test 32 | 365mountainbike Testo Walter Belli Foto Cicloclick evil UPRISING 64° 71° 35.1 434 1166 585 Angolo sterzo (°) ANGOLO SELLA (°) ALTEZZA BB (mm) CARRO (mm) INTERASSE (mm) ORIZ. VIrT. (mm) Senza ombra di dubbio una tra le più attese ed esclusive bike del momento, La Uprising è la più efficace enduro con ruote da 26” mai realizzata: strepitosa in discesa quanto sorprendente in salita, ci ha letteralmente stregati grazie a un’estetica da vera proto-Bike e alla rapidità con cui si lascia condurre in tutte le situazioni, anche le più impegnative Segni particolari MONOCROSS Il carro monocross sembrava essere ormai scomparso dal panorama delle sospensioni posteriori. Orange esclusa, infatti, il monopivot è stato sostituito dai vari VVP/DW Link e dai quadrilateri più o meno complessi che grazie alla demoltiplicazione della compressione riescono ad isolare meglio dalle oscillazioni della pedalata, ma con il Delta System Evil è riuscita a fare una vera opera d’arte trasformando il monocross in una sospensione da sogno Quando si prova ad immaginare la mountainbike ideale si vorrebbe una bici da discesa capace di affrontare le salite con la stessa disinvoltura di una trailbike. Nella maggior parte dei casi però, ci si accontenta e si finisce per privilegiare una o l’atra delle caratteristiche. La protagonista di questo test invece promette di essere riuscita a centrare l’obiettivo. Come? Partendo dalla Undead, la sorella maggiore da dh, la Uprising è stata opportunamente ridimensionata nel triangolo anteriore e nel carro posteriore per allinearsi alla concorrenza in termini di peso e di corsa posteriore. Il carro, un monocross da 150 mm reagise in modo del tutto simile a quelli delle bici da discesa tanto è sensibile nella prima parte dell’affondamento. Nella seconda metà invece si trasforma e la progressione diventa subito sensibile regalando l’impressione di avere ben più escursione di quella di cui realmente si dispone. L’ammortizzatore Fox, il Float X CTD, permette di trovare la giusta taratura idraulica in un baleno semplicemante selezionando il tipo di controllo della compressione che si desidera. Leggermente più complicato incece raggiungere il pomello del ritorno, parzialmente coperto dalle bielle di rimando, ma una volta trovato il feeling giusto è un’operazione che non si andrà più a modificare così spesso. Decisamente ingegnosa, invece, la soluzione per variare la geometira del telaio dove, andando a ruotare le asole di ancoraggio del carro alle bielle si può optare per la posizione high oppure low del movimento centrale che passa così rispettivamente da 35,8 a 35,1 cm in abbinamento a forcelle da 160 mm e da 34,2 a 33 con forcelle da 150 mm di escursione. La cosa va ad influire naturalmente anche sull’interasse che nel primo caso, su una taglia M passa da 116,20 a 116,60 cm mentre l’angolo sterzo passa da 64,5° a 64° netti con forcella da 160 e da 67,5° a 66,5° con forcella da 150. Un dettaglio quindi che in un attimo premette di trovare l’assetto ideale in base al tipo di percorso che si vuole affrontare. La configurazione da noi scelta è stata quella con l’interasse più lungo, cioè con forcella da 160 mm e assetto “low” e relativi valori che per non ripeterci abbiamo indicato in grassetto nel testo qui sopra. Una soluzione che lungo i sentieri di Finale Lugure, dove abbiamo spinto al limite questo gioiello, ha dato subito risultati sorprendenti. Proprio come le più moderne 27,5 da enduro la nostra Uprising è risutata compatta e nervosa nella parte superiore, a tutto vantaggio della libertà di movimento per il corpo e della reattività nelle manovre, mentre l’interasse generoso della parte inferiore garantiva quella piacevole sensazione di sicurezza conosciuta dalle bike con le ruote maggiorate e che invita a spingere sempre più forte. Rocce in contropendenza, radici e tereno dalla consistenza irregolare, tutto viene superato 365mountainbike | 33 test orare Più si fa