Contenuti del corso Introduzione e concetti fondamentali richiami di teoria dei circuiti la simulazione circuitale con SPICE elementi di Elettronica dello stato solido Parte I: Dispositivi Elettronici il diodo a giunzione transistori ad effetto di campo (FETs) il transistore bipolare (BJT) Parte II: Circuiti amplificatori a transistori discreti generalità sugli amplificatori elettronici modelli di piccolo segnale dei dispositivi elettronici amplificatori a BJT e FETs: analisi in DC analisi in AC a medie frequenze risposta in frequenza Reti elettriche lineari • è possibile caratterizzare il comportamento della rete utilizzando l’analisi in regime sinusoidale (AC/fasoriale) o quella di Laplace • è possibile definire un guadagno dato dal rapporto tra una variabile di uscita (corrente o tensione) e una variabile di ingresso (corrente o tensione) tensione: AV=VO/VI corrente: AI=IO/II transresistenza: AR=VO/II transconduttanza: AG=IO/VI potenza AP=PL/PIN PL: potenza fornita al carico PIN: potenza fornita dalla sorgente • la rete è un amplificatore (reale) se AP>1 • amplificatore ideale: AP=∞ • amplificatore di tensione: AV ind. da RI e RL • amplificatore di corrente: AI ind. da RI e RL • amplificatore di transresistenza: AR ind. da RI e RL • amplificatore di transconduttanza: AG ind. da RI e RL l’indipendenza del guadagno da RI e RL è limitato a ristretti range di RI, RL, f. Rappresentazione degli amplificatori gli amplificatori sono spesso schematizzati usando modelli a doppi bipoli (due porte) unidirezionali Rappresentazione degli amplificatori VO RIN RL = = A G V V V RIN + RI RL + RO I 2 A = PL = G 2 RIN RL V R +R P P R IN L L O amplificatore di tensione (reale) AV ≈ GV RIN >> RI R RO << RL → AP ≈ GV2 IN RL amplificatore di tensione ideale RIN=∞, RO=0 AV = GV AP = ∞ un “amplificatore di tensione ideale” è un “amplificatore ideale” Rappresentazione degli amplificatori IO RIN RO AG = V = GG R + R R + R I IN I L O 2 A = PL = G 2 R R RO G IN L P P + R R IN O L amplificatore di transconduttanza ideale RIN=∞, RO= ∞ amplificatore di transconduttanza (reale) A ≈ G G G RIN >> RI RO >> RL → 2 AP ≈ GG RIN RL AG = GG AP = ∞ un “amplificatore di transconduttanza ideale” è un “amplificatore ideale” Rappresentazione degli amplificatori IO RO RI A G = = I I I RIN + RI RL + RO I 2 A = PL = G 2 RL RO I R +R P P R IN IN O L amplificatore di corrente (reale) amplificatore di corrente ideale RIN=0, RO= ∞ RIN << RI AI ≈ GI RO >> RL → 2 RL A ≈ G I P RIN AI = GI AP = ∞ un “amplificatore di corrente ideale” è un “amplificatore ideale” Rappresentazione degli amplificatori VO RI RL AR = I = GR R + R R + R L O I IN I 2 2 A = PL = GR RL R +R P P R R IN IN L O L amplificatore di transresistenza ideale RIN=0, RO= 0 amplificatore di transresistenza (reale) RIN << RI AR ≈ GR RO << RL → GR2 AP ≈ R R IN L AR = GR AP = ∞ un “amplificatore di transresistenza ideale” è un “amplificatore ideale” Amplificatori elettronici • tensioni (correnti) di ingresso (uscita) sono costituite da una componente continua (DC) e una variabile; l’informazione da amplificare è contenuta nella componente variabile • la rete deve funzionare in modo lineare; i componenti attivi (transistors, opamp) sono componenti non-lineari • se la componente variabile del segnale di ingresso è un “piccolo segnale” la rete si comporta in modo lineare • in tale situazione è possibile usare il principio di sovrapposizione e separare l’analisi in due step DC (punto di lavoro) piccolo segnale (AC o Laplace) Modello di piccolo segnale • il modello di un componente si ottiene approssimando al primo ordine la curva caratteristica • l’approssimazione di “piccolo segnale” dipende dal dispositivo • il modello è composto da componenti lineari (R, C, generatori controllati) i cui valori sono funzione del Q-point. •sostituendo alla rete non lineare il modello, si ottiene una rete linearizzata per le variazioni • è possibile definire i guadagni AV, AI, AR, AG per la variazioni Limiti di funzionamento lineare Il funzionamento lineare degli amplificatori è limitato da • caratteristiche non lineari dei componenti attivi (distorsione) • tensione di alimentazione (saturazione) Es: vI(t)=VI+vi(t)=VI+VIMsin(2πft) affinchè vi(t) sia amplificato linearmente è è necessario che • vO=f(vI) sia lineare in un intorno di VI • vI(t) piccolo segnale in tale situazione vO(t)=VO+vo(t) =VO+VOMsin(2πft) Es: VI=0.5V, VIM=50mV VI=0.3V, VIM=50mV VO=10V, VOM=2V VO=4V, VOM=1V Limiti di funzionamento lineare: distorsione Es: VI=0.4V : VI è tale che il guadagno è diverso per valori positivi e negativi di vi(t) distorsione Es: VI=0.5V, VIM=150mV: VIM è tale che il guadagno cambia nella semionda negativa (distorsione) Es: VI=0.65V, VIM=50mV: VI e VIM sono tali che il guadagno si annulla (saturazione) Limiti di funzionamento lineare: distorsione •in caso di distorsione, l’uscita non è una sinusoide •il segnale in uscita può essere quindi sviluppato in serie di Fourier v(t) =VO +V1(sinωot +φ1) +V2 (sin 2ωot +φ2 ) +V3(sin3ωot +φ3) +... dc segnale desiderato distorsione di seconda armonica distorsione di terza armonica distorsione armonica totale ∞ THD =100% × 2 V ∑ i i=2 V1 numeratore = combinazione in RMS dei termini relativi alla distorsione denominatore = componente desiderata Polarizzazione scopo della polarizzazione è quello di cambiare la componente DC di ingresso (VI) in modo tale da • far lavorare l’amplificatore in condizioni di linearità • fissare le proprietà di piccolo segnale (es. guadagno) Il BJT come amplificatore VCC RC vOUT RI ib(t) vI • le variazioni vI(t) determinano variazioni di iB(t), di iC(t) e quindi di vOUT(t) •se Q è in zona attiva e vi(t) è un piccolo segnale vout(t) è una sinusoide e il circuito funziona in modo lineare Il MOSFET come amplificatore VDD RD vOUT RI vI • le variazioni vI(t) determinano variazioni di vGS(t), di iD(t) e quindi di vOUT(t) •se Q è in zona attiva e vi(t) è un piccolo segnale vout(t) è una sinusoide e il circuito funziona in modo lineare Contenuti del corso Introduzione e concetti fondamentali richiami di teoria dei circuiti la simulazione circuitale con SPICE elementi di Elettronica dello stato solido Parte I: Dispositivi Elettronici il diodo a giunzione transistori ad effetto di campo (FETs) il transistore bipolare (BJT) Parte II: Circuiti amplificatori a transistori discreti generalità sugli amplificatori elettronici modelli di piccolo segnale dei dispositivi elettronici amplificatori a BJT e FETs: analisi in DC analisi in AC a medie frequenze risposta in frequenza Modello di piccolo segnale del diodo per variazioni vd sufficientemente piccole la relazione iD(vD) è approssimabile alla retta tangente nell’intorno del punto di riposo Q( ID,VD) iD (vD ) ≈ I D + gd = iD (vD ) = I S e vD VT − 1 ∂iD ∂vD = Q ∂iD ∂vD (vD − VD ) Q ID + IS VT conduttanza differenziale id (vd ) ≈ g d vd • rd=1/gd : resistenza differenziale • è necessario aggiungere gli effetti capacitivi inclusi nel modello per ampi segnali (non inclusi nel modello DC) •in pol. dir. gd≈ID/VT • in pol. inv. gd≈0 • pol. nulla