UNI EN ISO 13849-1: i circuiti di comando e la sicurezza sulle macchine Angelo Maggioni Quadra S.r.l. www.quadrasrl.net 1 Allegato I, Direttiva 2006/42/CE Sicurezza ed affidabilità dei sistemi di comando (§1.2.1) • I sistemi di comando devono essere progettati e costruiti in modo da evitare l'insorgere di situazioni pericolose. In ogni caso essi devono essere progettati e costruiti in modo tale che: – resistano alle previste sollecitazioni di servizio e agli influssi esterni, – un'avaria nell'hardware o nel software del sistema di comando non crei situazioni pericolose, – errori della logica del sistema di comando non creino situazioni pericolose, – errori umani ragionevolmente prevedibili nelle manovre non creino situazioni pericolose. 2 Proroga norma UNI EN 954-1:1998 • Con la “Comunicazione della Commissione nell’ambito dell’applicazione della direttiva 2006/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alle macchine e che modifica la direttiva 95/16/CE (rifusione) 2009/C 321/09”, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea C 321 del 29/12/2009, è stata prolungata la data di cessazione della presunzione di conformità della norma UNI EN 954-1:1998 (inizialmente prevista per il 28/12/2009) al 31/12/2011. 3 Norme armonizzate • UNI EN ISO 13849-1 (2008): Sicurezza del macchinario. Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza. Parte 1: principi generali per la progettazione. • CEI EN 62061 (2005): Sicurezza del macchinario. Sicurezza funzionale dei sistemi di comando e controllo elettrici, elettronici ed elettronici programmabili correlati alla sicurezza. PL SIL 4 Applicazione raccomandata delle norme CEI EN 62061 & UNI EN ISO 13849-1 5 Definizioni UNI EN ISO 13849-1 • • • • Parte del sistema di comando correlata alla sicurezza – SRP/CS (Safety Related part of Control System) – Parte di un sistema di comando che risponde a segnali di ingresso legati alla sicurezza e genera dei corrispondenti segnali di uscita legati alla sicurezza Guasto pericoloso (Dangerous failure) – Guasto che può potenzialmente portare la SRP/CS in uno stato pericoloso o non in grado di effettuare la sua funzione. Livello di prestazione – PL (Performance Level) – Livello discreto usato per specificare l’abilità di un sistema di comando legato alla sicurezza di effettuare una funzione di sicurezza in determinate condizioni Livello di prestazione richiesto – PLr (required Performance Level) – Livello di prestazione (PL) applicato in modo da raggiungere i requisiti richiesti per quanto riguarda la riduzione dei rischi 6 Processo iterativo per la progettazione della SRP/CS UNI EN ISO 13849-1 7 Misure protettive per la riduzione del rischio UNI EN ISO 13849-1 • Le misure protettive per la riduzione del rischio che dovrebbero essere applicate sono: – riduzione della probabilità di guasti a livello dei componenti; lo scopo è quello di ridurre la probabilità di guasti che possano compromettere le funzioni di sicurezza; ciò può essere fatto aumentando l’affidabilità dei componenti, per esempio con la selezione di componenti testati o progettati secondo metodologie comprovate in modo da ridurre o escludere guasti critici – miglioramento della struttura della SRP/CS; lo scopo è quello di evitare gli effetti pericolosi di un guasto; per questo scopo può essere utile l’utilizzo di una struttura ridondante e/o monitorata • Entrambe queste soluzioni possono essere applicate singolarmente o in modo combinato 8 Funzioni di sicurezza UNI EN ISO 13849-1 – §5 9 PL richiesto (PLr) • Per ogni funzione di sicurezza che deve essere svolta da una SRP/CS, si deve determinare e documentare un livello di prestazione richiesto (PLr). La determinazione del PLr è il risultato della valutazione dei rischi e si riferisce all’entità della riduzione del rischio a carico delle parti del sistema di comando legate alla sicurezza. • Quanto maggiore è l’entità della riduzione del rischio richiesta da parte della SRP/CS, tanto più elevato deve essere il PLr. • La valutazione del rischio prende in considerazione una situazione precedente alla messa in atto della funzione di sicurezza prevista; la riduzione del rischio mediante altre misure tecniche indipendenti dal sistema di comando (per esempio ripari fissi) o funzioni di sicurezza aggiuntive, può essere considerata nella determinazione del PLr. 10 Grafico per la determinazione del PLr per la funzione di sicurezza UNI EN ISO 13849-1 – Allegato A 11 Stima del PL UNI EN ISO 13849-1 • Il PL della SRP/CS deve essere determinato stimando i seguenti aspetti: – MTTFd di ciascun componente [appendici C e D]; – DC (copertura diagnostica) [appendice E]; – architettura e comportamento della funzione di sicurezza in condizioni di avaria [punto 6]; – CCF (guasti di causa comune) [appendice F]; – software legato alla sicurezza [punto 4.6 e appendice J]; – guasti sistematici [appendice G]; – capacità di eseguire la funzione di sicurezza nelle condizioni ambientali previste. 