Con il Patrocinio di Teatro Dal Verme – Via San Giovanni sul Muro, 2 – Milano Mercoledì 14 ottobre 2015 - ore 21.00 SERIE «A» 2015/2016 Pianista Sir ANTONIO PAPPANO Clarinettista ALESSANDRO CARBONARE ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856) PHANTASIESTÜCKE PER CLARINETTO E PIANOFORTE OP. 73 Zart und mit Ausdruck (la minore) Lebhaft, leicht (la maggiore - fa maggiore - la maggiore) Rasch, mit Feuer (la maggiore - la minore - la maggiore) JOHANNES BRAHMS (1833 - 1897) SONATA IN MI BEMOLLE MAGGIORE PER CLARINETTO E PIANOFORTE OP. 120 N. 2 Allegro amabile (mi bemolle maggiore) Allegro appassionato (mi bemolle maggiore). Trio: Sostenuto (si maggiore) Andante con moto (mi bemolle maggiore). Tema con variazioni. Allegro (mi bemolle minore) ROBERT SCHUMANN TRE ROMANZE PER OBOE E PIANOFORTE OP. 94 (TRASCR. PER CLARINETTO) Nicht schnell (la minore) Einfach, innig (la maggiore) Nicht schnell (la minore) JOHANNES BRAHMS SONATA IN FA MINORE PER CLARINETTO E PIANOFORTE OP. 120 N. 1 Allegro appassionato (fa minore). Sostenuto ed espressivo Andante un poco Adagio (fa minore) Allegretto grazioso (fa minore). Trio Vivace (fa maggiore) La Leggenda Sir ANTONIO PAPPANO - Nato a Londra, a tredici anni si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha proseguito gli studi di pianoforte, composizione e direzione d’orchestra. Come pianista accompagnatore e assistente alla direzione ha ottenuto ingaggi in tutto il mondo: New York City Opera, Gran Teatro del Liceu di Barcellona, Opera di Francoforte, Lyric Opera of Chicago e il Festival di Bayreuth, dove è stato assistente di Barenboim in Tristano e Isotta, Parsifal e L’Anello del Nibelungo. Nel 1987 ha debuttato come direttore nella Bohème alla Den Norske Opera di Oslo ed è stato nominato Direttore Musicale dello stesso teatro nel 1990. Nel medesimo periodo ha anche debuttato al Covent Garden, alla English National Opera, alla San Francisco Opera, alla Lyric Opera of Chicago, al Théâtre du Châtelet di Parigi e alla Staatsoper di Berlino. A trentadue anni è stato nominato Direttore Musicale del Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles, ruolo ricoperto per dieci anni. Nel 1993 ha debuttato alla Staatsoper di Vienna sostituendo Christoph von Dohnányi in una produzione di Sigfrido di Wagner. Ha debuttato al Metropolitan di New York nel 1997 e al Festival di Bayreuth nel 1999. Dal 1997 al 1999 è stato Direttore Principale Ospite dell’Orchestra Filarmonica di Israele. Ha diretto Chicago Symphony, Philadelphia Orchestra, Cleveland Orchestra, Boston Symphony, New York Philharmonic Orchestra, London Symphony Orchestra, Philharmonia Orchestra, Wiener Philharmoniker, Münchner Philharmoniker, Berliner Philharmoniker, Royal Concertgebouw di Amsterdam e Orchestre de Paris. Ha registrato Don Carlo, La Bohème, Guglielmo Tell, La Rondine, Il Trittico, Werther di Massenet, Manon, Madama Butterfly, Tosca, Il Trovatore, Tristano e Isotta e il Requiem di Verdi. Le incisioni con l’Orchestra di Santa Cecilia includono le Sinfonie n. 4, 5 e 6 di Ciaikovski e la Trilogia Romana di Respighi, lo Stabat Mater di Rossini e collaborazioni con Hanna Chang, Leif Ove Andsnes, Maxim Vengerov e Ian Bostridge. Pappano è stato premiato come ‘Artista dell’Anno 2000’ da Gramophone, ha ricevuto l’’Olivier Award’ nel 2003 e il ‘Royal Philharmonic Society Music Award’ nel 2004. Nel 2012 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana. Recentemente ha ricevuto il premio intitolato a Bruno Walter dall’Académie du Disque Lyrique di Parigi. Ha debuttato al Festival di Salisburgo e al Teatro alla Scala, oltre ad aver partecipato alle produzioni di Parsifal, I Vespri Siciliani e Manon Lescaut alla Royal Opera House. Nell’attuale stagione Pappano dirigerà la London Symphony Orchestra e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia in tournée in Europa e Giappone. Alla Royal Opera House dirigerà nuove produzioni di Guglielmo Tell e King Roger. Nel gennaio del 2012 ha ricevuto la nomina a Baronetto del Regno Unito per i suoi meriti in ambito