraverso la conversazione con l’anziano per istaurare una relazione che aiuti a condividere la solitudine - creazione delle reti relazionali con anziani che sono difficilmente conoscibili dai servizi - ricrearsi un sentimento di fiducia verso gli altri - trovare alcune possibilità di soluzioni - accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio - instaurato un rapporto fiduciario con l’anziano - aiutarli gli anziani ad esprimere i propri bisogni Obiettivo 7d RELAZIONE E COMUNICAZIONE CON SERVIZI SOCIALI E TERRITORIALI - contatto con persone anziane residenti e sia nella città di Forlì sia nei Comuni del territorio. - comunicazione dei bisogni rilevati degli anziani seguiti alle assistenti sociali - comunicazione trimestale alle asl dell’andamento del progetto - notifica immediata agli enti pubblici di nuovi casi non seguiti - confronto mensile con l’associazionismo che lavora nel medesimo campo - contatti con parrocchie e le circoscrizioni per monitoraggio della situazione “anziani soli” e per verificare i risultati ottenuti Obiettivo 7d ATTIVITA’ DI GESTIONE E SEGRETERIA - ricezione delle richieste di aiuto da parte degli anziani bisognosi - ricevere segnalazioni di anziani soli da parte dei servizi sociali - rendicontazione qualitativa e quantitativa del progetto - coordinamento di equipe - gestione del personale coinvolto nel progetto e delle risorse finanziarie 8.3 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, SPECIFICANDO SE VOLONTARI O DIPENDENTI A QUALUNQUE TITOLO. SEGRETERIA - ANZIANI – 1 dipendente e 3 volontari Ruolo nella struttura Educatore professionale - assistente di base esperienze maturate come assistenza a ragazze con disabilità psichica - olp di riferimento per la struttura - attivita di socializzazione anziani soli, accompagnamo a fare la spesa, a visite mediche, passeggiate ecc. Collaborazione attività di socializzazione Educatore professionale Animatore e segretaria del progetto Rapporto dipendente volontaria volontario volontaria 8.4 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO. Il volontario assegnato alle sede di attuazione denominata SEGRETERIA parteciperà e seguirà il progetto: Anziani non più soli . che è strettamente collegato alle attività dei servizi socio-assistenziali comunali, con particolare riguardo a quelli domiciliari. Il collegamento si realizza con l'inserimento del volontario nelle attività giornaliere di assistenza domiciliare e di collegamento con le strutture socio-sanitarie territoriali supportando ed integrando i servizi erogati dall'Ente e dalle Associazioni di Volontariato. Il volontario svolgerà attività di segreteria e gestione del progetto per 10 ore settimanali, nello specifico: - ricezione delle richieste di aiuto da parte degli anziani bisognosi - ricevere segnalazioni di anziani soli da parte dei servizi sociali - aiuto alla stesura della rendicontazione qualitativa e quantitativa del progetto - partecipazione a coordinamento di equipe - ricevimento delle richieste di aiuto da parte di: Servizi Sociali, Parrocchie, referenti delle diverse circoscrizioni, altre associazioni - accompagnamento olp per verifica della situazione di vita dell’anziano - rilevazione guidato dei bisogni degli anziani - programmazione degli interventi Progetto Anziani Non più soli: La volontaria collaborerà, con gli operatori domiciliari per favorire la permanenza dell’adulto a casa, aiutando le stesse nella relazione con la persona, nella mobilizzazione dello stesso, nella preparazione del pasto se necessario. La volontaria in alcuni casi sarà chiamata ad accompagnare lo stesso per eventuali attività quali visite mediche, spese, disbrigo pratiche varie, mantenimento rapporti con amici e parenti facendo da mediatore tra l’utente e il mondo circostante. Nel progetto di sostegno dell’adulto e dell’anziano importante sarà la funzione di ascolto che la volontaria dovrà attuare per aiutare tali utenti a sentirsi meno soli e a sentirsi importanti per qualcuno che non dedica loro solo pochi minuti ma un tempo più dilazionato. Nello specifico: SOCIO-ASSISTENZALE DI BASE - seguire con progetti personalizzati particolarmente flessibili - supportare ed aiutare gli anziani nella gestione della propria economia domestica - aiutare gli anziani nelle pratiche alimentari - aiutare nella gestione delle relazioni con terzi (es. altri inquilini condominiali) - sostegno nell’accesso a servizi - visite periodiche presso l’abitazione dell’anziano - accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio - accompagnamento a visite mediche - approvvigionamento accompagnando le persone nei supermercato in posta e nei negozi in genere ,ecc - aiuto nella deambulazione espletamento commissioni in nome e per conto dell’anziano CREAZIONE RELAZIONI E MOMENTI AGGREGATIVI - conversazione con l’anziano : sostegno morale attraverso la conversazione con l’anziano per istaurare una relazione che aiuti a condividere la solitudine - creare delle reti relazionali con anziani che sono difficilmente conoscibili dai servizi - ricrearsi un sentimento di fiducia verso gli altri - trovare alcune possibilità di soluzioni - accompagnamento della persona anziana non autosufficiente sul territorio - instaurato un rapporto fiduciario con l’anziano - aiutarli gli anziani ad esprimere i propri bisogni RELAZIONE E COSTANTE COMUNICAZIONE CON SERVIZI SOCIALI E TERRITORIALI - contatto continuativo con persone anziane residenti e sia nella città di Forlì sia nei Comuni del territorio. - comunicazione dei bisogni rilevati degli anziani all’operatore locale di progetto - aiuto all’OLP nella gestione dei contatti con parrocchie e le circoscrizioni per monitoraggio della situazione “anziani soli” e per verificare i risultati ottenuti . 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto: 12 10)Numero posti con vitto e alloggio: 10 11)Numero posti senza vitto e alloggio: 0 12)Numero posti con solo vitto: 2 13)Numero ore di servizio settimanali dei volontari. 30 14)Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) : 5 15)Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: - rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro - rispettare le regole delle strutture, orari, linguaggio e abitudini consolidate - mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile - disponibilità a trasferimenti in italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del scv - flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone a cui si presta servizio Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibile prendere giornate di permesso. CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16)Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto: Sede di N. attuazione del progetto 1 2 3 ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASAFAMIGLIA S.ALBERTO ComunitàPapa Giovanni XXIII Cooperativa Sociale a r.l. COMUNITA DIURNA DI CONDIVISIONE ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA SANTA MARIA CHIARA 4 ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA S.PIETRO 2 5 ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA S.ANDREA Comune CESENA CESENA Cod. ident. sede N. vol. per sede Cognome e nome Data di nascita 26717 1 MARIANI TANIA 14/11/1971 MRNTNA71S54C573L VIA S.TOMMASO 2353, CAP: 26674 47023 1 AMADUZZI FLORA 04\09\55 MDZFLR55P44H542D Indirizzo VIA TARGHINI 3675 CAP: 47023 Nominativi degli Operatori Locali di Progetto C.F. SAVIGN ANO SUL RUBICO NE Cesena VIA CAPPONA RURALE II 131 CAP: 47039 13813 