Corso di alta formazione socio-politica
UN CONFRONTO TRA SISTEMI DI
WELFARE IN PROSPETTIVA EUROPEA
Gian Paolo Barbetta
22/11/2014
Che cos’è
un
sistema di welfare?
Che cos’è un sistema di welfare? 1
Non è facile definirlo.
Possiamo immaginarlo come l’insieme delle
politiche e delle istituzioni (pubbliche e private)
che, in un’economia di mercato, si propongono di
garantire il benessere dei cittadini, regolando o
integrando il funzionamento dei mercati nei casi di
loro fallimento e modificando in modo deliberato la
distribuzione dei redditi generata dai mercati
stessi.
Che cos’è un sistema di welfare? 2
Definizione difficile perché il benessere dei cittadini deriva da
una pluralità di fonti:
a. Il mercato del lavoro, attraverso il reddito dal lavoro;​
b. Il mercato del lavoro, attraverso il welfare occupazionale
(assicurazioni, servizi, «secondo welfare»);
c. Il mercato, attraverso assicurazioni e risparmio individuale;​
d. L’offerta volontaria, attraverso la famiglia e le organizzazioni
del settore nonprofit;​
e. Gli enti pubblici, attraverso benefici monetari e in natura (inkind).
Gli obiettivi
dei
sistemi di welfare
Gli obiettivi dei sistemi di welfare 1
1.
2.
3.
4.
Diversi obiettivi:
Sostegno degli standard di vita;
Riduzione del danno degli individui e delle
famiglie in presenza di eventi naturali ed
economici sfavorevoli;
Riduzione delle diseguaglianze;
Correzione dei «fallimenti del mercato» e uso
efficiente delle risorse.
Gli obiettivi dei sistemi di welfare 2
SOSTEGNO DEGLI STANDARD DI VITA:
• Sollievo dalla povertà (nessuno dovrebbe
cadere al di sotto di uno standard minimo di
vita);​
• Income-smoothing (le politiche dovrebbero
consentire agli individui di riallocare il consumo
durante la loro vita. Es. risparmio
pensionistico).
Gli obiettivi dei sistemi di welfare 3
RIDUZIONE DEL DANNO:
• Assicurazione contro il rischio, per fronteggiare
meglio una caduta del proprio standard di vita
inattesa o eccessiva;
• Incentivo ad assumere rischi più alti
(combinazioni rischio-rendimento)
Gli obiettivi dei sistemi di welfare 4
RIDUZIONE DELLE DISEGUAGLIANZE:
• Equità verticale (redistribuzione verso
individui o famiglie a minore reddito).
Es. policies means tested; policies non means
tested ma usate prevalentemente da
beneficiari poveri; policies con formule
distributive che favoriscono i poveri, come la
distribuzione gratuita di servizi finanziati con
fiscalità generale.
Gli obiettivi dei sistemi di welfare 5
CORREZIONE CATTIVI FUNZIONAMENTI DEL MERCATO E USO
EFFICIENTE DELLE RISORSE:​
• Il welfare come risposta al malfunzionamento del mercato
(monopolio, esternalità, beni pubblici, informazione
asimmetrica)
• Efficienza macro (determinazione della quota efficiente del
Pil da destinare a politiche di welfare);​
• Efficienza micro (divisione efficiente dalla spesa tra diversi
strumenti monetari e in-kind);​
• Incentivi (le policies di welfare dovrebbero minimizzare gli
effetti perversi su:
– a) offerta di lavoro
– b) risparmio)
Gli strumenti
dei
sistemi di welfare
Gli strumenti dei sistemi di welfare 1
a) Benefici monetari, specie nelle fasi non occupazionali
del ciclo vitale (vecchiaia, maternità ecc.) e nelle
situazioni di incapacità lavorativa (malattia, invalidità,
disoccupazione ecc.);
b) Erogazione in natura (in particolare istruzione,
assistenza sanitaria, abitazione ecc.);
c) Benefici fiscali (tax-expenditures per carichi familiari,
l’acquisto di un’abitazione ecc.);
d) Regolamentazione di alcune attività (quali la
locazione di abitazioni a famiglie a basso reddito e
l’assunzione di persone invalide).
Il finanziamento
dei
sistemi di welfare
Il finanziamento dei sistemi di welfare 1
a) Fiscalità generale;
b) Contributi specifici;
c) Generosità privata.
I modelli dei
sistemi di welfare
I modelli dei sistemi di welfare 1
a) Modello liberale;
b) Modello corporativo (con variante
mediterranea);
c) Modello socialdemocratico.
Il modello liberale
1
È caratterizzato da:​
•
•
•
•
Logica del «ognuno se la cava da sé»
Lo stato «guardiano notturno»
I servizi si acquistano sui mercati
Per chi non ce la fa, lo stato solo servizi minimi
(tutela pochi rischi)
Il modello liberale
2
È caratterizzato da:​
• I servizi pubblici non vengono forniti a tutti, ma
solamente a chi è povero di risorse, con ampio
utilizzo di metodi di “controllo dei mezzi”
(means testing) per l’accesso alle prestazioni
(Welfare residuale)
• Finanziamento con fiscalità generale
• Dualismo nelle prestazioni
• Ricerca di “soluzioni di mercato” (logica dei «quasi
mercati»)
• E’ il modello USA e (parzialmente) UK
Il modello corporativo
È caratterizzato da:​
• tutela di rischi strettamente connessa con il mercato del
lavoro (è il lavoratore, non il cittadino, a essere oggetto
di tutela) - Modello delle Assicurazioni sociali
• programmi di spesa frammentati per “categorie” di
lavoratori (es. dipendenti pubblici e dipendenti privati)​
• importante ruolo della famiglia
• Il finanziamento è fondato prevalentemente su
contributi sociali distinti per programmi di spesa
• È l’esperienza della Germania
Il modello mediterraneo
Variante del modello corporativo caratterizzata da:
• una maggiore frammentazione dei programmi di
spesa​
• un ruolo di “ammortizzatore sociale” ancora più
accentuato assegnato alla famiglia
• Un modesto ruolo delle politiche attive e abilitanti
(welfare risarcitorio e non promozionale)
• È tipico dei paesi mediterranei come l’Italia e la
Spagna
Il modello socialdemocratico
È caratterizzato da:
• universalità delle prestazioni​ (i diritti derivano dalla
cittadinanza)
• ampiezza dell’intervento (non solo tutela della salute,
ma anche cura dei figli e degli anziani, politiche attive del
lavoro, ecc.)​
• ruolo preminente affidato allo Stato per l’offerta di
servizi​
• Finanziamento prevalente con imposte generali​
• Si coniuga con elevati tassi di partecipazione femminile
al mercato del lavoro
• È sviluppato nei paesi scandinavi​
Gli istituti dei
sistemi di welfare
La spesa pubblica:
classificazione funzionale
1.
Servizi generali delle PP.AA.
2.
3.
Ordine pubblico e sicurezza
4.
5.
6.
Affari economici
Protezione dell’ambiente
Abitazioni e assetto territoriale
7.
8.
Difesa
Sanità
Attività ricreative, culturali e di culto
9.
Istruzione
10. Protezione sociale
La spesa pubblica:
classificazione funzionale
1. Servizi generali delle PP.AA.
2. Difesa
3. Ordine pubblico e sicurezza
4. Affari economici
Identificano le funzioni tradizionali dello
Stato e individuano dei veri e propri “beni
pubblici puri”
La spesa pubblica:
classificazione funzionale
5.
6.
Protezione dell’ambiente
Abitazioni e assetto territoriale
7.
8.
Sanità
Attività ricreative, culturali e di culto
9.
