MODULO 2 Il sistema di gestione del rischio clinico in Toscana IDENTIFICARE ED ANALIZZARE I RISCHI NELLE STRUTTURE OPERATIVE Lucca, 16 giugno 2008 A cura del dott. G. Puntoni UO di Medicina Legale A.U.S.L. 2 Lucca 1 ARGOMENTI • il rischio in sanità (il problema degli errori); • L’epidemiologìa degli errori (lo studio di Harvard); • La gestione del rischio clinico (identificare ed analizzare i rischi) • L’identificazione (incident reporting e revisione delle cartelle cliniche); • L’analisi dei rischi (audit clinico, rassegna di morbidity and mortality, FMEA). 2 RISK MANAGEMENT • E’ l’attività clinica finalizzata alla riduzione del rischio clinico attività è costituita • Tale dall’identificazione e valutazione dei rischi 3 FASI DEL RISK MANAGEMENT • 1 – analisi dell’errore • 2 – analisi di processo (FMEA) • 3 – individuare l’Indice di priorità di rischio (IPR) con la tecnica FMECA • 3 – monitoraggio delle misure messe in atto per la prevenzione dell’errore 4 STUDI EPIDEMIOLOGICI DEGLI ERRORI IN SANITA’ Terminologia (glossario): evento avverso; negligenza; prevenibilità; danno. Metodologìa di lavoro: studio sistematico o a campione; personale interno alla struttura o esterno. 5 STUDIO DELLA SCUOLA MEDICA DI HARVARD (1984) • INCIDENZA DEGLI EVENTI AVVERSI • Revisione di 30 mila cartelle cliniche; • Incidenza di eventi avversi: 3,7%; • E.A. dovuti a negligenza: circa ¼; > nei pz anziani; • Danno: nel 70 % disabilità inferiore a sei mesi; nei restanti casi disabilità permanente o decesso. 6 DATI EPIDEMIOLOGICI STUDIO DI HARVARD TO ERR IS HUMAN EVENTI AVVERSI 3,7% 4% EVENTI AVVERSI PREVENIBILI MORTALITA’ 58% 53% 13,6% 6,6% TIPOLOGIA DI ERRORE ERRORE NELL’USO DEI FARMACI PRESCRIZIONE / TRASCRIZIONE / DISTRIBUZIONE / SOMMINISTRAZIONE ERRORE CHIRURGICO CORPI ESTRANEI; INTERVENTO SU PARTE O LATO DEL CORPO SBAGLIATA; INTERVENTO NON NECESSARIO; GESTIONE NON CORRETTA PROCEDURE DIAGNOSTICHE PROCEDURE PROGRAMMATE, MA NON ESEGUITE; ESEGUITE SU PAZIENTE SBAGLIATO; MANCATA COMUNICAZIONE AL CURANTE DI REPERTI IMPORTANTI ED INATTESI ERRORI NELLA TEMPISTICA RITARDO NELLA DIAGNOSI / OPPURE NEL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO / OPPURE NELL’ESECUZIONE DELL’INTERVENTO CHIRURGICO ERRORE DI PRESCRIZIONE • 1 – MANCANZA DI INFORMAZIONI ESSENZIALI (ES.: NOME • • • • • DEL FARMACO) 2 – PRESCRIZIONE DI FARMACI CHE INTERGISCONO TRA LORO 3 – PRESCRIZIONE DI UN DOSAGGIO NON APPROPRIATO 4 – UTILIZZO DI UNITA’ DI MISURA ERRATA 5 – TERAPIA NON ADATTA ALLE CONDIZIONI DEL PAZIENTE (ESEMPIO: INSUFFICIENZA RENALE O EPATICA) Nota: il problema del dosaggio in pediatrìa. I problemi delle patologìe multiple e delle variazioni farmaco-cinetiche in geriatrìa. ERRORE LATENTE O ATTIVO ? 1 – lato sbagliato dell’intervento 2 – mancanza di una procedura per l’identificazione del lato da operare 3 – garza dimenticata all’interno del paziente 4 – mancanza di una procedura per la conta delle garze utilizzate nel corso dell’intervento chirurgico 5 – infezione post-operatoria (per un lavaggio delle mani non corretto) 6 – carente formazione in tema di lavaggio delle mani DEFINIZIONI FONTI INFORMATIVE TIPOLOGÌA DI ERRORI FLUSSO INFORMATIVO DEGLI EVENTI AVVERSI SCHEMA FMEA Rischio clinico; evento avverso; near miss; risk Management; Affari Legali; Osservatorio medicolegale; URP. Documentazione ospedaliera Uso farmaci; errore chirurgico; errore nelle procedure diagnostiche; errori nella tempistica Modello Regione Toscana Casi clinici 11 DEFINIZIONE DI RISCHIO CLINICO • è la probabilità per un paziente di rimanere vittima di un evento avverso 12 DEFINIZIONE DI EVENTO AVVERSO • Danno o disagio imputabile (almeno in parte) alle cure mediche • Che causa un prolungamento del ricovero ospedaliero / oppure un peggioramento delle condizioni di salute / oppure la morte 13 Le fonti informative • Ufficio Affari legali (gestione sinistri) • Osservatorio medico-legale • URP (gestione reclami) • Strutture Operative: Sistemi di segnalazione volontaria • Ufficio amministrativo (Dati DRG, Dati SDO) IDENTIFICAZIONE DEL RISCHIO • Le fonti informative; • L’iceberg degli incidenti: la parte visibile e la parte sommersa dei rischi. REVISIONE DELLA DOCUMENTAZIONE SANITARIA • 1 studio retrospettivo delle cartelle cliniche; • 2 analisi delle SDO per evidenziare possibili eventi avversi tramite indicatori della sicurezza del paziente PUNTI DI FORZA DELLO STUDIO DELLE CARTELLE CLINICHE 1 – è utile per definire una epidemiologìa degli eventi avversi; 2 – è utile per il monitoraggio; 3 – fornisce dati per attivare azioni di miglioramento. 