La musica dai
cantastorie ad Internet.
Premessa
Tutta la storia del progresso umano, dagli uomini primitivi fino al giorno d’oggi, è basata sulla
comunicazione e sullo scambio di informazioni. L’invenzione della scrittura è stata fondamentale
perché, per la prima volta, è stato possibile “far viaggiare” la propria parola, anziché viaggiare noi
stessi per portarla. L’invenzione dei giornali quotidiani (1702), del telegrafo (1844), del telefono
(1877), della radio (1901), ha progressivamente accelerato la capacità umana di comunicare, fino
alla televisione, ai telefoni cellulari, a Internet. Oggi, il problema si è in qualche modo ribaltato:
non abbiamo più difficoltà a comunicare ma, se mai, abbiamo difficoltà a barcamenarci tra molti
strumenti di comunicazione: il telefono squilla in continuazione, la radio imperversa 24 ore su 24,
la televisione trasmette qualsiasi cosa, chiunque ci chiami al cellulare domanda per prima cosa <<
Dove sei? >>. Su Internet si scova qualsiasi informazione, ma anche una quantità enorme di
“bufale”, cioè di sciocchezze immesse senza alcun controllo e presentate come vere. E poi c’è il
fenomeno degli SMS, una vera ossessione quotidiana per milioni di ragazzi … e di adulti. Un’
ossessione talmente diffusa che ha creato un vero e proprio nuovo linguaggio, fatto di abbreviazioni
, di simboli, di una “grammatica” che assomiglia sempre di più a quella di una lingua straniera. A
proposito di lingua straniera, c’è da segnalare come, su tutto il fenomeno comunicazione,
s’imponga sempre più l’inglese, magari in una versione semplificata e non sempre corretta, ma
proprio per questo adatta a essere utilizzata in qualsiasi ambiente della Terra. Molti rischi
incombono su ciò che sembra essere la festa della comunicazione globale: il rischio di truffe, di
pubblicità ingannevole, di notizie manipolate da chi possiede gli strumenti d’informazione, di furto
di dati personali, di utilizzo di Internet per avvicinare minorenni al fine di pedofilia … l’elenco
potrebbe continuare. La comunicazione insomma, come ogni opera dell’uomo, presenta un doppio
volto. Sta all’ attenzione di tutti approfittare di quello buono evitando quello cattivo.
La musica
nell’antichità.
I nostri antenati più antichi mettevano in
fila suoni e battiti per comunicare le
emozioni, le avventure, le scoperte e le
identità di un gruppo, veicolando e
preservando la tradizione culturale e la
sua progressiva evoluzione nel
passaggio di generazione in generazione.
Alcuni secoli dopo, un cantore cieco di
nome Omero ha dato ordine e regole al
racconto e ha dimostrato che le parole,
in una struttura ritmica come quella del
verso, possano fluire in modo naturale, e
restare impresse nella mente dell’
ascoltatore. Progressivamente trovarono
sviluppo narrazioni che si collocano tra
oralità e scrittura, come i racconti della
mitologia, le parabole della Bibbia, le
favole e le fiabe.
Trovatori, trovieri e clerici vagantes.
Sin dal medioevo diffusori di canti, storie e poesie, furono i
trovatori nel sud della Francia, i trovieri nel nord e i “clerici
vagantes” in Germania. I trovatori furono autori ed esecutori
di canzoni ispirate agli ideali cavallereschi e all’ amore e
scrivevano in lingua d’Oc, mentre i trovieri scrivevano in
lingua d’Oil.
In Germania i clerici vagantes erano musicisti di strada che
avevano abbandonato gli studi religiosi e monastici,
viaggiavano diffondendo canti goliardici. Importanti per la
diffusione di tutte queste forme musicali, tramandate
oralmente, furono i musicisti girovaghi, i cantastorie, i giullari
e i menestrelli; alcuni cantavano soltanto, altri si
accompagnavano con il tamburo o la viella.
I cantastorie:
chi erano?
l
cantastorie
rappresentavano
la
tradizionale
figura
di
intrattenitori
ambulanti, visto che si spostavano di città
in città e di piazza in piazza raccontando
una favola, una storia, un fatto, aiutandosi
con il canto e spesso con dei cartelloni in
cui erano raffigurate le scene salienti del
racconto. In questo loro girare, vivevano
delle offerte degli spettatori.
DOVE SI
POSIZIONAVANO E
COME RACCONTAVANO
LE LORO STORIE?
Si posizionavano nelle piazze dei
paesi cantando e raccontando le
loro storie, vere o immaginarie,
trovate in giro nei loro viaggi o
adattate per l'occorrenza. Spesso
i cantastorie adattavano le loro
versioni ad alcuni racconti
antichi o li rinnovavano a
seconda di un particolare
avvenimento; a volte veniva
imposto un dialetto da utilizzare
in base al luogo della narrazione
e a causa del diffuso
analfabetismo.