1 QUACQUARELLI PASQUALE 22/01/65 QCQPQL65A22A285W PREDAP PIO Forlì VIA CA' DI SOTTO 31 CAP:47016 15203 1 ORSINI ROBERTA 03/10/68 RSNRRT68R43D704F FORLi' VIA BIDENTE 241 CAP: 47100 26686 1 GUERRINI MONICA 24\08\69 GRRMNC69M64D704E 6 7 8 9 10 11 12 ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII NUCLEO FAMILIARE SEVERI CHIODONI ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA DELLA SPERANZA ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII NUCLEO FAMILIARE TAPPARI DALL'AGATA ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA MAMMA DEL CIELO ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA S.LEONARDO ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA SANTA PAOLA ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII SEGRETERIA DI ZONA FORLi' FORLi' FORLi' VIA LUGHESE 99 CAP: 47100 26700 1 SEVERI DANIELE 04\05\66 SVRDNL66E04Z133T 26698 1 PAOLA FERRARI 19\04\63 FRRPLA63D59F761G VIA LUGHESE 99 CAP: 47100 26701 1 TAPPARI DANIELE 16\09\67 TPPDNL67P16A662D VIA GHIBELLINA 22 CAP: 47100 FORLi' VIA E.TORRICELLI N 23 64757 1 SERVADEI MORGAGNI FABIO 31\1\78 SRVFBA78A31D704Y FORLi' VIA PINO III N°7 26706 1 PULITINI ELENA 17/05/66 PLTLNE66E57H199W CESENA VIA CURIEL 325 RONCOFREDDO. 4661 1 FRANZETTI FRANCA 24/09/50 FRNFNC50P64L682R FORLIì VIA COLOMBO 7 26680 1 DREI DANIELA 31/10/67 DREDNL67R71D704D vedi allegati 1 17) Altre figure impiegate nel Progetto: TUTOR N. 1 2 Sede di attuazione del progetto ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASAFAMIGLIA S.ALBERTO Comunità Papa Giovanni XXIII Cooperativa Sociale a r.l. COMUNITA DIURNA DI CONDIVISIONE 3 ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA SANTA MARIA CHIARA 4 ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA S.PIETRO 2 5 ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII Comune CESENA Indirizzo N. Cod. vol. ident. per sede sede VIA TARGHINI 3675 26717 CAP: 47023 Cognom ee nome Data di nasci ta RESP. LOCALI ENTE ACC. C.F. Cognom ee nome Data di nasci ta C.F. 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H VIA S.TOMMASO 2353, CAP: 47023 26674 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H SAVIGNANO SUL RUBICONE Cesena VIA CAPPONA RURALE II 131 CAP: 47039 13813 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H PREDAPPIO Forlì VIA CA' DI SOTTO 31 CAP:47010 15203 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H FORLi' VIA BIDENTE 241 CAP: 47100 26686 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 H 1968 D704X Marinella 1964 CESENA 6 7 8 9 10 11 12 CASA FAMIGLIA S.ANDREA ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII NUCLEO FAMILIARE SEVERI CHIODONI ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA DELLA SPERANZA ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII NUCLEO FAMILIARE TAPPARI DALL'AGATA ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA MAMMA DEL CIELO ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA S.LEONARDO ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII CASA FAMIGLIA SANTA PAOLA ASSOCIAZIONE COMUNITA' PAPA GIOVANNI XXIII SEGRETERIA DI ZONA FORLi' FORLi' VIA LUGHESE 99 CAP: 47100 26700 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H VIA GHIBELLINA 22 26698 CAP: 47100 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H FORLi' VIA LUGHESE 99 CAP: 47100 26701 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H FORLi' VIA E.TORRICELLI N 23 64757 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H FORLi' VIA PINO III N°7 26706 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H CESENA VIA CURIEL 325 RONCOFREDDO. 4661 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H FORLI’ VIA COLOMBO 7 26680 1 Fabbri Daniele 14/06/ FBBDNL68H14 Mussolini 18/02/ MSSMNL64B58D704 1968 D704X Marinella 1964 H vedi allegati 2 18)Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima come obiezione di coscienza sostitutiva al servizio militare, poi come servizio civile nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nello strumento del Servizio Civile e nei valori che trasmette a livello sociale, riteniamo che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco temporale di emanazione e scadenza del bando, ma siano permanenti e attraversino trasversalmente le altre attività dell’Ente. L’Associazione ha implementato da dieci anni un ufficio centrale finalizzato alla gestione dei progetti di servizio civile, con una sede locale per le varie aree, italiane ed estere, dove opera. Nel corso di tutto l’anno solare riceviamo richieste di partecipazione ai progetti da parte dei giovani, cosi come durante tutto l’anno portiamo avanti azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Programma di promozione del progetto: a. Incontro pubblico (all’atto dell’eventuale approvazione del progetto a bando) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare domanda il percorso progettuale. Ci si avvarrà di testimonianze dei giovani che hanno concluso il periodo di SCN in progetti analoghi dell’Ente, con preferenza di quelli attivati nello stesso territorio, se presenti. Tempo: 3 ore b. Interventi nelle scuole: almeno 3 moduli da 2 ore ciascuno per incontri formativi nelle scuole superiori della provincia/e interessata/e al progetto Tempo: 6 ore c. “Volontariamente party – il Servizio Civile in festa”: occasione promozionale che coinvolge i volontari impegnati in tutti i progetti dell’Ente, sia in Italia che all’estero, e gli ex volontari. Si tiene ogni anno a Rimini nel mese di luglio e prevede al suo interno una manifestazione pubblica (con un convegno) in cui i giovani incontrano il territorio. Tempo: 9 ore d. Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale (nel mese di maggio) alla Fiera di Rimini, e a cui partecipano persone provenienti da tutta Italia e da diverse zone estere. Tempo: 20 ore e. Collaborazione fissa con il mensile “Sempre” attraverso la rubrica “Frontiere di pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero. Tempo: 30 ore f. Attività diverse per cui non è possibile quantificare, per loro natura, un tempo di realizzazione, come: promozione su siti web, interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, etc. - Accoglienza permanente in orario di apertura della segreteria di zona per i giovani che chiedano informazioni sia direttamente che tramite telefono o posta elettronica; g. Organizzazione di laboratori di educazione alla pace e sensibilizzazione sul servizio civile nelle scuole superiori del territorio provinciale; (annualmente 20 ore di cui 8 specifiche sul servizio civile volontario) Tempo: 8 ore h. Depliant, volantino e manifesti sul servizio civile nazionale volontario, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente; i. Partecipazione ad eventi particolari: Festa Annuale del Volontariato organizzata da Assiprov a Forlì e Meeting di Rimini con stand e banchetti, presidiati da proprio personale stand informativo. Tempo: 12 ore j. Cooperazione e collaborazione con il COPRESC(Coordinamento Provinciale Enti di Servizio Civile) per la promozione. In occasione della pubblicazione dei bandi per la selezione di giovani da impiegare in progetti di servizio civile, gli enti aderenti concordano di promuovere il servizio civile sul territorio, realizzando attività di promozione, coordinata e congiunta, del bando e di orientamento dei giovani alla scelta del progetto ed evitando che ognuno promuova solo il proprio servizio civile o che si trascuri quel lavoro di rigenerazione della risorsa presso scuole e