gd=IS/VT ≠ 0 Modello di piccolo segnale del diodo sviluppando in serie di Taylor nell’intorno del punto di lavoro (ID, VD) 1 ∂ i iD iD (vD ) ≈ ∑ i i = 0 i! ∂v D ∞ (vD − VD ) i Q ∂ i iD ∂vDi = Q ∞ 1 ∂ i iD i 1 vd id (vd ) ≈ ∑ v = ( I + I ) d D S ∑ i i =1 i! ∂v D Q i =1 i! VT ∞ ID + IS VTi i 2 v v 1 1v = (I D + I S ) d + d + d VT 2 VT 6 VT 3 + ... •la serie può convergere solo se vd<VT •sotto tale condizione i termini della serie contano sempre meno all’aumentare di i • la condizione di piccolo segnale è valida quando conta solo il termine i=1 ovvero per 2 vd 1v >> d → vd << 2VT ≈ 50mV vd <≈ 5mV (vd < VT OK) VT 2 VT Modello di piccolo segnale del BJT il modello a piccoli segnali si basa sulla rappresentazione a doppio bipolo ib = gπ vbe + g r vce rπ = 1 / gπ resistenza differenziale di ingresso ic = g m vbe + g o vce rO = 1 / g O resistenza diffenziale di uscita gr = gm = ib v ce = v be =0 ic v be = v ce =0 ∂iB ∂ v CE g0 = Q − po int ∂ iC ∂ v BE gπ = Q − po int ic v ce = v be =0 ib v be = v ce =0 ∂ iC ∂ v CE Q − po int ∂iB ∂ v BE Q − po int Modello di piccolo segnale del BJT modello di GummelGummel-Poon in zona attiva (è necessario tenere in conto la dip. βF da vCE e iC) iB gr = g0 = ∂iB ∂ v CE =0 Q − po int ∂ iC ∂ v CE gm = = Q − po int IC I ≈ C V A + V CE V A gπ = ∂ iC ∂ v BE = Q − po int ∂ iB ∂ v BE = Q − po int IC VT IC β oVT g = m βo iC B C FiB E βO = βF 1 ∂β F 0 1 − I C β ∂ i F 0 C Q − po int βo : guadagno di corrente per piccoli segnali a emettitore comune del BJT. iE vCE ( ) β β = i F FO C 1 + V A v BE IS e VT iB ≈ β FO (iC ) v BE v CE iC ≈ I S 1 + e VT VA βo > βF per iC < IM , e βo < βF per iC > IM , tuttavia, si assume che βF e βo siano uguali. Modello di piccolo segnale del BJT gmvbe = gmibrπ = βoib gm = rπ = IC VT β OVT rO = IC transconduttanza: aumenta con IC = βO gm VA + VCE VA ≈ IC IC µ f = g m rO = res. diff. ingresso res. diff. uscita VA + VCE VA guadagno di ≈ VT VT tensione intrinseco • poco dip. da Q • guadagno max degli ampl. a bjt (1000÷4000) •il modello va completato con la CBE e CBC (rilevanti ad alta f) • modello a bassa f completamente definito da 2 parametri (βF, VA) • i parametri non dipendono dalla geometria: transistor piccoli per high-f hanno lo stesso gm di transistor grandi per alte IC • modello del PNP identico all’NPN Modello di piccolo segnale del BJT iC (vBE ) ≈ I S e v BE VT sviluppando in serie di Taylor nell’intorno del punto di lavoro (IC, VBE) La condizione di linearità richiede che ic sia proporzionale a vbe ic IC ≈ gm IC vbe = vbe VT 2 3 v v v + 1 be + 1 be + ... ic = I V 2 VT 6 VT be C T vbe << 2VT → vbe ≤ 5mV •si possono avere variazioni significative in uscita (fino a 20%) in condizioni di linearità ≤ 5mV ≈ 0.2 •valori maggiori in uscita possono essere 25.9mV ottenuti ammettendo ampiezza/distorsione un compromesso Modello di piccolo segnale del MOSFET modello DC (saturazione) I G = 0 Kn 2 ( ) (1 + λVDS ) V V I = − GS TN D 2 modello AC (saturazione) ig = gπ v gs + g r vds id = g m v gs + g o vds ig = 0 id = g m v gs + g o vds gπ = gr = gm = go = ∂iG ∂vGS ∂iG ∂vDS ∂iD ∂vGS ∂iD ∂vDS =0 Q - point =0 Q - point = K n (VGS − VTN )(1 + λVDS ) = Q - point =λ Q - point 2I D VGS − VTN Kn (VGS − VTN )2 = λI D = 1 I D 2 1 + λVDS + VDS λ Modello di piccolo segnale del MOSFET • resistenza di ingresso infinita • il modello va completato con la CGS e CGD (rilevanti ad alta f) • modello a bassa f completamente definito da 2 parametri (KN, λ) • i parametri dipendono dalla geometria attraverso il fattore KN ID gm = = transconduttanza (VGS − VTN ) / 2 = 2 K n I D (1 + λVDS ) ≈ 2 K n I D rO = 1 + λVDS 1 ≈ resistenza diff. di uscita λI D λI D 2K n µ f = gmro ≅ 1 λ ID guadagno di tensione intrinseco (diminuisce con ID) • modello del PMOS uguale a quello dell’NMOS Modello di piccolo segnale del MOSFET Kn Kn 2 (vGS − VT ) = (VGS − VT + vgs )2 iD (vGS ) = 2 2 Kn id = 2(VGS − VT )v gs + v gs2 2 2(VGS − VT )v gs >> v gs2 → v gs ≤ 0.2(VGS − VT ) [ ] condizione di piccolo segnale dato che il MOSFET può essere polarizzato con (VGS - VTN) di alcuni volt, può avere valori di vgs molto maggiori rispetto ai corrispondenti valori di vbe per il BJT 0.2(VGS −VTN ) = vgs = ≤ 0.4 V − V ID ID GS TN 2 id gm •si possono avere variazioni significative in uscita (fino a 40%) in condizioni di linearità •valori maggiori in uscita possono essere ottenuti ammettendo un compromesso ampiezza/distorsione confronto dei modelli di BJT e MOSFET •gm molto più alto nei BJT (VGS-VTN)/2>>VT • µf molto più alto nei BJT (diminuisce con ID nei MOSFET) • rπ infinito nei MOSFET (diminuisce con IC nei BJT) • vin,MAX più alto nei MOSFET • paragonabili valori di rO • parametri ind. dalla geometria nei BJT • guadagno di corrente infinito nei MOSFET confronto dei modelli di BJT e MOSFET βF=100, VA=75V VCE=10V prestazioni confrontabili a basse correnti <1µA Contenuti del corso Introduzione e concetti fondamentali richiami di teoria dei circuiti la simulazione circuitale con SPICE elementi di Elettronica dello stato solido Parte I: Dispositivi Elettronici il diodo a giunzione transistori ad effetto di campo (FETs) il transistore bipolare (BJT) Parte II: Circuiti amplificatori a transistori discreti generalità sugli amplificatori elettronici modelli di piccolo segnale dei dispositivi elettronici amplificatori a BJT e FETs: analisi in DC analisi in AC a medie frequenze risposta in frequenza Configurazioni amplificatrici fondamentali in zona attiva iC ≈ I S e iB = iE ≈ iC βF IS αF v BE VT ≈ e IS βF v BE VT e v BE VT Applicazione del segnale: le correnti cambiano significativamente al variare di vBE (vGS) ovvero dei potenziali di B (G) e E (S), quindi B (G) e E (S) sono utili come terminali di ingresso. Il C (D) genera modeste variazioni delle correnti attraverso l’effetto Early (modulazione di lunghezza di canale) per cui non è utilizzato come terminale di ingresso. Prelievo del segnale: variazioni sostanziali nelle correnti di E (S) o C (D) creano un ampio segnale di tensione sui resistori di E (S) o C (D) e quindi il C (D) o l’E (S) possono essere utilizzati per prelevare i segnali di uscita. Dato che iB è di un fattore βF più piccola di iC o iE (iG=0) , il terminale di base (gate) non viene utilizzato come terminale di uscita. in saturazione K 2 i = i = n v −V S D 2 GS TN tre famiglie fondamentali di amplificatori – ingresso B (G) – uscita C (D): Emettitore (Source) comune CE (CS) – ingresso E (S) – uscita C(D): Base (Gate) comune CB (CG) – ingresso B (G) - uscita E(S): Collettore (Drain) comune CC (CD) Configurazioni amplificatrici fondamentali generica rete di polarizzazione il punto di lavoro è influenzato da • componente continua sorgente (VI) • resistenza sorgente (RI) • resistenza carico (RL) indipendenza del punto di lavoro (BJT o FET) generica rete di polarizzazione •in DC le capacità (di accoppiamento) sono circuiti aperti e il punto di lavoro non è influenzato da sorgente e carico • il prezzo da pagare è una riduzione del guadagno alle basse frequenze ( in DC vO=0) • in condizione di piccolo segnale è possibile separare l’analisi