Cosa raccontavano e cosa rappresentavano per la
gente?
I cantastorie raccontavano di
incursioni di pirati, miracoli di santi,
eventi catastrofici, leggende sacre e
racconti profani, meravigliose vittorie
e lacrimevoli sconfitte, personaggi
come Garibaldi e momenti epici come
il Risorgimento. I cantastorie
rappresentarono l'unico tramite
culturale tra il popolo analfabeta e il
mondo epico e poetico, anche se
magari si trattava di cruente imprese
dei briganti, così cari alla fantasia
popolare.
Le prime tecniche di registrazione.
I primi tentativi di registrare la musica sono
iniziati con le civiltà più evolute che, dopo aver
codificato il parlato, il verbo, con la scrittura,
hanno tentato di registrare, e quindi archiviare,
anche la musica, mediante la notazione musicale.
Una archiviazione che consentiva quindi una
successiva riproduzione, accessibile all'inizio ai
soli conoscitori della musica. Si sono così andate
definendo nel tempo le due forme principali di
vendita e di fruizione della musica: la diffusione,
e la distribuzione.
Quando diventarono importanti?
Dopo l'avvento della
stampa, i Cantastorie
acquisirono sempre più un
ruolo che si avvicina, in un
certo senso, al mondo
giornalistico, diffondendo
fatti e notizie che
stampavano su foglietti
volanti venduti al pubblico.
Dalla stampa alle prime tecnologie per la
registrazione dei suoni il passo fu breve.
Ben presto infatti fu possibile imprimere
su nastro magnetico le prime voci, i
suoni, i rumori della vita quotidiana.
Le tecniche di
registrazione.
Le tecniche di
registrazione erano basilari
sia per catturare la musica
(il microfono e il suo
antenato, il
phonoautograph di Leon
Scott) sia per diffonderla in
diretta. La disponibilità di
musica già registrata a
scopo di distribuzione
andava poi alle radio.
I metodi di
diffusione
della
musica di
oggi.
Evidentemente i canali
primari per la diffusione
sono al momento la radio e
la televisione, e per la
distribuzione il CD, ma la
rivoluzione rappresentata
da Internet e di
conseguenza da You Tube,
nonché l'affermarsi di nuovi
standard digitali, stanno
scompaginando
completamente questi
equilibri.
Che cos’è
internet ?
Internet è un insieme
di reti di computer
sparse in tutto il
mondo collegate tra
loro, a cui possono
accedere migliaia di
utenti per scambiare
tra loro informazioni
di vario tipo .
Che cos’è
You tube ?
You Tube è nato per
condividere in rete i propri
video e si è trasformato, nel
tempo, in un enorme
contenitore, centralizzato,
universale e tutt'altro che
frammentato, di contenuti
musicali, nei quali molto
spesso la parte video è solo
un pretesto, una serie di
foto o addirittura
un'immagine fissa.
La radio oggi.
Nel mondo d’oggi,la radio è uno
strumento sorprendentemente giovane e
molti giovani,infatti,ascoltano programmi
“tagliati su misura per loro”,tanto che
alcuni “dj” sono diventati vere celebrità.
La musica si presta a manipolare la mente
o almeno le convinzioni di chi la utilizza.
I concerti.
Per i ragazzi i concerti sono
opportunità per poter vedere da
vicino i loro idoli, ma anche dei
momenti magnifici da passare con i
loro amici. Durante i concerti ci
sono spesso effetti speciali, che ci
lasciano a bocca aperta, invece, negli
anni 80 e 90 i concerti erano
composti da un palco e dal cantante o
dalle band che cantavano. Nei
concerti più importanti, vi erano
delle luci che davano un atmosfera
tipo discoteca.
Cosa rappresenta la musica per i
giovani d’oggi ?
La musica, per i giovani,è
molto importante perché è una
cosa che esprime, nei migliori
casi, le loro sensazioni, le
ansie, i problemi di cuore, ma
anche i problemi che si vivono
in famiglia...
La musica dei giovani d’oggi.
Dagli anni '80 in poi la musica è
cambiata, all'adolescente moderno non
interessano le canzoni dei mitici Beatles
né quelle del grande Dylan, ma quelle
“Del Re e della Regina del Pop”:
Michael Jackson e Madonna, icone della
musica per molti adolescenti. A questo
punto non possiamo non parlare delle
icone del Pop moderno: il giovanissimo
Justin Bieber, gli One Direction, Lady
Gaga, Katy Perry e Emis Killa.
Speriamo vi sia piaciuto!!!!
By
Chiara Sabbatini, Valerio Iannotti,
Emanuela D’Aiello, Giulia Licocci.
S.M.S Umberto Nobile, 2°L
Bibliografia: wikipedia, libro di testo “Fantasia e
Musica” di Rosanna Castello ed.Minerva
scuola.
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