altri contesti. Nello specifico Il Copresc FC promuoverà nell'intero territorio della provincia i progetti di servizio civile degli enti aderenti attraverso: - i propri sportelli informativi di Forlì e Cesena; - il proprio sito internet www.coprescfc.it da cui, all'uscita del bando, saranno consultabili delle schede riassuntive di tutti i progetti attivi nella provincia; - la realizzazione di materiale pubblicitario di vario tipo (cartoline, pieghevoli, opuscoli, locandine, manifesti,...); - i Centri Informagiovani della provincia di Forlì – Cesena; - i giornali locali (Corriere di Romagna, Forlì Forlì, Il Resto del Carlino, la Voce); - l’emittente televisiva TeleRomagna, attraverso alcuni speciali che promuoveranno i progetti e le esperienze di servizio civile nazionale, avvalendosi della testimonianza di ragazze e ragazzi già in servizio civile; - le emittenti Radiofoniche Radio Centrale e Radio Studio Delta, attraverso spot promozionali; - banchetti informativi allestiti in occasione di eventi organizzati sul territorio provinciale (Festa del volontariato, Festa per i volontari di servizio civile nazionale, Festa del Centro per la pace, Salone dell’orientamento, ecc...) e presso le sedi universitarie. Tempo: 20 ore k. Cooperazione e collaborazione con il COPRESC(Coordinamento Provinciale Enti di Servizio Civile) per la sensibilizzazione rivolte all’intera comunità e specificatamente ai giovani su: - Carta d’impegno etico e previsioni della L.R.20/03: valori dell’obiezione di coscienza e tematiche collegate (nonviolenza, difesa civile, povertà, solidarietà, mondialità e intercultura, pace e diritti umani, ecc.) - Servizio civile svolto sia in Italia che all’estero, con le dirette testimonianze dei giovani già coinvolti Tempo: 12 ore PER UN TOTALE DI ORE 120 19)Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari: Si prevede di utilizzare il sistema di selezione approvato dal direttore generale del servizio civile con determinazione del 30 maggio 2002 20)Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): NO 21)Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto: L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, in quanto ente di prima classe, ha elaborato sistemi di monitoraggio interno per la valutazione del progetto, dichiarati all’atto dell’accreditamento nell’apposito sistema. 22)Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’PAPA GIOVANNI XXIII 23)Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64: NESSUNO 24)Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto: Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate alle attività del progetto e alle risorse tecniche previste alla voce 26: RISORSE FINANZIARIE FORMAZIONE SPECIFICA Voci di spesa formazione specifica Materiale didattico Organizzazione logistica Formatori Spese per produzione materiale di promozione Totale spesa A Risorse finanziarie 500 euro 300 euro 2000 euro 500 euro 3.300 euro Obiettivo 1a e 2a RISORSE FINANZIARIE SEDE: COMUNITA’ DIURNA SOCIALE Voci di spesa risorse tecniche e strumentali Materiale didattico manuale per laboratori Ammortamento Automezzo Materiale per laboratorio cucina Ausili facilitazione attività disabili Attività acquaticità Carburante per escursioni e spostamenti Personale, con indicazione del tempo destinato esclusivamente al progetto di servizio civile: Totale spesa D Risorse finanziarie 800 euro 1000 euro 500 euro 500 euro 500 euro 1000 euro 1500 euro 5.800 euro Obiettivo 3b - 4b – 5c – 6c RISORSE FINANZIARIE – SEDI: CASE FAMIGLIA Voci di spesa risorse tecniche e strumentali Ammortamento automezzi Personale specifico Attività riabilitative Risorse finanziarie 5000 euro 2000 euro 1000 euro Materiale ludico e scolastico (libri, pennarelli, cartelloni, quaderni, ecc… ) Materiale per laboratori di decoupage, pittura, patchwork, collage ( pennelli; colla; acquarelli; pennarelli; colori a tempera, a matita, a dito, a cera; materiale in legno; cartone; stoffa; tele; creta) Materiale per attività sportive esterne (palloni da calcio, pallavolo, basket in carrozina, canestro, biciclette) Attrezzi “ad personam” Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale) e vestiario Carburante per trasporti Ingresso e corsi in Piscina Comunale Corsi in palestra per attività di riabilitazione Totale spesa B 800 euro 1.500 euro 500 euro 500 euro 400 euro 4.000 euro 800 euro 400 euro 16.900 Euro Obiettivo 7d RISORSE FINANZIARIE – SEDE: SEGRETERIA Voci di spesa risorse tecniche e strumentali Spese di Segreteria per ricevere richieste e gestione generale del progetto Carburante relativo a mezzo fornito dall’ente Ammortamento automezzo Personale, con indicazione del tempo destinato esclusivamente al progetto di servizio civile Totale spesa C Risorse finanziarie 1500 euro 2000 euro 1000 euro 1000 euro 5.500 euro TOTALE RISORSE FINANZIARIE AGGIUNTIVE (A + B + C + D) = 31.500 euro 25)Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto: PARROCCHIA SAN BIAGIO DI RONCOFREDDO con il concreto e specifico apporto su: - promozione del progetto utilizzando i canali informativi, i momenti di incontro e di formazione - disponibilità di teatro e sale per la messa in scena dello spettacolo annuale e nella realizzazione di laboratori artistici ed espressivi PARROCCHIA SAN MAURO PASCOLI con il concreto e specifico apporto su: - promozione del progetto - disponibilità di teatro e sale per la messa in scena dello spettacolo annuale e nella realizzazione di laboratori artistici ed espressivi “ACQUA e FARINA” - collaborazione nella realizzazione dei laboratori di cucina mettendo a disposizione attrezzature e materiale d’uso - promozione del progetto OPERA S. CAMILLO con il concreto e specifico apporto su: - mette a disposizione gratuitamente per le attività e sessioni di acquaticità per i minori e i disabili coinvolti nel progetto: piscina per disabili con discesa facilitata, corrimano a norma, attrezzi vari per sessioni, ecc… - promozione del progetto di servizio civile. SCOUT PREDAPPIO con il concreto e specifico apporto su: - organizzazione mensile di momenti aggregativi, di festa e di animazione per i minori e disabili delle case famiglia coinvolte - promozione del progetto di servizio civile - inserimento di accolti (disabili e minori) nelle attività associative Lupetti e Reparto INCONTRO SENZA BARRIERE con il concreto e specifico apporto su: - mette a disposizione le proprie attrezzature e strutture per l’attività di basket in carrozzina: palestra abilitata per disabili, attrezzi sportivi (birilli, cerchi, palloni, casacche, divise, ecc…), assicurazione per i partecipanti, ecc… - promozione del progetto di servizio civile BANCA ETICA - promozione del progetto di servizio civile presso le proprie circoscrizioni locali PACIAMOCI - promozione del progetto attraverso la diffusione di materiale stampato e informatico veicolato dai propri associati ISTITUTO CORTIVO Centro Professionale presso la sede periferica della provincia di Forlì e Cesena, nello specifico apporto su: - promozione del progetto attraverso gli spazi del Centro - collaborazione alla costruzione del corso di formazione “Tutors di servizio civile-2° livello” per i tutors impegnati nel progetto COPRESC di Forlì-Cesena con il concreto e specifico apporto su: - sensibilizzazione congiunta su: - Carta d’impegno etico e previsioni della L.R.20/03: valori dell’obiezione di coscienza e tematiche collegate (nonviolenza, difesa civile, povertà, solidarietà, mondialità e intercultura, pace