musicale. Attualmente è Direttore Musicale della Royal Opera House Covent Garden di Londra e dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Sir Antonio Pappano è ospite di Serate Musicali - Milano dal 2008. ALESSANDRO CARBONARE - Primo clarinetto dell’Orchestra di Santa Cecilia dal 2003, per quindici anni ha vissuto in Francia dove ha ricoperto lo stesso ruolo nell’Orchestre National de l’Opéra de Lyon e poi nell’Orchestre National de France. Ha ricevuto riconoscimenti ai concorsi internazionali di Ginevra, Praga, Duino, Tolone e Monaco e numerosi premi a livello nazionale. Ha debuttato nel 1990 con l’Orchestra Nazionale di Spagna, la Filarmonica di Oslo, il Bayerischer Rundfunk di Monaco, la Wien Sinfonietta, l’Orchestra della Radio di Berlino, l’Orchestra Nazionale della RAI di Torino e l’Orchestra di Santa Cecilia. Collabora con la Symphonieorchester del Bayerischer Rundfunk di Monaco e con i Berliner Philarmoniker. Si è esibito in tutto il mondo: debutti alla Suntory Hall di Tokyo (2000) e alla Carnegie Hall (1998). Nel 2014 è stato pubblicato il CD del Concerto K 622 per clarinetto di bassetto e orchestra di Mozart diretto da Claudio Abbado. È da sempre membro del Quintetto Bibiena, con il quale nel 2003 ha vinto il Premio Abbiati. Carbonare viene invitato a tenere masterclass al Conservatorio Superiore di Parigi, alla Musikhochschule di Monaco, alla Juilliard School di New York, all’Università delle Arti di Tokyo, ad Harvard etc... Ha fatto parte dell’Orchestra Mozart, anche come solista, su personale invito di Claudio Abbado. SI RACCOMANDA DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI É VIETATO REGISTRARE SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELL’ARTISTA E DELL’ORGANIZZAZIONE ROBERT SCHUMANN - Phantasiestücke per clarinetto e pianoforte op. 73 I Phantasiestücke op.73 furono scritti da Schumann nel 1849, anno che fu considerato dal compositore fra i più fecondi della propria esistenza e che fu l'ultimo da lui trascorso a Dresda (con la significativa pausa della "fuga" nella tranquilla campagna di Kreisha, per evitare i moti insurrezionali che nel frattempo vedevano Wagner e Bakunin sulle barricate della cittadina sassone). Proprio rispetto al grigio clima culturale di Dresda, che in precedenza aveva assai negativamente influito sulla creatività dell'autore, i brani in programma rappresentano un tentativo di evasione, realizzato con la complicità degli amici della locale orchestra di corte. L'opera 73 appartiene infatti a un nucleo di composizioni destinate a un consumo privato, a quella pratica della Hausmusik (musica in casa) che, oltre ad allietare nel caso specifico le serate dei coniugi Robert e Clara e della loro numerosa prole, era parte integrante della vita musicale tedesca, ed è in parte sopravvissuta fino ai nostri giorni. Occorre dunque rifarsi alle esigenze del "far musica insieme" per comprendere la limitata estensione di queste composizioni, la cordialità del loro contenuto, il fatto stesso che esse non siano previste (a parte ovviamente l'accompagnamento pianistico) per un unico strumento, ma che per esse venga piuttosto indicata ad libitum una scelta fra diverse soluzioni strumentali. Anche i Phantasiestücke sono infatti destinati indifferentemente (con ovvi mutamenti di ottava) a clarinetto, violino, violoncello. I limiti impliciti nella destinazione privata non devono far pensare che si tratti di brani scritti dalla mano di un compositore distratto; il loro principale interesse risiede proprio nella cura di ogni piccolo dettaglio, nella stesura di una scrittura strumentale preziosissima e sapientemente dosata. La naturale propensione di Schumann verso la miniatura vi trova una applicazione felicissima, volta all'indagine di una introversione mai aperta verso lo spensierato virtuosismo e l'effimero melodizzare che erano patrimonio acquisito della Hausmusik. Detti in origine Soireestücke, i Phantasiestücke sono segnati da interni richiami tematici e da un equilibrio particolarmente riuscito nella scrittura strumentale. Si