DC dall’analisi AC Step 1- Analisi in DC le capacità di accoppiamento sono circuiti aperti Step 2- Analisi in AC le componenti continue corrispondono a variazioni nulle: i generatori di tensione costante indipendenti vanno sostituiti con corto-circuiti i generatori di corrente costante indipendenti vanno sostituiti con circuiti aperti studieremo inizialmente gli amplificatori nel range delle “medie frequenze” in cui le capacità di accoppiamento sono approssimativamente corto-circuiti, mentre le capacità del transistor sono circuiti aperti. In questo range tutti i parametri dell’amplificatore (guadagni, resistenze di ingresso e uscita) sono indipendenti da f. Contenuti del corso Introduzione e concetti fondamentali richiami di teoria dei circuiti la simulazione circuitale con SPICE elementi di Elettronica dello stato solido Parte I: Dispositivi Elettronici il diodo a giunzione transistori ad effetto di campo (FETs) il transistore bipolare (BJT) Parte II: Circuiti amplificatori a transistori discreti generalità sugli amplificatori elettronici modelli di piccolo segnale dei dispositivi elettronici amplificatori a BJT e FETs: analisi in DC analisi in AC a medie frequenze risposta in frequenza Rete di polarizzazione (BJT o FET) generica rete di polarizzazione VCC RC RB RE VBB •se si hanno tutti i valori di alimentazione DC disponibili, una delle 3 batterie non è necessaria (es. VEE=0) •se (con VEE=0) i valori di VBB e/o VCC necessari sono troppo alti rispetto a quelli disponibili, è necessario usare una VEE<0 Rete di polarizzazione (BJT o FET) prelievo del segnale di uscita (C o E) applicazione del segnale di ingresso (B o E) RC VCC vOUT RI vI RB RE vOUT VBB • RB strettamente necessaria (≠0) se l’ingresso è applicato sulla base • RC strettamente necessaria (≠0) se l’uscita è presa sul collettore •RE strettamente necessaria (≠0) se l’ingresso è applicato sull’emettitore •RE strettamente necessaria (≠0) se l’uscita è presa sull’emettitore MOSFET: stabilizzazione del punto di lavoro VGG = VGS + RS I D KN 2 I = VGO D 2 (VGO = VGS − VTN ) VGG VDD RD RG + VGS RS M1 ID VGG >> VGS V → I D ≈ GG ind. da M1 se oppure RS R >> V / I GS D S • l’indipendenza da M1 implica la stabilizzazione del Q • il prezzo da pagare è l’aumento di VDD e VGG e quindi della potenza di alimentazione necessaria K NVGO ∂I D = − ∂V 1 + K N RSVGO TN 2 V ∂ I GO D = ∂K N 2(1 + K N RSVGO ) all’aumentare di RS si riduce la dipenza di ID dai parametri: se ID aumenta, VS aumenta, VGS diminuisce, contrastando l’aumento di ID MOSFET: stabilizzazione del punto di lavoro • consente di risparmiare una sorgente di alimentazione (VGG) al prezzo di una maggiore dissipazione di potenza complessiva •VGG può essere ottenuta con una opportuna scelta di R1 e R2 VGG = VDD R1 R1 + R2 • un grado di libertà (il parallelo RGG è irrilevante poichè IG=0). Per minimizzare la potenza dissipata da VDD la somma R1+R2 deve essere massimizzata. MOSFET: esempio di progetto della rete DC Problema: progettare la rete di polarizzazione R1, R2, RD, RS DATI: RD=15kΩ, VDD=10V, PDD,max=2.5mW, Q:(ID=200µA, VDS=5V, VGS=3V). I2 R2 VDD RD ID D G M1 I2 VDD − VDS = 25kΩ → RS = 10kΩ ID VG = VGS + RS I D = 5V = VDD RS R1 → R1 = R2 R1 + R2 PDD = VDD (I D + I 2 ) PDD ≤ PDD ,max → I 2 ≤ S R1 RS + RD = I2 = PDD ,max VDD − I D = 50µA VDD → R1 + R2 ≥ 200kΩ R1 + R2 scegliamo R1 = R2 = 100kΩ BJT: stabilizzazione del punto di lavoro in zona attiva I E ≈ I C VBB ≈ RB I B + VBE ,ON + RE I C VBB >> RB I B + VBE ,ON V se oppure → I C ≈ BB ind. da Q1 RE R >> (R I + V ) / I B B BE ,ON C E • l’indipendenza da Q1 implica la stabilizzazione del punto di lavoro • il prezzo da pagare è l’aumento di VCC e VBB e quindi della potenza di alimentazione necessaria VBB = RB I B + VBE ,ON + RE (1 + β F )I B ∂I C I C (1 + RE / RB ) → = ∂β F β F [1 + RE / RB (1 + β F )] I C = β F I B all’aumentare di RE si riduce la dipenza di IC dai parametri: se IC aumenta, VE aumenta, IB diminuisce, contrastando l’aumento di IC BJT: stabilizzazione del punto di lavoro IC RC RB C B VBB Q1 VCC E IB IE RE VBB = VCC R1 R1 + R2 RB = R1 // R2 • consente di risparmiare una sorgente di alimentazione (VBB) • la condizione VBB>>RBIB equivale a VB≈VBB ovvero I2>>IB e I1≈I2 e si realizza imponendo VCC/(R1+R2)>>IB , es: VCC/(R1+R2)=10IB •VBB (VB) può essere ottenuta imponendo VB VB (R1 + R2 ) = R1 = VCC 10 I B BJT: esempio di progetto della rete DC Problema: progettare la rete di polarizzazione R1, R2, RC, RD DATI: RC=6.67kΩ, VDD=15V, Q:(IC=750µA, IB=7.5µA, VCE=5V,VBE=0.7V) −V − R I = 5V CC CE C C V R = E = 6 . 60 k Ω E I E V V CC = 10 I → R + R = CC = 200 k Ω B 1 2 10 I R +R B 1 2 R 1 V =V +V = 5 .7 V ≈ V = 10 I R B E BE CC R + R B 1 1 2 V B = 110 k Ω → R = 90 k Ω R = 1 10 I 2 B V E =V Reti di polarizzazione tutte le famiglie utilizzano polarizzazione a quattro resistori tipicamente la rete di Contenuti del corso Introduzione e concetti fondamentali richiami di teoria dei circuiti la simulazione circuitale con SPICE elementi di Elettronica dello stato solido Parte I: Dispositivi Elettronici il diodo a giunzione transistori ad effetto di campo (FETs) il transistore bipolare (BJT) Parte II: Circuiti amplificatori a transistori discreti generalità sugli amplificatori elettronici modelli di piccolo segnale dei dispositivi elettronici amplificatori a BJT e FETs: analisi in DC analisi in AC a medie frequenze risposta in frequenza Analisi in AC di amplificatori a BJT e FET • le configurazioni amplificatrici di BJT e FETs sono topologicamente identiche • le differenze nelle proprietà dinamiche di amplificatori a BJT e FET stanno nelle differenze nei modelli di piccolo segnale di BJT e FET BJT FET • BJT e FET hanno modelli di piccolo segnale topologicamente simili. Il modello topologico del FET si può ricavare da quello del BJT facendo tendere rπ ∞ e β0 ∞ • le espressioni matematiche relative alle variabili di piccolo segnale degli amplificatori a FET possono essere ricavate da quelle degli amplificatori a BJT facendo tendere rπ ∞ e β0 ∞ Resistenze e guadagni ai terminali • RiB, RiC, RiE : resistenze di ingresso ai terminali • è possibile definire i guadagni ai terminali: tensione(corrente) terminale di uscita / tensione(corrente) terminale di ingresso • resistenze e guadagni ai terminali dipendono da resistenze di sorgente e carico ingresso sulla Base (Gate) v b = ib rπ + R E (ib + i c ) R E (ib + i c ) = − (i c − β o ib )rO − i c R C v b = ib (rπ + R E ) + R E i c (β 0 ro − R E )ib = (ro + R C + R E )i c r0 >> R C + R E se β 0 >> 1 v b = ib rπ + R E i c → β 0 ib = i c ~β0RE R iB vb = = rπ + β o R E = rπ (1 + g m R E ) ib 1 r v = π = be 1 + g m RE R iB vb • RE determina un aumento della RiB a spese dei guadagni ai terminali rispetto a vb • valori relativamente elevati di RiB buon accoppiamento con sorgenti di tensione ingresso sulla Base (Gate) r0 >> R C + R E se β 0 >> 1 v b = ib rπ + R E i c → β 0 ib = ic • i guadagni di tensione diminuiscono con RE ~β0RE R iB = rπ + β o R E = rπ (1 + g m R E ) AV , cb ≈ g m R E >> 1 vc R C ic g m RC = =− =− vb vb 1 + g m RE