e diritti umani, ecc.) - Servizio civile svolto sia in Italia che all’estero, con le dirette testimonianze dei giovani già coinvolti; - promozione congiunta del bando e orientamento dei giovani alla scelta del progetto; - Formazione coordinata e congiunta per gli operatori locali di progetto e le figure accreditate degli enti della provincia. Vedi allegati 3 26)Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: Obiettivo 1a e 2a CENTRO DIURNO - Aula ludico-ricreativa, multimediale ed audiovisivi - Laboratori attrezzati ( laboratorio ergoterapico, laboratorio attività manipolative, laboratorio per attività espressivo, …) - Il volontario potrà disporre di materiale didattico specifico per disabili (giochi in scatola e testi, fogli colorati, cartelloni, tempere, registratore musicale, videoregistratore) - sede di riunioni di equipe - piscina smontabile fuori terra 2 pulmini attrezzato con sollevatore per il trasporto di disabili in carrozzina; 2 personal computer per la predisposizione delle relazioni di verifica, dell’analisi dei questionari di soddisfazione e in altre pratiche che si rendessero necessarie. 2 peronal computer con relativi software per utilizzo e facilitazioni persone disabili materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale). Materiale per laboratorio di cucina: attrezzi, alimenti Obiettivo 3b - 4b – 5c – 6c CASE FAMIGLIA - 10 Auto e 4 pulmini attrezzati con sollevatore per il trasporto di disabili in carrozzina Testi didattici specialistici Materiale per le attività creative e di cancelleria di vario genere Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale) - Giochi per tutte le face di età dai 7 ai 18 - Materiale scolastico sia per i minori accolti che per esterni - Attrezzature sportive (biciclette, palloni, materiale specifico, ecc…) - Libri per minori - Materiale per laboratorio di musicoterapia e danza (stereo, musica,…) - Materiale per laboratori di disegno,decoupage, pittura, patchwork, collage ( pennelli; colla; acquarelli; pennarelli; colori a tempera, a matita, a dito, a cera; materiale in legno; cartone; tele) Carrozzine per disabili Obiettivo 7d SEGRETERIA - Segreteria dell’Associazione a Forlì Automezzo messo a disposizione dall’Associazione Strumentazione informatica, tutti i mezzi di comunicazione (telefono, fax, internet, fotocopiatrice, scanner) Materiale di facile consumo per l’igiene (guanti monouso, spugnette, detergenti per igiene personale) Aula per lo svolgimento della Formazione Specifica e per eventuali incontri di tutoraggio. Il volontario potrà disporre di materiale didattico specifico per svolgere le attività previste dal progetto (giochi in scatola e testi per disabili e minori, fogli colorati, cartelloni, tempere, registratore musicale, videoregistratore) CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 27)Eventuali crediti formativi riconosciuti: NESSUNO 28)Eventuali tirocini riconosciuti : "Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di n 9 crediti formativi di tirocinio per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2 rilasciata dalla Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi telematica Pegaso come quanto deliberato dal Comitato tecnico in data 28 settembre 2007." "Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di n 10 crediti formativi di tirocinio per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2 rilasciata dal Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione dell'Università degli Studi di Ferrara come quanto deliberato dal Consiglio di Facoltà in data 2 ottobre 2007 ." "Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di crediti formativi di tirocinio per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2 rilasciata dalla Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna" "Si allega copia della documentazione per il riconoscimento di crediti formativi di tirocinio per i giovani che svolgono servizio civile nel progetto GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2 rilasciata dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bologna" Vedi allegati 4 29)Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: Il progetto “GIOVANI E SOLIDARIETA’ 2” consente l’acquisizione delle seguenti competenze, a seconda delle sedi di attuazione di progetto e delle attività svolte dai volontari, rinvenibili nel “PRONTUARIO PROVVISORIO ED IN PROGRESSIONE DELLE COMPETENZE EVENTUALMENTE ATTRIBUIBILICON “DICHIARAZIONE” FORMALE DELLA REGIONE IN CAPO AI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE”, predisposto dalla Regione Emilia-Romagna, come da allegati 3: 1 – COMPETENZE DI BASE E’ in grado di: - Riconoscere il ruolo e le funzioni delle Autonomie Locali e dei loro organi di governo 2 COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI 2c) PERSONE CON HANDICAP ( O DISABILI) - E’ in grado di: - Assistere la persona handicappata, in condizione di medio o grave insufficienza mentale e/o alterazioni psichiche / compromessa attività motoria / incapacità della cura di se stesso. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione (attività di intrattenimento, occupazionali, culturali, sportive, di gioco ecc...) per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. - Mantenere condizioni di igiene ambientale, nonché pulizia e cura della persona. - Aiutare nell’assunzione dei pasti, nella deambulazione e nell’uso corretto degli ausili - Utilizzare gli automezzi per disabili - Applicare le principali norme igieniche, di sicurezza e di primo soccorso. - Calibrare la propria relazione d’aiuto in ragione dei bisogni del disabile e della sua famiglia - Distinguere le figure professionali operanti nel settore cura/recupero delle persone disabili, riconoscendone ruoli e competenze specifiche - Individuare le principali caratteristiche di un servizio residenziale, semiresidenziale e domiciliare per disabili 2d – 2f) MINORI, SCUOLA E PROGETTI ESTIVI E’ in grado di: - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi; Di accompagnare e supportare il minore nell’attività di studio e ricreativa; Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. Utilizzare le tecniche specifiche di animazione, attività di intrattenimento (giochi, musica, film), attività culturali (drammatizzazione), supporto alle attività scolastiche (compiti). 2b) ANZIANI: E’ in grado di : - collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione e di ricostruzione della rete relazionale. - collaborare all’utilizzo di tecniche di animazione: attività di intrattenimento (giochi, musica, film etc), attività occupazionali (disegno, falegnameria, cucina, pittura), attività culturali (visite e gite, raccolta di storie personali, drammatizzazioni), sostegno ai legami familiari (feste, accompagnamento), supporto ad attività a valenza assistenziali (supporto nella deambulazione o nelle passeggiate – ginnastica di gruppo – aiuto nel momento del pasto e della merenda – riattivazione individuale – stimolazione cognitiva in senso lato) 3 - COMPETENZE TRASVERSALI E’ in grado di: - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia - Collaborare con il personale dell’Ente, con i colleghi e con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza - Lavorare in team per produrre risultati collettivi - Trasferire/mediare agli operatori professionali le specifiche richieste degli utenti - Fronteggiare situazioni di emergenza/imprevisti, controllando la propria emotività rispetto a situazioni di difficoltà. Le suddette competenze verranno certificate mediante il rilascio della “Dichiarazione delle competenze, a valere come credito formativo” (allegati 3), e riconosciute dalla Regione 1 Emilia- Romagna in attuazione dell’articolo 10, primo comma, della L.R. 20 del 2003 . Inoltre il progetto “GIOVANI E SOLIDARIETÀ 2” rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze,rilevabili secondo il sistema di valutazione e monitoraggio accreditato presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. 1. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto all’applicazione delle principali strategie di relazione d’aiuto; 2. Capacità di integrarsi con altre figure professionali nella costruzione e gestione del lavoro di equipe; 3. Conoscenza ed esperienza pratica rispetto alle tecniche fondamentali dell’assistenza di base a soggetti disabili sia fisici che psichici 4. Conoscenza delle strategie di reinserimento sociale; 5. Conoscenza ed esperienza pratica in merito alle principali metodologie del lavoro in rete con le istituzioni; 6. Capacità di mediazione nonviolenta dei conflitti; 7. Conoscenza di base delle strategie di tutela dei diritti umani Le suddette competenze verranno certificate e riconosciute dal Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII quale Ente terzo, secondo il protocollo di intesa denominato “Protocollo di intesa fra il Consorzio Condividere Papa Giovanni XXIII e l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per il riconoscimento delle competenze acquisibili attraverso la partecipazione a progetti di servizio civile nazionale ai sensi della legge n 64/2001 e successive circolari e direttive”. __________________________________________________________________________ 1 si richiama il testo dell’articolo 10, comma 1, della L.R. 20 del 2003 («la Regione Emilia-Romagna stabilisce, a favore dei giovani che abbiano effettuato le prestazioni di servizio civile volontario di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c) per l'intero periodo individuato nei progetti d'impiego, un'adeguata valutazione dei relativi titoli indicati dall'interessato nell'ambito della documentazione richiesta per le selezioni pubbliche finalizzate all'assunzione nei ruoli regionali, sia a tempo determinato che indeterminato.«), che costituisce riconoscimento regionale delle competenze maturate dai volontari durante il servizio civile, in coerenza le figure messe a concorso. In proposito potrebbero esserci analoghi riconoscimenti di competenze da parte degli enti locali che hanno attivato la facoltà prevista dall’articolo 11, comma 2, della stessa L.R. («Gli Enti locali possono, altresì, nei limiti delle proprie competenze, prevedere benefici e riconoscimenti a favore dei volontari in servizio civile per le stesse finalità ed entro i limiti previsti dalla presente legge, nonché dal documento di programmazione triennale di cui all'articolo 7.») o da parte di altri enti, associazioni, cooperative; Questo sistema, peraltro, si colloca in coerenza con le previsioni della L.R. 12 del 2003 "NORME PER L'UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA' DI ACCESSO AL SAPERE, PER OGNUNO E PER TUTTO L'ARCO DELLA VITA, ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DELL'ISTRUZIONE E DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE, ANCHE IN INTEGRAZIONE TRA LORO" in particolare con l'art. 5, primo comma ("Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la certificazione delle competenze acquisite. Il riconoscimento può essere utilizzato, anche in ottemperanza alle disposizioni comunitarie, per conseguire un diploma, una qualifica professionale o altro titolo riconosciuto. A tal fine la Regione promuove accordi con le componenti del sistema formativo e con le parti sociali per la definizione di procedure per il riconoscimento, la certificazione e l'individuazione degli ambiti di utilizzazione delle diverse competenze, nonchè per il riconoscimento delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, utilizzabili come crediti per i percorsi formativi.") e con il successivo art. 6 ("1. Gli studenti, all'atto della prima iscrizione ad attività di istruzione o di formazione professionale successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, possono richiedere il rilascio del libretto formativo personale, nel quale sono iscritti i titoli, le qualifiche e le certificazioni conseguite. 2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, definisce con proprio atto le caratteristiche del libretto formativo, nonchè le modalità per il rilascio dello stesso a tutti coloro che lo richiedono. 3. Nel libretto possono essere iscritti anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi dell'educazione non formale, le competenze ed i crediti formativi comunque acquisiti e documentati, nonchè dichiarazioni di autoformazione.") Vedi allegati 5 Formazione generale dei volontari 30) Sede di realizzazione: I corsi di formazione generale saranno tenuti in alcune delle seguenti sedi: a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Calamino 18 – 47854 – San Savino di Monte Colombo (RN) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 232 – 47900 – Marebello (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) 31)Modalità di attuazione: La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale. 32)Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio: SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII 33)Tecniche e metodologie di realizzazione previste: Partendo dai contenuti previsti per la formazione generale, nella determina “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” del 4 aprile 2006, la metodologia di realizzazione prevista per la stessa è la seguente: Elementi metodologici generali: Lezioni frontali (almeno per il 50% del monte ore complessivo). Dinamiche non formali (almeno per il 20% del monte ore complessivo): - Training - Teatro dell’Oppresso (TDO) - Simulazioni - Giochi di ruolo - Materiali video - Dibattiti - Brainstorming - Lavoro di gruppo - Formazione di Gruppo - Tutoring specifico rispetto ai bisogni formativi - Momenti di servizio ed attività comuni al gruppo - Materiali cartacei (dossier etc.) - Libri e testi - Cd-Rom tematici - Testimonianze - Auto-formazione - Verifiche periodiche - Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio - Cineforum - Laboratori tematici La metodologia attiva, utilizzata nei tempi previsti dalla determina del 4 aprile 2006, è finalizzata al coinvolgimento dei volontari in: lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. L’elaborazione dei moduli formativi è stata guidata dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nelle formazione generale, quali il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti, tutti possediamo delle preconoscenze, convincimenti e opinioni, è quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua in modo residenziale, cercando ove possibile di unire volontari di progetti diversi, per favorire un ambiente pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile. Durante la formazione sarà garantita la presenza di un tutor d’aula (come da sistema di tutoraggio accreditato) con gli specifici compiti di: - organizzazione logistica - creazione gruppo e facilitazione relazioni interpersonali valutazione e verifica dell’efficienza e dell’efficacia dei moduli mediazione e gestione dei conflitti all’interno del gruppo La formazione generale è suddivisa in due corsi residenziali che verranno effettuati nel corso dei primi 5 mesi di servizio civile volontario, come da determina. 