tratta in effetti di un unico brano diviso in tre sezioni contrastanti; la composizione si sviluppa infatti seguendo un percorso che accelera progressivamente il tempo e accresce la tensione da una sezione all'altra; dal lirismo nostalgico iniziale si passa così alla maggiore agitazione della sezione centrale e poi allo slancio conclusivo, anche se temperato da momenti più intimistici. JOHANNES BRAHMS - Sonata in mi bem.maggiore per clarinetto e pianoforte op. 120 n. 2 - Sonata in fa minore per clarinetto e pianoforte op. 120 n. 1 Le due Sonate op. 120 n. 1 e n. 2, concepite nell'estate 1894 a Bad Ischl, nella quiete e serenità offerte dalla bellezza incantevole dei luoghi, dei paesaggi di natura, tra distese passeggiate e amabili discussioni con amici e conoscenti, sono uno degli ultimi lavori brahmsiani: estrema, quasi liminale testimonianza della sua arte, del suo inconfondibile stile. Una sorta di testamento spirituale pervaso da un'aura di soavità austera, da tratti di dolorosa malinconia, di struggente attesa, di interiore meditazione. Vi sono sì momenti di scuotimento ardente, di giovanili trasalimenti, vi è il sorriso e il compiacimento delle cose, il piacere della vita vissuta, però subito ammorbiditi, attenuati, corretti da uno sguardo sereno e controllato di riflessiva moderazione, di elegiaco affetto, di nostalgico pensiero che trova nel valore profondo del ricordo una propria ragione, di rassegnata attesa dell'ineluttabile. Dal punto di vista delle tecniche di scrittura Brahms modella le due Sonate, scritte originariamente per clarinetto e poi trascritte, valendosi del sofisticato strumento della variazione, artificio che qui contribuisce a irrorare la forma garantendone struttura ed equilibrio. Temi e idee si autoalimentano con continue varianti, travisamenti, cambiamenti, richiami allusivi, però sapientemente controllati, in modo che l'intera costruzione risulti perfetta e coerente nel progressivo, continuo cambiamento. Per l'op. 120 va subito precisato che, come avviene per tutta l'opera ultima di Brahms, il carattere dominante è quello intimo, malinconico, poetico, mentre non viene mai meno un senso costruttivo e formale mantenuto con lucidità. Sono lavori che, come dice Rostand, «rifiutano ogni esteriorità, [...] non concedono niente al virtuosismo: opere scritte per se stesso, come pagine di un diario.». L'analisi formale di Brahms, soprattutto dell'ultimo, non è mai facile, e per finalità di ascolto ci limiteremo così a evidenziarne qualche aspetto soltanto. Per il primo tempo della Sonata n.1 (Allegro appassionato) rimane il problema di individuare una situazione tematica complessa e avvolgente: c'è chi parla, per l'esposizione, di una parte introduttiva e di sei temi distinti. La questione è decisamente opinabile e sarebbe più opportuno semmai vedere una lunga e articolata situazione tematica con interne diversificazioni ma con matrici fondamentali unitarie. Dopo uno sviluppo piuttosto breve scaturito dalla prima parte, una ripresa variata ci porta al "Sostenuto ed espressivo" con funzione di coda. L'impressione che rimane non è quella drammatica di una passione sconvolgente, ma di una tensione interiore fatta di sfumature, di mutazioni continue appena percettibili, di una profonda coerenza espressiva. L'Andante un poco Adagio è di struttura tripartita. Il carattere è malinconico e dolcissimo, con quella linea del clarinetto (o viola) che subito si presenta in morbide volute, sorretta da un pianoforte estremamente suggestivo. In terza posizione c'è l'Allegretto grazioso con un carattere di scherzo dai tratti pastorali. La parte centrale è occupata dal Trio in un curioso movimento sincopato del pianoforte, ma senza contrapposizioni dialettiche. Con il fa maggiore del Finale (Vivace) le cose sembrano cambiare. Alla ricchezza tematica, nello spirito del Rondò, si unisce qui un certo spirito rapsodico. Ancora una volta Brahms indica spesso "leggiero", "dolce", "grazioso", "semplice". Nessuna drammatizzazione quindi e gli spessori, quando qua e là appaiono, sono