AV , eb = ve R i g m RE = E e = vb vb 1 + g m RE ≈ β o RE RC ≈ − g m R E >> 1 RE g m R E >> 1 • per gmRE<≈1 i guadagni AV dip. fortemente da gm e sono maggiori per gli amplificatori a BJT • se gmRE>>1 i guadagni AV sono ind. dal transistor (stabilizzazione dinamica) • l’uscita di C è invertente e può fornire guadagno di tensione >1 1 • l’uscita di E è non-invertente e fornisce guadagno di tensione unitario (inseguitore o buffer di tensione) ingresso sulla Base (Gate) r0 >> R C + R E se β 0 >> 1 v b = ib rπ + R E i c → β 0 ib = i c ~β0RE AG , cb = AG , eb = ic gm = vb 1 + g m R E ≈ g m R E >> 1 ie i gm ≈ c = vb vb 1 + g m R E A I , cb i = c = β0 ib A I , eb i i = e ≈ c = β0 ib ib 1 RE ≈ g m R E >> 1 A R , cb = A R , eb • i guadagni AG diminuiscono con RE 1 RE vc = − β 0 RC ib ve = = β 0 RE ib • per gmRE<≈1 i guadagni AG dip. fortemente da gm e sono maggiori per gli amplificatori a BJT • se gmRE>>1 i guadagni AG sono ind. dal transistor •guadagni AI e AR ∞ per i FET; soggetti a dispersione nei BJT ingresso sull’Emettitore (Source) ib B v e = − ib (rπ + R B ) = − ib rπ* v e = − (i c − β o ib )rO − i c R C = = − i c (rO + R C ) + β o rO ib ic C Oib r rO E RB RC RiE R iE v e = − ib rπ* se rO >> R C → v e = rO (β o ib − i c ) ve ie ve rπ* * =− = rπ // ro // β0 ie ≈ ro // β 0 >> 1 A I , ce rπ* β0 ≈ rπ >> R B ro // i = c = ≈ −1 β 0 >> 1 ie A R , ce = vc ie ≈ − RC β 0 >> 1 1 gm ≈ g m ro >> 1 1 gm • valori relativamente bassi di RiE buon accoppiamento con sorgenti di corrente • guadagno di corrente unitario (inseguitore o buffer di corrente) • guadagno di transresistenza ind. dai parametri ingresso sull’Emettitore (Source) ib C B ic Oib r E RB RiE ie AG , ce AV , ce v e = − ib rπ* se rO >> R C → v e = rO (β o ib − i c ) rO RC ve R iE 1 i β = c = − + *0 ve rπ ro 1 ≈ − + g m ≈ − g m rπ >> R B ro g m r o >> 1 1 v − R C ic β = c = = R C + *0 ve ve rπ ro ≈ rπ >> R B ve rπ* * =− = rπ // ro // ie β0 • RB determina un aumento della RiE a spese dei guadagni rispetto a ve 1 R C + g m ≈ g m R C ro g m r o >> 1 • guadagni AG e AV relativamente elevati (maggiori nei BJT a causa del gm) Resistenza al terminale di Collettore (Drain) − i b (rπ + R B ) = R E (ib + i x ) R E (i b + i x ) = − (i c − β o i x )rO + v x ( ) − i b rπ* + R E = R E i x ib (R E − β o rO ) = − i c (ro + R E ) + v x rO >> R E − ib rπ* + R E = R E i x se → − ib β o rO = − i c ro + v x β >> 1 0 ( R iC ) ≈ rO (1 + g m R E ) )] = rπ ≈>> R E r β = R iC , max rπ << R E O 0 •RiC relativamente alta vx R E // rπ* ≈ rO [1 + g m (R E // rπ = = rO 1 + β 0 * ix rπ rπ >> R B •la presenza di RE determina un aumento di RiC Accoppiamento ingresso/uscita e guadagno intrinseco G V = AV G I = AI RI → 0 RL → ∞ RI → ∞ RL → 0 G G = AG RI → 0 RL → 0 G R = AR RI → ∞ RL → ∞ Fattore di accoppiamento di ingresso ingresso sulla Base (Gate) R in , B = R B // R iB R B ,T = R i // R B // R iB α V ,B R B ,T vb = = <1 vi RI ingresso sull’Emettitore (Source) R in , E = R E // R iE R E ,T = R i // R E // R iE α V ,E R E ,T ve = = <1 vi RI • per massimizzare l’accoppiamento da una sorgente di tensione (vi) è necessario che Rin,B (Rin,E) >> RI (influenza sull’OP) •per massimizzare l’accoppiamento da una sorgente di corrente (ii) è necessario che Rin,B (Rin,E) << RI Amplificatore CE (CS) – RIN e RO R in = R in , B = R B // R iB ≈ R B // [rπ (1 + g m R E )] • gmRE>>1 Rin≈RB • per i FET Rin=RB ic Rin,B in B RiC RO vc RiB i b vb vo RC io RL R*C RI vi RB RE R O = R C // R iC ≈ R C // [rO (1 + g m R E )] ≈ R C Amplificatore CE (CS) – AV e AG AV = ≈− vo v v = b c = α V , B AV , CB R C = R C* vi vi vb ( R B ,T RI ) g m R C* 1 + g m RE AV diminuisce all’aumentare di RE e aumenta con R*C AV < g m R C << g m ro = µ f ro >> R C G V = AV RI → 0 RL → ∞ g m RC =− = AV , CB 1 + g m RE RC ≈ − g m R E >> 1 RE R B ,T io vo AV gm RC AG = = = ≈− vi R L vi RL R I 1 + g m R E RC + R L G G = AG RI → 0 RL → 0 =− gm = AG , CB 1 + g m RE ≈ g m R E >> 1 − 1 RE Amplificatore CE (CS) – AI e AR AI = io i gm RC = o R I = A G R I ≈ − R B ,T ii vi 1 + g m R E RC + R L G I = AI RI → ∞ RL → 0 = − R IN gm 1 + g m RE ≈ g m R E >> 1 − R IN RE vo io R L g m R C* AR = = = A I R L ≈ − R B ,T ii ii 1 + g m RE G R = AR RI → ∞ RL → ∞ ≈ − R IN g m RC 1 + g m RE ≈ g m R E >> 1 − R IN RC RE Amplificatore CE (CS) CE: capacità di by-pass resistenza di emettitore statica: RE=RE1+RE2 resistenza di emettitore dinamica: RE=RE2 •RE2 stabilizza (e riduce) il guadagno •RE1+RE2 stabilizza il punto di lavoro • CE introduce un grado di libertà nel progetto DC/AC Amplificatore CE (CS) V RC 1 / 3V DD −1 g R = ≈ ≈ 10 V V m C DD VT VT = V RD 1 / 3V DD g m RD = ≈ ≈ V DD V −1 (V GS − V TN ) / 2 (V GS − V TN ) / 2 ( AV max ) ( BJT ) FET • la caduta su RC (RD) è una frazione di VDD, tipicamente 1/3 • per aumentare il guadagno è necessario aumentare la VDD e quindi la potenza di alimentazione necessaria • a parità di VDD il guadagno massimo di un amplificatore CE è molto maggiore di quello di un amplificatore CS Dinamica di ingresso dell’amplificatore CE (CS) condizione di piccolo segnale v be ≤ v be . max v be = ib rπ = v b v b = v be vi ≤ rπ R iB R iB R ≤ v be . max iB ≈ v be . max (1 + g m R E ) rπ rπ R in , B + R I R in , B v be . max (1 + g m R E ) v b ≤ 5 mV (1 + g m R E ) v g ≤ 0 . 2 (V GS − V TN )(1 + g m R S ) aumentando RE aumenta l’ampiezza massima delle variazioni del segnale di ingresso BJT FET Dinamica di uscita dell’amplificatore CE (CS) v I (t ) = V I + V I , M sin (ω t ) v CE (t ) = V CE − V M sin (ω t ) AV = −V M / V I , M l’ampiezza massima di VI,M deve essere tale da mantenere il BJT (FET) in zona attiva diretta (saturazione) BJT v CE ( t ) = V CE − V M sin (ω t ) ≥ V BE , ON − V BC , ON V M ≤ V CE − V BE , ON + V BC , ON v BC ( t ) ≤ V BC , ON → → iB (t ) ≥ 0 v RC ( t ) = I C R C + V M sin (ω t ) ≥ 0 V M ≤ I C RC V M < min {I C R C , (V CE − V BE , ON + V BC , ON )} FET v DS ( t ) ≥ v GS ( t ) − V TN ≈ V GS ( t ) − V TN v ( t ) = V DS − V M sin (ω t ) ≥ V GS − V TN V ≤ V DS − (V GS − V TN → DS → M v GS ( t ) ≥ V TN VM ≤ I D RD v RD ( t ) = I D R D + V M sin (ω t ) ≥ 0 V M < min {I D R D , V DS − (V GS − V TN ) )} Amplificatori CE e CS g m R C* − 1 + g m RE2 − 10 V CC R B || rπ (1 + g m R E 2 ) R C || r0 (1 + g m R E 2 ) 5 mV (1 + g m R E 2 ) g m R D* − 1 + g m RS 2 − V DD RG R D || r0 (1 + g m R S 2 ) 0 . 2 (V GS − V TN )(1 + g m R S 2 ) Amplificatore CC (CD) – RIN e RO [ ( R in = R in , B = R B // R iB R E = R E* • gmR*E>>1 )] ≈ R // [r (1 + g π B )] * R m E Rin≈RB RC • per i FET Rin=RB Rin,B RiB i b vb RI RB R O = R in , E = R E // R iE ≈ g m R E >> 1 RiE RO vo io vi 1 ≈ R E // gm ie ve RE 1 gm RL R*E Amplificatore CC (CD) – AV e AG R B ,T g m R E* vo vb ve * AV = = = α V , B AV , EB R E = R E ≈ vi vi vb R I 1 + g m R E* ( G V = AV RI → 0 RL → ∞ ≈ g mRE = AV , EB 1 + g m RE ) ≈ g m R E >> 1 1 (inseguitore o buffer di tensione) R B ,T g m R E* io vo AV 1 AG = = = ≈ vi R L vi RL R I 1 + g m R E* R L G G = AG RI → 0 RL → 0 = gm Amplificatore CC (CD) – AI e AR io io g m R E* 1 AI = = R I = A G R I ≈ R B ,T ii vi 1 + g m R E* R L G I = AI RI → ∞ RL → 0 = g m R IN Rin,B RC RiB i b vb ii RB RI ie ve RiE RO io RE vo io g m R E* AR = = R L = A I R L ≈ R B ,T 1 + g m R E* ii ii G R = AR RI → ∞ RL → ∞ = g mRE R IN 1 + g m RE vo ≈ g m R E >> 1 R IN RL R*E Amplificatore CC (CD) VCC R2 CAB CAE RI vO R1 RE RL vI RC non necessaria ne dal punto di vista statico (OP) ne da quello dinamico. Dinamica di ingresso dell’amplificatore CC condizione di piccolo segnale v be ≤ v be . max v be = ib rπ = v b v b = v be vi ≤ rπ R iB R iB R iB ≤ v be . max ≈ v be . max 1 + g m R E* rπ rπ ( R in , B + R I R in , B ( ( v be . max 1 + g m R E* ) ( ) v b ≤ 5 mV 1 + g m R E* * v g ≤ 0 . 