12 Tempo medio ad un guasto pericoloso (MTTFd) UNI EN ISO 13849-1 • Il valore del MTTFd per ogni canale è espresso in tre livelli (vedi tabella); dovrebbero essere tenuti in considerazione i valori di ogni canale preso singolarmente (ad esempio singolo canale oppure ogni canale di un sistema ridondante). • Per il MTTFd, viene preso in considerazione un tempo massimo di 100 anni. 13 Tempo medio ad un guasto pericoloso (MTTFd) UNI EN ISO 13849-1 • Per la stima del MTTFd di un componente, si possono utilizzare, nell’ordine dato, i seguenti criteri: – utilizzare i dati forniti dal costruttore; – utilizzare i metodi esposti in allegato C ed in allegato D; – scegliere un tempo di 10 anni. 14 Norme che trattano MTTFd o B10d dei componenti UNI EN ISO 13849-1 – Allegato C - Paragrafo C.2 15 Calcolo e valutazione del MTTFd UNI EN ISO 13849-1 – Allegato C – Paragrafo C.4 • Per i componenti pneumatici, meccanici ed elettromeccanici, il parametro B10d è il numero di cicli in cui il 10% dei componenti si guasta pericolosamente B10d dove nop è il numero di operazioni all’anno MTTFd 0,1 nop • Il tempo medio entro il quale il 10% dei componenti pneumatici, meccanici ed elettromeccanici si guasta pericolosamente è dato da T10d B10d nop • La relazione con il tempo medio al guasto pericoloso è la seguente T10d MTTFd T10d 10 0,1 16 Metodo semplificato per la stima del MTTFd per ogni canale UNI EN ISO 13849-1 – Allegato D • Il valore di MTTFd di tutti i singoli componenti che compongono un canale sono usati nel calcolo • MTTFd è quello complessivo dell’intero canale • MTTFdi, MTTFdj è il MTTFd di ogni componente che ha un ruolo nell’esecuzione della funzione di sicurezza • La prima somma è quella in cui i componenti hanno valori di MTTFdi diversi tra di loro; la seconda è quella in cui gli nj componenti hanno MTTFdj identici 17 Metodo semplificato per la stima del MTTFd per ogni canale UNI EN ISO 13849-1 – Allegato D • MTTFd per diversi canali, simmetrizzazione del MTTFd per ogni canale – In una SRP/CS ridondante, se il valore del MTTFd è lo stesso per ogni canale il valore complessivo è il medesimo di quello dei canali. – Se il MTTFd dei canali differisce, ci sono due possibilità: • • deve essere utilizzato il valore più basso come assunzione del caso peggiore; la seguente equazione può essere usata per stimare il valore di MTTFd assumibile per ogni canale: dove MTTFd C1 e MTTFd C2 sono i due valori dei canali ridondanti 18 Copertura diagnostica (DC) UNI EN ISO 13849-1 • Il valore di DC viene espresso in quattro livelli (vedi tabella) • Per la stima di DC, nella maggior parte dei casi la failure mode and effects analysis (FMEA) o metodi simili possono essere utili. In questo caso tutti i guasti rilevanti o i modi di guasto possono essere considerati. • In alternativa, è possibile utilizzare il metodo semplificato, sottoforma di tabella, riportato in Allegato E. 19 Criteri di stima della copertura diagnostica media UNI EN ISO 13849-1 – Allegato E 20 Requisiti per le categorie UNI EN ISO 13849-1 Categoria Riassunto dei requisiti B Le parti legate alla sicurezza dei sistemi di comando e/o delle loro attrezzature di protezione e dei loro componenti devono essere progettate, costruite, scelte, montate e combinate in conformità alle relative norme in modo che possano resistere alle influenze previste. Devono essere usati princìpi di sicurezza basilari. 