Istruzione
10. Protezione sociale
Identificano le funzioni Stato connesse con i
sistemi di welfare e in genere non
individuano veri e propri “beni pubblici
puri”
Gli istituti del WS
Pensioni
previdenziali
Pensioni di
vecchiaia
Pensioni di
anzianità
Pensioni per i
superstiti
1
Sanità
Assistenza di
base
Spesa
farmaceutica
Ass. specialistica
ed ospedaliera
Gli istituti del WS
Ammortizzatori
sociali
Assistenza
2
Istruzione
Reddito minimo
Cassa Integrazione
Indennità di
disoccupazione
Ass.ne infortuni sul
lavoro
Assicurazione
malattia
Assicurazione
maternità
Assegni per i figli
Istruzione
obbligatoria
Pensione sociale
Istruzione
secondaria
Pensione per
portatori di
handicap e invalidi
Istruzione
universitaria
Scuola materna
Scuole per l’infanzia (asili nido)
I sistemi di welfare e la crisi
Crisi
1
• A partire dalla metà degli anni ’70, l’atteggiamento
(politico e degli economisti) nei confronti del WS (prima
molto favorevole) è rapidamente cambiato
• La critica neoclassica principale è che il Welfare State
(come lo si chiamava allora), richiedendo un’elevata
pressione fiscale per il finanziamento dei programmi di
spesa, ridurrebbe gli investimenti e l’offerta di lavoro, con
effetti negativi sulla crescita economica
• E’ un argomento che ricorre sempre più spesso nel
dibattito corrente di politica economica negli Stati
europei
Crisi
2
Prima di rispondere alla critica neoclassica, è necessario
considerare alcuni fattori oggettivi che possono contribuire a
spiegare perché gli istituti dello Stato Sociale sono stati messi in
discussione
Crisi del modello fordista e avvento di
una società postindustriale
Modifica i “rischi sociali” cui
deve rispondere il WS
Crisi
3
Aumento dell’offerta
di lavoro femminile
Modifica il ruolo della
famiglia nella risposta ai
bisogni generati dai “rischi
sociali”
Crisi
4
Globalizzazione (aumento della
mobilità internazionale del lavoro e
soprattutto del capitale)
Modifica la capacità dei singoli Stati
di finanziare gli istituti del WS,
creando “competizione fiscale” fra
Stati
Crisi
5
Fattori demografici (invecchiamento
della popolazione e riduzione del tasso
di fertilità)
Prolungano il periodo di erogazione
di alcuni programmi tipici del WS
(es. servizi sanitari e pensioni)
Crisi
Fenomeni di assistenzialismo ed
inefficienze dell’intervento pubblico
Modificano la capacità dello Stato di
sostenere finanziariamente il WS e
inducono scelte volte a ristabilire il
rigore finanziario (es. trattati UE)
6
Che risposte alla crisi?
E alla critica neoclassica?
Risposte
1
Gli istituti di welfare possono:
1. Aumentare la produttività dei fattori
produttivi (ruolo dell’istruzione e della
formazione per la crescita del K umano) …
costano ma producono
2. Incentivare l’assunzione di un più elevato
grado di rischio (stimolo attività
imprenditoriale) … costano ma aumentano i
rendimenti prospettici
Risposte
2
Tuttavia, per fare funzionare il welfare:
1. Ridurre il carattere risarcitorio, aumentare il
carattere di attivazione (es. Politiche attive
del lavoro, politiche dell’istruzione)
2. Logica dell’empowerment, non della
dipendenza
3. Logica dell’efficacia, non della quantità di
input (politiche «evidence based» e
valutazione controfattuale)
Risposte
2
4. Protezione di ultima istanza (reddito minimo)
per difendere il lavoro e non i posti di lavoro
5. Riequilibrio generazionale
6. LTC
7. Attenzione agli incentivi --- quasi mercati,
quando possibile
8. Pluralismo istituzionale (nonprofit)
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un confronto tra sistemi di welfare in prospettiva europea