passeggeri e lontani da ogni volontà drammatica e da ogni ricerca di effetto. L'elemento cantabile e delicatamente intimistico della Sonata op. 120 n. 2 viene fuori sin dal tema iniziale dell'Allegro amabile, così morbido e tenero nella sua sinuosità melodica. Da esso si sviluppa quel gioco delle variazioni in cui Brahms era maestro, fedele ad uno stile compositivo che può definirsi in questo modo: l'idea resta la stessa, ma cambiano le forme e gli atteggiamenti espressivi. Non per nulla Schoenberg e Webern parlarono di un Brahms progressista e anticipatore, in nuce naturalmente, di procedimenti tecnici e creativi assurti a regola fondamentale presso la scuola dodecafonica viennese. L'Allegro del secondo movimento, impostato come uno Scherzo vivace e impetuoso tra momenti di sospensioni liriche, si richiama maggiormente ad una linea tradizionale, mentre nell'ultimo tempo e specialmente nel pensoso Andante con Variazioni si ritrova il Brahms più autentico e coerente con se stesso, capace di scomporre e di valorizzare nelle combinazioni armoniche più diverse la stessa cellula sonora. Tutto ritorna luminosamente classicheggiante nell'Allegro conclusivo, prima che la Sonata torni ad immergersi nello stesso clima iniziale di austera malinconia. ROBERT SCHUMANN - Tre Romanze per oboe e pianoforte op. 94 (trascr. per clarinetto) Un dono di Natale per Clara, mentre si chiudeva il 1849, anno grande per il compositore. E si apriva, dopo il fallimento dei moti del 1848, un nuovo periodo per la Germania: l'eroismo romantico avrebbe ceduto il passo a una più confortevole Gemütlickeit e quella machtgeschütze Innerlichkeit (intimità protetta dal potere) non sgradita al cancelliere Bismarck. A differenza di Wagner, Schumann non era mai salito sulle barricate: «Odio tutto ciò che non nasce da un intimo impulso di vita» aveva scritto nel Diario, confermando la propria estraneità alle utopie dei giovani universitari tedeschi, da lui frequentati durante gli studi, mai completati, alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Lipsia. Soggettività come centro del mondo, o almeno del proprio universo espressivo. Aveva scritto Friedrich Schlegel: «Romanticismo è ciò che ci rappresenta un contenuto sentimentale in una forma fantastica». Mutando i tempi e le attese, l'intimismo fatalmente diventerà (fino a quando?) un po’ meno sensibile alle pulsioni dello spirito, un po’ di più alle tentazioni casalinghe. Nelle tre Romanze dell'op.94, protagonista è il timbro, così nobilmente "casalingo", davvero "grato all'udito" dell'oboe: trattasi, naturalmente, dell'orecchio dell'anima, al quale talvolta non dispiace accomodarsi in pantofole. Ad libitum, suggerisce Schumann, lo strumento può essere sostituito dal violino o dal clarinetto, ma la vittoria l'oboe l'ha conquistata sul campo. Perché traccia, con la sua penetrante discrezione, le divagazioni melodiche, perché riempie, come in un Lied, del proprio canto lo spazio, perché «rappresenta un contenuto sentimentale in una forma fantastica». Perché rende compiutamente l'idea della Romanza, composizione che non aspira ad una forma forte e grande, piuttosto a non tradire il carattere amoroso. Essenziali le indicazioni per i tre movimenti: Nicht schnell (Non veloce) per il primo e il terzo, Einfach, innig (Semplice, intimo) per il secondo. L'unità dell'opera si costituisce nell'intensità del dialogo tra i due solisti; un colloquio che conosce un fitto, continuo lavorio di variazioni, sommesse ma percepibili; mutano, all'interno delle frasi diatoniche, gli intervalli, i rapporti tra le voci, i loro colori, ma non si allenta la seduzione del racconto, che non avverte la necessità di un cammino, di una meta per persuadere. «Non sono certo un pensatore aveva scritto da ragazzo - non riesco mai a proseguire logicamente il filo di un buon pensiero... Fantasia, credo di averne». Scritte per oboe, violino o clarinetto, vengono talvolta eseguite anche col violoncello. PROSSIMI CONCERTI Lunedì 19 ottobre 2015 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano) (Valido