2 (V GS − V TN ) 1 + g m R S ) aumentando RE o diminuendo RB aumenta l’ampiezza massima delle variazioni del segnale di ingresso BJT ) FET Amplificatori CC e CD * E g mR ≈1 * 1 + g m RE g m R S* ≈1 * 1 + g m RS R B // R in , B g m R E* ≈1 1 + g m R E* R B // R in , B + R I g m R S* RG ≈1 * 1 + g m R S RG + R I ( RG R B || rπ 1 + g m R E* ≈ 1 gm ( 5 mV 1 + g m R E* ) ≈ ) 1 gm ( 0 . 2 (V GS − V TN ) 1 + g m R S* ) Amplificatore CB (CG) – RIN e RO RiC RO vc RiB i b vo io RL RC R*C RiE RB Rin RI R* E RE vi R in = R in , E = R E // R iE ≈ R E // [ ( R O = R C // R iC R E = R E* 1 gm ≈ g m R E >> 1 1 gm )] ≈ R // [r (1 + g C O * R m E )] Amplificatore CB (CG) – AV e AG R E ,T vo ve vc * = = α V , E AV , CE R C = R C ≈ g m R C* AV = RI vi vi ve ( G V = AV RI → 0 RL → ∞ ≈ g m R C = AV , CE R E ,T io vo AV R C* AG = = = ≈ gm vi R L vi RL RI RL G G = AG RI → 0 RL → 0 ≈ g m = − AG , CE ) Amplificatore CB (CG) – AI e AR io io R C* AI = = R I = AG R I ≈ R E ,T g m ii vi RL G I = AI RI → ∞ RL → 0 ≈ g m R IN g m RE = 1 + g m RE ≈ g m R E >> 1 1 (inseguitore o buffer di corrente) vo io = AR = R L = A I R L ≈ R E ,T g m R C* ii ii G R = AR RI → ∞ RL → ∞ ≈ R IN g m RE g m RC = RC 1 + g m RE ≈ g m R E >> 1 RC Amplificatore CB (CG) VCC RC R2 vO CAC CB RL R1 CAE RE RI vI •RB necessaria per il punto di lavoro (almeno per alimentazione singola) •RB dinamicamente riduce i guadagni rispetto a vi e sopratutto aumenta la resistenza di ingresso (indesiderato in configurazione buffer) •CB: capacità di by-pass: permette di avere una RB statica per l’OP, mentre cortocircuita dinamicamente la base (gate) a massa per avere minore resistenza di ingresso. Dinamica di ingresso dell’amplificatore CB (CG) condizione di piccolo segnale v be ≤ v be ve = vi ≈ R E >> R I v b = 0 → v e ≤ v be max R E ,T RI ≈ (1 / g m ) // R E max // R I RI vi 1 + g m RI v i = v e (1 + g m R I ) ≤ v be max (1 + g m R I ) v i ≤ 5 mV (1 + g m R I ) v i ≤ 0 . 2 (V GS − V TN )(1 + g m R I ) BJT FET Amplificatori CB e CG g m R C* g m R C* R E // R in , E R E // R in , E + R I R C || r0 [1 + g m (R E 2 // R I )] 5 mV (1 + g m R I ) g m R D* g mR * D R S // R in , S R S // R in , S + R I R D || r0 [1 + g m (R S 2 // R I )] 0 . 2 (V GS − V TN )(1 + g m R I ) Amplificatori a BJT e FET − g m R C* ≈ − 10 V CC − R C* RE 2 g m R C* ≈ 10 V CC (moderato) β 0 R E 2 (alto) β 0 (R E 2 // R L ) (alto) R C (moderato) − g mR * D ≈ − V DD − R C (moderato) R D* RS 2 g m R D* ≈ V DD R D (moderato) R D (moderato) comportamento amplificatore transconduttivo amplificatore di tensione amplificatore di corrente Buffer (inseguitore) di tensione α=vo/vi: coefficiente di accoppiamento di tensione sorgente carico collegamento diretto sorgente-carico vo = vi RL RL + RI α = α0 = R >> R I → v o ≈ v i se L R L << R I → v o ≈ 0 vo RL = <1 vi RL + RI α →1 α → 0 buffer di tensione: amplificatore di tensione con guadagno unitario collegamento con buffer • permette di disaccoppiare RI e RL • α=αΒ=vo/vi=1 indipendentemente da RI e RL • il guadagno effettivo rispetto al collegamento diretto è αΒ/α0=1+RI/RL>1 Buffer (inseguitore) di corrente α=io/ii: coefficiente di accoppiamento di corrente sorgente carico collegamento diretto sorgente-carico i o = ii RI RL + RI α = α0 = R L << R I → i o ≈ i i se R L >> R I → i o ≈ 0 io RI = <1 ii RL + RI α →1 α → 0 buffer di corrente: amplificatore di corrente con guadagno unitario collegamento con buffer • permette di disaccoppiare RI e RL • α=αΒ=io/ii=1 indipendentemente da RI e RL • il guadagno effettivo rispetto al collegamento diretto è αΒ/α0=1+RL/RI>1 Esempio: Analisi di un amplificatore CE Problema: determinare AV, AI, AR, AG, Rin, RO, vi,max per l’amplificatore riportato in figura. DATI: RI=2kΩ, R1=160kΩ, R2=300kΩ, RC=22kΩ, RE1=10kΩ, RE2=3kΩ, RL=100kΩ, VCC=12V, CAB→∞, CAC→∞, CE→∞ Q1:( βF=100,VA=50V) Analisi DC RE=RE1+RE2=13kΩ IC=245µA VCE=3.64V Modello AC g m = I C / V T = 9 . 5 mA/V rπ = β0 gm = 10 . 57 kΩ ro = β 0 ≈ β F = 100 V A + V CE = 219 kΩ IC Esempio: Analisi di un amplificatore CE Analisi AC ic Rin,B vb RiC RO vc RiB i b vo RC io RL R*C RI RB R B = R1 // R 2 = 104 kΩ RE vi R C* = R C // R L = 18 kΩ R E = R E 2 = 3 kΩ R iB = vb = rπ (1 + g m R E ) = 310 kΩ ib R in = R B // R iB = 77 . 9 kΩ v v v R // R in AV = o = b c = I vi vi vb RI vi ≤ g m R C* − 1 + g m RE = − 5 . 65 R in + R I v be . max (1 + g m R E ) = 150 mV R in r0 >> R C* + R E β 0 >> 1 v b = ib rπ + R E i c → β 0 ib = i c AG = io vo A = = V = − 5 .65 ⋅ 10 − 5 A/V vi R L vi RL AI = io i = o R I = AG R I = − 0 . 113 ii vi AR = vo i R = o L = A I R L = − 11 . 3 kΩ ii ii Esempio: Analisi di un amplificatore CE rO >> R E − ib rπ* + R E = R E i x → − ib β o rO = − i c ro + v x β >> 1 0 R B* = R B // R I = 1 . 96 kΩ ( ) rπ* = rπ + R B* = 12 . 53 kΩ vx R E // rπ* R iC = = rO 1 + β 0 ix rπ* R O = R iC // R C ≈ R C = 22 kΩ = 4 . 4 M Ω Esempio: Analisi di un amplificatore CS Problema: determinare AV, AI, AR, AG, Rin, RO, vi,max per l’amplificatore riportato in figura. DATI: RI=2kΩ, R1=1.5MΩ, R2=2.2MΩ, RD=22kΩ, RS1=10kΩ, RS2=2kΩ, RL=100kΩ, VDD=12V, CAG→∞, CAD→∞, CE→∞ M1:(KN=500µA/V2, VTN=1V, λ=0.02V-1) Analisi DC VDD R2 RS=RS1+RS2=12kΩ RD ID=241µA VDS=3.81V VGS=1.98V M1 R1 Modello AC gm = = (V GS RS ID = − V TN ) / 2 2 K n I D (1 + λ V DS rO = )≈ 1 + λ V DS = 223 k Ω λI D 2 K n I D = 0 . 49 mA/V Esempio: Analisi di un amplificatore CS Analisi AC R G = R1 // R 2 = 892 kΩ R D* = R D // R L = 18 kΩ R S = R S 2 = 2 kΩ R iG = ∞ R in = R G // R iG = R G = 892 kΩ v g vd vo R // R in AV = = = I vi vi v g RI vi ≤ g m R D* − 1 + g m RS = − 4 . 47 v g = v gs + R S i d r0 >> R + R S → g m v gs = i d * D AG = io vo A = = V = − 4 .45 ⋅ 10 − 5 A/V vi R L vi RL AI = io i = o R I = AG R I = − 0 . 089 ii vi AR = vo i R = o L = A I R L = − 8 . 9 kΩ ii ii R in + R I 0 . 