DIPINTI ANTICHI Genova 24 Febbraio 2009 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 1 24 FEBBRAIO 2009 TH 24 FEBRUARY 2009 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 2 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 3 DIPINTI ANTICHI GENOVA, 24 FEBBRAIO 2009 ORE 21 OLD MASTER PAINTINGS GENOA, 24TH FEBRUARY 2009 AT 9PM ASTA - AUCTION Genova Palazzo del Melograno Piazza Campetto, 2 ESPOSIZIONE - VIEWING Genova Palazzo del Melograno Piazza Campetto, 2 Martedì 24 Febbraio Tuesday 24th February Venerdì 20 Febbraio ore 10-13 15-19 Friday 20th February 10am to 1pm - 3 to 7pm Tornata Unica ore 21 Lotti 1 - 143 Single Session at 9pm lots 1 - 143 Sabato 21 Febbraio ore 10-13 15-19 Saturday 21st February 10am to 1pm - 3 to 7pm Domenica 22 Febbraio ore 10-13 15-19 Sunday 22nd February 10am to 1pm - 3 to 7pm Lunedì 23 Febbraio ore 10-13 15-19 Monday 23rd February 10am to 1pm - 3 to 7pm ART AUCTIONS La partecipazione all’Asta implica l’integrale e incondizionata accettazione delle Condizioni di Vendita riportate in questo catalogo I lotti potranno essere ritirati esclusivamente a partire da Mercoledì 25 Febbraio dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.30 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 4 ART AUCTIONS Genova Palazzo del Melograno Piazza Campetto, 2 16123 Genova Tel. +39 010 2530097 Fax +39 010 2517767 Roma Via Avezzana, 8 00195 Roma Tel. +39 06 69200565 Fax +39 06 69208044 Milano Via Santa Marta, 25 20123 Milano Tel. +39 02 72023790 Fax +39 02 89015908 Guido Wannenes Amministratore Delegato Stefano Della Croce di Dojola Direttore Esecutivo Luca Melegati Direttore Milano Erika Falone Ufficio Stampa Chiara Guiducci Assistenza Clienti Roberta Bezzola Assistenza Clienti Milano Barbara Pasquinelli Assistenza Clienti Roma Marco Gadau Responsabile Sala d’Asta [email protected] www.wannenesgroup.com Luca Burgio - Paolo Gadau Spedizioni e ritiri DIPARTIMENTI ASSOCIATI Venezia Christiane d’Albis +39 338 9339811 [email protected] Bologna Pierangela Zecchi +39 331 6153623 [email protected] Firenze Capinetta Nordio Benini +39 335 7059919 [email protected] Torino Nicoletta Cornaglia +39 331 6153624 [email protected] Lecce Francesco Petrucci +39 348 5101534 [email protected] Argenti, Gioielli, Icone e Oggetti d’Arte Russa Aldo Vitali [email protected] Benedetta Romanini [email protected] Arte Moderna e Contemporanea Guido Vitali [email protected] Arti Decorative e Design del XX Secolo Gilberto Baracco [email protected] Andrea Schito [email protected] Ceramiche e Vetri Luca Melegati [email protected] Dipinti Antichi, Mobili, Sculture, Oggetti d’Arte Guido Wannenes [email protected] Dipinti del XIX Secolo Alessandro Pernecco [email protected] Stefano Bosi [email protected] CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 INFORMAZIONI RIGUARDANTI QUESTA VENDITA AUCTION ENQUIRIES AND INFORMATIONS ESPERTI SPECIALISTS IN CHARGE Guido Wannenes +39 010 2468376 [email protected] Antonio Gesino - Consulente +39 010 2541102 AMMINISTRAZIONE VENDITORI - COMPRATORI PAYMENT BUYERS - SELLERS Stefano Della Croce di Dojola +39 010 2530097 [email protected] ASSISTENZA CLIENTI COMMISSIONI D’ACQUISTO OFFERTE TELEFONICHE CLIENT SERVICES ABSENTEE BIDS Chiara Guiducci +39 010 2530097 [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI RISULTATI D’ASTA SUBSCRIPTIONS SERVICE AUCTION RESULTS Erika Falone +39 010 2530097 [email protected] STATO DI CONSERVAZIONE CONDITION REPORT Tel. +39 010 2530097 Fax +39 010 2517767 [email protected] 23:01 Pagina 5 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 6 SINGLE SESSION TUESDAY 24TH FEBRUARY 2009 AT 9.00PM LOTS 1 - 143 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 7 TORNATA UNICA MARTEDÌ 24 FEBBRAIO 2009 ORE 21.00 LOTTI 1 - 143 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 8 1. GIOVANNI BENEDETTO CASTIGLIONE detto IL GRECHETTO (Genova, 1609 - 1664) Il Giovane pastore Acquaforte, cm 25X19 Firmata e datata in basso a destra: Gio. Benedetto 16 [38] Castilionus Geno. Fec Stima € 1.000 - 1.500 Interpretazione sui temi pastorali d’ambiente romano, specialmente sulle opere di Claude Lorrain dei primi anni Trenta. La data poco visibile, è stata decifrata da Blunt, Percy e Bellini sull’esemplare conservato al Museo Civico di Pavia ed esposto nella mostra dedicata all’artista nel 1990. Il foglio è rifilato lungo il margine e applicato su carta. Bibliografia di riferimento: G. Dillon, in Il Genio di G. B. Castiglione. Il Grechetto, catalogo della mostra a cura di Gianvittorio Dillon, Ezia Gavazza, Federica Lamera, G. Rotondi Terminiello, Timothy Standring, Laura Tagliaferro, Genova 1990, p. 183, n. 53, con bibliografia precedente. 8 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 9 2. PITTORE FIAMMINGO DEL XVII SECOLO Natura morta con noci, farfalle, topo e insetti Olio su pergamena, cm 17X24 Stima € 3.000 - 4.000 Opera di notevole fascino e qualità esecutiva, da riferire ad un pittore fiammingo i cui risultati si possono accostare a quelli di J. Van Kassel (Anversa 1626 - 1679). La risoluzione d’immagine delle singole parti del dipinto sorprende per accuratezza e precisione, specialmente per la lenticolare verosimiglianza con cui è descritta la rugosa superficie della noce, la pelliccia del topolino e la tridimensionalità del fiore. Queste realtà percepibili attraverso i sensi, oltre alla loro magnificenza artistica sottintendono ad un complesso significato religioso. Nel nostro caso, il guscio di noce allude alla croce, il topo è una raffigurazione del male, il fiore reciso ricorda la precarietà della vita, mentre gli insetti, e i piccoli animali, simboleggiano invece la corruzione delle cose terrene. L’allegoria di questa miniatura vede in ogni elemento un’esortazione a contemplare la caducità della vita, l’inefficacia della vanità e persuade alla penitenza, come una sorta di promemoria esistenziale e allegoria evangelica. Bibliografia di riferimento: Fleurs et Jardins dans l’art flamand, catalogo della mostra a cura di René Pechère, Gand, Musee des Beaux Arts, 1960, p. 125, nn. 91 - 92. E. Panofsky, Early netherlandish Paintings. Its Origins and Character. Cambridge/Mass. 1953, vol. 1, p. 131. U. Krempel, Jan van Kassel, catalogo della mostra, d. ƒ. Die vier Erdteile. Monaco 1973 9 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 10 3. CATERINA GORI (Firenze, attiva nel XVIII Secolo) Coppia di vasi fioriti Tempera su carta, cm 34X26 (2) Firmato e datato in basso: Caterina Gori. F. 1748 Stima € 15.000 - 18.000 D’alta qualità e notevole impatto decorativo, la coppia di carte raffiguranti vasi fioriti qui presentata, di cui una firmata e datata 1748, prospetta un problema storico non trascurabile, per il semplice fatto che pur riconducendone l’origine alla famiglia fiorentina che ha capostipite Agnolo Gori, la figura di Caterina è sconosciuta alla critica. Stilisticamente, le opere riflettono un gusto che ricorda le composizioni di Giovanna Garzoni (Ascoli Piceno 1600 - Roma 1670) la cui presenza a Firenze attorno al 1630 è registrata da Luigi Lanzi (1809, II, p. 209), ma indiscussa è la sua relazione ricorrente con la famiglia Medici, con Leopoldo e il cardinale Giovanni, committente quest’ultimo, di una serie di vasi fioriti conservati al museo degli Uffizi e che possiamo considerare modelli per le opere in esame. Queste sorprendono per la precisa raffigurazione delle varietà botaniche e il non comune talento nel coniugare l’aspetto scientifico con il piacere decorativo, pronunciato con modernità e in maniera intellettualmente distinta dai più arcaici esempi della Garzoni, ancora memori e soggetti agli esemplari cinquecenteschi di Fede Galizia. L’assenza di testimonianze documentarie e d’opere riferibili con certezza a Caterina Gori, non consentono appropriate valutazioni storiche, ciò nonostante l’indubbia bellezza e la presenza della firma, autorizzano un giudizio lusinghiero e a considerare i dipinti una scoperta di grande interesse per la storia della natura morta italiana. Bibliografia di riferimento: E. Fumagalli, Giovanna Garzoni, in La natura morta in Italia, a cura di Francesco Porzio e Federico Zeri, Milano 1989, II, pp. 568 - 571, figg. 678 - 679. G. Leoncini, Agnolo Gori, in La natura morta in Italia, a cura di Francesco Porzio e Federico Zeri, Milano 1989, II, pp. 583 - 585, con bibliografia precedente. 10 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 11 4. FRANCESCO CELEBRANO (Napoli, 1729 - 1814) Coppia di giochi di putti Olio su tavola, cm 42X27,5 (2) Stima € 6.000 - 8.000 Francesco Celebrano crea raffinati dipinti su tela e a fresco, destinati alla decorazione di chiese e all’ornamento di palazzi nobiliari napoletani. La sua formazione riflette gli esempi del tardo Solimena, che caratterizzano le sue prime composizioni, come la pala per la chiesa di San Domenico ad Aversa datata al 1753, le tele per il Duomo d’Amalfi e per la distrutta chiesa annessa al convento dei Gesuiti alla Canocchia di Napoli. Con il settimo decennio, il suo stile manifesta un gusto rocaille, presentando un tessuto pittorico brillante e corrusco d’ascendenza giaquintesca, che sebbene ancor memore dei modelli di Francesco Solimena e De Mura, si ravviva grazie ad una particolare vivacità esecutiva. Ci riferiamo in modo particolare alle opere a grisaille, come quelle pubblicate da Nicola Spinosa e conservate al Museo di Belle Arti di Caen o come in questo caso, a leziose composizioni su fondo oro raffiguranti scene mitologiche e arcadiche. Le due tavolette qui presentate sono stilisticamente affini agli affreschi di Palazzo Sangro, dove il Celebrano diviene pittore di casa dopo il 1764. Bibliografia di riferimento: N. Spinosa, Pittura Napoletana del Settecento, dal Barocco al Rococò, Napoli 1986, p. 53; pp. 88 - 93, nn. 65, 67, con bibliografia precedente. 11 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 5. OCTAVIANUS MONFORT (Attr. a) (Documentato in Piemonte tra il 1680 e il 1689) Natura morta Tempera su pergamena, cm 26X37,5 Stima € 6.000 - 8.000 Pagina 12 Pittore noto per la produzione di raffinate nature morte, dipinte a tempera su pergamena, le cui notizie sono scarne e le fonti del settecento e dell’ottocento non riportano informazioni utili a definirne la vicenda biografica. I primi passi della ricerca si devono ad Isarlow, che nel 1935 pubblicò una natura morta firmata di una collezione privata parigina. La probabile origine piemontese dell’artista si deve ad Andreina Griseri, che in occasione della mostra sulla pittura barocca in Piemonte del 1963, pubblica una serie d’opere del Castello di Settime, mentre nel 1971 la Pettenati rende nota una seconda natura morta firmata. A tutt’oggi però, le due sole composizioni datate, quella del 1680 raffigurante il Bambino Gesù in meditazione e il Vaso di fiori del 1689, ambedue di collezione privata, non risolvono completamente le problematiche per una sequenza cronologica del catalogo, affrontato da Marco Rosci in uno studio del 1985 e da una più precisa definizione dell’artista dal Chiappetti, in una recente mostra intitolata La seduzione della natura curata da Alberto Cottino. Da queste ricerche è possibile stabilire che l’attività del Monfort parte dagli esempi di Giovanna Garzoni, attiva a Torino dal 1632 al 1637, a cui si possono accostare le giovanili pergamene del Museo di Asti. Bibliografia di riferimento: A. Cottino, Octavianus Monfort, in Natura morta italiana tra Cinquecento e Settecento, catalogo della mostra a cura di Mina Gregori e Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Milano 2002, p. 104, con bibliografia precedente. 12 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:01 Pagina 13 6. GEORG FLEGEL (Studio) (Olmütz, 1566 - Francoforte sul Meno, 1638) Vaso di fiori Olio su tela, cm 22,5X15 Stima € 4.000 - 5.000 Questa piccola tela già riferita all’incerto gruppo dei “Maestri del Vaso a Grottesche”, in analogia con le due tavolette con vasi di fiori cesellati esibiti alla mostra sulla natura morta italiana a Monaco di Baviera, pur manifestando un tema decorativo pertinente a questa produzione, trova in un’opera di Georg Flegel (1604) del Fitzwilliam Museum a Cambridge un confronto preciso (fig.1). L’artista, documentato a Francoforte sul Meno nel 1597, collabora inizialmente con il fiammingo Lucas van Valckenborch, qualificandosi a dipingere nature morte, scene di banchetti e raffinati vasi fioriti. Il dipinto in esame sorprende per la pregevole definizione floreale e la raffinata lavorazione a sbalzo del vaso, ma inequivocabile è il suo significato allegorico. Sul levigato piano marmoreo possiamo osservare un bocciolo appassito e delle monete deformate, che evocano la precarietà degli oggetti materiali. Gli insetti, e i piccoli animali, simboleggiano invece la corruzione delle cose terrene. Il vaso, pur mostrando tutta la sua preziosità, ha impresso in primo piano l’immagine della morte, che simboleggia la transitorietà e la fragilità dell’esistenza terrena a cui alludono i rigogliosi e vivaci fiori recisi. Ogni elemento della composizione esorta a contemplare la caducità della vita, l’inefficacia della vanità e persuade alla penitenza. Dal punto di vista stilistico l’opera è databile ai primi anni del XVII Secolo e certamente realizzata da un artista appartenente alla bottega di Flegel o a conoscenza delle sue opere. Bibliografia di riferimento: Giacomo Berra, Maestro lombardo del vaso a Grottesca, in catalogo della mostra Natura morta italiana tra Cinquecento e Settecento, a cura di Mina Gregori e Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Milano 2002, pp. 112 - 113. Sull’argomento si veda anche il saggio di Alberto Veca alle pagine 105 - 107 del medesimo catalogo, con bibliografia precedente. W. J. Müller; DerMaler Georg Flegel und die Anfänge des Stllebens, in Schriften des Historischen Museums VII, Francoforte 1956. K. Wettengl, Die Mahlezeitenstilleben von Georg Flegel. Osnabrück 1983. fig.1 K. Wettengl, Georg Flegel, Stilleben, Frankfurt 1994, n. 24. J. Nicolaisen, H. Seifertová, Georg Flegel, Leipzig, 2000. Immagini del Sentire. I cinque sensi nell’arte, catalogo della mostra a cura di Sylvia Ferino - Pagden, Milano 1996. 13 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 14 6-02-2009 23:01 Pagina 14 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 15 7. PITTORE DEL XVIII SECOLO Scene di battaglia Quattro oli su tela, cm 76X128 Stima € 10.000 - 12.000 (4) Eleganti battaglie databili alla prima metà del XVIII secolo, eseguite probabilmente da un autore austriaco. L’esecuzione delle figure e dei cavalli denotano una qualità apprezzabile, una stesura cromatica considerevole e un’impaginazione avvincente degli episodi. 15 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 16 8. JAN MARTSEN DE JONGE (Attr. a) (Haarlem, 1609 - 1647) Scaramuccia Olio su tavola, cm 63,5X48,2 Stima € 3.000 - 4.000 In buone condizioni di conservazione e apprezzabile qualità, il dipinto si può riferire ad un artista nordico, più precisamente d’area fiamminga che si riconosce in Jan Martsen De Jonge. La scena raffigura uno scontro fra un gruppo di briganti armati d’archibugio e dei cavalieri di scorta ad una diligenza. Bibliografia di riferimento: A.D. de Vries Azn., N. de Roever, Biografische aanteekingen, Oud Holland, 3 (1885), p. 228. G. Keyes, Esaias van de Velde, Doornspijk 1984 (veelvuldig vermeld) P. van der Pol, Uittocht 1637 in panorama, een 17e eeuwse tekening als aanwinst, Breda’s Museum Post 5 (1996), nr. 1, p. 2-5 16 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 17 9. PIETER HOFMANS detto IL GIANNIZZERO (Attr. a) (Anversa, 1642 - Roma, 1692) Scena di battaglia Olio su tela, cm 81,6X59,3 Stima € 4.000 - 5.000 L’attribuzione a Pieter Hofmans è suggerita da un’etichetta applicata sul telaio, mentre i caratteri di stile e scrittura, presentano analogie con le poche opere note dell’artista, la cui prima citazione storiografica si deve all’abate Lanzi, che lo definisce un seguace del Borgognone. Giancarlo Sestieri ha recentemente pubblicato due dipinti, già di collezione Sciarra a Fiano Romano, che oltre a proporre una traduzione dei moduli del Courtois, presentano un fare pittorico più sciolto e sommario, prossimo alle opere del gruppo Masturzio e del Reder. La nostra tela, presenta, infatti, un differente ductus pittorico nel modo di eseguire le parti in primo piano rispetto alle figure secondarie, mentre una speciale qualità di tessuto, vicina al Coutois, si può osservare nel cielo, in particolare nel modo in cui sono dipinte le nuvole. Il cruento scontro di cavalleria è reso ancor più avvincente dalla ripartizione dell’immagine su due livelli, contenuta da due quinte sceniche che evocano la città di Roma quale luogo dell’avvenimento. Bibliografia di riferimento: G. Sestieri, I pittori di battaglie, Roma 1999, p. 554, con bibliografia precedente. 17 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 18 10 11 10. JACOB PHILIPP HACKERT (Seguace di) (1737 - 1807) Paesaggio Tempera su carta, cm 51,5X63,5 Stima € 1.500 - 2.500 18 11. PITTORE DEL XVIII SECOLO Marina con faro Tempera su carta, cm 13X18 Siglata in basso a sinistra e datata 1779 Stima € 1.500 - 2.000 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 7-02-2009 0:06 Pagina 19 12 13 12. JEAN VICTOR BERTIN (Parigi, 1767 - 1872) Paesaggio con fontana e architetture Olio su tela, cm 46X51 Stima € 2.000 - 3.000 13. PITTORE DEL XIX SECOLO Veduta del Ponte Nomentano Tempera su carta, cm 42X53 Stima € 800 - 1.200 19 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 20 14. PITTORE VENETO DEL XVIII SECOLO Coppia di vedute veneziane Olio su tela, cm 19X28 (2) Stima € 2.000 - 3.000 14 15. PITTORE DEL XVIII SECOLO La fontana di Trevi Il “Fontanone” Tempera su pergamena, cm 25X40 Stima € 2.000 - 3.000 (2) 15 16 20 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 21 16. PITTORE DEL XIX SECOLO Coppia di vedute di Napoli Olio su carta, cm 20X27,5 (2) Stima € 2.000 - 3.000 14 17. SCUOLA VENETA DEL XVII SECOLO Paesaggio con soldati a cavallo Olio su tela, cm 47X66 Stima € 2.000 - 3.000 15 16 21 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 18. PITTORE VENETO DEL XVIII SECOLO Veduta del Canal Grande Olio su tela, cm 51X77 Stima € 40.000 - 50.000 La tela, in buone condizioni di conservazione e di notevole qualità, è databile attorno alla prima metà del XVIII secolo, raffigura l’ingresso del Canal Grande, con un taglio prospettico affine a quell’adottato da Canaletto nel dipinto appartenente alle Collezioni Reali a Windsor, in quello del Museo di Houston, al Museo di Cà Rezzonico e in una versione che si trova all’Ashmolean Museum di Oxford, mentre altre redazioni sempre autografe sono segnalate in collezione Poss a Novara e in collezione Rocchetti di Roma, quest’ultima attribuita anche a Bernardo Bellotto (cfr. Puppi, 1968). Con un medesimo taglio di immagine, Camesasca riferisce in forma dubitativa al Bellotto una tela conservata a Cà Rezzonico (cfr. Camesasca, 1974, n. 278). Bibliografia di riferimento: L. Puppi, Canaletto, Milano 1968, p. 73, n. 70; p. 102, n. 135. E. Camesasca, Bellotto, Milano 1974, pp. 119 - 120, n. 278 Canaletto, il trionfo della veduta, catalogo della mostra a cura di Bozena Anna Kowalczyk, Milano 2005, p. 39. Canaletto. Prima maniera, catalogo della mostra a cura di Bozena Anna Kowalczyk e Alesando Bettagno, Milano 2001, pp. 162 - 163, n. 69, pp. 178 - 179, n. 74. 22 23:02 Pagina 22 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 23 23 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 24 19. PITTORE DEL XVII SECOLO Mercurio e Argo Olio su tela, cm 36,5X45 Stima € 1.800 - 2.200 Il dipinto, mostra una sensibilità prossima agli esiti pittorici di Claude Lorrain (Champagne 1600 ca. - Roma 1682), ricorda il Paesaggio con suonatore di flauto conservato nel museo di Nancy e il Paesaggio con Apollo e Mercurio della Galleria Doria Pamphili di Roma, eseguiti rispettivamente nel 1635 e 1645 circa. L’apprezzabile qualità del tessuto pittorico, specialmente nel panneggio di Mercurio, dove s’ipotizza l’uso del lapislazzuli, significa che l’artista disponeva di mezzi appropriati per esercitare la professione, probabilmente nell’atelier o lo stretto ambito del Lorenese. 