1 Si devono applicare i requisiti della categoria B. Devono essere usati componenti e princìpi di sicurezza ben collaudati. Comportamento del sistema Princìpi per ottenere la sicurezza MTTFd di ogni canale DCavg CCF Il verificarsi di un guasto può portare alla perdita della funzione di sicurezza. Essenzialmente caratterizzati dalla scelta dei componenti Da basso a medio Nessuna Non rilevante Alto Nessuna Non rilevante Il verificarsi di un guasto può portare alla perdita della funzione di sicurezza, ma la probabilità che si verifichi è minore di quella della categoria B. Essenzialmente caratterizzati dalla scelta dei componenti 21 Requisiti per le categorie UNI EN ISO 13849-1 Categoria 2 Riassunto dei requisiti Comportamento del sistema Princìpi per ottenere la sicurezza MTTFd di ogni canale DCavg CCF Si devono applicare i requisiti della categoria B e l’uso di princìpi di sicurezza ben collaudati. La funzione di sicurezza deve essere verificata ad opportuni intervalli dal sistema di controllo della macchina. Il verificarsi di un guasto può portare alla perdita della funzione di sicurezza nell’intervallo tra le due verifiche. La perdita della funzione di sicurezza viene rilevata dalla verifica. Essenzialmente caratterizzati dalla struttura Da basso a alto Da bassa a media Rilevante 22 Requisiti per le categorie UNI EN ISO 13849-1 Categoria Riassunto dei requisiti Comportamento del sistema 3 Si devono applicare i requisiti della categoria B e l’uso di princìpi di sicurezza ben collaudati. Le parti legate alla sicurezza devono essere progettate in modo che un singolo guasto in una qualsiasi di queste parti non porti ad una perdita della funzione di sicurezza e ogniqualvolta sia ragionevolmente possibile il singolo guasto venga rilevato. Quando si verifica il singolo guasto la funzione di sicurezza viene sempre assicurata. Vengono rilevati alcuni ma non tutti i guasti. L'accumulo di guasti non rilevati può portare alla perdita della funzione di sicurezza. Princìpi per ottenere la sicurezza MTTFd di ogni canale DCavg CCF Essenzialmente caratterizzati dalla struttura Da basso a alto Da bassa a media Rilevante 23 Requisiti per le categorie UNI EN ISO 13849-1 Categoria Riassunto dei requisiti Comportamento del sistema Princìpi per ottenere la sicurezza 4 Si devono applicare i requisiti della categoria B e l’uso di princìpi di sicurezza ben collaudati. Le parti legate alla sicurezza devono essere progettate in modo che un singolo guasto in una qualsiasi di queste parti non porti ad una perdita della funzione di sicurezza e il singolo guasto venga rilevato in corrispondenza o prima della successiva richiesta della funzione di sicurezza. Se ciò non è possibile, un accumulo di guasti non deve portare alla perdita della funzione di sicurezza. Quando si verifica il singolo guasto la funzione di sicurezza viene sempre assicurata. Il rilevamento di guasti accumulati riduce la probabilità di perdita della funzione di sicurezza (DC alta). I guasti vengono rilevati in tempo per evitare la perdita della funzione di sicurezza. Essenzialmente caratterizzati dalla struttura MTTFd di ogni canale DCavg CCF Alto Alta (compreso l’accumulo dei guasti) Rilevante 24 Procedura semplificata per la stima del PL • • • • • UNI EN ISO 13849-1 Per una stima più semplice del PL possono essere fatte le seguenti assunzioni se l’architettura utilizzata rientra in quelle riportate al §6.2 della norma UNI EN ISO 13849-1: – un tempo di utilizzo di 20 anni; – un tasso di guasto costante per tutto il periodo di utilizzo; – per una categoria 2, un rapporto rd ≤ 1/100 rt; – per una categoria 2 un MTTFd,TE maggiore della metà del MTTFd,L. MTTFd,TE = MTTFd del componente che esegue il test per la rilevazione dei guasti MTTFd,L = MTTFd del componente che esegue le funzioni della SRP/CS Il PL di ogni SRP/CS dipende dall’architettura, dal MTTFd per ogni canale e dal DCavg. Nel caso di architetture con PLr da a a c, le misure per evitare i guasti possono essere sufficienti; per applicazioni con rischi maggiori, PLr da d a e, la struttura della SRP/CS deve prevedere misure per evitare, individuare e tollerare i guasti. Misure pratiche includono la ridondanza, la diversità e il monitoraggio. Per le categorie 2, 3 e 4, devono essere previste sufficienti misure per la riduzione dei guasti di causa comune (CCF). 