34)Contenuti della formazione: Il percorso formativo proposto si compone di contenuti utili allo sviluppo delle mansioni richieste ma ancor prima punta ad offrire ai volontari un’occasione di educazione alla cittadinanza attiva ed alla coscienza di essere attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Primo Corso: formazione generale “introduzione e strumenti” Questo evento verrà effettuato nel corso del primo mese di Servizio Civile Volontario 1) L’identità del gruppo in formazione Conoscenza fra i volontari Costruire un’identità di gruppo Condivisione di motivazioni e aspettative Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile Si tratta di un laboratorio nel quale il formatore lavorerà alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari partendo dal background individuale e di gruppo. Il gruppo, nel corso del modulo, si collocherà rispetto al servizio civile condividendo idee, aspettative, motivazioni ed obiettivi individuali. 2) Presentazione dell’Ente L'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: Approfondimenti La storia I valori La mission dell’ente Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi L’intervento sociale dell’ente Modus operandi Ambiti e tipologie d’intervento Beneficiari Il progetto di servizio civile Durante la lezione, per fornire ai volontari gli elementi di conoscenza del contesto in cui si troveranno a svolgere il servizio civile, vengono presentate la storia, le caratteristiche specifiche e le modalità organizzative ed operative dell’ente. 3) Il lavoro per progetti Metodologia della progettazione: dalla definizione degli obiettivi alla valutazione dei risultati attesi Valutazione di esito, efficacia ed efficienza del progetto Si presenterà ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei progetti e per apportare eventuali migliorie. 4) Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà La storia del servizio civile la sua evoluzione: La storia dell’Obiezione di Coscienza Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 I valori e le finalità della legge 64/2001 Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e differenze Gli attori del servizio civile: UNSC Enti (figure coinvolte nel servizio civile) I Volontari 5) Il dovere di difesa della patria La Costituzione italiana: - vivere il dettato costituzionale nella quotidianità - sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 Diritti Umani: - dichiarazione dei diritti umani - organismi di tutela - strumenti di osservazione e monitoraggio dei diritti umani - strumenti e tecniche di tutela e difesa dei diritti umani 6) La difesa civile non armata e nonviolenta Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili Le forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta I moduli 4, 5 e 6, essendo a nostro avviso strettamente collegati, verranno affrontati in successione. Partendo dall’origine dell’obiezione di coscienza al servizio militare, e ripercorrendo la storia che ha portato alla situazione attuale, si approfondiranno il concetto di difesa civile e difesa popolare nonviolenta, riportando alcuni esempi storici, fino ad arrivare alla legge 64/2001 e al sistema del servizio civile. La costituzione, approfondita nel modulo 5, servirà da riferimento trasversale all’analisi e approfondimento delle diverse tematiche. 7) Conflitto e nonviolenza Elementi fondamentali del conflitto Dimensioni e livelli del conflitto Individuazione di strategie di gestione nonviolenta dei conflitti Gli strumenti della nonviolenza Abbiamo deciso di dedicare a questo argomento un modulo a parte in quanto riteniamo la gestione del conflitto di centrale importanza nella relazione in generale ed in particolare nella relazione d’aiuto che caratterizzerà l’intervento dei volontari in servizio civile presso l’ente, nonché della costruzione della pace. L’obiettivo principale sarà quello di analizzare il concetto di conflitto, mettendo in luce i luoghi comuni che ne riguardano il significato e approfondendone le caratteristiche principali e gli ambiti nei quali esso si può manifestare. Se ne evidenzierà la “dimensione creativa” mettendo in luce le potenzialità che possono derivare da una sua gestione all’interno delle relazioni con se stessi e con gli altri. Si introdurrà infine il tema della gestione nonviolenta dei conflitti come modalità di prevenzione delle situazioni di guerra e di violenza, attraverso la descrizione di alcuni esempi storici. 8) La normativa vigente e la carta di impegno etico La carta di impegno etico Le norme attuali 9) Diritti e doveri del volontario del servizio civile Ruolo del volontario Diritti e doveri del volontario in servizio civile Nei moduli 8 e 9, partendo dalla “Carta di impegno etico”, si analizzeranno le norme messe a punto dal legislatore per la gestione del Servizio Civile Nazionale, approfondendo quelli che sono i diritti e i doveri dell’ente e del volontario, alla luce della circolare sulla gestione. Secondo Corso: formazione generale “approfondimenti e ulteriori strumenti” Questo evento verrà effettuato nel corso del quarto mese di Servizio Civile volontario 1) L’identità del gruppo in formazione Ri-definizione dell’identità di gruppo Recupero delle motivazioni iniziali Durante questo laboratorio si recupereranno, tramite attività interattive e dinamiche, gli aspetti motivazionali, l’identità di gruppo e le aspettative iniziali che hanno portato i volontari alla scelta del servizio civile. 2) Il conflitto e la nonviolenza Modello M-m e modello E Pace positiva e pace negativa Il conflitto interpersonale e l’esperienza di servizio civile Si approfondirà il tema della nonviolenza, affrontato nel 1° modulo ed in più si analizzeranno alcune situazioni conflittuali che i volontari hanno vissuto o stanno vivendo nella loro esperienza di servizio civile, cercando di farne emergere potenzialità ed elementi positivi, rimanendo in un ottica di gestione e non evitamento del conflitto. 3) La solidarietà e le forme di cittadinanza Ruolo del volontario in servizio civile nella società Concetto di cittadinanza attiva Ruolo delle istituzioni e del Terzo Settore Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo Il ruolo degli organismi internazionali. 4) Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato Le forme di associazionismo sociale I diversi attori sociali: pubblico e privato Il volontariato: quali competenze? 5) La protezione civile Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile Concetto di rischio: P x V x E Il metodo Augustus Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni Nei moduli 3, 4 e 5 l’obiettivo è quello di offrire ai volontari una visione ampia della società e delle possibili risposte di fronte a problematiche quali povertà, esclusione sociale e sottosviluppo. Si analizzerà il concetto di cittadinanza attiva e solidarietà sociale per poi estendere l’analisi sulle attività sociali e di volontariato delle istituzioni e del Terzo Settore. Si cercherà inoltre di allargare la riflessione in maniera più ampia possibile, consapevoli di vivere in un mondo oramai completamente globalizzato. Infine si affronterà il tema della Protezione Civile come esempio di cittadinanza attiva, facendone emergere le affinità con la tematica della difesa della patria, centrale quando si parla di servizio civile volontario. 