19 Bibliografia di riferimento: L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, I, Roma 1977, pp. 376 - 397. Claude Lorrain e i pittori lorenesi in Italia nel XVII secolo, catalogo della mostra a cura di Jacques Thullier, Roma 1982, pp. 275 - 323. nn. 103 - 111. 20. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggi con figure Coppia di oli su tela, cm 65X95 Stima € 3.000 - 4.000 20 24 (2) CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 25 21. GASPARD DUGHET (Roma, 1615 - 1675) Paesaggio ideale con il monte Soratte Olio su tela, cm 49X65 Stima € 7.000 - 9.000 Cognato di Nicolas Poussin, del quale fu allievo, Dughet è da considerarsi pittore di paesaggio fra i più importanti del barocco romano, ricercatissimo e celebrato dall’aristocrazia, modello di riferimento per gli artisti della generazione seguente, come Crescenzo Onofri, Jan Frans van Bloemen, Andrea Locatelli. A lui si devono le più importanti commissioni decorative, mentre la sua tecnica pittorica raggiunge esiti d’altissima qualità e compiutezza, specialmente quando esercita la sua arte a tempera, tecnica che porta a livelli d’eccelso virtuosismo, con un’attenzione quasi maniacale nella preparazione dei supporti, dell’amalgama delle terre e delle vernici protettive finali. La sua attività autonoma comincia nel quarto decennio, con la decorazione di una stanza al primo piano nobile del Palazzo Muti - Bussi all’Ara Coeli. Sono gli anni in cui l’artista al seguito di Claude Lorrain e Nicolas Poussin cerca la sua ispirazione esplorando la campagna romana, studiandone dal vero gli scorci più suggestivi, gli effetti di luce e la lussureggiante vegetazione. Alla metà del secolo è chiamato dai Pamphilj, i Costaguti e i Colonna, per i quali esegue affreschi e dipinti da cavalletto, come le suggestive tempere che ancora oggi adornano la sala dei Paesaggi nel Palazzo di famiglia ai Santi Apostoli e riferibili agli ultimi anni d’attività. Il dipinto in esame è un esempio affascinante della sua arte, una veduta reale ma idealizzata dell’agro romano, interpretata con sensibilità arcadica e classica concretezza poussiniana, dove lo sguardo può addentrarsi in profondità seguendo una rigorosa sequenza prospettica. Bibliografia di riferimento: M. N. Boisclair, Gaspard Dughet. Sa vie et son ouvre (1615 - 1675), Paris 1986 F. Cappelletti, Gaspard Dughet, in La Pittura di Paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di Ludovica Trezzani, Milano 2004, pp. 272 - 275, con bibliografia precedente. 25 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:02 Pagina 26 22. FRANCESCO BERNARDINO BISON (Attr. a) (Palmanova, 1762 - Milano, 1844) Fantasia lagunare Olio su tela, cm 33X48 Stima € 6.000 - 8.000 Opera ispirata dai capricci canalettiani, eseguita con raffinata delicatezza cromatica e precisione disegnativa. Il paesaggio ritrae uno scorcio lagunare, le case sono accarezzate dalla luce crepuscolare evocata da rosee tonalità. Le formule collaudate della veduta fantastica settecentesca, sono qui interpretate con sensibilità romantica ed esprimono uno studio espressivo, capace non solo di creare luoghi immaginari, ma anche le diverse sfumature di uno stato d’animo. Forse è questo l’aspetto più affascinante di Bernardino Bison, dove possiamo cogliere la modernità della sua arte, capace di rinnovare una tradizione pittorica senza cadere nel formulario scenico, riuscendo ad includere nelle sue opere, la coscienza di un tempo interiore e nella luminosità del tramonto emozioni per l’anima. Ciò smentisce l’ingiustificata critica al pittore di Rodolfo Pallucchini, che lo definisce un “conformista in falsetto, incapace a dimenticare il passato e di tendere ad un’espressione che non fosse un compromesso fra due epoche e due gusti”. Bibliografia di riferimento: R. Pallucchini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia 1960, p. 64. Giuseppe Bernardino Bison, catalogo della mostra a cura di Giuseppe Bergamini, Fabrizio Magani, Giuseppe Ravanello, Milano, 1997. G. Pavanello, a cura di, La Pittura in Italia, L’Ottocento, Milano 2002, p. 738. 26 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 27 23. FRANCESCO ZANIN (Attivo a Venezia attorno alla seconda metà del XIX secolo) Capriccio Olio su tela, cm 80X115,9 Firmato e datato in basso a sinistra: Zanin Franc. 1868 Stima € 6.000 - 8.000 L’attività di Francesco Zanin scorre dal 1855 al 1888 e il suo catalogo conosciuto lo vede esclusivamente dedito al vedutismo, seguitando la consuetudine settecentesca e moderna, avviata da Giovanni Bernardino Bison, Giovanni Migliara e Ippolito Caffi. La sua formazione avviene presso l’Accademia di Venezia, dove era previsto l’insegnamento della prospettiva e dell’architettura, la cui cattedra dal 1845 fu tenuta da Federico Moja (Milano 1802 - Dolo 1885). Il percorso di studi è brillante, infatti, nel 1855 è segnalato fra i migliori allievi e comincia la sua carriera d’artista, raffigurando i siti veneziani più conosciuti, fissati con rigore scientifico e una particolare attenzione per la luminosità atmosferica. Il catalogo di Zanin contempla pure capricci e vedute di fantasia, suggestionati non solo dagli esempi illustri, ma altresì, traendo impressioni e spunti da William Turner e, come nel nostro caso, facendo ricorso a idee squisitamente piranesiane. Infatti, la particolare scenografia del dipinto rievoca gli stravaganti frontespizi da Le Antichità romane... delineati dal Piranesi, rivisti e trasposti in chiave lagunare. Bibliografia di riferimento: F. Magani, Francesco Zanin, in Idealità neoclassica e realismo romantico nella veduta dell’Ottocento, catalogo della mostra, Milano 1998. F. Magani, Francesco Zanin : un “Canaletto” nell’Ottocento, Caiati & Salamon, Milano 2008. Uno sguardo su Venezia, catalogo della mostra a cura di Teresa Barone, Caiati & Salamon, Milano 2008. La Roma di Piranesi. La città del Settecento nelle Grandi Vedute, a cura di Mario Bevilacqua e Mario Gori Sassoli, Roma 2006. 27 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 28 24. PITTORE VENETO DEL XIX SECOLO Paesaggio costiero Olio su tela, cm 40X60 Stima € 4.000 - 6.000 L’ottimo stato di conservazione dell’opera permette un’accurata lettura dell’immagine e della sua qualità pittorica, specialmente quando ne osserviamo i particolari più minuziosi e delicati. La peculiarità con cui il pittore descrive gli attrezzi da pesca, la decadente costruzione con i rampicanti, le piccole figure, rammentano esiti artistici di gusto settecentesco ma interpretati con emozionalità romantica e reminiscenze della pittura olandese seicentesca, probabilmente desunte dalle vedute portuali di Jan van de Cappelle e Simon de Vlieger (si veda a questo proposito B. Aikema e Bram de Klerck, Marco Ricci e l’arte olandese del Seicento, in catalogo della mostra Marco Ricci e il Paesaggio veneto del Settecento, a cura di Dario Succi e Annalisa Del Neri, Milano1993, p. 73 - 80, fig. 14). Altrettanto gradevoli sono le delicate sfumature dell’acqua, il digradare dell’orizzonte e l’intervallo cromatico con il cielo. La sospensione temporale che emana la “scenografia” suggerisce una sensibilità arcadica e una propensione a ritrarre scene di genere. Lo stile, richiama alla memoria le creazioni di Giovanni Bernardino Bison (Palmanova 1762 - Milano 1844), i suoi universi immaginari e inquadrature paesaggistiche intatte, abitate da pescatori, frati in preghiera, viandanti. La natura e la sua valenza reale, non stride con la visione fantastica. Il merito di questa particolare impressione si deve alla luce, che pare indagare le minime sfumature delle forme, del colore e nello stesso tempo, produce l’effetto di una bolla, di un sottilissimo film, oltre a cui è possibile allungare lo sguardo. Bibliografia di riferimento: Giuseppe Bernardino Bison, catalogo della mostra a cura di Giuseppe Bergamini, Fabrizio Magani, Giuseppe Pavanello, Milano, 1997. G. Pavanello, a cura di, La Pittura in Italia, L’Ottocento, Milano 2002, p. 738. A. Del Neri, Gli inizi di Giuseppe Bernardino Bison in una inedita suite di vedute di Venezia e di Roma, in Arte Documento, n. 23, 2003, p. 210. Uno sguardo su Venezia, catalogo della mostra a cura di Teresa Barone, Milano 2008. 28 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 29 25. FRANCESCO FONTEBASSO (Venezia, 1707 - 1769) Il supplizio di Vetronio Turino Olio su tela, cm 81X122 Stima € 8.000 - 10.000 Tela giovanile di Francesco Fontebasso, eseguita presumibilmente durante il soggiorno di studio a Roma. Fontebasso è considerato uno dei migliori interpreti di quella tradizione espressiva che nel corso del Settecento crea un tramite stilistico tra Sebastiano Ricci e Giovanni Battista Tiepolo, intercalando al gusto decorativo i parametri della pittura di storia, cimentandosi inoltre, con il ritratto e la scena di genere, gratificando la sua arte con una notevole sensibilità luministica ed energia plastica. L’opera in esame raffigura il supplizio di Svetonio Turino, condannato da Alessandro Severo al soffocamento cagionato dal fumo di paglia e legna umida, perché prometteva falsamente le grazie dell’imperatore per guadagnare denari e favori. L’episodio narrato da Svetonio nell’Historia Augusta, avviene nei pressi del Tempio di Nerva, contiguo a quello d’Augusto e di Traiano, dedicato a Marte Ultore o vendicatore, uno degli edifici più suntuosi della Roma imperiale, che l’artista ricrea con la fantasia aderendo al gusto rovinistico d’origine veneta e nord italiana con suggestioni desunte da Gian Paolo Pannini, Antonio Stom e Marco Ricci. Bibliografia di riferimento: M. Pallucchini, La pittura nel Veneto. Il Settecento, a cura di Mauro Lucco, Adriano Mariuz, Giuseppe Pavanello, Franca Zava, Milano 1996, II, pp. 117 - 154, con bibliografia precedente. 29 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 30 26. FRANZ JOSEF DE PAULA FERG (Vienna, 1689 - Londra, 1740) Paesaggio Olio su rame, cm 56X40 Stima € 6.000 - 8.000 Allievo d’Adam Pankraz, Gorge Andreas Wasshuber e Hans Graf, si applica nel disegno e all’incisione, studiando Callot e Le Clerc, per poi divenire assistente di Josef Orient. Nel 1718 lascia definitivamente Vienna e si sposta a Bamberg e in seguito a Lipsia, dove conosce il paesaggista Johann Thiele, per il quale dipinge le parti secondarie delle sue opere. Dopo una permanenza in bassa Sassonia, poco dopo il 1720 si trasferisce a Londra. Ferg dipinge vedute con rovine, marine, scene di vita quotidiana; nelle sue composizioni il paesaggio è sempre molto accurato, in analogia con i maestri fiamminghi, mentre le figure paiono più vicine al gusto francese. La sua dimestichezza con l’acquaforte, lo induce nel 1726 a produrre una serie di fogli intitolati capricci, mentre la felicità ornamentale e l’esperienza di decoratore di porcellane a Meissen, lo porta a collaborare con la fabbrica di Chelsea. I suoi dipinti, per lo più su rame e di piccolo formato, presentano una grazia compositiva e fantastica, specialmente quando raffigurano vedute di gusto italianizzante. L’opera in esame, per la tipologia di soggetto e la sensibilità atmosferica si può considerare caratteristica della sua produzione. Somiglianti per il distintivo taglio d’immagine sono i due rami venduti all’incanto presso la casa d’aste londinese Sotheby’s il 5 dicembre 2007, n. 69. Bibliografia di riferimento: H. F. Schweers, Paintings in German Museums, London 1982, II, p. 277. Parigi, Hôtel Drouot, 9 novembre 1998, n. 46. L. H. Cust, Ferg, Franz de Paula, 1689 -1740, Sarah Herring 2004. 30 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 31 27. ANDRIES VAN EERTVELT (Antwerpen, 1590 - 1652) Marina con vascelli Olio su tavola, cm 74X105 Firmato a destra sulla botte Stima € 10.000 - 12.000 Opera caratteristica dell’artista, quasi certamente riferibile alla prima maturità, in seguito al soggiorno genovese presso Cornelio de Wael avvenuto tra il 1608 e il 1610 (informazione tratta dall’archivio del Rijksbureau voor Kunsthistorische Documentarie di Amsterdam), la cui influenza è ravvisabile in modo particolare nelle figure e nella resa atmosferica. Questa peculiare cifra stilistica evidenzia ancora una volta l’importante ruolo di Cornelio nell’offrire assistenza ai pittori conterranei e nella diffusione dei loro dipinti sul mercato artistico della Superba e di come nei primi decenni del Secolo è anche possibile parlare di un gusto italianizzante in chiave genovese. A questo riguardo è opportuno ricordare in questa sede le uniche opere note conservate a Genova nel museo Luxoro raffiguranti vascelli in navigazione (figg. 1 - 2), che anticipano insieme alla nostra tela, risoluzioni d’immagine sviluppate da Jan Theunisz Blanckerhoff e Pieter Mulier. fig.1 Bibliografia di riferimento: Repertori of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections, I. Liguria, a cura di Maria Fontana Amoretti e Michiel Plomp, Firenze 1998, p. 127, nn. 132 - 133. G. Algeri, Fortune di mare e paesaggi del secondo seicento, in Pittura fiamminga in Liguria, secoli XIV - XVII, a cura di Piero Boccardo e Clario di Fabio, Milano1997, pp. 285 - 297. fig.2 C. Di Fabio, Dai Van Deynen ai de Wael. I fiamminghi a Genova nella prima metà del Seicento, in Pittura fiamminga in Liguria, secoli XIV - XVII, a cura di Piero Boccardo e Clario di Fabio, Milano1997, pp. 203 - 225, con bibliografia precedente. 31 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 32 28. SCUOLA NAPOLETANA DEL XVII SECOLO Caino e Abele Olio su tela, cm 220X150 Stima € 5.000 - 6.000 32 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 33 29. JOHAN VAN HAENSBERGEN (Attr. a) (Utrecht, 1642 - L’Aja, 1705) La nave di Ulisse fugge da Polifemo Olio su tela, cm 39,5X45 Stima € 3.000 - 4.000 Haensbergen si può considerare il più fedele discepolo di Poelemburg, seguitandone la maniera e il repertorio iconografico con gran successo. La distinzione filologica delle sue opere rispetto a quelle del maestro, è possibile valutando attentamente la qualità dei dipinti e la loro datazione, ponendosi sempre la domanda, nel caso di un’attribuzione all’Haensbergen, se il quadro non sia da riferire al Toussaint Gelton (1630 - 1680), la cui produzione è talvolta sovrapponibile. Nell’opera qui presentata, il tessuto pittorico suggerisce una cronologia di sapore quasi settecentesco, mentre la stesura, risolutamente più a corpo e in misura minore, a delicate velature, pone quale ipotesi attributiva il nome di Haensbergen. Il tema iconografico si presta perfettamente ai propositi estetici dell’artista, consentendogli un’appropriata coniugazione fra la pittura di “storia” e di paesaggio, usando un supporto dalle dimensioni confacenti alla decorazione di piccoli ed eleganti ambienti privati. Haensbergen divenne membro della Gilda di San Luca ad Utrecht nel 1668, dopo la morte del maestro. L’anno successivo si trasferì all’Aja, dove entrò nella “Confreria pictura”, e ne fu a capo più volte tra il 1682 e il 1690. 29 Bibliografia di riferimento: L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, II, Roma 1977, pp. 782 - 783. P. Consigli, I. Consigli, Paesaggi e marine dal Cinquecento all’ottocento, Parma 1990, pp. 80 - 81. 30. PIETRO TESTA detto IL LUCCHESINO (Attr.a) Maria Maddalena Olio su tela, cm 99X83 Stima € 4.000 - 5.000 30 33 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 34 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 35 31. GIOACCHINO ASSERETO (Genova, 1600 - 1650) Prometeto Olio su tela, cm 217X143 Stima € 80.000 - 120.000 Il dipinto fu riconosciuto all’Assereto da Daniele Benati, quando apparve a un’asta Finarte alcuni anni or sono (Finarte, Milano, 31/5/2000, lotto 40). L’attribuzione fu accolta da chi scrive e scelto da Vittorio Sgarbi per una sua mostra dedicata alla tematica del “Male” in pittura, nel cui catalogo apparve accompagnato da una prima scheda critica (A. Orlando in Il Male. Esercizi di pittura crudele, catalogo della mostra di Torino a cura di Vittorio Sgarbi, Milano 2005, p. 327 n. 66; cfr. anche Orlando 2006). Il soggetto efficacemente drammatico, capolavoro del naturalismo “forte” del genovese, è quanto mai emblematico della sua personalissima poetica. L’Assereto fu artista “del dissenso” - ossia solito ad affrontare tematiche filosofiche alternative alla cultura ufficiale -, nonchè giudicato “spiritoso” e “saturno” secondo la seicentesca definizione del biografo Raffaele Soprani (1674). Vale a dire: autore di saggi di realismo intenso e profondo, carico di significati altri che rendono il testo pittorico fonte di continua e profonda meditazione, non solo estetica, ma anche intellettuale. Prometeo rubò il fuoco agli dei per donarlo all’umanità osando ribellarsi a Giove, che gli impose una pena terribile. E’ figura-mito dell’eroe che con il fuoco - scintilla di sapienza divina - eleva l’uomo dal suo primitivo stato di ignoranza a essere superiore capace delle arti e delle tecniche; precursore di Cristo nella sua opera redentrice attraverso il supplizio, ove la roccia è prefigurazione della Croce; è simbolo di libertà incondizionata per la sua decisa ribellione alla tirannia. Opera colta e matura dell’Assereto, questo straordinario Prometeo, ci dice quanto il pittore genovese abbia colto della terribilità dei soggetti di un Ribera e di un Luca Giordano, conosciuti certamente nelle raccolte genovesi, ma anche nel suo viaggio a Roma del 1639. Ci dice anche, questo dipinto come altri del suo ricco catalogo, della sua frequentazione di ambienti filosofici e intellettuali ristretti, forse non convenzionali e non ufficiali, ma che del Seicento ci svela l’altra faccia del Barocco. Non quello giocoso, esuberante e colorato, ma quello più profondo, intimo e tormentato. Anna Orlando 35 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 36 32. GIOVANNI BATTISTA PAGGI (Genova, 1554 - 1627) Tancredi compiange la morte di Clorinda Olio su tela, cm 131X103 Stima € 8.000 - 12.000 Bibliografia: A. Orlando, Con e senza Rubens. La pittura genovese di primo Seicento, in L’Età di Rubens. Dimore committenti e collezionisti genovesi, a cura di Piero Boccardo e Anna Orlando, Milano 2004, fig. 28 p. 81, p. 78. L’opera mostra tutte le diverse componenti della cultura pittorica del Paggi: dalle istanze milanesi, e anzi procaccinesche nella figura femminile in lacrime sull’estremità destra, a quelle toscane, e anzi cigolesche, nel viso di Tancredi e nel tessuto rosso lavorato che avvolge la compianta Clorinda. Il Paggi, rientrato a Genova nel 1600 da un ventennale esilio che gli valse una fortunata attività a Firenze, si rinnovò rispetto alle iniziali imbeccate di segno prettamente genovese, e giunse a realizzare opere finanche spiazzanti per la compresenza di valenze di vario segno: dai delicati trapassi luministici del Cambiaso, ai sapienti giochi cromatici toscani, al pathos languido dei milanesi. E’ opera da datarsi non lontano dal 1620: da porsi tra la Flagellazione di Palazzo Bianco, datata 1615 e la Venere con amorini di collezione privata datata 1624. 36 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 37 33. GIOVANNI ANDREA DE FERRARI (Genova, 1598 - 1669) San Giuseppe e l’angelo Olio su tela, cm 93,5X78,3 Stima € 4.000 - 6.000 Il dipinto è stato riconosciuto al pittore da Franco Moro (2002) e da Anna Orlando (2006) ed è opera significativa a illustrare il debito del genovese nei confronti di Van Dyck. Dopo il suo esordio come allievo di Strozzi e dopo un momento di forte affinità con Fiasella, Giovanni Andrea medita profondamente la lezione del fiammingo e mette a punto una propria sigla stilistica negli anni Quaranta, caratterizzata da una pittura a velature e vibranti effetti atmosferici. 37 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 38 34. SALVATORE CASTIGLIONE (Genova, circa 1629 - post 1674) Ritratto del doge Gerolamo De Franchi Olio su tela, cm 218,5X145,5 Iscrizione in basso a destra: “A 1652 [...]