per A+F; A; Combinata 2; Orfeo 2; A2) ORCHESTRA E CORO ARSCANTUS - Direttore GIOVANNI TENTI L. V. BEETHOVEN Ottava Sinfonia detta “del Metronomo” - G. ROSSINI Guglielmo Tell, Sinfonia J. STRAUSS jr. Quadriglia - dall’Opera Un ballo in maschera di G. Verdi op. 272 - G. PUCCINI Intermezzo -dal III Atto di Manon Lescaut - V. BELLINI Ah! Non giunge uman pensiero – Finale della Sonnambula - P. MASCAGNI Regina coeli / Inneggiamo al Signor - Coro dalla Cavalleria rusticana Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00 Domenica 25 ottobre 2015 - ore 21.00 (Teatro Dal Verme - Via San Giovanni sul Muro, 2 - Milano) (Concerto Fuori Abbonamento) FINALE E PREMIAZIONE DEL 4° CONCORSO INTERNAZIONALE DI PIANOFORTE, CANTO CAMERA “COOP MUSIC AWARDS” - PREMIO ANTONIO BERTOLINI Biglietti: Intero € 10,00 - Ridotto € 5,00 E MUSICA Lunedì 26 ottobre 2015 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano) (Valido per A+F; A; Combinata 1; Orfeo 1; A1) SYMPHONIEORCHESTER VORALBERG - Direttore HANS GRAF - Pianista TILL FELLNER F. SCHUBERT Ouverture in do maggiore D.591; Sinfonia n.6 in do maggiore D.589 L. v. BEETHOVEN Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra in do minore op.37 Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00 «… GLI AMICI PROPONGONO …» * Giovedì 22 Ottobre 2015 ore 20.30 (Teatro Edi del Barrio’s - Via Barona - Milano) «In collaborazione con l’Associazione Amici di Edoardo - Onlus» Musica dal vivo del Duo pianistico jazz PAOLO ALDERIGHI/STEPHANIE TRICK Biglietti: Intero € 10,00 - Ridotto € 5,00 DA ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» 2014/2015201 2022001122013/2014ICALI» Presidente Onorario Valeria Bonfante Hans Fazzari Isabella Bossi Fedrigotti *** Roberto Fedi Soci Fondatori Ugo Friedmann Carla Biancardi Camilla Guarneri Franco Cesa Bianchi Vincenzo Jorio Giuseppe Ferreri Lucia Lodigiani Emilia Lodigiani Mario Lodigiani Enrico Lodigiani Paolo Lodigiani Luisa Longhi Maria Candida Morosini Stefania Montani Rainera e Mario Morpurgo Gianfelice Rocca G.B. Origoni Della Croce Luca Valtolina Adriana Ragazzi Ferrari Amici Benemeriti Giovanna e Antonio Riva Alvise Braga Illa Alessandro Silva Fondazione Rocca Maria Giacinta Tolluto Ulla Gass Maria Luisa Vaccari Thierry le Tourneur d’Ison Marco Valtolina Erika Rottensteiner Beatrice Wehrlin Società del Giardino Soci Amici Antonio Belloni Giovanni Astrua Testori Carla Beretta Ricci Umberto Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Maria Brambilla Marmont Carlo e Angela Candiani Giancarlo Cason Nicoletta Colombo Egle Da Prat Piero De Martini Maya Eisner Federico ed Elisabetta Falck Silvana Fassati Carlo e Anna Ferrari Giuliana File Finzi Bianca e Roberto Gabei Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Eugenia Godani Ferruccio Hurle Giuliana e Vittorio Leoni Maurizia Leto di Priolo Giuseppe Lipari Gabriella Magistretti Eva Malchiodi Giuseppina Maternini Lucia ed Enrico Morbelli Stefano Pessina Francesca Peterlongo Denise Petriccione Giuseppe Pezzoli Gian Pietro Pini Giustiniana Schweinberger Antonietta Scroce Paola e Angelo Sganzerla Maria Luisa Sotgiu Giuseppe Tedone Adelia Torti Graziella Villa Giuseppe Volonterio «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Fedele Confalonieri Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Mediaset Quirino Principe Giuseppe Barbiano di Gianfelice Rocca Belgiojoso Fondazione Rocca Ugo Carnevali Carlo Sangalli Roberto De Silva Fondazione Cariplo Roberto Formigoni Luigi Venegoni Gaetano Galeone Giuseppe Ferreri Società del Giardino Banca Popolare di Milano Gianni Letta Camera di Commercio di Mario Lodigiani Milano Roberto Mazzotta Publitalia Francesco Micheli ***** Arnoldo Mosca Mondadori Diana Bracco Silvio Garattini Robert Parienti Martha Argerich Marina Berlusconi ***** Carlo Maria Badini Cecilia Falck Alberto Falck Vera e Fernanda Giulini Oscar Luigi Scalfaro Emilia Lodigiani Giovanni Spadolini Maria Grazia Mazzocchi Leonardo Mondadori Conservatorio G. 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