lav to il carro tan golo più il trianpuò anteriore ttato essere sfruare la per impost più traiettoria redditizia con enorme disinvoltura. Parte del merito va alle sospensioni, non c’è dubbio, ma è il comportamento del carro che impessiona in quanto non reagisce come appendice ma come vero e proprio telaio secondario che controlla il retrotreno. Più il carro lavora e più il triangolo anteriore può essere sfruttato esclusivamente per impostare la traiettoria più redditizia che, senza alcuna esitazione verrà seguita fino al termine della discesa: un missile terra-aria. Sul veloce e sui tratti pedalati carro e interasse giocano ancora una volta il ruolo dei protagonisti con una capacità di rilancio con cui le ruote “maggiorate” non possono competere. Discorso analogo anche per i passaggi più tecnici, stretti e lenti dove, si sa, avere una struttura compatta ha i suoi vantaggi e le ruote da 26” ritoranano ad avere la loro ragione di esistere. La prova del nove la Evil però la deve ancora superare e tra un sentiero e l’altro ci troviamo a dover affrontare anche la salita! L’ammortizzatore potrebbe aiutarci andando ad agire sulla leva di controllo della compressione, ma preferiamo non modificare l’idraulica rispetto alla esperto taratura impiegata in discesa per capire se il sag tra il 20e il 30% della corsa totale, quindi piuttosto morbido, gioca a sfavore. Ancora una volta la cinematica dimostra la sua efficacia stabilizzando il carro che cede al bobbing solo negli scatti in fuorisella. Sullo sconnesso la trazione resta da primato, con il peso perfettamente centrato sulla ruota posteriore e quando bisogna affrontare un ostacolo di dimensioni più generose basta un colpetto di pedale per alzare l’avantreno e già si è oltre: merito ancora una volta delle ruote da 26” e dell’equilibrio complessivo che la geometria scelta è in grado di regalare. Ma questa Uprising è proprio così formidabile in tutte le condizioni d’uso e su ogni terreno? La risposta è sì, a patto di avere un’adeguata preparazione fisica e un’approccio corretto. Questa creatura dei boschi infatti non è per tutti, indipendentemente dall’assetto scelto resta pur sempre una macchina da corsa capace di rispondere anche in modo brusco se portata al limite. Se diamo un’occiata al triangolo anteriore infatti non sarà difficile notare quanto i tecnici Evil siano riusciti a renderlo compatto grazie anche al posizionamento dell’ammortizzatore che passa attraverso il tubo piantone. A questo si aggiungono le importanti venature che dal tubo sterzo arrivano fino alla scatola del movimento centrale. Questo non solo catatterizza il fattore estetico, ma anche la guida con una precisione chirurgica negli inserimenti e nel mantenimento della linea, ma per riuscire a domare un cavallo di razza ci vule un po’ di manico... ma d’altra parte anche la principiante UPGRADE 3 L’esemplare da noi testato era la bici personale di Davide Bonandrini, titolare di DSB, che naturalmente non si è fatto mancare nulla per quanto riguarda l’allestimento. Davvero difficile trovare un upgrade tecnico concretamente valido. In sintesi una bici davvero perfetta! La nostra scelta 5 trail all mountain 5 6 4 qualità/prezzo 34 | 365mountainbike 6 + equipaggiamento --- La geometria moderna e l’efficacia del carro posteriore dimostrano che le 26” hanno ancora molto da dire Il passaggio ruota posteriore è davvero esiguo, ma voi ve la sentireste di condannare una Lamborghini Murcielago solo perchè aveva la pedaliera non allineata con lo sterzo? EVIL Uprising DSB, www.dsb-bonandrini.com € 2.499,00 Prezzo solo telaio Peso (solo telaio)3,30kg Ammortizzatore Fox Float X CTD Factory Forcella Fox 36 Talas Fit RC2 Factory Kashima Serie sterzoFSA Orbit C40/ACB-1 Cambio posterioreSram XX1 Comandi Sram XX1 Guarnitura Race Face Next SL 32 denti Cassetta Sram XX1 10-42 Freni Hope Tech 3 E4 Ruote/mozzi/cerchi Industrie Nine Trail 24 Gomme Maxxis High Roller Attacco Thomson Manubrio