“ Stima € 10.000 - 12.000 Bibliografia: A. Orlando in El Siglo de los Genoveses e una lunga storia di arte e splendori nel Palazzo dei Dogi, catalogo della mostra di Genova a cura di P. Boccardo e C. Di Fabio, Milano 1999, p. 201, n. VI.24; A. Orlando, Ritrattisti genovesi del Seicento. ‘Punti fermi’, aggiunte e precisazioni, in Paragone, 36, marzo, 2001, p. 29, tav. 36. Il dipinto è stato riconosciuto a Salvatore Castiglione da chi scrive (1999) e l’attribuzione è stata confermata da Timothy J, Standring (2006). Le ricerche condotte sul ritratto hanno portato a uno straordinario ritrovamento, giacché l’opera costituisce oggi l’unico tassello certo e documentato dell’attività pittorica di Salvatore Castiglione, fratello del Grechetto, la cui arte era nota solo per l’incisione con la Resurrezione di Lazzaro firmata e datata 1645. La data 1652 in basso a destra e gli abiti dogali dell’effigiato hanno consentito di riconoscere questi in Gerolamo De Franchi. Un inventario di casa De Franchi del 1738, che lo descrive, ne indica le misure in palmi (corrispondenti) e l’autore (“Castiglione” e non “Grechetto” come nel resto dell’inventario per riferirsi a Giovanni Benedetto). Il dipinto è inoltre descritto in una dedica a Salvatore Castiglione del poeta Luca Assarino inserita nei suoi Giochi di fortuna, dato alle stampe nel 1655: “Però tra i ritratti chi può esprimer l’eccellenza a cui presentamente avete fatto giunger quello del Serenissimo Geronimo De Franchi ? Chi può descrivere l’animeità colla quale v’è riuscito vivificare ogni sua parte e’l rendere, per così dire, mobile e trattabile tutto il suo intero? E’ egli forse iperbole il dire che avete duplicato l’individuo di quel principe? Che l’avete fatto riveribile nel campo d’un lino al pari di quello ch’egli sia nel seggio del suo trono ? Sarà forse notato di lusinghiere chi, prendendo a narrare la positura, l’attitudine, la vivezza, la maestà, stimerà di far torto al proprio racconto, quando non affermi ch’esso, infondendo a prima vista maraviglia ed attenzione, spira un non so che di vivo e di verace che obbliga lo spettatore alla riverenza?”. La prosa barocca dell’Assarino, dalle evidenti ridondanze encomiastiche, nulla toglie alla sincera ammirazione per un artista che era tenuto in grande considerazione, sebbene la folgorante fortuna del fratello abbia finora reso difficile la ricostruzione del catalogo di questo genovese che da questo significativo ritrovamento prende avvio. Anna Orlando 38 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 39 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 35 37 40 6-02-2009 23:03 Pagina 40 36 38 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 41 39 35. PITTORE NAPOLETANO ATTIVO NELLA PRIMA METÀ DEL XVII SECOLO Ecce Homo Olio su tela, cm 128X91 Stima € 6.000 - 8.000 36. PITTORE ROMANO DEL XVII SECOLO San Girolamo Olio su tela, cm 39X27 Stima € 1.500 - 2.000 37. PITTORE DEL XVII SECOLO Santa Olio su tela, cm 215X160 Stima € 6.000 - 8.000 38. PITTORE DEL XVIII SECOLO San Giuseppe Olio su tela, cm 178X118 Stima € 3.000 - 4.000 Il dipinto è tradizionalmente attribuito a Francesco Zuccarelli (Pitigliano 1702 - Firenze 1778), i caratteri di stile suggeriscono una datazione intorno alla seconda metà del Settecento, per le nitide cadenze classicistiche. 39. PIETRO NOVELLI detto IL MONREALESE (Attr.a) (Monreale, 1603 - Palermo, 1647) Martirio di Santa Olio su tela, cm 120X150 Stima € 15.000 - 18.000 41 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 42 40. CIRO FERRI (Studio) (Roma, 1634 - 1689) Madonna col Bambino e San Giovannino Olio su tela, cm 72X84 Stima € 3.500 - 4.500 L’iconografia dell’opera presenta moduli disegnativi e scenici desunti da Pietro da Cortona. I molteplici riferimenti al maestro, trovano precisi riscontri osservando lo schema strutturale e la descrizione del paesaggio formulato nella Madonna col Bambino e Santa Martina (1643 ca.) oggi conservata al museo del Louvre. La tela in esame presenta invece un differente ductus pittorico, più classicheggiante, delicato, impreziosito da una luminosità e una maggiore attenzione nel descrivere i dettagli, seconde norme espressive che riscontriamo nelle opere di Ciro Ferri (Roma 1633 - 1689), artista che Lione Pascoli giudica il migliore allievo del Cortona, l’unico legittimato a “terminare l’opere lasciate imperfette da lui”. A quest’ipotesi attributiva contribuisce l’analogia d’immagine e di linguaggio con il Riposo nella fuga in Egitto oggi conservato al museo Fesch d’Ajaccio (cm 205 x 205, inv. M.F.A. 852.1.232), che si può considerare il modello compositivo di riferimento. La fortuna critica della nostra tela è inoltre testimoniata da diverse derivazioni d’inferiore qualità. La prima segnalataci da Federico Zeri (cm 127 x 149) è conservata nella collezione B. Jones a Greenville (South Carolina), la seconda (cm 74 x 98, inv. M.F.A. 852,1,376) si trova anch’essa al museo Fesch e vagamente riferita all’entourage di Cortona, infine si ricorda quella venduta all’incanto presso la Finarte di Roma (cm. 72 x 81) il 10 maggio 1988, n. 57. Bibliografia di riferimento: M. Fagiolo dell’Arco, Pietro da Cortona e i “cortoneschi”. Giminiani, Romanelli, Baldi, Il Borgognone, Ferri, Milano 2001. Archivi Zeri di Bologna: N. scheda 49484 - N. busta 0499 Intestazione busta Pittura italiana sec. XVII. Roma. Pietro da Cortona N. fascicolo 9 - Intestazione fascicolo Pietro da Cortona: seguaci anonimi. 42 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 43 41. GIOVAN FRANCESCO GESSI (Bologna, 1588 - 1649) Sacra Famiglia con angeli musicanti Olio su tela, cm 104X126 Stima € 10.000 - 12.000 Cresciuto nella florida bottega di Guido Reni, Giovan Francesco Gessi è stato a lungo considerato un suo mero emulo. Insieme al Sementi svolse un’intensa attività di copista da opere del maestro e di collaborazione nelle massime imprese decorative assunte dal Reni nel corso del secondo decennio del secolo. Diligente e capace, non stupisce dunque vedere poi il Gessi eseguire una replica di una sua propria opera come è il caso che qui si presenta. La Sacra famiglia con angeli musicanti della Pinacoteca di Bologna di identiche misure (cm 103 x 130) è opera nota del Gessi (A. Cera, La pittura emiliana del ‘600, Milano 1982, tav. 6). A Massimo Pulini si deve l’indicazione di questo preciso riferimento in una comunicazione orale al proprietario (2004). 43 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 44 42. GIOVANNI DOMENICO CERRINI detto IL CAVALIER PERUGINO (Perugia, 1609 - Roma, 1681) Erato musa della poesia amorosa Olio su tela, cm 79X61,5 Stima € 15.000 - 18.000 Figura 1. Domenico Cerrini, detto il cavalier Perugino, Euterpe musa della musica, Rennes, Musée des Beaux-Arts 44 L’opera è stata riconosciuta al Cerrini da Massimo Pulini (comunicazione scritta al proprietario, 2007). Sono molti i dipinti del Cavalier Perugino incentrati sulla singola figura femminile, che si carica in taluni casi di una veste allegorica o mitologica. In questo caso, la presenza del tamburello, richiama immediatamente alla figura di Erato, musa della poesia amorosa. Le muse, le divinità che presiedono all’ispirazione nel campo delle arti, furono soggetto molto amato nella pittura seicentesca e tele di dimensioni ridotte come questa, venivano spesso eseguite in serie. Le fonti settecentesche ricordano che il Cerrini amava cimentarsi in questa sorta di soggetti di grande gradevolezza: ne realizzò “diversi per diversi”, “assai ben disegnati e coloriti”, ma soprattutto caratterizzati “da una maniera assai vaga ... per lo grazioso girar delle vesti” (Pascoli, 1730, pp. 54-56). Questi soggetti sono peraltro citati per alcune delle tele annoverate nell’inventario del 1682 che annovera diverse decine di opere del Cerrini, notizia per le quali si rimanda ai risultati della nota mostra di Perugia del 2005 (pp. 280-281 del catalogo curato da F.F. Mancini). Tra le opere note di tema analogo si vedano per esempio la Euterpe musa della musica del Musée des Beaux-Arts di Rennes (cm 63x47) o la Clio musa della storia del Museo di Belle Arti di Budapest, caratterizzata dalla stessa grazia con cui viene presentata questa. Identica, anzi. è la posa lievemente di tre quarti, del volto nella francese Musa Euterpe esposta di recente alla bella mostra dedicata al pittore dalla sua città natale, Perugia (2005) (figura 1). Dell’opera, inedita, che qui si presenta, si può apprezzare in particolar modo anche la sapienza luministica del pittore, capace di fare emergere la figura, attraverso la radenza di una illuminazione laterale, che cade sui bianchi incarnati della giovane; il grande tamburello adombra la mano sinistra di Erato, laddove quella destra, intenta a suonare, è descritta in tutto il suo candore, fine ed elegante come la figura tutta. Il contrasto del blu intenso e del bianco abbagliante delle vesti, dà altresì prova della ben nota grazia coloristica del pittore. CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 45 43. PIETRO RICCHI detto IL LUCCHESINO (Lucca, 1606 - Udine, 1675) Susanna e i vecchioni Olio su tela, cm 104X78,5 Stima € 10.000 - 15.000 Nel vasto repertorio dei quadri “da stanza” a soggetto profano di Pietro Ricchi, di cui dà conto il catalogo della recente mostra dedicata al pittore realizzata a Riva del Garda nel 1997 (a cura di M. Botteri Ottaviani, Milano 1997), sono molte le tele che rappresentano figure ritratte a distanza ravvicinata, e come catturate da una fonte di luce che le fa emergere dal buio. A fare da protagoniste sono spesso le figure femminili: Sibille, Giuditte, Lucrezie Allegorie. Anche in alcune storie bibliche è la donna ad avere un ruolo predominante e ad imporsi per la sua sensualità. Così accade nelle varie versioni note del Lot e le figlie, dove il pittore pone a contrasto il vecchio con le giovani carni e le fresche forme aggraziate delle fanciulle. La leggerezza del tocco e la lievità dello sfumato, le tipologie facciali e le scelte cromatiche ribassate nella penombra che domina la scena, suggeriscono di riferire quest’opera al pittore e a questo particolare capitolo della sua produzione, dove al tema sacro si sovrappone un significato tutto laico e profano. 45 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 46 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 47 44. DOMENICO PIOLA (Genova, 1628 - 1703) Salvator Mundi addormentato come Vanitas Olio su tela, cm 124,3X91,5 Stima € 30.000 - 40.000 Bibliografia: A. Orlando in I fiori del Barocco. Pittura a Genova dal naturalismo al rococò, catalogo della mostra di Genova a cura di A. Orlando, Cinisello Balsamo 2006, fig. 1 a p. 194 (con indicazione di successiva bibliografia in c.d.s.). Un bimbo, nella pienezza languida e delicata del suo giovane corpo, giace adagiato su di un drappo rosa che lascia timidamente apparire agli occhi del riguardante i simboli del tempo che ineluttabilmente passa: una Vanitas dunque si cela oltre questo grazioso Salvator Mundi , che poggia sul globo, a ricordarci del suo ruolo salvifico e redentore. Il dipinto, restituito al pennello di Domenico Piola da chi scrive (2006), recava l’attribuzione a Gregorio De Ferrari presso il precedente proprietario. Dal Piola maturo al genero Gregorio de Ferrari, il passo è breve, specie per le opere della maturità del nostro, se si considera il rapporto di dipendenza tra maestro (Domenico) e allievo (Gregorio), e se si pensa a quanto hanno dovuto collaborare fianco a fianco, soprattutto nei grandi cicli di affreschi. Altrettanto può dirsi per il figlio Paolo Gerolamo Piola, educato dal padre alla pittura, e con lui attivo con particolare assiduità soprattutto negli ultimi due decenni del secolo. L’opera qui illustrata si data agli anni Ottanta e infatti mostra quei caratteri di leziosità e grazia, specie nel viso, affini tanto al tardo barocco di Paolo Gerolamo quanto al rococò di Gregorio. A Domenico però sono pertinenti questa materia corposa e questa stesura compatta; l’incarnato sodo trattato con lievi modulazioni di rosa e attraversato da ombre sapienti; la maniera di tracciare la vegetazione e il modo di costruire i panneggi, sia quello su cui poggia il Bambino, sia quello bruno che si intona con lo sfondo in ombra. Il tutto qui pienamente apprezzabile per l’ottimo stato di conservazione dell’opera. Destinata all’intima fruizione privata, questa Vanitas trova più di un parallelo nell’abbondante produzione pittorica del Piola, artista leader nel terzo quarto del secolo sia per la committenza pubblica che privata, sia per gli affreschi che per le opere su tela, sia per i quadri di grandi dimensioni che per quelli di formato ridotto del quadro “da stanza”. Il dipinto è stato riconosciuto ad Antiveduto Grammatica da Gianni Papi che lo ha reso noto selezionandolo tra le opere esposte alla mostra “La Schola del Caravaggio” da lui curata per la bella sede di Palazzo Chigi ad Ariccia nel 2006 (cat. n. 36). Anna Orlando 47 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:03 Pagina 48 45. ANTIVEDUTO GRAMMATICA (Roma, 1596 - 1626) Urania (Allegoria dell’Astronomia) Olio su tela, cm 100X79 Stima € 10.000 - 15.000 Il dipinto è stato riconosciuto ad Antiveduto Grammatica da Gianni Papi che lo ha reso noto selezionandoleo per la mostra “La Schola del Caravaggio” da lui curata per la bella sede di Palazzo Chigi ad Ariccia nel 2006 (cat. n. 36). Secondo lo studioso “il dipinto fa verosimilmente parte della serie composta da nove quadri con le Muse e un decimo con Apollo, che appartenevano alle collezioni Savoia a Torino e che vengono ricordate nel 1635 nell’inventario redatto da Antonio Della Cornia” (Papi 2006, p. 140). Le tele in quell’inventario e in uno precedente del 1631 erano dette “mano d’Antiveduto”, sebbene pongano il problema della collaborazione col figlio Imperiale, spesso al fianco del padre in questi anni della maturità. Della serie si conoscono a oggi quattro tele, tra le quali questa, che Papi riconduce al soggiorno torinese del pittore, nel 1621. La bella ed elegante figura femminile, volta di profilo con lo sguardo al cielo, è allegoria dell’Astronomia, riconoscibile per la sfera armillare, il globo, il compasso e il capo incoronato di stelle. E’ la divinità che ispirò la scienza che studia il cielo e il movimento degli astri e dei pianeti, ma la bellezza e sensualità di questa figura, come delle altre compagne di Apollo, la rese con esse tra i soggetti profani prediletti di tanta pittura barocca. 48 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 49 46. PIETRO DELLA VECCHIA (Vicenza, ? 1603 - Venezia, 1678) Ritratto di un cavaliere di San Marco Olio su tela, cm 130X95 Stima € 6.000 - 8.000 Figura 1: Pietro della Vecchia, Cavaliere che sguaina la spada, Vienna, Kunsthistorisches Museum L’attribuzione a Della Vecchia è stata confermata da B. Aikema (com. al proprietario, 24/10/1998), autore del saggio fondamentale per la ricostruzione del profilo artistico del pittore (B. Aikema, Pietro della Vecchia, a profile, in “Saggi e Memorie di storia dell’arte”, n. 14, 1984, pp. 77-100). Estimatore d’arte e copista, secondo le fonti, il Della Vecchia fu anche un bizzarro sperimentatore che seppe farsi apprezzare dalla committenza privata per la novità di alcune proposte iconografiche. Singolare è il suo recupero di soggetti e temi cinquecenteschi in chiave secentesca: si tratta di spunti tematici che egli carica di quella nuova sensualità e di quella che il Palucchini a definito “fragososa prosa barocca”. Tra le opere maggiormente apprezzate sono gli intriganti soggetti allegorici e le teste di carattere e soprattutto i soggetti “guerreschi”. Appartiene a questo specifico filone la nostra tela che, come le altre note, dovette risultare particolarmente suggestiva per la committenza privata veneziana, per quel gusto del costume, dell’estro nell’abbigliarsi, dell’esotico e del fiabesco. Il personaggio qui effigiato va riconosciuto come un cavaliere di San Marco, unica onorificenza equestre a Venezia. Lo si riconosce per la presenza della medaglia d’oro, insegna ufficiale dell’ordine, e per la foggia dell’abito. Tra le opere più note del Della Vecchia di soggetto analogo si può ricordare il Cavaliere che sguaina la spada del Kunsthistorisches Museum di Vienna (figura 1), opera di grande fascino per l’estro iconografico e coloristico. 49 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 50 47. LUCA SALTARELLO (Genova, 1610 ca. - Roma, 1645 ca.) Salomè con la testa del Battista Olio su tela, cm 96,5X127 Stima € 18.000 - 22.000 Non è ancora stata indagata appieno ogni singola piega del fascinoso tessuto pittorico del naturalismo genovese. In ombra rispetto alla figura del suo maestro, Domenico Fasella, e di alcuni suoi contemporanei più longevi e più radicati nel contesto locale, è rimasto Luca Saltarello, morto poco più che trentenne a Roma, dove si trasferì forse intorno al 1640. In questa inedita Salomè il Saltarello coniuga la lezione del Sarzana alle nuove suggestioni della pittura fiamminga a Genova, specie nell’adozione della tecnica pittorica a velature, che rende delicata e vibrante l’atmosfera, in un suggestivo gioco di cangianti cromatiche. La scena è impostata secondo il più tipico schema narrativo della sequenza ravvicinata a sviluppo orizzontale che ritorna in molte opere genovesi dalla metà degli anni Venti alla metà degli anni Quaranta circa. Il successo dei racconti dipinti dall’Assereto, Orazio De Ferrari, Gio. Andrea De Ferrari e dal Fiasella stesso, fanno di questa scelta compositiva un modello di riferimento per molti, se non tutti, comprimari del palcoscenico artistico locale. Le figure si dispongono qui simmetricamente ad arco intorno all’elemento centrale costituito dalla testa del Battista. Le mani sono disposte a creare un gioco di circolarità, così come l’incrocio tra gli sguardi conferisce un pacato movimento alla scena. Alle estremità sinistra e destra del secondo piano sono collocate due figure che chiudono lo spazio e nel volgere lo sguardo fisso al riguardante aiutano a nel ruolo di spettatori di un evento drammatico. E’ indubbia infatti la forte teatralità di questa impostazione narrativa, seppure il pathos sia contenuto e non si giunga all’intensa emozionalità delle opere di Assereto, ma ci si trattenga piuttosto sui toni più leggeri della narrativa fiasellaesca. E’ quanto si può constatare anche nell’opera di riferimento per la ricostruzione del catalogo di Salterello costituita dalla pala conservata in Santo Stefano, datata 1632. Una data questa che non pare troppo distante da quella di probabile realizzazione di questo bel ritrovamento. Anna Orlando 50 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 51 51 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 48. JUSTUS SUSTERMANS (Attr.a) Figura di sovrano Olio su tela, cm 116X95 Stima € 3.000 - 4.000 52 23:04 Pagina 52 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 53 49. PITTORE BOLOGNESE DEL XVII SECOLO Ritratto di gentiluomo con la figlia Olio su tela, cm 120X92 Stima € 8.000 - 12.000 La grande eleganza del gentiluomo, unito alla spontanea gestualità della bambina che posa accanto al padre; l’intensa espressività di entrambe le figure alle quali questo notevole pennello ancora anonimo riesce a restituire moti interiori e profonda sensibilità; la capacità di dosare luci e ombre in funzione di un’ambientazione naturale e realistica dell’immagine, ma al contempo a conferire quel pathos e quella emozionalità che sono proprie delle indagini anche psicologiche del capace ritrattista, sono notazioni di qualità e di stile che impongono di sottolineare il livello notevole di questo testo pittorico, a tutt’oggi inedito e che, come molti ritratti seicenteschi, attende di essere restituito al proprio autore. In quest’opera vanno rilevati la descrizione puntuale degli abiti e dei gioielli e quel morbido gioco luministico che ritroviamo nei noti ritratti di Alessandro Tiarini: nella superba Gentildonna di casa Toschi e nella intensa Orsina Leoni Castelli; capolavori della ritrattistica bolognese che con il nostro ritratto condividono quella sapiente indagine di realismo psicologico, da un lato, dall’altro la ricerca del dettaglio nell’accuratezza descrittiva, pur nella sobrietà d’impostazione. Infine condividono la forza dell’immagine dovuta alla capacità di scolpire nella luce una figura, nobile ed austera, colta nell’immediatezza della proprie sincera espressività. 