6) Lavoro per progetti Verifica e valutazione della fase di inserimento dei volontari Analisi dell’andamento del servizio: punti di debolezza e punti di forza Volontari in servizio civile: quale crescita umana e professionale? Dopo circa 4 mesi dall’avvio al servizio, il formatore condurrà i volontari ad analizzare e verificare l’andamento del loro servizio sotto diversi aspetti e cercherà di rispondere ai quesiti aperti che sono sorti in questa prima fase. Alla fine di ognuno dei due eventi formativi si effettuerà una verific, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia dell’evento. 35) Durata: Moduli formativi L’identità del gruppo in formazione Presentazione dell’Ente Il lavoro per progetti Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della patria La difesa civile non armata e nonviolenta Conflitto e nonviolenza La normativa vigente e la carta di impegno etico Diritti e doveri del volontario del servizio civile La solidarietà e le forme di cittadinanza Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato La protezione civile TOTALE ORE Ore Ore Totale lezione dinamiche ore frontale non form. 2 4 6 2 1 3 2 1 3 2 1 3 2 2 2 2 3 1 1 1 6 1 0 2 3 3 8 3 3 3 2 1 3 2 1 3 24 20 44 Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 36) Sede di realizzazione: I corsi di formazione specifica si realizzeranno presso: PRIMO LIVELLO a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Calamino 18 – 47854 – San Savino di Monte Colombo (RN) b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 232 – 47900 – Marebello (RN) c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN) SECONDO LIVELLO d) Segreteria Zona Forlì – Via Colombo 7 – 47100 Forlì e) Centro Diurno “cOMUNITà Diurna di Condivisione” via S.tommaso 2353 – 47023 Cesena 37) Modalità di attuazione: La formazione verrà attuata in proprio, presso l’ente e con formatori dell’ente o professionisti ed esperti delle tematiche trattate.. 38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i: PRIMO LIVELLO Nome cognome CRISTINA GIUNGI NICOLA LAPENTA LUCA PIERI DAVIDE RAMBALDI TANIA PRESEPI MARIA PAOLA CAMPORESI Luogo di nascita Rimini (RN) Bra (CN) Bologna (BO) Bologna (BO) Rimini (RN) Data di nascita 03/03/1973 09/04/1974 Codice fiscale GNGCST73D43H294O LPNNCL74D09B111P 07/04/1954 PRILCU54D07A944U 04/05/1959 RMBDVD59E04A944G 17/11/1975 PRSTNA75S57H294B Forlì (FC) 26/04/1975 CMPMPL75D66D704V Luogo di nascita Lugo di Ravenna (RA) Forlì Roncofredo (FC) Liestal (Svizzera) Data di nascita Codice fiscale SECONDO LIVELLO Nome cognome GALLAMINI NICOLETTA GHETTI ELISABETTA FLORA AMADUZZI SEVERI DANIELE 11/06/1982 GLLNLT82H51E730E 22/02/1966 GHTLBT66B62D704X 04/09/1955 MDZ FLR 55P44 H542D 04/05/1966 SVRDNL66E092133T FABBRI DANIELE GASPARINI STEFANO Forl’ (FC) 14/06/1968 FBBDNL68H14D704X Urbino (PU) 26/09/1955 GSPSFN55P26L500N 39) Competenze specifiche del/i formatore/i: PRIMO LIVELLO NOME COGNOME CRISTINA GIUNGI NICOLA LAPENTA LUCA PIERI DAVIDE RAMBALDI TANIA PRESEPI MARIA PAOLA CAMPORESI COMPETENZE SPECIFICHE Laureata in psicologia con esperienze pluriennali circa le tematiche di relazione di aiuto, relazione educativa e sviluppo e recupero psicologico. Da anni membro dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Responsabile del servizio civile, con esperienza pluriennale di intervento in aree e situazioni di conflitto, formazione al servizio civile di obiettori di coscienza, volontari ed operatori, educazione alla pace. Laureato in scienze politiche con esperienza pluriennale circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza, disabilità, inserimento al lavoro, formazione di operatori sociali e pace. Laureato in scienze dell’educazione con esperienza pluriennale di lavoro con la disabilità, ed in ambito formativo. Educatore e responsabile della formazione presso SERT di San Giovanni in Persiceto (BO) Psicologa, iscritta all’albo. Specializzazione in psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, colloqui clinici con bambini, adolescenti e pazienti affetti da disturbi psichiatrici. Psicologa, iscritta all’albo. Specializzazione in psicoterapia. Esperienza circa le tematiche di relazione d’aiuto, devianza in età adolescenziale, disturbi borderline della personalità. Conduzione di attività di gruppo SECONDO LIVELLO NOME COGNOME NICOLETTA GALLAMINI ELISABETTA GHETTI FLORA AMADUZZI SEVERI DANIELE FABBRI DANIELE STEFANO GASPARINI COMPETENZE SPECIFICHE Assistente sociale area minori e famiglie, iscritta all’alboB cod.2074\b,educatrice animatrice,soccorritore assistenza pubblica. Esperta nella relazione con le persone accolte nelle strutture minori e anziani visitati a domicilio. Psicoterapia - psicologia dei rapporti di gruppo – logoterapia del linguaggio “MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi” per interagire con i disabili attraverso le capacità residue. Consulente per l’affidamento famigliare, diplomato come tecnico per servizi sociali, diplomato come “Counsellor di primo livello” presso l’istituto IACP di Roma. Educatore professionale, formatore esperto in percorsi di educazione alla pace, responsabile casa famiglia multiutenza responsabile per la zona forlì per il servizio civile Educatore professionale, esperienza pluridecennale in Centro Diurno per disabili, responsabile del Centro di Documentazione dell’associazione. Si allegano Curriculum Vitae Vedi allegati 6 40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovani XXIII, si struttura su due livelli: Un primo livello che prevede la partecipazione contemporanea di tutti i volontari in servizio Civile, all'occorrenza suddivisi in gruppi di max 25 persone, a carattere residenziale. Questi incontri si terranno in concomitanza degli eventi di formazione generale. Un secondo livello che prevede una serie di incontri periodici, fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio. La metodologia adottata è classificabile come metodologia attiva in quanto favorisce il coinvolgimento dei volontari, non solo in lezioni frontali ma anche lavori di gruppo, simulazioni, esercitazioni, testimonianze e momenti di dibattito. Entrambi i livelli hanno come obiettivo la fornitura dei contenuti specifici necessari ai volontari per la realizzazione delle azioni previste dal progetto ma si differenziano per tempistica e periodicità degli eventi formativi. Elementi metodologici generali: - Lezioni frontali Training Teatro dell’Oppresso (TDO) Simulazioni Giochi di ruolo Materiali video Dibattiti Brainstorming Lavoro di gruppo Materiali cartacei (dossier etc.) Libri e testi Cd-Rom tematici Testimonianze e lezioni di esperti in materia Verifiche periodiche Utilizzo di risorse formative ed occasioni formative esterne all’ente, eventualmente offerte dal territorio Cineforum Laboratori tematici 41) Contenuti della formazione: Come indicato al precedente punto 40 la formazione specifica si realizza su due livelli, entrambi volti a fornire le competenze utili a concorrere alla realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto. PRIMO LIVELLO I contenuti caratterizzanti di questo primo livello, che coinvolge simultaneamente tutti i volontari in servizio civile presso l'ente sono: • Dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause (durante il primo corso residenziale) Analisi ed approfondimento di: - Fondamenti teorici della condivisione diretta - La differenza tra condividere e prestare un servizio - Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società - nuova La società del gratuito L’obiettivo specifico di questo modulo formativo si inserisce nel