Race Face Sixc 785 mm Reggisella Thomson Dropper Sella SDG Duster RL TaglieS, M (test), L e XL Angolo sterzo da 64,5° a 64° (forcella da 160mm Angolo sella71° Tubo verticale CF450mm Orizzontale virtuale585mm Tubo di sterzo120mm Carro posteriore 430/434 mm Interasse da 1120 a 1124 mm Altezza movimento centrale 330 a 342 mm Escursione Post (mm) 150 Escursione Ant (mm) 150 o 160 Citroën di Sebastian Loeb non è il mezzo ideale per portare a casa nonna Emma dopo cena, e lei non comprerebbe certo una bici che sul tubo orizzontale ha scritto “malvagia”, ma che malvagia certo non è. Il suo look austero e rigorosamente naked con gli adesivi applicati direttamente sulla fibra di carbonio senza alcuna verniciatura ben si coniugano con i passaggi cavo esterni che lasciano intendere che la bici può essere trasformata in ogni momento come un prototipo ancora in fase di sviluppo. In realtà per il nostro esemplare è praticamente impossibile immaginare un qualsiasi upgrade vista la lussuriosa componentistica scelta da DSB che, oltre alla supersexy guarnitura Race Face monocorona, ai rinnovati freni Hope a quattro pistoncini, alle ruote tubeless Industrue Nine, ci propone in anteprima il tanto atteso tubo sella telescopico Thomson che alla classica lavorazione cnc abbina un funzionamento fluido e sempre pronto, azionato da una leva dal design ergonomico e super compatto. VERDETTO La Uprising rappresenta la massima evoluzione tecnica e geometrica in abbinamento a ruote da 26”. Un’opera d’arte da godere appieno e magari un giorno mostrare con orgoglio e dire io ne possiedo una: l’ultima delle 26”, la migliore di sempre 365mountainbike | 35 test ruote GOMME Geometria variabile reggisella Le Industrie Nine Trail 24 sono un sogno per scorrevolezza, robustezza e precisione. La possibilità di poterle ordinare nel colore desiderato è un plus che trasforma ogni mezzo in una super bike Due bestseller della collezione Maxxis: la High Roller, che troviamo sull’anteriore non ha bisogno di presentazioni, la ardent invece sembra nata per questo telaio offrendo un grande comfort e una discreta trazione nonostante i tasselli appena accennati Andando ad agire sulle asole di ancoraggio del carro alle bielle di rimando dell’ammortizzatore si possono modificare angolo sterzo, altezza del movimento centrale e interasse Anche in questa celebrazione del componente esoterico il telescopico Thomson non passa certo inosservato. Lavorato dal pieno viene pilotato da un comando remoto davvero minimal mentre il suo funzionamento è impeccabile Il carro monocross va ad agire su una coppia di bielle adeguatamente proporzionate e infulcrate, capaci di isolare completamente la sospensione dalla pedalata, pur mantenendola super sensibile e pronta Il tubo sella telescopico di Thomson è uno dei prodotti più efficaci oggi disponibili sul mercato e senza dubbio il più raffinato. Fluido nel funzionamento e curato in ogni minimo dettaglio è all’altezza del marchio che porta Un vero orgasmo per gli amanti del cnc i freni hope si presentano al mercato rinnovati nell’estetica, qui nella configurazione a 4 pistoncini, ma sempre forti di una modulabilità e una potenza da primato Forcella manubrio La 36 può sembrare sovradimensionata per questo tipo di bici, ma le apparenze ingannano e quando si apre il gas si apprezzano l’angolo sterzo più ampio e la grande performance in compressione ed estensione dell’idraulica Fox capace di copiare ogni tipo di fondo L’attacco Thomson e la piega Race Face Sixc da 785mm offrono un controllo impeccabile del mezzo, mentre la corretta elasticità dell’insieme non affatica troppo gli avambracci. L’ampia zona su cui sistemare i comandi permette di personalizzare il layout a piacimento L’unico dettaglio tecnico che presta il fianco alle critiche è la scarsa luce che l’archetto lascia al pneumatico posteriore. Un peccato con il quale bisogna imparare a convivere se si vuole godere del privilegio di guidarne una