53 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 54 50. ANTON MARIA VASSALLO (Genova, 1617/18 - Milano, 1660) Il ritrovamento di Mosè Olio su tela, cm 111,5X149 Stima € 40.000 - 60.000 Provenienza: Genova, collezione di Giovanni Battista Ferrari di Desiderio, 1658 Nella collezione genovese di Giovanni Battista Ferrari di Desiderio, il cui inventario fu redatto in data 1 maggio 1658, si conservavano ben sette dipinti di Anton Maria Vassallo: due dell’Arca di Noè, una Visione di San Giuseppe, un Lot e le figlie, una Vendita della primogenitura, una Susanna alla fontana e un Ritrovamento di Moisè in la culla nel fiume (cfr. la monografia di chi scrive: A. Orlando, Anton Maria Vassallo, Genova 1999, p. 149). Si era già potuta avanzare l’ipotesi della pertinenza alla straordinaria serie per La vendita della primogenitura già in collezione Zerbone a Genova e poi presso l’antiquario Canesso di Parigi nel 2005 (fig. 1) e per il Lot e le figlie di collezione privata (fig. 2). A queste si è poi potuta aggiungere questa con Il ritrovamento di Mosè, peraltro acquistata dall’ultimo proprietario presso la famiglia che già possedeva il Lot e le figlie prima del 1999 (Orlando 2006). Proprio il Lot e le figlie (fig. 2) è il dipinto stilisticamente più prossimo a questo: entrambi attingono dal libro biblico della Genesi per inscenare un racconto a più figure che si giova della semplicità del linguaggio narrativo, con una gestualità pacata dei personaggi, per calare nel presente una evento sacro. Ciò è proprio alla poetica del Vassallo che è pittore del quotidiano, secondo la lezione dei fiamminghi a Genova e secondo il gusto dominante del naturalismo genovese. Egli fu allievo di Vincenzo Malò, uno scolaro di Rubens che giungeva da Anversa e che ebbe fortuna in Italia e soprattutto a Genova proprio come prolifico divulgatore dei temi e dei modi del grande fiammingo. Questa lezione rimase fondamentale per il Vassallo che sempre adottò una pittura corposa, a piena pasta, stesa con immediatezza e vigore di pennello, alternata da alcuni passaggi più leggeri a velature. Lo fa anche in quest’opera che, come le altre della serie, va riferita alla maturità: fu eseguita certamente entro il 1658, anno dell’inventario, e più probabilmente entro il 1656, anno della peste genovese che coincide con ogni probabilità con quello della partenza del pittore per Milano, dove è registrata la sua morte il 3 giugno del 1660. Anna Orlando fig.1 54 fig.2 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 55 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 56 51. PITTORE DEL XVII SECOLO Scena di interno con figure Olio su tela, cm 57X91 Stima € 1.000 - 1.500 52. PITTORE DEL XVI SECOLO Allegoria dell’estate Olio su tela, cm 62X94 Stima € 1.500 - 2.000 53. SCUOLA ITALIANA DEL XVI SECOLO Sacra Famiglia e San Giovannino Olio su tela, cm 100X118 Stima € 1.500 - 2.000 56 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 57 54. SCUOLA NAPOLETANA DEL XVIII SECOLO Marina con velieri in battaglia Olio su tela, cm 74X99 Stima € 1.500 - 2.000 55. SCUOLA ROMANA DEL XVIII SECOLO Paesaggio con figure Olio su tela, cm 65X94 Stima € 4.000 - 5.000 56. SCUOLA NORDEUROPEA DEL XVII SECOLO Paesaggio Olio su tela, cm 86X110 Stima € 1.500 - 2.000 57 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 58 57. ADRIAEN VAN DER KABEL (Attr. a) (Ryswyck, 1631 ca. - Lione, 1705) Veduta di porto con l’arrivo di un ambasciatore Olio su tela, cm 177,5X239 Stima € 25.000 - 35.000 Nativo di una piccola località olandese nei pressi dell’Aja, fu allievo in patria di Jan van Goyen che lo introdusse alla pittura di paesaggio. Determinante fu però il suo viaggio in Italia, dove giunse nel 1659 circa. Luigi Salerno ha pubblicato nel suo importante lavoro sui Pittori di paesaggio del Seicento a Roma del 1976 un dipinto firmato raffigurante una Marina nei pressi di una torre (figura 1) che costituisce un tassello fondamentale per la ricostruzione dell’attività italiana del pittore, dove l’artista sul gusto nordico per la veduta e per il dettaglio innesta la cultura italiana che conferisce alla figura e alla narrazione un ruolo determinante. L’opera è di utile conforto per riferire al pittore anche questa grande veduta di porto, che vede ripreso, in dinamica sequenza quasi cinematografica, l’arrivo di un ambasciatore con il suo seguito, in un porto animato dal lavorio intenso degli scaricatori, ma anche dal giocoso intrattenersi di altri, sullo sfondo. La palizzata di edifici che chiude a destra il bacino portuale fa da quinta scenica, controbilanciata dalle sagome mosse delle tre grandi galee sulla sinistra. Accostato al dipinto firmato reso noto dal Salerno si può constatare che sono del tutto analoghe le scelte compositive e il taglio narrativo, in quel gusto per il “racconto nel racconto” che rende quanto mai piacevoli e decorativi questo tipo di soggetti, vieppiù nelle grandi dimensioni. Alcuni dettagli poi, che vanno dalla tipologia delle figurine alla particolare maniera di definire l’increstarsi della superficie marina, al modo dettagliato di descrivere le imbarcazioni, sono di ulteriore conforto all’attribuzione. Figura 1: A. Van der Kabel, Marina presso una torre, firmato, Bologna, collezione G. Maccaferri 58 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 59 59 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 60 58. JACQUES D’ARTOIS (Attr. a) (Bruxelles, 1613 - 1686) Paesaggio Olio su tela, cm 100X42 Stima € 3.000 - 4.000 Il dipinto in esame per i caratteri di stile e scrittura si può attribuire al pittore belga Jacques d’Artois, specializzato nella pittura di paesaggio e a capo di una fiorente bottega. La sua pittura è certamente influenzata dal gusto italianizzante, ma la natura da lui dipinta esprime un sentimento reale, privo di sovrastrutture culturali d’origine classica. Gli aspetti preferiti dei suoi paesaggi, sono le ombrose e impenetrabili foreste, attraversate da fiumi e torrenti impetuosi, descritti con una sensibilità quasi preromantica e molto diversa dalle misurate visioni di Claudio di Lorena o di Pussino. Dal paesaggismo italiano fa proprio l’uso della luce, con cui modula la profondità prospettica, indaga le asperità del terreno e il gioco dell’ombra filtrata dagli alberi. Un confronto è in parte possibile con le opere della maturità di Swanevelt, documentato a Parigi intorno al 1645-1646, ma ancor più dai paesaggisti belgi post-rubensiani. 60 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 61 59. PITTORE ROMANO DEL XVIII SECOLO Paesaggio Olio su tela, cm 76X131 Stima € 4.000 - 5.000 Il dipinto, da riferire ad un artista di scuola romana attivo nella prima metà del XVIII Secolo, raffigura un ampio paesaggio con un borgo fortificato. Lo stile si discosta dalle visioni arcadiche ed eroiche di Jan Frans van Bloemen e Andrea Locatelli, esibendo un taglio d’immagine dal sapore vedutistico, certamente sollecitato dalle opere di Gaspare van Wittel, ma in questo caso risolto aderendo ad una norma di tradizione italiana, somigliante a quella di Giovan Francesco Grimaldi e Crescenzo Onofri. Bibliografia di riferimento: L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1977 - 1980. 61 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 62 60 61 60. MARCANTONIO SARDI (Attr. a) (Roma, documentato dal 1711 al 1733) Paesaggio Olio su tela, cm 49X67 Stima € 3.500 - 4.500 62 61. AUGUST FISCHER (Copenhagen, 1854 - 1921) Veduta del Tevere con Castel Sant’Angelo Tempera su carta, cm 48X82 Firmata e datata 1895 Stima € 3.000 - 4.000 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 63 62. JEAN VICTOR BERTIN (Parigi, 1767 - 1872) Coppia di Paesaggi con architetture Olio su tela, cm 16,4X21,8 (2) Stima € 2.000 - 3.000 63 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 64 63. JAN JOSEPH HOREMANS (Anversa, 1682 - 1759) Scena d’interno Olio su tela, cm 46,5X36 Stima € 4.000 - 5.000 Horemans fu un simpatico interprete della vita borghese e della classe popolare d’Anversa. Il dipinto in esame raffigura l’interno di una cucina, eseguito nei modi caratteristici della tradizione olandese. La scena ritrae una famiglia seduta ad una tavola dimessamente imbandita, con le sedie scompagnate e i pochi utensili appesi alle pareti scurite. In primo piano, possiamo osservare una donna che versa in una casseruola poggiata sul pavimento la razione di zuppa destinata al cane, la medesima che servirà ai commensali. Il pittore descrive con attenzione le stoviglie metalliche, i piatti di terracotta e i diversi atteggiamenti, senza derisione, malcelato sarcasmo o critica sociale, ma evidenziando la naturalezza e la dignità umana dei personaggi nella loro composta serenità quotidiana. Bibliografia di riferimento: W. Bernt, Die niederländifchen maler und zeichner def 17th jahrhundertf, II, Munchen 1980, p.14. 64 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:04 Pagina 65 64. ABRAHAM WILLEMSENS (Antwerp, 1610 - 1672) Rebecca al pozzo Olio su rame, cm 68X86 Stima € 6.000 - 8.000 Il dipinto raffigura l’episodio biblico di Rebecca al Pozzo (Genesi, 24), la scena è ambientata in un paesaggio dal distintivo carattere fiammingo e vede i protagonisti in primo piano, ritratti nel momento in cui Rebecca offre da bere ad Eliazar da una suntuosa caraffa di metallo sbalzato e dorato. Willemsens fu allievo di Willem Antonissens negli anni 1627 - 1628 e nel 1645 è documentata la sua presenza a Parigi. Si dedicò prevalentemente alla pittura di paesaggio, dove inseriva scene religiose o mitologiche, ispirandosi a Frank Franken II, van Balen e ai fratelli Le Nain. La sua tavolozza esibisce colori raffinati e luminosi, distesi a formare un tessuto pittorico ricco di velature e trasparenze, che risaltano grazie alla particolarità del supporto metallico. La maggior parte della sua produzione si conserva in Spagna. Bibliografia di riferimento: M. Roethlisberger, Le paint Abraham Willemsens in Jaarboek, Antwerp, 1988, pp. 253 - 259. 65 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 66 65. DOMENICO GARGIULO detto MICCO SPADARO (Napoli, 1609/10 - 1675 ca.) La lapidazione di Santo Stefano Olio su tela, cm 78X103 Stima € 20.000 - 30.000 Provenienza: Napoli, Collezione dei Marchesi Sant’Angelo, anteriormente al 1876 L’opera è stata studiata da Nicola Spinosa (comunicazione scritta al proprietario, 2003), che la ha identificata con quella citata nell’inventario della nota raccolta ottocentesca dei Marchesi Santangelo di Napoli. Essa compare nel documento, redatto anteriormente al 1876, al n. 9, insieme a un martirio di santa Lucia : “Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro: Due quadri in tela compagni ricchi di figure: Lapidazione di Santo Stefano e Santa Lucia condotta al martirio. Vi è la cifra dell’autore: 0.77:1.05”. Il dipinto pendant è oggi conservato nel Musée Départemental de L’Oise a Beauvais (inv. 61.10), che ha infatti identiche misure (cm 76 x 103) e reca la sigla “DG” del pittore (figura 1). Come il martirio di Santa Lucia, anche quello di Santo Stefano fu replicato in più di un’occasione da Micco Spadaro. Sempre nel corso del quinto decennio, nella maturità del pittore, egli realizzò altre due versioni di questo soggetto, che presentano figure e architetture simili al nostro quadro: si tratta di celebri monumenti romani inseriti come fondale di un’ambientazione di fantasia in cui ambienta questo martirio, su evidente ispirazione da Viviano Codazzi con cui lo Spadaro si sa collaborò in diverse occasioni, inserendo la sua moltitudine di piccole e animate figure nelle scenografie di Viviano. La redazione dell’Elvehiem Museum of Art di Madison nel Wisconsin è importata in senso verticale, laddove la tela della Walpole Gallery di Londra ha uno sviluppo orizzontale come la tela qui presentata. Tra le opere più prossime, citate nella relazione di Nicola Spinosa, sono il grande Martirio di San Sebastiano del Museo di San Martino di Napoli, e soprattutto Il martirio di Sant’Andrea conservato presso il Ritiro dell’Addolorata a Portici presso Napoli. Vi ritroviamo quel dinamismo convulso conferito alla scena grazie alla celerità del pennello che traccia, nell’immediatezza del tocco, ogni singola figura, disponendola, insieme ad altre, in una progressiva scansione di piani che, nell’incrociarsi delle immaginarie linee direttrici in diagonale, dilata lo spazio e lo rende, anche nelle dimensioni relativamente ridotte, quanto mai dinamico. Figura 1: Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro, Martirio di santa Lucia, Beauvais, Musée Départemental de L’Oise 66 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 67 67 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 68 66. LEONARD BRAMER (Delft, 1596 - 1674) La salita al Golgota Olio su lavagna, cm 30X32,3 Stima € 2.000 - 3.000 66 Questa composizione raffigurante La salita al Golgota, riflette una cifra stilistica d’ascendenza nordica, ispirata da Adam Elsheimer e dai primi caravaggeschi. Le figure, grazie alla peculiarità del supporto e alle vibranti pennellate, spiccano sulla superficie, secondo una tecnica esecutiva che riconosciamo nelle opere di Leonard Bramer, artista di Delft giunto in Italia poco dopo il 1616 e documentato a Roma dal 1618 al 1629. Nella città capitolina il pittore dipinse per il principe Mario Farnese, per il cardinale Scaglia e la famiglia Giustiniani. Di particolare importanza per la formazione italiana di Bramer, sono le opere degli innumerevoli artisti nordici ivi presenti, creatori d’affascinanti visioni notturne. Lo stile di Bramer ricorda inoltre le composizioni di Francois de Nomè, un artista il cui gusto pittorico trova origine nel cosmopolita ambiente romano, dove si eseguono in anni precoci le prime tele a carattere esoterico e magico, che con Filippo Napoletano e Salvator Rosa troveranno un consenso notevole da parte dei collezionisti e amatori d’arte. A pieno sostegno della paternità del dipinto al Bramer, contribuiscono i confronti con le sue opere certe, conservate presso la Galleria Pallavicini e in collezione Meluzzi di Roma, rese note da Luigi Salerno e quelle appartenenti alle collezioni fiorentine pubblicate da Marco Chiarini. Segnaliamo inoltre una lavagna raffigurante Gesù cade sotto la croce nelle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano. Il dipinto è accompagnato da una perizia scritta di Giancarlo Sestieri Bibliografia di riferimento: L. Salerno, Pittori di paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1977 - 78, I, 48.2 - 48.5, pp. 274 - 279. M. Chiarini, Gallerie e Musei di Firenze. I dipinti olandesi del Seicento e del Settecento, Roma 1989. Leonard Bramer 1596 - 1674: ingenius Painter and Draughtsman in Rome and Delft, catalogo della mostra, Delft 1994 B. W. Meijer, in Museo d’Arte antica del Castello Sforzesco, V, pp. 38 - 39, n. 1176. 67. PITTORE FRANCESE DELLA FINE DEL XVII SECOLO La discesa dello Spirito Santo Olio su tela, cm 142X111 Stima € 1.000 - 1.500 67 68 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 69 68. PITTORE VENETO ATTIVO TRA IL XVII E IL XVIII SECOLO Salomone incensa gli idoli Olio su tela, cm 108X82 Stima € 5.000 - 7.000 L’opera, elegante e correttamente eseguita, raffigura il re Salomone che adora gli idoli, la scena si svolge all’interno di una sontuosa struttura architettonica aperta, dove possiamo osservare in prospettiva un arco corredato di terrazza. Lo stile, la particolare impaginazione e gli ornamenti, suggeriscono di riferirne l’esecuzione ad un artista veneto attivo tra il XVII e il XVIII Secolo. La scenografia adottata, oltre alle reminescenze veronesiane, trova un confronto con alcune architetture dipinte da Marco e Sebastiano Ricci, soprattutto in opere come il Capriccio architettonico con mendicante (Venezia mercato antiquario), Le Nozze di Cana del Nelson Atkins Museum of Art e la bellissima Predica di San Paolo appartenente al Museum of Art di Toledo (Ohio), dove la porta monumentale e i suoi motivi ornamentali trovano una curiosa similitudine. Tuttavia il riferimento al Ricci si limita alle somiglianze superficiali, lo stile in realtà, se ne distanzia notevolmente e pare più consono ad un artista partecipe di una cultura vicentina, veronese. A questo riguardo è interessante il confronto con Antonio Domenico Beverense (Vicenza 1624/26 - 1694), che in una Strage degli innocenti comparsa sul mercato antiquario di Roma nel 1994, presenta una regia scenica e un ductus pittorico assai vicino, ma si tratta in ogni caso di semplici tracce di un paradigma indiziario, non di prove attributive sicure. Bibliografia di riferimento: A. Scarpa, Sebastiano Ricci, Milano 2006, schede 105, 178, 167. R. Pallucchini, La pittura veneziana del Seicento, Milano 1981, pp. 292 - 361. 69 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 70 69. MICHEL PLANCHER (Parma, 1796 - 1848) Il serpente di bronzo Olio su tela, cm 150X150 Stima € 15.000 - 20.000 Provenienza: eredità di Francesco Cocchi, ministro di Maria Luigia Duchessa di Parma; Milano, collezione privata; Finarte Milano, 4/12/1980, n. 122; Farsetti Prato, 9/11/2007, n. 63. Il dipinto in esame, già attribuito nel 1980 a Julien de Parme dagli esperti Finarte, si riconosce nella composizione eseguita a Roma nel 1822, dove il pittore esprime uno stile vigorosamente classicheggiante e manifesta un’appropriata capacità compositiva, desunta dai modelli di Jacques Louis David e dai suoi epigoni italiani e francesi. L’attribuzione dell’opera è ulteriormente confermata dal Coppertini, che nel 1954 cita due documenti. Il primo è una lettera scritta nell’ottobre del 1822 dal Boudard, conoscente del Placher, indirizzata al De Lama e che recita: “ Il Sig. Plancher ha cominciato un quadro di soggetto vasto del Vecchio Testamento: il Serpente di Bronzo. Conta di finirlo prima di restituirsi in Patria, quale credo sarà nella primavera ventura”. Il secondo è una stima fatta dal Borghesi alla morte del Cocchi, ministro di Maria Luigia e conservata fra le carte del dott. Enrico Colombi nella Villa Baiardini a Valera. Si conosce inoltre un disegno raffigurante I tre congiurati svizzeri (Manoscritto Parmense 3714, cartella I, n. 31), pubblicato da Cirillo e Godi nel 1991, che presenta un impianto simile, impostato su diagonali intersecate e figure dal medesimo impatto anatomico. 70 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 71 70. PITTORE EMILIANO DEL XVIII SECOLO Salomone incensa gli idoli Olio su tela, cm 205X146 Stima € 10.000 - 12.000 La tela in esame, di misure parietali e in buone condizioni di conservazione, raffigura la propensione dell’anziano Salomone a venerare i culti pagani introdotti in Israele dalle sue numerose mogli. L’iconografia presume la raffigurazione del re inginocchiato al cospetto dell’idolo, in procinto di elargire le offerte. Il dipinto è l’espressione di un classicismo elegante e composto di chiara matrice emiliana ed è databile al sesto decennio del XVIII secolo. Bibliografia di riferimento: L. Bistega, in La pittura bolognese del 700, a cura di Adriano Cera, Milano 1994. 71 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 72 Provenienza: William Sturgis Bigelow, dal quale giunse in eredità al Museo di Boston. La peculiarità del soggetto, trova nel precedente caravaggesco conservato a Palazzo Pitti un sicuro modello iconografico, a sua volta riproposto da Theodor Rombouts e Gerrit van Honthorst. La tela del Merisi è da riferire al periodo maltese o siciliano, ma verosimilmente pervenuta a Roma o a Firenze nel secondo decennio. La particolare dipendenza con l’originale che presenta la versione di Rombouts, suggerisce uno studio diretto del dipinto fiorentino, mentre l’invenzione honthorstiana, meno arcaica e più affine ad una sensibilità manfrediana, fa pensare ad un diverso svolgimento creativo, non meno toccante ma di spirito più narrativo e di genere. Di Honthorst conosciamo due redazioni, conservate rispettivamente presso i musei di Dresda (firmata e datata 1622) e Parigi (firmata e datata 1627). Quest’ultima, di cm 137 x 200 (fig.1), è da considerarsi la redazione da cui deriva quella in esame, che presenta inoltre elementi di stile e scrittura cronologicamente analoghi. fig. 1 Bibliografia di riferimento: 71. GERRIT VAN HONTHORST (Studio) (Utrecht, 1590 - 1656) Il Cavadenti Olio su tela, cm 131X163 Stima € 8.000 - 12.000 A. R. Murphy, European Paintings in the Museum of Fine Arts, Boston, 1985, p. 133. Benedict Nicolson, Caravaggism in Europe, second edition, revised and enlarged by Luisa Vertova, Torino 1989, vol. I, pp. 121 - 129, fig. 1244 e pp. 173 - 175, fig. 1423 - 1426. J. R. Jadson e R. E. O. Ekkart, Gerrit van Honthorst. 1592 1656, Doornspjk 1999, 1, P. 72, con bibliografia precedente. 72 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 73 72. PITTORE ATTIVO A ROMA NEL XVII SECOLO Santa Barbara Olio su tela, cm 132X84 Stima € 3.000 - 4.000 La tela, già attribuita ad Antiveduto Grammatica per alcune analogie illustrative, mostra altresì un diverso ductus pittorico, più conforme al gusto della tarda maniera e al classicismo d’origine bolognese. Queste impressioni suggeriscono di rivolgere la nostra attenzione verso i pittori formatisi nell’ambito carraccesco e attivi fra il primo e il secondo decennio del XVII Secolo. Il nostro autore, infatti, pare trarre la sua cifra stilistica da Annibale Carracci, con echi desunti da Ludovico e chiare derivazioni da Domenico Zampieri. A questo proposito, è interessante osservare il dipinto raffigurante Santa Prassede (già Londra, Galleria Matthiesen) eseguito da Antonio Carracci (Venezia 1583 o 1589 - Roma 1618), che per la postura frontale, la tipologia del volto e l’impostazione “monumentale”, offre uno spunto di confronto efficace. 73. AGOSTINO BELTRANO (Attr. a) (Napoli, 1607 - 1656) Pastore con flauto Olio su tela, cm 130X98 Stima € 4.000 - 6.000 L’opera in esame per la sua arcaicità d’immagine e attento ductus naturalistico può riferirsi alla prima maturità dell’artista, le analogie con le opere del “Maestro degli annunci ai pastori” e di Francesco Fracanzano, riconoscibili specialmente nella pennellata mossa e vibrante, suggeriscono una datazione entro il quarto decennio, in analogia con le tele eseguite dopo il 1635 da Paolo Domenico Finoglio, come l’Eterno benedicente della chiesa napoletana di Santa Maria dei Sette Dolori, connotata da uno sfrangiarsi del colore e della pennellata. In seguito, grazie ai preziosismi cromatici di Massimo Stanzione e alle sue raffinate soluzioni compositive, il pittore giunge a livelli qualitativi assai apprezzabili, anche se nella tarda maturità questo debito formativo lo condurrà ad un registro stilistico ripetitivo e dagli esiti discontinui, con non rare occasioni di pedissequa ispirazione dai modelli ribereschi. 73 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 74 74. ORAZIO DE FERRARI (Genova, 1606 - 1657) San Matteo e l’angelo San Luca Olio su tela, cm 160X108 Stima € 50.000 - 70.000 (2) Resi noti da chi scrive (2006) questi due dipinti di Orazio De Ferrari raffigurano San Matteo e San Luca, ben riconoscibili per i rispettivi attributi: l’angelo che aiuta Matteo nella scrittura e il bue alato per Luca. Si può ragionevolmente ipotizzare che appartenessero a una serie di tele coi Quattro evangelisti: quelle mancanti all’appello raffiguranti San Marco e San Giovanni. In ragione del formato è anche probabile che originariamente avessero funzione di sovrapporta in un salone di un piano nobile di una dimora genovese allestito a quadreria o di una cappella gentilizia. Ciò è suggerito dalla disposizione speculare delle figure - l’una rivolta a sinistra e l’altra a destra - e ancor più dal fatto che è preferenziale la visione del sott’insù, per godere appieno delle soluzioni compositive con l’effetto dello scorcio adottate dal pittore. Dal basso si apprezza appieno la corpulenza dei due santi ammantati in panneggi rigonfi e il loro precario equilibrio nello spazio angusto della tela. E’ il barocco pacato di Orazio De Ferrari che coniuga il naturalismo dell’Assereto - suo faro - con le nuove istanze decorative del secolo che avanza, in queste belle tele certamente già del secondo quarto del Seicento; unisce il lessico semplice di un fatto colto nella sua quotidianità, nella semplicità del gesto di Matteo che tempera la sua penna, con la ricercata monumentalità delle figure. Il loro protagonismo nell’economia di queste composizioni lascia apprezzare le ben note doti di Orazio di rendere l’anatomia maschile. Le fonti ricordano una sua assidua frequentazione delle “accademie”: “si portava anche alle Accademie, per essercitarsi col naturale, nelle quali cose tutte, fece gran profitto, e benissimo si fondò con ammirabile franchezza nel dissegno” (Ratti Soprani, Vita dei pittori, 1674, p. 219). Il corpo è ben modulato nei rilievi muscolari e nel suo porsi nella luce e il segno pittorico è leggero, seppur ancora ben saldo nell’impianto disegnativo. Il ductus è ancora composto, meno sciolto rispetto a quello del quinto decennio; la delicatezza dei trapassi cromatici intrisi di cangianti e la delicatezza espressiva del volto dell’angelo, nonché lo stesso vecchio che non ha nulla di fortemente realistico, se non la sapiente resa della muscolatura, suggeriscono tale indicazione cronologica per due opere tra le più prossime alle dolcezze del suo maestro Ansaldo, da porsi nel novero delle opere giovanili di Orazio. Anna Orlando 74 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 75 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 76 75. FILIPPO LAURI (Roma, 1623 - 1694) Maddalena penitente Olio su tela, cm 25,5X20 Stima € 2.000 - 3.000 Provenienza: Sotheby’s Amsterdam, 12 novembre 1991, n. 8; Bonhams Londra, 6 dicembre 2006, n. 62. 75 Filippo Lauri è autore di squisite composizioni a soggetto mitologico e arcadico, realizzate con leggiadria e un rapido pittoricismo che annuncia nei risultati le opere di Francesco Trevisani e Sebastiano Conca, mantenendo altresì un’estetica di gusto nordico. Rilevanti per la sua formazione sono gli esempi di Gaspard Dughet e Pietro da Cortona, con cui nel 1656 - 1657, partecipa alla decorazione della Galleria d’Alessandro VII al Quirinale e il cui influsso si nota negli affreschi di Santa Maria della Pace datati al 1668 - 1670, nei quali, come bene osserva Elena Fumagalli, l’artista raggiunge un misurato equilibrio fra “la propensione naturalistica e il classicismo d’Andrea Sacchi”. Queste uniche committenze chiesastiche sono probabilmente poco ambite dall’artista, che predilige il genere del paesaggio con inserti di figura, come avviene negli ovali realizzati da Dughet per i mezzanini di Palazzo Borghese, o in altre documentate collaborazioni con Claude Lorrain, Viviano Codazzi e Mario dei Fiori. La sua produzione, conta innumerevoli composizioni minori, assai apprezzate dai collezionisti e il cui catalogo è tuttora da precisare. Il dipinto in esame appartiene a questo specifico gruppo e si può confrontare con le tele pubblicate da Luigi Salerno e Giancarlo Sestieri. Un’opera assai prossima negli esiti, raffigurante San Girolamo penitente, si trova presso lo Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe, genericamente attribuita a scuola veneziana e ricondotta al nostro da Federico Zeri. 76. PITTORE VENETO DEL XVII SECOLO Martirio di San Sebastiano Olio su tela, cm 78X60 Stima € 1.800 - 2.200 Opera di scuola veneta con riflessi stilistici vicino alle opere dei Diziani. 76 76 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 77 77. PITTORE VENETO DELLA FINE DEL XVII SECOLO Davide con la testa di Golia Olio su tela, cm 66,5X55 Stima € 3.000 - 4.000 Opera da mettere a confronto con la produzione d’Antonio Molinari, per linguaggio e struttura, dove convivono tendenze stilistiche ancora seicentesche e movenze oramai orientate verso il nuovo secolo. Le sollecitazioni tenebrose più severe d’Antonio Zanchi e Johann Carl Loth appaiono modulate verso il cambiamento, in contemporaneità con l’evoluzione di Sebastiano Ricci, ma senza negare i valori del naturalismo e delle memorie giordanesche, mantenendo in vita quella linfa vitale del lume e dell’ombra che alimenterà il Piazzetta e la sua corrente. La luce che tornisce i volumi e proporziona le forme, il volto e le movenze, appaiono appartenere al lessico maturo del pittore, ma in questa sede si deve anche rammentare la figura d’Antonio Arrigoni quale possibile artefice del dipinto, per la decorativa disposizione del manto a formare pieghe e risvolti. La confusione attributiva fra i due artisti d’altronde, trova spazio sin dal Settecento e ancor ora è argomento frequentato dagli storici dell’arte veneta, ma filologia a parte, resta l’attrattiva del dipinto e la sua solida oggettività estetica. 78. PITTORE VENETO DEL XVII SECOLO La Maddalena penitente Olio su tela, cm 118X93 Stima € 2.500 - 3.500 77 Già attribuito al bolognese Gian Gioseffo dal Sole, il dipinto trova maggiori correlazioni con la cultura pittorica veneta di fine Seicento, suggestionata da Sebastiano Ricci. 78 77 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 78 6-02-2009 23:05 Pagina 78 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:05 Pagina 79 79. GIACOMO FRANCESCO CIPPER detto IL TODESCHINI (Feldkirch, Austria 1664 - Milano, 1736) Ritratto di giovane pescatore Olio su tela, cm 126X105 Stima € 20.000 - 30.000 L’inclinazione alla scena di genere da parte d’artisti padani ed emiliani nel corso dei primi anni del Settecento, che vede fra i migliori protagonisti Giuseppe Maria Crespi, Alessandro Magnasco, Giacomo Ceruti e Giacomo Francesco Cipper, è stata sempre accostata alle idee preilluministe di Muratori, all’Arcadia letteraria e alla “naturale propensione” nei confronti delle classi popolari. Queste rappresentazioni però, non sono immuni da una buona dose d’ironia, verve satirica e talvolta, una palese carica erotica; quanto importanti sono le riforme che interessano il teatro dialettale, specialmente milanese, che pare accompagnare l’evoluzione che intercorre fra il Todeschini e il Ceruti. Il Cipper nel suo percorso creativo, rinnova la tradizione seicentesca dei bamboccianti, rilegge in chiave personalissima gli esempi di Monsù Bernardo e del Magnasco, con l’ambizione oltremodo riuscita di trasporre le sue idee con spirito “monumentale”, dedicandosi ad una realistica definizione degli oggetti d’uso quotidiano, dei cibi e delle masserizie, giungendo sino alle massime conseguenze della tradizione comica e grottesca, che in area lombarda ha origini rinascimentali. Nel 1669, Todeschini è documentato a Milano e in simbiosi con la nobilitazione degli umili intrapresa dal Maggi, comincia a ritrarre i suoi personaggi. L’opera in esame, unanimemente attribuita al Todeschini da Ferdinando Arisi, Mina Gregori e Maria Silvia Proni, si può avvicinare al Mercato del pesce di collezione privata (olio su tela, cm. 223 x 419) e al Ciabattino e donna che lavora a maglia (olio su tela, cm. 180 x 120). Anche in questo caso l’effigiato appartiene alla classe popolare, è un giovane pescatore, che osservandoci con sguardo beffardo, ci rovescia sotto gli occhi una sfarzosa cesta di pesce. Il dipinto racchiude in se i diversi generi, la natura morta, la figura umana e in parte il paesaggio, temi che il Cipper dimostra di saper condurre con abilità e spirito d’osservazione, in simbiosi ad una materia vibrante e veloci pennellate, raggiungendo un livello qualitativo eccellente. La complessa natura morta in primo piano, sorprende per l’attenzione dei rapporti cromatici e luminosi tra i vari elementi e per l’accurata precisione anatomica dei dettagli. Per quanto riguarda la collocazione cronologica, la caratteristica degli abiti e lo stile suggeriscono una data che scorre tra il 1705 e il 1715. Bibliografia di riferimento: M. B. Castellotti, La Pittura lombarda del 700, Milano 1986, tavv. 202 -209. L. Tognoli, G. F. Cipper, il Todeschini e la pittura di genere, Bergamo 1976. M. S. Proni, Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini, Soncino 1994. M. S. Proni, Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini, in Naturaliter. Nuovi contributi alla natura morta in Italia settentrionale e Toscana tra XVII e XVIII Secolo, a cura di G. Bocchi, U. Bocchi, Casalmaggiore 1998, p 180 - 194, p. 183, con bibliografia precedente. F. Porzio, Pitture ridicole. Scene di genere e tradizione popolare, Milano 2008. 79 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 80 80. PITTORE FRANCESE DEL XVIII SECOLO Ritratto d’uomo Olio su tela, cm 92X71.5 Stima € 1.500 - 2.500 81. PITTORE VENETO DEL XVIII SECOLO Ritratto d’uomo Pastello su carta, cm 40,5X28,5 Stima € 1.000 - 1.500 82. PITTORE VENETO DEL XVIII SECOLO Il Bimbo addormentato Pastello su carta, cm 40,5X28,5 Stima € 600 - 800 83. ALESSANDRO LONGHI (Venezia, 1733 - 1813) Ritratto di giovane prelato Olio su rame, cm 16,5X11 Stima € 300 - 500 80 23:05 Pagina 80 81 84. GERRIT VAN HONTHORST (Attr. a) (Utrecht, 1590 - 1656) Visione di San Gerolamo Olio su tela, cm 121,3X213 Stima € 8.000 - 12.000 L’opera in esame è stata assegnata nel 1975 a Matthias Stomer (Amersfoort 1600 - Palermo 1650) dagli esperti Sotheby’s e in seguito a Trophime Bigot (documentato a Roma dal 1620 al 1634) da Farsetti; tuttavia, l’analisi stilistica consiglia di scartare queste ipotesi attributive e suggerisce il nome di Gerrit van Honthorst quale possibile artefice dell’opera. L’arcaicità dell’immagine e i caratteri di stile, escludono, di fatto, una datazione coincidente con il periodo d’attività degli autori prima citati, anche se la tipologia iconografica può rammentare il Sant’Onofrio di Stomer conservato presso la Galleria dei Girolamini a Napoli. La composizione possiede i caratteri distintivi dei maestri nordici attivi a Roma tra il secondo e il terzo decennio e particolarmente suggestionati dal Caravaggismo, come Dirck van Baburen (Utrecht 1595 - 1624), attivo nella città capitolina dal 1612 al 1620 circa. CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 81 84 85. PITTORE NAPOLETANO DEL XVII SECOLO Ecce Homo Olio su tela, cm 110X89 Stima € 3.000 - 4.000 Il dipinto, databile alla prima metà del XVII secolo, ritrae il corpo flagellato di Gesù, con il procuratore Ponzio Pilato e uno sgherro (Giovanni, 19.5). L’immagine, si attiene alla tradizione, con il Cristo al centro, in perfetta simmetria con lo spazio scenico, secondo una norma compositiva cinquecentesca già adottata da Tiziano Vecelio. Già assegnata alla scuola genovese, la tela qui presentata non trova tuttavia confronti persuasivi per esprimere ipotesi attributive. L’analisi formale, il ductus pittorico e le fisionomie, richiama alla memoria formule adottate in area napoletana, da parte d’artisti rispettosi della maniera, coerentemente d’ascendenza romana, toscana, veneta ed emiliana, tuttavia non immuni dal naturalismo caravaggesco e gli esempi ribereschi. Tra questi ricordiamo Giovan Bernardo Azzolino, Fabrizio Santafede, Belisario Corenzio Giovanni Vincenzo Forlì e specialmente Giovan Agostino D’Amato come ricordato da Pacelli 2001), ciò nonostante, di questi autori recepiamo solo un’aria di gusto e cultura con l’opera in esame, che è tuttavia in linea con quel “caravaggismo smorzato” riconosciuto da Stefano Causa ed espresso dalla pittura partenopea nel II decennio. Si deve altresì rilevare la qualità del tessuto cromatico, favorita da un’appropriata struttura disegnativa, distinguibile ad esempio nelle mani di Cristo. 85 81 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 82 86. GABRIELE FERRANTINI detto GABRIELE DEGLI OCCHIALI (Attivo a Bologna circa 1590-1620) Ritratto di Francesco Cavalca Olio su tela, cm 127X103 Stima € 3.000 - 4.000 Provenienza: Bologna, collezione dei conti Pepoli L’opera, già ritenuta di Prospero Fontana, è stata riferita al Ferrantini da Daniele Benati (comunicazione orale al proprietario). Allevo del fiammingo Denis Calvaert, il Ferrantini vive la complessa stagione di passaggio dal manierismo di cui il suo maestro era stato un importante esponente in ambito locale, alle novità introdotte dai Carracci, in direzione di un più sincero naturalismo. Non si conoscono i suoi precisi estremi biografici, ma è noto che nel 1599 entra a far parte del consiglio della neonata Compagnia dei Pittori a Bologna. La sua attività nella città delle due torri è peraltro attestata dalla presenza di numerose sue opere nelle chiese. Ancor in gran parte in ombra è la sua attività ritrattistica di cui questo inedito viene a costituire un importante tassello, essendo nota anche l’identità dell’effigiato, indicata sulla lettera che ha in mano. 82 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 83 87. JACOPO ROBUSTI detto IL TINTORETTO (Studio) (Venezia, 1519 - 1594) Ritratto di giovane uomo tempera su carta, cm 43 x 58 Stima € 3.000 - 4.000 Questo affascinante ritratto dagli inequivocabili caratteri veneti, è da assegnare all’atelier di Jacopo Tintoretto. L’effige deriva dal Ritratto di Gentiluomo venticinquenne, datato 1545, oggi conservato nelle collezioni reali inglesi a Hampton Court. Il riferimento all’entourage di Robusti, dubitativo a causa delle notevoli suggestioni tizianesche, ha ricalcato la stessa vicenda critica del dipinto originale; già assegnato al Tiziano negli inventari del 1776, riferito a Paris Bordon da Giovanni Battista Cavalcaselle nel 1878 e infine al Tintoretto da Bernard Berenson nel 1906, ma ancora timidamente ricondotto al Vecelio da von Haden nel 1922. La difficoltà attributiva è tuttavia comprensibile, la delicata e morbida tonalità della superficie pittorica, lo sfumare degli incarnati, la maniera con cui il volto emerge dall’ombra e il disegno, ricordano il Tiziano giovane, il Bordon, tuttavia la fisionomia, l’espressione e il taglio degli occhi appartengono al lessico tintorettesco. La versione qui esaminata possiede una verosimiglianza con l’originale ragguardevole, tanto da sollecitare la nostra attenzione e sensibilità, specialmente per l’aspetto psicologico sprigionato dal personaggio. Bibliografia di riferimento: P. Rossi, Tintoretto. I Ritratti, Milano 1982, pp. 92 - 93, n. 54, fig. 4, con bibliografia precedente. 83 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 88. ANDREA SOLARIO (Studio) (Milano 1465 - 1524) Testa del Battista Olio su tavola, cm 41,5X52 Stima € 2.000 - 3.000 23:06 Pagina 84 fig. 1 Agli inizi del Cinquecento, Andrea Solario si dimostra oramai affrancato dai precetti di Leonardo, ma nello stesso tempo, capace di riflettere intensamente sul suo magistero. A questo momento appartiene la Testa del Battista oggi al Louvre, dove Solario si concentra su uno “studio di testa” preceduto da un magistrale disegno (Parigi, Musée du Louvre département des Arts Graphiques), risolto in delicati chiaroscuri. L’opera, commissionata da Charles d’Amboise nel 1507, ottiene da subito un notevole successo visto l’esistenza di una replica ritenuta autografa conservata al Museo Statale di Vizovice datata al 1513 (fig.1) e le diverse copie prodotte dai seguaci dell’artista, come quell’appartenente alla Pinacoteca Ambrosiana riferita ad Antonio Solario, quella del Museo di Belle Arti di Dole e infine quella già appartenente alla collezione Aldo Nosella di Milano. La versione qui presentata, il cui tessuto materico suggerisce una datazione intorno al secondo / terzo decennio del Cinquecento, bene si accosta con quella di Vizovice, non solo per la similare marezzatura del piano, ma anche per la medesima conformazione del piatto e delle lumeggiature, ma si deve oltremodo riflettere sulla sua diretta corrispondenza con il disegno parigino. La qualità pittorica è da considerarsi alta, i capelli e le parti del volto sono eseguiti con notevole precisione e accuratezza, lambiti da una luce morbida che modula le ombre e definisce la profondità tornendo i volumi. Queste considerazioni conducono ad assegnare la tavola ad un pittore appartenente all’atelier di Solario, il cui fine non è d’eseguire una copia fedele ma un’esegesi dell’immagine, avendo per di più l’opportunità di studiarne il disegno preparatorio predisposto dal maestro. 84 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 85 89. BARTOLOMEO GENNARI (Cento, 1594 - Bologna, 1661) San Paolo eremita Olio su tela, cm 87X69 Stima € 12.000 - 16.000 Bibliografia: M. Pulini in Le collezioni ritrovate di Guercino, catalogo della mostra di Iglesias a cura di M. Pulini, Milano 2003, tav. VI, p. 11 M. Pulini, Atti viatici alla mostra, in Guercino. Poesia e sentimento nella pittura del ‘600, catalogo della mostra a cura di D. Mahon, M. Pulini e V. Sgarbi, Milano 2003, fig. p. 86 Il dipinto è stato riconosciuto come opera di Bartolomeo Gennari da Massimo Pulini, che lo ha esposto alla mostra dedicata a Guercino organizzata ad Iglesias nel 2003. Nella scheda di catalogo lo studioso sottolinea come “lo stile pittorico, il trattamento degli incarnati e soprattutto la fisionomia del modello” riconducano alla mano di uno degli artisti che gravitarono nell’orbita della grande bottega del Guercino: Bartolomeo Gennari. Figlio di Benedetto, Bartolomeo è noto attraverso alcune opere certe in cui assolve al compito di sensibile divulgatore del verbo guercinesco. Del maestro di Cento, di soli tre anni più vecchio di lui, Bartolomeo riconobbe subito la genialità e il primato, tanto che gli rimase fedelmente vicino per tutto l’arco della loro attività, ne fu copista e collaboratore, ma anche sincero e genuino emulo, come si può vedere da questo intenso San Paolo. 85 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 86 90. FRANCESCO SOLIMENA detto L’ABATE CICCIO (Canale di Serino, 1657 - Barra, Napoli 1747) Ritratto di gentiluomo Olio su tela, cm 93X73 Stima € 10.000 - 12.000 Bibliografia: Un diavolo per capello. Dalla sfinge a Warhol. Arte, acconciature, società, catalogo della mostra, Pinacoteca di Bologna, 2006 L’opera è stata riconosciuta al Solimena da Nicola Spinosa (comunicazione scritta al proprietario, 14/10/2002). Colto di tre quarti, in una posa naturale ma aulica, il personaggio in abiti eleganti volge il suo sguardo verso di noi; fanno da scenario una colonna e uno sfondo di paesaggio, nonché un ampio tendaggio bicolore, secondo la più classica impostazione ritrattistica settecentesca. Nicola Spinosa ritiene che “il sontuoso ritratto di un aristocratico napoletano” sia stato dipinto tra il 1725 e il 1730, “al culmine della fama e del successo conseguiti negli anni avanzati del Viceregno austriaco in Italia meridionale”, a giudicare dalla “qualità stilistica”, nonché dalla foggia della parrucca del gentiluomo. I toni aulici del ritratto, “di composta e sostenuta imponenza sia per taglio compositivo che per resa cromatica”, lo accomunano a tanti ritratti di aristocratici e vari esponenti della corte del Viceregno degli Asburgo di Napoli. I personaggi sono colti in una posa elegante e controllata, così da conferire quel tono ufficiale e pubblico che evidentemente era richiesto al pittore. Egli si allinea in questa fase matura alle nuove tendenze classiciste che, nell’idealizzazione del modello e nella ricerca di un certo purismo formale, andavano stemperando il naturalismo giovanile. Tra le opere da rapportare alla presente, possiamo ricordare il ritratto, noto in più redazioni di vario formato, del Conte Aloys Thomas Raimund von Harrach, vicerè di Napoli nel 1728-1733 (cfr. Settecento napoletano. Sulle ali dell’aquila imperiale, catalogo della mostra a cura di W. Prohaska e N. Spinosa, Napoli 1994, n. 64), che consente di circoscrivere cronologicamente l’opera in esame, il cui effigiato, in mancanza di precisi dati di provenienza storica e di riscontri iconografici, resta a tutt’oggi privo di una precisa identità anagrafica. 86 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 87 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 88 91. PIER FRANCESCO CITTADINI detto IL MILANESE (Attr. a) (Milano, 1615/16 - Bologna, 1681) Ritratto di nobildonna Olio su tela, cm 200X120 Stima € 6.000 - 8.000 Allievo di Daniele Crespi, il Cittadini si trasferisce a Bologna agli inizi del quarto decennio, dove prosegue il suo apprendistato con Guido Reni sino al 1637. Nel 1645 l’artista visita Roma e fra il 1650 - 1652 lo vediamo impegnato insieme al fratello Carlo e Jean Boulanger a decorare la Sala di Bacco nel Palazzo Ducale di Sassuolo, dipingendo fiori e frutti che incorniciano i medaglioni dipinti dal pittore francese. Il medesimo motivo decorativo è altresì impiegato nelle Quattro Stagioni oggi conservate nel museo estense e nella Pinacoteca comunale di Bologna. L’attività di pittore dedito alla natura morta e al paesaggio è accompagnata da una cospicua produzione ritrattistica, genere dove l’origine milanese emerge prepotentemente nel piglio realistico di tradizione lombarda, senza tralasciare l’eleganza e le sontuosità d’immagine di tradizione romana, veneta e quella locale, rappresentata da Cesare e Benedetto Gennari. Il dipinto in esame testimonia tutte le qualità attribuite all’artista e le dimensioni parietali, la sua monumentalità, accentuano la carica vitale che emana la giovane donna raffigurata. 92. PITTORE FRANCESE DEL XVIII SECOLO Ritratto di Luigi XV Ritratto di Maria Leszcynska Coppia di oli su tela, cm 91X73 (2) Stima € 8.000 - 10.000 91 88 Questi eleganti ritratti, celebrano verosimilmente l’unione di Luigi XV con Maria Leszcynska e rispettano le norme iconografiche stabilite da Hyacinthe Rigaud all’inizio del secolo nel ritratto a figura intera di Luigi XIV oggi al Museo del Louvre. Gli effigiati appaiono in posa, accanto ad una consolle, abbigliati con vesti cerimoniali e le insegne regali in evidenza. Come di consueto, l’artista si è dedicato ad enfatizzare la preziosità dei tessuti, esibiti con ampi panneggi e si può altresì rilevare quanto l’immagine del sovrano è cromaticamente più curata e formale rispetto a quella della regina. Maria Karolina Zofia Felicja Leszczynska era figlia del re di Polonia Stanislaw Leszczynski e Katarzyna Opalinska e andò in sposa a Luigi XV il 4 settembre 1725, il re aveva allora 15 anni, la sposa 22. CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 89 92 93. PITTORE FRANCESE DEL XVIII SECOLO Ritratto d’uomo con libro Olio su tela, cm 82X67 Stima € 6.000 - 8.000 Sorprende la spigliata energia di questo ritratto, soprattutto per la vivace progressione cromatica e il ductus pittorico, veloce e capace d’evocare i riflessi di luce con sensibili lumeggiature e corrusche superfici. L’effigiato, posto di tre quarti e le mani posate su un lussuoso libro rilegato, guarda diretto oltre la superficie dipinta, ma inaspettatamente, indirizza gli occhi verso un punto alla nostra sinistra. Elegante e altero è il portamento, raffinato l’abito, che indossa con disinvolta “maniera”, con sprezzatura. Tutto induce a valutare che questo malcelato orgoglio sia la consapevolezza d’appartenere ad un preciso gruppo sociale, non determinato dalla ricchezza, ma dall’intelletto e il sapere, un bene su cui il protagonista poggia le proprie mani e quindi la propria esistenza. Evidente è il contrasto illustrativo con i comuni ritratti “d’antico regime”, dove gli attributi del potere, quali onorificenze, armature e scettri sono posti in evidenza. Qua è il libro che svolge la funzione allegorica e consente al personaggio di imporsi con atteggiamenti e pose pertinenti al patriziato, ora scalzato dalla ragione e dalla nuova intellighenzia illuminista. Giunti a questo punto, dispiace solo che al cospetto di tale qualità artistica non si riesca a formulare una proposta attributiva sicura, che tuttavia crediamo possibile attraverso nuove ricerche. 93 89 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 90 94. PITTORE VENETO DEGLI INIZI DEL XIX SECOLO Il bucintoro Olio su tela, cm 42X58 Stima € 3.000 - 4.000 95. PITTORE DEL XVIII SECOLO Naufragio Olio su tela, cm 52X76 Stima € 4.800 - 7.300 96. PITTORE FRANCESE DEL XVIII SECOLO Naufragio Olio su tela, cm 88X122 Stima € 4.000 - 6.000 90 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 91 97. SCUOLA FRANCESE DELLA FINE DEL XVIII SECOLO Coppia di nature morte con fiori Olio su tela, cm 40X54 (2) Stima € 3.000 - 4.000 98. PITTORE DEL XVIII SECOLO Natura morta Olio su tela, cm 64X88 Stima € 800 - 1.200 91 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 92 99 99. SCUOLA NAPOLETANA DEL XVIII SECOLO Il banchetto degli dei Olio su tela, cm 49X75 Stima € 4.000 - 6.000 100. SCUOLA LOMBARDA DEL XVIII SECOLO Fiori Olio su tela, cm 111X82 Stima € 3.000 - 4.000 100 92 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 93 101. JORIS VAN SON (Attr. a) (Anversa, 1623 - 1667) Ghirlanda di fiori con Sacra Famiglia Olio su tela, cm 72X100 Stima € 10.000 - 15.000 L’invenzione dell’immagine sacra ad “incastro”, la cui origine si deve alla collaborazione fra Pietro Paolo Rubens e la committenza oratoriana della Chiesa Nuova di Roma (1608), evolve specialmente in area fiamminga trasponendo la raffigurazione entro ghirlande floreali dipinte. L’aspetto storicamente rilevante, è che il prototipo è un rame commissionato nel 1608 dal Cardinale Borromeo a Jan Brugel e all’Hendrick van Balen, la cui trasformazione per adattarsi al gusto d’età barocca si arricchisce o varia intervenendo sull’esuberanza della natura morta. Osservando il dipinto in esame, possiamo in parte comprendere lo schema con cui gli artisti modificano l’iconografia tradizionale. Un ruolo importante lo svolge il formato, quello rettangolare è indubbiamente il migliore per allestire una quadreria, nel contempo, la “corona floreale” diviene un festone, con valenze sempre più ornamentali. Ciononostante, il senso allegorico non perde la sua valenza. Grappoli d’uva, pere e mele, possiedono un significato profondo e alludono al sangue di Cristo, al suo amore per la chiesa e all’ineffabilità dell’incarnazione. Caposcuola nell’ideare nuove sintesi decorative fu Daniel Seghers ( Anversa 1590 - 1661), che ispirò la generazione di Jan Davidsz de Heem e Van Son. Una tela che presenta una somigliante tipologia di festone, si ricorda presso la Sotheby’s di Londra (11 dicembre 1991, n. 216), mentre una partitura analoga al dipinto in esame, è stata venduta all’incanto presso la casa d’aste Lempertz il 15 maggio del 1999, n. 1149 (fig.1). fig. 1 Bibliografia di riferimento: D. j. Maere - M. Wabbes, Illustrated dictionary of 17th century flemysh Painters, Bruxelles 1994, p. 371, con bibliografia precedente. V. Stoichita, L’invenzione del quadro. Arte, artefici e artifici nella pittura europea. Milano 1998, pp. 83 - 95. 93 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:06 Pagina 94 102. GIOVANNI ANDREA DE FERRARI (Genova, 1598 - 1669) Marta e Maria Maddalena Olio su tela, cm 89X124 Stima € 80.000 - 120.000 Bibliografia: A. Acordon in I fiori del Barocco. Pittura a Genova dal naturalismo al rococò, catalogo della mostra, a cura di Anna Orlando, Genova-Cinisello Balsamo 2006, n. 73, pp. 214215 (con indicazione di successiva bibliografia in c.d.s.) Sul fondo scuro di un interno si stagliano, belle ed eleganti, le due figure di Maddalena e Marta: la prima intenta a pettinare le lunghe chiome bionde e a godere nell’intimo della propria stanza del lusso e del piacere cui alludono fiori e gioie; la seconda nell’atto di implorare la sorella perchè si convinca a lasciare la sua vita dissoluta di peccatrice. Si tratta di una rilettura in chiave profana del tema religioso del pentimento della Maddalena. Il racconto consente così di indugiare sulla descrizione degli oggetti di vanità gioielli, fiori - posti sul piano a sinistra, e può essere letto più genericamente come una Vanitas, tema quanto mai congeniale alla sensibilità di quest’alba di barocco. I modi del pittore sono minuziosamente descrittivi, e il suo pennello indugia volentieri nella definizione dei giochi di luce sulle pieghe delle stoffe e sui gioielli. L’accezione più laica al tema è anch’essa più tipico dell’artista nel terzo decennio, momento in cui l’artista risulta meditare sulla lezione di raffinata eleganza di Orazio Gentileschi, e sulle aggraziate scelte formali di Bartolomeo Cavarozzi. Se ancora restano tracce dell’influenza dello Strozzi suo maestro - si veda la figura di Marta per esempio - lo stile di Gio. Andrea si è fatto più personale, nel recupero anche di un maggior rigore disegnativo che dà consistenza plastica alle figure, proprio osservando i testi di Gentileschi e Cavarozzi. Il dipinto fu riconosciuto a Giovanni Andrea De Ferrari da Carlo Volpe e l’attribuzione è stata confermata da Angela Acordon che lo giudica “qualitativamente assai notevole” e lo colloca “nella seconda metà degli anni Venti (Acordon 2006). L’opera, per piacevolezza di soggetto e formato, oltre che per lo stato di conservazione, va annoverato certamente tra i massimi raggiungimenti del pittore. Anna Orlando 94 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 95 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 96 103. PITTORE VENETO DEL XVIII SECOLO Il Tempo svela la Verità Olio su tela, cm 80X75 Stima € 15.000 - 18.000 96 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 97 104. HYACINTHE RIGAUD (Attr. a) (Perpignam, 1659 - 1743) Ritratto d’uomo in armatura con la croce dell’ordine di San Luigi Olio su tela, cm 76X63 Stima € 6.000 - 8.000 Opera di notevole qualità e raffinato tessuto pittorico da riferire all’artista Hyacinthe Rigaud, la cui fortunata carriera è consacrata dal grande ritratto a figura intera di Luigi XIV eseguito nel 1701. Il re, raffigurato con un manto blu cobalto foderato d’ermellino sullo sfondo di un fragoroso tendaggio amaranto, incarna l’identificazione collettiva della Francia nell’immagine garante del suo sovrano e segna una rappresentazione archetipo che condizionerà il ritratto regale europeo e susciterà nella corte la moda dello state portrait, il ritratto di parata, sopra le righe, che garantisce l’accesso alla perennità della storia. Tuttavia non a tutti i cortigiani ambiziosi era permesso emulare nella posa il sovrano e concedersi scenografie così lussuose. Nella produzione meno esclusiva, quella non destinata alla stretta cerchia di Versailles, Rigaud e il suo atelier, realizza opere dal segno meno sensazionale, ma non prive di quelle caratteristiche d’immagine e straordinaria eleganza. A questo riguardo ricordiamo in questa sede i ritratti conservati nel genovese Palazzo Rosso e raffiguranti Anton Giulio Brignole Sale, Battina Raggi Brignole Sale e Gio. Francesco II Brignole Sale, al servizio di Luigi XIV in qualità d’inviati speciali e ambasciatori della Repubblica genovese a Parigi. Possiamo in parte affermare che questa produzione “minore” possiede altresì una speciale sensibilità psicologica ed un’immediatezza umana disinvolta, concretamente più apprezzabile dal gusto contemporaneo e alle sue necessità di ricercata decorazione. Bibliografia di riferimento: A. James, Hyacinthe Rigaud (1659 - 1743), ou le miror de Clio, tesi dell’Ecole National de Chartes, Paris 1995. A. Schnapper, Le portrait à l’Académie au temps de Louis XIV, in “ XVII siécle “, t. XXXV, 1983, pp. 97 - 123. P. Boccardo, in El Siglo de los Genoveses, catalogo della mostra a cura di Piero Boccardo e Clario di Fabio, Genova 1999, pp. 99 - 101, nn. II. 15 - II. 17. 97 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 98 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 99 105. MASSIMO STANZIONE (Orta di Atella, 1585 - Napoli, 1658) Sant’Agata Olio su tela, cm 132X114 Stima € 30.000 - 35.000 L’opera è stata esaminata dal prof. Sebastian Schutz di cui si conserva una relazione scritta (2001). Lo studioso ne rileva “tutte le qualità stilistiche del primo Stanzione” e la riconosce come una versione ridotta del Martirio di sant’Agata della collezione Dupont a Milano eseguito intorno alla metà degli anni Venti. Un soggetto analogo, evidentemente molto richiesto dalla committenza napoletana, si conserva anche al Museo di Capodimonte ed è anch’esso opera tipica del giovane Stanzione: entrambe le opere, quella Dipont e quella del museo di Napoli, sono infatti inserite tra i primi numeri del catalogo ragionato sull’artista a opera di Schutze e Willette nel 1992. 99 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 100 106. JEAN-MARC NATTIER (Attr. a) (Parigi, 1685 - 1766) M.lle Carton Olio su tela, cm 195X130 Stima € 70.000 - 90.000 Bibliografia: X. Salmon, Jean Marc Nattier 1685 - 1766, catalogo della mostra, a cura di Xavier Salmon, Parigi 1999, p. 81, fig. 3, con bibliografia precedente. fig. 1 fig. 2 100 Il dipinto raffigura M.lle Carton, ballerina de l’Operà di Parigi. Il notevole charme della figura, richiama alla memoria una frase dello storico dell’arte Jacques Thuiller, che attribuiva a Nattier “l’audacia di offrire alle principesse quanto fino allora era riservato alle attrici”. In questo caso, nulla di più coerente con la libertà dell’artista a dedicarsi al ritratto allegorico-mitologico, la cui raffinata eleganza riscatta un’attitudine sottilmente licenziosa ed erotica. L’opera, sino ad oggi ritenuta dispersa, era già stata attribuita da Louis Dimier nel 1930 a Raoux, sulla base del catalogo d’asta Sireul del 1781 e in seguito ricondotta al Nattier da Xavier Salmon, per gli evidenti caratteri di stile e per la traccia documentaria riscontrata nel catalogo della collezione del principe de Conti, venduta a Parigi il 15 marzo del 1779, dove la tela è evocata da un veloce schizzo a penna (fig.1). L’affascinante iconografia, si riscontra nel ritratto d’Anne Marie de Bourbon - Condé conservato al museo Condé di Chantilly datato al 1729 (fig.2). CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 101 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 102 107. PITTORE DEL XVII SECOLO Paesaggio costiero con architetture Olio su tela, cm 96X183 Siglato: I. F. LF - SPQR Stima € 15.000 - 18.000 Le rilevanti ricerche dedicate alla pittura di paesaggio condotte da Luigi Salerno e Ludovica Trezzani, consentono di classificare numerosi pittori, tuttavia è ancora difficile attribuire molte opere conservate in collezioni pubbliche e private, spesso di notevole qualità e valore decorativo. Il bellissimo dipinto in esame appartiene a questa specifica categoria, le cui peculiarità di stile e scrittura evidenziano la mano di un artista attivo attorno alla metà del XVII secolo la cui sigla non è stata ancora decifrata. L’analisi dell’immagine vede come caratteristica principale il brano d’architettura, che ricorda nella sua lucida descrizione i modelli di Viviano Codazzi e Scipione Compagno, specialmente per l’effetto prospettico e monumentale, mentre la tipologia scenografica, rammenta le immaginarie banchine portuali d’Agostino Tassi. L’ipotesi dell’origine nordica del pittore trova nelle figure di Jan Baptist Weenix e Anton Goubau, adeguata fondatezza, specialmente se prendiamo a riferimento La scena di mercato della Kunsthalle di Karlsruhe. Approfondendo la lettura dell’immagine vi percepiamo una felice disposizione narrativa, l’assenza di un cerimoniale fa pensare ad un episodio storicamente irrilevante, uno scalo per acquistare vettovaglie e far distrarre gli aristocratici passeggeri, ma al centro della composizione spicca una giovane coppia, protagonista della scena e presumibilmente commissionaria del dipinto. Il luogo non presenta tratti distintivi, con prudenza vi riconosciamo quel tratto di costa tirrenica tra Roma e Napoli, ma a parte la fantasia scenografica, s’immagina che in quel tempo vi siano stati empori marittimi dove le navi trovavano riparo e rifornimenti. Il dipinto rivela allora la sua connotazione documentaria, di una spedizione motivata da un’ambasceria o, come spesso descrivono le cronache, da un matrimonio e quasi certamente faceva parte di una serie di tele raffiguranti gli episodi salienti del viaggio. Bibliografia di riferimento: L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1977 - 1980. L. Salerno, I Pittori di vedute in Italia (1580 - 1830), Roma 1991. La Pittura di Paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di Ludovica Trezzani, Milano 2004. 102 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 103 103 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 104 108. BARTOLOMEO TORREGIANI detto BARTOLOMEO DEL ROSA (Napoli, ? 1590 - Roma, c.1675) Veduta di Tivoli Olio su tela, cm 32,5X50 Stima € 3.000 - 4.000 109. PITTORE FIAMMINGO DEL XVII SECOLO Fuga in Egitto Olio su rame, cm 53X63 Stima € 2.000 - 3.000 110. PITTORE DEL XVIII SECOLO Scontro fra cristiani e turchi Olio su tela, cm 96,5X129,5 Stima € 3.000 - 4.000 104 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 105 111. SCUOLA FRANCESE DEL XVIII SECOLO Scena galante Olio su tela, cm 29,4X34,2 Stima € 1.000 - 1.200 112. PITTORE TOSCANO ATTIVO TRA IL XVII E IL XVIII SECOLO Figure del Vecchio Testamento Olio su tela, cm 65X84 (2) Stima € 2.500 - 3.500 Queste due tele raffiguranti figure dell’Antico Testamento, presentano un tratto e un’impaginazione da “modelletto”. Il ductus pittorico veloce e scorrevole e i caratteri di stile, richiamano alla memoria un autore di scuola toscana attivo fra Sei e Settecento, influenzato da Pier Dandini, Giandomenico Ferretti e Antonio Domenico Gabbiani, tuttavia distinto nei risultati. La qualità, apprezzabile per la valenza ornamentale, è in ogni caso penalizzata da una vernice fortemente ossidata, che ostacola un’agevole osservazione dell’immagine e ottunde il tessuto cromatico ribassandone il tono. L’impianto scenico, apparentemente disarmonico nell’impaginazione, si spiega con la loro finalità progettuale, destinata alla decorazione a fresco di una cupola o un catino absidale e si deve altresì tener conto, che si mostra una sezione di studio e non un’illustrazione completa, che solo l’opera compiuta può offrire. Bibliografia di riferimento: Gli Ultimi Medici. Il Tardo Barocco a Firenze. 1670 - 1743, catalogo della mostra, Firenze 1974. 105 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 106 113. JACOB DE HEUSCH (Utrecht, 1656 - Amsterdam, 1701) Paesaggio costiero con barche e pescatori Olio su tela, cm 53X68 Firmato in basso a destra Stima € 8.000 - 10.000 Allievo dello zio Wilhelm de Heusch, l’artista è documentato nella Bent romana nel 1675 e un disegno datato al 1680 appartenente al Museo di Sant’Anna a Lubecca, testimonia ancora la sua presenza nella città eterna, oltremodo confermata dal libro dei conti della famiglia Falconieri, dove si registra negli anni 1686, 1691 e 1692 l’acquisto delle sue opere. L’attività capitolina dell’artista si orienta inizialmente verso lo stile di Gaspard Dughet e Salvator Rosa, ma sarà quest’ultimo a suscitare una vera e propria passione, tanto da indurlo ad imitarne le tele. Il gusto per il pittoresco, la sensibilità atmosferica, la capacità di evocare scenari arcadici di sapore settecentesco ha persuaso la critica a riconoscergli il merito di aver influenzato l’arte di Jan Frans Van Bloemen e Andrea Locatelli. Il dipinto in esame è un felice esempio della sua produzione databile agli anni novanta, quando Heusch raggiunge un equilibrio poetico di particolare eleganza, rievocando i fondali scenici di Claude Lorrain e stemperando il pittoricismo desunto da Salvator Rosa. Andrea Busiri Vici D’Arcevia, nella monografia dedicata al pittore, pubblica una versione assai simile a quella in esame, citando varie edizioni analoghe di cui una dispersa già appartenente alla Galleria Martinoja di Roma. Bibliografia di riferimento: A. Busiri Vici D’Arcevia, Jacob de Heusch (1656 - 1701), un pittore olandese a Roma detto il Copia, a cura di Cinzia Martini, Roma 1997, p. 159, n. 58, con bibliografia precedente. 106 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 107 114. PITTORE NAPOLETANO ATTIVO ALLA FINE DEL XVIII SECOLO Veduta del golfo di Napoli e Vesuvio in eruzione Olio su tela, cm 57X115 Siglato sulla fontana: T S Stima € 8.000 - 10.000 Il dipinto si può datare agli ultimi anni del XVIII Secolo e raffigura una gradevole veduta del golfo di Napoli, in bilico tra seduzioni di gusto settecentesco e sensibilità neoclassiche. Il precedente stilistico si può individuare nelle opere di Gabriele Ricciardelli (attivo a Napoli fra il 1740 e il 1780) e nel coevo Pietro Antoniani (Milano 1740/50 - 1805), che intorno all’ottavo decennio operò a Napoli, realizzando panorami della città e del golfo, ma indubbiamente mostrando uno scarto qualitativo rispetto alla tradizione vedutistica partenopea. L’evento geologico invece, si può riferire all’eruzione del 1776, ma non è assolutamente indicativo per formulare una datazione, perché questo genere di quadri era destinato prevalentemente ai viaggiatori del Grand Tour, desiderosi di ritornare in patria con un’immagine “completa” della città, dei suoi costumi, scorci caratteristici e logicamente, della principale attrattiva naturale, mentre per quanto riguarda la decifrazione della sigla, le ricerche sinora svolte non hanno ancora concesso una valida risoluzione del caso. Bibliografia di riferimento: N. Spinosa, L. Di Mauro, Vedute napoletane del Settecento, Napoli 1999, pp. 31 e 95; pp. 318 - 320, con bibliografia precedente. 107 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 108 115. PAESAGGISTA ATTIVO ALLA FINE DEL XVII SECOLO Coppia di vedute portuali Olio su tela, cm 71,5X138 (2) Stima € 30.000 - 40.000 D’alta qualità e notevole fascino, queste due vedute portuali di fantasia sono un vero e proprio rebus filologico. La prima impressione, suggerisce una cronologia entro il primo decennio del XVIII Secolo, tuttavia, un attento esame dell’immagine e del tessuto pittorico, consiglia di anticiparne l’esecuzione agli ultimi anni del Seicento. Già attribuite a Luca Carlevarijs per le evidenti similitudini stilistiche, la loro precocità ci conduce in un ambito di ricerca ancora impreciso, dove i riferimenti sicuri, attributivi e storici, non consentono una distinzione esatta degli artisti italiani e forestieri che sono all’origine delle veduta “moderna”. Per questo motivo si è preferito escludere, forse è meglio dire sospendere, il nome di Carlevarijs quale sicuro artefice di queste tele, tenendo in debito conto che della produzione giovanile dell’artista, in specie di periodo romano (1685 - 1690 circa) quando si misurava con il van Wittel, non si hanno documenti visivi agevoli su cui confrontarci. Un altro aspetto importante da analizzare è il differente ductus pittorico che presentano, infatti, quella raffigurante la torre circolare a sinistra, esibisce maggiori conformità con l’opera del Carlevarijs, al contrario della compagna, che pare di diversa mano e ricorda nello stile i dipinti dei Grevenbroeck ed evoca vaghe reminescenze di Pieter Mulier detto il Tempesta e di Carlo Antonio Tavella. Di Grevenbroeck autore documentato a Napoli con i vedutisti della prima ora e autore di piccoli dipinti raffiguranti vedute fantastiche e battaglie navali, ricordiamo in questa sede la Veduta di Napoli venduta presso la Sotheby’s di Montecarlo il 18 giugno 1992, che può essere d’utile confronto. La conformazione delle vedute, sia pur fantastica, idealizzata e di chiara origine rosiana (si veda il dipinto Marina di Faro della Galleria Palatina a Firenze), può far pensare alla Darsena di Livorno, tuttavia non vi sono indicazioni utili per un’identificazione del sito, poiché spetta all’immaginazione, la medesima che suggestionerà tutti gli artisti che nel corso del Settecento si dedicheranno al genere della marina, primo fra tutti il Vernet. Risiede in queste argomentazioni l’importanza storica dei dipinti qua presentati, la cui bellezza e seduzione trascende i limiti dell’anonimato. Bibliografia di riferimento: M. Roethlisberger-Bianco, Cavalier Pietro Tempesta and his time, Newark, University of Delaware Press, 1970. L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, Roma 1977 - 1980. P. Consigli, I. Consigli, Paesaggi e marine dal Cinquecento all’Ottocento, Parma 1990. L. Salerno, I Pittori di vedute in Italia (1580 - 1830), Roma 1991. N. Spinosa, L. Di Mauro, Vedute napoletane del Settecento, Napoli 1993. W. L. Barcham. Luca Carlevarijs e la creazione della veduta veneziana del XVIII secolo, in Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo, catalogo della mostra a cura di Fabio Benzi, Roma 2002, pp. 57 - 67, con bibliografia precedente. La Pittura di Paesaggio in Italia. Il Seicento, a cura di Ludovica Trezzani, Milano 2004. Salvator Rosa, tra mito e magia, catalogo della mostra a cura di Nicola Spinosa, Napoli 2008. Fantastiche Vedute. La veduta di capriccio in Toscana dal Ciaffieri ai Poli, a cura di Pierluigi Carofano, Pisa 2006. 108 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 109 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:07 Pagina 110 116. JAN GABRIELSZ SONJE (Delft, 1625 - Rotterdam, 1707) Paesaggio con cavalieri Olio su tavola, cm 79X113 Firmato in basso a destra: J/Sonje f Stima € 6.000 - 8.000 Provenienza: Dowdeswell Fine Art; Sir Thomas Fermor Heskett first Baron Hoskett (1881-1944); Easton Neston House, Towcester, collezione privata; Sotheby’s, Londra, 21-04-2005, n. 85. Jan Gabrielsz Sonjé nacque a Delft intorno al 1625, fu allievo d’Adam Pynacker e nel 1646 è attestata la sua iscrizione alla gilda della città. Nel 1654 è documentato a Rotterdam e nel 1665 a Dordrecht. Specializzato nella pittura di paesaggio, la sua opera presenta affinità con Frederick Moucheron, soprattutto quando dipinge vedute dal carattere italianizzante. Non conosciamo documenti concernenti un suo viaggio in Italia, ma l’arte di Pynacker gli ha sicuramente permesso di acquisire i modelli e le caratteristiche luminosità del paesaggio italiano durante il suo apprendistato. Del dipinto se ne conserva un’immagine presso il Rijksbureau voor Kunsthistorische Documentarie d’Amsterdam. Bibliografia di riferimento: L. Salerno, Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, II, Roma 1977, pp. 708 - 709. 110 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 111 117. SIMON JOHANNES VAN DOUW (Antwerp, 1630 ca. - dopo il 1677) Scena di mercato e rovine romane Olio su tela, cm 80X115,9 Stima € 6.000 - 8.000 Provenienza: Sotheby’s, New York, 11-01-1996, n. 236. Il dipinto è apparso nel 1996 presso la Sotheby’s di New York e attribuito ad un paesaggista olandese di gusto italianizzante, attivo nella seconda metà del XVII Secolo; è stato poi riconosciuto al van Douw dagli esperti del Rijksbureau voor Kunsthistorische Documentarie. Il tema raffigurato è caratteristico degli artisti nordici attivi in Italia o di gusto italianizzante, sulla scia dei bamboccianti romani. Van Douw è documentato in qualità di maestro ad Anversa dal 1654 e nel 1656 fa parte della Gilda dei pittori di Middelbourg. Durante la sua carriera si specializza nella pittura di cavalli divenendo altresì un noto battaglista e alla sua prolifica scuola si forma primo fra tutti Pieter van Bloemen. Bibliografia di riferimento: W. Bernt, The Netherlandish Painters of the Seventeenth Century, I, London - New York 1969, p. 33. G. Sestieri, I pittori di Battaglie, Roma 1999, pp. 550 - 552. 111 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 112 118. PITTORE DEL XVIII SECOLO Scena di Battaglia Olio su tela, cm 40X56 Stima € 4.000 - 5.000 Il dipinto raffigura un ampio paesaggio dove è in atto un combattimento di cavalleria, sullo sfondo si vede un paese fortificato, sovrastato da un bastione turrito. L’accurata descrizione del luogo fa pensare ad una veduta reale e la battaglia rappresentata, ad un preciso resoconto storico osservato dal pittore. Detto ciò, possiamo suddividere i diversi ordinamenti che caratterizzano il genere, consapevoli della distinzione fra la scena celebrativa, che rievoca un avvenimento e quella prettamente ornamentale, priva di qualsiasi relazione con fatti storici, la cui notevole diffusione si può imputare alla Guerra dei Trent’Anni, come suggerito da Federico Zeri. A queste due tipologie possiamo aggiungere la battaglia di carattere documentario, che vede negli esempi delle Guerre Sabaude di van Hughtenburgh uno dei modelli più conosciuti, dove il pittore, oltre alle finalità encomiastiche si attiene ad una minuziosa descrizione dei luoghi, della tattica militare e degli schieramenti, evocando al meglio la concitazione dello scontro, il fumo delle esplosioni e logicamente, mettere in risalto la figura del comandante e le sorti vittoriose del suo esercito. A questa categoria appartiene l’opera in esame, che possiamo definire un vero e proprio reportage. La mancanza d’iscrizioni non ci consente di formulare una lettura storica dell’immagine, tuttavia la collina fortificata ricorda la zona dei Colli Euganei fra Montegrotto e Monselice, offrendoci uno spunto di ricerca da non sottovalutare ma che non è possibile esaudire in questa sede. Bibliografia di riferimento: F. Zeri, La nascita della ‘Battaglia come genere’ e il ruolo del Cavalier d’Arpino, in La Battaglia nella pittura del XVII e XVIII Secolo, a cura di Patrizia Consigli, Parma 1994, pp. IX - XXVII. G. Sestieri, I pittori di Battaglie, Roma 1999, con bibliografia precedente. 112 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 113 UNA COLLEZIONE DI DIPINTI FIAMMINGHI Lotti 119 - 143 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 114 119. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggio con viandanti Olio su tavola, cm 23X29 Stima € 200 – 300 120. PITTORE DEL XVIII SECOLO All’osteria Olio su tavola, cm 35X28 Stima € 400 – 600 121. PITTORE DEL XVIII SECOLO Galline Olio su tela, cm 23X31 Stima € 200 – 300 119 122. PITTORE DEL XVIII SECOLO Venere, Amore e ninfa Olio su tavola, cm 19X16 Stima € 200 – 300 123. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggio lacustre Olio su tavola, cm 29X31 Stima € 200 – 300 124. PITTORE DEL XVIII SECOLO Battaglia Olio su tavola, cm 17X24 Stima € 200 – 300 125. PITTORE DEL XVIII SECOLO In vista della battaglia Olio su tela, cm 37X62 Stima € 600 – 800 126. PITTORE DEL XVIII SECOLO Baccanale Olio su tela, cm 42X50 Stima € 600 – 800 120 114 127. PITTORE DEL XVIII SECOLO Interno con figure Olio su tavola, cm 24X36 Stima € 200 – 300 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 115 128. PITTORE DEL XVIII SECOLO Interno con figure Olio su tavola, cm 23X29 Stima € 400 – 600 129. PITTORE DEL XVII SECOLO Ritratto di nobildonna Olio su tavola, cm 39X29 Datato 1618 Stima € 400 – 600 130. PITTORE DEL XVIII SECOLO Natura morta con limone, piatto di corbezzoli e stoviglie Olio su tela, cm 42X57 Stima € 600 – 800 128 131. PITTORE DEL XVIII SECOLO Naufragio Olio su tavola, cm 30X64 Stima € 600 – 800 132. PITTORE DEL XVIII SECOLO In partenza per la caccia Olio su tavola, cm 27X34 Stima € 400 – 600 133. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggio fluviale Olio su tavola, cm 24X37 Firmato in basso a sinistra Stima € 400 – 600 134. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggio fluviale con scena galante Olio su tela ovale, cm 32X40 Stima € 400 – 600 135. PITTORE DEL XVIII SECOLO Il riposo del pastore con i suoi armenti Olio su tavola, cm 26X37 Stima € 400 – 600 136. PITTORE DEL XVIII SECOLO Popolani al lavoro Olio su tela, cm 30X43 Stima € 400 – 600 129 115 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 116 137 137. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggio fluviale con architetture Olio su tela, cm 29X38 Stima € 400 – 600 141. PITTORE DEL XVIII SECOLO Animali da cortile Olio su tela, cm 72X53 Stima € 600 – 800 138. PITTORE DEL XVIII SECOLO Sosta di viandanti Olio su tavola, cm 25X33 Stima € 200 – 300 142. PITTORE DEL XVIII SECOLO Al Fontanile – Paesaggio con animali e figure Olio su tela, cm 32X40 Stima € 600 – 800 139. PITTORE DEL XVIII SECOLO Caccia al cervo Olio su tavola, cm 17X24 Stima € 200 – 300 140. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggi fluviali Coppia di oli su tavola, cm 38X46 Stima € 400 – 600 116 143. PITTORE DEL XVIII SECOLO Paesaggio costiero con figure Olio su tavola, cm 58X83 Stima € 600 - 800 (2) CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 117 139 140 117 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 118 INFORMAZIONI IMPORTANTI PER GLI ACQUIRENTI PARTECIPAZIONE ALL’ASTA La partecipazione all’Asta può avvenire attraverso la presenza in sala ovvero attraverso offerte scritte e offerte telefoniche che WANNENES ART AUCTIONS sarà lieta di eseguire in nome e per conto dei potenziali acquirenti. Si ricorda che il servizio è gratuito e pertanto nessun tipo di responsabilità potrà essere addebitato a WANNENES ART AUCTIONS che non sarà responsabile per offerte STIME Accanto a ciascuna descrizione dei lotti in cata- inavvertitamente non eseguite o per errori relalogo è indicata una stima indicativa per i poten- tivi all’esecuzione delle stesse. I nuovi acquirenti ziali acquirenti. In ogni caso, tutti i lotti, a devono fornire adeguate referenze bancarie a seconda dell’interesse del mercato, possono rag- mezzo lettera di presentazione della propria giungere prezzi sia superiori che inferiori ai valori Banca indirizzata a WANNENES ART AUCdi stima indicati. Le stime stampate sul catalogo TIONS, piazza Campetto 2, 16124 Genova d’asta possono essere soggette a revisione e non comprendono la commissione d’acquisto e Partecipazione in Sala l’IVA. Per la partecipazione in sala i potenziali acquirenti devono registrarsi e ritirare l’apposito nuRISERVA Il prezzo di riserva corrisponde al prezzo minimo mero di partecipazione compilando l’apposito confidenziale concordato tra WANNENES ART Modulo di Partecipazione all’Asta fornendo un AUCTIONS e il venditore al di sotto del quale il valido documento di identità e il codice fiscale. lotto non sarà venduto. I lotti offerti senza ri- Tutti i lotti venduti saranno fatturati al nome e serva sono segnalati sul catalogo con la stima di all’indirizzo rilasciati al momento dell’assegnacolore rosso o con la dicitura O.l. e vengono ag- zione del numero di partecipazione e non pogiudicati al migliore offerente indipendentemente tranno essere trasferiti ad altri nomi e indirizzi. Qualora un potenziale acquirente voglia partedalle stime pubblicate. cipare in nome e per conto di terzi deve informare prima dell’Asta la direzione di ESPOSIZIONE PRIMA DELL’ASTA Ogni asta è preceduta da un’esposizione aperta WANNENES ART AUCTIONS. al pubblico gratuitamente i cui orari sono indicati nelle prime pagine di questo catalogo. L’esposizione ha lo scopo di permettere a tutti gli Offerte Scritte e Offerte Telefoniche acquirenti di effettuare un congruo esame dei Per la partecipazione attraverso offerte scritte e lotti posti in vendita e di verificarne tutte le qua- telefoniche i potenziali acquirenti devono comlità, quali ad esempio, l’autenticità, lo stato di pilare l’apposito Modulo di Offerta pubblicato conservazione, il materiale, la provenienza, ecc. in questo catalogo ed inviarlo via fax al numero +39 010 2517767 almeno 7 ore prima dell’inizio dell’asta. Le offerte devono essere in Euro e STATO DI CONSERVAZIONE Le proprietà sono vendute nel loro stato attuale. sono al netto dei diritti d’asta e degli oneri fiConsigliamo quindi ai potenziali acquirenti di scali previsti dalle leggi vigenti. assicurarsi dello stato di conservazione e della Le Offerte Scritte saranno eseguite per conto natura dei lotti prendendone visione prima della dell’offerente al minimo prezzo possibile consivendita. Gli Esperti di WANNENES ART AUC- derati il prezzo di riserva e le altre offerte. Le TIONS saranno lieti di fornire su richiesta dei Offerte Scritte effettuate sui lotti senza riserva rapporti informativi sullo stato di conservazione (contrassegnati dalla stima di colore rosso) in dei lotti in vendita. Le descrizioni sui cataloghi assenza di un’offerta superiore saranno aggiurappresentano unicamente l’opinione dei nostri dicati a circa il 50% della stima minima o alla Esperti e potranno essere soggetti ad eventuali cifra corrispondente all’offerta, anche se inferevisioni che saranno comunque comunicate al riore al 50% della stima minima. pubblico durante l’Asta. Le Offerte Telefoniche saranno organizzate da CONDIZIONI DI VENDITA La partecipazione all’asta implica l’integrale e incondizionata accettazione delle Condizioni di Vendita riportate di seguito su questo catalogo. Si raccomanda agli acquirenti di leggere con attenzione questa sezione contenente i termini di acquisto dei lotti posti in vendita da WANNENES ART AUCTIONS. 118 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 119 WANNENES ART AUCTIONS nei limiti della disponibilità delle linee ed esclusivamente per lotti aventi una stima massima di almeno 500 euro. I collegamenti telefonici durante l’Asta potranno essere registrati. I potenziali acquirenti collegati telefonicamente acconsentono alla registrazione delle loro conversazioni. disposizione dei clienti presso la sede. Nel caso in cui l’acquirente incaricasse una terza persona di ritirare i lotti già pagati, occorre che quest’ultima sia munita di una delega scritta rilasciata dall’acquirente e di una fotocopia del documento di identità dell’acquirente. SPEDIZIONE DEI LOTTI Il personale di WANNENES ART AUCTIONS sarà lieto di occuparsi della spedizione dei lotti acquistati seguendo le indicazioni comunicate per iscritto dagli acquirenti e dopo che questi abbiano effettuato per intero il pagamento. La spedizione avverrà a rischio e spese dell’acquirente che dovrà manlevare per iscritto WANNENES ART AUCTIONS da ogni PAGAMENTO responsabilità in merito. Il nostro personale è Gli acquirenti devono effettuare il pagamento dei inoltre a disposizione per valutazioni e consigli lotti entro 10 giorni lavorativi dalla data dell’asta relativi a tutti i metodi di spedizione e assicuratramite: A) Contanti per un importo non superiore a zione dei lotti. 5.000,00 euro DIRITTO DI SEGUITO B) Assegno circolare intestato a Art Auctions S.r.l., soggetto a preventiva verifica con l’istituto Con Dlgs n. 118 del 13/2/2006 è in vigore dal 9 Aprile 2006 in Italia il “Diritto di Seguito” di emissione C) Assegno bancario di conto corrente intestato (Droit de Suite), ossia il diritto dell’autore (via Art Auctions S.r.l., previo accordo con la dire- vente o deceduto da meno di 70 anni) di opere zione di Wannenes Art Auctions di arti figurative e di manoscritti a percepire D) Bonifico bancario: UNICREDIT BANCA, una percentuale sul prezzo di vendita degli oriVia Dante 1, 16121 Genova – C/C 10066956 ginali delle proprie opere in occasione delle intestato a Art Auctions S.r.l., – ABI 02008– vendite successive alla prima. Tale diritto sarà CAB 01400– SWIFT UNCRIT2B100– IBAN a carico dell’acquirente, sarà calcolato sul IT73C0200801400000010066956 WANNENES ART AUCTIONS ha la possibi- prezzo di vendita e non potrà comunque essere lità, previo accordo con il venditore, di offrire superiore ai 12.500 euro per ciascun lotto. agli acquirenti che ritenga affidabili la facoltà L’importo del diritto da corrispondere è così di pagare i lotti acquistati a cadenze dilazio- determinato: nate. I potenziali acquirenti che desiderano ac- - 4% per la parte del prezzo di vendita fino a cedere ad un pagamento dilazionato devono 50.000 Euro prendere contatto con la direzione di WAN- - 3% per la parte del prezzo di vendita comNENES ART AUCTIONS prima della vendita. presa fra 50.000,01 e 200.000 Euro - 1% per la parte del prezzo di vendita comRITIRO DEI LOTTI presa fra 200.000,01 e 350.000 Euro Gli acquirenti devono effettuare il ritiro dei lotti - 0,50% per la parte del prezzo di vendita entro 15 giorni lavorativi dalla data dell’asta. compresa fra 350.000,01 e 500.000,01 Euro Decorso tale termine, WANNENES ART AUCTIONS non sarà più tenuta alla custodia né sarà - 0,25% per la parte del prezzo di vendita oltre responsabile di eventuali danni che possano ar- i 500.000 Euro recarsi ai lotti che potranno essere trasferiti in un Il diritto di seguito addebitato all’Acquirente apposito magazzino. WANNENES ART AUC- sarà versato dalla WANNENES ART AUCTIONS addebiterà all’acquirente i costi di assi- TIONS alla SIAE in base a quanto stabilito curazione e magazzinaggio secondo la tabella a dalla legge. AGGIUDICAZIONI Il colpo di martello indica l’aggiudicazione del lotto e in quel momento il compratore si assume la piena responsabilità del lotto. Oltre al prezzo di aggiudicazione l’acquirente dovrà corrispondere a WANNENES ART AUCTIONS i diritti d’asta e gli oneri fiscali previsti dalle leggi vigenti. 119 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 120 CONDIZIONI GENERALI DI VENDITA Art. 1 Art. 2 120 I beni possono essere venduti in lotti o singolar- Art. 5 mente ad insindacabile giudizio della WANNENES ART AUCTIONS (di seguito ART AUCTIONS o Casa d’Aste). Le aste saranno tenute in locali aperti al pubblico da ART AUCTIONS che agisce unicamente come mandataria nel nome e nell’interesse di ciascun venditore (il nome del quale è trascritto in tutti i registri previsti dalle vigenti leggi). Gli effetti della vendita influiscono direttamente sul compratore e sul venditore. ART AUCTIONS non assume nessuna responsabilità nei confronti dell’aggiudicatario, Art. 6 del venditore, o di qualsiasi altro terzo in genere. Gli oggetti sono venduti/aggiudicati al miglior offerente, e per contanti. Nel caso in cui sorgessero delle contestazioni tra più aggiudicatari, il Banditore, a suo insindacabile giudizio, rimetterà in vendita il bene che Art. 7 potrà essere nuovamente aggiudicato nella medesima asta; in ogni caso gli aggiudicatari che avessero sollevato delle contestazioni restano vincolati all’offerta fatta in precedenza che ha dato luogo alla nuova aggiudicazione. In caso di mancata nuova aggiudicazione il Banditore, a suo insindacabile giudizio, comunicherà chi deve intendersi aggiudicatario del bene. Ogni trasferimento a terzi dei lotti aggiudicati non sarà opponibile ad ART AUCTIONS che considererà quale unico responsabile del pagamento l’aggiudicatario. La partecipazione all’asta in nome e per conto di terzi potrà essere accettata da ART AUCTIONS solo previo deposito presso gli Uffici della Casa d’Aste - almeno tre giorni prima dell’asta - di adeguate referenze bancarie e di una procura nota- Art. 8 rile ad negotia. Art. 3 ART AUCTIONS si riserva il diritto di ritirare dall’asta qualsiasi lotto. Il Banditore, durante l’asta, ha facoltà di accorpare e/o separare i lotti e di variare l’ordine di vendita. Il banditore può, a suo insindacabile giudizio, ritirare i lotti che non raggiungano il prezzo di riserva concordato tra ART AUCTIONS ed il venditore. Art. 4 L’aggiudicatario corrisponderà ad ART AUCTIONS un corrispettivo pari al 23% sul prezzo di aggiudicazione comprensivo di I.V.A. A questo corrispettivo dovrà essere aggiunto, per i lotti che lo prevedono, il Diritto di Seguito secondo la normativa vigente (vedi informazioni importanti per gli acquirenti). Per i lotti che fossero in temporanea importazione, provenendo da paesi non UE oltre ai corrispettivi d’asta di cui sopra l’aggiudicatario, se residente in un Paese UE, dovrà corrispondere ogni altra tassa conseguente, oltre a rimborsare tutte le spese necessarie a trasformare da temporanea a definitiva l’importazione (i beni interessati saranno indicati con il segno**). Si ricorda che qualora il venditore fosse un soggetto I.V.A. l’aggiudicatario dovrà corrispondere anche le imposte conseguenti (i beni interessati saranno contrassegnati dal segno °°). Al fine di garantire la trasparenza dell’asta tutti coloro che sono intenzionati a formulare offerte devono compilare una scheda di partecipazione con i dati personali e le referenze bancarie. ART AUCTIONS si riserva il diritto di verificare le referenze fornite e di rifiutare alle persone non gradite la partecipazione all’asta. All’atto della compilazione ART AUCTIONS consegnerà un cartellino identificativo, numerato, che dovrà essere esibito al banditore per formulare le offerte. ART AUCTIONS può accettare mandati per l’acquisto (tramite sia offerte scritte che telefoniche) effettuando rilanci tramite il Banditore, in gara con le persone partecipanti in sala. In caso di offerte identiche l’offerta scritta preverrà su quella orale. Nel caso di due offerte scritte identiche, che non siano superate da offerte in sala o telefoniche, ART AUCTIONS considererà aggiudicataria quella depositata per prima. ART AUCTIONS si riserva il diritto di rifiutare, a suo insindacabile giudizio, offerte di acquirenti non conosciuti e/o graditi. A parziale deroga di quanto sopra ART AUCTIONS potrà accettare dette offerte nel caso sia depositata una somma a garanzia di importo pari al valore del lotto richiesto, oltre commissioni, tasse, e spese. In ogni caso all’atto dell’aggiudicazione l’aggiudicatario comunicherà, immediatamente, le proprie complete generalità e i propri dati fiscali. ART AUCTIONS agisce esclusivamente quale mandataria dei venditori declinando ogni responsabilità in ordine alla descrizione degli oggetti contenuta nei cataloghi ed in ogni altra pubblicazione illustrativa. Tutte le descrizioni dei beni devono intendersi puramente illustrative ed indicative e non potranno generare nessun affidamento di alcun tipo negli aggiudicatari. L’asta sarà preceduta da un’esposizione dei beni al fine di permettere un congruo esame degli stessi da parte degli aspiranti acquirenti, affinché quest’ultimi, sotto la loro totale e completa responsabilità, possano verificarne tutte le qualità, quali ad esempio, l’autenticità, lo stato di conservazione, il tipo, il materiale, la provenienza, dei beni posti in asta. Dopo l’aggiudicazione nessuno potrà opporre ad ART AUCTIONS od ai venditori la mancanza di qualsiasi qualità dei beni oggetto di aggiudicazione. ART AUCTIONS ed i propri dipendenti e/o collaboratori non rilasceranno nessuna garanzia di autenticità e/o quant’altro. Tutte le indicazioni sulla caratura ed il peso di metalli o pietre preziose, come sui relativi marchi, sono puramente indicative. ART AUCTIONS non risponderà di eventuali errori o della falsificazione effettuata ad arte. Nonostante il possibile riferimento ad elaborati di esperti esterni alla Casa d’Aste, ART AUCTIONS non ne garantisce né l’esattezza né l’autenticità. CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ Art. 9 Art. 10 Art. 11 Art. 12 6-02-2009 23:08 Pagina 121 Le stime relative al prezzo base di vendita, riportate sotto la descrizione di ogni bene sul catalogo, sono da intendersi al netto di ogni onere accessorio quale, ad esempio, diritti d’asta, tasse ecc. ecc. Art. 13 Poiché i tempi tipografici di stampa del catalogo richiedono la determinazione dei prezzi di stima con largo anticipo esse potranno essere oggetto di mutamento, così come la descrizione del bene. Ogni e qualsiasi cambiamento sarà comunicato dal Banditore prima dell’inizio dell’asta sul singolo bene interessato. Il completo pagamento del prezzo di aggiudicazione, dei diritti d’asta, e di ogni altra spesa accessoria dovrà essere effettuato entro 10 giorni lavorativi dalla data dell’Asta, in valuta avente corso legale nella Nazione ove si è svolta l’asta. In caso di mancato pagamento, fermo restando il riArt. 14 sarcimento dei maggiori danni ART AUCTIONS potrà: a) restituire il bene al mancato venditore ed esigere il pagamento dal mancato acquirente delle commissioni perdute; b) agire per ottenere l’esecuzione coattiva dell’obbligo di acquisto; c) vendere il lotto a trattativa privata, od in aste successive, comunque in danno del mancato compratore, trattenendo a titolo di penale gli eventuali acconti versati. Nel caso il lotto rimanesse custodito da ART AUCTIONS ciò avverrà a rischio e spese dell’aggiudicatario e del mancato venditore in solido. In ogni caso fino alla data di vendita o restituzione l’aggiudicatario dovrà corrispondere ad ART AUCTIONS una somma, a titolo di penale, calcolata, avendo come base, l’importo di aggiudicazione maggiorato di tutte le tasse e commissioni, al tasso del 30%. Tale somma sarà dovuta a partire dal sesto giorno successivo alArt. 15 l’aggiudicazione. L’aggiudicatario, dopo aver pagato tutte le somme dovute, dovrà ritirare i lotti acquistati entro 15 giorni lavorativi dalla data dell’Asta a suo esclusivo rischio, cura e spese, rispettando l’orario a ciò destinato da ART AUCTIONS. Nel caso in cui l’aggiudicatario non dovesse ritirare i lotti acquiArt. 16 stati entro il termine sopraindicato ART AUCTIONS li conserverà, ad esclusivo rischio e spese dell’aggiudicatario, nei locali oggetto dell’asta per altri cinque giorni lavorativi. Trascorso tale periodo ART AUCTIONS potrà far trasportare, sempre a rischio e spese dell’aggiudicatario, i beni presso un qualsiasi depositario, od altro suo magazzino, liberandosi, nei confronti dell’acquirente, con la semplice comunicazione del luogo ove sono custoditi i beni. Resta fermo il fatto che per ritirare il lotto l’aggiudicatario dovrà corrispondere, oltre al relativo prezzo con accessori, anche il rimborso di ogni altra spesa successiva. In ogni caso ART AUCTIONS potrà concordare con gli aggiudicatari diverse forme di pagamento, di deposito, di vendita a trattativa privata, di assicurazione dei beni e/o la fornitura di qualsiasi altro servizio che fosse richiesto al fine del miglior andamento possibile dell’affare. Tutti sono ovviamente tenuti a rispettare le leggi vigenti all’interno dello Stato ove è stata svolta l’asta. In particolare ART AUCTIONS non assume nessuna responsabilità in relazione ad eventuali restrizioni all’esportazione dei lotti aggiudicati, e/o in relazione a licenze e/o permessi che l’aggiudicatario potrà dover richiedere in base alla legge vigente. L’aggiudicatario non potrà richiedere alcun rimborso ne al venditore ne ad ART AUCTIONS nel caso che lo Stato esercitasse il suo diritto di prelazione, od altro diritto a lui riservato. In caso di contestazioni rivelatesi fondate, ed accettate da ART AUCTIONS a seguito della vendita di oggetti falsificati ad arte la Casa d’Aste potrà, a sua discrezione, dichiarare la nullità della vendita e, ove sia fatta richiesta, rivelare all’aggiudicatario il nome del venditore. L’acquirente potrà avvalersi di questo articolo solo ed esclusivamente nel caso in cui abbia notificato ad ART AUCTIONS, ai sensi degli articoli 137 e SS CPC la contestazione con le prove relative entro il termine di 15 giorni dall’aggiudicazione. In ogni caso, a seguito di un reclamo accettato l’aggiudicatario avrà diritto a ricevere esclusivamente quanto pagato per l’aggiudicazione contestata, senza l’aggiunta di interessi o qualsiasi altra somma per qualunque altro motivo. Le presenti condizioni di Vendita sono accettate automaticamente alla firma della scheda di cui all’art 5 e comunque da tutti quanti concorrono alla vendita e sono a disposizione di chiunque ne faccia richiesta. Per qualsiasi controversia è stabilita la competenza del foro di Genova Legge sulla Privacy 675/96. Titolare del trattamento è ART AUCTIONS S.r.l. con sede in Genova Piazza Campetto, 2. Il cliente potrà esercitare i diritti di cui all’art. 13 (accesso, correzione, cancellazione, opposizione al trattamento ecc.ecc.), rivolgendosi ad ART AUCTIONS S.r.l.. GARANZIA DI RISERVATEZZA Informativa ex art. 10 L. 675/96. I Suoi dati sono trattati in forma automatizzata al solo fine di prestare il servizio in oggetto, o di altro servizio inerente l’oggetto sociale della società, con le modalità strettamente necessarie allo scopo. Il conferimento dei dati è facoltativo: in mancanza, tuttavia ART AUCTIONS non potrà dar corso al servizio. I dati non saranno divulgati. La partecipazione all’asta consente ad ART AUCTIONS di inviare successivi cataloghi di altre aste. 121 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 122 GE56 0209 ART AUCTIONS MODULO PER LE OFFERTE /ABSENTEE BIDS FORM IO SOTTOSCRITTO NOME/COGNOME NAME/SURNAME NATO A DATA BORN IN DATE DOCUMENTO/N° INDIRIZZO DOCUMENT/N. ADDRESS CITTÀ CAP STATO TOWN ZIP CODE COUNTRY TELEFONO/FAX E-MAIL PHONE/FAX E-MAIL CODICE FISCALE TAX PAYERS CODE CONFERISCO INCARICO A Wannenes Art Auctions affinché effettui per mio ordine e conto delle offerte per l’acquisto dei lotti qui sotto elencati fino al prezzo massimo (oltre commissioni, tasse e/o imposte e quant’altro dovuto) indicato per ciascuno di essi, e/o prenda contatto telefonico con me al momento in cui saranno posti in vendita i lotti qui sotto elencati, al numero di telefono da me indicato. Dichiaro di conoscere ed accettare integralmente le condizioni di vendita stampate sul catalogo ed espressamente esonero Wannenes Art Auctions da ogni e qualsiasi responsabilità per le offerte che per qualsiasi motivo non fossero state eseguite in tutto o in parte e/o per le chiamate che non fossero state effettuate, anche per ragioni dipendenti direttamente da Wannenes Art Auctions. Data ...................................................................... Ora............................................... RICHIAMO ALLE CONDIZIONI GENERALI DI VENDITA E VARIE 1. Il presente elenco non è da considerarsi esaustivo ma, meramente, esemplificativo; il partecipante all’asta ha già preso visione delle condizioni generali di vendita che ha dichiarato di aver compreso ed integralmente gradito ed accettato. 2. Nel caso di parità tra un’offerta scritta ed una in sala prevarrà l’offerta scritta. 3. Nel caso di parità tra più offerte scritte prevarrà quella formulata per prima, purchè formulata in maniera completa (garanzie bancarie comprese). 4. Il proponente è perfettamente a conoscenza che il prezzo finale di acquisto sarà composto dalla somma offerta maggiorata dai diritti d’asta e da tutte le imposte e tasse conseguenti, nonché da tutte le voci di spesa chiaramente indicate nel catalogo. 5. Wannenes Art Auctions s’impegna a cercare di effettuare l’acquisto al prezzo più basso possibile. Firma ............................................................................................................ LEGGE SULLA PRIVACY Ai sensi e per gli effetti dell’art. 10 L. 675/96 e successive modificazioni ed integrazioni i dati saranno trattati esclusivamente per le finalità per le quali sono stati comunicati e per l’invio di comunicazioni commerciali e/o pubblicitarie (comunque esclusivamente per materie inerenti l’oggetto sociale della Wannenes Art Auctions). I dati potranno essere comunicati a persone ed enti che prestano servizi per conto di Wannenes Art Auctions , ivi compresi istituti di credito per l’espletamento delle formalità di pagamento. I dati potranno essere trattati anche con strumenti informatici. Ai sensi e per gli effetti degli artt. 1341 e 1342 del Codice Civile dichiaro di approvare specificatamente con l’ulteriore sottoscrizione che segue gli articoli 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 11, 13, 14, 15 delle Condizioni di Vendita. Firma ............................................................................................................... LOTTO DESCRIZIONE OFFERTA MASSIMA IN € TELEFONO IL MODULO SARÀ RITENUTO VALIDO SOLO SE PERVERRÀ PER LETTERA O FAX (+39 010 2517767) ALMENO 7 ORE PRIMA DELL’INIZIO DELL’ASTA NON SI ACCETTANO COMMISSIONI TELEFONICHE PER I LOTTI CON STIMA MASSIMA INFERIORE AI 500 EURO CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 Pagina 123 Design e Arti Decorative del XX Secolo 30 marzo 2009 esposizione 26-27-28-29 marzo Palazzo del Melograno, Piazza Campetto, 2 Genova orario 10-13 15-19 CATA_ASTA56 x stampa:CATA_BASE_200+ 6-02-2009 23:08 RAG IO E P.ZA DELLA NUNZIATA VIA GAL LER VIA D IA CAFFAR ELL EF ON LG. DELLA ZECCA VIA VIA P. BENSA TAN Pagina 124 G. O GAR IBA LDI O IR CA LI VIA PIAZZA DEL PORTELLO DE L CAM PO VIA V. 4 C . DI S . FRA NCES CO EL EV AT A G RA M SC I VIA P.ZA DELLE FONTANE MAROSE LI DEL LA VIA P GARIBALDI O A. CC LU MAD DAL A VI QUE APRI LE ENA LI CO C LU S. P A P.ZA I BANCH FI RE VIA O CAS ANA VC . RIA RE UR IL EL O I PIAZZA R. DE FERRARI DUOMO BRE RA VIA LOR PIAZZA G. MATTEOTTI ENZ DI FON DAC AT OR S. CHIA NET O CAN DI VIA SOPR AELE V V ITA D OR DI S C CUR VIA P SAL IND VIA IO VC. DELL'OLIVA P.ZA RAIBETTA UR AT I PIAZZA CAMPETTO P.ZA DE MARINI TO VIA FRATE OLIVER P EXPO DEL LA CI ALE E RE VIA P.T VIA RI EG A EN P.ZA CARICAMENTO VI CO VI A VA GENO LUC .D VC RO MO IO DI AR ACQU P.ZA SOZIGLIA VENTICIN VI RO M A. RA P.ZA MERIDIANA P.ZA FOSSATELLO CAN NETO Progetto e Realizzazione Grafica/Graphic Design Crea Graphic Design - Genova/Ovada-Italy www.crea.ge.it Foto/Photography Armando Pastorino - Genova/Genoa-Italy Stampa/Printers Litografia Viscardi - Alessandria-Italy Finito di stampare nel mese di Febbraio 2009 Printed in Italy O IL LU