2 (V GS − V TN )(1 + g m R S ) = 389 mV R in Esempio: Analisi di un amplificatore CS vs = R S ix v x = (i x + g m v s )ro + v s v R R iD = x = rO 1 + g m R S + S ≈ rO (1 + g m R S ) = 411 kΩ ix rO rO >> R S R O = R iD // R D = 21 kΩ Esempio: confronto amplificatori CE e CS Amplificatore CE Amplificatore CS gm 9.5mA/V 0.49mA/V gmRE (gmRS) 28.5 0.98 guadagno di tensione -5.65 -4.47 resistenza di ingresso 78 kΩ 892 kΩ resistenza di uscita 22 kΩ 21 kΩ variazioni massime in ingresso 150mV 389mV •sebbene gm,CE>>gm,CS la presenza di RE (RS) provvede ad equalizzare i guadagni • resistenza di ingresso maggiore per il CS • resistenze di uscita simili • maggiore escursione in ingresso per il CS Amplificatore CE: esempio SPICE Problema: simulare (OP, AC, TRAN, FOUR) l’amplificatore CE precedente soggetto ad un ingresso sinusoidale 0.5+0.1sin(2πft) f=1kHz amplificatore emettitore comune VCC 1 0 12 R1 2 0 160k R2 1 2 300k RC 1 3 22k RE2 8 4 3k RE1 4 0 10k CAB 6 2 1 CAC 3 5 1 CE 4 0 1 Q1 3 2 8 bjtmodel .model bjtmodel NPN BF=100 VAF=50 RI 6 7 2k RL 5 0 100k VI 7 0 AC 1 SIN (0.5V 0.1 1k) .OP .AC DEC 100 10 1e6 .TRAN 0.01m 2m .FOUR 1kHz V(5) .PROBE .END 1 VCC RC R2 6 2 vI CAC 7 0 RL 8 RE2 R1 RI 5 vO 3 CAB 4 RE1 CE Amplificatore CS: esempio SPICE Problema: simulare (OP, AC, TRAN, FOUR) l’amplificatore CS precedente soggetto ad un ingresso sinusoidale 0.5+0.1sin(2πft) f=1kHz amplificatore source comune VCC 1 0 12 R1 2 0 1.5e6 R2 1 2 2.2e6 RD 1 3 22k RS2 8 4 2k RS1 4 0 10k CAG 6 2 1 CAD 3 5 1 CS 4 0 1 M1 3 2 8 8 mosmodel L=1u W=1u .model mosmodel NMOS VTO=1 +KP=500e-6 LAMBDA=0.02 RI 6 7 2k RL 5 0 100k VI 7 0 AC 1 SIN (0.5V 0.1 1k) .OP .AC DEC 100 10 1e6 .TRAN 0.01m 2m .FOUR 1kHz V(5) .PROBE .END 1 VDD RD R2 6 CAG vI 2 M1 7 0 CAD RL 8 RS2 R1 RI 5 vO 3 4 RS1 CS Progetto di amplificatori a transistor • le variabili di input (specifiche di progetto) minime del problema devono riguardare le caratteristiche di sorgente e carico, e un parametro di guadagno dell’amplificatore (tensione, corrente, ....) • altre variabili di input (caratteristiche dei componenti) sono opzionali. Tipicamente costituiscono un limite pratico (es. si possiede un alimentatore regolabile fino a 20V, si dispone solo di transistor con βF=100, non si dispone di resistenze di valore maggiore di 1MΩ e così via....) • un vincolo implicito nella progettazione è che il circuito si comporti in modo lineare • non esiste un’unica soluzione al problema (e non è detto che ne esista una). Si possono indirizzare le specifiche di progetto anche con circuiti completamente diversi. • più vincoli/variabili di input sono presenti, più difficile è trovare una soluzione al problema. Se esiste, un numero maggiori di vincoli rende la soluzione sempre più unica. •Progettare è un’arte..... Esempio di progetto Problema: progettare un amplificatore a singolo transistor che fornisca un guadagno di tensione |AV|=100 da una sorgente a 100Ω e VIM<1mV, su un carico di 10kΩ. Si ipotizzi di avere a disposizione un’alimentazione singola e fissa a 20V e resistenze di valore non inferiore a 100Ω. DATI: |AV|=100, RI= 100Ω, RL= 10kΩ, VIM=1mV, VCC(VDD)=20V, Rmin= 100Ω Soluzione: • poichè |AV|>1 escludiamo le configurazioni CC e CD • il guadagno di tensione richiesto rientra nella classe di valori forniti dalle configurazioni CE, CS, CB, CG • tuttavia il guadagno di corrente richiesto è AI=|AV|RI/RL=1. Tale vincolo potrebbe essere soddisfatto dalle configurazioni CB o CG portate al limite del guadagno. Probabilmente un progetto con CE o CS permette di ottenere AI=1 in modo più rilassato. • il massimo guadagno ottenibile con un CS è dell’ordine di VDD=20. Per tale motivo escludiamo questa configurazione. • il massimo guadagno ottenibile con un CE è dell’ordine di 10VDD=200 che rientra agevolmente nella specifica richiesta. Scegliamo quindi di progettare un CE. Esempio di progetto ipotesi di progetto: 1. ro>>R*C+RE 2. β0>>1 3. Rin>>RI sotto tali ipotesi AV Poichè AV R C* < R L g m R C* ≈ 1 + g m RE 2 R E 2 ≥ R min g mRL 1 1 R min < → > + 1 + g m R min AV g m RL RL impossibile Proviamo con RE2=0 AV AV V T IC RL ≈ g mR < g m RL = → IC > = 259 µA VT RL * C Esempio di progetto ipotesi di progetto: 1. ro>>R*C+RE 2. β0>>1 3. Rin>>RI RE 2 = 0 → IC > AV V T RL = 259 µA Per soddisfare la 2 scegliamo un transistor con βF=100 Per soddisfare la 3 deve essere R in = R1 // R 2 // R iB >> R I = 100 Ω Condizione necessaria è R iB = rπ + β 0 R E 2 = β 0V T IC + β 0 R E 2 >> R I → I C << 25 . 9 mA Scegliamo I C = 1mA → g m = A IC mA = 38 . 6 → R C* = V = 2 . 59 kΩ → R C = 3 . 5 kΩ VT V gm Esempio di progetto ipotesi di progetto: 1. ro>>R*C+RE 2. β0>>1 3. Rin>>RI I B = I C / β F = 10 µ A → I E = I B + I C = 1 . 01 mA scegliamo R E 1 = 4 . 7 kΩ V CE = V CC − I C R C − I E (R E 1 + R E 2 ) = 11 . 8 V ≥ V BE , ON − V BC , ON ≈ 0 zona attiva OK Per rendere il potenziale di base indipendente da Q1 dobbiamo scegliere V CC V >> I B → R1 + R 2 << CC = 2 M Ω → R1 + R 2 ≤ 200 kΩ R1 + R 2 IB Per soddisfare l’ipotesi 3 deve essere anche R1 , R 2 >> R I = 100 Ω Se fissiamo R1=R2=100 kΩ rispettiamo sia la condizione di indipendenza di VB da Q1 che l’ipotesi 3. Esempio di progetto ipotesi di progetto: 1. ro>>R*C+RE 2. β0>>1 3. Rin>>RI Per soddisfare l’ipotesi 1 dobbiamo scegliere Q1 con ( ) V A >> R C* + R E 2 I C − V CE = − 9 . 2 V qualunque VA va bene Verifichiamo infine i vincoli di dinamica di ingresso e uscita V M < min {I C R C , (V CE − V BE , ON + V BC , ON V IM ≤ )} ≈ 3 .5 V → V R in + R I v be . max (1 + g m R E 2 ) ≈ 5 mV R in Vincoli rispettati poichè VIM<1mV IM = V M / AV < 35 mV Contenuti del corso Introduzione e concetti fondamentali richiami di teoria dei circuiti la simulazione circuitale con SPICE elementi di Elettronica dello stato solido Parte I: Dispositivi Elettronici il diodo a giunzione transistori ad effetto di campo (FETs) il transistore bipolare (BJT) Parte II: Circuiti amplificatori a transistori discreti generalità sugli amplificatori elettronici modelli di piccolo segnale dei dispositivi elettronici amplificatori a BJT e FETs: analisi in DC analisi in AC a medie frequenze risposta in frequenza Analisi nel dominio della frequenza (AC) La risposta in frequenza (reti lineari) è descritta dalla funzione di risposta armonica H(f), che è una funzione complessa (modulo e fase) della variabile reale f H ( f ) = H ( f ) e jΦ H ( f ) x(t) H ( f) y (t) significato y(t) x (t ) = AX sin (2πft + Φ X ) y (t ) = AY sin (2πft + Φ Y ) AY = H( f ) AX t ΦY = Φ X + Φ H ( f ) x(t) •le relazioni ingresso-uscita di modulo e fase sono descritte dalla H(f) a regime •|H|, ΦH sono funzioni reali di variabile reale (f). La loro rappresentazione grafica al variare di f è chiamata diagramma di Bode • l’analisi in regime sinusoidale viene estesa agli altri segnali utilizzando i concetti di sovrapposizione degli effetti e sviluppo in serie di Fourier La trasformata di Laplace operatore funzionale lineare che associa ad una funzione (f) di variabile reale (t) una funzione complessa (F) di variabile complessa (s=σ+jω) +∞ f (t ) ⇔ F ( s ) = L{ f (t )}( s ) = ∫ f (t )e − st dt 0 L{ f '} = sF ( s ) − f (0 + ) alcune delle proprietà più importati sono quelle di derivazione e integrazione t F (s) L ∫ f (τ )dτ = s 0 Tali proprietà permettono di trasformare equazioni integro-differenziali nel dominio t (spesso di difficile risoluzione) in equazioni algebriche nel dominio s (spesso di più semplice risoluzione). Una volta risolta l’equazione nel dominio s, è necessario ritornare nel t attraverso l’operazione di trasformata inversa. La trasformata di Laplace è uno strumento per risolvere equazioni (o sistemi di equazioni) integro-differenziali. Trasformata di Laplace e analisi circuitale •le reti lineari, o in regime