17 LA REVISIONE DELLE CARTELLE CLINICHE Gli eventi avversi sono difficili da rilevare; È difficile evidenziare le omissioni; è difficile distinguere gli eventi avversi dai danni derivanti dalle complicanze; È difficile stabilire se l’evento avverso sia prevenibile 18 PUNTI DI DEBOLEZZA 1 – occorre progettare lo studio con rigore (criteri di valutazione) 2 – lavoro molto impegnativo; 3 – è difficile passare dalla descrizione dell’evento avverso alla spiegazione delle cause. 19 SISTEMA DI INCIDENT REPORTING • 1 clima di fiducia; • 2 errore come occasione di apprendimento; • 3 confidenzialità (l’alert report non contiene informazioni sensibili) ANALISI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO • 1 metodo dell’audit clinico; • 2 metodo della RMM. IMPEGNI DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE • 1 migliorare la sicurezza dei pazieni; • 2 contenere i costi assicurativi. • NB: collaborazione tra clinical risk manager con l’Osservatorio medico legale sul contenzioso e con l’Ufficio Affari legali. FASI DELLA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO • 1 identificazione dei rischi (incident reporting, reclami e denunce); • 2 analisi dei rischi (audit, M&M); • 3 prevenzione dei rischi. DEFINIZIONE DI NEAR MISS EVENT • Incidente evitato per l’intervento tempestivo di correzione da parte dell’uomo 24 L’INCIDENT REPORTING • L’incident reporting è una modalità di raccolta di segnalazioni di eventi avversi allo scopo di fornire una base di analisi, predisposizione di strategie e azioni di correzione e miglioramento per prevenire che tali eventi possano accadere di nuovo in futuro. 25 EVENTI AVVERSI • Near-misses o “quasi eventi”: si tratta di situazioni in cui un errore stava per essere commesso, ma per motivi furtuiti o per l’intervento di meccanismi di barriera non si è verificato. Ad esempio: un farmaco era stato riposto nel luogo sbagliato, ci si è accorti del problema e lo si è corretto. Oppure: un farmaco era riposto nel luogo sbagliato, è stato erroneamente prelevato e preparato per la somministrazione al paziente, ma ci si è accorti dell’errore prima della somministrazione. 26 EVENTI AVVERSI • Eventi senza esiti: si tratta di occasioni in cui un evento si è realmente verificato, ma senza conseguenze negative per il paziente. Ad esempio: caduta di un paziente senza lesioni. Oppure: somministrazione erronea di un farmaco innocuo. 27 EVENTI AVVERSI • Eventi avversi in senso stretto: sono i casi in cui il paziente è stato realmente danneggiato. 28 La scheda di segnalazione al facilitatore FMEA (Failure Mode and Effects Analysis) • Tecnica di analisi per identificare ed analizzare gli inconvenienti di un sistema, le cause e gli effetti 30 Definizione di FMEA Il “Failure Modes and Effects Analysis” (FMEA) è uno strumento di analisi del lavoro e di valutazione dell’affidabilità umana. E’ uno schema che guida gli addetti alla sicurezza: 1 - nell’analisi delle criticità presenti in un processo di lavoro; 2 - nell’individuazione di possibili azioni di miglioramento per ridurre il rischio d’incidenti. (Kirwan e Ainswoth, 1997) Definizione di FMECA Il “Failure Mode Effect Criticality Analysis” (FMECA) E’ una analisi quantitativa in cui la valutazione delle criticità individuate con la FMEA viene eseguita in base ai criteri di gravità, probabilità e rilevabilità. Scopo: determinare l’indice di priorità di rischio. (Kirwan e Ainswoth, 1997) SCALE PER LA VALUTAZIONE QUANTITATIVA DEGLI INCONVENIENTI • 1 Scala di gravità; • 2 Scala di probabilità; • 3 Scala di rilevabilità. 33 La scheda di analisi FMEA CATEGORIE DI EVENTO diagnosi: errata, ritardata, mancata intervento (da includersi carenza organizzativa anche la diagnostica invasiva e le manovre di emergenza): errato, ritardato, mancato. Terapia errata, mancata, ritardata. infezione caduta mancata prevenzione assistenza carente altro (specificare) 35 (2) Indice di priorità di rischio (IPR) ATTRIBUZIONE DELL’INDICE DI PRIORITÀ ALL’EVENTO : •E’ necessario specificare che la valutazione del singolo caso effettuata in questa fase è orientativa e va riconsiderata nel confronto con gli altri casi segnalati. •Per l’attribuzione del colore e quindi della priorità di rischio, il facilitatore può avvalersi del metodo di calcolo dell’indice di priorità di rischio che si riporta di seguito. INDICE DI PRIORITA’ DI RISCHIO • Attribuzione dell’indice di priorità all’evento secondo il codice colore: • E’ necessario specificare che la valutazione del singolo caso effettuata in questa fase è orientativa e va riconsiderata nel confronto con gli altri casi segnalati. • Per l’attribuzione del colore e quindi della priorità di rischio, il facilitatore può avvalersi del metodo di calcolo dell’indice di priorità di rischio che si riporta di seguito. 37 (2) Indice di priorità di rischio (IPR) Identificare su una scala da 1 a 10 (dove 1=minima priorità e 10=max priorità) Gravità dell’evento (gravità del potenziale danno che l’evento avrebbe potuto provocare al paziente) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 7 8 9 10 7 8 9 10 Frequenza dell’evento (numero di volte che l’evento si ripete simile in un certo periodo di tempo) 1 2 3 4 5 6 Identificabilità dell’evento (possibilità di intercettazione dell’evento da parte degli operatori) 1 2 3 4 5 Indice di priorità di rischio (IPR): IPR = 0,1 6 IPR = GxF I IPR = 100 Modalità di analisi tramite FMEA L’analisi tramite FMEA può essere utilizzata in due modalità Reattiva Proattiva Si applica FMEA dopo un incidente per analizzare e risovere gli errori che lo hanno provocato Si applica FMEA per validare delle procedure o per monitorare la sicurezza delle pratiche di lavoro C en tr o r i c er c h e i n er g o n o m i a Applicazione di FMEA in modalità reattiva Incidente Risk management staff Raccolta notizie e ricostruzione sequenza eventi Analisi delle criticità Errori attivi Slips Rule e Knowledge Mistake Violazioni Errori latenti Design e manutenzione attrezzature Informazione/comunicazione Organizzazione del lavoro Gestione del personale Correzione carenze del sistema (Feldman and Roblin, 1997) C en tr o r i c er c h e i n er g o n o m i a Applicazione di FMEA in modalità reattiva 1. Ricostruzione della catena di eventi che hanno provocato un incidente o una situazione di elevato rischio di caduta del sistema 2. Identificazione dei punti, all'interno della sequenza, che rappresentano gli errori attivi e gli errori latenti: errori di un sistema che non è stato in grado di impedire l’incidente 3. Impostazione delle azioni di miglioramento da intraprendere sul piano organizzativo, tecnologico e umano per ogni criticità rilevata sulla sequenza di eventi 1SEGNALAZIONE 4– ARCHIVIAZIONE 2 – RACCOLTA DELLA SEGNALAZIONE 5 – RASSEGNA DI MORTALITÀ E MORBILITÀ 3 – VALUTAZIONE 6 - AUDIT E PRE-ANALISI DELLA SEGNALAZIONE 7– RACCOMANDAZI ONI E PIANO DI AZIONE FASE Segnalazione DESCRIZIONE L’operatore coinvolto in un quasi evento oppure in un evento senza conseguenze segnala il caso al facilitatore. Può farlo con la scheda, con e-mail, con una telefonata DOCUMENTO Scheda di segnalazione FASE Raccolta della segnalazione DESCRIZIONE Il facilitatore contatta l’operatore per ulteriori informazioni (se la scheda è nominativa); altrimenti contatta Caposala e Direttore Nota:indicare sempre nella scheda presidio e reparto DOCUMENTO Scheda di segnalazione FASE Audit DESCRIZIONE Il facilitatore predispone la documentazione del caso e la letteratura; convoca i partecipanti; coordina gli incontri; DOCUMENTO Schema FMEA L’alert report (con l’analisi del problema, non del caso) FASE Diffusione dell’alert report DESCRIZIONE Invio dell’alert report a tutti i partecipanti (per integrazioni ed approvazione) DOCUMENTO Alert report FASE DESCRIZIONE DOCUMENTO Implementazione e monitoraggio delle azioni di miglioramento 1 – piano di azione (gestione a livello di UO con supervisione del Facilitatore, del Direttore UO, del GGRC) 2 – piano di priorità per la sicurezza del paziente (piano presentato dal Referente per il RC e dal GGRC alla Direzione Sanitaria) 1 – modello piano di azioni 2 – modello piano di priorità per la sicurezza del paziente Modello FMEA per l’analisi d’incidenti Incidente 1 Criticità Sequenza di eventi Errori attivi 1) 2) 3) n) Raccomandazioni Errori latenti Procedure Attrezzature Training Consigli pratici per l’applicazione di FMEA • Avere come riferimento una tassonomia degli errori umani da utilizzare come checklist per l’identificazione delle criticità • Descrivere la sequenza degli eventi in maniera molto sintetica e precisa, limitandosi all’asciutta descrizione dei fatti senza aggiungere commenti • Prima di applicare FMEA, può essere utile costruire un diagramma di flusso per la descrizione del processo di lavoro oggetto di analisi Concezione organizzativa dell’errore LATENT FAILURE ACTIVE FAILURE Decisioni Strategiche Condizioni che favoriscono l’errore Processi organizzativi ecc. Condizioni che favoriscono le violazioni Violazioni Organizzazione Ambiente di lavoro Persone Difese Errori Difese Tassonomia degli errori umani TIPI DI ERRORE DI BASE SLIP AZIONI NON NON AZIONI SECONDO LE LE SECONDO INTENZIONI INTENZIONI LAPSE AZIONI CHE VIOLANO LA SICUREZZA MISTAKE AZIONI AZIONI SECONDO SECONDO LE LE INTENZIONI INTENZIONI VIOLAZIONI (Reason, 1990) Errori attenzionali Intrusioni Omissioni Inversioni Ordinamenti sbagliati Tempi sbagliati Errori della memoria Omissioni di elementi pianificati Confusioni spaziali Oblio delle intenzioni Mistakes rule-based Applicazione erronea di buone regole Applicazione di regole sbagliate Mistakes Knowledge-based Forme molto variabili Violazioni di routine Violazioni eccezionali Atti di sabotaggio Modello FMEA per l’analisi d’incidenti Incidente 1 Criticità Sequenza di eventi Errori attivi 1) 2) 3) n) Raccomandazioni Errori latenti Procedure Attrezzature Training Considerazioni su FMEA PREGI DELLA FMEA • E’ uno strumento piuttosto semplice ed intuitivo • Aiuta a scomporre l’oggetto di analisi in fasi ordinate in sequenza temporale • Invita a prendere sempre in considerazione la parte attiva e quella latente di ogni errore • E’ uno schema di base per focalizzare le discussioni in gruppo sulle criticità e le relative proposte di miglioramento del sistema Considerazioni su FMEA DIFETTI DELLA FMEA • Il successo nell’applicazione di FMEA dipende dall’abilità e dall’esperienza dell’analista • Per l’analisi di processi di lavoro con molte interazioni in parallelo è consigliabile utilizzare altri strumenti di analisi SCOPO DI UN AUDIT miglioramento della qualità dei servizi e della sicurezza dei pazienti 55 FASI DI UN AUDIT 1 – sequenza degli eventi; 2 – identificazione dei rischi e delle criticità; 3 – ipotesi di miglioramento; 4 – progettazione dei piani di miglioramento. 56 PARTECIPANTI ALL’AUDIT tutti gli operatori direttamente coinvolti nella gestione del caso oggetto di analisi 57 FASE 1: PREPARAZIONE revisione della documentazione; colloquio con le persone coinvolte; ricerca in letteratura. 58 FASE 2: REALIZZAZIONE 2 obiettivi: Analisi dell’evento e identificazione delle criticità principali; Formulazione di ipotesi di miglioramento. 59 FASE 3: STESURA E DISTRIBUZIONE DI UN ALERT REPORT 1 – descrizione dell’evento segnalato; 2 – criticità rilevate; 3 – ipotesi di miglioramento; 4 – riferimenti bibliografici. 60 FASE 4: ANALISI DELL’ALERT REPORT il report finale è inviato al Clinical Risk manager. 61 ANALISI DEGLI EVENTI AVVERSI • 1 minore focalizzazione sull’individuo; • 2 maggiore attenzione ai organizzativi preesistenti determinano le condizioni l’errore si verifica. fattori che in cui 62 FALLIMENTI ATTIVI • 1 distrazioni o errori; • 2 fallimenti cognitivi (lapsus, errori determinati da ignoranza o inappropriata interpretazione della situazione); • 3 violazioni (deviazioni intenzionali da procedure) 63 FALLIMENTI LATENTI • Determinano le condizioni in cui si • • • • • realizzano atti non sicuri: Carichi di lavoro pesanti; Conoscenze o esperienze inadeguate; Ambiente stressante; Cambiamento organizzativo rapido; Sistema di comunicazione inadeguato. 64 L’APPROCCIO SISTEMICO • Gli errori sono visti come conseguenze piuttosto che cause; • Adottare contromisure (le difese del sistema); • Conoscere come e perché le difese siano venute meno. 65 LA PREVENZIONE DEGLI EVENTI AVVERSI: AGIRE SUL SISTEMA • Progettare sistemi per proteggere gli operatori dagli errori cognitivi: • Liste di controllo; protocolli; procedure scritte; • Barriere procedurali (es.: eliminare il KCL concentrato). 66 CASISTICA • Decesso da KCL; • Presa in carico al PS; • Shock settico; • Infezione di protesi articolare. SENTENZA TRIBUNALE DI MASSA Agosto 1998. H 11. Uomo viene ricoverato in medicina generale per disartrìa e disorientamento in soggetto affetto da K del retto. H 17. Il medico di turno dispone la somministrazione di KCl senza specificare le modalità di somministrazione. Dopo pochi secondi dalla iniezione il paziente decedeva. Il medico prendeva la confezione in cui erano contenute le fiale di K e dopo aver letto le indicazioni accusava l’infermiera di non aver messo il K nella flebo che il pz. aveva già. 68 DECESSO CONSEGUENTE ALLA SOMMINISTRAZIONE DI KCL Sequenza di eventi Evento avverso criticità Agosto 1998. H 11. Uomo viene ricoverato in medicina generale per disartrìa e disorientamento in soggetto affetto da K del retto. H 17. Il medico di turno dispone la somministrazione di KCl senza specificare le modalità di somministrazione. Dopo pochi secondi dalla iniezione il paziente decedeva. 69 DECESSO CONSEGUENTE ALLA SOMMINISTRAZIONE DI KCL Sequenza di eventi Evento avverso criticità Il medico prendeva la confezione in cui erano contenute le fiale di K e dopo aver letto le indicazioni accusava l’infermiera di non aver messo il K nella flebo che il pz. aveva già. 70 ITER GIUDIZIARIO il medico ha patteggiato la pena sia in ordine al reato di omicidio colposo che a quello dell’art. 479 c.p. per avere modificato la cartella clinica. Tesi dell’infermiera: non contesta né il proprio ruolo né le modalità della condotta; sostiene di essersi limitata ad eseguire le disposizioni del medico; la somministrazione di un farmaco è atto di competenza medica e non rientra nelle mansioni dell’infermiera. 71 SENTENZA DEL TRIBUNALE 1 - l’errore commesso dalla infermiera verte su cognizioni elementari e fa ravvisare una condotta imperita, negligente ed imprudente. 2 - L’infermiera doveva informarsi prima di eseguire una prestazione sanitaria mai compiuta prima di allora e della quale ignorava modalità e conseguenze. Doveva conoscere le conseguenze gravi e dannose della somministrazione in unica soluzione del KCl. 72 Modello FMEA per l’analisi d’incidenti Incidente 1 Criticità Sequenza di eventi Errori attivi 1) 2) 3) n) Raccomandazioni Errori latenti Procedure Attrezzature Training DECESSO DA KCL: EVENTO SENTINELLA • Il Ministero della Salute ha elaborato 10 categorìe di eventi sentinella con obbligo di segnalazione da parte delle Aziende Sanitarie; • Lo studio degli eventi sentinella ha consentito l’elaborazione di apposite Raccomandazioni. CASO: PRESA IN CARICO AL PS 1) donna. 39 anni. Al PS per dolore precordiale da un’ora. 2) Triage: nessun sintomo (non riferisce comparsa di dispnea). 3) APR: sindrome coronarica acuta. Terapìa attuale: diuretico, beta-bloccante, vasodilatatore 4) Codice giallo. 75 CASO: PRESA IN CARICO AL PS 5) PS affollato. Attesa di un’ora in area di triage. 6) Visita di uno specializzando: modesto dolore precordiale; assenza polsi pedidi e poplitei bilaterale 7) Infermiere area triage: PA 80/50 mmHg. Dato non comunicato al medico. Somministra NTG sublinguale (5 mg) come da protocollo 8) Annotazione dell’infermiere: ha somministrato la NTG pur discordando dalla procedura perché la pz è ipotesa. 76 CASO: PRESA IN CARICO AL PS 9) 35’ dopo somministrazione di NTG: ancora dolore precordiale; aumento della dispnea. 10) Somministrazione di morfina (1f in 250 cc SF ev) e di NTG (1 f in 250 cc SF ev 11) Dopo 1 h il medico rileva l’ipotensione e sospende la terapìa 12) Immediata richiesta di consulenza internistica (codice verde) 77 CASO: PRESA IN CARICO AL PS 13) l’internista giunge al PS dopo 90’ 14) Comparsa di bradiaritmìa marcata e shock 15) Si libera la sala rossa. Allertata squadra ACLS 16) Decesso (3 h dopo l’accesso al PS) 78 QUESITI 1 – quali le azioni che portano all’evento avverso ? 2 – quali le condizioni che spingono gli operatori a comportarsi in quel modo ? 79 DECESSO PER SHOCK SETTICO SENTENZA DELLA CASSAZIONE N. 4177 (1) • 10-06-1999: intervento chirurgico per ernia inguinale e testicolo ritenuto; inserimento di plug in polipropilene. • Dopo dieci giorni: persistenza del dolore, rialzi febbrili, fuoriuscita di siero dalla ferita. • 25-06-1999: decesso per scompenso cardiocircolatorio dovuto a shock settico (infezione da streptococco emolitico localizzata tra il piano muscolare ed il peritoneo parietale). 80 DECESSO PER SHOCK SETTICO (2): CHE TIPO DI ERRORE SI PUO’ IPOTIZZARE ? • 1 – la storia clinica doveva far sospettare un processo infettivo come complicanza della procedura chirurgica (tesi dell’Accusa) oppure il quadro era particolarmente subdolo ed i sintomi tutt’altro che chiari ? • 2 – quali risultati attendersi da una puntura esplorativa e/o da una ecografìa ? 81 DECESSO PER SHOCK SETTICO (3) • 3 – quali risultati ci si poteva attendere dalla terapìa antibiotica e/o chirurgica ? • 4 – quale è la prognosi delle infezioni da streptococco emolitico ? 82 DECESSO PER SHOCK SETTICO (4) • Colpa professionale in ambito di omissione: il giudizio controfattuale. grado di probabilità della • Il sopravvivenza nell’ipotesi di condotta esigibile dal sanitario. 83 CASO CLINICO: INFEZIONE DI UNA PROTESI ORTOPEDICA • Uomo 60 enne con grave artrosi. Indicazione all’applicazione di protesi. Corretta valutazione pre-intervento (ECG, Rx torace e dell’articolazione, esami di laboratorio). • Intervento: eseguita adeguata profilassi antibiotica. • Decorso post-operatorio: puntate febbrili nei primi 4 giorni. 84 CASO CLINICO (2): INFEZIONE DI UNA PROTESI ORTOPEDICA • • • Tempestività della diagnosi di infezione: segni clinici subdoli; il lieve incremento degli indici aspecifici di malattia (VES e PCR) non costituiva motivo di allarme; • Non ci fu ritardo o comunque non fu un ritardo tale da integrare gli estremi dell’errore grave ed inescusabile; • In ogni caso una diagnosi più tempestiva non avrebbe influenzato la decisione di rimuovere la protesi. 85 errori di osservazione e di registrazione dei fenomeni errori di diagnosi La rilevazione dei segni di infiammazione è stata scrupolosa (andamento della TC, l’aspetto dalla cute) ? L’interpretazione degli esami di laboratorio e dell’esame Rx è stata corretta ? errori nel La terapìa antibiotica (la scelta procedimento dell’antibiotico, il dosaggio e la via di terapeutico somministrazione) era adeguata ? L’indicazione alla rimozione della protesi era corretta ? 86 1° - INFEZIONE DI UNA PROTESI ARTICOLARE • Misure di profilassi • 1 – identificazione e correzione (quando possibile) dei fattori di rischio locali (fattori settici) e generali (stati di immunodeficienza, diabete ecc) • 2 – profilassi antibiotica peri-operatoria 87 Misure di profilassi • 3 – sterilità della sala operatoria • 4 – tecnica chirurgica (contenimento dei tempi operatori, lavaggi intra-operatori) • 5 – profilassi post-operatoria (gestione dei drenaggi e delle medicazioni, controllo di eventuale secrezione siero-ematica, tempestivo trattamento di complicanze della ferita, gestione dei cateteri urinari) 88 Criteri di valutazione della condotta professionale • 1 – la correttezza delle misure di profilassi pre-operatoria, intra-operatoria e postoperatoria • 2 – tempestività della diagnosi, accuratezza nella raccolta dei dati clinici, adeguatezza degli accertamenti eseguiti • 3 – la correttezza della terapìa antibiotica e coerenza con le risultanze dell’antibiogramma 89 • NECESSARIO UN SISTEMA INTEGRATO DI PREVENZIONE DEI CONFLITTI E DI GESTIONE DEL CONTENZIOSO E DEL RISCHIO CLINICO 90 DATI DELL’OSSERVATORIO MEDICO LEGALE SUL CONTENZIOSO 1 – n. casi per UO 2 – monitoraggio degli eventi sentinella secondo la lista elaborata dal Ministero della Salute 3 – eventi sentinella di rilevanza medico legale 4 – criticità per UO 91 CASISTICA CARIGE (dal dicembre 2006 all’agosto 2007) distribuzione per presidio ospedaliero Presidio ospedaliero n. Richieste di n. Ricoveri anno risarcimento 2006 (periodo di 9 mesi) Lucca 45 20.993 Castelnuovo + Barga 4 7.260 92 U.O. MAGGIORMANTE COINVOLTE UO di Ortopedia 10 casi (circa 3.000 ricoveri nel 2006) UO di Ostetricia e Ginecologia 10 casi UO Pronto Soccorso 6 casi UO di Urologìa 3 casi (circa 1.400 ricoveri nel (circa 3.500 ricoveri nel 2006) 2006) UO di Chirurgia Plastica 3 casi (circa 500 ricoveri nel 2006) 93 ALTRE U.O. COINVOLTE UO di cardiologìa UO di chirurgia generale UO di malattie infettive UO di medicina e traumatologìa dello sport UO di medicina generale 2 casi (circa 2.000 ricoveri nel 2006) 2 casi (circa 2.000 ricoveri nel 2006) 2 casi (circa 600 ricoveri nel 2006) 2 casi (circa 600 ricoveri nel 2006) 2 casi (uno di questi: caduta di un visitatore) (circa 6.100 ricoveri nel 2006) UO di radiodiagnostica 2 casi 94 ALTRE U.O. COINVOLTE Ambulatorio odontoiatrico 2 casi UO di neurologia 1 caso (su circa 700 ricoveri) UO di oculistica 1 caso UO di ORL 1 caso (su circa 700 ricoveri) Poliambulatorio di Marlia (caduta) 2 casi 95 MINISTERO DELLA SALUTE: protocollo per il monitoraggio degli Eventi Sentinella Evento sentinella: 1 - evento avverso di particolare gravità; 2 - indicativo di un serio malfunzionamento del sistema; 3 – che causa morte o grave danno al paziente; 4 – che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del Servizio Sanitario. 96 MINISTERO DELLA SALUTE (dipartimento della qualità) 1 – monitoraggio degli eventi sentinella; 2 – elaborazione di raccomandazioni specifiche per ciascun evento da adattare alle singole realtà. 97 MINISTERO DELLA SALUTE (dipartimento della qualità) 1 . Procedura in paziente sbagliato; 2 . Procedura in parte del corpo sbagliata (lato, organo o parte); 3 . Suicidio in paziente ricoverato; 4 . Strumento o altro materiale lasciato all’interno del sito chirurgico che richieda un successivo intervento o ulteriori procedure; 5 . Reazione trasfusionale conseguente ad incompatibilità ABO; 6 . Decesso, coma o gravi alterazioni funzionali derivati da errori di terapia associati all’uso di farmaci; 7 . Decesso materno o malattia grave correlata al travaglio e/o parto; 8 . Abuso su paziente ricoverato; 9 . Mortalità in neonato sano di peso > 2500 g. entro 48 ore dalla nascita; 10 . Ogni altro evento avverso che causa morte o gravi danni indicativo di malfunzionamento del sistema e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del Servizio Sanitario. 98 PROTOTIPO DELL’OSSERVATORIO eventi sentinella di rilevanza medico legale A assunzione farmaci B emoderivati C misidentificazione D errore trasmissione informazione E 1 informazione E 2 consenso / dissenso F documentazione clinica G aspetti organizzativi H relazione medico paziente 99 EVENTI SENTINELLA DI RILEVANZA MEDICO LEGALE E1 INFORMAZIONE Carente / assente caso 3: rachicentesi; Caso 6: biopsìa epatica; Caso 7: intervento di trasposizione del tendine rotuleo; caso 8: mastectomìa; Caso 9: protesi anca; Caso 11: protesi ginocchio; Caso 19: taglio cesareo; Caso 23: tamponamento nasale; Caso 27: riduzione di frattura di omero; Caso 29: sutura di rottura della vescica; Caso 31: rimozione mezzi di sintesi; Caso 32: applicazione di PM. 100 EVENTI SENTINELLA DI RILEVANZA MEDICO LEGALE Caso 3: rachicentesi; Caso 5: chiusura di fistola AV al gomito in un CONSENSO / dializzato eseguita in anestesìa locale ? DISSENSO (modulo assente o non Caso 6: biopsìa epatica; Caso 10: sedoanalgesìa per la rimozione del sottoscritto) fissatore esterno; Caso 12: dito a scatto in anestesìa locale; caso 15: intubazione; Caso 16: raschiamento. Caso 18: frattura collo femore; Caso 29: sutura di rottura della vescica; Caso 32: Caso 33: manca la firma del pz. Caso 46: coronarografìa; emotrasfusione. 101 E2 EVENTI SENTINELLA DI RILEVANZA MEDICO LEGALE Caso 3: cancellature. Caso 7: diario clinico carente. DOCUMENTAZIONE Caso 15: cancellature. CLINICA (es.: assenza di parti Caso 16: anamnesi insufficiente sui fattori di rischio della essenziali; errori di distocìa; lettera di dimissione assente. compilazione) Caso 18: errata data di nascita (potrebbe avere condizionato in modo negativo la scelta del trattamento). Caso 29: sutura di rottura della vescica (nel registro operatorio descritto un altro intervento chirurgico); Caso 31: la lettera di dimissione non riporta la non completa rimozione dei mezzi di sintesi. Caso 40: manca lettera di dimissione. Caso 44: manca lettera di dimissione. Caso 49: cancellature sul registro operatorio, sulla SDO e sul tracciato CTG. F 102 EVENTI SENTINELLA DI RILEVANZA MEDICO LEGALE altro Caso 14. errata interpretazione di TC dell’addome (colla confusa con una recidiva neoplastica). L’errore potrebbe ricondursi ad una carente informazione del radiologo ? Punto D ? Caso 24: Lamenta l’assunzione di terapìa antitrombotica in assenza di indicazione. 103 EVENTI SENTINELLA (lista del Ministero della Salute) n. 7 decesso materno o malattia grave correlata al travaglio e / o parto [cosa si intende per malattia grave ? Si limita alla gestante o riguarda anche il neonato ? ] n. 10 Ogni altro evento avverso che causa morte o gravi danni indicativo di malfunzionamento del sistema e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del Servizio Sanitario. [cosa si intende per grave danno ? Il malfunzionamento del sistema è riferito a carenze organizzative ? La perdita di fiducia è da ricondurre ad eventi dannosi che hanno risonanza nell’opinione pubblica ?] 104 EVENTI SENTINELLA (lista del Ministero della Salute) n. 7 decesso materno o malattia grave correlata al travaglio e / o parto Caso 2: emorragìa post-partum che ha reso necessaria una isterectomìa; Caso 16: raschiamento dopo il parto. Caso 17: asfissìa perinatale. Caso 19: danno neurologico neonato (per ritardo del TC). Caso 38: asfissìa perinatale. Caso 49: isterectomia dopo TC. n. 10 Ogni altro evento avverso che causa morte o gravi danni indicativo di malfunzionamento del sistema e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del Servizio Sanitario. Caso 3: ritardata diagnosi di ESA ? Caso 39: shock settico conseguente a contaminazione di PM. 105 CRITICITA’ DELLA UO DI ORTOPEDIA caso 7 Caso 9 Trasposizione del tendine rotuleo Protesi anca con frattura del cemento Caso 11 Protesi ginocchio non cementificata Caso 12 Dito a scatto Caso 18 Frattura collo femore complicata da pseudoartrosi e paresi spe Intervento per dito a scatto complicato da infezione e lesione neurologica Trattamento di frattura di omero complicata da lesione nervosa Incompleta rimozione dei mezzi di sintesi Caso 25 Caso 27 Caso 31 106 CRITICITA’ DELLA UO DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA caso 16 Caso 17 paralisi ostetrica asfissìa perinatale e ritenzione di placenta Caso 19 Tardivo taglio cesareo con danno neurologico Caso 20 Caso 38 Isterectomìa complicata da sofferenza del nervo femorale Asfissìa perinatale Caso 49 Isterectomìa dopo taglio cesareo 107 CRITICITA’ DELLA UO DI PRONTO SOCCORSO Caso 26 Caso 28 Caso 35 Caso 34 Ferita della mano trattata in modo inadeguato Toilette incompleta di ferita della mano Mancata diagnosi di frattura dita mano e rotula Mancata diagnosi di frattura del polso. 108 CRITICITA’ DELLA UO DI UROLOGIA caso 33 Incontinenza conseguente ad intervento Caso 37 Ematoma renale conseguente a litotripsìa Caso 29 Errato intervento chirurgico di rottura della vescica 109 CRITICITA’ DELLA UO DI CHIRURGIA PLASTICA caso 4 frattura di mandibola mal consolidata Caso 36 Intervento di exeresi di cisti branchiale complicata da lesione nervosa. 110 CRITICITA’ DI ALTRE UUOO Caso 8 (chirurgia generale) Cattivi esiti di mastectomia Caso 29 (chirurgia Errato trattamento di rottura della generale ed urologìa vescica Caso 39 (cardiologìa) Shock settico come conseguenza dell’infezione della tasca del PM Caso 15 (anestesìa) Errore nella intubazione Caso 14 (radiodiagnostica) Errore nella diagnosi differenziale tra la recidiva di una neoplasìa e colla impiegata nel precedente intervento 111 CRITICITA’ DI ALTRE UUOO Caso 13 (odontoiatrìa) Trattamento canalare troppo aggressivo Caso 48 (odontoiatrìa) Protesi dentaria non idonea Caso 23 (ORL) Tamponamento nasale complicato da perforazione nasale Caso 22 (oculista) Extropion comparso a seguito di rimozione di xantelasma Caso 6 (malattie infettive) Emorragìa conseguente a biopsìa epatica 112 GRAZIE PER L’ATTENZIONE 113