percorso più generale di conoscenza dell’ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Alla base del lavoro quotidiano portato avanti nelle strutture di accoglienza dell’associazione sta proprio la condivisione diretta con gli “ultimi”, come strumento di rimozione delle cause che stanno alla radice delle ingiustizie sociali. Al volontario verranno introdotti quelli che sono i fondamenti teorici di questa modalità operativa. • La relazione d'aiuto (durante il primo ed il secondo corso residenziale) Elementi generali ed introduttivi - Il rapporto “aiutante-aiutato” - Le principali fasi della relazione di aiuto - La fiducia - Le difese all’interno della relazione di aiuto - Presa in carico della persona aiutata - Ascolto ed empatia - Gestione della rabbia e dell’aggressività - Il disagio psicologico dei minori - L’handicap fisico e psichico - La devianza Elementi di approfondimento 1.Area Minori - suddivisi per aree Il mondo interno del bambino Il passaggio dalla dipendenza all’autonomia L’attaccamento Il vissuto psicologico del bambino in affido L’induzione di ruolo nelle relazioni educative La gestione dell’aggressività nella relazione con il minore 2.Area Handicap Fisico e Psichico - Il vissuto psicologico della persona con handicap - Le principali forme di handicap psichico - Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative 3.Area Devianza - • Le radici della devianza Principali manifestazioni comportamentali della devianza Analisi di casi borderline La conquista della fiducia e la gestione dell’aggressività nella relazione di aiuto con adolescenti devianti Il lavoro per progetti (nel corso dell’ultimo mese di servizio) Verifica, valutazione ed analisi di: - Obiettivi del progetto - Andamento del servizio - Competenze acquisite - Il sistema formativo L’obiettivo di questo ultimo modulo è quello di avere un quadro complessivo e una valutazione di esito, di efficacia ed efficienza del progetto. A tal fine il formatore guiderà il gruppo all’analisi e alla rielaborazione del servizio svolto cercando di cogliere i punti critici e gli aspetti problematici incontrati. Farà emergere i punti di forza e, sulla base di questi, stimolerà il gruppo a migliorare e ri-progettare l’esperienza di servizio civile. Si effettuerà un laboratorio di auto-valutazione delle competenze. In una prima fase di lavoro individuale, ogni volontario ricostruirà la storia del proprio servizio civile: analizzerà le azioni svolte e prenderà in esame le conoscenze, le capacità e le caratteristiche personali necessarie all’espletamento di ognuna di esse. Il formatore, sulla base del lavoro precedente, inviterà ognuno dei volontari a costruire un proprio profilo dal punto di vista delle conoscenze e competenze acquisite ed un ipotesi sul proprio percorso formativo e professionale futuro, che verrà esplicitato in modo assembleare. SECONDO LIVELLO Questo secondo livello di formazione specifica si caratterizza per l'ulteriore specificità dell' esperienza di servizio civile nel contesto territoriale. I contenuti degli incontri periodici sono: • Viaggio formativo nel contesto territoriale e nella realtà dell’ente Conoscenza dei servizi sociali territoriali e delle strutture dell’Associazione presenti nella provincia. Il formatore guiderà il gruppo, attraverso un vero e proprio viaggio formativo, nella visita delle strutture principali dell’Associazione. • L’intervento dell’associazione nel territorio Evoluzione storica e cambiamenti metodologici nell’intervento ricolto a minori e disabili dell’associazione. Il territorio sociale della zona: bisogni, punti di forza e di debolezza. La rimozione delle cause che creano ingiustizia. • “MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi” - - Principi e fondamenti della Globalità dei Linguaggi (GdL), disciplina formativa nella comunicazione ed espressione con finalità di ricerca, educazione, animazione, riabilitazione, terapia: - unità psicosomatica umana; potenziali umani; comunicazione ed espressione; sinestesia; vicarietà dei sensi; autonomia; integrazione. - Teorie specifiche della GdL: - Stili Prenatali. Emo-tono-fonosimbolismo. Corpo tripartito. Riflessiologie corpo – bocca – mano – mente. - Simbologia del colore, del movimento, delle materie. Morfogenesi dell’energia vitale. Gli archetipi. - I “Quattro Elementi”. Sviluppo dell’essere umano dalla vita prenatale: sviluppo sensoriale, psicomotorio, delle attività manuali, delle tracce espressive, del linguaggio dal non-verbale al verbale. Metodologia della GdL: - Metodologia dell’osservazione dei comportamenti psicosensomotori. Metodologia della terapia psicomotoria. Metodologia e pratica della programmazione individualizzata. Artiterapia e Musicoterapica nella GdL. •La relazione con le persone accolte nelle strutture minori, disabili e anziani visitati a domicilio. La relazione con le persone “dal minori all’anziano”. - Aspettative e preoccupazioni - Cosa mi aspetto di dare e di ricevere dall'esperienza di Servizio Civile . - La relazione umana: scambio . - Il contatto con qualcuno diverso(e che non ci piace). - L'aiuto che diamo a volte, non è l'aiuto, di cui l'altro ha bisogno. - I principi del servizio sociale valgono anche qui: centralità della persona che deve essere considerata nella sua globalità. • La comunicazione nella relazione di aiuto - “la comunicazione” verbale e non verbale e le sue funzioni. - le condizioni personali, del educatore per una relazione d’aiuto. sentimenti ed emozioni : come gestire la conflittualità ( rabbia, gioia, vergogna) che cos’è il conflitto nella relazione • Psicologia dei lavori di gruppo - Incontrare gli altri: strumenti psicologici di conoscenza e di analisi della persona e della relazione di aiuto nella condivisione diretta - La tipologia di relazione • Cittadinanza attiva ed educazione alla pace Introduzione tramite laboratori specifici alle tematiche: pace, diritti umani, globalizzazione ed economia mondiale. I volontari, insieme al formatore, saranno chiamati successivamente ad applicare i laboratori in alcune scuole medie inferiori e superiori del territorio. 42) Durata: PRIMO LIVELLO Modulo formativo Quando Durata A La condivisione diretta e la rimozione Nel corso del primo mese 6h delle cause B La relazione di aiuto: - elementi generali ed introduttivi Nel corso del primo mese 14 h - elementi di approfondimento suddivisi per aree C La relazione di aiuto: - elementi di approfondimento Nel corso del quarto mese 12 h suddivisi per aree D Il lavoro per progetti Nel corso dell’ultimo mese 8h Durata totale primo livello (A+B+C+D) 40 h SECONDO LIVELLO Modulo formativo Quando E Viaggio formativo nel contesto territoriale e dell’ente. Lezioni frontali durata 8 h Laboratori formativi durata 8 h L’intervento dell’associazione nel territorio La relazione con le persone accolte nelle strutture minori, disabili e anziani visitati a domicilio. Psicologia dei lavori di gruppo Cittadinanza attiva ed educazione alla pace La comunicazione nella relazione di aiuto “MusicArTerapia nella Globalità dei Linguaggi” Durata totale secondo livello (E) Durata 8h 6h 6h 4h 4h 10 h 8h 46 DURATA TOTALE FORMAZIONE SPECIFICA: (A+B+C+D)+E = 86 Altri elementi della formazione 43)Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rimanda al piano di Monitoraggio verificato dall UNSC in sede di accreditamento Data 22 ottobre 2007 Il Progettista Il Responsabile del Servizio Civile Nazionale dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII