Elementi di psichiatria
Dott.ssa Maria Riello
Un po’ di storia….
Gli antichi interpretavano i problemi mentali
come problemi di tipo religioso oppure con
atteggiamenti superstiziosi che impedivano
loro di interpretare la sofferenza mentale come
una malattia.
Gli antichi Egizi ritenevano che tutte le
malattie, avessero un'origine fisica e ponevano
nel cuore la sede dei sintomi che oggi
chiamiamo psichici: non distinzione tra
malattia fisica e mentale.
Nelle società greca e romana la follia
possedeva una forte connotazione mistica, era
ritenuta una punizione di origine divina, da
affrontare con trattamenti di tipo mistico religioso, da parte di sacerdoti o filosofi.
Ippocrate(460 a.C.-377 a.C.) introdusse il
concetto innovativo che la malattia e la salute
dipendessero da specifiche circostanze della
vita umana e non da superiori interventi divini,
la condizione di salute o malattia veniva
spiegata, organicamente, come risultante dello
sbilanciarsi di quattro umori.
Teoria umorale
Secondo la teoria abbiamo quattro umori: Bile
Nera, Bile Gialla, Sangue e Flegma.
L'aria corrisponderebbe alla flemma (o
flegma) che ha sede nella testa, il fuoco
corrisponderebbe alla bile nera che ha sede
nella milza, la terra alla bile gialla (detta anche
collera) che ha sede nel fegato, l'acqua al
sangue la cui sede è il cuore.
A questi corrispondono quattro temperamenti
(flegmatico, melanconico, collerico e
sanguigno), quattro qualità elementari (freddo,
caldo, secco, umido ), quattro stagioni
(primavera, estate, autunno ed inverno) e
quattro stagioni della vita (infanzia,
giovinezza, maturità e vecchiaia).Il buon
funzionamento dell'organismo dipenderebbe
dall'equilibrio degli elementi, definito eucrasia,
mentre il prevalere dell'uno o dell'altro
causerebbe la malattia ovvero discrasia.




Oltre ad essere una teoria eziologica della malattia, la
teoria umorale è anche una teoria della personalità: la
predisposizione all'eccesso di uno dei quattro umori
definirebbe un carattere, un temperamento e insieme
una costituzione fisica detta complessione:
il flemmatico, con eccesso di flegma, è grasso, lento,
pigro e sciocco;
il melanconico, con eccesso di bile nera, è magro,
debole, pallido, avaro, triste;
il collerico, con eccesso di bile gialla, è magro,
asciutto, di bel colore, irascibile, permaloso, furbo,
generoso e superbo,
il tipo sanguigno, con eccesso di sangue, è rubicondo,
gioviale, allegro, goloso e dedito ad una sessualità
giocosa.
Tra il Medioevo e l'età moderna,
l'interpretazione predominante mutò:
possessione da parte di spiriti malvagi o del
diavolo, debolezza morale, castigo divino.
Frequentemente le donne affette venivano
accusate di stregoneria e condotte sul rogo.
Sigmund Freud è a tutti noto come il fondatore
della psicoanalisi, vale a dire una maniera
totalmente nuova, rispetto all'epoca in cui
visse, di interpretare il disagio mentale. Grazie
al suo contributo la realtà psichica cominciò ad
acquisire senso, comprese tutte quelle
manifestazioni mentali che erano normalmente
connotate come assurde o come opera del
demonio.
Cos’è la psichiatria
La psichiatria è la branca specialistica della
medicina che si occupa della prevenzione,
della cura e della riabilitazione dei disturbi
mentali, dal punto di vista teorico e pratico. La
diagnosi è uno dei punti critici della
psichiatria, sia per la difficoltà di definire
In questa fase, molti considerano utile il
Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorders meglio noto come DSM-IV
Disturbi mentali
Le malattie mentali si distinguono in psicosi e
nevrosi. Le psicosi, tra cui la schizofrenia,
sono le forme più gravi di sofferenze psichica
dove una profonda lesione della personalità
rende difficile il rapporto con se stessi e col
mondo esterno mentre le nevrosi sono più
frequenti e meno gravi in quanto l’individuo
riesce a mantenere un buon contatto con la
realtà.
I disturbi di competenza psichiatrica possono
essere temporanei o acuti e cronici. I primi
hanno dei disturbi di carattere episodico e si
manifestano con crisi transitorie, il secondo
tipo indicano disturbi duraturi.
Le malattie mentali si distinguono in psicosi e
nevrosi. Le psicosi sono le forme più gravi, la
profonda lesione della personalità rende
difficile il rapporto con se stessi e col mondo
esterno mentre nelle nevrosi, l’individuo riesce
a mantenere un buon contatto con la realtà, si
rende conto dei suoi disturbi.
Nevrosi
Secondo la teoria freudiana, ha alla base un conflitto
irrisolto riguardante la sfera sessuale,un conflitto
esistente dall’infanzia e attivato nel presente.
L’Io è molto fragile ma relazioni positive con
l’ambiente esterno.
La nevrosi è pertanto una modalità di relazione
disturbata del soggetto con l’ambiente, per un modo
di porsi della persona stessa che complica la sua
capacità di relazionarsi agli altri e all’ambiente che lo
circonda.
Abbiamo infatti moltissimi tipi di nevrosi : nevrosi
fobica, nevrosi isterica, nevrosi d’ansia, nevrosi
ossessiva … ma è molto difficile trovare una nevrosi
pura.
Nevrosi d’angoscia
Queste persone avvertono moltissima ansia,
attribuita a stimoli esterni, non sempre presenti
nella situazione. Si differenzia dalla paura che
è pericolosa, specifica e realmente presente.
L’ansia è dovuta ad una situazione che si teme,
per evitarla si cerca di mettere in atto dei
comportamenti, che risultano inefficaci, in
quanto fortificano il circolo ansioso, poiché il
soggetto non tenta di falsificare le sue idee. Si
presenta in situazioni di stress e i sintomi
possono essere psichici o fisici.
Nevrosi fobica
Paura irragionevole ed incontrollabile legata ad
alcune situazioni specifiche (folla, spazi aperti,
animali) od oggetti. Per Freud sono paure di
pericoli interni che vengono spostati su un
pericolo esterno. La persona compie
evitamenti e cerca rassicurazioni. Due costanti:
stato d’allarme e atteggiamento di fuga.
Nevrosi ossessiva
L’individuo è in continua lotta con idee che lo
assediano (ossessione della pulizia, ossessione
di dover chiudere la porta ecc.). E’ un’idea che
compare nella mente del soggetto, correlata
alla paura che possa succedere qualcosa se
stessi o ad altri per colpa propria se non si
mettono i atto dei rituali.
Se frequenti paralizzano la vita del paziente.
Pensiero “magico”.
Nevrosi Isterica
L’individuo si trova in una situazione
conflittuale per cui da un lato ha un bisogno,
un desiderio, e dall’altro non può esprimerlo e
soddisfarlo a causa della repressione del suo
Super-Io. Il bisogno troverà allora espressione
nel sintomo (isterico), ossia in un disturbo
fisico (paralisi temporanea, convulsioni,
amnesia, svenimento ecc.) non causato da
danni reali all’organismo.
E’ un disturbo presente prevalentemente nelle
donne.
Charcot parlava di fasi dell’isteria: aura; crisi (
di tipo epilettico); assunzioni di pose
grottesche; risveglio.
Oggi si manifesta con depersonalizzazione,
trance, sonnambulismo e dolori somatici senza
alcuna base organica.
Psicosi
Il termine psicosi fu introdotto nel 1845 da
Ernst von Feuchtersleben con il significato di
"malattia mentale o follia". È un grave disturbo
psichiatrico, espressione di una grave
alterazione dell'equilibrio psichico
dell'individuo, con compromissione dell'esame
di realtà e dunque con la negazione come
meccanismo di difesa inquadrabile da diversi
punti di vista a seconda della lettura
psichiatrica di partenza e quindi del modello di
riferimento.




I sintomi psicotici sono ascrivibili a disturbi di forma
del pensiero, disturbi di contenuto del pensiero e
disturbi della sensopercezione.
Disturbi di forma del pensiero: alterazioni del
flusso ideativo fino alla fuga delle idee e
all'incoerenza, alterazioni dei nessi associativi come
la tangenzialità, le risposte di traverso;
Disturbi di contenuto del pensiero: ideazione
prevalente delirante;
Disturbi della sensopercezione: allucinazioni uditive
(a carattere imperativo, commentante, denigratorio o
teleologico), visive, olfattive, tattili, cinestesiche.
Psicosi maniaco depressiva
Disturbi bipolari chiamati anche psicosi maniacodepressiva o con l'acronimo in inglese BSD (bipolar
spectrum disorder) sono un insieme di quadri clinici
delineati e stabiliti dal DSM; in particolare si tratta di
disturbi dell'umore caratterizzati dallo sviluppo di
almeno un episodio maniacale o misto (commistione
di sintomi eccitativi e depressivi) intercorso in un
periodo qualsiasi della vita del paziente. Nel loro
insieme sono considerati come una delle più grandi
malattie debilitanti al mondo
Crisi di mania
Episodio brutale e improvviso. Il malato è
agitato, iperattivo, soffre di insonnia, ha
lo un’eloquio molto più veloce e
incoerente, stato affettivo ed emotivo
maggiore del livello abituale, ottimismo,
onnipotenza, abbigliamento stravagante.
Crisi di Malinconia
Tristezza marcante, rallentamento motorio e
nell’eloquio, astenia, insonnia o ipersonnia,
anoressia, impotenza, elevato rischio
suicidario.
Schizofrenia
Dissociazione della personalità, perdita di
contatti colo mondo esterno.
Base genetica, e caratteriologica
(introversione, inibizione, ecc.) La
schizofrenia è una forma di malattia
psichiatrica caratterizzata, secondo le
convenzioni scientifiche, da un decorso
superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica
o recidivante), dalla persistenza di sintomi di
alterazione del pensiero, del comportamento e
dell'emozione, con una gravità tale da limitare
le normali attività della persona.
Il termine, coniato dallo psichiatra svizzero
Eugen Bleuler nel 1908, deriva dal greco
(divido e cervello), 'mente divisa'.
È da tenere presente che schizofrenia è un
termine piuttosto generico che indica non una
entità nosografica unitaria, ma una classe di
disturbi, tutti caratterizzati da una certa gravità
e dalla compromissione del cosiddetto "esame
di realtà" da parte del soggetto. A questa classe
appartengono quadri sintomatici e tipi di
personalità anche molto diversi fra loro,
estremamente variabili per gravità e decorso.
I sintomi interessano tutti gli ambiti di vita
dell’individuo:
 Affettività (appiattimento, indifferenza)
 Comportamento (stereotipie, rigidità)
 Linguaggio ( mutismo, insalata di parole)
 Percezione (allucinazioni)
 Relazioni sociali (distacco, ritiro)
 Attività psicomotoria (deambulazione
continua, dondolamento)
 Pensiero (sia nella forma che nel contenuto)
In casi molto gravi i sintomi possono arrivare
alla catatonia, al mutismo, provocare totale
inabilitazione. Nella maggioranza dei casi di
schizofrenia vi è qualche forma di apparente
disorganizzazione o incoerenza del pensiero.
Vi sono però certe forme dove questo sintomo
non compare, e compaiono invece rigide
costruzioni paranoidi.
Esistono diverse forme di schizofrenia.
Autismo
L’autismo è una delle forma di psicosi dell’età
evolutiva.
Più precisamente si dovrebbe parlare di Disturbi
dello spettro dell'autismo {DSA o ASDs,
Autistic Spectrum Disorder(s)}. Rientra nei
disturbi pervasivi dello sviluppo, dove
rientrano, fra le varie forme, anche la sindrome
di Asperger, la sindrome di Rett e il Disturbo
disintegrativo dell'infanzia.
Durante il primo anno i bambini vengono
descritti come tranquilli, felici se lasciati soli,
ma estranei al mondo che li circonda.
Mostrano assenza di attitudine anticipatoria,
non notano l’assenza della madre, ne la
presenza di un altro caregiver, non esiste un
dialogo tonico, non compare il sorriso sociale,
ne reazione di angoscia dinanzi all’estraneo,
risultano pesanti se presi in braccio, non girano
il volto verso la voce, ne verso rumori.
Dal 2 e 3 anno l’autismo è evidente. Il
bambino non ricerca nessun contatto anzi li
rifuta, diventa aggressivo verso se stessi e gli
atri. La ricerca dell’adulto o degli oggetti è
finalizzata ed è bizzarra, parziale, stereotipata
e ripetitive.
La madre non riconosce i bisogni del figlio ne
riesce a giocare con il figlio.
Fondamentale è lasciare i bambini liberi di
comunicare specialmente se sono presenti
abilità particolari.
Comorbilità
L'autismo si trova a volte associato ad altri
disturbi che alterano in qualche modo la
normale funzionalità del Sistema Nervoso
Centrale: epilessia, sclerosi tuberosa, sindrome
di Rett, sindrome di Down, sindrome di
Landau-Klefner, fenilchetonuria, sindrome
dell'X fragile, rosolia congenita.
Comunicazione
Il 50% dei soggetti autistici non è in grado di
comunicare verbalmente. I soggetti che sono in
grado di utilizzare il linguaggio si esprimono
in molte occasioni in modo bizzarro; spesso
ripetono parole, suoni o frasi sentite
pronunciare (ecolalia). L'ecolalia può essere
immediata (ripetizione di parole o frasi subito
dopo l'ascolto),oppure ecolalia differita
(ripetizione a distanza di tempo di frasi o
parole sentite in precedenza).
Interazione sociale
Gli autistici mostrano un'apparente carenza di
interesse e di reciprocità relazionale con gli altri;
tendenza all'isolamento e alla chiusura sociale;
apparente indifferenza emotiva agli stimoli o
ipereccitabilità agli stessi; difficoltà ad instaurare un
contatto visivo.Gli autistici hanno difficoltà nell'
iniziare una conversazione o a rispettarne i turni,
difficoltà a rispondere alle domande e a partecipare
alla vita od ai giochi di gruppo. Non è infrequente che
bambini affetti da autismo vengano inizialmente
sottoposti a controlli per verificare una sospetta
sordità, dal momento che non mostrano apparenti
reazioni, proprio come se avessero problemi uditivi,
quando vengono chiamati per nome.
Repertorio di interessi
Un limitato repertorio di comportamenti viene
ripetuto in modo ossessivo; si possono osservare
posture e sequenze di movimenti stereotipati (per es.
torcersi o mordersi le mani, sventolarle in aria,
dondolarsi).Queste persone possono manifestare
eccessivo interesse per oggetti o parti di essi, in
particolare se hanno forme tondeggianti o possono
ruotare (palle ovali, biglie).Talvolta la persona affetta
da autismo tende ad astrarsi dalla realtà per isolarsi in
un mondo virtuale, in cui si sente vivere a tutti gli
effetti (dialogando talora con personaggi inventati) è
con fatica e solo con delle sollecitazioni esterne
(suoni improvvisi, appello di altre persone) che riesce
ad essere in varia misura partecipe nella vita di
gruppo.
La gravità e la sintomatologia dell'autismo variano
molto da individuo a individuo e tendono nella
maggior parte dei casi a migliorare con l'età, in
particolare se il ritardo mentale è lieve o assente, se è
presente il linguaggio verbale, se un trattamento
valido viene intrapreso in età precoce. L'autismo può
essere associato ad altri disturbi, ma è bene dire che
spesso maschera l'intelligenza di una persona, e che
esistono gradi di autismo differenti tra loro. Alcune
persone autistiche possiedono per esempio una
straordinaria capacità di calcolo matematico,
sensibilità musicale,
Disturbi deliranti- paranoia
In psichiatria, il termine delirio indica una
varietà di stati mentali confusionali in cui
l'attenzione, la percezione e la cognizione del
soggetto appaiono significativamente ridotti.
Nell'accezione più comune, per paranoia si
intende una psicosi caratterizzata da un delirio
cronico basato su un sistema di convinzioni
non corrispondente alla realtà.
I deliri non sono dovuti alla presenza di altre
malattie mentali ne a disturbi organici.
Esistono diverse forme di delirio:
 delirio da collasso: condizione transitoria che si
verifica frequentemente nelle malattie acute, in
concomitanza con la cessazione di stati febbrili;
 delirio di influenzamento o delirio di riferimento:
il paziente attribuisce un significato speciale a
oggetti, eventi o persone a lui prossime;
 delirio da toccamento: consiste nella mania
eccessiva di toccare alcuni oggetti;
 delirio nichilista: si riscontra nelle depressioni
melanconiche, ed è costituito da un ammasso
incoerente di idee negative;




delirio onirico: consiste in un perturbamento della
coscienza che conduce a emozioni simili a quelli
presenti nella fase onirica; la coscienza del perturbato
entra in una fase tale da non riuscire a distinguere la
realtà dal profilo onirico di essa stessa.
delirio professionale o di occupazione: consiste nel
ricreare, da parte del paziente, le condizioni e i luoghi
abituali di lavoro;
delirio residuale: rappresentato dal perdurare di
rappresentazioni deliranti a livello del pensiero, anche
dopo la cessazione del perturbamento;
delirio interpretativo: il soggetto interpreta fatti
casuali come fatti a lui legati, sentendosi l'attore
principale o sentendosi indicato come parte in causa;




delirio di persecuzione: il paziente ritiene di essere
oggetto di una persecuzione (situazione spesso
identificata anche col termine paranoia);
delirio bizzarro: il paziente aderisce a un sistema di
credenze totalmente non plausibili (nella cultura di
riferimento);
delirio di controllo: il paziente è convinto che i
propri pensieri o le proprie emozioni siano sotto il
controllo di qualche forza esterna;
delirio di inserimento: simile al precedente; il
paziente è convinto che alcuni dei suoi pensieri gli
vengano imposti da una forza esterna;



delirio erotomanico o erotomania: il paziente è
convinto che una certa persona (spesso una celebrità)
sia segretamente innamorata di lui;
delirio di gelosia: il paziente ha la convinzione
infondata e ossessiva di essere tradito dal proprio
partner;
delirio di grandezza o megalomania: il paziente ha
la convinzione di essere estremamente importante,
per esempio di essere stato prescelto da Dio per
compiere una missione di fondamentale importanza, o
di essere l'unico detentore di conoscenze o poteri
straordinari;


delirio somatico: il paziente è convinto che il
proprio corpo abbia qualche cosa di inusuale,
come una rara malattia, qualche tipo di
parassita o un odore sgradevole;
delirio di trasmissione del pensiero: il
paziente è convinto di esprimere
inconsapevolmente i propri pensieri a voce
alta, o comunque che gli altri possano
percepirli.
BORDERLINE
Il disturbo borderline di personalità è definito oggi
come disturbo caratterizzato da vissuto emozionale
eccessivo e variabile, e da instabilità riguardanti
l'identità dell'individuo. Uno dei sintomi più tipici di
questo disturbo è la paura dell'abbandono. I
soggetti borderline soffrono di crolli della fiducia in
sé stessi e dell'umore, tendono a cadere in
comportamenti autodistruttivi e distruttivi delle loro
relazioni interpersonali. Alcuni soggetti possono
soffrire di momenti depressivi acuti anche
estremamente brevi, ad esempio pochissime ore, ed
alternare comportamenti normali.


La caratteristica dei pazienti con disturbo borderline
è, inoltre, una generale instabilità esistenziale. La
loro vita è caratterizzata da relazioni affettive intense
e turbolente che terminano bruscamente, e il disturbo
ha spesso effetti molto gravi provocando "crolli"
nella vita lavorativa e di relazione dell'individuo.
Il disturbo compare nell'adolescenza e
concettualmente ha aspetti in comune con le comuni
crisi di identità e di umore che caratterizzano il
passaggio all'età adulta, ma avviene su una scala
maggiore, estesa e prolungata determinando un
funzionamento che interessa totalmente anche la
personalità adulta dell'individuo.

Il disturbo di personalità borderline è un
disturbo delle aree: affettivo, cognitivo e
comportamentale. Le caratteristiche essenziali
di questo disturbo sono una modalità
pervasiva di instabilità delle relazioni
interpersonali, dell'autostima e dell'umore e
una marcata impulsività, che iniziano nella
prima età adulta ma possono comparire già
nell'infanzia e sono presenti in una varietà di
contesti, come indicato da cinque (o più) dei
seguenti sintomi:









Frequenti ed immotivate oscillazioni dell'umore
Persistente instabilità nell'immagine di sé
Frequenti ideazioni suicide e/o comportamenti autolesivi
Senso cronico di vuoto e inutilità
Paura ingiustificata dell'abbandono, che spinge spesso a
comportamenti manipolatori e/o possessivi atti ad evitare lo
stesso
Comportamenti impulsivi in almeno due aree a rischio, quali ad
esempio: gioco d'azzardo, guida spericolata, abuso di sostanze,
disturbi dell'alimentazione, sessualità promiscua o sregolata
Sintomi dissociativi infrequenti e, comunque, circoscritti a
periodi di particolare stress (para-allucinazioni)
Marcata disforia e reattività emotiva, incapacità di controllare la
rabbia e/o comportamenti eterolesivi
Oscillazione fra estremi di idealizzazione e svalutazione
all'interno delle relazioni interpersonali
Depressione
La depressione è una patologia dell'umore
caratterizzata da un insieme di sintomi
cognitivi, comportamentali, somatici ed
affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di
diminuire in maniera da lieve a grave il tono
dell'umore, compromettendo il
"funzionamento" di una persona, nonché le sue
abilità ad adattarsi alla vita sociale
La depressione non è quindi, come spesso
ritenuto, un semplice abbassamento
dell'umore, ma un insieme di sintomi più o
meno complessi che alterano anche in maniera
consistente il modo in cui una persona ragiona,
pensa e raffigura se stessa, gli altri e il mondo
esterno.
Fattori di rischio: episodi depressivi
precedenti, predisposizione familiare, sesso F,
età <40, post partum, patologie pregresse
mediche, eventi stressanti, abuso di sostanze.
La depressione talvolta è associata ad
ideazioni di tipo suicida o autolesionista, e
quasi sempre si accompagna a deficit
dell'attenzione e della concentrazione,
insonnia, disturbi alimentari, estrema ed
immotivata prostrazione fisica.
La depressione fa parte dei disturbi dell'umore,
insieme ad altre patologie come la mania e il disturbo
bipolare. Essa può assumere la forma di un singolo
episodio transitorio (si parlerà quindi di episodio
depressivo) oppure di un vero e proprio disturbo (si
parlerà quindi di disturbo depressivo). L'episodio o il
disturbo depressivo sono a loro volta caratterizzati da
una maggiore o minore gravità. Quando i sintomi
sono tali da compromettere l'adattamento sociale si
parlerà di disturbo depressivo maggiore, in modo da
distinguerlo da depressioni minori che non hanno
gravi conseguenze e spesso sono normali reazioni ad
eventi luttuosi.





L'episodio depressivo maggiore è caratterizzato da
sintomi che durano almeno due settimane causando
una compromissione significativa del funzionamento
sociale, lavorativo o di altre aree importanti. Fra i
principali sintomi:
Umore depresso per la maggior parte del giorno,
quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come
osservato da altri.
Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte,
o quasi tutte, le attività per la maggior parte del
giorno, quasi ogni giorno (anedonia).
Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta,
o significativo aumento di peso, oppure diminuzione
o aumento dell'appetito quasi ogni giorno.
Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni
giorno.




Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni
giorno.
Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti
eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno.
Diminuzione della capacità di pensare o
concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi
ogni giorno.
Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione
suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure
un tentativo di suicidio o l'elaborazione di un piano
specifico per commettere suicidio.
Per parlare di episodio depressivo maggiore è
necessaria la presenza di almeno cinque dei sintomi
sopra elencati.


Oltre alla depressione esistono altri disturbi
dell'umore di tipo depressivo. Fra i principali:
distimia (o disturbo distimico): presenza di umore
cronicamente depresso, per un periodo di almeno due
anni. In questo caso i sintomi depressivi, nonostante
la loro cronicità, sono meno gravi e non si perviene
mai a un episodio depressivo maggiore
disturbo dell'adattamento con umore depresso: è
conseguenza di uno o più fattori stressanti e si
manifesta in genere entro tre mesi dall'inizio
dell'evento con grave disagio psicologico e
compromissione sociale. Solitamente eliminato il
fattore di stress, tale depressione scompare entro 6
mesi.



depressione secondaria: depressione dovuta a malattie
psichiatriche e non, o a farmaci. Spesso, infatti,
alcune malattie mostrano come primi sintomi
variazioni del tono dell'umore, fra le quali: sclerosi
multipla, morbo di Parkinson, tumore cerebrale,
morbo di Cushing, lupus eritematoso sistemico.
depressione reattiva: depressione dovuta ad un evento
scatenante come un lutto, una separazione, un
fallimento, i cui sintomi, però, si dimostrano
eccessivamente intensi e prolungati rispetto alla causa
scatenante. Al suo interno si possono collocare i
disturbi dell'adattamento e le reazioni da lutto.
depressione mascherata: depressione che si manifesta
principalmente con sintomi cognitivi, somatici o
comportamentali, a dispetto di quelli affettivi. In
realtà vengono semplicemente amplificati aspetti non
affettivi della depressione.


Infine, fra gli altri disturbi dell'umore che includono
sintomi depressivi, si possono citare i disturbi
bipolari, cioè patologie dove vi è alternanza di episodi
depressivi maggiori o minori con episodi maniacali o
ipomaniacali.
La classificazione non si riduce semplicemente a
queste poche categorie, in quanto esistono varie
sottocategorie per i tipi elencati, oppure depressioni
tipiche di alcuni eventi particolari, come ad esempio
la depressione post-partum.

Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, (DSM-IV),
propone i seguenti criteri per la diagnosi di depressione maggiore
(unipolare):

Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno,
come riportato dal soggetto o come osservato da altri.
Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le
attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno.
Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo
aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi
ogni giorno.
Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.
Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno.
Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o
inappropriati, sensi di colpa, quasi ogni giorno.
Diminuzione della capacità di concentrazione, attenzione e pensiero.
Difficoltà nel prendere decisioni o iniziative in ambito familiare e/o
lavorativo.
Pensieri ricorrenti di morte o di intenzione e/o progettualità suicidaria.








La terapia d'elezione nei trattamenti somatici è
a base di psicofarmaci, ma non è l'unica
Esistono altri trattamenti somatici che possono
essere utilizzati per curare la depressione,
come la terapia elettroconvulsiva, la
fototerapia e la deprivazione da sonno. Si tratta
di terapie molto discusse e contestate, o
comunque, ancora sperimentali e non provate
scientificamente.
Elettroshock
Nei casi di farmacoresistenza o di impossibilità a
somministrare antidepressivi di sorta, un modello di
trattamento discusso è rappresentato dalla terapia
elettroconvulsiva (elettroshock). Secondo qualcuno è
efficace, nel caso delle forme più gravi del disturbo,
ma non tiene affatto conto dei fattori secondari e della
soggettività del paziente di un trattamento così
traumatico. Tuttavia l'elettroshock risulta ancora oggi
lo strumento terapeutico più efficace con oltre l'85%
di successi terapeutici in termini di remissione. Il
problema dell'ECT risulta essere quello relativo alla
non prevenzione delle ricadute, che dopo questo
genere di terapia sembrano essere frequenti. In più,
occorre notare l'effetto iatrogeno dell'elettroshock:
danni a carico della memoria, talvolta irreversibili.










Esistono moltissimi tipi di interventi psicologici sulla
depressione. Alcune delle psicoterapie possibili sono ad
esempio:
Terapia cognitiva
Terapia comportamentale
Terapia a orientamento psicoanalitico
Psicosintesi
Psicoterapia di sostegno
Terapia di gruppo
Terapia familiare
Comicoterapia
Training autogeno
Per molto tempo si è ritenuto che gli interventi psicologici
sulla depressione avessero una scarsa o nulla efficacia. Oggi,
invece, è ampiamente dimostrato che esistono varie terapie
efficaci nel contrastare la depressione, in particolare la terapia
cognitivo - comportamentale
Scarica

Elementi di psicologia - Scuola CASH di D´Addio Dario