di funzionamento lineare (piccolo segnale), sono descritte da equazioni integro-differenziali (derivate e integrali nel dominio t sono dovuti agli elementi reattivi quali capacità e induttanze) • quindi è possibile usare la trasformata di Laplace per la risoluzione della rete lineare nel dominio del tempo. • è possibile usare la trasformata di Laplace anche per l’analisi nel dominio f attraverso il concetto di funzione di trasferimento H(s) Y ( s) H (s) = X (s) X ( s) H ( s) Y ( s) • infatti nel caso s=jω (σ=0) la H(s) si riduce alla H(f) (equivale a considerare la risposta a regime e rendere ininfluenti le condizioni iniziali) • piuttosto che scrivere le equazioni nel dominio t, e poi portarle nel dominio s (così come si farebbe per la risoluzione di un problema astratto di analisi), si usa un approccio più pratico che consiste nel L-trasformare il circuito ottenendo un circuito equivalente nel dominio s composto da componenti le cui relazioni IV sono le trasformate di quelle del dominio s Trasformata di Laplace e analisi circuitale iC (t ) = C dvC (t ) dt v L (t ) = L I R ( s ) = L{iR (t )} = v (t ) V ( s ) L R = R R R I C ( s ) = L{iC (t )} = dv (t ) L C c = C sVC ( s ) − vc (0 + ) dt 1 vc (0 + ) = 0 → VC ( s ) = I C (s) sC [ di L (t ) dt VL ( s ) = L{vL (t )} = ] di (t ) L L L = L sI L ( s ) − iL (0 + ) dt iL (0 + ) = 0 → VL ( s ) = (sL )I L ( s ) [ ] • le condizioni iniziali possono essere assunte nulle poichè ci interessa solo la risposta a regime •le relazioni IV di R, L, C nel dominio s sono del tipo V(s)=Z(s)I(s) •Z(s) : impedenza complessa Trasformata di Laplace e analisi circuitale Calcolo della H(f) (modulo e fase) dei circuiti lineari attraverso la trasformata di Laplace 1. si L-trasforma il circuito: si considera ogni condensatore C come una resistenza di valore 1/sC e ogni induttanza L come una resistenza di valore sL 2. si calcola la H(s) di interesse (es. VO(s)/VI(s), IO(s)/VI(s),.....) 3. si ottiene la H(f) come H(f)=H(s=jω) Trasformata di Laplace e analisi circuitale La funzione H(s) dei circuiti elettrici lineari ha la forma di rapporto di polinomi nella variabile s N ( s ) am s m + ... + a1s + a0 H (s) = = D ( s ) bn s n + ... + b1s + b0 m≤n ai , bi ∈ ℜ ( s − z1 )(s − z 2 )L (s − z m ) H ( s) = K (s − p1 )(s − p2 )L (s − pn ) z1, z2, ...zm: zeri di H(s) (e di N(s)) p1, p2, ...pn: poli di H(s) (zeri di D(s)) •poli e zeri sono, in generale, numeri complessi •nel seguito ci limiteremo ai casi in cui sono numeri reali Trasformata di Laplace e analisi circuitale ( s − z1 )(s − z 2 )L (s − z m ) = H (s) = K (s − p1 )(s − p2 )L (s − pn ) ( s + ω )(s + ω )L (s + ω ) ( 1 + sτ )(1 + sτ )L (1 + sτ ) =K = K' (s + ω )(s + ω )L (s + ω ) (1 + sτ )(1 + sτ )L (1 + sτ ) z1 z2 zm Z1 Z2 Zm p1 p2 pm P1 P2 Pn ω z ω z Lω z K'= K ω P ω P Lω P 1 2 m 1 2 n f Zi = ω Zi / 2π frequenza dello zero z i f Pi = ω Pi / 2π frequenza del polo p i τ Zi = 1 / ω Zi costante di tempo dello zero z i τ Pi = 1 / ω Pi costante di tempo del polo p i • è importante non confondere uno zero (polo) con la frequenza (o costante di tempo) di zero (polo) • ad un polo (zero) in zero (a frequenza zero) corrisponde una costante di tempo infinita Sistemi con risposta passa-basso funzione di trasferimento risposta in frequenza A0 Av ( s ) = 1 + sτ H A0 A0 = Av ( jω ) = 1 + jωτ H 1 + j ω ωH modulo della risposta in frequenza A0 Av ( jω ) = 2 ω 1 + ωH ω << ω H → Av ( jω ) ≈ A0 ω >> ω H → Av ( jω ) ≈ A0 ω / ωH Av Av dB = 20 log A0 dB = 20 log A0 − 20 log ω ωH fH definisce la banda passante (BW) del sistema e assume il significato di frequenza di taglio superiore Av ( jω H ) = A0 / 2 Av ( jω H ) dB = 20 log A0 − 3 Sistemi con risposta passa-basso Esempio: filtro passivo passa-basso Av ( s ) = A0 = 1 τ H = RC ωH = 1 = 1 RC τH ω 1 fH = H = 2π 2πRC 1 sC VO ( s ) 1 = = 1 VI ( s ) + R 1 + sRC sC Sistemi con risposta passa-alto funzione di trasferimento risposta in frequenza ω j ωL jωτ L Av ( jω ) = A0 = A0 ω 1 + jωτ L 1+ j ωL sτ L Av ( s ) = A0 1 + sτ L modulo della risposta in frequenza ω A0 ωL Av ( jω ) = ω 1 + ωL ω << ω L → Av ( jω ) ≈ A0 ω >> ω L → Av ( jω ) ≈ A0 ω ωH 2 Av Av dB dB = 20 log A0 + 20 log ω ωL = 20 log A0 fL definisce il limite inferiore della BW del sistema e assume il significato di frequenza di taglio inferiore Av ( jω L ) = A0 / 2 Av ( jω H ) dB = 20 log A0 − 3 Sistemi con risposta passa-alto Esempio: filtro passivo passa-alto VO ( s ) R sRC Av ( s ) = = = 1 VI ( s ) + R 1 + sRC sC A0 = 1 τ L = RC ωL = 1 = 1 RC τL ω 1 fL = L = 2π 2πRC Sistemi con risposta passa-banda funzione di trasferimento Av (s) = Ks s +ω2 s +ω1 s + ω3 s + ω4 s + ω5 •le frequenze di taglio inferiore (fL) e superiore (fH) sono definite come Av ( jω L ) = Amid / 2 Av ( jω L ) dB = 20 log Amid − 3 Av ( jω H ) = Amid / 2 Av ( jω H ) dB = 20 log Amid − 3 • se ω1, ω2 << ω3 • se ω5 >> ω4 ωL ≈ ω3 (ω3 è un polo dominante) ωH ≈ ω4 (ω4 è un polo dominante) Risposta in frequenza degli amplificatori • gli amplificatori a transistor hanno una risposta di tipo passa banda, dove la parte di bassa-f è generalmente dovuta alle capacità di accoppiamento e by-pass, mentre la parte di alta-f è generalmente dovuta alle capacità dei transistor stessi • tipicamente si progetta in modo tale che i limiti di banda sono definiti da un “polo dominante” • tutte le variabili coinvolte sono in generale funzione di f, e quindi analizzabili nel dominio s • è necessario studiare la risposta in frequenza dei transistors AV ( s ) = VO ( s ) Z IN ( s ) Z L (s) = GV ( s ) VS ( s ) Z L ( s ) + Z O ( s ) Z IN ( s ) + Z S ( s ) Modello di piccolo segnale del BJT modello SPICE Cπ = g m TF Cµ = Cµ: capacità dovuta alla regione di svuotamento BC (dipende poco dal Q) Cµ = Cµ 0 1+ VCB φ jbc CJC MJC V 1 + CB VJC valori di default : TF = 0 CJC = 0 MJC = 0.33 VJC = 0.75V Cπ: capacità di diffusione della giunzione BE Cπ = g mτ F • a medie/basse frequenze le impedenze di Cµ,Cπ sono generalmente molto grandi e trascurabili • all’aumentare di f le loro impedenze si abbassano, al punto di cortocircuitare i 3 terminali portando l’amplificazione a 0. Modello di piccolo segnale del BJT 1 VBE ( s ) = I B ( s ) rπ // sC µ ( ) s C + C β 0 1 − π µ gm β0 I C ( s) β I ( s ) + I ( s ) = g V ( s ) → ( s ) = = ≈ C m BE µ I B ( s ) 1 + srπ (Cπ + C µ ) 1 + srπ (Cπ + C µ ) I ( s ) = sC V ( s ) µ BE µ •lo zero nel semipiano destro corrisponde a una frequenza ωZ=gm/Cµ estremamente elevata e può essere trascurato • la risposta in frequenza presenta un polo a frequenza f β = 1 2πrπ (Cπ + C µ ) • la frequenza fT per cui |β(f)|=1 è detta frequenza di transizione β(f ) ≈ f >> f β β0 fβ f • la fT rappresenta il limite di f a cui il transistor presenta guadagno di corrente → fT ≈ β 0 f β = gm < fZ 2π (C µ + Cπ ) Modello di piccolo segnale del BJT • rx: resistenza di accesso alla base (parametro SPICE : RB) • effetti trascurabili a bassa-f, può essere rilevante ad alta-f • il modello a medie-f può essere modificato per includere l’effetto di rx ib = vbe v = be' rπ + rx rπ v = vbe rπ → g m v = g m' vbe rπ + rx rπ' = rπ + rx g m' = g m rπ rπ + rx Modello di piccolo segnale del FET modello SPICE 2 ε ox WL + CGSO ⋅ W 3 TOX = CGDO ⋅ W CGS = CGD valori di default : TOX = 100nm CGS0 = 0 CGD0 = 0 • CGS, CGD dovute alla capacità dell’ossido di gate e alle regioni sovrapposizione gate/source e gate/drain • la corrente di gate è diversa da zero (f > 0) corrente finiti impedenza di ingresso e guadagno di • riducendo la dimensione dei dispositivi diminuiscono CGS e CGD aumentando fT fT ≈ gm 1 ∝ 2 2π (CGS + CGD ) L Esempio: risposta completa in bassa-f di un CS AV ( s ) = VO ( s ) VO ( s ) VGS ( s ) VG ( s ) = VI ( s ) VGS ( s ) VG ( s ) VI ( s ) VO ( s ) = I O ( s ) R3 = − g mVGS ( s ) 1 RD + R3 + sC3 s = − g m (RD // R3 ) s+ Z S ( s ) = RS // RD 1 R3 = VGS ( s ) C3 (RD + R3 ) 1 RS = sC2 1 + sRS C2 VS = g mVGS Z S = g mVG Z S − g mVS Z S C3 C2 1 1 RS C2 = VG = VG 1 1 + gm Z S s+ C2 (RS // 1 / g m ) s+ VGS VG = RG 1 RG + RI + sC1 VI = RG RG + RI s + s 1 C1 (RG + RI ) VI Esempio: risposta completa in bassa-f di un CS V (s) F (s) A (s) = o = A mid L v V (s) i R G A = − g (R R ) mid m 3 D R +R G I C3 C2 ωz = 1 C R 2 S 0 0 = 76.9rad/s F (s) = L ] ) 1 1 1 s + s + s + R ) C (R + R ) C (R + C ( 1/g ) R 1 I G 3 D 3 2 m S 1 = 41rad/s C (R + R ) 1 I G 1 ωp = = 95.9rad/s C (1/ g ) R 2 m S 1 = 200rad/s C (R + R ) 2 D 3 [ ( s 2 s + ( 1/C R ) 2 S f Z 1 = 12.24Hz f P1 = 6.52Hz f P 2 = 15.26 Hz f P 3 = 31.83Hz Amid = −5.05 Esempio: risposta completa in bassa-f di un CS ( ) A s2 s + ω mid Z1 A (s ) = v s +ω s +ω s +ω P1 P2 P3 ( 1 = 41rad/s C (R + R ) 1 I G 1 ωp = = 95.9rad/s C (1/ g ) R 2 m S 1 = 200rad/s C (R + R ) 2 D 3 [ ] )( )( ωz = 1 C R 2 S ) 0 0 = 76.9rad/s • ogni condensatore indipendente nel circuito contribuisce con un polo, la costante di tempo è pari al prodotto capacità x resistenza vista • i condensatori in serie C1 e C3 forniscono i due zeri a s=0 (DC), che bloccano la propagazione della componente continua nell’amplificatore • il terzo zero è legato alla condizione ZS=∞ che annulla la corrente e quindi la tensione di uscita Esempio: risposta completa in bassa-f di un CS Bode Diagram 20 10 0 Magnitude (dB) -10 -20 -30 -40 -50 matlab code: bode(-5.05*[1 76.9 0 0],[1 336.9 31311.9 786380]) -60 -70 -80 360 Phase (deg) 315 270 225 180 0 1 10 10 2 10 3 10 Frequency (rad/sec) 2 s ( s + 76.9) Av ( s ) = −5.05 ( s + 41)( s + 95.9)( s + 200) f Z 1 = 12.24Hz f P1 = 6.52Hz f P 2 = 15.26 Hz f P 3 = 31.83Hz Amid = −5.05 = 14.1dB 4 10 Metodo delle costanti di tempo • il calcolo della risposta in frequenza complessiva è spesso complicata (sopratutto in alta frequenza) • spesso si è interessati solo alle proprietà a centro banda e a conoscere i limiti di banda (fL, fH) • i metodi delle costanti di tempo in cortocircuito e circuito-aperto permettono di stimare fL e fH senza calcolare la risposta complessiva Metodo delle costanti di tempo in cortocircuito progetto delle capacità di accoppiamento/bypass Ci 1. si supponga che, nella banda di interesse, tutte le C di alta-f siano circuiti-aperti e si consideri la generica capacità Ci di bassa-f della rete ZVCi 2. ipotizziamo che tutte le altre C siano di valore così grande che possano essere considerati cortocircuiti nella banda di interesse ZVCi=RVCi puramente reale 3. affinchè anche Ci possa essere considerato un cortocircuito in tale banda, è necessario che 1 << RVCi ωC i ∀ω di interesse → 1 1 << RVCi → Ci >> ω L Ci ω L RVCi 4. si ripete la 3 per ogni Ci in modo che sia verificata la 2 stima della frequenza di taglio inferiore •la fL può essere stimata come •tipicamente si progetta a polo dominante 1 fL ≅ 2π n 1 1 VCi ∑R Ci Metodo delle costanti di tempo a circuito aperto stima della frequenza di taglio superiore Ci ZVCi 1. si supponga che, nella banda di interesse, tutte le C di bassa-f siano corto-circuiti e si consideri la generica capacità Ci di alta-f della rete 2. ipotizziamo che tutte le altre C di alta-f siano di valore così piccolo che possano essere considerati circuiti aperti nella banda di interesse ZVCi=RVCi puramente reale 3. affinchè anche Ci possa essere considerato un circuito aperto in tale banda, è necessario che 1 >> RVCi ωC i ∀ω di interesse 4. la frequenza di taglio superiore (fH) può essere stimata come 1 fH ≅ n 2π ∑ RVCi Ci 1 Esempio: amplificatore CE Problema: determinare il guadagno AV a centro banda e i limiti di banda per l’amplificatore riportato in figura. Simulare con SPICE. DATI: RI=1kΩ, R1=10kΩ, R2=30kΩ, RC=4.3kΩ, RE=1.3kΩ, RL=100kΩ, VCC=12V, CAB=1µF, CAC=0.1µF, CE=10µF, CL=10pF, Q: βF(BF)=100, VBE,ON=0.7V, φjbc(VJC)=0.75V, Cµ0(CJC)=1pF, rx(RB)=250Ω, tF(TF)=0.3ns, MJC=0.5 analisi DC: IC=1.6mA,VCE=3V VCB=2.3V CL: capacità (di alta-f) parassita di RL e/o della linea di interconnessione Esempio: amplificatore CE β 0 ≈ β F = 100 g m = I C / V T = 61 . 8 mA/V rπ = Cµ = β0 gm = 1 . 62 k Ω Cµ0 1+ V CB ro = = 0 . 5 pF C π = g mτ F = 19 pF φ jc rπ' = rπ + rx = 1 . 87 k Ω fT = V A + V CE =∞ IC g m' = g m rπ = 53 . 5 mA/V rπ + rx gm = 504 MHz 2 π (C π + C µ ) analisi a centro banda RiB = rπ' = 1.87 kΩ RB = R1 // R2 = 7.5kΩ Rin = RB // RiB = 1.5kΩ RC* = RC // R L = 4.1kΩ Av ,mid = − Rin g m' RC* = −132 (42.4dB) Rin + RI modello AC Esempio: amplificatore CE analisi a bassa frequenza RC AB = RI + Rin = 2.5kΩ RiC RC E = RE // RiE ≈ RE // RO CAC X RC RI 1 = 18.4Ω ' gm X RL metodo delle costanti di tempo in corto-circuito RB RC AC ≈ RC + RL = 104.3kΩ fL ≈ 1 2π 1 1 1 + + RC C AB RC C AC RC C E AC E AB = 911Hz Esempio: amplificatore CE resistenza vista da Cπ (Cµ e CL aperti) analisi ad alta frequenza RCπ = rπ 0 RC* RC* RCπ = rπ 0 = rπ // [rx + (RB // RI )] = 656Ω resistenza vista da CL (Cπ e Cµ aperti) RC* RC = RC* = 4.1kΩ resistenza vista da Cµ (Cπ e CL aperti) L metodo delle costanti di tempo in circuito-aperto 1 fH ≅ = 1.14MHz 2πrπ 0CT R CT = Cπ + C µ (1 + g m RL ) + L (C µ + C L ) = 213pF rπ 0 v x = v + (ix + g m v ) RL RCµ v = ix rπ 0 vx RL = = rπ 0 1 + g m RL + ix rπ 0 Esempio: amplificatore CE amplificatore emettitore comune VCC 1 0 12 R1 2 0 10k R2 1 2 30k RC 1 3 4.3k RE 4 0 1.3k CAB 6 2 2u CAC 3 5 0.1u CE 4 0 10u Q1 3 2 4 bjtmodel .model bjtmodel NPN BF=100 RB=250 +CJC=1p MJC=0.5 TF=0.3n RI 6 7 1k RL 5 0 100k CL 5 0 10p VI 7 0 AC 1 .OP .AC DEC 100 10 1e8 .PROBE .END Esempio: amplificatore CE Problema: determinare i valori delle capacità di bassa-f per aumentare la fL a 10 kHz RC E = RE // RiE ≈ RE // RC AB = RI + Rin = 2.5kΩ RiC RO RC RI Progetto a polo dominante: fissiamo la costante di tempo di CE in corrispondenza di fL e quelle delle altre C a fL/10 (per avere CE non troppo alta) CAC X 1 = 18.4Ω ' gm X RL CE = RB 1 1 = 865nF C AB = 10 ≈ 63.6nF 2πf L RC AB 2πf L RCE C AC = 10 RC AC ≈ RC + RL = 104.3kΩ fL ≈ 1 2π 1 ≈ 1.5nF 2πf L RC AC 1 1 1 + + RC C AB RC C AC RC C E AC E AB 1 1 ≈ ≈ 10kHz 2π RC C E E Esempio: amplificatore CE amplificatore emettitore comune VCC 1 0 12 R1 2 0 10k R2 1 2 30k RC 1 3 4.3k RE 4 0 1.3k CAB 6 2 63.6nF CAC 3 5 1.5nF CE 4 0 865n Q1 3 2 4 bjtmodel .model bjtmodel NPN BF=100 RB=250 +CJC=1p MJC=0.5 TF=0.3n RI 6 7 1k RL 5 0 100k CL 5 0 10p VI 7 0 AC 1 .OP .AC DEC 100 10 1e8 .PROBE .END