25 Stima numerica del PL UNI EN ISO 13849-1 – Allegato K 26 Stima numerica del PL UNI EN ISO 13849-1 – Allegato K 27 Procedura semplificata per la stima del PL UNI EN ISO 13849-1 MTTFd basso MTTFd medio MTTFd alto 28 Esempio di calcolo – Riparo mobile interbloccato • • • • • Funzione di sicurezza: arresto del funzionamento del motore all’apertura di un riparo mobile Il riparo è interbloccato per mezzo di due microinterruttori (B1 e B2) il cui segnale viene portato in ingresso ad un modulo di sicurezza (K1) La concordanza dei sensori di ingresso viene monitorata dal modulo di sicurezza che in questo modo rileva eventuali guasti dei sensori I teleruttori (Q1 e Q2) tolgono l’alimentazione al motore; i contattori vengono monitorati inserendo contatti nel circuito di ripristino del modulo di sicurezza Il guasto di un singolo componente non comporta la perdita della funzione di sicurezza 29 Dati forniti dal costruttore • Il modulo di sicurezza viene dichiarato dal costruttore conforme alla categoria 4, PL e (oppure SIL 3) e PFHD,K1=2,3110-9 • B10d,B1= 1.000.000 cicli • B10d,B2= 500.000 cicli • nop= 35.040 (365 giorni, 24 ore/giorno, top=900 s) • B10d,Q1=B10d,Q2=2.000.000 cicli • Q1 e Q2 sono teleruttori a contatti legati 30 Calcoli UNI EN ISO 13849-1 • • • • MTTFd,Q1= 570,77 anni MTTFd,Q2= 570,77 anni MTTFd,B1= 285,38 anni MTTFd,B2= 142,69 anni • • • • T10d,Q1= 57 anni T10d,Q2= 57 anni T10d,B1= 28,5 anni T10d,B2= 14,2 anni (componente da sostituire prima del mission time) 31 Calcoli UNI EN ISO 13849-1 • DCB1 = DCB2 = 99% controllo della concordanza dei segnali in ingresso 32 Calcoli UNI EN ISO 13849-1 • DCQ1 = DCQ2 = 99% monitoraggio diretto da parte del modulo di sicurezza grazie alla retroazione ed ai contatti legati 33 Calcolo sottosistemi UNI EN ISO 13849-1 • Sottosistema 1 (sensori B1 e B2) – Si applica la limitazione dei canali a 100 anni – MTTFd = 100 anni (alto) – DC = 99% (alta) – Categoria 4 – PL = e PFHD = 2,4710-8 34 Calcolo sottosistemi • UNI EN ISO 13849-1 Sottosistema 3 (contattori Q1 e Q2) – Si applica la limitazione dei canali a 100 anni – MTTFd = 100 anni (alto) – DC = 99% (alta) – Categoria 4 – PL = e PFHD = 2,4710-8 35 Risultato finale UNI EN ISO 13849-1 • Per ottenere il valore finale si sommano i valori di PFHD dei singoli sottosistemi • PFHD,totale= PFHD,B1//B2+PFHD,K1+PFHD,Q1//Q2 = = (2,47 + 0,231 + 2,47)10-8 = 5,17110-8 PL = e 36 Esclusione di guasti UNI EN ISO 13849-1 • Non è sempre possibile valutare gli SRP/CS senza escludere determinati guasti. Per l’esclusione dei guasti fare riferimento alla norma UNI EN ISO 13849-2. • La norma UNI EN ISO 13849-2 riporta un elenco dei guasti che è possibile escludere suddivisi a seconda della tecnologia (meccanica, pneumatica, idraulica ed elettrica). • L’esclusione di guasti è un compromesso tra i requisiti di sicurezza e la teorica possibilità di accadimento di un guasto. • L’esclusione di un guasto può essere basata su: – improbabilità tecnica di avere un certo tipo di guasto, – esperienza tecnica comunemente accettata, indipendente da un particolare tipo di applicazione, – requisiti tecnici relativi all’applicazione e a specifici rischi. 37 Esclusione di guasti ISO/TR 23849:2010 • Non è opportuno che il raggiungimento di un PL pari ad “e” sia basato unicamente sull’esclusione di guasti (ISO/TR 23849:2010); in generale, è necessario essere sempre più critici sulla possibilità di escludere un guasto al crescere del livello di prestazione richiesto. • In generale, l’esclusione dei guasti non dovrebbe essere applicabile agli aspetti meccanici dei microinterruttori di interblocco e degli interruttori azionati manualmente (ad es. comando di arresto di emergenza). • Le esclusioni dei guasti permesse per i guasti di tipo meccanico sono descritti dalla norma UNI EN ISO 13849-2. 38 Esempio – Riparo mobile interbloccato • Funzione di sicurezza: arresto del funzionamento del motore all’apertura di un riparo mobile interbloccato con un microinterruttore a spinetta 39 Esempio – Riparo mobile interbloccato Il riparo è interbloccato per mezzo di n. 1 microinterruttore B con n. 2 contatti (B1 e B2) il cui segnale viene portato in ingresso ad un modulo di sicurezza. Non escludendo il guasto di tipo meccanico (ad esempio allentamento della camme) del microinterruttore, la SRP/CS nel suo complesso è in categoria 1. Eseguendo gli opportuni calcoli, si ottiene: PFHd,totale= 1,1710-6 PL = c 40 Esempio – Riparo mobile interbloccato Il riparo è interbloccato per mezzo di n. 1 microinterruttore B con n. 2 contatti (B1 e B2) il cui segnale viene portato in ingresso ad un modulo di sicurezza. Escludendo il guasto di tipo meccanico del microinterruttore, la SRP/CS nel suo complesso è in categoria 4. Eseguendo gli opportuni calcoli, si ottiene: PFHd,totale= 5,17110-8 PL = e 41